Luca 4 – Tentazione di Gesù e Inizio del Ministero in Galilea.

A. La tentazione di Gesù.

1. (1-2a) Gesù viene condotto dallo Spirito nel deserto.

Or Gesù, ripieno di Spirito Santo, ritornò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto, e per quaranta giorni fu tentato dal diavolo.

a. Ripieno di Spirito Santo: In Luca 3:21-22 leggiamo del modo inusuale in cui lo Spirito Santo scese su Gesù al momento del suo battesimo. Ciò non significa che prima non fosse ripieno di Spirito Santo, ma solo che ora era ripieno di Spirito Santo in modo insolito e pubblico.

i. Possiamo dire – certamente per la maggior parte e forse interamente – che Gesù visse la Sua vita e svolse il Suo ministero da uomo ripieno di Spirito, scegliendo di non fare affidamento sulle risorse della Sua natura divina, ma limitandosi volontariamente a operare mediante la guida di Dio Padre e la potenza di Dio Spirito Santo.

b. Fu condotto dallo Spirito nel deserto, e […] fu tentato: Dopo essersi identificato con i peccatori nel battesimo (Luca 3:21-22), Egli si identificò con loro anche nella tentazione. Infatti, noi non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con le nostre infermità, ma uno che è stato tentato in ogni cosa come noi, senza però commettere peccato (Ebrei 4:15).

i. A volte pensiamo che le tentazioni di Gesù non fossero reali perché non erano esattamente come le nostre. In Lui non c’è mai stata alcun’attrazione per il peccato o pensiero peccaminoso, come invece succede a noi. Eppure, per molti versi, le tentazioni di Gesù erano più reali e più gravi delle nostre. Per noi, spesso la pressione della tentazione cede solo quando ci arrendiamo ad essa, mentre per Gesù non è mai stato così. Egli ha dovuto resistere alla pressione della tentazione molto più di quanto tu o io potremo mai sopportare.

ii. La parola o il concetto di tentazione è usato con tre accezioni diverse nella Bibbia.

·Satana, sfruttando le nostre concupiscenze, ci tenta a compiere atti malvagi – una sollecitazione o istigazione al male (1 Corinzi 7:5 e Giacomo 1:13-14).

·Noi possiamo tentare Dio, nel senso che possiamo metterlo alla prova nel modo sbagliato (Atti 5:9 e 1 Corinzi 10:9).

·Dio può metterci alla prova, ma mai istigandoci a compiere il male (Ebrei 11:17).

iii. “Questa è la più sacra delle storie, perché non proviene da altra fonte se non dalle Sue stesse labbra. Ad un certo punto, Egli stesso deve aver raccontato ai Suoi discepoli questa esperienza così intima della Sua anima.” (Barclay)

c. Ripieno di Spirito Santo […] condotto dallo Spirito nel deserto: Camminando nello Spirito, Gesù fu condotto nel deserto dove fu tentato. Lo Spirito Santo ci guida tanto in stagioni di deserto quanto in stagioni di verdeggianti pascoli.

i. Ci sono dei parallelismi nel modo in cui sia Gesù che Adamo furono messi alla prova: Adamo affrontò la sua tentazione nelle circostanze più favorevoli che si possano immaginare, mentre Gesù affrontò le Sue in circostanze pessime e intense.

d. Per quaranta giorni fu tentato: Gesù fu tentato per tutti i quaranta giorni. Quelli elencati di seguito sono i momenti cruciali di quel periodo di tentazione.

2. (2b-4) La prima tentazione: trasformare le pietre in pane per soddisfare i propri bisogni personali.

Durante quei giorni non mangiò nulla, ma quando furono trascorsi, egli ebbe fame. E il diavolo gli disse: «Se tu sei il Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Ma Gesù gli rispose, dicendo: «Sta scritto: “L’uomo non vivrà soltanto di pane, ma di ogni parola di Dio”».

a. Non mangiò nulla […] egli ebbe fame: Usare il cibo per tentare un uomo che digiunava da quaranta giorni sembra quasi ingiusto; tuttavia, il Padre lo permise perché sapeva che Gesù lo poteva sopportare. Dio non permetterà mai che siamo tentati al di là delle nostre forze (1 Corinzi 10:13).

i. La nota di Luca, il medico, secondo cui trascorsi i quaranta giorni ebbe fame, è importante. Spesso, dopo un digiuno così lungo, quando il senso di fame si ripresenta vuol dire che il corpo ha un bisogno critico di cibo. Gesù stava cominciando a morire di fame.

ii. Gesù aveva fame, ma era ripieno di Spirito. Noi a volte siamo proprio l’opposto: stomaco pieno e spirito vuoto.

