Matteo 12




Matteo 12 – I Capi Religiosi Continuano a Respingere Gesù

A. Controversie sul sabato.

1. (1-2) I farisei accusano i discepoli di Gesù di aver raccolto, secondo loro, del grano in giorno di sabato.

In quel tempo Gesù camminava in giorno di sabato tra i campi di grano; ora i suoi discepoli ebbero fame e si misero a svellere delle spighe e a mangiarle. Ma i farisei, veduto ciò, gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli fanno quello che non è lecito fare in giorno di sabato».

a. I suoi discepoli ebbero fame e si misero a svellere delle spighe e a mangiarle: Non c’era nulla di sbagliato in ciò che fecero, perché il loro spigolare non era considerato rubare come indicato da Deuteronomio 23:25. Il problema riguardava solo il giorno in cui lo fecero. I rabbini avevano stilato una lista complicata di cose che si potevano e non si potevano fare di sabato, molte delle quali i discepoli avevano trasgredito con l’accaduto.

i. “Da questa storia impariamo, tra l’altro, che il nostro Signore e i Suoi discepoli erano poveri e che colui che cibava le folle non faceva uso della propria potenza miracolosa per sfamare i propri seguaci, ma permetteva che arrivassero a fare ciò che i poveri sono obbligati a fare, mettere qualcosina nello stomaco per smorzare la fame.” (Spurgeon)

ii. La legge d’Israele permetteva alle persone in transito in una determinata regione di spigolare nei campi di quell’area grano a sufficienza per un pasto veloce (Deuteronomio 23:25). Ai contadini era comandato di non mietere per intero le proprie colture, ma di lasciarne qualcuna indietro a motivo dei passanti e dei poveri.

iii. Matteo ha appena citato Gesù mentre ci offre un giogo dolce e un peso leggero. Ora ci mostra il carico pesante e il giogo duro che i capi religiosi avevano messo sul popolo. Quando i discepoli si misero a svellere delle spighe, i capi religiosi li considerarono colpevoli di:

· Mietitura.

· Trebbiatura.

· Vagliatura.

· Preparazione di cibo.

Si trattava di quattro violazioni del sabato in un colpo solo!

iv. A quel tempo molti rabbini riempivano il giudaismo di rituali complicati riguardanti il sabato e l’osservanza di altre leggi. I rabbini dell’antichità insegnavano che di sabato a un uomo non era permesso trasportare qualcosa nella sua mano destra o nella mano sinistra, sul suo petto o sulle sue spalle; gli era concesso però portare un oggetto con il dorso della mano, con il piede, il gomito o l’orecchio, sui capelli, attaccato al bordo della propria casacca, nelle scarpe o nei sandali. Di sabato era proibito fare nodi – solo alla donna era concesso fare un nodo alla propria cintola. Per cui, se bisognava tirare su un secchio dal pozzo, al secchio non si poteva legare una corda, mentre a una donna era permesso legare un’estremità della cintola al secchio e l’altra estremità alla corda.

v. “I giudei erano talmente superstiziosi riguardo all’osservanza del sabato che durante le loro guerre contro Antioco Epifane e i Romani ritenevano un crimine il solo tentativo di difendersi in giorno di sabato: quando i loro nemici acconsentivano, interrompevano le proprie operazioni per quel giorno. Fu per questo motivo che Pompeo fu in grado di conquistare Gerusalemme.” (Clarke)

b. Ecco, i tuoi discepoli fanno quello che non è lecito fare in giorno di sabato: Gesù non ha mai violato il comandamento di Dio di osservare il sabato né ha mai approvato una violazione del comandamento di Dio da parte dei Suoi discepoli, ma ha spesso infranto le aggiunte legalistiche dell’uomo a quella legge, sembrando a volte che avesse contravvenuto a quelle aggiunte umane intenzionalmente.

i. Persino alcuni giudei dei giorni di Gesù riconoscevano che le regole riguardanti il sabato erano perlopiù complementi umani alla legge. Carson cita un antico scritto giudaico che dice: “Le regole riguardanti il sabato… sono come montagne appese a un capello, dato che la Scrittura è poca, ma le regole sono tante”.

ii. I farisei, in questo frangente, sembrano abbondantemente indaffarati a supervisionare e accusare i discepoli. Questa era una violazione del sabato maggiore. “Non infrangevano il sabato facendo sorveglianza su di loro?” (Spurgeon)

2. (3-8) Gesù difende i Suoi discepoli.

Ed egli disse loro: «Non avete letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame, egli e quelli che erano con lui? Come egli entrò nella casa di Dio e mangiò i pani della presentazione, che non era lecito mangiare né a lui, né a quelli che erano con lui, ma solo ai sacerdoti? Ovvero, non avete letto nella legge che nel tempio i sacerdoti, nei giorni di sabato, trasgrediscono il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui c’è qualcuno più grande del tempio. Ora, se voi sapeste che cosa significa: “Io voglio misericordia e non sacrificio”, non avreste condannato gl’innocenti. Perché il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».

a. Non avete letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame: Il primo principio esposto da Gesù è semplice ed è illustrato dall’esperienza di Davide con i sacerdoti e i pani della presentazione (1 Samuele 21). Gesù ricorda loro che le necessità umane sono più importanti dell’osservanza dei rituali cerimoniali.

i. L’accaduto che coinvolse Davide era una valida difesa, perché:

· Riguardava l’atto del mangiare.

· Avvenne probabilmente di sabato (1 Samuele 21:6).

