Apocalisse 15 – Preludio al Giudizio delle Coppe
A. Coloro che vincono sulla bestia.
1. (1) Sette angeli con sette piaghe.
Poi vidi nel cielo un altro segno grande e meraviglioso: sette angeli che avevano le ultime sette piaghe, perché con esse si compie l’ira di Dio.
a. Vidi nel cielo un altro segno grande e meraviglioso: Apocalisse 14 sembra descrivere la consumazione di tutte le cose, che si conclude con la furia della battaglia di Armageddon. Ora Giovanni farà un passo indietro e descriverà il giudizio di Dio in modo più dettagliato. La prassi di affermare e riaffermare concetti aggiungendovi dei dettagli è frequente nelle profezie e nella letteratura ebraica in generale (vedasi Genesi 1:1-2:7 e Genesi 2:8-25).
i. “Come è nel piano del profeta, egli rivede, ricapitola, amplia la scena che ha già delineato.” (Erdman)
ii. Ricorda che abbiamo già visto in Apocalisse 6:12-17 quella che sembrava essere la fine. Poi Giovanni ci ha riproposto lo stesso materiale in maggior dettaglio. Questo ci ricorda che il libro dell’Apocalisse non è organizzato in un senso strettamente cronologico.
b. Sette angeli che avevano le ultime sette piaghe: Il concetto si trova anche in Levitico 26:21: E se vi comportate come miei nemici e non volete darmi ascolto, io vi colpirò sette volte di più con piaghe, secondo i vostri peccati. Queste ultime sette piaghe sono il giudizio di Dio su un mondo disubbidiente e ribelle.
c. Perché con esse si compie l’ira di Dio: La parola in greco antico per ira è thymos. Come abbiamo visto in Apocalisse 14:10, esistono due parole che vengono usate per “ira” o “rabbia” nel greco biblico: thymos (una rabbia esplosiva e ardente) e orge (rabbia da uno stato d’animo determinato). Qui si parla dell’ira di Dio che divampa ardente.
i. Nel Nuovo Testamento, orge è la parola in greco antico più usata per indicare l’ira di Dio. Thymos viene usata solo 11 volte, 10 delle quali si trovano in Apocalisse. Questo è il libro che rivela il giudizio di Dio contro un mondo che respinge Gesù.
d. Si compie: La parola compie (etelesthe, in greco antico) significa “raggiungere un fine o un obiettivo”. Qui l’ardente ira di Dio compirà un proposito eterno. Dio non si sta solo sfogando.
2. (2) La moltitudine sul mare di vetro.
E vidi come un mare di vetro, misto a fuoco e, in piedi sul mare di vetro, quelli che avevano ottenuto vittoria sulla bestia, sulla sua immagine, sul suo marchio e sul numero del suo nome. Essi avevano le cetre di Dio,
a. Vidi come un mare di vetro: Il mare di vetro è misto a fuoco. Potrebbe essere un modo per riportare alla mente le “fiamme” del giudizio.
i. “Il mare è stato concepito per riflettere la gloria di Dio. Nel capitolo 4, la descrizione ‘simile a cristallo’ parla della santità di Dio. Qui il mare misto a fuoco parla del giudizio divino che procede dalla santità di Dio.” (Walvoord)
ii. Poiché molte delle immagini di questo capitolo sono collegate al libro dell’Esodo, alcuni vedono soltanto un’indicazione nel colore rosso, cioè un’allusione al Mar Rosso e alla liberazione dalla schiavitù. In questo capitolo vediamo altresì le piaghe, Mosè, il tabernacolo e la nuvola della gloria di Dio. Viene mostrato l’Esodo definitivo, la libertà del popolo di Dio da un mondo peccaminoso e persecutore.
b. Quelli che avevano ottenuto vittoria sulla bestia: Si tratta di coloro che hanno ottenuto vittoria sulla bestia mediante la loro fedeltà fino alla morte. Sono i martiri della Tribolazione, descritti in Apocalisse 7:9-17.
i. Non si tratta di coloro che sopravvivranno alla Tribolazione. Per quanto dall’Apocalisse si possa discernere una sorta di cronologia (cosa difficile), siamo ancora in piena Tribolazione – i giudizi delle coppe aspettano ancora.
ii. Pertanto, anche se l’Anticristo li uccide, essi hanno ottenuto vittoria sulla bestia – non sono loro i perdenti. La chiesa primitiva ha sempre descritto il giorno del martirio come “un giorno di vittoria”.
c. In piedi sul mare di vetro: La parola in greco antico per “sul” (epi) può significare su, al di sopra o di fianco. Molti credono che, nell’architettura del cielo, il mare di vetro sia una rappresentazione fisica della Parola di Dio, collegato all’idea della conca nel tabernacolo e del lavacro dell’acqua per mezzo della parola (Efesini 5:26). Forse si potrebbe dire che questi santi stanno in piedi sulla Parola.
d. Essi avevano le cetre di Dio: Le uniche persone che abbiamo già visto con le cetre sono i ventiquattro anziani (Apocalisse 5:8). A questi martiri provenienti dalla Tribolazione viene concessa la benedizione di adorare Dio in cielo con la musica.
