Apocalisse 22 – Vieni, Signore Gesù
A. Dentro le mura della nuova Gerusalemme.
1. (1) Il fiume che scorre dal trono di Dio.
Poi mi mostrò il fiume puro dell’acqua della vita, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello.
a. Il fiume puro dell’acqua della vita: Nell’Antico Testamento, i profeti hanno usato l’immagine di un fiume per esprimere con molta forza la ricchezza, la provvidenza e la pace (Isaia 48:18, Zaccaria 14:8, Ezechiele 47:1-9).
i. Oppure, come espresso dal salmista in Salmi 46:4-5: C’è un fiume i cui rivi rallegrano la città di DIO, il luogo santo dove dimora l’Altissimo. DIO è nel mezzo di lei, essa non sarà smossa; DIO la soccorrerà alle prime luci del mattino.
ii. “Una delle maggiori fonti di felicità sulla terra è l’acqua. Non c’è nulla in tutto il mondo che sia prezioso all’occhio e all’immaginazione degli abitanti dell’Oriente secco, cocente e assetato, quanto un’abbondante fornitura di acqua chiara, limpida e viva.” (Seiss)
iii. Poole scrive che il concetto di fiume serve “per farci sapere che in cielo non mancherà nulla di quello che può rallegrare i santi”.
b. Limpido come cristallo: La provvidenza di Dio nella nuova Gerusalemme viene descritta con acque pure e assolutamente incontaminate. “Le sue acque sono acque vere e proprie, di una natura e di una qualità all’altezza della città dorata cui appartengono. Nessun uomo ha mai visto acque simili sulla terra, tantomeno una città come questa; eppure, la città è una realtà sublime.” (Seiss)
c. Dal trono di Dio e dell’Agnello: Il fiume di provvidenze proviene direttamente dal trono di Dio. Poiché proviene da Dio, non può essere altro che puro e abbondante.
i. Ezechiele vide un fiume glorioso (Ezechiele 47) scorrere dal tempio di Gerusalemme e riversarsi nel mare, anche se si tratta di un fiume che appartiene alla terra millenaria. Probabilmente è un’anticipazione del fiume celeste. Questo è un fiume migliore con alberi migliori.
2. (2) L’albero della vita.
E in mezzo alla piazza della città e da una parte e dall’altra del fiume si trovava l’albero della vita, che fa dodici frutti e che porta il suo frutto ogni mese; e le foglie dell’albero sono per la guarigione delle nazioni.
a. L’albero della vita: La Bibbia ha inizio con un albero della vita (Genesi 3:22-24), dal quale fu vietato all’uomo di mangiare dopo il peccato presso l’albero della conoscenza del bene e del male. L’albero della vita riappare qui di nuovo.
i. In mezzo alla piazza della città e da una parte e dall’altra del fiume: È un po’ difficile immaginare un tale paesaggio celeste. È probabile che Giovanni stia descrivendo una grande piazza con un fiume che vi scorre nel mezzo e un grande albero (o una serie di alberi) che cresce ed è radicato lungo le sponde del fiume.
ii. John Walvoord lo descrive così: “L’immagine visiva che viene presentata è quella del fiume della vita che scorre nel mezzo della città e di un albero abbastanza grande da attraversare il fiume, in modo che il fiume sia in mezzo alla piazza e l’albero sia su entrambi i lati del fiume”.
iii. Altri interpretano la parola albero come un riferimento collettivo, alludendo a file di alberi in piedi lungo entrambi i lati del fiume. “L’immagine che viene portata alla mente è quella di un’ampia strada con un fiume nel mezzo, simile ai maggiori canali olandesi, e con alberi tutti dello stesso tipo che crescono su entrambe le sponde, tutti chiamati albero della vita. Non so come si possa rendere la figura in un altro modo.” (Spurgeon)
iv. La ricomparsa dell’albero della vita indica la restaurazione di tutte le cose. “Ora finalmente, prossimi alla conclusione del grande scenario biblico, l’uomo può tornare a godere legittimamente della benedizione da cui era stato separato per aver desiderato illegittimamente.” (Preston/Hanson)
b. Che fa dodici frutti e che porta il suo frutto ogni mese: Pur trattandosi della descrizione del mondo del nuovo cielo e della nuova terra sulla base delle indicazioni ricevute finora, ci viene fornito un indicatore temporale. A quanto pare, in cielo si segnerà ancora il tempo, ma non ne saremo soggetti come lo siamo ora.