· Non riguardava solo Davide ma anche i suoi seguaci.

ii. Il contesto della consumazione dei pani da parte di Davide in 1 Samuele 21 mostra che gli era concesso farlo. “L’aver mangiato il pane consacrato in un gesto di profanità, spavalderia o superficialità avrebbe potuto rendere il trasgressore reo di morte; tuttavia, l’averlo fatto per una necessità così urgente non era riprovevole nel caso di Davide.” (Spurgeon)

b. Nel tempio i sacerdoti… trasgrediscono il sabato e tuttavia sono senza colpa: Anche il secondo principio illustrato da Gesù è semplice. I sacerdoti stessi violavano il sabato ogni volta. Forse i farisei non avevano compreso tanto sull’osservanza del sabato come pensavano.

i. “Il rituale del Tempio comportava sempre del lavoro – l’accensione dei fuochi, l’immolazione e la preparazione degli animali, il loro posizionamento sull’altare e tante altre cose. Anzi, di sabato il lavoro raddoppiava, perché raddoppiavano le offerte (cfr. ad esempio Numeri 28:9).” (Barclay)

ii. Il riferimento al passaggio “io voglio misericordia e non sacrificio” (Osea 6:6) e la conseguente mancanza di comprensione di questo principio da parte dei farisei erano anche un modo per Gesù di mettere in discussione la fiducia che i farisei riponevano nelle loro tradizioni umane.Usavano quelle tradizioni per giustificare l’elevazione di principi come il sacrificio al di sopra di principi come la misericordia, quando Dio voleva invece che facessero il contrario.

iii. “Dove due leggi riguardanti una data circostanza sembrano collidere in modo da rendere impossibile ubbidire ad entrambe, la nostra ubbidienza è dovuta alla legge più eccellente.” (Poole)

c. Perché il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato: Il terzo principio era il più notevole, perché basato su chi Gesù è. Egli è più grande del tempio, per quanto onorassero e stimassero il tempio.A maggior ragione, Egli è signore anche del sabato.

i. Si tratta di una rivendicazione diretta di Deità. Gesù affermò di avere l’autorità di sapere se i Suoi discepoli avessero infranto la legge sul sabato, perché Egli è signore anche del sabato.

ii. Gesù era davvero più grande del tempio. Considerata l’alta considerazione che il tempio aveva ai giorni di Gesù, si tratta di un’affermazione scioccante. Tuttavia, nel tempio di quei giorni l’arca del patto non era presente, quell’importante dimostrazione del trono e della presenza di Dio. Eppure, Gesù era una dimostrazione molto più grande della presenza di Dio – Egli era Dio fatto carne. Nel tempio mancavano anche la Shekinah, l’Urim e il Tummim e il fuoco sacro dal cielo. Ma Gesù è per noi tutte queste cose; Egli è sicuramente più grande del tempio.

iii. Poiché Gesù è più grande del tempio, dovremmo considerarlo come tale.

· Il tempio veniva ammirato con amore e meraviglia; dovremmo ammirare Gesù ancora di più.

· Il tempio veniva visitato con gioia; dovremmo accostarci a Gesù con ancora più gioia.

· Il tempio veniva onorato quale luogo santo; dovremmo onorare Gesù ancora di più.

· Il tempio era il luogo del sacrificio e del servizio; dovremmo fare per Gesù ancora di più.

· Il tempio era il luogo dell’adorazione; dovremmo adorare Gesù ancora di più.

3. (9-14) Controversia riguardo alle guarigioni in giorno di sabato.

Poi, partitosi di là, entrò nella loro sinagoga; ed ecco, vi era un uomo che aveva una mano secca. Ed essi domandarono a Gesù, per poterlo poi accusare: «È lecito guarire qualcuno in giorno di sabato?». Ed egli disse loro: «Chi è l’uomo fra voi che avendo una pecora, se questa cade in giorno di sabato in una fossa, non la prenda e non la tiri fuori? Ora, quanto vale un uomo più di una pecora! È dunque lecito fare del bene in giorno di sabato?». Allora egli disse a quell’uomo: «Stendi la tua mano!». Ed egli la stese e fu resa sana come l’altra. Ma i farisei, usciti fuori, tennero consiglio contro di lui, del come farlo morire.

a. Entrò nella loro sinagoga: Un tema generale in questa sezione di Matteo è l’incalzante opposizione contro Gesù. A volte tale opposizione viene espressa direttamente contro di Lui, altre volte con degli attacchi contro i discepoli. Ciononostante, vediamo che Gesù, da uomo giudeo fedele, continuò normalmente a recarsi alla sinagoga. Potremmo dire che Gesù era un uomo che andava in chiesa fedelmente, anche quando aveva ragioni per non andarci.

i. “Gesù diede l’esempio della partecipazione all’adorazione pubblica. Le sinagoghe non avevano un mandato divino che le autorizzasse, ma in sostanza doveva essere giusto e buono ai Suoi giorni riunirsi per adorare Dio, motivo per cui Gesù si trovava lì. Pur non avendo nulla da imparare, si recò all’assemblea nel giorno che il Signore Dio aveva santificato.” (Spurgeon)

b. Un uomo che aveva una mano secca: Nella migliore delle ipotesi, i capi religiosi consideravano l’uomo dalla mano secca un interessante banco di prova. È più probabile, tuttavia, che vedessero l’uomo come un’esca per incastrare Gesù e attirarlo in una controversia sul sabato. A differenza loro, Gesù guardava l’uomo con occhi compassionevoli.

i. Quegli accusatori sapevano altresì che Gesù avrebbe fatto qualcosa alla vista di quell’uomo nel bisogno. In quest’ottica, quei critici avevano più fede di molti di noi. A volte sembra che dubitiamo che Gesù voglia soddisfare realmente o miracolosamente i bisogni altrui.

c. È lecito guarire qualcuno in giorno di sabato: Gesù portò alla luce la loro ipocrisia evidenziando il loro maggiore interesse per i loro possedimenti invece che per un uomo nel bisogno, asserendo in modo persuasivo che non può essere sbagliato fare del bene in giorno di sabato. Poi, con compassione Gesù guarì l’uomo.

i. La mano secca era letteralmente ‘secca’, ovvero senza vita, forse paralizzata; per questo motivo, non incombeva sull’uomo un imminente pericolo di morte che giustificasse il trattamento in giorno di sabato, secondo Mishnah Yoma 8:6. Avrebbe potuto benissimo essere guarito il giorno successivo.” (France)

d. Stendi la tua mano: Quando Gesù comandò all’uomo “stendi la tua mano”, gli ordinò di fare qualcosa di impossibile nella condizione in cui si trovava. Gesù però diede sia il comando che la capacità di espletarlo; perciò, l’uomo stese la sua mano e fu guarito.

i. “La mano dell’uomo era secca; ma la misericordia di Dio gli aveva preservato l’uso dei piedi: li usò per recarsi all’adorazione pubblica di Dio, proprio dove Gesù lo incontrò e lo guarì.” (Clarke)

ii. “Stese la sua mano guarita, supponendo che la mano dovesse essere prima guarita per poter essere stesa. La guarigione e il movimento della mano si possono considerare contemporanei.” (Bruce)

iii. “A volte Cristo adottava il rituale dell’imposizione delle mani; qui non lo fa, affinché sappiamo che si trattava di un segno di ciò che era stato compiuto per la Sua potenza.” (Poole)

e. Ma i farisei, usciti fuori, tennero consiglio contro di lui, del come farlo morire: Di fronte a questa dimostrazione di compassione, potenza e sapienza, i farisei, nella durezza dei loro cuori, non risposero con riverente adorazione e sottomissione ma con rigetto incallito e omicida.

i. Si tratta di uno sviluppo significativo per quanto riguarda l’opposizione dei capi religiosi nei confronti di Gesù. “Fino a quel momento si erano accontentati di cercare l’errore; adesso iniziavano a complottare contro la Sua vita – un tributo alla Sua potenza… Ecco il frutto malvagio delle controversie sul sabato.” (Bruce)

ii. Luca 6:11 afferma che i critici di Gesù furono pieni di rabbia quando Gesù guarì l’uomo. Quale dei due era più una violazione del sabato: il fatto che Gesù guarì l’uomo o che quegli uomini ripieni d’odio tennero consiglio per assassinare un Uomo pio che non aveva mai peccato contro nessuno?

4. (15-21) Malgrado il rifiuto dei capi religiosi, le persone comuni continuano a seguire Gesù, che rimane il servo scelto da Dio.

Ma Gesù, conoscendo ciò, si allontanò di là; grandi folle lo seguirono, ed egli li guarì tutti, e ordinò loro severamente di non dire chi egli fosse, affinché si adempisse ciò che fu detto dal profeta Isaia che dice:

«Ecco il mio servo che io ho scelto;
l’amato mio in cui l’anima mia si è compiaciuta.
Io metterò il mio Spirito su di lui,
ed egli annunzierà la giustizia alle genti.
Egli non disputerà e non griderà
e nessuno udirà la sua voce per le piazze.
Egli non frantumerà la canna rotta
e non spegnerà il lucignolo fumante,
finché non abbia fatto trionfare la giustizia.
E le genti spereranno nel suo nome».

a. Ma Gesù, conoscendo ciò, si allontanò di là: Per breve tempo Gesù si ritirava dal ministero pubblico man mano che cresceva l’opposizione nei Suoi confronti. Non lo faceva per vigliaccheria, ma nel rispetto dei tempi di Dio Padre per quanto riguarda lo svolgimento e l’apice del Suo ministero. Non si poteva permettere che giungesse al culmine troppo presto.

b. Grandi folle lo seguirono, ed egli li guarì tutti: Gesù fece il possibile per sfuggire alla pressione delle folle, ma le folle continuarono a seguirlo. Nondimeno, Egli rispose con compassione e li guarì tutti.

i. Questo è uno dei pochi riferimenti nei vangeli in cui Gesù guarisce tutti in un’occasione specifica, ma nel contesto è comunque importante e appropriato. Matteo vuole che sappiamo che la pressione della folla non aveva spazientito o irritato Gesù. Vuole inoltre che sappiamo che la determinazione della folla dava prova della sua fede; pertanto, tutti furono guariti.

c. Ecco il mio servo che io ho scelto: La citazione di Isaia 42:1-5 parla del carattere mansueto del Messia, che è il servo di Yahweh. Si tratta di una designazione di Gesù frequente e importante.

i. Gesù si descrive come un servo in Matteo 20:25-28, Matteo 23:11, Marco 9:35, Marco 10:43-45. Pietro, nel suo sermone in Atti 3, attribuisce al nostro Salvatore il titolo il suo servo Gesù (Atti 3:13 e 3:26, Nuova Riveduta). In Atti 4, il popolo di Dio che pregava parlò del tuo santo servitore Gesù (Atti 4:27, 4:30, Nuova Riveduta). Ma Gesù non è soltanto un servo. Lui è Il Servo e tutti dovrebbero contemplare (Bibbia NKJV), come dice il Signore, il mio servo.