3. (3-4) Il loro cantico di lode.
E cantavano il cantico di Mosè, servo di Dio, e il cantico dell’Agnello, dicendo:
«Grandi e meravigliose sono le tue opere,
O Signore, Dio onnipotente;
Giuste e veraci sono le tue vie,
O Re delle nazioni.
Chi non ti temerà, o Signore e non glorificherà il tuo nome?
Poiché tu solo sei Santo;
Certo tutte le nazioni verranno e adoreranno davanti a te,
Perché i tuoi giudizi sono stati manifestati».
a. E cantavano il cantico di Mosè: Il cantico che viene cantato è uno solo, ma ha due titoli (il cantico di Mosè e il cantico dell’Agnello). I due titoli fanno riferimento a un singolo cantico. È un’unione perfetta tra la legge e l’amore, tra l’Antico e il Nuovo Patto.
b. Questo cantico, che ha radici profonde nell’Antico Testamento, dà lode a:
·Le opere di Dio (Grandi e meravigliose sono le tue opere).
·Le vie di Dio (Giuste e veraci sono le tue vie).
·Il valore di Dio (Chi non ti temerà, o Signore e non glorificherà il tuo nome? Poiché tu solo sei Santo).
·L’adorazione a Dio (tutte le nazioni verranno e adoreranno davanti a te).
c. Le tue… Le tue… Ti… Il tuo… Tu… Te… I tuoi: Questi martiri sono concentrati esclusivamente su Dio. Non si sono nemmeno focalizzati sulla loro costosa e gloriosa vittoria. Hanno il cuore della vera adorazione e comprendono che riguarda soltanto Dio, non noi.
B. Sette angeli ricevono le sette coppe del giudizio.
1. (5-6) Sette angeli, con indosso vesti distinte.
E dopo queste cose, io vidi, ed ecco aprirsi nel cielo il tempio del tabernacolo della testimonianza. E i sette angeli, che avevano le sette piaghe, uscirono dal tempio, vestiti di lino puro e risplendente e cinti intorno al petto di cinture d’oro.
a. Nel cielo il tempio del tabernacolo della testimonianza: Esodo 25:8-9 ed Ebrei 8:9 ci ricordano che Dio disse a Mosè di costruire il tabernacolo secondo il modello celeste. Il tempio del tabernacolo si riferisce nel contesto alla realtà celeste del tabernacolo, non alla copia terrena.
b. I sette angeli, che avevano le sette piaghe, uscirono dal tempio: Questi angeli portano il giudizio di Dio. È significativo che siano venuti direttamente dal tempio celeste, dalla presenza e dal trono di Dio. Non agiscono con la propria autorità, ma con quella di Dio.
c. Lino puro e risplendente… cinti intorno al petto di cinture d’oro: I loro abiti ricordano che il giudizio di Dio è sempre totalmente puro e giusto. Non sono come i moderni antieroi o vigilanti, che si abbassano al livello dei criminali che combattono.
2. (7-8) Consegna delle coppe; la nuvola della gloria di Dio riempie il tempio.
Uno dei quattro esseri viventi diede ai sette angeli sette coppe d’oro, piene dell’ira di Dio, che vive nei secoli dei secoli. E il tempio fu ripieno di fumo, procedente dalla gloria di Dio e dalla sua potenza; e nessuno poteva entrare nel tempio, finché non fossero terminate le sette piaghe dei sette angeli.
a. Sette coppe d’oro: Si tratta di coppe larghe e piatte o di piattini usati ritualmente per bere o per versare libagioni durante i sacrifici. Il contenuto di coppe così profonde si versava rapidamente, facilmente e totalmente.
i. La versione della Bibbia di Re Giacomo dice che gli angeli avevano sette fiale d’oro piene dell’ira di Dio. La parola fiale è davvero una cattiva traduzione. Si tratta in realtà di “scodelle o incensieri d’oro poco profondi, simili a padelle, come quelli che venivano usati nel tempio per contenere il fuoco quando si bruciava l’incenso.” (Seiss)
b. Il tempio fu ripieno di fumo, procedente dalla gloria di Dio e dalla sua potenza: Quando la nuvola della gloria riempie il tempio nel cielo, nessuno può entrarvi. Accadde lo stesso quando Mosè non poté entrare nel Tabernacolo nel momento in cui il fumo della nuvola della gloria di Dio, a volte chiamata Shekinah, riempì la tenda di convegno (Esodo 40:34-35).
c. Ripieno di fumo, procedente dalla gloria di Dio e dalla sua potenza: Sia le coppe che la nuvola procedevano dalla gloria di Dio e dalla sua potenza. Questo ci ricorda della presenza speciale e della gloria di Dio, persino nel mezzo di un giudizio devastante.
d. Nessuno poteva entrare nel tempio, finché non fossero terminate le sette piaghe dei sette angeli: In questo modo si dichiara che il giudizio era ormai irreversibile. Nulla poteva più ostacolarlo, perché l’accesso al tempio celeste non sarebbe stato negato a lungo.
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