i. Alcuni si domandano se in cielo mangeremo. La risposta migliore è sì, saremo in grado di mangiare, ma non sarà una necessità. Gesù ha goduto del cibo nel Suo corpo di resurrezione (Luca 24:41-43, Giovanni 21:12-14). Degli angeli hanno mangiato con Abrahamo (Genesi 18:6-8). La grande riunificazione celeste tra Gesù e il Suo popolo è descritta come un banchetto di nozze (Apocalisse 19:9). Nonostante l’uomo sia caduto a causa di ciò che mangiato, in cielo Dio ci permetterà di mangiare.
ii. “Come la tavola d’oro dei pani della presentazione, che erano costantemente nel Tabernacolo antico e nel Tempio perché i sacerdoti ne mangiassero, così l’Albero della Vita sarà in tutte le strade dorate della Nuova Gerusalemme, portando frutto ogni mese per i re-sacerdoti immortali del cielo.” (Seiss)
c. Le foglie dell’albero sono per la guarigione delle nazioni: Perché le nazioni necessitano di guarigione? Nel greco antico la parola per guarigione poteva anche significare “donare salute”, probabilmente il senso inteso qui.
i. “La parola ‘guarigione’ traduce therapeian, da cui deriva terapeutico, una traslitterazione quasi esatta dal greco. Invece di ‘guarigione’, bisognerebbe intenderla come “donare salute”, dato che il significato della radice della parola ha a che fare con il concetto di servire o ministrare.” (Walvoord)
d. Piazza… fiume… albero… frutti… foglie: Si tratta di immagini del cielo letterali o simboliche? Sarebbe impossibile descrivere un’altra dimensione come il cielo senza l’ausilio di simboli, ma si tratta comunque di simboli collegati alle realtà da essi indicate. Ciò che Giovanni ha visto potrebbe essere o non essere esattamente un fiume sulla terra, ma quando lo vedremo anche noi diremo: “Somiglia a un fiume”.
i. Anche se questo grande capitolo della Bibbia ci parla del cielo, dobbiamo rifletterci a fondo e recepire ora ciò che possiamo. “Non possiamo pensare che un uomo stia sparando a un bersaglio se non guarda in quella direzione, né possiamo immaginare che l’ambizione di un uomo sia fissata al cielo se non ha pensieri o aspirazioni celesti.” (Spurgeon)
3. (3-5) Come sarà e cosa faranno i santi.
E qui non ci sarà alcuna maledizione; in essa sarà il trono di Dio e dell’Agnello e i suoi servi lo serviranno; essi vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome sulla loro fronte. E qui non ci sarà più notte alcuna e non avranno bisogno di luce di lampada né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà, ed essi regneranno nei secoli dei secoli.
a. Non ci sarà alcuna maledizione: In cielo la maledizione non ci sarà più. Fin dalla caduta, l’uomo e la creazione hanno vissuto gli effetti della maledizione descritta in Genesi 3:16-19: dolore e sofferenza durante il parto per le donne, attriti fra i due sessi, necessità di un lavoro duro e spesso inutile per il sostentamento dell’uomo e soprattutto la morte.
i. Gli effetti della maledizione saranno presenti anche durante il Millennio, anche se saranno notevolmente attenuati dal governo perfetto di Gesù. Isaia 65:20 ci mostra che durante il Millennio i peccatori potranno cadere ancora sotto maledizione. Al contrario, tali effetti non ci saranno più nel nuovo cielo e nella nuova terra. Al posto della maledizione, in essa sarà il trono di Dio e dell’Agnello. Uno scambio non da poco.
ii. Il trono di Dio e dell’Agnello: “D’ora in poi, ci saranno lodi eterne al suo nome, il trono di Dio è il trono dell’Agnello. È un trono di giustizia, ma rimane comunque un trono di grazia. Lì, sul trono dell’Onnipotente, regna la misericordia. Sulla base del merito del sacrificio e della virtù dell’espiazione vengono emanati tutti gli statuti e i decreti del regno dei cieli. L’altare e il trono sono ora identici. Da quel trono nessuna freccia di fuoco potrà mai più essere scagliata contro il credente, perché è il trono dell’Agnello e il trono di Dio.” (Spurgeon)
b. I suoi servi lo serviranno: Il cielo sarà per il popolo di Dio un luogo di lavoro e di servizio. Si tratta comunque di un’immagine della pura beatitudine del servizio, piuttosto che della fatica ardua e macchiata dalla maledizione.
i. “Il cielo non è un luogo di ozio indolente, ma un luogo dove si fa servizio, al cui centro vi è Dio.” (L. Morris)
c. Essi vedranno la sua faccia: Il cielo sarà un luogo dove il popolo di Dio vedrà la sua faccia, un luogo di comunione intima e faccia a faccia con Dio.A Mosè fu negato il privilegio di contemplare il volto di Dio (Esodo 33:20-23), ma tutti quelli che saranno in cielo vedranno la sua faccia.
i. Essi vedranno la sua faccia: “Da questo comprendo due cose: primo, che essi letteralmente e fisicamente, con i loro corpi risorti, fisseranno lo sguardo sul volto di Gesù; secondo, che spiritualmente le loro facoltà mentali saranno amplificate affinché siano in grado di guardare nel cuore, nell’anima e nel carattere stesso di Cristo per comprendere Lui, la Sua opera, il Suo amore, il Suo essere tutto in tutti, come non Lo hanno mai compreso prima.” (Spurgeon)
ii. Grazie a Gesù, possiamo conoscere adesso un po’ del volto di Dio: Perché il Dio che disse: «Splenda la luce fra le tenebre», è lo stesso che ha fatto brillare il suo splendore nei nostri cuori per illuminarci nella conoscenza della gloria di Dio, che rifulge sul volto di Gesù Cristo (2 Corinzi 4:6).
iii. Inoltre, Paolo aveva anticipato un compimento più grande della nostra visione del volto di Dio: Ora infatti vediamo come per mezzo di uno specchio, in modo oscuro, ma allora vedremo a faccia a faccia; ora conosco in parte, ma allora conoscerò proprio come sono stato conosciuto (1 Corinzi 13:12). In quel giorno niente oscurerà la nostra visione di Gesù:
·Vedremo Gesù chiaramente, perché il peccato non ci sarà più.
·Vedremo Gesù chiaramente, perché le sollecitudini e le preoccupazioni non ci saranno più.
·Vedremo Gesù chiaramente, perché gli idoli non ci saranno più.
iv. Questa sarà la massima gloria del cielo: conoscere Dio, conoscere Gesù più intimamente e più meravigliosamente di quanto potremmo mai fare sulla terra. “È la principale benedizione del cielo, la delizia del cielo, il cielo del cielo, che i santi vedano Gesù.” (Spurgeon)
v. “Guardare il volto di Cristo significa conoscere bene la Sua persona, il Suo ruolo, il Suo carattere, la Sua opera. Perciò, i santi in cielo avranno più conoscenza di Cristo di quanta ne abbiano i migliori di noi quaggiù. Come qualcuno ha detto, il bambino in Cristo che viene accolto in cielo scopre più cose di Cristo in una sola ora di quante ne sappiano tutti i dottori delle assemblee della Chiesa sulla terra.” (Spurgeon)
d. Il suo nome sulla loro fronte: Il cielo sarà il luogo in cui il popolo di Dio sarà identificato con il suo Dio per sempre, in cui non ci saranno mai dubbi sulla loro appartenenza a Lui.
e. Non ci sarà più notte alcuna: Il cielo sarà il luogo in cui le tenebre di questo secolo non ci saranno mai più. La luce non sarà artificiale né giungerà dal sole: Dio stesso sarà la luce.
f. Essi regneranno nei secoli dei secoli: Il cielo sarà il luogo in cui il popolo di Dio godrà di un regno eterno, in contrasto con la durata limitata del Millennio. Non avrà mai fine.
i. “Come la Bibbia si apre con la storia del ‘Paradiso Perduto’, così qui si chiude con la storia del ‘Paradiso Ritrovato’.” (Erdman) Vediamo il ritorno del paradiso nei concetti di fiume, albero della vita, revoca della maledizione, ripristino dell’intimità e ripresa del regno. È una consumazione perfetta:
Non ci sarà alcuna maledizione Perfetta Restaurazione
Il trono in mezzo a loro Perfetta Amministrazione
I suoi servi lo serviranno Perfetta Subordinazione
Vedranno la sua faccia Perfetta Trasformazione
Il suo nome sulla loro fronte Perfetta Identificazione
Dio sarà la luce Perfetta Illuminazione
Regneranno nei secoli dei secoli Perfetta Gioia
B. Parole di commiato.
1. (6-7) L’angelo e Gesù aggiungono parole di conferma.
Poi mi disse: «Queste parole sono fedeli e veraci; e il Signore, Dio dei santi profeti, ha mandato il suo angelo, per mostrare ai suoi servi le cose che devono avvenire tra breve. Ecco, io vengo presto; beato chi custodisce le parole della profezia di questo libro».
a. Poi mi disse: In questi ultimi versetti del Libro dell’Apocalisse, udiamo le parole di commiato di diverse persone. Non è sempre facile capire chi stia parlando, ma le tematiche hanno senso indipendentemente da chi parla: conferma, invito e avvertimento.
b. Queste parole sono fedeli e veraci: L’angelo che ha mostrato a Giovanni tutte queste cose gli ricorda che non è troppo bello per essere vero. Giovanni viene rassicurato che tutte le cose che ha visto e udito sono fedeli e veraci.
c. Le cose che devono avvenire tra breve… Io vengo presto: Mentre Giovanni ci ricorda dell’imminenza di questi eventi, Gesù stesso irrompe sulla scena ricordando a tutti che Egli viene presto. Perché sembra che sia passato tantissimo tempo? Si è sbagliato qui Gesù?
i. La parola presto in greco antico non corrisponde esattamente alla nostra parola “presto”. “La parola ‘presto’ potrebbe essere resa con esattezza ‘improvvisamente’.” (Morgan)
ii. Eppure, la chiesa primitiva si aspettava che il ritorno di Gesù avvenisse presto – si sbagliavano o Gesù li ha fuorviati? Niente affatto! Non si erano sbagliati né erano stati fuorviati da Gesù. Dio vuole che ogni generazione rimanga in attesa, vigile e sia pronta per il Suo ritorno.
iii. Non siamo in corsa verso il distante precipizio della consumazione di tutte le cose; stiamo correndo parallelamente ad esso fin dai giorni degli apostoli. “Così, il tempo è sempre stato vicino. Il senso di imminenza è caratteristico di quell’arco di storia redentiva che va dalla croce alla parousia.” (Mounce)
d. Beato chi custodisce le parole della profezia di questo libro: Questa benedizione ci ricorda che la profezia ci dà una parola da custodire (e a cui ubbidire), non ci fornisce del semplice materiale per discussioni e dibattiti interessanti. L’intento principale della profezia è quello di portarci a confidare in Dio e a ubbidire a Lui, applicando la Sua verità al modo in cui viviamo.
2. (8-9) Giovanni viene corretto per aver adorato un angelo una seconda volta.
E io, Giovanni, sono colui che ho visto e udito queste cose. E dopo averle udite e viste, caddi per adorare davanti ai piedi dell’angelo che mi aveva mostrato queste cose. Ma egli mi disse: «Guardati dal farlo!Io sono conservo tuo e dei tuoi fratelli, i profeti, e di coloro che custodiscono le parole di questo libro. Adora Dio!».
a. Caddi per adorare davanti ai piedi dell’angelo: Come già visto in Apocalisse 19:10, Giovanni viene sopraffatto e si prostra in adorazione di fronte all’angelo. Allo stesso modo, l’angelo ricorda a Giovanni che solo Dio deve essere adorato e che entrambi fanno parte della stessa squadra, insieme a tutti coloro che custodiscono le parole di questo libro.
i. Nessuna creatura deve mai essere oggetto di adorazione. Questo si contrappone a Gesù, il quale riceve l’adorazione degli angeli (Ebrei 1:6) e degli uomini (Matteo 8:2, 14:33, Giovanni 9:38).
ii. “Se è sbagliato adorare questo glorioso messaggero celeste, nel quale e attraverso il quale è proceduta la voce stessa di Gesù, come può essere giusto adorare e pregare la Vergine Maria, alla quale non viene attribuita una tale dignità o un tale ruolo? L’impulso e l’intenzione possono anche essere frutto di devozione e buona fede, ma è comunque un grave errore.” (Seiss)
b. Guardati dal farlo: È sorprendente che anche chi ha ricevuto tutte queste visioni possa sviarsi. Visioni e rivelazioni soprannaturali non implicano la correttezza della dottrina, dell’insegnamento o della pratica di una persona.
3. (10-11) Avvertimento dato dallo stesso angelo o da Gesù.
Poi mi disse: «Non sigillare le parole della profezia di questo libro, perché il tempo è vicino. Chi è ingiusto continui ad essere ingiusto, chi è immondo continui ad essere immondo, chi è giusto continui a praticare la giustizia, e chi è santo continui a santificarsi».
a. Non sigillare le parole della profezia di questo libro, perché il tempo è vicino: Poiché il tempo è vicino e la storia corre parallelamente all’orlo della consumazione di tutte le cose, questo libro non è sigillato. Ciò si contrappone alle profezie dell’Antico Testamento (Daniele 8:26); gli uomini che sigillano il libro dell’Apocalisse contravvengono al comando di Dio.
b. Chi è ingiusto continui ad essere ingiusto… chi è giusto continui a praticare la giustizia: Probabilmente questo è un modo per dire: “Dato che Gesù verrà all’improvviso, non ci sarà tempo sufficiente per il cambiamento”. Non ci sarà tempo per i ravvedimenti dell’ultimo minuto, ma c’è tempo adesso. Se ciò che hai letto nell’Apocalisse non ti ha cambiato, non rimane molta speranza!
i. “Qui viene raffigurata la disperazione dello stato finale dei malvagi. Lo stato sia del male che del bene è ora fissato per sempre. Da qui in poi non ci sono più parole che parlano di ‘seconde possibilità’.” (Robertson)
ii. “Se gli avvertimenti di questo libro non bastano, a Dio non rimane altro da dire.” (Walvoord)
4. (12-13) Gesù dichiara: Io vengo presto.
«Ecco, io vengo presto e il mio premio è con me, per rendere ad ognuno secondo le opere che egli ha fatto. Io sono l’Alfa e l’Omega, il principio e la fine, il primo e l’ultimo».
a. Ecco, io vengo presto: Non può mai mancare la nota di urgenza e di avvertimento in tutto ciò che Gesù ci dice riguardo alla Sua venuta. Il Suo messaggio è sempre: “Siate pronti!” (Matteo 24:44)
b. Il mio premio è con me: Se Gesù renderà ad ognuno secondo le opere che egli ha fatto, ciò vuol dire che siamo salvati per le opere? No, ma dimostra che una fede viva produrrà sempre delle opere (Giacomo 2:20, Tito 3:8).
i. “È la qualità della vita di un uomo che fornisce l’indicazione definitiva di ciò che egli crede veramente.” (Mounce)
c. Io sono l’Alfa e l’Omega, il principio e la fine, il primo e l’ultimo: Come ulteriore incentivo a fare e ad essere ciò che è giusto, ad essere pronti per il ritorno di Gesù, Egli ci ricorda chi è Lui. Se conosciamo e comprendiamo veramente chi è Gesù, non avremo problemi ad essere pronti per il Suo ritorno.
i. L’espressione l’Alfa e l’Omega viene “attribuita a Dio in 1:8; 21:6; e soltanto qui a Cristo, che in questo libro è la prova suprema della deità di Gesù.” (Robertson)
ii. Il titolo il primo e l’ultimo è altresì la prova inconfutabile che Gesù è Yahweh, l’Eterno: Io, l’Eterno, sono il primo e con gli ultimi sarò sempre lo stesso. (Isaia 41:4)
iii. Questi termini insieme significano che Gesù è il principio, il centro e la fine per il cristiano. “Predicate pure l’ortodossia o qualsiasi forma di ‘dossia’; se avete tralasciato Cristo, non c’è manna dal cielo, né acqua dalla roccia, né rifugio dalla tempesta, né guarigione per i malati, né vita per i morti. Se escludete Cristo, avete eliminato il sole dal giorno e la luna dalla notte, avete eliminato le acque dal mare e i cibi dal fiume, avete eliminato il raccolto dall’anno, l’anima dal corpo, avete eliminato la gioia dal cielo, sì, avete privato tutto di tutto. Non c’è vangelo che valga la pena di pensare, tantomeno di proclamare nel nome di Geova, se Gesù è dimenticato.” (Spurgeon)
5. (14-15) Una benedizione e una maledizione (pronunciate forse da Giovanni, forse dall’angelo, forse da Gesù stesso).
