Matteo 11




Matteo 11 – Un Messia Inaspettato

A. Gesù e Giovanni Battista.

1. (1-3) I discepoli di Giovanni Battista pongono a Gesù una domanda per conto di Giovanni: sei davvero Tu il Messia (colui che deve venire)?

E dopo che Gesù ebbe finito di dare disposizioni ai suoi dodici discepoli, se ne andò di là, per insegnare e predicare nelle loro città. Or Giovanni, avendo in prigione sentito parlare delle opere del Cristo, mandò due dei suoi discepoli a dirgli: «Sei tu colui che deve venire, oppure dobbiamo aspettarne un altro?»

a. Dopo che Gesù ebbe finito di dare disposizioni ai suoi dodici discepoli: Secondo Bruce, predicare nelle loro città non si riferisce alle città dei discepoli ma a quelle della Galilea. In questo modo Gesù diede ai Suoi discepoli incaricati spazio per svolgere il proprio lavoro.

b. Mandò due dei suoi discepoli: È altresì possibile – ma forse meno probabile – che Giovanni non avesse posto la domanda per sé stesso, ma per i suoi discepoli – voleva che andassero da Gesù e gli facessero loro stessi quella domanda affinché volgessero la propria attenzione su Gesù.

i. “L’arresto di Giovanni è stato menzionato in Matteo 4:12; l’intera vicenda del suo incarceramento dovrà aspettare fino a Matteo 14:3-12.” (France)

ii. “Erode Antipa di Galilea aveva fatto visita a suo fratello a Roma. Durante il soggiorno sedusse la moglie di suo fratello. Tornò a casa, mandò via la propria moglie e sposò la cognata, che lui aveva sottratto al marito. Pubblicamente e severamente Giovanni richiamò Erode. Non era mai una buona mossa riprendere un despota orientale ed Erode compì la sua vendetta; Giovanni fu gettato nelle segrete della fortezza di Machero, tra le montagne in prossimità del Mar Morto.” (Barclay)

c. Sei tu colui che deve venire, oppure dobbiamo aspettarne un altro: Giovanni 1:29-36 e altri passi indicano che già in precedenza Giovanni aveva riconosciuto Gesù come il Messia. Il suo dubbio attuale si può spiegare con il fatto che egli stesso probabilmente avesse frainteso il ministero del Messia. Forse pensava che, se Gesù fosse stato realmente il Messia, avrebbe compiuto opere associate con la liberazione politica d’Israele – o almeno con la liberazione di Giovanni, che si trovava in prigione.

i. È possibile che Giovanni abbia fatto una distinzione errata tra colui che deve venire e il Cristo, il Messia. Ci sono indicazioni che alcuni giudei del tempo facevano una distinzione tra un profeta che doveva venire, promesso da Mosè (Deuteronomio 18:15), e il Messia. Intravediamo qui una nota predominante di confusione; la lunga prova di Giovanni in prigione l’aveva confuso.

2. (4-6) La risposta di Gesù ai discepoli di Giovanni Battista: dite a Giovanni che le profezie riguardanti il Messia si stanno adempiendo.

E Gesù, rispondendo, disse loro: «Andate e riferite a Giovanni le cose che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista e gli zoppi camminano; i lebbrosi sono mondati e i sordi odono; i morti risuscitano e l’evangelo è annunziato ai poveri. Beato è colui che non si sarà scandalizzato di me!».

a. Andate e riferite a Giovanni le cose che udite e vedete: Gesù voleva assicurare sia a Giovanni che ai suoi discepoli che Egli era il Messia. Ma ricordò loro anche che la Sua potenza si sarebbe manifestata principalmente in atti umili di servizio, venendo incontro alle necessità dei singoli e non in dimostrazioni spettacolari di liberazione politica.

i. Potremmo parafrasare la domanda di Giovanni in questo modo: “Gesù, perché non stai facendo di più?” Morgan risponde così: “Nei confronti di tutta questa impazienza irrequieta, Egli pronuncia lo stesso avvertimento… Per la maggior parte, la via del servizio al Signore è la via della tenace perseveranza nel fare cose apparentemente piccole. La storia della chiesa mostra che questa è una delle lezioni più difficili da imparare”.

ii. “Perché in questi giorni si dice che i miracoli sono una prova della fede piuttosto che un sostegno della stessa? Una generazione incredula riesce persino a tramutare il cibo in veleno.” (Spurgeon)

b. Beato colui che non si sarà scandalizzato di me: Gesù era consapevole che il focus del Suo ministero era un’offesa alle aspettative dei giudei, i quali bramavano la liberazione politica dalla dominazione romana. C’era però una benedizione per coloro che non si sarebbero scandalizzati a causa del Messia che non rifletteva le aspettative del popolo.

i. “Un amico ha trasformato queste parole in un’altra beatitudine – La beatitudine di chi non si scandalizza.” (Meyer)

ii. “Beato colui che può essere lasciato in prigione, può essere zittito nella sua testimonianza, può sembrare di aver abbandonato il proprio Signore, ma può comunque allontanare ogni dubbio a gran voce. Giovanni riguadagnò immediatamente questa beatitudine e recuperò totalmente la propria serenità.” (Spurgeon)

3. (7-15) Gesù parla di Giovanni.

Ora, come essi se ne andavano, Gesù prese a dire alle folle intorno a Giovanni: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Ma che cosa siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Ecco, coloro che portano vesti morbide abitano nei palazzi dei re. Insomma, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, egli è più che un profeta. Perché questi è colui del quale è scritto: “Ecco, io mando il mio messaggero davanti alla tua faccia; egli preparerà la tua strada davanti a te”. In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto mai nessuno più grande di Giovanni Battista; ma il minimo nel regno dei cieli è più grande di lui. E dai giorni di Giovanni Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti lo rapiscono. Poiché tutti i profeti e la legge hanno profetizzato fino a Giovanni. E se lo volete accettare, egli è l’Elia che doveva venire. Chi ha orecchi da udire, oda!».

a. Un profeta… più che un profeta: Gesù ricordò loro che Giovanni era il precursore del Messia scelto da Dio, non uno che doveva piacere agli uomini o a sé stesso. Egli era, infatti, più che un profeta, perché solo lui aveva il ministero di svolgere la funzione da araldo del Messia.A motivo di ciò, era il maggiore dei profeti e il più grande degli uomini (tra i nati di donna non è sorto mai nessuno più grande di Giovanni Battista).

i. Questi è colui del quale è scritto: Matteo osserva che il ministero del precursore del Messia è stato profetizzato in Isaia 40:3 e Malachia 3:1.

ii. Sebbene alcuni possano gettare cattiva luce su Giovanni a causa dei suoi dubbi apparenti su Gesù, Gesù stesso parlò con molta stima di Giovanni. “Giovanni aveva testimoniato spesso di Gesù; ora è Gesù a testimoniare di Giovanni.” (Carson)

· Giovanni era fermo, non veniva facilmente smosso come una canna.

· Giovanni era sobrio, cioè visse una vita disciplinata, senza l’amore per il lusso e gli agi di questo mondo.

· Giovanni era un servo, un profeta di Dio.

· Giovanni fu mandato quale messaggero speciale del Signore.

· Giovanni era speciale, cioè poteva essere considerato il più grande sotto l’Antico Patto.

· Giovanni era secondo anche al più piccolo del regno sotto il Nuovo Patto.

b. Il minimo nel regno dei cieli è più grande di lui: Sebbene fosse grande, Giovanni non era nato di nuovo sotto il Nuovo Patto. Questo perché era vissuto ed era morto prima del completamento dell’opera di Gesù sulla croce e al sepolcro vuoto. Pertanto, non godette dei benefici del Nuovo Patto (1 Corinzi 11:25, 2 Corinzi 3:6, Ebrei 8:6-13).

i. “Come possiamo dire che, di solito, il giorno più buio è più chiaro della notte più chiara, così Giovanni, seppure il primo del suo stesso ordine, è alle spalle dell’ultimo del nuovo ordine del Vangelo. Il più piccolo nel Vangelo si trova in una posizione più elevata del più grande sotto la legge.” (Spurgeon)

c. Il regno dei cieli subisce violenza e i violenti lo rapiscono: L’accenno di Gesù alla violenza fa riferimento sia all’intensità della guerra spirituale che circondava il ministero di Gesù e del Suo precursore, sia all’intensità richiesta per perseverare nel seguire Dio e il Suo regno.

i. Il significato preciso di questa frase è stato molto dibattuto e viene reso ancora più difficile dalla sua grammatica complicata. Carson fornisce probabilmente la migliore spiegazione per entrambe le espressioni. “Il regno è venuto con santa potenza e forza magnifica e con queste fa indietreggiare i confini delle tenebre. Ciò è particolarmente evidente nei miracoli di Gesù e concorda con la risposta di Gesù al Battista… Il regno avanza a grande velocità; ora è tempo che le anime coraggiose e le persone forti se ne impossessino.” (Carson)

ii. Il regno non potrà mai essere ricevuto passivamente. È sempre fondato sull’opera di Dio per noi, ma l’opera di Dio produrrà sempre una risposta in noi. “Non saranno i desideri oziosi o gli sforzi freddi a portare gli uomini in cielo.” (Poole)

iii. “Spesso vengono fatte delle lamentele e viene espressa sorpresa dalle persone che non hanno mai trovato una benedizione su nulla che abbiano tentato di fare nel servizio a Dio. ‘Sono un monitore di scuola domenicale da anni’, afferma qualcuno, ‘ma non ho mai visto nessuno delle mie ragazze o dei miei ragazzi convertirsi’. No, e la ragione molto probabilmente è che tu non sei mai stato violento al riguardo; non ti sei mai sentito costretto dallo Spirito Divino a decidere che dovevano convertirsi e che non si doveva lasciare nulla di intentato finché non lo fossero. Non sei mai stato portato dallo Spirito a una passione tale da dire: ‘Non posso vivere se Dio non mi benedice. Non posso esistere se non vedo alcuni di questi bambini salvati’. Poi, se fossi caduto sulle tue ginocchia nell’agonia della preghiera e avessi poi rivolto la tua fiducia con la stessa intensità verso il cielo, non saresti rimasto mai deluso, ‘perché i violenti lo rapiscono’.” (Spurgeon)

d. Poiché tutti i profeti e la legge hanno profetizzato fino a Giovanni: Con Giovanni, Gesù vedeva la fine di un’epoca; tutti i profeti e la legge avevano previsto Giovanni e il suo ministero come un precursore. In un certo senso, Giovanni parlava per tutti i profeti che avevano preannunciato la venuta di Gesù.

i. Sotto l’Antico Patto ogni altro profeta aveva annunciato: “Il Messia sta arrivando”. Solo Giovanni ebbe il privilegio di dire: “Il Messia è qui”.

e. E se lo volete accettare, egli è l’Elia che doveva venire: Giovanni può essere visto anche come Elia, in parziale adempimento di Malachia 4:5. Giovanni non era realmente Elia, ma servì nello stesso spirito e nella stessa potenza di Elia, adempiendo così il suo “mandato” (Luca 1:17). Dal momento che Giovanni era Elia in senso simbolico, Gesù aggiunse “se lo volete accettare”.

i. Elia venne, in effetti, durante il ministero di Gesù, durante la trasfigurazione (Matteo 17:3). Ma come ulteriore compimento della promessa di Malachia 4:5, Elia tornerà prima della Seconda Venuta di Gesù, probabilmente come uno dei due profeti di Apocalisse 11:3-12.

ii. Se il ministero di Giovanni era come quello di Elia, ricordiamo anche che Elia divenne depresso e scoraggiato.

iii. Chi ha orecchi da udire, oda! “Una forma di espressione proverbiale, che Gesù usava spesso dopo dichiarazioni importanti, che appare per la prima volta qui in Matteo.” (Bruce)

4. (16-19) Gesù rimprovera coloro che rifiutano di gioire del ministero di Giovanni Battista e di quello di Gesù.

«Ma a chi paragonerò questa generazione? Essa è simile a fanciulli seduti nelle piazze, che si rivolgono ai loro compagni e dicono:

“Noi vi abbiamo sonato il flauto
E voi non avete ballato;
Abbiamo intonato lamenti
E voi non avete fatto cordoglio”.

Difatti è venuto Giovanni, che non mangia né beve, ed essi dicono: “Egli ha un demone”. È venuto il Figlio dell’uomo che mangia e beve, ed essi dicono: “Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori”. Ma alla sapienza è stata resa giustizia dai suoi figli».

a. Ma a chi paragonerò questa generazione: Gesù considera qui la natura della Sua attuale generazione e di quanto questa fosse pignola ed esitante a ricevere il messaggio di Dio e i Suoi messaggeri.

b. Noi vi abbiamo sonato il flauto e voi non avete ballato; abbiamo intonato lamenti e voi non avete fatto cordoglio: L’idea è che coloro che sono propensi a criticare troveranno qualcosa da criticare. Molti non erano contenti di Giovanni di Gesù.

i. “Si rifiutavano di ascoltare la voce di Dio in entrambe le forme, la triste o la gioiosa, nel giudizio o nella misericordia, se non si accordava con le loro convenzioni. Non c’era modo di accontentarli.” (France)

c. Amico dei pubblicani e dei peccatori: Gesù citò le critiche altrui contro di Lui. Sebbene l’intento di queste parole fosse la condanna, sono diventate meravigliose. Gesù è veramente amico dei… peccatori.

i. “Un soprannome inizialmente malizioso è ora un nome d’onore: colui che ama il peccatore.” (Bruce)

d. Ma alla sapienza è stata resa giustizia dai suoi figli: Tuttavia, l’uomo saggio dimostra la propria saggezza con le proprie azioni sagge (i suoi figli). Gesù aveva soprattutto in mente la sapienza che accettava sia Gesù che Giovanni per quello che erano ed erano stati chiamati ad essere.

i. C’era chi magari criticava Giovanni, ma guarda cosa ha fatto – ha condotto migliaia di persone al ravvedimento, preparando la via per il Messia. La gente magari criticava Gesù, ma guarda cosa ha fatto – ha insegnato e operato e amato ed è morto come mai nessun altro.

B. I condannati e gli accettati.

1. (20-24) Gesù rimprovera le città che non si sono ravvedute alla luce del ministero di Giovanni Battista e del ministero stesso di Gesù.

Allora egli cominciò a rimproverare quelle città, in cui la maggior parte delle sue opere potenti erano state fatte, perché esse non si erano ravvedute, dicendo: «Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsaida! Perché se in Tiro e Sidone fossero state fatte le opere potenti che sono state compiute tra di voi, già da tempo si sarebbero pentite con sacco e cenere. Perciò io vi dico che nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate con più tolleranza di voi. E tu, o Capernaum, che sei stata innalzata fino al cielo, sarai abbassata fino all’inferno, perché se in Sodoma fossero state fatte le opere potenti compiute in te, essa esisterebbe ancora oggi. Pertanto io vi dico che nel giorno del giudizio la sorte del paese di Sodoma sarà più tollerabile della tua».

a. Egli cominciò a rimproverare quelle città, in cui la maggior parte delle sue opere potenti erano state fatte, perché esse non si erano ravvedute: Poiché la maggior parte delle sue opere potenti erano state fatte in queste città, esse sperimentarono una luce maggiore, che comportava anche una maggiore responsabilità.

i. Questo principio – a maggior luce corrisponde maggiore responsabilità – vuol dire che il mondo occidentale ha una responsabilità tremenda di fronte a Dio. L’Occidente, pur avendo goduto di un accesso al vangelo come nessun’altra società, rimane in un disperato bisogno di ravvedimento.

ii. “La mancanza di risposta alla voce di Dio è la caratteristica di questa generazione e sarà la sua rovina.” (France)

b. Saranno trattate con più tolleranza: Quando Gesù disse che certe città saranno trattate con più tolleranza nel giorno del giudizio, suggeriva che ci sono, in effetti, diversi gradi di giudizio. Alcune saranno punite più severamente di altre nel giudizio finale.

i. “Ci sono gradi di letizia in paradiso e gradi di tormento all’inferno (Matteo 12:41; 23:13; cfr. