Apocalisse 21 – Nuovi Cieli, Nuova Terra e la Nuova Gerusalemme.
A. Dio fa nuova ogni cosa.
1. (1) Il nuovo cielo e la nuova terra.
Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il primo cielo e la prima terra erano passati, e il mare non c’era più.
a. Poi vidi: Possiamo dire che con Apocalisse 21 comincia una nuova sezione del libro dell’Apocalisse:
• Gesù, il Signore delle chiese (Apocalisse da 1:1 a 3:22).
• Gesù, il Leone sulle nazioni (Apocalisse da 4:1 a 20:15).
• Gesù, l’Agnello tra i credenti (Apocalisse da 21:1 a 22:21).
i. La nuova prospettiva di questa ultima sezione è gloriosa. “Dal fumo, dal dolore e dal calore è un sollievo passare all’atmosfera limpida e pulita del mattino eterno, dove il respiro del cielo è dolce e l’immensa città di Dio scintilla come un diamante nel fulgore della sua presenza.” (Moffatt)
b. Un nuovo cielo e una nuova terra: Il concetto di una nuova terra caratterizzata da una nuova atmosfera e da un nuovo cielo è un tema ricorrente nelle Scritture. Molti profeti, sia dell’Antico che del Nuovo Testamento, hanno parlato di un nuovo cielo e una nuova terra.
i. Poiché ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra, e le cose di prima non si ricorderanno più e non verranno più in mente. Ma voi gioite ed esultate per sempre in ciò che creo, perché, ecco, io creo Gerusalemme per il gaudio e il suo popolo per la gioia. (Isaia 65:17-18)
ii. Anticamente tu hai stabilito la terra e i cieli sono opera delle tue mani; essi periranno, ma tu rimarrai: si logoreranno tutti come un vestito; tu li muterai come una veste ed essi saranno cambiati. Ma tu sei sempre lo stesso e gli anni tuoi non avranno mai fine. (Salmi 102:25-27)
iii. Mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio, a motivo del quale i cieli infuocati si dissolveranno e gli elementi consumati dal calore si fonderanno […] Ma noi, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abita la giustizia. (2 Pietro 3:12-13)
iv. È utile ricordare che il nuovo cielo a cui si fa riferimento non corrisponde al cielo su cui Dio è seduto sovrano. Nella Bibbia la parola cielo viene usata in tre accezioni diverse. Il primo cielo è l’atmosfera terrestre, il “cielo blu”. Il secondo cielo è lo spazio, il “cielo notturno”. Il terzo cielo è il luogo dove Dio dimora in gloria. Quando le Scritture parlano di un nuovo cielo, intendono un nuovo “cielo blu” e un nuovo “cielo notturno”, non un nuovo cielo come dimora di Dio.
c. Nuovo cielo… nuova terra: La parola in greco antico tradotta qui con nuovo (kaine) significa “nuovo nella sua natura, ‘fresco’”. Non vuol dire “recente” o “nuovo nel tempo”. Non si tratta semplicemente del prossimo cielo e della prossima terra; si tratta di un cielo migliore e di una terra migliore che rimpiazzeranno quelli vecchi (il primo cielo e la prima terra erano passati).
i. Sebbene alcuni non siano d’accordo (come Seiss, che con molto ardore sosteneva che questa terra non sarà mai distrutta), dobbiamo comprendere che si tratta veramente di un nuovo cielo e di una nuova terra, non di cielo e terra semplicemente “ristrutturati”. Ne abbiamo la certezza perché Gesù ha detto che il cielo e la terra passeranno, mentre la Sua Parola rimarrà in eterno (Luca 21:33). Inoltre, in Isaia 65:17 Dio dice profeticamente che creerà un nuovo cielo e una nuova terra, utilizzando la parola ebraica per “creare” (bara), il cui significato è “creare dal nulla” e non un rimodellamento di materiali preesistenti.