ii. Gesù il servo è un esempio per noi come servi, ma è molto di più di questo.Egli è il nostro servo. Egli ci serve; non solo in ciò che ha fatto nel passato, ma ci serve anche ogni giorno con il Suo amore, la cura, la guida e l’intercessione costanti. Gesù non ha smesso di servire una volta salito in cielo; Lui serve tutto il Suo popolo dal cielo più efficacemente che mai.

d. Egli non disputerà e non griderà e nessuno udirà la sua voce per le piazze: Ciò non significa che Gesù non abbia mai parlato ad alta voce. Fa riferimento alla mansuetudine e all’umiltà del Suo cuore e delle Sue azioni. Gesù non si fece strada con una personalità prepotente e un parlare forte e travolgente. Piuttosto, Gesù ebbe un impatto sugli altri per mezzo dello Spirito di Dio su di Lui.

e. Egli non frantumerà la canna rotta e non spegnerà il lucignolo fumante: Ecco un altro riferimento al carattere mansueto di Gesù. Sebbene una canna sia una pianta pressoché fragile, se è rotta il Servo se ne occuperà con delicatezza e non la frantumerà. E se il lucignolo, usato come stoppino per le lampade a olio, non emette fiamma ma solo fumo, non lo spegnerà completamente.Invece, il Servo si prenderà cura del lucignolo fumante, alimentando nuovamente la sua fiamma.

i. Spesso crediamo che Dio si comporti duramente con le nostre debolezze e i nostri fallimenti. È vero esattamente il contrario. Se ne occupa delicatamente, teneramente, venendo in aiuto finché la canna rotta non diventi di nuovo forte e il lucignolo fumante non riacquisti il giusto ardore.

ii. Gesù scorge il valore che c’è in una canna rotta, anche quando nessun altro ci riesce.Può far uscire della musica meravigliosa da una canna rotta, man mano che Egli la riempie della Sua forza!Benché un lucignolo fumante non serva a nulla, Gesù sa che è prezioso per ciò che può essere quando viene ristorato con l’olio.Molti di noi sono come la canna rotta e necessitano di essere fortificati con potenza per mezzo del suo Spirito nell’uomo interiore (Efesini 3:16).Altri sono come il lucignolo fumante e possono ardere di nuovo luminosamente per il Signore solo quando vengono immersi nell’olio e possono attingervi costantemente, mentre vengono riempiti con lo Spirito Santo.

f. Le genti spereranno nel suo nome: Infine, la citazione di Isaia 42 parla anche del ministero importante di Gesù verso i gentili. Era qualcosa di sorprendente – e forse persino di offensivo – per i lettori ebrei di Matteo, ma è ovviamente scritturale, secondo Isaia 42.

B. Rifiuto persistente da parte dei capi religiosi.

1. (22-24) Gesù libera un indemoniato.

Allora gli fu presentato un indemoniato, cieco e muto; ed egli lo guarì, sicché il cieco e muto parlava e vedeva. E tutte le folle stupivano e dicevano: «Non è costui il Figlio di Davide?». Ma i farisei, udito ciò, dicevano: «Costui scaccia i demoni solo per virtù di Beelzebub, principe dei demoni».

a. Egli lo guarì, sicché il cieco e muto parlava e vedeva: Ancora una volta, Gesù mostrò la Sua totale potenza e autorità sui demoni scacciando quelle potenze demoniache che le tradizioni del tempo consideravano impossibili.

b. Non è costui il Figlio di Davide: Le folle reagirono con aspettativa messianica, mentre i capi religiosi risposero attribuendo la potenza di Gesù al principe dei demoni (Costui scaccia i demoni solo per virtù di Beelzebub).

i. “L’accusa dei farisei equivale a un’incriminazione per stregoneria, un’accusa che ha continuato ad essere mossa contro Gesù nella più tarda polemica giudaica.” (France)

ii. “Che gli altri condannino pure insieme ai farisei; noi, stupiamoci insieme alle moltitudini.” (Trapp)

2. (25-29) Gesù risponde all’accusa secondo cui opererebbe mediante la potenza di Satana.

E Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse loro: «Ogni regno diviso contro sé stesso va in rovina; ed ogni città o casa, divisa contro se stessa non può durare. Ora, se Satana scaccia Satana, egli è diviso contro sé stesso, come dunque può durare il suo regno? E se io scaccio i demoni con l’aiuto di Beelzebub, con l’aiuto di chi li scacciano i vostri figli? Per questo essi saranno i vostri giudici. Ma, se io scaccio i demoni per mezzo dello Spirito di Dio, allora il regno di Dio è giunto in mezzo a voi. Ovvero, come può uno entrare nella casa dell’uomo forte e rapirgli i suoi beni, se prima non lega l’uomo forte? Allora soltanto riuscirà a saccheggiare la sua casa.

a. E Gesù, conoscendo i loro pensieri: Era un fatto notevole, ma non necessariamente un segno della divinità di Gesù. Lo Spirito Santo può dare a una persona il dono della conoscenza soprannaturale (la parola di conoscenza menzionata in 1 Corinzi 12:8).

b. Ogni regno diviso contro sé stesso va in rovina: Gesù osservò logicamente che non ha alcun senso che Satana scacci Satana. I farisei dovevano spiegare in che modo Satana sarebbe stato avvantaggiato dall’opera che Gesù aveva appena compiuto.

