Matteo 24 – Il Sermone Profetico di Gesù
A. Distruzione del tempio e sue implicazioni.
1. (1-2) Gesù predice la distruzione del tempio.
Ora, mentre Gesù usciva dal tempio e se ne andava, i Suoi discepoli gli si accostarono per fargli osservare gli edifici del tempio. Ma Gesù disse loro: «Non vedete voi tutte queste cose? In verità vi dico che non resterà qui pietra su pietra che non sarà diroccata».
a. Mentre Gesù usciva dal tempio e se ne andava: Gesù non avrebbe più conteso con i capi religiosi e non si sarebbe più recato al tempio nel Suo ministero terreno. Con enfasi usciva… e se ne andava.
i. Usciva… e se ne andava: “C’è un’enfasi particolare sull’accezione del verbo. Stava andando via come qualcuno che non aveva intenzione di tornare.” (Bruce)
ii. “Si avvicinarono al loro Maestro, che si trovava in uno stato di profonda preoccupazione, e cercarono di cambiare la corrente cupa dei Suoi pensieri invitandolo a volgere lo sguardo verso la struttura sacra.” (Bruce)
b. I Suoi discepoli gli si accostarono per fargli osservare gli edifici del tempio: In seguito alla distruzione del tempio di Salomone, quello attuale era stato edificato originariamente da Zorobabel ed Esdra (Esdra 6:15). Erode il Grande (che era al potere alla nascita di Gesù) lo ampliò e lo migliorò notevolmente. Questo tempio era stato il centro della vita giudaica per quasi mille anni – a tal punto che era pratica diffusa giurare per il tempio (Matteo 23:16) e poteva essere considerata bestemmia qualsiasi parola contro di esso (Atti 6:13).
i. “Flavio Giuseppe il giudeo (Antichità Giudaiche 15.14) ci racconta che per otto anni interi [Erode il Grande] fece lavorare 10.000 uomini; e che in quanto a magnificenza e maestosità superava il tempio di Salomone.” (Trapp)
ii. Con il lavoro di Erode il tempio diventò immenso: aveva una lunghezza di quasi 500 iarde o metri e una larghezza di quasi 400 iarde o metri. Il piano di ricostruzione di Erode ebbe inizio nel 19 a.C. e fu terminato solo nel 63 d.C., richiedendo più di 80 anni. Il tempio fu completato solo sette anni prima della sua distruzione.
iii. Il Secondo Tempio, tuttavia, non era soltanto grande, era anche stupendo. Lo storico ebreo Flavio Giuseppe racconta che il tempio era ricoperto di lastre d’oro che, quando il sole le illuminava, erano accecanti alla vista. Dove non c’era l’oro, c’erano dei blocchi di marmo di un bianco così candido che da lontano faceva credere agli stranieri che il tempio fosse ricoperto di neve.
c. Non vedete voi tutte queste cose? I discepoli volevano che Gesù guardasse ai meravigliosi edifici; Gesù disse loro di girarsi e di guardare attentamente a quelle cose.
i. “Queste cose, e non edifici, suggeriscono indifferenza verso lo splendore ammirato dai discepoli.” (Bruce)
d. Non resterà qui pietra su pietra: Circa 40 anni dopo le parole pronunciate da Gesù, ci fu in Palestina una rivoluzione ebraica su larga scala contro i Romani, dove inizialmente conseguirono molte vittorie. Ma, alla fine, i soldati romani schiacciarono i ribelli. Nel 70 d.C. Gerusalemme fu rasa al suolo, tempio incluso – proprio come predetto da Gesù.
i. “Tito (si dice) avrebbe voluto evitare che il tempio, una delle meraviglie del mondo, fosse bruciato, ma non ci riuscì, tale era la furia dei suoi soldati, messa in atto senza dubbio da Dio.” (Trapp)
ii. Si dice che alla caduta di Gerusalemme gli ultimi superstiti ebrei della città fuggirono al tempio, essendo la costruzione più robusta e sicura della città. I soldati romani lo circondarono e uno di loro, ubriaco, appiccò il fuoco che subito travolse l’intero edificio. Le rifiniture ornamentali in oro del tetto si sciolsero e si fecero strada tra le fessure delle pareti in pietra del tempio. Per recuperare l’oro, il comandante romano ordinò che il tempio fosse smantellato fino all’ultima pietra. La distruzione fu così massiccia che oggi è davvero difficile capire dove si trovassero esattamente le fondamenta del tempio.
iii. “Flavio Giuseppe racconta che le pietre erano bianche e forti; quindici metri di lunghezza, sette di larghezza e cinque di spessore. Antichità b. 15. c. xi.” (Clarke)
e. Che non sarà diroccata: Questa profezia si adempì letteralmente. C’era un tempio reale, che fu realmente distrutto. L’adempimento letterale di questa profezia stabilisce il tono delle altre profezie di questo capitolo. Dovremmo aspettarci un adempimento letterale anche di queste.
i. “Si può anche osservare il poco valore che Dio dà alle splendide case di preghiera quando vengono convertite in covi di ladroni.” (Poole)
2. (3) La predizione di Gesù fa sorgere due domande.
Poi, mentre Egli era seduto sul monte degli Ulivi, i discepoli gli si accostarono in disparte, dicendo: «Dicci, quando avverranno queste cose? E quale sarà il segno della Tua venuta e della fine dell’età presente?»
a. Mentre Egli era seduto sul monte degli Ulivi: Distanti dal tempio, ma con ancora lo sguardo rivolto là, i discepoli fecero a Gesù delle domande sulla Sua audace predizione riguardo alla distruzione del tempio.
i. Era il momento giusto per un discorso come questo. I capi religiosi avevano respinto Gesù e presto Lo avrebbero consegnato ai Romani per farlo crocifiggere. Era a conoscenza del destino amaro che attendeva Gerusalemme e voleva dare speranza e fiducia ai Suoi discepoli, che dopo poco sarebbero stati messi grandemente alla prova.
b. Quando avverranno queste cose? Gesù aveva appena detto che il tempio sarebbe stato completamente distrutto. È logico che i discepoli volessero sapere quando ciò sarebbe accaduto. Gesù affronterà questa domanda, ma solo nel contesto della risposta alle due domande successive.
c. E quale sarà il segno della Tua venuta e della fine dell’età presente? È probabile che i discepoli pensassero di aver posto un’unica domanda. Nelle loro menti la distruzione del tempio e la fine dell’età presente erano probabilmente connesse. In realtà, però, fecero due domande (alcuni dicono tre), delle quali la seconda riceverà risposta nel resto di questo capitolo.
i. “I discepoli non avevano formulato così le loro domande. Con ogni probabilità le presentarono come un’unica richiesta, ritenendo che tutte queste cose sarebbero accadute contemporaneamente. La risposta di Gesù era intesa principalmente a correggere questo malinteso.” (Morgan)
ii. Può anche darsi che questa seconda domanda sia stata posta mentre ricordavano gli eventi relativi alla distruzione del primo tempio: Il Tempio di Salomone era stato distrutto nel contesto del giudizio nazionale e dell’esilio.
d. E quale sarà il segno della Tua venuta e della fine dell’età presente? Rispondendo a questa seconda importante domanda, Gesù farà molti commenti e predizioni specifiche sugli ultimi tempi. Queste predizioni sono state fonte di grande disaccordo tra i cristiani che hanno cercato di comprenderle. Perché Gesù non l’ha semplicemente detto in modo così chiaro da eliminare ogni possibilità di fraintendimento?
i. Una ragione per cui la profezia può sembrare vaga o imprecisa è perché Dio vuole che ogni epoca abbia ragioni di essere pronta per il ritorno di Gesù. Non dobbiamo pensare al ritorno di Gesù come a un evento distante su una linea temporale, piuttosto come a qualcosa a cui stiamo correndo parallelamente sin dal giorno di Pentecoste.
ii. Altri ritengono che Dio abbia avuto l’intenzione di tenere il futuro alquanto vago e nebuloso per confondere il diavolo, proprio come la stessa resurrezione del Messia era poco chiara nell’Antico Testamento.
iii. Sebbene esistano interpretazioni profetiche differenti, siamo sicuri di questo: Egli sta tornando e noi dobbiamo essere pronti.
B. Lo scorrere della storia fino al ritorno di Gesù.
1. (4-8) Gesù descrive in maniera generale le condizioni del mondo durante il periodo tra la Sua Ascensione e il momento immediatamente precedente alla Sua seconda venuta.
E Gesù, rispondendo, disse loro: «Guardate che nessuno vi seduca! Poiché molti verranno nel mio nome, dicendo: “Io sono il Cristo”; e ne sedurranno molti. Allora sentirete parlare di guerre e di rumori di guerre; guardate di non turbarvi, perché bisogna che tutte queste cose avvengano, ma non sarà ancora la fine. Infatti, si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno; vi saranno carestie, pestilenze e terremoti in vari luoghi. Ma tutte queste cose saranno soltanto l’inizio delle doglie di parto».
a. Guardate che nessuno vi seduca: Fin dall’inizio Gesù avvertì i discepoli che molti sarebbero stati sedotti nell’attesa del Suo ritorno. Ci sono stati momenti nella storia della chiesa in cui sono state fatte predizioni avventate e ci si è affidati ad esse, causando grande delusione, disincanto e allontanamento.
i. Un esempio degno di nota fu l’attesa profetica del 1844 con William Miller negli Stati Uniti. A causa delle sue interpretazioni profetiche, dei suoi calcoli e delle sue pubblicazioni, centinaia di migliaia di persone negli Stati Uniti erano convinte che Gesù sarebbe ritornato nel 1844. Quando ciò non avvenne, ci fu grande delusione, alcuni si allontanarono dalla fede e per il fervore profetico si formarono alcuni gruppi settari.
b. Guardate di non turbarvi, perché bisogna che tutte queste cose avvengano, ma non sarà ancora la fine: Le cose che Gesù menziona in questa sezione non costituiscono i segni specifici della fine. Cose come falsi messia, guerre, carestie, pestilenze e terremoti hanno sicuramente contrassegnato la storia dell’uomo fin dal tempo dell’Ascensione di Gesù, ma non sono segni specifici della fine. In effetti, Gesù disse: “Ci saranno catastrofi, ma non saranno avvisaglie della fine”.
i. Nel mezzo di grandi guerre, di grandi carestie o di grandi terremoti è naturale credere che il mondo si stia avvicinando alla fine. Ma Gesù dice che c’è un segno molto più specifico che segnalerà il Suo ritorno e lo descriverà più avanti.
ii. “Un chiaro obiettivo di questo capitolo è di evitare un’eccitazione prematura per la parusia.” (France)
c. Ma tutte queste cose saranno soltanto l’inizio delle doglie di parto: Nonostante nessuno di questi eventi sia un segno specifico della fine, nel loro insieme sono un segno. Quando Gesù descrive queste calamità come principio di dolori (Nuova Riveduta), le chiama letteralmente l’inizio delle doglie di parto. Proprio come accade con le doglie di parto, dovremmo aspettarci che le cose menzionate – guerre, carestie, terremoti e così via – diventino più frequenti e più intense man mano che ci avviciniamo al ritorno di Gesù – senza che nessuna di queste cose sia il segno specifico della fine.
i. “L’inizio: un tale accumulo di orrori potrebbe sembrare agli inesperti la fine, ecco perché l’osservazione per evitare il panico.” (Bruce)
2. (9-14) Gesù descrive ciò che i Suoi discepoli devono aspettarsi nel periodo tra la Sua Ascensione e la Seconda Venuta.