b. E il diavolo gli disse: La Bibbia insegna chiaramente l’esistenza e l’opera di un essere malvagio molto potente e astuto, che si oppone a Dio e al Suo popolo. Questo essere viene chiamato talvolta il diavolo, talvolta Satana (Luca 4:8) e altre volte con molti nomi o titoli diversi.

c. Se tu sei il Figlio di Dio: Una traduzione migliore sarebbe poiché tu sei il Figlio di Dio. Satana non mette in dubbio l’identità di Gesù, ma Lo sfida a manifestarla.

i. La tentazione era fondamentalmente questa: “Visto che sei il Messia, perché ti stai privando di queste cose? Fai una piccola eccezione”. La stessa tentazione viene a noi: “Se sei un figlio di Dio, perché è tutto così difficile? Concediti uno strappo alla regola”.

d. Di’ a questa pietra che diventi pane: Satana voleva indurre Gesù a usare la potenza di Dio per scopi egoistici. La tentazione di mangiare qualcosa di proibito funzionò con il primo uomo senza peccato (Genesi 3:6), così il diavolo pensò di provarla anche con il secondo uomo senza peccato.

i. “Quel deserto non era fatto di sabbia, ma era ricoperto da pietruzze calcaree che somigliavano esattamente a piccoli pezzi di pane.” (Barclay)

ii. La vicenda ci mostra anche come agisce spesso la tentazione, che molte volte si presenta così:

·Satana fa appello a un desiderio legittimo di Gesù (il desiderio di mangiare e sopravvivere).

·Satana suggerisce a Gesù di soddisfare il Suo desiderio legittimo in un modo illegittimo.

e. Ma Gesù gli rispose, dicendo: «Sta scritto: “L’uomo non vivrà soltanto di pane, ma di ogni parola di Dio”»: Gesù controbatté al suggerimento di Satana con le Scritture (Deuteronomio 8:3). Le parole di Satana avevano senso: “Perché morire di fame?”, ma ciò che è scritto ne ha ancora di più. Gesù ricordò a Satana la verità biblica: ogni parola di Dio è più importante dello stesso pane che mangiamo.

i. Gesù si servì delle Scritture per combattere la tentazione di Satana e non di chissà quale potere spirituale a noi inaccessibile. Gesù combatté la Sua battaglia come uomo ripieno di Spirito e della Parola di Dio e non attingendo a risorse divine che ci sono precluse.

ii. Ci è possibile resistere efficacemente alla tentazione proprio come fece Gesù: ripieni di Spirito Santo, rispondiamo alle menzogne seducenti di Satana facendo risplendere su di esse la luce della verità di Dio. Se non conosciamo la verità di Dio, le nostre armi sono inefficaci nella lotta contro la tentazione.

3. (5-8) La seconda tentazione: tutti i regni del mondo in cambio di un momento di adorazione.

Poi il diavolo lo condusse su di un alto monte e gli mostrò in un attimo tutti i regni del mondo. E il diavolo gli disse: «Io ti darò tutto il potere di questi regni e la loro gloria, perché essa mi è stata data nelle mani e io la do a chi voglio. Se dunque tu prostrandoti mi adori, sarà tutta tua». Ma Gesù, rispondendo, gli disse: «Vattene via da me, Satana. Sta scritto: “Adora il Signore Dio tuo e servi a lui solo”».

a. Lo condusse su di un alto monte e gli mostrò in un attimo tutti i regni del mondo: Sembra che sia meglio intendere questa visione come una visione mentale o spirituale. L’esperienza e la tentazione erano reali, ma non esiste una montagna abbastanza alta da cui sia possibile vedere letteralmente in un attimo tutti i regni del mondo.

b. Tutti i regni del mondo […] Io ti darò tutto il potere di questi regni e la loro gloria: Il diavolo, sapendo che Gesù era venuto a conquistare i regni del mondo, Gli propose di riprenderseli senza dover passare per la croce. Satana glieli avrebbe semplicemente consegnati se solo si fosse prostrato in adorazione davanti a lui.

i. Perché essa mi è stata data nelle mani e io la do a chi voglio: Satana sostiene che l’autorità sui regni della terra gli è stata data, cosa che Gesù non contesta. Si può dire che Adamo e tutti i suoi discendenti hanno consegnato tale autorità a Satana nel momento in cui gli hanno ceduto il dominio sulla terra che Dio aveva dato all’uomo (Genesi 1).

ii. Satana è il principe di questo mondo (Giovanni 12:31) e il principe della potestà dell’aria (Efesini 2:2), eletto dall’umanità fin dai giorni di Adamo.

iii. Poiché Satana possiede la gloria dei regni di questo mondo e può quindi darla a chiunque voglia, non dovrebbe sorprenderci vedere gli empi ricoprire posizioni di potere e prestigio.

c. Se dunque tu prostrandoti mi adori, sarà tutta tua: Il piano del Padre per Gesù era che Lui prima soffrisse e poi entrasse nella Sua gloria (Luca 24:25-26). Satana offrì a Gesù una via d’uscita dalla sofferenza.