ii. Alcuni interpretano questa “novità” come un cambiamento puramente spirituale e morale. Sembra tuttavia che si parli effettivamente di un’autentica trasformazione fisica: il mare non c’era più.
d. Un nuovo cielo e una nuova terra: Questo nuovo cielo e questa nuova terra sono la terra millenaria vista in Apocalisse 20 o sono qualcosa di successivo? Sembra proprio che ci troviamo dopo la terra millenaria. In altri termini, è ciò che chiamiamo “paradiso” ed “eternità”.
i. “In questo capitolo vediamo la fine della storia del tempo; sta per iniziare la storia dell’eternità.” (Barnhouse)
ii. “Lo stato eterno viene indicato chiaramente dall’assenza del mare, viste le frequenti menzioni ai corpi nell’acqua nei passi riguardanti il Millennio (cfr. Salmi 72:8; Isaia 11:9, 11; Ezechiele 47:10, 15, 17, 18, 20; 48:28; Zaccaria 9:10; 14:8). L’evidenza di Apocalisse 21:1 è così specifica che la maggior parte dei commentatori non mette in dubbio che si tratti dello stato eterno.” (Walvoord)
e. Il mare non c’era più: Per la mente giudaica, il mare era un luogo di separazione e malvagità. Nel libro dell’Apocalisse stesso viene rappresentato come la fonte della bestia satanica (Apocalisse 13:1) e il luogo dei morti (Apocalisse 20:13).
i. In altri passi della Scrittura, il mare è associato ai pagani (Isaia 57:20) e, più in generale, agli avversari del Signore che devono essere sconfitti (Salmi 89:9).
2. (2-4) La nuova Gerusalemme discende dal cielo.
E io, Giovanni, vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, che scendeva dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. E udii una gran voce dal cielo, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Ed egli abiterà con loro; e essi saranno suo popolo e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e non ci sarà più la morte, né cordoglio né grido né fatica, perché le cose di prima son passate».
a. La santa città, la nuova Gerusalemme: È la Gerusalemme della speranza (Ebrei 12:22), la Gerusalemme di sopra (Galati 4:26), il luogo della nostra vera cittadinanza (Filippesi 3:20).
i. I termini santa e nuova distinguono la città. Poiché è santa e nuova, è diversa da qualsiasi altra città terrena. Il nome di Gerusalemme le dà continuità con la terra, luogo della nostra redenzione.
ii. È significativo che la dimora gloriosa di Dio e del Suo popolo venga descritta come la santa città. Le città sono luoghi in cui vivono tante persone, tutte che interagiscono fra loro. Non si parla di isolamento, ma della perfetta comunità del popolo di Dio.
iii. Il concetto cristiano di paradiso come città, un luogo di vita, attività, interessi e persone, si distanzia molto dalla concezione induista di un nirvana vuoto. “La realizzazione finale della speranza cristiana è supremamente sociale. Non si tratta della ‘fuga dei solitari verso la solitudine’, ma della vita nella comunità dei redenti in cielo.” (Hunter)
iv. L’uomo non hai mai conosciuto una società non deturpata dal peccato. Adamo ed Eva ne hanno conosciuta una limitata e solo molto tempo dopo la caduta hanno cominciato a vedersi comunità in contesti più ampi. Nella nuova Gerusalemme troviamo qualcosa di completamente unico: una comunità di giustizia, senza peccato e pura, una santa città.
v. I problemi si presentano quando i credenti si aspettano una comunità di questo tipo adesso o quando non comprendono che essa scende soltanto dal cielo. Questa città non è e mai potrà essere il conseguimento di un uomo, ma è unicamente un dono di Dio.
b. Pronta come una sposa adorna per il suo sposo: Giovanni ha fatto uso dell’immagine più bella e suggestiva che potesse venirgli in mente. La cosa più bella che un uomo possa mai vedere è la sua sposa che procede verso di lui lungo la navata, pronta a incontrarlo. Giovanni dice che così sarà la bellezza della nuova Gerusalemme.
c. Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Ed egli abiterà con loro: Il tabernacolo di Mosè rappresentava la dimora di Dio sulla terra, una rappresentazione passata della dimora di Dio; il tabernacolo di Dio che vediamo qui è la realtà della Sua presenza.
i. Ed egli abiterà con loro; e essi saranno suo popolo: Ciò afferma in breve l’essenza del desiderio di Dio e del proposito dell’uomo. In poche parole, il desiderio di Dio è quello di vivere in stretta comunione con l’uomo e il proposito dell’uomo è quello di essere un popolo per Dio.
ii. Questa è la somma gloria del cielo, la restaurazione finale di ciò che è andato perso con la Caduta. “Non credo che la gloria dell’Eden risiedesse nelle sue passeggiate erbose o nei rami che si piegavano con frutti deliziosi, ma la sua gloria risiedeva nel fatto che il ‘Signore Dio passeggiava nel giardino sul far del giorno’. Era questo il più alto privilegio di Adamo: essere in compagnia dell’Altissimo.” (Spurgeon)
d. Le cose di prima son passate: La nuova Gerusalemme si distingue per ciò che non ha: niente lacrime, niente tristezza, niente morte e niente dolore. Più avanti vedremo che la nuova Gerusalemme non ha un tempio, non ci sono i sacrifici, il sole, la luna, le tenebre, il peccato e nessuna abominazione.
i. “L’uomo viene al mondo con un pianto e se ne va con un gemito; tutto quello che vi è in mezzo è più o meno intonato a un lamento impotente… Ma gli alleluia del mondo rinnovato soffocheranno per sempre la voce del dolore.” (Seiss)
e. Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi: “‘Ogni lacrima’, perché sono molte: lacrime di cordoglio per un caro, come Maria, Marta e la vedova di Nain; lacrime di compassione e misericordia, come quelle di Geremia e di Gesù per i peccati e le calamità di Gerusalemme; lacrime degli innocenti perseguitati, lacrime di contrizione e ravvedimento per le colpe e i crimini contro la bontà e la maestà del cielo; lacrime di delusione e di abbandono; lacrime di desiderio per ciò che non può essere ora nostro; queste, e quante ancora abbiano rigato le guance dei mortali, saranno allora asciugate per sempre.” (Seiss)
i. Tuttavia, l’idea delle lacrime in cielo non dovrebbe mai essere usata come strumento di manipolazione del senso di colpa su questa terra. “Non abbiamo alcuna ragione per dedurre dal testo che i santi verseranno lacrime in cielo per i fallimenti della loro vita passata sulla terra. L’enfasi qui è sulla consolazione di Dio, non sul rimorso dei santi.” (Walvoord)
3. (5) Tutte le cose nuove.
Allora colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio tutte le cose nuove». Poi mi disse: «Scrivi, perché queste parole sono veraci e fedeli».
a. Colui che sedeva sul trono disse: Si tratta di un annuncio autorevole procedente dal trono stesso di Dio. Questa è una delle poche volte in Apocalisse dove si vede chiaramente che Dio parla direttamente dal Suo trono.
b. Ecco, io faccio tutte le cose nuove: Quest’affermazione è al presente: “Io sto facendo tutte le cose nuove”. Si tratta del compimento dell’opera di Dio di rinnovamento e redenzione, che ha avuto inizio qui e adesso nel nostro tempo.
i. Paolo vide questa trasformazione all’opera da questo lato dell’eternità: Perciò noi non ci perdiamo d’animo; ma, anche se il nostro uomo esteriore va in rovina, pure quello interiore si rinnova di giorno in giorno… Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, tutte le cose sono diventate nuove. (2 Corinzi 4:16, 5:17)
c. Tutte le cose nuove: Si tratta di un piccolo sguardo al pensiero che è alla base del piano eterno di Dio, cioè quello di permettere il peccato e la distruzione che ne deriva, in modo da compiere un’opera maggiore, quella di fare tutte le cose nuove. A questo punto, il Suo piano eterno si compie. Tutte le cose sono nuove.
i. Ci viene istintivo considerare, quasi in modo sentimentale, l’innocenza come lo stato di perfezione dell’uomo, desiderando che Adamo non avesse mai fatto ciò che ha fatto. In questo modo però, non ci rendiamo conto che l’uomo redento è più grande dell’uomo innocente, che otteniamo di più in Gesù di quanto abbiamo mai perso in Adamo. Lo stato di perfezione che Dio dà è quello di redenzione, non di innocenza.
ii. Quando finalmente Dio avrà terminato di fare tutte le cose nuove, queste rimarranno nuove. “Presumibilmente ciò non significa soltanto che tutto sarà fatto nuovo, ma anche che tutto resterà nuovo. La legge dell’entropia sarà ‘abrogata’. Niente si deteriorerà o si decomporrà e nessuno invecchierà o si atrofizzerà più.” (H. Morris)
d. Scrivi, perché queste parole sono veraci e fedeli: Giovanni è probabilmente così sbalordito da dimenticarsi di scrivere – e perciò bisogna che gli venga ricordato.
4. (6-8) Invito e avvertimento.
E mi disse ancora: «È fatto! Io sono l’Alfa e l’Omega, il principio e la fine; a chi ha sete io darò in dono della fonte dell’acqua della vita. Chi vince erediterà tutte le cose, e io sarò per lui Dio ed egli sarà per me figlio. Ma per i codardi, gl’increduli, gl’immondi, gli omicidi, i fornicatori, i maghi, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno che arde con fuoco e zolfo, che è la morte seconda».
a. È fatto! Il proposito eterno di Dio si è ora compiuto in Gesù. Efesini 1:10 si è adempiuto: per raccogliere nella dispensazione del compimento dei tempi sotto un sol capo, in Cristo, tutte le cose, tanto quelle che sono nei cieli come quelle che sono sulla terra.A questo punto, tutte le cose si sono compiute o sono state riunite in Gesù – è fatto!
b. A chi ha sete io darò in dono della fonte dell’acqua della vita: Il bere e la sete sono delle immagini frequenti della provvidenza di Dio e del bisogno spirituale dell’uomo. Bere è un’azione che ha a che fare con il ricevere e che, come con la fede, vuol dire fare qualcosa, sebbene non si tratti di un’opera che serve a rendersi meritevoli.
i. “Che cosa fa un uomo per disfarsi della propria sete? Beve. Forse nella Parola di Dio non esiste una rappresentazione della fede migliore di questa. Bere significa ricevere, fare un sorso rinfrescante, e nient’altro. Anche se il viso di qualcuno può non essere lavato, può comunque bere; anche se il suo carattere ne è indegno, comunque un sorso d’acqua gli placherà la sete. Bere è un’azione incredibilmente semplice, più semplice anche del mangiare.” (Spurgeon)
c. Chi vince erediterà tutte le cose: Coloro che vincono (per la fede in Gesù, 1 Giovanni 5:5) godono di una relazione speciale con Dio (io sarò per lui Dio ed egli sarà per me figlio).
d. Ma per i codardi, gl’increduli, gl’immondi… la loro parte sarà nello stagno che arde con fuoco e zolfo: A coloro che respingono Gesù e si rendono apostati è proibito in maniera specifica l’ingresso nella nuova Gerusalemme.
i. Codardi: La codardia è sufficiente per mandare una persona all’inferno? “Giovanni non sta parlando della timidezza naturale, ma di quella vigliaccheria che in ultima istanza sceglie sé stessa e la propria sicurezza prima di Cristo.” (L. Morris) John Trapp parlò di questi “traditori vigliacchi, rammolliti e fifoni, che abbassano la cresta per ogni filo d’erba che li tocca, che hanno paura di ogni nuovo passo.”
B. Natura della nuova Gerusalemme.
1. (9-10) Un angelo mostrerà a Giovanni la città in maggior dettaglio.
Poi venne uno dei sette angeli che avevano le sette coppe piene delle ultime sette piaghe, e parlò con me, dicendo: «Vieni, ti mostrerò la sposa, la moglie dell’Agnello». E mi trasportò in spirito su di un grande ed alto monte, e mi mostrò la grande città, la santa Gerusalemme, che scendeva dal cielo da presso Dio,
a. Ti mostrerò la sposa… mi mostrò la grande città, la santa Gerusalemme: Passi come questo portano alcuni a chiedersi se la nuova Gerusalemme sia effettivamente un luogo vero e proprio. Alcuni ipotizzano che in realtà si tratti soltanto di un simbolo esotico della Chiesa, la Sposa di Cristo.
b. Ti mostrerò la sposa, la moglie dell’Agnello: La città celeste è letterale, ma viene chiamata la sposa, la moglie dell’Agnello perché è il luogo in cui è radunato tutto il popolo di Dio. In questo senso, la nuova Gerusalemme è sicuramente come la sposa, ma tale associazione non sminuisce la realtà che sta dietro all’immagine. La città è associata alla sposa per sbalordirci con la sua bellezza.
2. (11-14) Lo splendore della città, delle mura, delle porte e delle fondamenta.
Avendo la gloria di Dio. E il suo splendore era simile a quello di una pietra preziosissima, come una pietra di diaspro cristallino. Essa aveva un grande ed alto muro con dodici porte, e alle porte dodici angeli, e su di esse dei nomi scritti che sono i nomi delle dodici tribù dei figli d’Israele. A oriente vi erano tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e ad occidente tre porte. Il muro della città aveva dodici fondamenti, e su quelli erano i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello.
a. Il suo splendore era simile a quello di una pietra preziosissima: Giovanni è stato colpito, prima di tutto, dalla gloria di questa città. Essa partecipa alla gloria di Dio, espressa dallo splendore che essa emana.
b. Essa aveva un grande ed alto muro: Il muro non serviva come difesa, non essendoci più nemici. Il grande ed alto muro, tuttavia, delimita la città (non ha niente a che vedere con il nirvana cosmico) e mostra che alcuni saranno esclusi dalla città (solo i giusti vi potranno entrare).
c. Dodici porte… e su di esse dei nomi scritti che sono i nomi delle dodici tribù dei figli d’Israele: I nomi delle tribù scritti sulle porte comunicano l’unità e l’eredità che il popolo di Dio ha con Israele. Dio non dimenticherà mai le tribù d’Israele, in eterno.
i. A oriente vi erano tre porte, a settentrione tre porte: Alcuni ritengono che la sistemazione delle porte richiami la disposizione dell’accampamento d’Israele durante l’Esodo (Numeri 2).
d. Il muro della città aveva dodici fondamenti, e su quelli erano i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello: Le fondamenta sono una testimonianza eterna degli apostoli e del loro ruolo permanente nel piano di Dio. Se non è edificato sul fondamento degli apostoli, non è il posto giusto per il popolo di Dio.
i. La nuova Gerusalemme e la chiesa sono fondate sugli apostoli (Efesini 2:20).
3. (15-17) Le dimensioni della città.
E colui che parlava con me aveva una canna d’oro, per misurare la città, le sue porte e il suo muro. La città era a forma quadrangolare, e la sua lunghezza era uguale alla larghezza; egli misurò la città con la canna, ed era di dodicimila stadi; la sua lunghezza, larghezza e altezza erano uguali. Misurò anche il muro ed era di centoquarantaquattro cubiti, a misura di uomo, cioè d’angelo.
a. La città era a forma quadrangolare: La lunghezza, la larghezza e l’altezza della nuova Gerusalemme sono uguali. Ciò vuol dire che la città ha forma cubica o piramidale. La forma del cubo ricorda il luogo santo all’interno del tabernacolo, lasciando intendere che la città stessa è il luogo santo.