«Allora vi sottoporranno a supplizi e vi uccideranno; e sarete odiati da tutte le genti a causa del mio nome. Allora molti si scandalizzeranno, si tradiranno e si odieranno l’un l’altro. E sorgeranno molti falsi profeti, e ne sedurranno molti. E perché l’iniquità sarà moltiplicata, l’amore di molti si raffredderà; ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. E questo evangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo in testimonianza a tutte le genti, e allora verrà la fine».
a. Vi sottoporranno a supplizi e vi uccideranno: Nel periodo dopo l’ascensione di Gesù e prima del Suo ritorno, i Suoi discepoli devono aspettarsi di essere perseguitati. Ciò potrebbe far credere ai Suoi seguaci che la fine sia vicina, ma nemmeno questo è il segno specifico del Suo ritorno.
i. “Piuttosto, Allora vi consegneranno all’afflizione… Con una figura retorica audace, l’afflizione viene qui personificata. Dovranno essere consegnati nelle mani stesse dell’afflizione per essere tormentati da tutti i modi più ingegnosi di tortura.” (Clarke)
ii. Si tradiranno… l’un l’altro: “La persecuzione avrebbe rivelato i traditori all’interno della Chiesa, così come i nemici all’esterno.” (Spurgeon)
b. Sorgeranno molti falsi profeti, e ne sedurranno molti: Nel periodo tra l’ascensione di Gesù e il Suo ritorno, i discepoli di Gesù vedranno molti falsi profeti e il loro successo. Ma nemmeno questi sono il segno specifico del Suo ritorno.
i. Ne sedurranno molti: “È terribile che tali insegnanti abbiano anche un solo discepolo! È doppiamente triste che siano in grado di sviarne ‘molti’. Eppure, quando ciò avverrà, ricordiamoci che il Re ha detto che sarebbe stato così.” (Spurgeon)
c. L’iniquità sarà moltiplicata, l’amore di molti si raffredderà: Nel periodo dopo l’ascensione di Gesù e prima del Suo ritorno, i Suoi discepoli devono aspettarsi di vedere la società peggiorare sempre più. Ma nemmeno questo è il segno specifico del Suo ritorno.
i. “E l’iniquità porterà al raffreddamento dell’amore, un collegamento da tener presente. L’amore di gran parte degli uomini (traduzione RSV) è letteralmente ‘l’amore di molti’.” (France)
ii. “Qui abbiamo qualcosa per cui tremare: ‘Perché l’iniquità sarà moltiplicata’, — che è peggio di una pestilenza; ‘l’amore di molti si raffredderà’, — che è peggio della persecuzione. Come tutta l’acqua all’esterno di un vascello non può danneggiarlo finché non viene imbarcata dallo stesso, così le persecuzioni esterne non possono davvero ferire la Chiesa di Dio. Ma, quando la malizia trasuda all’interno della Chiesa e l’amore del popolo di Dio si raffredda, — ah, allora il vascello è in grave pericolo.” (Spurgeon)
iii. “Se il cuore si raffredda, tutto sarà fatto con freddezza. Quando l’amore diminuisce, che predicazione fredda che avremo! Sarà come la luce della luna senza calore; sarà liscia come il marmo, ma altrettanto fredda. Anche il canto sarà freddo, — bella musica, suonata dai flauti e dal vento, ma oh, quanto scarseggerà il canto dell’anima! — quanto sarà poco il canto nello Spirito Santo, creare melodie nel proprio cuore a Dio! Quanto saranno misere le preghiere! E lo chiami pregare? Quanto sarà scarso il dare! Quando il cuore è freddo, le mani non trovano nulla nel borsellino; e la Chiesa di Cristo, i poveri di Cristo e i pagani possono perire, perché dobbiamo accumulare per noi stessi e vivere per arricchirci. C’è forse qualcosa che va avanti come dovrebbe quando l’amore si raffredda?” (Spurgeon)
d. E questo evangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo in testimonianza a tutte le genti, e allora verrà la fine: Gesù ha altresì promesso che prima della fine il vangelo avrebbe raggiunto tutto il mondo. La persecuzione, i falsi profeti e il degrado generale della società non avrebbero impedito la diffusione del vangelo.
i. “Alcuni sostengono che ciò è già avvenuto e che quindi la fine dell’età presente è necessariamente vicina. Questa conclusione è però suscettibile di gravi dubbi. Tutto dipende dal significato delle parole ‘in testimonianza’.” (Morgan)
ii. La chiesa deve prendere sul serio questo suo dovere. Tuttavia, Dio ha assicurato che ciò accadrà: Poi vidi un altro angelo che volava in mezzo al cielo e che aveva l’evangelo eterno da annunziare agli abitanti della terra e ad ogni nazione, tribù, lingua e popolo, e diceva a gran voce: «Temete Dio e dategli gloria, perché l’ora del Suo giudizio è venuta». (Apocalisse 14:6-7)
C. Gesù descrive il segno della Sua venuta e della fine dell’età presente.
1. (15) Il segno: l’abominazione della desolazione, predetta dal profeta Daniele.
«Quando dunque avrete visto l’abominazione della desolazione, predetta dal profeta Daniele, posta nel luogo santo (chi legge intenda)».
a. Quando… avrete visto l’abominazione della desolazione: In sostanza, l’abominazione della desolazione parla della profanazione estrema di un tempio ebraico, il posizionamento di un’immagine idolatrica nel luogo santo stesso, che porterà inevitabilmente al giudizio di Dio. È l’abominazione che provoca desolazione.
i. Nel vocabolario del giudaismo del tempo, un’abominazione era soprattutto una forma offensiva di culto idolatrico. Gesù descriveva una grave forma di idolatria, posta nel luogo santo, che porta con sé grande distruzione (desolazione).
ii. “Il sacrilegio desolante è la resa letterale dell’espressione in greco… ‘Abominazione’, nel linguaggio dell’Antico Testamento, rappresenta un affronto idolatrico al vero culto a Dio.” (France)
b. Posta nel luogo santo: Ciò vuol dire che l’abominazione della desolazione ha luogo nel tempio ebraico. Questo è l’unico significato chiaro dell’espressione “luogo santo”. Alcuni ritengono che ciò si sia verificato in un precedente tempio ebraico, prima che fosse distrutto nel 70 d.C. Altri – più correttamente – credono che avverrà nel luogo santo di un tempio ricostruito.
i. Per secoli non c’è stata che una piccola presenza ebraica in Giudea e a Gerusalemme. La loro presenza nella regione era certa e continua, ma pur sempre ridotta. È impensabile che una presenza così debole potesse ricostruire il tempio. Pertanto, l’adempimento di questa profezia era estremamente improbabile fino a quando Israele fu riunito come nazione nel 1948. Il ristabilimento di una nazione che il mondo non aveva visto per circa 2000 anni è un evento straordinario nell’adempimento e anche nel futuro adempimento della profezia.