i. Un giorno si dirà che I regni del mondo sono divenuti il regno del Signor nostro e del suo Cristo, ed Egli regnerà nei secoli dei secoli (Apocalisse 11:15). Satana offriva a Gesù tutto questo prima dell’agonia della croce.

ii. Se Gesù avesse accettato, la nostra salvezza sarebbe stata impossibile. Egli avrebbe ottenuto una sorta di autorità, delegata da Satana, per governare, ma non avrebbe potuto redimere i singoli peccatori attraverso il Suo sacrificio.

d. Gesù, rispondendo, gli disse: «Vattene via da me, Satana»: Satana presentò a Gesù una forte tentazione, ma Gesù resistette all’influenza di Satana, innanzitutto dicendo: “Vattene via da me, Satana!”. In questo modo, Gesù adempì l’esortazione poi espressa in Giacomo 4:7: Resistete al diavolo ed egli fuggirà da voi.

e. «Sta scritto: “Adora il Signore Dio tuo e servi a Lui solo”»: Per la seconda volta Gesù controbatte all’inganno di Satana con la verità biblica, citando Deuteronomio 6:13. Poteva sembrare che ci fosse un vantaggio nell’evitare la croce, ma Gesù affermò a sé stesso e ricordò a Satana che il comandamento “Adora il Signore Dio tuo e servi a Lui solo” è di gran lunga superiore a qualsiasi presunto vantaggio nel piegarsi al diavolo.

i. Gesù rispose a Satana ancora una volta usando la stessa risorsa che è a disposizione di ogni credente: la Parola di Dio, usata da un credente ripieno di Spirito. Resistendo alle tentazioni quale uomo, Gesù dimostrò che Adamo non era stato costretto a peccare e che in lui non c’era nulla di difettoso. Gesù sopportò tentazioni peggiori di quelle di Adamo, però senza mai peccare.

4. (9-13) La terza tentazione: tentare Dio attraverso segni e prodigi.

Poi lo condusse a Gerusalemme, lo pose sull’orlo del tempio e gli disse: «Se tu sei il Figlio di Dio, gettati giù di qui; perché sta scritto:

“Egli comanderà ai suoi angeli attorno a te
Di custodirti.

Ed essi ti sosterranno con le loro mani,
Affinché il tuo piede non urti contro alcuna pietra”».

E Gesù, rispondendo, gli disse: «È stato detto: “Non tentare il Signore Dio tuo”». E, quando il diavolo ebbe finito ogni tentazione, si allontanò da lui, fino ad un certo tempo.

a. Lo pose sull’orlo del tempio: Satana portò Gesù in un luogo elevato e prominente. Da quel muro, che circondava il monte del tempio, c’erano decine di metri fino al fondo della valle rocciosa sottostante. Se Gesù avesse assecondato la richiesta di Satana a gettarsi giù di qui, sarebbe stato un evento spettacolare.

i. Secondo Geldenhuys, l’antico scritto ebraico Pesiqta Rabbati (162a) riporta una credenza tradizionale secondo cui il Messia si sarebbe mostrato a Israele stando sul tetto del tempio. Se Gesù avesse fatto ciò che Satana aveva suggerito, avrebbe soddisfatto l’aspettativa messianica dell’epoca.

b. Gettati giù di qui: Satana non poteva spingere Gesù giù dall’orlo del tempio. Non poteva fare altro che suggerirglielo, chiedendogli perciò di buttarsi giù.

c. Perché sta scritto: “Egli comanderà ai suoi angeli attorno a te di custodirti: Questa volta il diavolo citò consapevolmente le Scritture nella sua tentazione (Salmi 91:11-12). “Forza, Gesù; se lo fai, la Bibbia promette che gli angeli ti salveranno e tu ti rivelerai in maniera spettacolare”.

i. Le parole di Satana “Perché sta scritto” ci ricordano che lui è un esperto della Bibbia e sa come distorcere i passi della Scrittura isolandoli dal loro contesto. Purtroppo, molte persone accettano chiunque citi un versetto della Bibbia come se insegnasse la verità di Dio, ma pronunciare semplicemente a caso parole prese dalla Bibbia non vuol dire necessariamente trasferire la volontà di Dio.

ii. Alcuni ritengono che Satana sia un tale esperto della Bibbia perché ha passato secoli a cercare cavilli.

d. E Gesù, rispondendo, gli disse: «È stato detto: “Non tentare il Signore Dio tuo”»: Gesù rispose all’uso improprio delle Scritture da parte di Satana con l’uso corretto della Bibbia, citando Deuteronomio 6:16. Respingendo la perversione delle Scritture da parte di Satana, Egli espose rettamente la parola della verità, considerandola nel suo contesto.