b. Egli misurò la città con la canna: La nuova Gerusalemme è di dimensioni enormi: dodicimila stadi equivalgono a 2400 km. È la stessa distanza del Maine dalla Florida; il suo quadrato si avvicinerebbe alle dimensioni della luna.
i. “Una città di tali dimensioni è troppo grande perché la mente riesca a immaginarla. Non c’è dubbio che Giovanni voglia trasferire un’idea di magnificenza. E, soprattutto, che c’è spazio per tutti.” (L. Morris)
ii. Henry Morris, ipotizzando che nella storia ci saranno stati 100 miliardi di persone e che di queste sarà salvato il 20%, ha calcolato che a ognuno potrebbe essere assegnato un “cubo” le cui facce hanno un’estensione di 75 acri. Si tratta di un’ipotesi altamente speculativa, ma illustra il fatto che c’è molto spazio nella nuova Gerusalemme.
c. A misura di uomo, cioè d’angelo: In questo caso, il cubito a misura d’uomo e il cubito a misura d’angelo corrispondono.
4. (18-21) La bellezza della sua struttura.
Il muro era fatto di diaspro; e la città era di oro puro, simile a cristallo trasparente. Le fondamenta del muro della città erano adorne d’ogni pietra preziosa; il primo fondamento era di diaspro, il secondo di zaffiro, il terzo di calcedonio, il quarto di smeraldo, il quinto di sardonico, il sesto di sardio, il settimo di crisolito, l’ottavo di berillo, il nono di topazio, il decimo di crisopazio, l’undicesimo di giacinto, il dodicesimo di ametista. E le dodici porte erano dodici perle; ciascuna delle porte era fatta di una sola perla; e la piazza della città era di oro puro, come di cristallo trasparente.
a. Il muro era fatto di diaspro: Quando leggiamo di diaspro, di oro puro e di ogni pietra preziosa, dobbiamo considerare queste rappresentazioni in senso letterale, pur esprimendo delle realtà di un altro mondo. Possiamo avere un breve assaggio di ciò che Giovanni ha visto, ma non possiamo pensare di apprezzarlo appieno finché non lo vedremo con i nostri occhi.
i. Giovanni descrive servendosi di materiali preziosi “per dare risalto all’immenso valore di ciò che Dio ha in serbo per il Suo popolo.” (L. Morris)
b. Diaspro… zaffiro… calcedonio: L’identificazione precisa di queste gemme in termini moderni è difficile, ma l’impressione è di una bellezza sconvolgente e senza fine.
i. “Il simbolismo non vuole dare un’idea di ricchezza e di lusso; piuttosto, vuole rivolgere l’attenzione alla gloria e alla santità di Dio.” (Johnson)
ii. Se c’è un punto di riferimento biblico per questo assortimento di gemme, è probabilmente il pettorale del sommo sacerdote (Esodo 28:15-21).
c. Simile a cristallo trasparente… come di cristallo trasparente: “Il costante riferimento alla trasparenza indica che la città è progettata per trasmettere la gloria di Dio sotto forma di luce senza ostacoli.” (Walvoord)
i. Se le dimensioni e la descrizione sembrano confuse o inverosimili, ci sono due grandi principi da tenere a mente. In primo luogo, dobbiamo comprendere i concetti che vengono comunicati attraverso i dettagli (gloria, bellezza, splendore e così via). In secondo luogo, dobbiamo comprendere che si tratta della città il cui architetto e costruttore è Dio (Ebrei 11:10). È ovvio che vada al di là della nostra comprensione.
c. Il tempio della nuova Gerusalemme.
1. (22-23) Dio è tutto nella nuova Gerusalemme.
Non vidi in essa alcun tempio, perché il Signore Dio onnipotente e l’Agnello sono il suo tempio. E la città non ha bisogno del sole né della luna, che risplendano in lei, perché la gloria di Dio la illumina e l’Agnello è il suo luminare.
a. Non vidi in essa alcun tempio: Nel mondo antico era impensabile che una città non avesse numerosi templi diversi. È come se oggi dicessimo: “Ho visto una grande città, ma non ha neanche una banca” oppure “ho visto una grande città, ma non ha nemmeno un centro commerciale”. Ciononostante, in questa città non c’è alcun tempio.
b. Perché il Signore Dio onnipotente e l’Agnello sono il suo tempio: Il tempio non è stato rimosso ma ampliato. Tutte le cose e tutti i luoghi sono santi e sono la dimora di Dio.
i. Prima di Gesù, il tempio era una profezia. Nell’era cristiana, il popolo di Dio è il Suo tempio. Nel Millennio, il tempio sarà un monumento commemorativo. Qui il tempio è ovunque.
ii. “Gli abitanti non avranno bisogno di un luogo di culto o di sacrifici, dal momento che sono presenti sia colui che riceve tutta l’adorazione sia il grande sacrificio stesso.” (Alford)
c. Alcun tempio… non ha bisogno del sole né della luna: Questo ci ricorda che il cielo sarà un luogo di adorazione pura. Le cose che usiamo per aiutarci nell’adorazione, ma che spesso finiscono per distrarci (per esempio, gli edifici, l’amplificazione, le abitudini e così via) non costituiranno più un problema. La nostra attenzione sarà rivolta completamente alla Persona che adoreremo, il Signore Dio onnipotente e l’Agnello.
i. In cielo, aspetti come la gioia, la bellezza o la conoscenza non si baseranno su cose create ma soltanto sul Creatore. Per fede puoi far in modo che sia così anche adesso. Puoi decidere di confidare completamente in Dio affinché la tua gioia, ciò che tu consideri bellezza e il tuo fondamento di conoscenza siano basati su Gesù e non su qualcosa di creato.
d. L’Agnello è il suo luminare: La luce esprime gioia, dal momento che nella Scrittura la luce e la gioia vanno sempre insieme. La luce esprime bellezza, perché senza luce non può esserci bellezza. La luce esprime conoscenza, perché noi tutti Lo conosceremo così come Lui conosce noi.
2. (24-27) Accesso alla città.
E le nazioni di quelli che sono salvati cammineranno alla sua luce, e i re della terra porteranno la loro gloria ed onore in lei. Le sue porte non saranno mai chiuse durante il giorno, perché lì non vi sarà notte alcuna. In lei si porterà la gloria e l’onore delle nazioni. E nulla d’immondo e nessuno che commetta abominazione o falsità vi entrerà mai, ma soltanto quelli che sono scritti nel libro della vita dell’Agnello.
a. I re della terra porteranno la loro gloria ed onore in lei: Chi sono questi re della terra? Comprenderlo è difficile e i commentatori diversi hanno avanzato ipotesi diverse.
i. “È di grande incoraggiamento notare che non tutti verranno distrutti quando le nazioni si uniranno per combattere contro Gerusalemme e il Signore stesso. Ci saranno anche dei ‘re della terra’ che faranno parte dello stato eterno.” (Hocking)
ii. “Tra i vari misteri del nuovo cielo e della nuova terra vediamo questo: che, al di là della chiesa glorificata, sulla terra abiteranno ancora le nazioni, organizzate dai re, e [xxii. 2] salvate mediante l’influenza della città celeste.” (Alford)
b. Nulla d’immondo… vi entrerà mai: Vuol dire che queste persone costituiranno una minaccia per la città? Il senso non è necessariamente questo, dato che tutti i peccatori e la morte sono stati gettati nello stagno di fuoco (Apocalisse 20:11-15). Piuttosto, “l’esortazione avverte i lettori attuali che l’unico modo per partecipare alla città futura è quello di rivolgere ora la propria fedeltà all’Agnello.” (Johnson)
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