i. “Un demone può cedere e lasciare il posto a un altro per portare maggior beneficio a tutti loro, ma non si metterà mai a litigare con un altro.” (Poole)

ii. “In realtà dice che Satana sarà pure malvagio, ma non è uno sciocco” (Bruce). “Qualunque colpa abbiano i demoni, non sono in lotta tra loro; tale colpa è riservata ai servi di un Padrone migliore.” (Spurgeon)

c. Con l’aiuto di chi li scacciano i vostri figli: Gesù fece questa domanda sulla base della loro premessa (sbagliata), secondo la quale Egli operava mediante la potenza di Satana. Se ciò fosse vero, allora come facevano i loro stessi esorcisti giudei a scacciarli?

i. “Gli esorcisti giudei operavano in modo convenzionale mediante l’uso di erbe e formule magiche, con risultati probabilmente irrilevanti. La pratica era sancita dalla tradizione, ma comunque innocua. Tuttavia, nello scacciare i demoni, come in tutte le altre cose, Gesù era originale e il Suo metodo oltremodo efficace. La Sua potenza, manifesta a tutti, era la Sua colpa.” (Bruce)

ii. “L’invidia porta spesso le persone a condannare nell’uno ciò che approvano nell’altro.” (Spurgeon)

iii. Io scaccio i demoni per mezzo dello Spirito di Dio: “Sebbene nostro Signore avesse una potenza tutta Sua, onorava lo Spirito di Dio e operava per la Sua forza, e lo ribadiva.” (Spurgeon)

d. Allora soltanto riuscirà a saccheggiare la sua casa: Con l’aiuto di un’analogia Gesù illustrò di avere l’autorità di legare il potere di Satana. Egli è più forte dell’uomo forte. Così facendo, Gesù presentò un principio prezioso nella guerra spirituale, mentre ricordiamo che Gesù ci dà il permesso di utilizzare il Suo nome e la Sua autorità, dandoci la forza di cui abbiamo bisogno per legare l’uomo forte.

i. Gesù disse anche chiaramente di essere l’uomo più forte che non era prigioniero dell’uomo forte. Il Suo messaggio era: “Non sono sotto il potere di Satana. Anzi, sto dimostrando di essere più forte di lui scacciandolo da coloro che egli ha posseduto”. “Il fatto stesso che sono riuscito con grande successo a invadere il territorio di Satana è la prova che è legato e non ha il potere di opporre resistenza.” (Barclay)

ii. Gesù guarda ad ogni vita riscattata dal dominio di Satana e afferma: “Sto saccheggiando il regno di Satana una vita alla volta”. Nulla nella nostra vita deve rimanere sotto il dominio di Satana. Colui che lega l’uomo forte e riuscirà a saccheggiare la sua casa è il nostro Signore risorto.

3. (30-32) Gesù rivela la condizione disperata di chi è indurito a tal punto da imputare il Suo operato al potere di Satana.

«Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde. Perciò io vi dico: Ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini; ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà loro perdonata. E chiunque parla contro il Figlio dell’uomo, sarà perdonato; ma chi parla contro lo Spirito Santo, non gli sarà perdonato, né in questa età né in quella futura».

a. Chi non è con me è contro di me: Innanzitutto, Gesù dissipò ogni illusione riguardo a una qualsiasi risposta neutrale nei Suoi confronti o della Sua opera. Se qualcuno non è per Lui, allora quel qualcuno è contro di Lui. Se qualcuno non opera con Gesù, che sia un’opposizione attiva o un disinteresse passivo, costui opera contro Gesù (chi non raccoglie con me disperde).

i. “Ci sono solo due forze all’opera nel mondo, il raccogliere e il disperdere. Chiunque fa l’uno contraddice l’altro.” (Morgan)

b. La bestemmia contro lo Spirito non sarà… perdonata: In maniera solenne Gesù avvertì i capi religiosi di non rifiutarlo. Rifiutare Gesù – considerato soprattutto ciò che avevano visto da Lui e dalla Sua opera – mostrava che rigettavano completamente il ministero dello Spirito Santo. Questo ministero consiste nel testimoniare di Gesù, ecco perché li avvertì riguardo al commettere il peccato imperdonabile.

i. Il ministero primario dello Spirito Santo è testimoniare di Gesù (egli testimonierà di me, Giovanni 15:26). Quando la Sua testimonianza viene respinta totalmente e definitivamente, allora avviene veramente la bestemmia contro lo Spirito Santo e Gli si dà sostanzialmente del bugiardo per quanto riguarda la Sua testimonianza su Gesù. I capi religiosi erano prossimi a questo.

ii. Respingere Gesù da lontano o sulla base di poche informazioni è male; respingere la testimonianza dello Spirito Santo riguardo a Gesù è fatale.

c. Non gli sarà perdonato, né in questa età né in quella futura: Le conseguenze eterne di questo peccato ci obbligano a prenderlo sul serio. Pertanto, come si può sapere se qualcuno ha bestemmiato realmente contro lo Spirito Santo? Il fatto che qualcuno almeno desideri Gesù mostra che non si è reso colpevole di questo peccato. Nondimeno, respingere continuamente Gesù ci indurisce sempre più contro di Lui e ci mette su un sentiero verso un rigetto di Lui totale e definitivo.

i. Alcuni – per gioco o per sfida – dicono intenzionalmente delle parole con cui, secondo loro, commettono il peccato della bestemmia contro lo Spirito. Considerano una cosa da nulla giocare con l’eternità. Eppure, la vera bestemmia contro lo Spirito è più di una combinazione di parole; è una disposizione di vita ormai ben radicata che rifiuta la testimonianza dello Spirito Santo riguardo a Gesù. Anche se qualcuno ha detto intenzionalmente queste cose, può ancora ravvedersi ed evitare un rifiuto definitivo di Gesù.

ii. “Molte persone sincere sono state turbate pesantemente dall’apprensione di aver commesso il peccato imperdonabile; si noti, tuttavia, che nessuno di quelli che credono nella missione divina di Gesù Cristo potranno mai macchiarsi di questo peccato: pertanto, nessun cuore venga meno per questo, da ora e per sempre, Amen.” (Clarke)

4. (33-37) Le parole dei capi religiosi rivelano la depravazione dei loro cuori.

«O fate l’albero buono e il suo frutto sarà buono, o fate l’albero malvagio e il suo frutto sarà malvagio; infatti, l’albero lo si conosce dal frutto. Razza di vipere! Come potete dir cose buone, essendo malvagi? Poiché la bocca parla dall’abbondanza del cuore. L’uomo buono dal buon tesoro del cuore trae cose buone; ma l’uomo malvagio dal suo malvagio tesoro trae cose malvagie. Or io dico che nel giorno del giudizio gli uomini renderanno conto di ogni parola oziosa che avranno detta. Poiché in base alle tue parole sarai giustificato, e in base alle tue parole sarai condannato».

a. L’albero lo si conosce dal frutto: Il frutto malvagio delle loro parole (quando condannarono Gesù) rivelava la radice malvagia che cresceva nei loro cuori. Se avessero messo a posto i loro cuori davanti a Dio, anche le loro parole sarebbero state appropriate.

b. Razza di vipere! Praticamente, con queste parole Gesù chiamò i capi religiosi “figli di Satana”. Erano una generazione associata al serpente e non a Dio. Era a causa di questa natura malvagia che parlavano male di Gesù (Come potete dir cose buone, essendo malvagi).

c. La bocca parla dall’abbondanza del cuore: Le nostre parole palesano il nostro cuore. Se ci fosse stato un buon tesoro nel cuore dei capi religiosi, si sarebbe manifestato in cose buone.

i. Nel giorno del giudizio gli uomini renderanno conto di ogni parola oziosa che avranno detta: “Si terrà conto delle parole oziose e inutili; che ne sarà di quelle cattive e malvagie?” (Trapp)

ii. Adam Clarke afferma che il senso della parola in greco antico usata per parola oziosa è “una parola che non fa nulla, che non elargisce graziaistruzione a coloro che l’ascoltano”. Se questo è vero, molti predicatori potranno ritrovarsi colpevoli di questo peccato.

d. In base alle tue parole sarai giustificato, e in base alle tue parole sarai condannato: Con questa affermazione Gesù rispose a un’obiezione preannunciata – che dava troppo peso a delle semplici parole. Invece, poiché le parole riflettono il cuore, una persona può essere giudicata giustamente sulla base delle sue parole.

i. Anche Paolo scrive sull’importanza delle nostre parole: Poiché se confessi con la tua bocca il Signore Gesù, e credi nel tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato (Romani 10:9).

C. Gli scribi e i farisei chiedono a Gesù un segno.

1. (38-40) Gesù risponde alla richiesta degli scribi e dei farisei.

Allora alcuni scribi e farisei lo interrogarono, dicendo: «Maestro, noi vorremmo vedere da te qualche segno». Ma egli, rispondendo, disse loro: «Questa malvagia e adultera generazione chiede un segno, ma nessun segno le sarà dato, se non il segno del profeta Giona. Infatti, come Giona fu tre giorni e tre notti nel ventre del grosso pesce, così starà il Figlio dell’uomo tre giorni e tre notti nel cuore della terra».

a. Maestro, noi vorremmo vedere da te qualche segno: Il loro desiderio di vedere un segno esprimeva in realtà un altro modo in cui speravano di rigettarlo. Se Gesù avesse davvero fornito un segno, avrebbero trovato un modo per contraddirlo, così da dimostrare a sé stessi che Gesù era proprio chi già credevano che fosse – un emissario di Satana (Matteo 12:24).

i. Il rispetto e la serietà apparenti della richiesta sono una finzione: ‘Maestro, desideriamo vedere da te (posizione enfatica) un segno’. Richiama alla mente uno degli omaggi di scherno da parte dei soldati durante la Passione (Matteo 27:27-31).” (Bruce)

ii. “Cristo non aveva mostrato loro segni a sufficienza?” Che cos’erano ai loro occhi i miracoli che aveva compiuto? O lo dicono per soddisfare un’ulteriore curiosità fine a sé stessa… oppure lo dicono in aperta opposizione.” (Poole)

b. Questa malvagia e adultera generazione chiede un segno: Gesù condannò la loro ricerca di un segno, soprattutto quando segni innumerevoli avevano avuto luogo davanti ai loro occhi. È facile sopravvalutare la potenza dei segni miracolosi e ritenerla in grado di cambiare i cuori dei dubbiosi e degli scettici.

c. Il segno del profeta Giona: Gesù assicurò loro un segno, ma il grande segno che avrebbe mostrato era il segno di un Gesù risorto. Giona era profeta in un senso che andava al di là della sua predicazione a Ninive; anche la sua vita fu una profezia della morte e della resurrezione di Gesù.