i. Gesù capì grazie alla Sua conoscenza di tutto il consiglio di Dio (Atti 20:27) che Satana aveva distorto il passo del Salmo 91. Gesù sapeva come esporre rettamente la parola della verità (2 Timoteo 2:15).

ii. Gesù capì inoltre che Satana lo voleva portare a fare un passo di “fede” che avrebbe effettivamente messo alla prova (tentato) Dio nel modo sbagliato. “La tentazione consisteva forse nel compiere un miracolo spettacolare ma inutile, al fine di suscitare meraviglia e una sorta di fede.” (Morris)

e. E, quando il diavolo ebbe finito ogni tentazione, si allontanò da lui, fino ad un certo tempo: Quando Satana vide che non otteneva risultati, se ne andò per un po’. Poiché il diavolo cercherà sempre di tornare ad un certo tempo, non dovremmo mai offrirgli tale opportunità.

i. “Il male non aveva più nulla da suggerire. L’esaurimento della tentazione fu la completezza della vittoria”. (Morgan)

ii. Satana non è uno sciocco; non continuerà a impiegare le sue risorse limitate per combattere una battaglia inutile. Se vuoi che Satana ti lasci in pace per un po’, devi resistergli continuamente. Molti vengono attaccati tanto perché resistono poco.

iii. Gesù poté resistere alle tentazioni perché camminava nella Parola e nello Spirito, le due risorse per la vita cristiana. Se hai troppa Parola e poco Spirito, ti gonfi (ti inorgoglisci). Se invece hai troppo Spirito e poca Parola, esplodi. Con la Parola e lo Spirito insieme, cresci.

B. Gesù respinto a Nazaret.

1. (14-15) L’inizio del ministero in Galilea.

E Gesù, nella potenza dello Spirito, se ne ritornò in Galilea e la sua fama si sparse per tutta la regione all’intorno. Ed egli insegnava nelle loro sinagoghe, essendo onorato da tutti.

a. Gesù, nella potenza dello Spirito, se ne ritornò: Gesù uscì dal Suo tempo di prova più forte che mai. Sebbene fosse già ripieno di Spirito (Luca 4:1), continuò a camminare nella potenza dello Spirito dopo aver sperimentato la vittoria sulla tentazione.

i. “Colui che per la grazia di Dio resiste e vince la tentazione, ne esce sempre più forte. Questa è una delle meraviglie della grazia di Dio, che quelle stesse cose che sono progettate per la nostra totale rovina, Egli le trasforma in strumenti per il nostro più grande bene. Così, Satana viene sempre ingannato dal suo stesso operare e intrappolato nella sua stessa astuzia.” (Clarke)

b. In Galilea […] la regione all’intorno: La regione della Galilea era una regione fertile, all’avanguardia e altamente popolata. Secondo le cifre dello storico ebreo Flavio Giuseppe, vivevano circa tre milioni di persone in Galilea, un’area più piccola dello stato del Connecticut. Anche ammettendo che Flavio Giuseppe stesse esagerando, si parla comunque di un’alta densità demografica.

i. Flavio Giuseppe, che un tempo era governatore della Galilea, scrisse che in Galilea c’erano 240 tra villaggi e città (Vita 235), ognuno con una popolazione di almeno 15.000 persone.

c. Egli insegnava nelle loro sinagoghe: L’insegnamento era il punto focale del ministero di Gesù, il quale nelle fasi iniziali non incontrava alcuna opposizione organizzata (essendo onorato da tutti).

2. (16-17) Gesù si reca nella Sua sinagoga a Nazaret.

Poi venne a Nazaret, dove era cresciuto e, com’era solito fare in giorno di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò per leggere. E gli fu dato in mano il libro del profeta Isaia; lo aprì e trovò quel passo dove era scritto:

a. Poi venne a Nazaret, dove era cresciuto: Essendo ancora all’inizio del Suo ministero, non era passato molto tempo da quando Gesù viveva e lavorava a Nazaret. Gli abitanti del villaggio Lo conoscevano ed Egli probabilmente aveva lavorato come falegname o costruttore per molti di loro.

i. Poco prima Gesù si era trasferito da Nazaret a Capernaum, sulle rive del mare di Galilea (Matteo 4:12-13).

b. E, com’era solito fare in giorno di sabato, entrò nella sinagoga: Gesù era solito riunirsi con il popolo di Dio per l’adorazione e la Parola. Se c’era qualcuno che non aveva bisogno di andare in chiesa (per così dire), quello era Gesù – eppure, era suo solito andarci.

c. Si alzò per leggere: La struttura tipica della funzione religiosa in una sinagoga consisteva in una preghiera di apertura e di un momento di lode; poi si passava alla lettura di un passo della Legge; a seguire, c’erano una lettura dai profeti e un sermone, tenuto probabilmente da un ospite colto. In quell’occasione, l’ospite dotto era Gesù. Dato che la sinagoga si trovava a Nazaret, Gesù l’aveva frequentata spesso in passato e ora aveva la possibilità di leggere e insegnare nella sinagoga della Sua città natale.

