Matteo 2




Matteo 2 – I Magi d’Oriente, la Fuga in Egitto e il Ritorno

A. Dei Magi da Oriente vengono a onorare Gesù.

1. (1-2) I Magi arrivano a Gerusalemme.

Ora, dopo che Gesù era nato in Betlemme di Giudea al tempo del re Erode, ecco dei magi dall’oriente arrivarono a Gerusalemme, dicendo: «Dov’è il re dei Giudei che è nato? Poiché noi abbiamo visto la sua stella in oriente e siamo venuti per adorarlo».

a. Dopo che Gesù era nato in Betlemme: In verità, Matteo non ci racconta molto sulla nascita di Gesù; Luca 2 riporta questi dettagli familiari. Matteo ci informa su ciò che riguarda gli avvenimenti dopo che Gesù era nato in Betlemme.

i. Betlemme, sebbene fosse la casa ancestrale di Davide, il grande re d’Israele e il fondatore della dinastia reale, era una città piccola e di poca importanza. “Betlemme era una città abbastanza piccola, situata a quasi dieci chilometri a sud di Gerusalemme. Anticamente era stata chiamata Efrath o Efratah.” (Barclay)

ii. “C’è già agitazione alla nascita di Cristo. Non ha ancora proferito parola; non ha operato miracoli; non ha proclamato una singola dottrina; eppure, ‘non appena Gesù è nato’, come prima cosa, mentre non si ode altro che il pianto di un lattante e non si scorge altro che la fragilità di un neonato, la sua influenza è già visibile su tutto il mondo. ‘Alla nascita di Gesù ecco che giungono dei magi da oriente’ e così via. C’è potenza infinita persino in un Salvatore in fasce.” (Spurgeon)

b. Al tempo del re Erode: Era conosciuto con il nome di Erode il Grande. Erode era veramente grande; da un lato, era un grande governante, costruttore e amministratore; dall’altro, era grande per la sua politica e crudeltà.

i. Era ricco, un abile politico, oltremodo leale, un amministratore eccellente e abbastanza scaltro da rimanere nelle grazie dei vari imperatori romani. Il suo rimedio contro la carestia fu eccezionale e i suoi progetti edilizi (incluso il tempio, iniziato nel 20 a.C.) erano ammirati persino dai suoi nemici. Tuttavia, amava il potere, impose al popolo delle tasse estremamente pesanti ed era risentito che molti giudei lo considerassero un usurpatore. Nei suoi ultimi anni, afflitto da una malattia che aggravò ulteriormente la sua paranoia, ricorse alla crudeltà e, in preda a uno scatto d’ira e alla gelosia, uccise alcuni dei suoi stretti collaboratori.” (Carson)

ii. “Augusto, Imperatore di Roma, aveva affermato che sarebbe stato più sicuro essere uno dei maiali di Erode che uno dei suoi figli. (Il detto è ancora più epigrammatico nel greco, essendo hus la parola per maiale e huios la parola per figlio).” (Barclay)

iii. Il regno di Erode ci fornisce, inoltre, un punto di riferimento cronologico. “Gesù è nato prima della morte di Erode il Grande, avvenuta probabilmente intorno al 4 a.C.; la data esatta della nascita di Gesù è sconosciuta.” (France)

c. Dei magi dall’oriente arrivarono: Questi viaggiatori vengono chiamati magi, che è il corrispettivo greco di magoi, intorno ai quali abbondano false convinzioni e leggende.Non erano re ma magi, cioè astronomi. Non erano solo in tre, ma si trattava probabilmente di una grande compagnia. Sembra che non fossero arrivati la notte della nascita ma, con ogni probabilità, diversi mesi dopo.

i. “Nei secoli successivi fino al periodo neotestamentario, il termine [magoi] si riferiva vagamente a un’ampia varietà di uomini, interessati a sogni, astrologia, magia, libri che si credeva contenessero riferimenti misteriosi al futuro e cose del genere.” (Carson)

ii. Provenendo dall’oriente, avevano probabilmente contatti con i giudei che secoli prima erano stati deportati da Giuda e Israele. “Che molti giudei si fossero mescolati a questo popolo non c’è dubbio; e che questi magi orientali, filosofi, astrologi o qualsiasi altra cosa fossero, potessero essere stati parte in origine di quella classe è plausibile. Questi, conoscendo la promessa del Messia aspettavano probabilmente, come altri ebrei credenti, la consolazione d’Israele. (Clarke)

iii. C’era un’aspettativa generale di un messia o di un grande uomo proveniente dalla Giudea. Non molto tempo dopo la nascita di Gesù, lo storico romano Svetonio scrisse: “In tutto l’Oriente si era diffusa una credenza antica e consolidata, secondo cui a quel tempo era destino che degli uomini provenienti dalla Giudea governassero il mondo”. Tacito, un altro storico romano dello stesso periodo, scrisse: “C’era la ferma convinzione… che proprio in questo periodo l’Oriente dovesse crescere in potere e che dei regnanti dalla Giudea dovessero acquisire dominio universale.” (Citato in Barclay)

iv. “La tradizione che affermava che i Magi erano dei re risale fino a Tertulliano (morto intorno al 225 d.C.). Si sviluppò probabilmente sotto l’influenza di quei passaggi dell’Antico Testamento che affermano che i re verranno ad adorare il Messia (cfr. Salmi 68:29, 31; 72:10-11; Isaia 49:7; 60:1-6).” (Carson)

v. Le tradizioni della Chiesa ci dicono persino i loro nomi – presumibilmente Melchiorre, Gaspare e Baldassarre. Si possono osservare i loro presunti crani nella grande cattedrale di Colonia in Germania.

d. Arrivarono a Gerusalemme: Condotti dal fenomeno astronomico menzionato di seguito, giunsero nella zona aspettandosi di trovare delle risposte a Gerusalemme. Credevano che i leader e il popolo della capitale dei giudei avrebbero mostrato molto più interesse di loro. Matteo non ci dice specificamente che la stella li condusse a Gerusalemme.

i. “Una visita simile da parte dei Magi orientali a Nerone nel 66 d.C. è a sostegno dell’attendibilità di questa storia” (France). “Non c’è il benché minimo bisogno di ritenere che il viaggio dei Magi fino alla culla di Cristo sia solamente una piacevole leggenda. È proprio il tipo di cose che sarebbe potuto accadere nel mondo antico.” (Barclay)

ii. È stato osservato correttamente che i pastori non sbagliarono strada; arrivarono subito da Cristo, mentre i magi, seppur guidati da una stella, smarrirono la via e si recarono a Gerusalemme invece che a Betlemme, e si informarono al palazzo di Erode piuttosto che alla stalla dove Cristo era nato.” (Spurgeon)

e. Dov’è il re dei Giudei che è nato? Fecero quel lungo viaggio per onorare un re; eppure, si nota un po’ di ironia nel loro grande sforzo di onorare il re dei Giudei. A quel tempo i giudei venivano spesso disprezzati e disonorati a causa delle loro usanze e dei loro credi particolari, e spesso anche per il loro successo e prosperità. Venivano spesso considerati una razza umile, problematica e sconfitta. È strabiliante che si fossero presi la briga di onorare un re bambino, ma soprattutto un re dei Giudei.

i. “Chiesero: ‘Dov’è il re dei giudei che è nato?’ ‘Giudei?’ A chi importa dei giudei? Persino in quei giorni i giudei erano vittime di disprezzo, perché tempo addietro erano stati condotti come prigionieri verso est. Malgrado fossero proprio l’aristocrazia di Dio, il Suo popolo eletto, le nazioni guardavano i giudei con sprezzo.” (Spurgeon)

ii. In modo significativo, menzionano colui che è nato re dei Giudei. È strano che un bambino nasca re. Di solito rimangono principi a lungo prima di diventare re. “Il Suo status regale non gli fu conferito successivamente; Gli apparteneva dalla nascita.” (Carson)

f. Poiché noi abbiamo visto la sua stella in oriente: Esistono molte teorie diverse riguardo all’origine naturale di questa stella fuori dal comune. Alcuni affermano che si trattava di una congiunzione di Giove e Saturno; altri, altre congiunzioni planetarie; altri ancora ritengono che si trattasse di una supernova; altri, infine, credono a una cometa, a una stella o un segno singolare creato appositamente.

i. Qualunque cosa fosse, è significativo che Dio sia venuto loro incontro nel loro contesto: ha guidato gli astronomi mediante una stella. È avvenuto anche come adempimento di Numeri 24:17: Una stella sorgerà da Giacobbe e uno scettro si alzerà da Israele. Molti antichi studiosi ebrei consideravano questo testo una predizione messianica.

ii. Nota, era la sua stella: “La stella era la stella di Cristo, ma ha condotto anche altri a Lui. Ci è riuscita proprio perché si muoveva in quella direzione. È triste quando un predicatore è come un cartello che indica la via senza mai seguirla lui stesso. Tali erano quei capi dei sacerdoti a Gerusalemme: potevano rivelare dove era nato il Cristo, ma non si sono mai recati da Lui per adorarlo; erano indifferenti sia a Lui che alla Sua nascita.” (Spurgeon)

g. E siamo venuti per adorarlo: I magi si recano prima a Gerusalemme, dando per scontato che i capi dei giudei siano al corrente ed elettrizzati per la nascita del loro Messia. I magi stanno per scoprire che le cose non stanno affatto così.

2. (3) Erode rimane turbato dalla notizia portata dai Magi.

All’udire ciò, il re Erode fu turbato, e tutta Gerusalemme con lui.

a. All’udire ciò, il re Erode fu turbato: Erode era sempre all’erta contro eventuali minacce al suo regno, soprattutto da parte della sua famiglia. Assassinò molti dei suoi parenti verso cui nutriva dei sospetti di slealtà. Il suo essere turbato si addice perfettamente al personaggio.

i. Erode, che voleva essere accettato dai giudei su cui governava, non era affatto un giudeo, bensì un Edomita, riconosciuto da Roma quale re vassallo di Giudea. Il grande odio dei giudei verso di lui era mitigato dall’ammirazione per i suoi progetti di edilizia come, ad esempio, i magnifici miglioramenti apportati al secondo tempio.

ii. Barclay ci ricorda quanto Erode fosse un sovrano sanguinario e violento: “Appena salito al trono, cominciò a schiacciare il Sinedrio… massacrò trecento ufficiali di corte… assassinò sua moglie Mariamne, sua madre Alessandra, il suo primo figlio Antipatro e due suoi altri figli, Alessandro e Aristobulo”.

b. Fu turbato, e tutta Gerusalemme con lui: Il fatto che tutta Gerusalemme fu turbata insieme a Erode è importante. Fu probabilmente dovuto al fatto che gli abitanti di Gerusalemme temevano giustamente chissà quale esplosione di paranoia sarebbe partita da Erode all’udire della nascita di un re rivale, o probabilmente fu a causa della grandezza e della solennità della carovana giunta da oriente.

i. Un tale turbamento testimonia nuovamente della grandezza di Gesù, sebbene fosse ancora un piccolo fanciullo. “Gesù di Nazareth è un elemento di tale potenza nella sfera della mente che, non appena si trova lì nella sua massima debolezza, un re appena nato, comincia già a regnare. Ancora prima di insediarsi sul trono, degli amici gli porgono dei regali e i suoi nemici tramano la sua morte.” (Spurgeon)

3. (4-6) Erode viene informato sulla venuta del Messia dai capi dei sacerdoti e dagli scribi.

E, radunati tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi, del popolo, s’informò da loro dove doveva nascere il Cristo. Ed essi gli dissero: «In Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:

“E tu, Betlemme terra di Giuda,
Non sei certo la minima fra i principi di Giuda,
Perché da te uscirà un capo,
Che pascerà il mio popolo Israele”».

a. Tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi: Si tratta del primo contatto che i capi religiosi ebbero con Gesù. Comprendevano correttamente le informazioni bibliche, ma fallirono nell’applicazione alle loro vite.

i. I capi dei sacerdoti includevano soprattutto coloro che in precedenza avevano ricoperto il ruolo di sommo sacerdote; Erode lo sostituiva spesso, trattandosi perlopiù di una carica politica.

ii. Scribi: “I ‘dottori della legge’, o chiamati ‘scribi’ in altre versioni, erano gli esperti dell’Antico Testamento e nella sua copiosa tradizione orale. Il loro lavoro non consisteva tanto nella copia dei manoscritti dell’Antico Testamento (come la parola ‘scribi’ farebbe pensare), quanto nell’insegnamento dell’Antico Testamento.” (Carson)

b. Ed essi gli dissero: «In Betlemme di Giudea»: Avendo citato Michea 5:2, i capi dei sacerdoti e gli scribi sapevano che il Messia sarebbe nato in Betlemme di Giudea, distinguendola così da un’altra città più a nord che portava lo stesso nome.

i. Dal testo di Michea non solo sapevano che il Messia sarebbe venuto al mondo a Betlemme, ma anche che sarebbe stato un capo, che pascerà il mio popolo Israele.

ii. Purtroppo, questi esperti avevano le informazioni giuste, ma sembravano profondamente disinteressati a incontrare personalmente il Messia.

iii. “Se si fossero rivolti ai pastori di Betlemme, avrebbero ricevuto informazioni migliori di quelle che hanno ottenuto dai colti scribi di Gerusalemme.” (Trapp)

4. (7-8) Fedele alla sua natura, Erode tenta di approfittare dei Magi per scovare il bambino e ucciderlo.

Allora Erode, chiamati di nascosto i magi, domandò loro con esattezza da quanto tempo la stella era apparsa. E, mandandoli a Betlemme, disse loro: «Andate e domandate diligentemente del bambino, e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, affinché io pure venga ad adorarlo».

a. Domandò loro con esattezza da quanto tempo la stella era apparsa: Poiché Erode avrebbe ordinato successivamente che tutti i bambini maschi di età dai due anni in giù fossero uccisi in quella zona, possiamo supporre che i magi avessero visto la stella per la prima volta circa un anno prima (la notte della nascita di Gesù). Il viaggio da est verso la Giudea non era breve e i magi partirono probabilmente una volta avutane la possibilità.

i. Erode aveva ascoltato un bello studio biblico sul luogo di nascita del Messia, ma non gli fece alcun bene. “Quando il re terreno si cimenta in teologia, non preannuncia nulla di buono per quanto riguarda la verità. Erode, circondato da sacerdoti e scribi, rimane sempre Erode. Alcuni uomini possono essere ben istruiti nelle loro Bibbia, ma comportarsi comunque in modo spregevole con quello che hanno scoperto.” (Spurgeon)

b. Fatemelo sapere, affinché io pure venga ad adorarlo: L’ironia è tangibile. Erode affermò il proprio desiderio di adorare Gesù, quando in realtà non voleva altro che ucciderlo.

i. “Nota che i magi non hanno mai promesso di tornare da Erode; forse si erano resi conto che tutto quello zelo impaziente non era poi così puro come sembrava e il loro silenzio non significava assenso.” (Spurgeon)

5. (9-12) I Magi portano dei doni a Gesù e ripartono senza informare Erode.

Ed essi, udito il re, partirono; ed ecco, la stella che avevano veduta in oriente andava davanti a loro finché, giunta sul luogo dov’era il bambino, vi si fermò. Quando essi videro la stella, si rallegrarono di grandissima gioia. E, entrati nella casa, trovarono il bambino con Maria sua madre e, prostratisi, lo adorarono. Poi aperti i loro tesori, gli offrirono doni: oro, incenso e mirra. Quindi, divinamente avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

a. Ecco, la stella che avevano veduta in oriente andava davanti a loro: La stella continuò a guidarli, a quanto pare, dopo essere riapparsa. Possiamo dedurre che la stella era apparsa alcuni mesi prima, guidandoli al luogo approssimativo. Si recarono, quindi, a Gerusalemme per ottenere più informazioni. In seguito, la stella apparve di nuovo per guidarli in maniera specifica. Si tratta ovviamente di un fenomeno soprannaturale.

i. “Crediamo che si sia trattato di un’apparizione lucente a mezz’aria, probabilmente simile a quella che aveva guidato i figli d’Israele nel deserto, che di giorno era una nuvola e di notte una colonna di fuoco. Se fosse visibile di giorno o no, non è possibile dirlo.” (Spurgeon)

ii. Giunta sul luogo dov’era il bambino, vi si fermò: Adam Clarke afferma che è da intendere più letteralmente: giunta sulla testa del bambino, vi si fermò. Secondo il suo pensiero, si trattava di una specie di meteora che li guidò proprio fino alla casa in cui si trovava Gesù. Inoltre, dice che l’idea di una luce simile a una stella associata alla testa di Gesù diede vita al concetto di aureola nell’arte antica e medievale.

iii. “Le parole vi si fermò significano letteralmente che ‘giunse e rimase’, il che può solo voler dire che la stella si muoveva per guidare i Magi.” (France)

b. Trovarono il bambino con Maria sua madre: Notiamo qui che Gesù viene chiamato bambino, probabilmente con un’età tra i 6 e i 18 mesi.Notiamo, inoltre, che (contrariamente all’usanza) il bambino è menzionato prima della madre.

i. “Giuseppe era probabilmente al lavoro, o comunque assente, affinché i magi non lo scambiassero per il vero padre del bambino.” (Trapp)

c. Aperti i loro tesori, gli offrirono doni: oro, incenso e mirra: Era usanza comune – soprattutto in oriente – non presentarsi mai davanti a un reale o a una persona importante senza portare dei doni.Tenendo conto di chi i magi credevano che il bambino fosse, non ci sorprende che gli offrirono dei doni tanto generosi.

i. La convinzione che ci fossero tre magi deriva dal fatto che c’erano tre doni. Si può dire che l’oro parla di regalità, l’incenso parla di divinità e la mirra parla di morte. Eppure, è abbastanza certo che i magi lo fecero inconsapevolmente; volevano solamente onorare il Re dei giudei.