ii. Coloro che ritengono che gli eventi di Matteo 24 si siano compiuti totalmente o in gran parte nel 70 d.C. incontrano a questo punto una difficoltà.Non c’è alcuna prova concreta che quello che secondo loro era l’abominazione della desolazione (gli eserciti romani o i loro vessilli) sia mai stata eretta come immagine idolatrica nel luogo santo del tempio. Invece, il tempio fu distrutto prima che i Romani vi entrassero.
iii. Per questo motivo, coloro che hanno questo tipo di approccio interpretativo spesso danno una nuova definizione del luogo santo, come fa Bruce: “Naturalmente si pensa al tempio o alla santa città e ai suoi dintorni, ma un ‘luogo santo’, secondo lo stile profetico, potrebbe indicare la terra santa”.
iv. “L’accezione normale di hagios topos (‘luogo santo’) si riferisce al complesso del tempio… Ma, quando i Romani avevano effettivamente dissacrato il tempio nel 70 d.C., era ormai troppo tardi perché le persone in città potessero fuggire.” (Carson)
c. Predetta dal profeta Daniele: L’espressione “abominazione della desolazione” è tratta dal libro di Daniele. Forze da lui mandate si leveranno per profanare il santuario-fortezza, sopprimeranno il sacrificio continuo e vi collocheranno l’abominazione che causa la desolazione (Daniele 11:31). Questa è la descrizione della completa profanazione del tempio, prefigurata da Antioco Epifane nel periodo tra l’Antico Testamento e il Nuovo Testamento.
i. Paolo ne approfondisce il futuro adempimento in 2 Tessalonicesi 2:3-4: Quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e prima che sia manifestato l’uomo del peccato, il figlio della perdizione, l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto ciò che è chiamato dio o oggetto di adorazione, tanto da porsi a sedere nel tempio di Dio come Dio, mettendo in mostra sé stesso e proclamando di essere Dio.
ii. “Il discorso in sé è senza dubbio una fonte per le Epistole Tessalonicesi… possiamo dire che Gesù stesso stabilisce il modello per l’escatologia della chiesa.” (Carson)
iii. Daniele 12:11 fornisce ulteriori indicazioni: Ora, dal tempo in cui sarà abolito il sacrificio continuo e sarà eretta l’abominazione che causa la desolazione, vi saranno milleduecentonovanta giorni (fino alla fine). Quando questo segno sarà stato istituito, la fine potrà essere determinata – mancheranno quasi tre anni e mezzo alla consumazione di tutte le cose.
iv. Attraverso i secoli l’approccio interpretativo più comune alle predizioni di Gesù in questo capitolo è considerarle tutte, o quasi, adempiute nella grande distruzione che si abbatté su Gerusalemme e sulla Giudea nel 70 d.C. Per certi versi, questo tipo di approccio è allettante, soprattutto perché facilita la comprensione delle parole di Gesù in Matteo 24:34. Tuttavia, l’approccio che vede il compimento di questo capitolo in toto o in gran parte nel 70 d.C. è completamente inadeguato per quanto riguarda il suo presunto adempimento dell’abominazione della desolazione. Secondo questa interpretazione, l’abominazione della desolazione viene quasi sempre identificata con gli eserciti romani o i loro stendardi.
v. Tuttavia, quando comprendiamo l’importanza e ciò che viene detto a proposito di questo evento – l’abominazione della desolazione – dobbiamo dare priorità a tale evento, una priorità maggiore anche dell’interpretazione più semplice di Matteo 24:34.
· È il segno cruciale menzionato in Matteo 24.
· È l’avvertimento a fuggire menzionato in Matteo 24.
· È il segno della consumazione di tutte le cose in Daniele 9:27.
· È il segno prefigurato da Antioco Epifane in Daniele 11:31.
· È l’indicatore preciso dei giorni che mancano alla fine in Daniele 12:11.
· È la manifestazione dell’uomo del peccato in 2 Tessalonicesi 2:3-4.
· È l’immagine della bestia in Apocalisse 13:14-15.
vi. Considerando questi passi nel loro significato immediato, l’abominazione della desolazione non può essere l’esercito romano o le insegne sotto cui marciava; non può trattarsi di un governo totalitario o di una qualunque altra congettura. L’abominazione della desolazione deve essere una sorta di immagine dell’Anticristo collocata in un vero e proprio tempio, che sarà il segno decisivo della fine. Ciò significa che, per la maggior parte, le predizioni di Gesù di Matteo 24 non si sono ancora adempiute; o che almeno la distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C. era una figura di questo adempimento, proprio come la profanazione del tempio sotto Antioco Epifane fu una figura della finale abominazione della desolazione.
d. Chi legge intenda: Qui Gesù (supponendo che abbia pronunciato queste parole e che non siano state aggiunte da Matteo) ci indirizza di nuovo al punto centrale di comprensione, l’abominazione della desolazione. Era quasi come se avesse detto: “Non tralasciate questo aspetto. Se non lo capite, non capirete molte altre cose”. E questo è esattamente l’errore di molti che, seppur con buone intenzioni, fraintendono il chiaro significato dell’abominazione della desolazione. Chi legge intenda!
2. (16-20) Gesù avverte su ciò che andrà fatto quando l’abominazione della desolazione apparirà: fuggite subito.