3. (18-19) Gesù legge Isaia 61:1-2.

«Lo Spirito del Signore è sopra di me,
Perché mi ha unto
Per evangelizzare i poveri;
Mi ha mandato per guarire quelli che hanno il cuore rotto,
Per proclamare la liberazione ai prigionieri
E il recupero della vista ai ciechi,
Per rimettere in libertà gli oppressi,
E per predicare l’anno accettevole del Signore».

a. Lo Spirito del Signore è sopra di me: A parlare in questo passo di Isaia è l’Unto, il Messia, il Cristo.

i. Mi ha unto: La parola “ungere” significa strofinare o cospargere; applicare un unguento, una pomata o un olio. Le persone nell’Antico Testamento venivano spesso unte letteralmente con olio. Per esempio, i sacerdoti venivano unti per il loro servizio speciale al Signore (Esodo 28:41). L’applicazione dell’olio era un segno dello Spirito Santo sulla loro vita e sul loro servizio. L’olio versato sul capo era solo la rappresentazione esteriore della vera opera spirituale che avveniva dentro di loro.

b. Mi ha unto per…: In questa profezia il Messia annunciava di essere venuto a guarire i danni causati dal peccato. Il peccato fa grandi danni, quindi ci deve essere una grande opera di redenzione.

·Per evangelizzare i poveri: Il peccato impoverisce, ma il Messia porta buone notizie ai poveri.

·Guarire quelli che hanno il cuore rotto: Il peccato spezza i cuori, ma il Messia porta buone notizie a coloro che hanno il cuore rotto.

·Proclamare la liberazione ai prigionieri: Il peccato rende le persone prigioniere e schiave, ma il Messia viene a liberarle.

·Il recupero della vista ai ciechi: Il peccato ci acceca, ma il Messia viene a guarire la nostra cecità spirituale e morale.

·Rimettere in libertà gli oppressi: Il peccato opprime le sue vittime, ma il Messia viene a portare la libertà agli oppressi.

i. Grazie al cielo, Gesù non è venuto solo ad evangelizzare o a rimettere in libertà. Egli è venuto per essere la nostra liberazione. “Cristo era il grande nemico dei legami. Egli ama la libertà e ne è la luce.” (Morrison)

c. Per predicare l’anno accettevole del Signore: Sembra la descrizione del concetto veterotestamentario di anno del Giubileo (Levitico 25:9-15 e successivi), durante il quale gli schiavi venivano liberati, i debiti cancellati e c’era un nuovo inizio.

i. “Gesù venne a predicare l’anno accettevole del Signore, un riferimento all’anno del Giubileo. È possibile che la ragione per cui Gesù tornò nella Sua città natale fosse proprio perché era l’anno del Giubileo.” (Pate)

ii. Il punto in cui Gesù si ferma mentre legge da Isaia ci mostra la natura della profezia e la sua relazione con i tempi. Il passo di Isaia continua a descrivere ciò che Gesù avrebbe fatto al momento della Sua seconda venuta (e il giorno di vendetta del nostro Dio, Isaia 61:2). Tra le due frasi c’è una virgola che racchiude un periodo di 2000 anni.

4. (20-22) Gesù insegna da Isaia 61:1-2.

Poi, chiuso il libro e resolo all’inserviente, si pose a sedere; e gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi su di lui. Allora cominciò a dir loro: «Oggi questa Scrittura si è adempiuta nei vostri orecchi». E tutti gli rendevano testimonianza e si meravigliavano delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca, e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?».

a. Si pose a sedere: Sedendosi, Gesù si stava preparando a insegnare invece di tornare al Suo posto tra la congregazione. Tutti si chiedevano in che modo avrebbe spiegato ciò che aveva appena letto.

b. Oggi questa Scrittura si è adempiuta nei vostri orecchi: Con queste parole Gesù rispose a due domande.

·“Di chi scriveva Isaia?”. Gesù rispose: “Isaia scriveva di Me”.

·“Quando avverrà questo?”. Gesù rispose: “Isaia alludeva a questo momento”.

c. Si meravigliavano delle parole di grazia che uscivano dalla Sua bocca: Questo sembra indicare che Gesù continuò a parlare sull’argomento, proferendo parole letteralmente piene di grazia. Gli altri percepivano la bontà e la grazia di Dio nell’annuncio che il ministero del Messia era ora presente in mezzo a loro.

d. Non è costui il figlio di Giuseppe? La risposta di Gesù che segue mostra che non si trattava di un commento imparziale. Dopo lo stupore iniziale, cominciarono a risentirsi del fatto che qualcuno che conoscevano (il figlio di Giuseppe) potesse parlare con tale grazia e affermare di essere l’adempimento di profezie così importanti.