Beati coloro che adempiono i suoi comandamenti per avere diritto all’albero della vita, e per entrare per le porte nella città. Fuori i cani, i maghi, i fornicatori, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna.
a. Beati coloro che adempiono i suoi comandamenti: Adempiere i Suoi comandamenti non ci fa guadagnare la vita eterna, ma è la prova che ci è stata data. Inoltre, c’è una benedizione intrinseca nel compiere i Suoi comandamenti, perché sono buoni e giusti per noi.
i. Riguardo all’espressione coloro che adempiono i suoi comandamenti, alcune traduzioni riportano invece quelli che lavano le loro vesti (Nuova Riveduta). La differenza sta in due parole nel greco:
HOIPLUNONTESTASSTOLAS (lavano le loro vesti) o
HOIPOIOUNTESTASENTOLAS (adempiono i suoi comandamenti).
ii. Questo è un buon esempio di come l’errore di un copista possa offuscare un testo in modo piuttosto marginale, senza intaccare il significato essenziale del passo. Anche tenendo conto della piccola percentuale di testi contestati, possiamo fare affidamento sulle nostre Bibbie.
b. Fuori i cani, i maghi, i fornicatori, gli omicidi: E quelli di fuori? Non dobbiamo pensare che fuori dalle mura del cielo si accalchino moltitudini di persone desiderose di entrare. “Il versetto non intende insegnare che nello stato eterno ogni sorta di uomini malvagi vivrà appena fuori dalla città celeste. Descrive semplicemente il futuro attraverso l’immaginario presente.” (Mounce)
i. Perché dice che i cani saranno fuori? È una confutazione del concetto di paradiso per i cani da compagnia? No, qui si parla “non di cani in senso letterale, ma degli impuri in senso morale… I cani nelle città orientali erano spazzini e suscitavano un indicibile ribrezzo (Matteo 7:6; Filippesi 3:2).” (Robertson)
6. (16) Gesù porta una parola di conferma.
«Io, Gesù, ho mandato il mio angelo per testimoniarvi queste cose nelle chiese. Io sono la Radice e la progenie di Davide, la lucente stella del mattino».
a. Io, Gesù, ho mandato il mio angelo per testimoniarvi: Con queste parole solenni Gesù autentica l’intero libro. Gran parte del libro dell’Apocalisse sembra fantasioso o troppo bello per essere vero, ma è tutto vero.
i. “Così, il Dio di ogni ispirazione e di ogni uomo ispirato ribadisce e afferma di essere la più alta autorità per tutto ciò che qui è scritto. O, dunque, questo Libro non è altro che un falso infimo e blasfemo, indegno del minimo rispetto degli uomini, e in particolare indegno di un posto nel Sacro Canone; oppure è uno degli scritti più direttamente ispirati e autorevoli che siano mai stati pubblicati.” (Seiss)
b. Per testimoniarvi queste cose nelle chiese: Il libro dell’Apocalisse è rivolto alle chiese. Non è un affare privato, accessibile solo a una élite, ma è per tutti i credenti. Vale altresì la pena di notare che è il primo riferimento alla chiesa dopo le lettere alle sette chiese in Apocalisse 2-3.
c. La Radice e la progenie di Davide: È un titolo messianico prezioso (Isaia 11:1). Mostra che Gesù è sia il Creatore di Re Davide che uno dei suoi discendenti. Gesù parla proprio di questo in Matteo 22:41-46.
d. La lucente stella del mattino: Questo è un altro titolo messianico preso dall’Antico Testamento (Numeri 24:17) e dal Nuovo Testamento (Apocalisse 2:28). Proprio come la stella del mattino (generalmente ritenuta il pianeta Venere) brilla e dà il benvenuto al nuovo giorno, lo stesso fa Gesù.
7. (17) Lo Spirito e la sposa dicono a tutti: Vieni!
E lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni!». E chi ode dica: «Vieni». E chi ha sete, venga; e chi vuole, prenda in dono dell’acqua della vita.
a. Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni!»: Si tratta di un invito rivolto a Gesù, in cui Gli si chiede di tornare? O è un invito ad accostarsi a Gesù per coloro che hanno sete spirituale? Entrambe le accezioni sono certamente vere.
b. Vieni! Chi può venire? Chi ode può venire a Gesù, ma non può venire se non ode. Chi ha sete può venire a Gesù, ma non può venire se non percepisce la propria sete. Chi vuole può venire, ma non può venire se non è Dio a mettere il desiderio nel suo cuore.
i. Quindi, come puoi sapere se Dio ha operato nel tuo cuore? Controlla di avere le seguenti caratteristiche: Hai udito? Sei assetato di Dio e della vita eterna? Lo desideri? Allora vieni!
c. Chi vuole, prenda in dono dell’acqua della vita: È un invito aperto a ricevere la salvezza di Gesù. Egli non escluderà nessuno di quelli che si accostano a Lui. Un invito è un’opportunità e una responsabilità. Se rifiutiamo un invito, possiamo incolpare solo noi stessi.
i. “Viene esteso un invito simile in Isaia 55:1. L’invito a venire è un comando urgente, perché arriverà il giorno in cui sarà troppo tardi. Oggi è il giorno della grazia. L’ora del giudizio è imminente.” (Walvoord)
d. Chi vuole, prenda in dono dell’acqua della vita: È un invito così grande che possiamo gloriarcene. Chiunque vuole ricevere salvezza in Gesù Cristo, venga a Lui e prenda in dono dell’acqua della vita.
i. Qualcuno potrebbe dire: “Non comprendo tutta la dottrina e la teologia cristiana” – vieni comunque, perché non dice chiunque capisce, prenda in dono dell’acqua della vita.
ii. Qualcuno potrebbe dire: “Non riesco a pentirmi come dovrei. Il mio cuore è duro, non riesco a piangere per i miei peccati e non mi sento dispiaciuto come dovrei” – vieni comunque, perché non dice chiunque lo sente, prenda in dono dell’acqua della vita.
iii. Qualcuno potrebbe dire: “Non so se riuscirò a vivere la vita cristiana come dovrei” – vieni comunque, perché non dice chiunque è in grado, prenda in dono dell’acqua della vita.
iv. Qualcuno potrebbe dire: “Non so se sono degno di vivere la vita cristiana” – vieni comunque, perché non dice chiunque è degno, prenda in dono dell’acqua della vita.
v. “Ma fa’ attenzione, peccatore, c’è scritto: ‘Chiunque’. Che parola grossa! Chiunque! Non è previsto uno standard di altezza. Qualsiasi altezza e qualsiasi dimensione vanno bene. Peccatori piccoli, peccatori grandi, peccatori neri, peccatori bianchi, peccatori con doppia tinta, peccatori vecchi, peccatori aggravati, peccatori che hanno commesso ogni crimine che si possa immaginare – chiunque.” (Spurgeon)
vi. È veramente così semplice: desideri Gesù e la Sua salvezza?Allora vieni. Puoi dire: “Ora, Signore, desidero essere salvato, dammi un cuore nuovo; desidero abbandonare i miei peccati; desidero essere cristiano; desidero credere e desidero obbedire. Però non ho la forza per riuscirci. Ho il desiderio, dammi la potenza”? Se questo è il tuo desiderio, allora per te c’è un invito a venire gratuitamente, solo se sei disposto. Tra te e Gesù non ci sono barriere, se non la tua tenace volontà.
e. Prenda in dono dell’acqua della vita: Quando desideri, quando vieni, poi devi prendere. Ogni religione di questo mondo si può riassumere nel pensiero secondo cui devi portare tu qualcosa da dare agli idoli. L’essenza del cristianesimo si riassume nell’idea secondo la quale è Dio che ci invita a prendere in dono dell’acqua della vita. Non puoi portare nulla che possa salvarti, giustificarti o raccomandarti davanti a Dio, ma puoi prendere la salvezza che Lui ti offre.
f. Chi vuole, prenda in dono dell’acqua della vita: Il libro dell’Apocalisse e la Bibbia non avrebbero potuto terminare con un invito più bello di questo. “Tutti i profeti della Bibbia, tutti gli apostoli della Bibbia, tutte le minacce della Bibbia, tutte le promesse della Bibbia, si riuniscono e si concentrano in questo unico raggio ardente: ‘Venite a Gesù. Vieni e prendi in dono dell’acqua della vita’.” (Spurgeon)
8. (18-19) Qualcuno porta un avvertimento: o Gesù, o un angelo, o Giovanni.
Io dichiaro ad ognuno che ode le parole della profezia di questo libro che, se qualcuno aggiunge a queste cose, Dio manderà su di lui le piaghe descritte in questo libro. E se alcuno toglie dalle parole del libro di questa profezia, Dio gli toglierà la sua parte dal libro della vita dalla santa città e dalle cose descritte in questo libro.
a. Se qualcuno aggiunge a queste cose, Dio manderà su di lui le piaghe descritte in questo libro: Ci troviamo in un’altra sezione del libro di Apocalisse in cui è difficile capire esattamente chi sta parlando. Nella maggior parte delle edizioni della Bibbia a caratteri rossi, queste parole sono scritte in nero, indicando che i traduttori ritengono che non si tratti delle parole di Gesù. Ma ci sono anche buone ragioni per credere che sia stato Gesù a dare questo avvertimento.