d. Gli offrirono doni: I doni preziosi non furono offerti a Maria o Giuseppe, ma a Gesù stesso. È comunque innegabile che il bambino Gesù non usò né spese nessuno di quei doni preziosi, ma i Suoi genitori li adoperarono, si spera saggiamente, per conto e beneficio Suo.

i. Allo stesso modo, quando offriamo a Gesù oggi, non diamo direttamente a Lui ma al Suo popolo, che usa quei doni per conto e beneficio Suo – saggiamente, si spera.

ii. “Quanto dev’essere stato utile quell’oro a Giuseppe nei mesi successivi! Lo aiutò a sostenere il costo del viaggio verso e dall’Egitto e le spese importanti che avrebbe affrontato lì. Il Padre Celeste sapeva quali sarebbero stati quei bisogni e li soddisfece anticipatamente.” (Meyer)

e. Prostratisi, lo adorarono: Più importante dei loro doni è il fatto che adorarono Gesù. Dev’essere stata una vista alquanto strana osservare quei dignitari prostrarsi di fronte a un bambino.

i. Si osservano qui tre risposte diverse nei confronti di Gesù; si può dire che tutte le persone rispondono sempre in uno di questi tre modi.

· Erode mostra un odio e un’ostilità palesi verso Gesù.

· I capi dei sacerdoti e gli scribi rimangono indifferenti verso Gesù, pur preservando il proprio perbenismo religioso.

· I magi cercano Gesù e lo adorano – persino a caro prezzo.

ii. Confrontando la visita dei magi alla visita precedente dei pastori (Luca 2:15-20), notiamo che:

· Gesù è venuto prima per i giudei, poi per i gentili.

· Gesù è venuto prima per gli umili e gli illetterati, poi per i rispettabili e i colti.

· Gesù è venuto prima per i poveri, poi per i ricchi.

iii. Dovremmo apprendere dalla sapienza di questi magi.

· Non si sono accontentati di guardare alla stella e ammirarla; hanno agito in risposta ad essa, si sono messi in viaggio e l’hanno seguita.

· Hanno perseverato nella loro ricerca e nel seguire la stella.

· Non si sono lasciati scoraggiare nella loro ricerca dal clero e dai capi religiosi dubbiosi.

· Hanno gioito alla vista della stella.

· Una volta arrivati alla destinazione indicata loro dalla stella, sono entrati.

· Una volta entrati, hanno adorato.

· Hanno percepito l’urgenza di adorare Lui in quell’istante e di non aspettare ulteriormente.

· Nella loro adorazione hanno offerto qualcosa – non si trattava di un’adorazione a mani vuote.

iv. Osserviamo uno schema meraviglioso: “Coloro che cercano Gesù Lo vedranno; coloro che Lo vedono veramente Lo adoreranno; coloro che Lo adorano consacreranno le proprie risorse a Lui.” (Spurgeon)

f. Divinamente avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese. La loro adorazione si manifesta anche nell’obbedienza. Ubbidiscono al sogno celeste e ripartono, senza fungere da informatori di Erode.

B. La fuga in Egitto e il ritorno a Nazareth.

1. (13-15) Giuseppe, Maria e Gesù trovano rifugio in Egitto.

Ora, dopo che furono partiti, ecco un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e rimani là finché io non ti avvertirò, perché Erode cercherà il bambino per farlo morire». Egli dunque, destatosi, prese il bambino e sua madre di notte, e si rifugiò in Egitto. E rimase là fino alla morte di Erode, affinché si adempisse quello che fu detto dal Signore per mezzo del profeta, che dice: «Ho chiamato il mio figlio fuori dall’Egitto».

a. Alzati, prendi il bambino e sua madre e fuggi in Egitto: Il comando era urgente e giunse proprio quando i magi furono partiti. Non sarebbe sembrato totalmente strano per Giuseppe dover trovare rifugio in Egitto, dove c’era una grande comunità ebraica. Non era strano che lo Spirito Santo guidasse Giuseppe a portarvi la famiglia.

i. “L’Egitto era il luogo ovvio verso cui fuggire. Si trovava nelle vicinanze, era una provincia romana ben in ordine e fuori dalla giurisdizione di Erode; secondo Filone (come scriveva intorno al 40 d.C.), tra i suoi abitanti si contavano circa un milione di giudei.” (Carson)

b. Erode cercherà il bambino per farlo morire: Questa reazione è coerente sia con il carattere di Erode che con l’umanità in generale. Non dice nulla di buono sull’umanità osservare che, quando Dio aggiunge l’umanità alla Sua divinità e viene sulla terra – nella maniera meno minacciosa possibile, – la reazione quasi immediata di una parte dell’umanità è cercare con ogni sforzo di ucciderlo.