5. (23-27) Gesù risponde alle loro obiezioni.

Ed egli disse loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso”; tutto ciò che abbiamo udito essere avvenuto a Capernaum, fallo anche qui nella tua patria». Ma egli disse: «In verità vi dico che nessun profeta è ben accetto nella sua patria. Vi dico in verità che al tempo di Elia, quando il cielo fu serrato tre anni e sei mesi e vi fu una grande fame in tutto il paese, vi erano molte vedove in Israele; eppure a nessuna di loro fu mandato Elia, se non a una donna vedova in Sarepta di Sidone. E al tempo del profeta Eliseo vi erano molti lebbrosi in Israele; eppure nessuno di loro fu mondato, eccetto Naaman il Siro».

a. Tutto ciò che abbiamo udito essere avvenuto a Capernaum, fallo anche qui nella tua patria: Luca non ci dice direttamente se queste siano state le parole delle persone; forse sì e Gesù gliele stava ripetendo. Oppure, è anche possibile che Gesù avesse capito e articolasse la loro obiezione. Volevano che Gesù dimostrasse le Sue affermazioni mediante segni miracolosi.

i. A quanto pare, Gesù aveva già fatto miracoli a Capernaum, che però non sono riportati in Luca (ma in altri passi, come Giovanni 1-4). La gente di Nazaret voleva vedere lo stesso tipo di cose, chiedendo il miracolo come spettacolo o segno.

ii. “Senza dubbio sostenevano: “È un uomo di Nazaret e ovviamente il Suo dovere è quello di aiutare Nazaret”. Si consideravano in un certo senso suoi proprietari, con la facoltà di comandare la Sua potenza a loro discrezione.” (Spurgeon)

b. Nessun profeta è ben accetto nella sua patria: Gesù si rendeva conto che è facile dubitare della potenza e dell’opera di Dio in coloro che conosciamo di più. Per gli abitanti di Nazaret era più facile dubitare o rifiutare Gesù, perché sembrava loro così normale e familiare.

i. “Da questo episodio della vita di nostro Signore ho imparato che non è compito del predicatore cercare di compiacere la sua congregazione. Se si sforza per questo fine, con ogni probabilità non lo raggiungerà; se invece dovesse riuscire nell’intento, sarebbe davvero un successo miserabile!” (Spurgeon)

c. A nessuna di loro fu mandato Elia, se non a una donna vedova in Sarepta di Sidone […] nessuno di loro fu mondato, eccetto Naaman il Siro: La folla che ascoltava Gesù voleva ottenere favori speciali da Lui, dal momento che si trovava nella Sua città natale. Gesù fece notare che questo non ha importanza per Dio, usando come esempio l’opera di Dio tra i Gentili ai tempi di Elia ed Eliseo.

i. Gesù fa almeno due considerazioni. La prima, il loro rifiuto di Gesù non aveva niente a che fare con Gesù stesso, ma era un problema che risiedeva in loro. Egli procedeva veramente da Dio, ma loro non Lo ricevevano. Il loro rifiuto rivelava la loro natura, non quella di Gesù.

ii. In secondo luogo, mostrava che il potere miracoloso di Dio opera in modi inaspettati e sovrani. Persone che spesso consideriamo immeritevoli e forse strane sono molte volte destinatarie della potenza miracolosa di Dio.

iii. Spurgeon sottolinea che è vero che la guarigione di Naaman era un esempio dell’azione della sovranità della grazia e dell’elezione, ma si può vedere anche in questo modo: “Ogni lebbroso straniero e pagano che veniva da Eliseo e faceva quello che lui diceva di fare per cercare il Signore veniva guarito e riceveva una benedizione”. Anche questo era vero e può essere accostato al primo aspetto.

iv. Naaman fu guarito per grazia divina; notate, però, come ciò avvenne. Per prima cosa, gli fu detto che poteva effettivamente essere guarito. In seguito, rispose con fede a quella parola (viaggiando verso Israele). Poi, obbedì alla parola del profeta, lavandosi nel Giordano sette volte; obbedì con umiltà, arrendendo il proprio orgoglio alla parola di Dio ricevuta attraverso il profeta.

6. (28-30) Gesù si allontana da una folla che vuole ucciderlo.