«Allora coloro che sono nella Giudea fuggano ai monti. Chi si trova sulla terrazza della casa, non scenda a prendere qualcosa di casa sua; e chi è nei campi, non torni indietro a prendere il suo mantello. Ma guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni! E pregate che la vostra fuga non accada d’inverno, né di sabato».
a. Allora coloro che sono nella Giudea fuggano: Sono avvertimenti rivolti in maniera specifica agli Israeliti. La Giudea, la terrazza della casa e il sabato fanno tutti riferimento a un contesto ebraico.
i. “La sorte di un rifugiato è già abbastanza difficile senza ulteriori impedimenti.” (France)
ii. Alla luce del contesto più ampio di questo capitolo, le parole di Gesù vanno intese soprattutto per coloro che vedranno l’abominazione della desolazione negli ultimi giorni, durante la grande tribolazione – eventi che devono ancora verificarsi.
iii. Eppure, non c’è alcun dubbio che, per certi versi, la catastrofe che si abbatté sulla Giudea e soprattutto su Gerusalemme nel 70 d.C. fu una prefigurazione di quell’evento futuro; una prefigurazione imperfetta dell’adempimento finale. Per questa ragione, praticamente tutti i cristiani fuggirono da Gerusalemme e dalla Giudea negli anni che precedettero il 70 d.C., quando le armate romane giunsero nella zona con l’intento di sedare la ribellione giudaica nella provincia romana della Palestina.
iv. “Esiste una tradizione ragionevolmente buona secondo cui i cristiani abbandonarono la città, forse nel 68 d.C., più o meno a metà dell’assedio.” (Carson)
v. “Eusebio ed Epifanio affermano che in questa fase, dopo che Cestio Gallo aveva tolto l’assedio e Vespasiano si stava avvicinando con le sue truppe, tutti coloro che credevano in Cristo lasciarono Gerusalemme e fuggirono a Pella e in altri luoghi al di là del fiume Giordano; così, tutti loro scamparono meravigliosamente al naufragio generale del loro Paese: non uno di loro perì.” (Clarke)
vi. Purtroppo, i Giudei non fecero lo stesso. “Il consiglio di Gesù era che, quando sarebbe arrivato quel giorno, gli uomini sarebbero dovuti fuggire sui monti. Ma non lo fecero; da tutto il Paese si riversarono in città e dentro le mura di Gerusalemme, un gesto folle che centuplicò l’orrore della carestia provocata dall’assedio.” (Barclay)
b. Allora coloro che sono nella Giudea fuggano: Questo perché, nel momento dell’apparizione dell’abominazione della desolazione, la desolazione si riverserà prima in Giudea e perché la chiesa non avrà alcun ruolo in questo momento, essendo già stata rapita per incontrare Gesù nell’aria (1 Tessalonicesi 4:16-17).
i. Poiché Gesù parlò ai Suoi discepoli dell’abominazione della desolazione (che verrà eretta dall’Anticristo nel mezzo della Grande Tribolazione) e li avvertì di questa futura distruzione nel corso della Grande Tribolazione, alcuni cristiani credono che tutti i cristiani attraverseranno la Grande Tribolazione. A loro sembra evidente. Perché Gesù avrebbe detto queste cose ai Suoi discepoli se i Suoi discepoli non le avrebbero sperimentate?
ii. La risposta è semplice. Sappiamo da questo e da altri passi che Dio toglierà la Sua chiesa prima della furia della Grande Tribolazione, rapendola per incontrare Gesù nell’aria (1 Tessalonicesi 4:16-17). Questa informazione è sì preziosa per i seguaci di Gesù affinché comprendano i Suoi piani per il futuro, ma è preziosa soprattutto per coloro che diventeranno Suoi discepoli durante la Grande Tribolazione, dopo che la chiesa non ci sarà più.
iii. Faremo bene a ricordare che i discepoli che udirono Gesù pronunciare queste parole non videro nulla di queste cose. Tuttavia, fu comunque buono per loro ascoltarle. Anche se i cristiani non entreranno nella Grande Tribolazione, è sempre un bene per loro – e per coloro che diventeranno cristiani nel corso della tribolazione – sapere ciò che accadrà durante quel tempo. Gesù stava parlando a tutte le epoche.
3. (21-28) Ciò che verrà dopo l’abominazione della desolazione: una tribolazione così grande.
«Perché allora vi sarà una tribolazione così grande, quale non vi fu mai dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà. E se quei giorni non fossero abbreviati, nessuna carne si salverebbe; ma a motivo degli eletti quei giorni saranno abbreviati. Allora se qualcuno vi dice: “Ecco, il Cristo è qui”, oppure “È là”, non gli credete. Perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e miracoli tanto da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti. Ecco, io ve l’ho predetto. Se dunque vi dicono: “Ecco è nel deserto”, non vi andate: “Ecco è nelle stanze segrete”, non ci credete. Infatti, come il lampo esce da levante e sfolgora fino a ponente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Poiché dovunque sarà il carname, lì si aduneranno le aquile».
a. Una tribolazione così grande, quale non vi fu mai dal principio del mondo fino ad ora: Gesù ha detto che questo sarà il momento più terribile della storia. Se pensiamo alle terribili guerre, pestilenze, carestie e genocidi che la storia ha conosciuto, questa è un’affermazione che fa riflettere. Quando Dio riverserà la Sua ira su un mondo che Lo rifiuta, ci sarà veramente una grande tribolazione.
i. Coloro che ritengono che gli eventi di Matteo 24 si siano compiuti totalmente o in gran parte nel 70 d.C. si trovano nella scomoda posizione di dover sostenere che la calamità che colpì Gerusalemme a quel tempo fu la peggiore catastrofe di tutta la storia. Non è possibile difendere adeguatamente questa posizione dal punto di vista storico. Per quanto fosse stata grave la catastrofe del 70 d.C., ci sono state successivamente guerre e calamità persino peggiori.Questo ci ricorda che la grande tribolazione – quel tempo di catastrofe quale non vi fu mai dal principio del mondo fino ad ora – non si è ancora adempiuta.
b. Ecco, il Cristo è qui: Nessuno deve lasciarsi ingannare riguardo alla natura della venuta di Gesù. Non sarà segreta o privata, ma chiara come un lampo che sfolgora nel cielo.Tuttavia, nel mezzo di una tale tribolazione, ci sarà la tentazione di andare alla ricerca di falsi messia (sorgeranno falsi cristi e falsi profeti).
i. Come il lampo esce da levante e sfolgora fino a ponente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo: “La venuta di Cristo sarà improvvisa, sorprendente, universalmente visibile e terrificante per gli empi.” (Spurgeon)
ii. La venuta del Figlio dell’uomo: “Parusia (‘venuta’) è un termine usato solo in questo capitolo nei Vangeli (vv. 3, 27, 37, 39), anche se nelle Epistole viene usato più volte riguardo al ritorno di Gesù in gloria. Il suo significato letterale è ‘presenza’ (come in 2 Corinzi 10:10), ma viene impiegato per le visite ufficiali di persone di rango superiore, per le visite di Stato e anche per le visitazioni divine, da cui l’uso tecnico per indicare la ‘visitazione’ finale di Gesù.” (France)
c. Poiché dovunque sarà il carname, lì si aduneranno le aquile: Si tratta di un’affermazione difficile. Era probabilmente una figura retorica per dire: “Quando il giudizio sarà pronto, certamente verrà”.
