Luca 7 – Guarigione, Risurrezione e Perdono
A. Guarigione del servo di un centurione.
1. (1-5) La richiesta del centurione.
Ora, dopo che ebbe terminato tutto questo suo discorso al popolo che udiva, entrò in Capernaum. Ora il servo di un centurione, che gli era molto caro, era malato e stava per morire. E il centurione, avendo sentito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei, pregandolo di venire a guarire il suo servo. Ed essi, giunti da Gesù, lo pregarono con insistenza dicendo: «Egli merita che tu gli conceda questo, perché egli ama la nostra nazione, ed è stato lui a costruirci la sinagoga».
a. Entrò in Capernaum: Dopo il Sermone della Pianura (Luca 6:20-49), Gesù andò nella Sua città di residenza (Matteo 4:13, venne ad abitare a Capernaum). Questo significa che il luogo del Sermone della Pianura probabilmente non distava molto da Capernaum.
b. Ora il servo di un centurione, che gli era molto caro, era malato e stava per morire: Il centurione appare come un uomo devoto, gentile e umile – ciononostante, era un centurione – non solo un gentile ma un soldato romano, uno strumento dell’oppressione di Israele.
i. Il centurione aveva un atteggiamento insolito verso il suo schiavo. Secondo la legge romana, un padrone aveva il diritto di uccidere il proprio schiavo e ci si aspettava che lo facesse se lo schiavo si ammalava o si feriva al punto da non poter più lavorare.
c. Gli mandò alcuni anziani dei Giudei, pregandolo di venire a guarire il suo servo: A quanto pare, il centurione non si riteneva degno di incontrare Gesù personalmente. Pensando forse che Gesù non avrebbe voluto incontrare un gentile come lui, gli mandò alcuni capi dei Giudei come suoi rappresentanti.
d. Egli merita che tu gli conceda questo: I capi dei Giudei accettarono di rappresentare il centurione perché era un uomo degno. Al contrario, noi possiamo andare direttamente a Gesù, senza un rappresentante anche quando siamo indegni; Egli giustifica l’empio (Romani 4:5).
i. “Queste considerazioni suggeriscono che il capitano era un timorato di Dio, un gentile che aveva abbracciato il Dio d’Israele, ma che non si era sottoposto alla circoncisione.” (Pate)
2. (6-8) Il centurione dice a Gesù che non è necessario che Egli venga, perché sa che Gesù non ha bisogno di essere presente per compiere la Sua opera.
Allora Gesù andò con loro. Egli non era molto lontano dalla casa, quando il centurione gli mandò degli amici per dirgli: «Signore, non disturbarti, perché io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto. Per questo neppure mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito. Poiché anch’io sono un uomo sottoposto all’autorità altrui e ho sotto di me dei soldati; e dico ad uno: “Va’“, ed egli va; e a un altro: “Vieni”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo”, ed egli lo fa».
a. Allora Gesù andò con loro: Gesù non esitò ad andare a casa del centurione, e quasi avremmo voluto che il centurione glielo avesse permesso. Gesù sarebbe entrato in casa di un gentile? Era completamente contro le usanze ebraiche, ma non contro la legge di Dio.
i. Pate cita uno scritto rabbinico noto come m. Obolot 18:7: “Le dimore dei gentili sono impure”.
b. Signore, non disturbarti, perché io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto: Il centurione sapeva che poteva essere un problema per un rabbino in vista entrare in casa sua, così mandò uno dei suoi amici a incontrare Gesù per strada e a dirgli che non era necessario che venisse fino a casa sua.
i. Il centurione era un uomo straordinario. Gli anziani dicevano che era degno; lui diceva di non esserlo. Lo lodavano per aver costruito una casa di culto; lui si sentiva indegno di far entrare Gesù in casa sua. Dicevano che era meritevole; lui si sentiva immeritevole. Una fede forte e una grande umiltà sono del tutto compatibili.
ii. “In lui si fondono due tratti caratteriali che non si incontrano spesso in maniera così armoniosa. Egli ha conquistato l’alta opinione degli altri e, tuttavia, ha mantenuto una bassa stima di sé stesso.” (Spurgeon)
iii. “La tua fede non ucciderà la tua umiltà, la tua umiltà non pugnalerà la tua fede; ma le due andranno mano nella mano verso il cielo come un fratello coraggioso e una sorella leale, l’uno audace come un leone e l’altra mite come una colomba, l’uno gioendo in Gesù, l’altra arrossendo di sé.” (Spurgeon)
c. Ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito: Il centurione capì pienamente che il potere di guarigione di Gesù non era un trucco magico che richiedeva la presenza del mago. Sapeva invece che Gesù aveva una reale autorità, con la quale poteva comandare che le cose accadessero e vederne l’adempimento senza la Sua immediata presenza.