c. Destatosi, prese il bambino e sua madre di notte: L’ubbidienza istantanea e completa di Giuseppe (che parte la notte stessa del sogno) è impressionante. È improbabile che Giuseppe avesse mai immaginato di trovarsi coinvolto in questi eventi mentre era ancora promesso in matrimonio a Maria di Nazareth.

i. “Non ci viene detto dove Giuseppe si recò in Egitto né per quanto tempo vi soggiornò: alcuni suppongono sei o sette anni; altri solo tre o quattro mesi.” (Poole)

d. Ho chiamato il mio figlio fuori dall’Egitto: Nel frattempo, si adempì un’altra profezia. A prima vista, potremmo chiederci come questa profezia in Osea 11:1 si sia compiuta in Gesù. Tuttavia, Matteo dice chiaramente che, proprio come Israele uscì dall’Egitto, così sarebbe successo al Figlio di Dio.

2. (16-18) La Strage degli Innocenti.

Allora Erode, vedendosi beffato dai magi, si adirò grandemente e mandò a far uccidere tutti i bambini che erano in Betlemme e in tutti i suoi dintorni, dall’età di due anni in giù, secondo il tempo del quale si era diligentemente informato dai magi. Allora si adempì quello che fu detto dal profeta Geremia che dice:

«Un grido è stato udito in Rama,
Un lamento, un pianto e un grande cordoglio;
Rachele piange i suoi figli
E rifiuta di essere consolata,
Perché non sono più».

a. Mandò a far uccidere tutti i bambini che erano in Betlemme e in tutti i suoi dintorni: Sebbene non esistano descrizioni esatte di questo avvenimento nella storia secolare, è del tutto in linea con la famigerata spietatezza di Erode.

i. “Incredibile? Si può credere di tutto di un uomo che ha assassinato la propria moglie e i propri figli. È un gesto che sciocca i cristiani; eppure, si tratta solo di una faccenda minima nella carriera di Erode e nella storia contemporanea.” (Bruce)

ii. Soprattutto nei suoi ultimi anni Erode era crudele e sospettoso. Quando realizzò che la sua morte si stava avvicinando, Erode fece arrestare molti capi dei giudei a Gerusalemme sulla base di false accuse. Ordinò che, nel momento della sua morte, avrebbero dovuto essere uccisi – sapeva molto bene che nessuno lo avrebbe pianto una volta deceduto; perciò, avrebbe fatto lui in modo che alla sua morte fossero versate alcune lacrime.

iii. “In effetti, la storia è in perfetta armonia con ciò che conosciamo della personalità di Erode durante i suoi ultimi anni… La morte di qualche bambino (forse una dozzina più o meno; la popolazione totale di Betlemme non era molta) difficilmente sarebbe stata messa agli atti in tempi violenti come quelli.” (Carson)

b. Un grido è stato udito in Rama, un lamento, un pianto e un grande cordoglio: Questa citazione, presa da Geremia 31:15, faceva riferimento inizialmente al cordoglio delle madri israelite durante la conquista e la cattività della nazione. Rachele rappresenta qui le madri di Betlemme.

i. “Questa profezia si adempì letteralmente quando Giuda fu condotto in cattività; ci fu grande cordoglio nelle tribù di Beniamino e di Giuda per i figli che erano stati uccisi o condotti in cattività. Si è ora adempiuta, cioè, è stata confermata una seconda volta.” (Poole)

ii. “Rachele era, nell’immaginario ebraico, una madre per Israele in ogni tempo, che simpatizzava in tutte le avversità dei suoi figli.” (Bruce)

3. (19-21) Il ritorno in Israele.