4. (29-31) Ciò che verrà dopo la grande tribolazione: il ritorno di Gesù Cristo.
«Ora, subito dopo l’afflizione di quei giorni, il sole si oscurerà e la luna non darà il suo chiarore, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate. E allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo; e tutte le nazioni della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del cielo con potenza e grande gloria. Ed Egli manderà i suoi angeli con un potente suono di tromba; ed essi raccoglieranno i Suoi eletti dai quattro venti, da una estremità dei cieli all’altra».
a. Il sole si oscurerà e la luna non darà il suo chiarore: Parecchi passi profetici descrivono gli sconvolgimenti cosmici che precederanno e accompagneranno il glorioso ritorno di Gesù (Gioele 2:10, Apocalisse 6:12-14, Isaia 34:4).
b. Apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo: È difficile dire quale sarà questo segno. Sembra precedere il Suo ritorno, come si legge in Apocalisse 19:11. Forse questo segno sarà collegato in qualche modo agli incredibili stravolgimenti cosmici che precederanno il grande evento.
i. Alcuni, alla luce della visione avuta dall’Imperatore Romano Costantino, pensavano che il segno del Figlio dell’uomo sarebbe stato una croce nel cielo. È più probabile che si tratti semplicemente di un modo per descrivere il ritorno fisico e visibile di Gesù sulla terra dal cielo.
ii. “Alcuni fanno notare che semeion è la traduzione della Versione dei Settanta per ‘stendardo’ o ‘bandiera’, a cui si fa riferimento nell’Antico Testamento come segnale per la raccolta del popolo di Dio.” (France)
iii. Barclay circa semeion: “È la parola comunemente usata per indicare l’arrivo di un governatore nella sua provincia o l’arrivo di un re tra i suoi sudditi. Descrive normalmente un arrivo in autorità e potere”.
c. Vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del cielo con potenza e grande gloria: Questo è il compimento della fine, indicato dal segno dell’abominazione della desolazione. Poiché tutto ciò non è ancora accaduto, non ha avuto luogo nemmeno l’abominazione della desolazione.
i. Come già detto, coloro che affermano che tutti o gran parte degli eventi di Matteo 24 si siano compiuti durante la conquista romana di Gerusalemme e della Giudea nel 70 d.C. si trovano in una posizione non invidiabile. Spesso dichiarano che Gesù ha adempiuto la venuta sulle nuvole del cielo del Figlio dell’uomo con potenza e grande gloria quando è “venuto” a giudicare i Giudei nel 70 d.C.
ii. Persino alcuni di quelli che credono che la maggior parte degli eventi di Matteo 24 si sia adempiuta con la caduta di Gerusalemme si rendono conto che si tratta di una forzatura eccessiva. “Dall’esposizione precedente risulta che la venuta del Figlio dell’uomo non va identificata con il giudizio di Gerusalemme.” (Bruce)
5. (32-35) Gesù parla ancora della cronologia di questi eventi.
«Ora imparate dal fico questa similitudine: quando ormai i suoi rami s’inteneriscono e le fronde germogliano, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che Egli è vicino, anzi alle porte. In verità vi dico che questa generazione non passerà, finché tutte queste cose non siano avvenute. Il cielo e la terra passeranno, ma le Mie parole non passeranno».
a. Ora imparate dal fico questa similitudine: Il fico ha un andamento regolare. Spuntano le foglie e poi arriva l’estate. Quando vedi le foglie, sai che l’estate è vicina.
i. Il fico era un comune albero da frutta in Israele. Viene menzionato molte volte nell’Antico Testamento, soprattutto come descrizione dell’abbondanza della terra. A volte i fichi o gli alberi di fico sono utilizzati anche come simboli o immagini. Per esempio, nei passi di Geremia 24:1-10 e Osea 9:10 i fichi o gli alberi di fico vengono usati come rappresentazione d’Israele.
ii. Tuttavia, gran parte dei riferimenti dell’Antico Testamento al fico sono semplicemente degli esempi di benedizione agricola. Sembra però che qui Gesù non faccia tanto riferimento al fico in quanto tale, quanto al fatto che il fico segue dei cicli di crescita costanti in relazione alle stagioni. Ciò è visibile soprattutto quando si paragona questo passo a Luca 21:29-31: Osservate il fico e tutti gli alberi. Quando essi cominciano a mettere i germogli, vedendoli, voi stessi riconoscete che l’estate è vicina; così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
b. Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino, anzi alle porte: Gesù assicurò che, quando questi segni si sarebbero manifestati come aveva predetto (l’abominazione della desolazione, seguita dalla grande tribolazione, seguita dai segni nel cielo), il Suo ritorno sulla terra sarebbe stato il passo successivo. Al germogliare di un albero di fico segue un risultato inevitabile: l’estate è vicina e il frutto è in arrivo. Allo stesso modo, quando si vedranno questi segni, seguirà inevitabilmente la venuta di Gesù in gloria con la Sua chiesa in questo mondo.
i. In realtà, è proprio come Daniele profetizzò in Daniele 12:11. La fine verrà 1290 giorni dopo l’abominazione della desolazione. Gesù ci assicura che le agonie della Grande Tribolazione non continueranno all’infinito, ma avranno una fine.
ii. Fino a questo punto, Gesù ha fornito un’importante descrizione degli eventi degli ultimi tempi.
· Ci saranno catastrofi e persecuzioni, ma di per sé non saranno il segno della fine.
· Si presenterà un segno cruciale: l’abominazione della desolazione.