i. Il centurione mostrò grande fede nella parola di Gesù. Realizzò che Gesù poteva guarire facilmente tanto con la Sua parola quanto con un tocco.
d. Poiché anch’io sono un uomo sottoposto all’autorità altrui e ho sotto di me dei soldati: Inoltre, il centurione aveva familiarità con la catena di comando militare e con il modo in cui gli ordini di chi era in autorità venivano eseguiti senza discutere. Intuì che Gesù aveva almeno quel tipo di autorità.
i. “Egli crede che, proprio come lui, uomo di autorità, riceve obbedienza dai suoi subordinati, allo stesso modo si adempirà sicuramente la parola autorevole di Cristo, anche se non è presente lì dove si trova il malato.” (Geldenhuys)
3. (9-10) Gesù guarisce il servo e si meraviglia della fede del centurione.
Quando Gesù udì queste cose, si meravigliò di lui e, rivolgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico, che neppure in Israele ho trovato una fede così grande». E, quando gli inviati fecero ritorno a casa, trovarono il servo, che era stato infermo, guarito.
a. Si meravigliò di lui: Gesù si meravigliò davanti alla comprensione del centurione dell’autorità spirituale di Gesù. La sua semplice fiducia nella capacità della parola di Gesù di guarire mostrava una fede che era libera dalla dipendenza superstiziosa da cose meramente esteriori. Questa era una grande fede, degna di lode.
i. Gesù si meravigliò solo in poche occasioni. Lo fece qui, della fede del centurione e anche dell’incredulità della Sua gente (Marco 6:6). Gesù può meravigliarsi sia della nostra fede che della nostra incredulità.
b. Neppure in Israele ho trovato una fede così grande: Gesù considerò la fede del centurione gentile – un simbolo vivente dell’oppressione ebraica – più grande di qualsiasi fede che aveva trovato nel popolo d’Israele.
i. Israele non esisteva come entità politica; era rimasta solo parte del popolo dell’alleanza discendente da Abramo, Isacco e Giacobbe. Eppure, Gesù chiamava quel popolo ancora Israele.
c. Trovarono il servo, che era stato infermo, guarito: Gesù rispose alla richiesta altruista del centurione e dimostrò di avere realmente l’autorità che il centurione era fiducioso di trovare in Lui.
B. Gesù resuscita un ragazzo.
1. (11-13) Gesù si imbatte in una processione funebre.
E il giorno dopo egli si recò in una città, chiamata Nain; e con lui andavano molti dei suoi discepoli e una grande folla. E quando fu vicino alla porta della città, ecco che si portava a seppellire un morto, figlio unico di sua madre, che era vedova; e una grande folla della città era con lei. Appena la vide, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!».
a. Con lui andavano molti dei suoi discepoli e una grande folla: La fama e la popolarità di Gesù continuavano a crescere. Molti – non solo i dodici – erano discepoli di Gesù (in un certo senso).
i. Nain è “una città oggi situata nella pianura di Jezreel, a sei miglia a sud-ovest di Nazareth.” (Pate)
b. Si portava a seppellire un morto: Ogni funerale è un evento tragico, ma questa era una perdita particolare. Il defunto era il figlio unico di sua madre, la quale era vedova. La perdita del suo unico figlio avrebbe significato per lei un futuro miserabile.
i. Una grande folla della città era con lei: “Il corteo probabilmente consisteva in parte di piagnoni a pagamento e di musicisti con flauti e cembali.” (Geldenhuys)
c. Non piangere: Viene menzionata in modo specifico la compassione di Gesù in questo episodio. Egli capì immediatamente la situazione ed ebbe compassione della vedova, dandole speranza nonostante la sua tragica condizione.
i. Appena la vide: “Luca usa la forma assoluta di Signore, ‘il Signore’ (kyrios), che sottolinea la divinità di Gesù.” (Pate)
ii. In un sermone su questo passo (Young Man, Is This For You? [Ragazzo, questo è per te?]), Spurgeon elenca alcuni modi in cui questo evento illustra delle verità spirituali:
· I morti spirituali causano un grande dolore ai loro amici misericordiosi.
· Per questo dolore c’è solamente una Persona che può aiutare e questa Persona può aiutare davvero.
2. (14-17) Gesù risuscita un giovane.
Accostatosi, toccò la bara, e i portatori si fermarono; allora egli disse: «Giovinetto, io ti dico, alzati!». E il morto si mise a sedere e cominciò a parlare. E Gesù lo consegnò a sua madre. Allora furono tutti presi da meraviglia e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto fra noi» e: «Dio ha visitato il suo popolo». E questo detto a suo riguardo si sparse per tutta la Giudea e per tutta la regione all’intorno.
a. Accostatosi, toccò la bara: Luca dona l’immagine vivida di una bara aperta. Gesù guardò il ragazzo e parlò a un morto come se fosse vivo.
b. Giovinetto, io ti dico, alzati: Gesù parlava ai morti come se fossero ancora vivi. Romani 4:17 dice che questo è ciò che solo Dio fa: parlare ai morti come se fossero vivi. Dio […], il quale fa vivere i morti e chiama le cose che non sono come se fossero (Romani 4:17).
c. E il morto si mise a sedere e cominciò a parlare: In più di un’occasione Gesù interruppe i cortei funebri resuscitandone il morto. Ciò accadde anche con la figlia di Iario (Luca 8:41-56) e Lazzaro (Giovanni 11:1-45). Gesù disdegnava la morte, considerandola un nemico da sconfiggere.
i. Il giovane non fu resuscitato ma fu, per così dire, rianimato; egli risuscitò dai morti solo per morire di nuovo. Dio promette che risorgeremo dai morti per non morire mai più.
ii. “A questo punto, mi viene in mente un famoso aneddoto della vita di D.L. Moody. Al signor Moody fu chiesto di tenere un servizio funebre, così decise di studiare i vangeli per trovare un sermone funebre pronunciato da Gesù. Tuttavia, Moody cercò invano, perché ogni funerale a cui Gesù partecipava, lo interrompeva resuscitando i morti!”. (Pate)
C. Gesù e Giovanni Battista.
1. (18-19) Giovanni interroga Gesù.
Or Giovanni venne informato dai suoi discepoli di tutte queste cose. E Giovanni, chiamati a sé due dei suoi discepoli, li mandò da Gesù a dirgli: «Sei tu colui che ha da venire, oppure dobbiamo aspettarne un altro?».
a. Or Giovanni venne informato dai suoi discepoli: Giovanni Battista aveva i suoi discepoli, alcuni dei quali divennero poi discepoli di Gesù (come Andrea, Giovanni 1:35-40). A un certo punto si legge anche quando i discepoli di Gesù cominciarono a superare quelli di Giovanni (Giovanni 4:1).
b. Sei tu colui che ha da venire, oppure dobbiamo aspettarne un altro?Giovanni 1:29-36 e altri passi indicano chiaramente che prima di allora Giovanni aveva già riconosciuto in Gesù il Messia. Maturò in seguito dei dubbi, forse perché anche lui aveva frainteso il ministero del Messia. Magari Giovanni riteneva che, se Gesù fosse stato davvero il Messia, avrebbe operato in favore di una liberazione politica di Israele – o almeno della liberazione di Giovanni, allora in prigione.
i. È possibile che Giovanni abbia fatto una distinzione errata tra colui che ha da venire e il Cristo, il Messia. Ci sono indicazioni che alcuni ebrei del tempo facevano distinzione tra un profeta futuro promesso da Mosè (Deuteronomio 18:15) e il Messia. La nota dominante qui è quella della confusione; il lungo processo di Giovanni in prigione lo aveva confuso.
ii. “Giovanni era già in prigione e le cose cominciarono ad apparirgli incomprensibili. Si aspettava che Cristo avrebbe rapidamente distrutto le potenze delle tenebre e giudicato gli ingiusti. Invece di fare questo, Egli lascia lui, il Suo precursore, impotente in prigione”. (Geldenhuys)
2. (20-23) Risposta di Gesù ai discepoli di Giovanni Battista: dite a Giovanni che la profezia sul Messia si sta adempiendo.
Quegli uomini, dunque, andarono da lui e gli dissero: «Giovanni Battista ci ha mandati da te, a dirti: “Sei tu colui che deve venire, oppure dobbiamo aspettarne un altro?”». In quella stessa ora Gesù ne guarì molti da infermità, da calamità e da spiriti maligni, e a molti ciechi donò la vista. E Gesù, rispondendo, disse loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi recuperano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono mondati, i sordi odono, i morti risuscitano, e l’evangelo è annunziato ai poveri. E beato è colui che non si scandalizza di me!».
a. In quella stessa ora Gesù ne guarì molti da infermità, da calamità e da spiriti maligni, e a molti ciechi donò la vista: Questo era il vero potere del Messia in azione, rappresentato, tuttavia, in modo semplice, persino umile.
i. Gran parte dei miracoli elencati adempiono alcune delle promesse di Isaia.