d. Come Giona fu tre giorni e tre notti nel ventre del grosso pesce: Giona era davvero una figura dell’opera di Gesù. Giona diede la propria vita per placare l’ira di Dio che si stava riversando su altri. Ma la morte non lo trattenne; dopo tre giorni e tre notti di prigionia, era vivo e libero. Questa è una gloriosa immagine di Gesù in un luogo inaspettato.

i. Poiché Gesù parla di tre giorni e tre notti, alcuni pensano che Gesù dovesse trascorrere almeno 72 ore nel sepolcro. Tale approccio mette in subbuglio la maggior parte delle cronologie della morte e resurrezione di Gesù ed è inutile – perché non tiene conto dell’uso di figure retoriche antiche. Il Rabbino Eleazar ben Azariah (intorno al 100 d.C.; citato in Clarke e altre fonti) illustrò questo modo di parlare quando scrisse: “Un giorno e una notte costituiscono un giorno intero, e una porzione di un giorno intero è calcolata come un giorno intero”. Ciò dimostra come al tempo di Gesù con la frase tre giorni e tre notti non si intendeva necessariamente un lasso di tempo di 72 ore, ma un periodo che includeva almeno le porzioni di tre giorni e tre notti. Ci possono essere altre buone ragioni per mettere in discussione la successione cronologica tradizionale della morte e resurrezione di Gesù, ma ciò non contribuisce all’adempimento delle parole di Gesù in questo passo.

ii. Se Gesù fosse resuscitato dai morti il primo o il quinto giorno, potremmo dire: “Gesù era un bugiardo e un falso profeta. Disse che sarebbe resuscitato il terzo giorno, ma sbagliò”. Gesù però non sbagliò. Lui non sbaglia mai.

iii. Tuttavia, non dobbiamo trascurare il punto focale. “Voi chiedete un segno – io sono il segno di Dio. Non siete stati in grado di riconoscermi. I Niniviti riconobbero l’avvertimento di Dio in Giona; la Regina di Sceba riconobbe la sapienza di Dio in Salomone.” (Barclay)

2. (41-42) Gesù annuncia la condanna dei capi religiosi per mano dei Niniviti e della regina del mezzogiorno.

«I Niniviti risorgeranno nel giudizio con questa generazione e la condanneranno, perché essi si ravvidero alla predicazione di Giona; ed ecco, qui c’è uno più grande di Giona. La regina del mezzogiorno risusciterà nel giudizio con questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per udire la sapienza di Salomone; ed ecco, qui c’è uno più grande di Salomone».

a. I Niniviti risorgeranno nel giudizio con questa generazione e la condanneranno: In parole povere, maggiore è la luce, maggiore è il giudizio. Sia i Niniviti che la regina del mezzogiorno si ravvidero, sebbene in mezzo a loro risplendesse una luce più fioca. Il rifiuto della luce più grande da parte dei capi religiosi era ingiustificabile.

i. Adam Clarke descrive i diversi aspetti per cui la testimonianza di Gesù era più grande di Giona.

· “Cristo, che predicava ai giudei, era infinitamente più grande di Giona nella natura, nella persona e nella missione”.

· “Giona predicò a Ninive il ravvedimento solo per quaranta giorni, mentre Gesù predicò tra i giudei per diversi anni”.

· “Giona non fece alcun miracolo che confermasse la sua predicazione; Cristo, invece, operava miracoli ogni giorno, ovunque andasse e di ogni specie”.

· Nonostante tutto ciò, il popolo della Giudea non si ravvide, a differenza dei Niniviti”.

b. Qui c’è uno più grande di Salomone: Salomone era figlio di Davide e uno dei grandi titoli messianici di Gesù era proprio “Figlio di Davide”. Gesù era un Figlio di Davide tanto più grande di quanto lo fosse Salomone.

i. Ancora una volta rimaniamo colpiti dalla grandezza dell’auto-proclamazione di Gesù. Essere lì di fronte a quei capi religiosi e affermare di essere più grande del re d’Israele più ricco e più saggio fu audace. Eppure, l’audacia apparente di Gesù era ben giustificata.

3. (43-45) Le gravi conseguenze di chi rifiuta Gesù.

«Ora, quando lo spirito immondo è uscito da un uomo, vaga per luoghi aridi, cercando riposo e non lo trova. Allora dice: “Ritornerò nella mia casa da dove sono uscito”; ma quando giunge, la trova vuota, spazzata e adorna; va allora a prendere con sé altri sette spiriti peggiori di lui, i quali entrano e vi prendono dimora; e l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a questa generazione malvagia».

a. Quando lo spirito immondo è uscito da un uomo: Nel contesto, il punto principale di Gesù non riguardava i principi della possessione demoniaca. Egli illustrò la gravità del rigettarlo completamente come avevano fatto i capi religiosi.

i. Il rifiuto e l’opposizione nei confronti di Gesù avrebbero peggiorato la loro condizione molto più di prima. Questa generazione malvagia – esemplificata dai capi religiosi che respingevano Gesù – avrebbe trovato la sua ultima condizione… peggiore della prima. In gran parte, respingevano Gesù perché non era abbastanza messianico per i loro gusti, non essendo un messia politico e militare. Eppure, la loro sete per questo tipo di messia li avrebbe portati alla rovina nel 70 d.C.

ii. Comunque sia, questa illustrazione ci mostra alcuni principi interessanti sulla possessione demoniaca e ci fa capire che Gesù la considerava un fenomeno reale e non soltanto una superstizione del tempo. “Se la possessione demoniaca non fosse stata una realtà, a stento il Signore avrebbe fatto riferimento qui a un caso del genere per sottolineare la vera condizione dei giudei e la desolazione che incombeva su di loro.” (Clarke)

b. Quando lo spirito immondo è uscito da un uomo, vaga per luoghi aridi, cercando riposo e non lo trova: A quanto pare, i demoni (o perlomeno alcuni di loro) desiderano un ospite umano e cercano un luogo tra quelli vuoti, considerandolo un invito.

i. “Il diavolo non può trovare riposo dove non può fare del male agli uomini.” (Poole)

ii.  Ritornerò nella mia casa: “Il demone ripugnante chiama l’uomo ‘La mia casa’. La sua impudenza è sbalorditiva. Non ha costruito né comprato quella casa e perciò non ha alcun diritto su di essa.” (Spurgeon)

iii. Un demone può abitare in una persona solo se la trova vuota – ovvero, dove non dimora lo Spirito di Gesù Cristo.Se è vuota, al demone non importa se è anche spazzata e adorna. “Il diavolo non muove obiezioni se la sua casa non è spazzata e adorna; poiché un moralista può essere realmente suo schiavo tanto quanto l’uomo dalle abitudini dissolute. Finché il cuore non è occupato dal suo grande nemico ed egli può usare l’uomo per i propri scopi, l’avversario delle anime lo farà rimodernare a suo piacimento.” (Spurgeon)

iv. Se siamo ripieni di Gesù – essendo nati di nuovo per mezzo dello Spirito di Dio – allora non possiamo essere vuoti e quindi abitati da demoni. “Anche se agita la sua catena contro di noi, non riuscirà a conficcare le sue zanne in noi.” (Trapp)

c. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima: Ciò accentua l’urgenza di essere ripieni dello Spirito di Gesù Cristo. C’è qualcosa di peggio che essere semplicemente posseduti; si può essere posseduti in misura maggiore e portati a una miseria maggiore. La soluzione a tale miseria è essere ripieni dello Spirito di Gesù Cristo.

4. (46-50) Gesù identifica la Sua vera famiglia.

Ora, mentre egli parlava ancora alle folle, ecco sua madre e i suoi fratelli i quali, fermatisi fuori, cercavano di parlargli. E qualcuno gli disse: «Ecco tua madre e i tuoi fratelli sono là fuori e cercano di parlarti». Ma egli rispondendo, disse a colui che lo aveva informato: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». E, distesa la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli. Poiché chiunque fa la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello, sorella e madre».

a. Sua madre e i suoi fratelli i quali, fermatisi fuori, cercavano di parlargli: Considerando il contesto generale dell’opposizione a Gesù, è ben possibile che la famiglia di Gesù volesse chiedergli di non essere così controverso nel Suo ministero.

i. “I membri della Sua famiglia erano venuti per portarlo via, credendolo fuori di sé. Non c’è dubbio che i farisei avessero dipinto così il Suo ministero ai Suoi parenti, pensando di poterlo contenere meglio.” (Spurgeon)

b. Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli: Ci saremmo potuti aspettare che la famiglia di Gesù avrebbe avuto dei privilegi speciali di fronte a Lui. Quasi ci sorprende che non avessero alcun privilegio speciale.

i. Chi è mia madre: Maria, la madre di Gesù, non godeva di un favore speciale da Gesù, né allora né adesso. Pur rimanendo un esempio meraviglioso di colei che è stata privilegiata da Dio ed è rimasta al fianco di Gesù, non gode di una posizione superiore rispetto a chiunque fa la volontà del Padre mio, che è nei cieli.

ii. Chi sono i miei fratelli: Gesù aveva chiaramente dei fratelli. Il pensiero cattolico romano riguardo alla verginità perpetua di Maria è in contraddizione con il chiaro significato della Bibbia. Tuttavia, i fratelli di Gesù non sembrarono mai essere di supporto al Suo ministero prima della Sua morte e resurrezione (Giovanni 7:5).

iii. “Il modo più naturale di comprendere il termine ‘fratelli’ è in riferimento ai figli di Maria e Giuseppe e quindi fratelli di Gesù da parte di Sua madre.” Ogni sforzo volto a far sì che “fratelli” significhi qualcos’altro “non è altro che un’esegesi inverosimile a sostegno di un dogma che ha avuto origine molto più tardi rispetto al Nuovo Testamento.” (Carson)

c. Poiché chiunque fa la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello, sorella e madre: Questi beneamati che fanno la volontà di Dio sono in netto contrasto con la generazione adultera e malvagia rappresentata dai farisei (Matteo 12:39).

i. “Non si vergogna di chiamarli fratelli.” (Spurgeon)

ii. Lo possiamo considerare un invito pieno di grazia – anche per quei capi religiosi che accrescevano la propria ostilità nei riguardi di Gesù e congiuravano contro di Lui. Potevano ancora venire e far parte della Sua famiglia.

iii. “I parenti di Cristo più stimati sono coloro che sono uniti a lui con legami spirituali e sono diventati uno con Lui mediante la dimora dello Spirito Santo in loro. In generale, supponiamo che i parenti di Cristo debbano aver condiviso molte delle sue affettuose attenzioni; su questo non c’è alcun dubbio. Ma qui scopriamo che chiunque fa la volontà di Dio è ugualmente stimato da Cristo come suo fratello, sua sorella o persino la sua vergine madre.” (Clarke)

iv. “L’unica cosa che si può ancora imparare da questo paragrafo è quanto siano cari i credenti e i santi per Cristo; Egli li considera cari come una madre, un fratello o una sorella, insegnandoci perciò la stima che dobbiamo avere per loro.” (Poole)

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