· Dopo l’apparizione dell’abominazione della desolazione, Israele viene avvertito di fuggire.
· Sulla scia dell’abominazione della desolazione arriveranno la grande tribolazione e gli stravolgimenti cosmici.
· Il culmine di tutto ciò sarà il ritorno di Gesù Cristo in gloria sulla terra.
c. In verità vi dico che questa generazione non passerà, finché tutte queste cose non siano avvenute: Quest’affermazione è una delle ragioni principali per cui molti ritengono che tutti o quasi tutti gli eventi di questo capitolo si siano verificati nel 70 d.C., circa 40 anni dopo che Gesù aveva pronunciato queste parole. Tuttavia, come già sostenuto in precedenza, asserire questo significa forzare notevolmente l’interpretazione più naturale dell’abominazione della desolazione, della gravità della grande tribolazione, dei segni cosmici e della venuta del Figlio dell’uomo. È meglio lasciare che quei passi abbiano il loro significato più naturale e collocare tale promessa in quel contesto.
i. La generazione intesa da Gesù non può essere quella dei discepoli, perché questi non videro mai il ritorno di Gesù in gloria come descritto in Matteo 24:30. Si tratta senza dubbio della generazione che vedrà questi segni. Questi eventi e il ritorno di Gesù non avranno luogo in un arco di tempo di 1000 anni, ma avverranno in successione.
ii. È stato suggerito che il termine generazione potrebbe essere tradotto anche con “razza”, trattandosi di una promessa secondo cui la razza ebraica non si estinguerà, ma sopravvivrà fino alla fine. Sarebbe una promessa preziosa, ma alcuni commentatori (come, ad esempio, France) affermano che si tratta di una traduzione fatta in modo imbarazzante. Altri, invece, – come Adam Clarke, che credeva fermamente che quasi tutti gli eventi di questo capitolo si fossero compiuti nel 70 d.C. – scrivono: “Questa generazione; cioè, i Giudei non cesseranno di essere un popolo distinto finché non si saranno adempiuti tutti i propositi di Dio relativi a loro e ai Gentili.
D. Altre informazioni sulla Sua venuta, ma con un approccio diverso.
1. (36) Gesù dice che il giorno e l’ora del Suo ritorno non possono essere conosciuti dagli uomini e nemmeno dagli angeli.
«Quanto poi a quel giorno e a quell’ora, nessuno li conosce, neppure gli angeli dei cieli, ma soltanto il Padre mio».
a. Quanto poi a quel giorno e a quell’ora, nessuno li conosce: A questo punto, Gesù fa ritorno alla domanda originale di Matteo 24:3 (quale sarà il segno della Tua venuta?). La Sua risposta è alquanto inaspettata, visto che dice che, quanto a quel giorno e a quell’ora, nessuno li conosce.
i. Per dare a questo concetto il massimo impatto, Gesù dichiarò che tale conoscenza era riservata soltanto al Padre Suo. Il fatto che Gesù stesso – almeno durante il Suo ministero terreno – non conosceva il giorno e l’ora mette in risalto la stoltezza di chiunque più avanti abbia fatto delle predizioni riguardo alle datazioni profetiche.
b. Nessuno li conosce: Sulla base di ciò che Gesù ci ha detto sull’abominazione della desolazione, potremmo aspettarci che il giorno e l’ora esatta si possano conoscere. Dopotutto, Daniele collocò il giorno del ritorno di Gesù esattamente 1290 giorni dopo l’abominazione della desolazione (Daniele 12:11).
i. In questo si pone un dilemma. Com’è possibile che il giorno della venuta di Gesù sia del tutto sconosciuto e allo stesso tempo se ne conosca il giorno esatto secondo Daniele 12:11?
2. (37-39) Gesù dice che la Sua venuta avrà luogo quando il mondo sarà come lo era ai giorni di Noè.
«Ma come fu ai giorni di Noè, così sarà anche alla venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio, le persone mangiavano, bevevano, si sposavano ed erano date in moglie, fino a quando Noè entrò nell’arca; e non si avvidero di nulla, finché venne il diluvio e li portò via tutti; così sarà pure alla venuta del Figlio dell’uomo».
a. Come fu ai giorni di Noè: Gesù spiegò che cosa voleva dire con giorni di Noè. Indica una vita che si svolge nella normalità: mangiavano, bevevano, si sposavano ed erano date in moglie. In altre parole, la vita andrà avanti come al solito; forse in modo riprovevole, ma come al solito.
i. Mangiavano, bevevano, si sposavano ed erano date in moglie: Bruce osserva che “alcuni attribuiscono a questi elementi un significato sinistro: [mangiavano], suggerendo ingordigia perché utilizzato spesso per le bestie, ma anche, con riferimento al mangiare, per gli uomini… [si sposavano ed erano date in moglie], indicando eufemisticamente la licenziosità sessuale da entrambi i lati”. Tuttavia, giunge a questa conclusione: “L’idea sembra piuttosto che tutto andasse avanti come al solito, come se non dovesse accadere nulla”.
ii. Dobbiamo altresì ricordare che i giorni di Noè erano segnati dalla violenza e dall’oppressione demoniaca (Genesi 6:1-5).
b. E non si avvidero di nulla, finché venne il diluvio e li portò via tutti: Le persone ai tempi di Noè erano state avvertite e, alla fine, il giudizio arrivò. Arrivò improvvisamente e inaspettatamente per coloro che avevano ignorato gli avvertimenti.
i. “Che la venuta del Figlio dell’uomo avvenga in un momento sconosciuto può essere vero solo se, in effetti, la vita sembra andare avanti più o meno come sempre – proprio come nei giorni precedenti al diluvio.” (Carson)
ii. In questo si pone un dilemma. Com’è possibile che Gesù venga in un mondo in cui le cose vanno come al solito e, allo stesso, in un mondo che sperimenta le peggiori calamità mai viste sulla terra?
3. (40-44) Gesù avverte i Suoi discepoli di essere pronti per una venuta inaspettata.
«Allora due saranno nel campo; uno sarà preso e l’altro lasciato. Due donne macineranno al mulino, una sarà presa e l’altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete a che ora il vostro Signore verrà. Ma sappiate questo che, se il padrone di casa sapesse a che ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe forzare la casa. Perciò anche voi siate pronti, perché nell’ora che non pensate, il Figlio dell’uomo verrà».
a. Allora due saranno nel campo; uno sarà preso e l’altro lasciato: Qui Gesù fa riferimento a delle curiose sparizioni, di come alcuni saranno rapiti alla venuta del Figlio dell’uomo (come descritto anche in 1 Tessalonicesi 4:16-17).
i. “Preso è lo stesso verbo usato, ad esempio, in 1:20; 17:1; 18:16; 20:17; implica prendere qualcuno per averlo con sé, e perciò qui indica la salvezza piuttosto che la distruzione di colui che viene ‘preso’.” (France)
b. Vegliate dunque, perché non sapete a che ora il vostro Signore verrà: Dal momento che il giorno e l’ora di tale venuta non si possono conoscere, i seguaci di Gesù devono stare costantemente all’erta per la Sua venuta.
i. Ecco di nuovo il dilemma della Seconda Venuta.
· Avverrà in un’ora inaspettata o è predetta chiaramente?
· Tutto si svolgerà come al solito o ci sarà un cataclisma su scala mondiale?
· Saremo noi a incontrarlo nell’aria (1 Tessalonicesi 4:16-17) o sarà Lui a venire con Suoi i santi (Zaccaria 14:5)?
ii. William Barclay descrive un aspetto della difficoltà che si incontra qui: “Abbiamo due sezioni, che sembrano contraddirsi. La prima (vv. 32-35) sembra indicare che, come una persona può dedurre dai segni della natura che l’estate è vicina, così può desumere dai segni del mondo che la Seconda Venuta è prossima… La seconda sezione (vv. 36-41) dice chiaramente che nessuno conosce il tempo della Seconda Venuta, né gli angeli né Gesù stesso, solo Dio; e si abbatterà sugli uomini improvvisamente come un temporale a ciel sereno”.
iii. Il dilemma si risolve osservando che ci sono in realtà due seconde venute. L’una sarà nell’aria per la chiesa – comunemente conosciuta come rapimento. L’altra sarà per il mondo, insieme alla chiesa, comunemente conosciuta come la Seconda Venuta di Gesù. Le “contraddizioni” di Matteo 24 (e di gran parte del resto delle profezie) spesso svanisco quando consideriamo che in realtà si fa riferimento a “due” ritorni di Gesù.
c. Perciò anche voi siate pronti, perché nell’ora che non pensate, il Figlio dell’uomo verrà: Non dobbiamo lasciarci sfuggire l’enfasi. Dobbiamo essere pronti, perché la Sua venuta per noi sarà senza preavviso. Gesù continua con alcune parabole per chiarire il concetto.
i. “Svetonio racconta che la politica di Giulio Cesare era quella di non informare mai i suoi soldati dell’ora stabilita per la partenza o per l’attacco, in modo da averli sempre pronti a muoversi in qualsiasi momento.” (Trapp)
E. Parabola dei due servi.
1. (45-47) Il servo fedele.
«Qual è dunque quel servo fedele e avveduto, che il suo padrone ha preposto ai suoi domestici, per dar loro il cibo a suo tempo? Beato quel servo che il suo padrone, quando egli tornerà, troverà facendo così. In verità vi dico che gli affiderà l’amministrazione di tutti i suoi beni».
a. Beato quel servo che il suo padrone, quando egli tornerà, troverà facendo così: Gesù ci dice che dobbiamo continuare ad operare con diligenza mentre il Signore non c’è. Dobbiamo essere quel servo fedele e avveduto che si occupa degli affari del suo padrone quando lui è assente.
b. In verità vi dico che gli affiderà l’amministrazione di tutti i suoi beni: Gesù ci promette inoltre che saremo ricompensati per la nostra diligenza. I servi servono il padrone, ma il padrone sa come prendersi cura e ricompensare i propri servi.
2. (48-51) Il servo malvagio.
«Ma, se quel malvagio servo dice in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e comincia a battere i suoi conservi, e a mangiare e a bere con gli ubriaconi; il padrone di quel servo verrà nel giorno in cui meno se l’aspetta e nell’ora che egli non sa; lo punirà duramente e gli riserverà la sorte degli ipocriti. Lì sarà il pianto e lo stridor di denti».
a. Se quel malvagio servo dice in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”: Gesù ci mette in guardia dall’atteggiamento che dice: “Il mio padrone tarda a venire”. Dobbiamo vivere nella costante attesa del ritorno di Gesù, il che significa dedicarsi ai nostri affari per Lui adesso.
i. La menzogna più pericolosa non è “Dio non esiste” e neppure “l’inferno non esiste”; la menzogna più pericolosa di Satana è “non c’è fretta”. Non è cosa da poco dire “Gesù non tornerà oggi né per parecchi anni” perché lo esige il tuo modello profetico. Dobbiamo essere pronti per il ritorno imminente di Gesù Cristo.
b. Comincia a battere i suoi conservi, e a mangiare e a bere con gli ubriaconi: Il servo malvagio, che non era pronto per il ritorno del padrone, peccò in almeno tre modi.
· Non si occupava degli affari che il padrone gli aveva affidato.
· Litigava e maltrattava i suoi conservi.
· Si lasciò andare ai piaceri del mondo invece di servire il suo padrone.
i. Questa enfasi sull’essere sempre pronti è una sfida per il cristiano di oggi. Si può dire che molti cristiani non sono pronti negli stessi tre modi. Ogni lettore dovrebbe essere fortemente colpito dall’urgenza dell’appello di Gesù.
c. Lo punirà duramente e gli riserverà la sorte degli ipocriti: Il servo fedele e avveduto fu ricompensato, ma lo fu anche il servo malvagio. Fu ricompensato per la sua malvagità e gli sarebbe toccata la sorte degli ipocriti che meritava.
i. Lo punirà duramente: “Probabilmente il significato è: lo taglierà in due (per così dire) con una frusta = lo frusterà, il povero schiavo, senza pietà. È un termine forte, scelto per simpatizzare con la rabbia del padrone.” (Bruce)
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