· I ciechi vedono (Isaia 61:1, 35:5).
· Gli zoppi camminano (Isaia 35:6).
· I sordi odono (Isaia 35:5).
· I morti vivono (Isaia 26:19).
· I poveri ascoltano la buona novella (Isaia 61:11).
b. Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: Gesù voleva assicurare sia a Giovanni che ai suoi discepoli che Egli era il Messia. Ricordò loro però anche che la Sua potenza si sarebbe manifestata soprattutto in atti umili di servizio, venendo incontro ai bisogni individuali e non manifestandosi in una plateale liberazione politica.
i. Potremmo formulare la domanda di Giovanni in questi termini: “Gesù, perché non fai di più?” Morgan risponde così: “Verso tutta questa impazienza e irrequietezza Egli pronuncia lo stesso avvertimento… Per la maggior parte, la via del servizio al Signore è la via della perseveranza nel fare cose apparentemente piccole. La storia della Chiesa mostra che questa è una delle lezioni più difficili da imparare”.
c. Beato è colui che non si scandalizza di me: Gesù sapeva che il fulcro del Suo ministero era un’offesa all’aspettativa del popolo ebraico, che desiderava la liberazione politica dalla dominazione romana. C’era però una benedizione per coloro che non si scandalizzavano a causa del Messia, che andava contro le aspettative del popolo.
i. “Il verbo tradotto con scandalizzarsi è pittoresco. Deriva dalla cattura degli uccelli e fa riferimento all’azione che alleggerisce la pressione esercitata dal bastone dell’esca e fa scattare la trappola. È un modo colorito per indicare la radice del problema.” (Morris)
ii. “È notevole che la stessa parola sia pronunciata per Giovanni Battista e Israele riguardo alla loro risposta a Gesù – scandalizzati (skandalisthe; cfr. Luca 7:23 con Romani 11:9 [cfr. 9:33]). Israele fu scandalizzato da Gesù, e dobbiamo prendere sul serio Gesù in Luca 7:23, dove afferma che era possibile che il Suo pubblico si scandalizzasse per il Suo ruolo non convenzionale, incluso Giovanni Battista.” (Pate)
iii. “Un amico ha trasformato queste parole in un’altra beatitudine – La beatitudine di chi non si scandalizza.” (Meyer)
3. (24-28) Gesù insegna riguardo a Giovanni Battista.
Quando i messaggeri di Giovanni se ne furono andati, egli prese a dire alle folle riguardo a Giovanni: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna agitata dal vento? Ma che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con morbide vesti? Ecco, coloro che portano splendide vesti e vivono in delizie stanno nei palazzi dei re. Ma che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, ancor più di un profeta. Egli è colui del quale è scritto:
“Ecco, io mando il mio messaggero davanti alla tua faccia,
Il quale preparerà la tua strada davanti a te”.
Perché io vi dico che fra i nati di donna, non vi è alcun profeta più grande di Giovanni Battista; tuttavia il minimo nel regno di Dio è più grande di lui».
a. Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Gesù spiegò che Giovanni era un grande uomo di Dio, qualcuno che non viveva per la propria agiatezza o per l’approvazione altrui. Giovanni era un profeta scelto da Dio, non qualcuno che voleva compiacere agli uomini.
b. Ecco, io mando il mio messaggero davanti alla tua faccia, il quale preparerà la tua strada davanti a te: Gesù citò il passo di Malachia (Malachia 3:1) riguardante la venuta di Giovanni, perché era l’unico profeta mai profetizzato nelle Scritture, cosa che faceva di lui il più grande tra tutti i profeti che lo avevano preceduto.
· Giovanni era stabile, non si lasciava scuotere facilmente come una canna.
· Giovanni era sobrio, in quanto viveva una vita disciplinata e non era attratto dal lusso e dalle comodità di questo mondo.
· Giovanni era un servo, un profeta di Dio.
· Giovanni fu mandato in veste di messaggero speciale del Signore.
· Giovanni era speciale, in quanto poteva essere considerato il più grande uomo dell’Antico Patto.