i. “La solennità del monito suggerisce che chi parla è Cristo stesso.” (Mounce)
b. Se qualcuno aggiunge… se alcuno toglie: Questo significa che c’è un prezzo alto da pagare per la manomissione del libro dell’Apocalisse in particolare e delle Scritture in generale.
i. “È un monito solenne per i critici che hanno manomesso questo libro e altre parti delle Scritture con l’arrogante presunzione di essere equipaggiati intellettualmente e spiritualmente per determinare ciò che è vero e ciò che non è vero della Parola di Dio.” (Walvoord)
ii. Questa promessa solenne implica inoltre che il libro dell’Apocalisse può essere compreso. Perché Dio avrebbe dovuto impartire un rimprovero così forte per l’aggiunta o la rimozione da un libro che si limitava a dipingere grandi idee con immagini selvagge, dato che comunque nessuno avrebbe potuto capire veramente il libro?
iii. “I teologi in genere estendono ulteriormente il significato di questi due versetti, considerandoli come l’ultima parte della Sacra Scrittura, non solo collocata alla fine delle nostre Bibbie, ma anche rivelata e scritta per ultima. Essi ritengono che questi versetti siano il sigillo di tutte le Scritture canoniche e che Dio pronunci qui una maledizione contro coloro che pretenderanno di avere nuove rivelazioni della sua volontà… e anche contro tutti coloro che negheranno, corromperanno o depraveranno qualsiasi parte di esse.” (Poole)
9. (20-21) Parole finali.
Colui che testimonia queste cose, dice: «Sì, vengo presto. Amen». Sì, vieni, Signore Gesù. La grazia del Signore Gesù Cristo sia con tutti voi. Amen.
a. Sì, vengo presto: Fino alla fine, il libro dell’Apocalisse sottolinea la necessità di essere pronti e vigili. Se ci sfugge questa lezione pratica dell’Apocalisse – la lezione della prontezza – allora ci sfugge il messaggio essenziale del libro.
i. Se l’affermazione “vengo presto” non era abbastanza, Gesù ha messo enfasi su entrambi i lati: sì prima e amen dopo.
b. Sì, vieni, Signore Gesù: Con questa frase, Giovanni richiama un’idea collegata a un’espressione in aramaico ben nota alla chiesa primitiva: Maranatha!
i. L’Apocalisse riguarda molti eventi profetici, ma il libro si chiude con il desiderio di Giovanni di vedere il ritorno di Gesù per il Suo popolo: vuole il rapimento della chiesa.
ii. “Se tutta la creazione geme insieme ed è in travaglio, aspettando con bramosia la manifestazione dei figli di Dio, quanto più lo sono gli stessi figli di Dio!” (Seiss)
iii. “Alla fine del libro c’è la confessione di come le risposte ai problemi della vita non risiedano nella capacità dell’uomo di creare un mondo migliore, ma nel ritorno di Colui il cui potere sovrano controlla il corso delle vicende umane.” (Mounce)
c. La grazia del Signore Gesù Cristo sia con tutti voi. Amen: Il libro (e la Bibbia) termina con una parola di grazia per tutti. Anche Paolo usa queste parole in conclusione di alcune sue lettere (1 Corinzi 16:23, 2 Corinzi 13:14, 1 Tessalonicesi 5:28, 2 Tessalonicesi 3:18). In 2 Tessalonicesi 3:17-18, Paolo indica persino che quella firma – senza dubbio scritta di suo pugno – è un segno che la lettera proviene veramente da lui.
i. “È una buona parola per la chiusura di questo meraviglioso quadro della grazia di Dio per il Suo popolo in terra e in cielo.” (Robertson)
ii. “Qualsiasi cosa vi manchi, la grazia di nostro Signore Gesù Cristo sia sempre con voi. In qualsiasi punto voi o qualcuno di noi possa fallire, che non ci venga mai a mancare la grazia del nostro Signore Gesù Cristo.” (Spurgeon)
iii. L’ultimo versetto dell’Antico Testamento contiene una maledizione: Affinché non venga a colpire il paese di completo sterminio (Malachia 4:6). Come dovrebbe essere, le ultime parole del Nuovo Testamento parlano di grazia, perché la grazia descrive il rapporto di Dio con l’uomo sulla base del Nuovo Patto.
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