Ora, morto Erode, ecco un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto, e gli disse: «Alzati, prendi il bambino e sua madre e va’ nel paese d’Israele, perché coloro che cercavano la vita del bambino sono morti». Ed egli, alzatosi, prese il bambino e sua madre e venne nel paese d’Israele;

a. Alzati, prendi il bambino e sua madre: Dio parla nuovamente in sogno a Giuseppe mediante un angelo del Signore. Notiamo anche l’ubbidienza immediata di Giuseppe.

b. Il bambino… del bambino… il bambino: Volta dopo volta, al bambino viene data massima importanza nella narrazione.

c. E venne nel paese d’Israele: Il Messia poteva aver trascorso alcuni anni in Egitto, dove ha trovato rifugio dal sanguinario Erode, ma sarebbe tornato certamente nel paese d’Israele.

i. Ci sono alcuni che insegnano falsamente che Gesù sia stato influenzato dai maghi e dagli stregoni egiziani e che i suoi miracoli successivi non fossero altro che trucchi egiziani. È importante notare che non esistono prove a sostegno di queste affermazioni, anzi ne esistono di schiaccianti che le confutano. In modo particolare, gli insegnamenti e lo stile del ministero di Gesù sono influenzati totalmente dal giudaismo veterotestamentario, non dal misticismo egizio.

4. (22-23) Per paura del figlio malvagio di Erode (Archelao), la famiglia si stabilisce a nord, a Nazareth.

Ma, avendo udito che Archelao regnava in Giudea al posto di Erode suo padre, ebbe paura di andare là. E, divinamente avvertito in sogno, si rifugiò nel territorio della Galilea, e, giunto là, abitò in una città detta Nazaret, affinché si adempisse quello che era stato detto dai profeti: «Egli sarà chiamato Nazareno».

a. Avendo udito che Archelao regnava in Giudea: Giuseppe aveva buone ragioni per essere cauto nei riguardi di Archelao. Questo figlio di Erode si dimostrò un sovrano così incompetente e violento che, su richiesta dei giudei di Giudea, i Romani lo destituirono per malgoverno e lo rimpiazzarono con un governatore istituito da Roma nel 6 d.C.

i. Questo Archelao era crudele tanto quanto suo padre Erode il Grande, ma senza possedere la stessa grandezza. “Un uomo di natura affine, sospettoso, brutale (Flavio Giuseppe, Antichità, 17,11,2), temuto ed evitato da coloro che avevano motivo di temere suo padre.” (Bruce)

ii. “Si dice che suo fratello Erode Antipa fosse di carattere molto più mite e di temperamento più tranquillo. Perciò Giuseppe, non senza la guida di Dio, si reca nella sua stessa provincia, la Galilea.” (Poole)

b. Divinamente avvertito in sogno, si rifugiò nel territorio della Galilea: Avendo ricevuto nuovamente direzione mediante un sogno divino, Giuseppe si stabilisce fuori dalle regioni più religiose di Gerusalemme e Giudea, nella regione più popolata della Galilea, la cui popolazione ospitava molti più gentili della Giudea o Gerusalemme.

i. “Schanz, colta un’allusione di Agostino, suggerisce che, sebbene Giuseppe desiderasse stabilirsi a Gerusalemme, reputandola la città più adatta per il Messia, Dio considerasse la disprezzata Galilea una scuola d’addestramento migliore per il futuro Salvatore di pubblicani, peccatori e pagani.” (Bruce)

c. E, giunto là, abitò in una città detta Nazaret: È strabiliante che Giuseppe sia tornato a Nazareth, la città natale di Maria e probabilmente anche la sua (Luca 1:26-27). È straordinario perché Nazareth era una cittadina ordinaria, il luogo dove tutti conoscevano sia Maria e Giuseppe che le strane circostanze riguardanti la nascita di loro figlio.

i. Nazareth era una città sprovvista di mura di cinta, senza protezione, che godeva di una reputazione alquanto sgradevole; Natanaele si sarebbe poi domandato se fosse mai potuto arrivare qualcosa di buono da Nazareth (Giovanni 1:46). Secondo il piano di Dio, Gesù sarebbe venuto da un luogo piccolo e insignificante, la cui reputazione, se ne avesse avuta una, di certo non sarebbe stata buona. Questo è il posto in cui Gesù sarebbe cresciuto e avrebbe raggiunto l’età adulta.

d. Affinché si adempisse quello che era stato detto dai profeti: «Egli sarà chiamato Nazareno»: Di tutti i riferimenti fatti da Matteo all’Antico Testamento e ai profeti, questo è uno dei più interessanti. Non esiste un passaggio specifico nell’Antico Testamento che dica con parole esatte: “Egli sarà chiamato Nazareno”.

i. Alcuni credono che Matteo volesse dire che il Messia sarebbe stato un nazireo. Essere un nazireo significava fare un voto speciale di consacrazione, come descritto in Numeri 6:1-21. Le persone che facevano questo voto si consideravano devote a Dio in modo speciale, non si facevano tagliare i capelli, non bevevano vino, non mangiavano il frutto della vigna ed evitavano qualsiasi contatto con qualsiasi cosa di morto. Non c’è dubbio che Gesù fosse un uomo straordinariamente consacrato, ma sembra che Matteo dia solo una vaga idea di nazireato e che si concentri piuttosto sul collegamento con la città di Nazaret.