· Giovanni era secondo anche al più piccolo nel regno del Nuovo Patto.
c. Perché io vi dico che fra i nati di donna, non vi è alcun profeta più grande di Giovanni Battista: Giovanni fu più grande di tutti i profeti, soprattutto perché ebbe il privilegio di dire del Messia “Egli è qui”, invece di “Egli viene”.
d. Tuttavia il minimo nel regno di Dio è più grande di lui: Nonostante fosse grande, Giovanni non aveva sperimentato la nuova nascita sotto il Nuovo Patto, perché visse e morì prima del completamento dell’opera di Gesù sulla croce e nel sepolcro vuoto. Pertanto, non godette dei benefici del Nuovo Patto (1 Corinzi 11:25, 2 Corinzi 3:6, Ebrei 8:6-13).
i. “Possiamo dire, di regola, che il giorno più buio è più chiaro della notte più luminosa; dunque, Giovanni, sebbene primo del suo ordine, è più piccolo di colui che è ultimo nel nuovo ordine, l’ordine dell’Evangelo. Il più piccolo nel Vangelo ha una posizione più elevata rispetto al più grande sotto la legge.” (Spurgeon)
ii. “Questa è una grande consolazione per i ministri del vangelo, contro gli oltraggi lanciati su di loro dal mondo. Essi sono sempre qualcuno in cielo, nonostante quello che gli uomini facciano di loro.” (Trapp)
4. (29-30) Reazione all’insegnamento di Gesù.
E tutto il popolo che lo aveva udito, e i pubblicani riconobbero la giustizia di Dio, e si fecero battezzare del battesimo di Giovanni. Ma i farisei e i dottori della legge respinsero il disegno di Dio per loro e non si fecero battezzare.
a. E tutto il popolo che lo aveva udito, e i pubblicani riconobbero la giustizia di Dio, e si fecero battezzare del battesimo di Giovanni: Coloro che si erano ravveduti in preparazione alla venuta del Messia, facendosi battezzare del battesimo di Giovanni, ricevettero con facilità le parola di Gesù.
b. Ma i farisei e i dottori della legge respinsero il disegno di Dio per loro: I capi religiosi non vedevano di buon occhio la dimostrazione del pentimento nel battesimo di Giovanni. I loro cuori erano duri nei confronti di Giovanni, quindi non sorprende che lo fossero anche nei confronti di Gesù.
5. (31-35) Gesù ammonisce coloro che rifiutano di trovare soddisfazione nel Suo ministero o in quello di Giovanni.
Allora il Signore disse: «A che cosa dunque paragonerò gli uomini di questa generazione? E a chi somigliano? Sono simili ai fanciulli che siedono in piazza e gridano gli uni agli altri, dicendo:
“Noi vi abbiamo suonato il flauto
E non avete ballato;
Vi abbiamo cantato dei lamenti
E non avete pianto”.
È venuto infatti Giovanni Battista che non mangia pane né beve vino, e voi dite: “Egli ha un demone”. È venuto il Figlio dell’uomo che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori”. Ma alla sapienza è stata fatta giustizia da tutti i suoi figli».
a. A che cosa dunque paragonerò gli uomini di questa generazione? Gesù considerò la natura di quella generazione e la sua selettività e incertezza nel ricevere il messaggio di Dio e i Suoi messaggeri.
b. Noi vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; vi abbiamo cantato dei lamenti e non avete pianto: L’idea era che chi aveva un cuore che critica avrebbe trovato sempre qualcosa da criticare. Molti non si sarebbero contentati né di Giovanni né di Gesù.
i. “È probabile che il nostro Signore alluda qui a qualche gioco tra i bambini ebrei, di cui non si hanno notizie.” (Clarke)
ii. Il punto è abbastanza chiaro. “Se il messaggio non è gradito, nulla di ciò che il messaggero può dire o fare sarà giusto.” (Maclaren)
c. Egli ha un demone: I capi religiosi guardarono allo stile di vita ascetico di Giovanni e conclusero che era pazzo e posseduto dai demoni.
d. Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori: Il titolo amico dei pubblicani e dei peccatori era soprattutto in contrasto con il ministero più rigido di Giovanni Battista. Non molti avrebbero affermato che Giovanni Battista era amico dei pubblicani e dei peccatori.
i. “Inizialmente era un soprannome malevolo, ora è un nome d’onore: colui che ama il peccatore.” (Bruce)
ii. Gesù non diceva questo di sé stesso, ma riportava ciò che i capi religiosi avevano detto di Lui – e per la maggior parte, quello che dicevano era sbagliato. Non era vero che Giovanni Battista era posseduto da un demone. Non era vero che Gesù era un mangione e un beone. Non era vero – almeno nel senso inteso da loro – che Gesù era amico dei pubblicani e dei peccatori. Tuttavia, in un certo senso, in un senso glorioso, quest’ultima accusa era vera.