Nell’udire queste cose, tutti nella sinagoga furono presi dall’ira. E, levatisi, lo cacciarono dalla città e lo condussero fino al ciglio della sommità del monte, su cui la loro città era edificata, per precipitarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.

a. Nell’udire queste cose, tutti nella sinagoga furono presi dall’ira. E, levatisi, lo cacciarono dalla città: Si trattava di una reazione piuttosto forte a un sermone. Si infuriarono perché era stato loro detto che c’era qualcosa in loro che non andava, che la loro richiesta di un miracolo era stata negata e perché Gesù insinuava che Dio amava anche i Gentili.

i. Gesù non cercava principalmente di piacere ai Suoi ascoltatori e non usava la loro approvazione come misura del Suo successo.

b. Per precipitarlo giù: Spingere qualcuno giù da una piccola scogliera era spesso il primo passo nel processo di lapidazione. Una volta caduta, la vittima veniva colpita a morte con le pietre.

i. Luca stabilisce il tono dell’intera storia della vita di Gesù qui, in Luca 4. Gesù è venuto senza peccato e facendo solo del bene verso tutti – e loro volevano ucciderlo.

c. Passando in mezzo a loro: Volevano un miracolo e Gesù ne compì uno inaspettato proprio davanti a loro, fuggendo miracolosamente.

i. In questa situazione, Gesù avrebbe potuto buttarsi giù dal precipizio ed essere salvato dagli angeli – come suggerito da Satana nella terza tentazione. Invece, Gesù scelse un miracolo più “normale”, se così si può dire. “Proprio come un secondo Sansone, il suo stesso braccio lo salvò. Questo avrebbe potuto convincere i Suoi avversari, se non fossero stati impregnati di malizia”. (Trapp)

C. Continuazione del ministero in Galilea.

1. (31-37) Gesù sgrida uno spirito immondo nella sinagoga di Capernaum.

Poi discese a Capernaum, città della Galilea, e nei giorni di sabato insegnava alla gente. Ed essi stupivano del suo insegnamento, perché la sua parola era con autorità. Or nella sinagoga c’era un uomo, posseduto da uno spirito di un demone immondo, che si mise a gridare a gran voce, dicendo: «Ah, che vi è fra noi e te, o Gesù Nazareno? Sei tu venuto per distruggerci? Io so chi tu sei: Il Santo di Dio!». Ma Gesù lo sgridò, dicendo: «Ammutolisci ed esci da costui!». E il demone, dopo averlo gettato in mezzo a loro, uscì da lui senza fargli alcun male. Allora tutti furono presi da stupore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa? Egli comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi, e questi escono». E la fama di lui si diffondeva in ogni luogo della regione all’intorno.

a. Nei giorni di sabato insegnava alla gente. Ed essi stupivano del suo insegnamento, perché la sua parola era con autorità: Gesù perseguì la Sua chiamata principale come insegnante, approfittando della cortesia della sinagoga. Non sappiamo che cosa Gesù insegnò, ma ci viene detto l’effetto che l’insegnamento ebbe su coloro che lo ascoltavano: essi stupivano. Non avevano mai sentito nessuno insegnare così prima d’allora.

i. L’autorità di Gesù non era solo evidente nel Suo insegnamento, ma anche nella Sua vita, come stava per palesarsi nel Suo incontro con l’uomo posseduto.

b. C’era un uomo, posseduto da uno spirito di un demone immondo: I termini spirito immondo, spirito malvagio e demone sembrano essere tutti uguali, riferendosi alle potenze malvagie delle tenebre, i nemici di Dio e dell’uomo. Sono potenze organizzate (Efesini 6:12), alla cui guida c’è Satana stesso.

c. Ah, che vi è fra noi e te, o Gesù Nazareno? È ironico che i demoni sapessero chi era Gesù, mentre il popolo scelto – quelli della Sua stessa città – non riconosceva la Sua identità.

i. Sei tu venuto per distruggerci? Questa domanda “riflette la convinzione che l’avvento del regno di Dio avrebbe segnato la fine del controllo demoniaco sul mondo.” (Pate)

d. Io so chi tu sei: Il Santo di Dio! Lo stesso demone testimoniò che Gesù era santo e puro. Era un’ammissione da parte dei demoni che le loro tentazioni nel deserto non erano riuscite a corrompere Gesù.

e. Ma Gesù lo sgridò, dicendo: «Ammutolisci ed esci da costui!»: Il modo in cui Gesù affronta il demone in questo passo è una chiara dimostrazione della Sua potenza e autorità sul regno spirituale. La gente era stupita dall’autorità della Sua parola, sia nell’insegnamento che nella vita spirituale.

i. “Questo può aver distinto Gesù dalla fanfara dell’esorcista ‘ordinario’, fatta di incantesimi, ciondoli e superstizioni.” (Pate)

2. (38-39) La suocera di Pietro guarita dalla febbre.