ii. Pertanto, quale profezia specifica dell’Antico Testamento ci dice che il Messia sarebbe venuto da Nazaret? France osserva che c’è qualcosa di particolare nel modo in cui Matteo ha formulato questo riferimento. “Si noti, tuttavia, che la formula che introduce la citazione differisce da quella consueta in due modi: non fa riferimento a un singolo profeta, ma ai profeti, e non si conclude con ‘che dice’, ma con ‘che’. Ciò suggerisce che non c’era l’intenzione di citare un passo specifico, ma di riassumere il tema della speranza profetica… Pertanto, si suppone che Matteo vedesse nella sconosciuta Nazareth l’adempimento delle profezie dell’Antico Testamento che indicavano un Messia umile e rigettato.” (France)

iii. Se Matteo aveva in mente un passo in particolare, si trattava probabilmente di Isaia 11:1: Poi un ramoscello uscirà dal tronco di Isai e un germoglio spunterà dalle sue radici. La parola ebraica tradotta con germoglio ha un suono simile a “Nazir” (neser). “Girolamo, seguendo gli studiosi ebrei del suo periodo, credeva ci fosse un riferimento principalmente a Isaia 11, in cui viene menzionato un germoglio che spunterà dalle radici di Isai… L’epiteto Nazareno significa quindi: ‘L’uomo di Nazareth, la città del piccolo germoglio’.” (Bruce)

iv. “Intendeva dire che i profeti descrivevano il Messia come colui che sarebbe stato disprezzato e rigettato dagli uomini. Ne parlavano come di un grande principe e conquistatore quando descrivevano la Sua seconda venuta, ma, in riferimento alla prima, ne parlavano come di una radice proveniente da un terreno arido senza forma o bellezza, che non avrebbe attirato gli sguardi degli uomini né il loro desiderio. I profeti dicevano che sarebbe stato chiamato con un titolo di disprezzo – e così fu, perché i suoi conterranei lo chiamavano Nazareno.” (Spurgeon)

v. “Dio, per la Sua provvidenza singolare, aveva così deciso, che colui che era l’antitipo di tutti i nazirei ed era il vero Nazir, o persona separata, avrebbe dovuto essere istruito a Nazareth, una città povera e indegna.” (Poole)

e. Egli sarà chiamato Nazareno: Secondo il piano di Dio Padre, ispirato da Dio Spirito e accettato da Dio Figlio, il Messia crebbe in una città alquanto disprezzata. Infatti, Gesù sarebbe stato conosciuto come “Gesù di Nazareth” e i suoi seguaci come “Nazareni”.

i. Quando Gesù si rivelò a Paolo sulla via di Damasco – ovviamente dopo la sua resurrezione, ascensione ed essersi seduto alla destra di Dio Padre in gloria – si presentò a Paolo dicendo: “Io sono Gesù il Nazareno” (Atti 22:8).

ii. In Atti 24:5 gli accusatori di Paolo parlarono così al suo giudice: Noi abbiamo trovato che quest’uomo è una peste e suscita sedizioni fra tutti i Giudei che sono nel mondo, ed è capo della setta dei Nazareni.

iii. “Certamente, da lungo tempo è stato chiamato ‘Nazareno’ sia dai giudei che dagli increduli violenti. Sputando a terra con disgusto, molte volte i suoi avversari hanno esclamato ‘Nazareno’, come se si trattasse dell’apice del disprezzo.” (Spurgeon)

iv. “C’è sempre una città o un paesino i cui abitanti sembrano essere il centro di ogni battuta e oggetto di scherno. Le persone di posti del genere sono considerate umili, ignoranti e non proprio brillanti. Ecco che tipo di posto era Nazareth.” (Spurgeon)

v. Gesù crebbe a Nazareth, diventando ragazzo e poi un giovane in età adulta. Avrebbe assunto le responsabilità che ci si aspettava da un figlio primogenito; poi, quando Giuseppe scomparve dalla scena, Gesù divenne “l’uomo di casa”. Svolgeva il proprio mestiere, manteneva la propria famiglia, amava il Suo Dio e si dimostrava assolutamente fedele in migliaia di piccole cose, prima di entrare ufficialmente nel ministero designato per Lui. Eppure, nessuno si sarebbe intimidito di fronte a un uomo di Nazareth; la tendenza immediata era quella di credersi migliori di chiunque provenisse da lì.

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