· Non era amico dei pubblicani e dei peccatori, cioè non era come loro né li incoraggiava nel loro peccato. Questo intendevano i capi religiosi con la loro accusa, un’accusa falsa.
· Era amico dei pubblicani e dei peccatori, cioè li amava; non li disprezzava né li allontanava. Voleva veramente aiutarli e salvarli dalla colpa, dalla vergogna, dal potere e dalla condanna del loro peccato.
e. Ma alla sapienza è stata fatta giustizia da tutti i suoi figli: Tuttavia, l’uomo saggio si dimostra tale dalla saggezza delle sue azioni (i suoi figli). Gesù si riferisce in modo specifico alla saggezza di accettare sia Gesù che Giovanni per quello che erano e per quello che erano stati chiamati a essere.
i. “Probabilmente i figli della sapienza è un semplice ebraismo qui che si riferisce ai risultati o ai frutti della sapienza.” (Clarke)
ii. La gente criticava Giovanni, ma guardate cosa egli fece – portò migliaia di persone al ravvedimento, preparando la via per il Messia. La gente criticava Gesù, ma guardate cosa Egli faceva – insegnava, operava e amava, morendo come nessuno ha mai fatto.
D. Gesù perdona una peccatrice.
1. (36-38) Una peccatrice unge i piedi di Gesù.
Or uno dei farisei lo invitò a mangiare con lui; ed egli, entrato in casa del fariseo, si mise a tavola. Ed ecco una donna della città, che era una peccatrice, saputo che egli era a tavola in casa del fariseo, portò un vaso di alabastro pieno di olio profumato. E, stando ai suoi piedi, di dietro, piangendo, cominciò a bagnargli di lacrime i piedi e ad asciugarli con i capelli del suo capo; e glieli baciava e li ungeva con l’olio profumato.
a. Or uno dei farisei lo invitò a mangiare con lui: Questo sembra mostrare che le relazioni tra Gesù e i capi religiosi non erano ancora totalmente antagoniste. C’erano alcuni farisei che volevano ancora avere uno sguardo più attento e onesto verso Gesù.
b. Ed ecco una donna della città, che era una peccatrice: Alcuni suppongono che si trattasse di Maria Maddalena, ma non abbiamo alcuna prova. In Giovanni 12:3 anche Maria di Betania unse i piedi di Gesù con olio, trattandosi però di un altro episodio.
i. “Non ci si deve stupire che due persone diverse mostrassero il loro profondo affetto in questo modo; lo stupore dovrebbe derivare piuttosto dal fatto che non ce ne fossero duecento che ungevano i piedi di un amico onorato… Amato come Gesù meritava di essere, la meraviglia è che non abbia ricevuto più spesso questi generosi segni di amore umano.” (Spurgeon)
c. Che era una peccatrice: Lascia intendere che si trattava di più di una semplice peccatrice nel senso in cui lo sono tutte le persone. Era una peccatrice particolarmente conosciuta – molti suppongono che fosse una prostituta. La sua presenza a casa del fariseo parlava del suo coraggio e della sua determinazione.
i. Trapp la chiama: “Una sgualdrina, una peccatrice… una donnaccia”.
ii. Per una donna con una reputazione di peccato fu audace entrare nella casa di un fariseo, ma lei era disposta a fare qualsiasi cosa per esprimere il suo amore per Gesù.
d. Portò un vaso di alabastro pieno di olio profumato: Sia il contenitore che il contenuto mostrano che si trattava di un regalo costoso, che lei portò per onorare Gesù. Poiché Gesù più avanti avrebbe annunciato che i suoi peccati erano perdonati (Luca 7:48-50), è probabile che l’avesse già perdonata prima e che presto l’avrebbe dichiarato pubblicamente.
i. Morris sul vaso di alabastro: “Non aveva manici e aveva un collo lungo, che veniva rotto quando il contenuto era necessario… Deduciamo che il profumo fosse costoso. Le donne ebree portavano comunemente una fiaschetta di profumo appesa a un cordone intorno al collo, un’usanza così parte di loro che era loro permesso di portarla durante il sabato”.