Uscito poi dalla sinagoga, Gesù entrò in casa di Simone. Or la suocera di Simone era stata colpita da una grande febbre; e gli fecero richiesta per lei. Ed egli, chinatosi su di lei, sgridò la febbre e questa la lasciò; ed ella, alzatasi prontamente, si mise a servirli.

a. Entrò in casa di Simone: Gesù fece un miracolo alquanto pubblico nella sinagoga. Ora si apprestava a mostrare la Sua potenza in un contesto privato. Gesù non era qualcuno che cercava l’acclamazione delle folle.

b. La suocera di Simone: Simone sarà poi identificato come Pietro, il leader tra i discepoli di Gesù. Da qui si capisce che Simon Pietro era sposato. Clemente di Alessandria, scrittore paleocristiano, disse che la moglie di Pietro lo aiutava nel ministero, sovvenendo ai bisogni delle altre donne.

c. Chinatosi su di lei, sgridò la febbre: In questo caso, Gesù considerò la febbre stessa come qualcosa da sgridare. Forse percepì che c’era una dinamica spirituale dietro una malattia apparentemente naturale.

i. Barclay commenta la frase “colpita da una grande febbre”: “Ogni parola è un termine medico… sono termini medici in greco che indicano qualcuno che è stato sicuramente colpito da una malattia… Luca sapeva bene come descrivere quell’infermità”.

d. E questa la lasciò; ed ella, alzatasi prontamente, si mise a servirli: Non si trattava solo della guarigione di una malattia, ma anche di un rinvigorimento immediato. Normalmente non si passa subito da una febbre alta a servire gli altri.

i. “Colui che la guarì dalla febbre non aveva bisogno che lei Lo servisse; colui che aveva il potere di guarire le malattie aveva certamente il potere di sussistere senza l’aiuto umano. Se Cristo poteva guarirla e farla alzare, doveva essere onnipotente e divino; che bisogno aveva dunque di essere servito da una donna?” (Spurgeon)

3. (40-41) Gesù guarisce molti malati e indemoniati.

Al tramontar del sole, tutti coloro che avevano degli infermi colpiti da varie malattie li condussero da lui; ed egli, imposte le mani su ciascuno di loro, li guarì. Da molti uscivano i demoni, gridando e dicendo: «Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio». Ma egli li sgridava e non permetteva loro di parlare, perché sapevano che egli era il Cristo.

a. Al tramontar del sole: Il tramonto segnava l’inizio di un nuovo giorno, il giorno dopo il sabato (Luca 4:31). Libera dalle restrizioni del sabato sui viaggi e sulle attività, la gente viene da Lui liberamente per essere guarita.

b. Egli, imposte le mani su ciascuno di loro, li guarì: Gesù si prodigava molto per venire incontro ai bisogni degli altri e prioritizzava le loro esigenze.

c. Non permetteva loro di parlare: Gesù impediva ai demoni di parlare di Lui, perché non voleva che si facesse affidamento sulla loro testimonianza.

i. Poiché i resoconti biblici del ministero di Gesù sono condensati, sottolineando gli eventi importanti ed eccezionali, è facile pensare che Gesù abbia incontrato persone possedute dai demoni più di quanto non abbia fatto in realtà. Infatti, la Scrittura registra meno di dieci individui specifici liberati dalla possessione demoniaca durante il ministero di Gesù, oltre a due occasioni generali in cui si descrive la liberazione di altri. Non sembrano dati anomali, considerando che si tratta di un periodo di tre anni in mezzo a una densa popolazione precristiana.

4. (42-44) Gesù continua il Suo ministero di predicazione in Galilea.

Poi, fattosi giorno, egli uscì e andò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano e lo raggiunsero, e lo trattenevano perché non andasse via da loro. Ma egli disse loro: «Bisogna che io annunzi la buona novella del regno di Dio anche alle altre città, perché sono stato mandato per questo». E andava predicando nelle sinagoghe della Galilea.

a. Andò in un luogo deserto: Gesù conosceva il valore dei momenti di solitudine con Dio Padre. Passava la maggior parte del Suo tempo a ministrare tra la gente, ma aveva bisogno anche di momenti come questo in un luogo deserto.

i. La grande opera che Gesù fece durante il Suo ministero non attingeva alle risorse della Sua natura divina, ma alla Sua costante comunione con Dio Padre e alla potenza di Dio Spirito Santo. Il tempo passato in un luogo deserto era essenziale per la Sua opera.

b. Bisogna che io annunzi la buona novella del regno di Dio anche alle altre città: Insegnava riguardo al regno di Dio, nel senso che annunciava la presenza del Re e correggeva le idee sbagliate che la gente aveva riguardo al regno.

c. Perché sono stato mandato per questo: A questo punto, Gesù considerava la predicazione della buona novella del regno il Suo ministero principale. I miracoli erano una parte di quell’opera, ma non il Suo obiettivo primario.

d. E andava predicando nelle sinagoghe della Galilea: Su questo si posava chiaramente l’enfasi dell’opera di Gesù prima della grande opera di espiazione sulla croce: era un insegnante e un predicatore, sia all’aperto che nei luoghi di culto. La Sua opera di miracoli e guarigioni era impressionante, ma non fu mai il fulcro del Suo ministero.

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