ii. “Il suo servizio a Gesù fu personale. Fece tutto da sola ed era tutto per Lui. Notate quante volte il pronome ricorre nel nostro testo? [ella, tre volte e lei due volte in Luca 7:37-38] … Stava servendo Cristo stesso. Non era un servizio a Pietro, a Giacomo, a Giovanni, nemmeno ai poveri o ai malati della città, ma era proprio per il Maestro; e credeteci, quando il nostro amore viene messo in pratica, la nostra devozione si concentrerà immediatamente su Cristo – canteremo per Lui, pregheremo a Lui, insegneremo per Lui, predicheremo per Lui, vivremo per Lui.” (Spurgeon)
e. E, stando ai suoi piedi, di dietro, piangendo, cominciò a bagnargli di lacrime i piedi: Possiamo immaginare che, mentre la donna ungeva i piedi di Gesù, fu sopraffatta dall’emozione. Con le lacrime che le scorrevano dagli occhi, lavò i piedi di Gesù, li asciugò con i capelli e glieli baciò ripetutamente.
i. “Le persone, durante i pasti festivi, si sedevano su divani bassi, appoggiandosi sul braccio sinistro con la testa verso il tavolo e il corpo disteso lontano da esso. I sandali venivano tolti prima di sedersi.” (Morris)
ii. Normalmente quell’olio veniva usato per la testa. “Con ogni probabilità, la donna intendeva ungere il capo di Gesù con il suo profumo. Ma, poiché Gesù, come le altre persone, era inclinato con la testa verso il tavolo, la parte più facile da raggiungere per la donna erano i Suoi piedi.” (Pate)
iii. “Oh, più di questo amore! Se potessi pregare solo una preghiera questa mattina, penso che pregherei affinché la fiamma ardente dell’amore di Gesù si accenda in ognuno dei nostri cuori e affinché tutte le nostre passioni brucino d’amore per Lui”. (Spurgeon)
iv. “Avere i capelli sciolti era considerato indecoroso…[lei] baciava con fervore, ancora e ancora.” (Bruce) Possiamo solo immaginare quanto fosse imbarazzante la scena e come tutti osservassero in silenzio la donna e la sua manifestazione emotiva. Nessuno disse nulla finché Gesù non ruppe il silenzio nei versetti seguenti.
2. (39-40) Obiezione al gesto della donna.
Al vedere questo, il fariseo che lo aveva invitato disse fra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e quale genere di persona è la donna che lo tocca, perché è una peccatrice». E Gesù, rispondendo, gli disse: «Simone, ho qualche cosa da dirti». Ed egli disse: «Maestro, di’ pure».
a. Al vedere questo, il fariseo che lo aveva invitato: Il padrone di casa era diventato ora un interlocutore, possibilmente ostile.
b. Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e quale genere di persona è la donna che lo tocca, perché è una peccatrice: Simone il fariseo dubitava che Gesù fosse un profeta, perché non lo riteneva in grado di vedere il cuore della donna. Gesù mostrerà invece che può leggere il cuore dell’uomo, mettendo a nudo quello di Simone.
c. Simone, ho qualche cosa da dirti: Gesù ruppe il silenzio – probabilmente un silenzio terribilmente imbarazzante – dicendo che aveva qualcosa da dire personalmente a Simone.
i. “Quando tutti i filosofi ammutoliscono e non sono capaci di dare una parola di aiuto o di conforto; quando il sapere non ha alcun messaggio di ispirazione o di consolazione per il cuore; quando la compassione esita a rompere il silenzio… il Signore ha qualcosa da dire.” (Morrison)
3. (41-43) Gesù risponde con una parabola.
Gesù gli disse: «Un creditore aveva due debitori; l’uno gli doveva cinquecento denari e l’altro cinquanta. Non avendo essi di che pagare, egli condonò il debito ad entrambi. Secondo te, chi di loro lo amerà di più?». E Simone, rispondendo, disse: «Suppongo sia colui, al quale egli ha condonato di più». E Gesù gli disse: «Hai giudicato giustamente».
a. Un creditore aveva due debitori: Gesù usa una semplice parabola per sottolineare che quanto più siamo perdonati, tanto più dobbiamo amare.
i. “Con questa parabola, Cristo disse al fariseo superbo e presuntuoso che anche lui era un peccatore come la donna e, essendo in debito nei confronti del giudizio di Dio, aveva altrettanto bisogno della Sua grazia in Cristo per la remissione del peccato e la rimozione dell’ira.” (Trapp)
ii. “Tutti gli uomini sono debitori verso Dio; tuttavia, alcuni sono più debitori di altri.” (Spurgeon)
b. Chi di loro lo amerà di più? Sembra che ci fosse una certa esitazione nella risposta di Simone (suppongo). Probabilmente aveva intuito che con quella storia Gesù gli aveva teso una trappola.
4. (44-47) Gesù applica la parabola sia a Simone che alla donna peccatrice.
Poi, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Io sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato dell’acqua per lavare i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i capelli del suo capo. Tu non mi hai dato neppure un bacio; ma lei da quando sono entrato, non ha smesso di baciarmi i piedi. Tu non mi hai unto il capo di olio; ma lei, ha unto i miei piedi di olio profumato. Perciò ti dico che i suoi molti peccati le sono perdonati, perché ha molto amato; ma colui al quale poco è perdonato, poco ama».
a. Vedi questa donna? Simone il fariseo pensò che fosse Gesù a non vederla. Pensò: “Gesù, non vedi questa donna vergognosa che si associa così strettamente a te?”. Gesù rigirò il pensiero a Simone, chiedendogli: “Vedi questa donna? Simone, vedi il suo amore, il suo ravvedimento, la sua devozione? Questo è ciò che io vedo”.
i. Simone il fariseo non vedeva la donna per quello che era (un’umile peccatrice che cercava il perdono riversando il suo amore per Gesù), perché la guardava per quello che era stata (una nota peccatrice).
ii. “Non è facile per noi cancellare il passato e liberarci da ogni pregiudizio derivante dalla nostra conoscenza di quel passato. Eppure, questo è esattamente ciò che il Signore fa. E lo fa non ingiustamente, ma con giustizia. Egli conosce il potere della Sua stessa grazia, che essa cancella completamente il passato e dona la propria bellezza all’anima.” (Morgan)
b. Io sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato dell’acqua per lavare i piedi: Simone il fariseo negò a Gesù i convenevoli di rito da parte di un padrone di casa verso un ospite – il lavacro dei piedi, un bacio di saluto e l’unzione del capo con olio. Eppure, criticò la donna per aver mostrato questi convenevoli a Gesù.
i. Gesù notava la negligenza e apprezzava la devozione. Non rigettava la devozione accompagnata da profonda emozione.
c. Perciò ti dico che i suoi molti peccati le sono perdonati, perché ha molto amato: Non è stata perdonata a causa del suo grande amore; il suo grande amore era la prova che era stata perdonata, probabilmente privatamente in un’occasione precedente e ora pubblicamente.
5. (48-50) Gesù rassicura la donna riguardo al perdono ricevuto da Dio.
Poi disse a lei: «I tuoi peccati ti sono perdonati». Allora quelli che erano a tavola con lui cominciarono a dire fra loro: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma Gesù disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».
a. I tuoi peccati ti sono perdonati: Gesù aveva già detto che i suoi peccati sono perdonati (Luca 7:47), ma ora lo dice direttamente alla donna. Abbiamo bisogno del potere di guarigione insito nelle parole “i tuoi peccati ti sono perdonati”.
i. Può essere davvero difficile per noi credere di essere stati perdonati veramente; spesse volte, dobbiamo esserne persuasi.
b. Chi è costui che perdona anche i peccati? Gesù aveva l’autorità, e anche ogni ragione, di perdonare la donna. Ella mostrò umiltà, ravvedimento, fiducia e amore per Gesù.
i. “Anche gli ospiti cominciarono a capire che Gesù era più di un profeta; era divinamente capace di perdonare una donna impura.” (Pate)
c. La tua fede ti ha salvata: La chiave del suo perdono fu la fede – fu la sua fede a salvarla, perché fu la sua fede a credere alle parole di Gesù “i tuoi peccati ti sono perdonati”. La fede le permise di ricevere la grazia che Dio le aveva elargito.
i. Dio è pronto a perdonare; non c’è esitazione o carenza da parte Sua. La nostra parte è venire a Gesù con umiltà, sottomettendoci in amore, e ricevere per fede il perdono che Lui offre.
d. Va’ in pace: La donna venne a Gesù in totale umiltà, riconoscendo di non essere degna nemmeno di stare alla Sua presenza. Questo era un buon modo per lei di approcciarsi a Gesù, ma Lui non voleva che la donna rimanesse lì. La sollevò, prese atto del suo amore, perdonò il suo peccato e la mandò in pace.
i. La parola “va’” probabilmente non era gradita. Le piaceva stare ai piedi di Gesù. Eppure, Gesù addolcì il “va’” aggiungendo “in pace”. Poteva andare in pace, perché Gesù le aveva detto che la sua fede l’aveva salvata.
ii. Delle opere fatte in questo capitolo, questa fu la più grande. La malattia guarita (come nel servo del centurione) o la vita restaurata (come nel figlio della vedova) non sono opere permanenti di guarigione, perché quei corpi un giorno sarebbero morti di nuovo. I peccati che vengono perdonati sono perdonati per sempre.
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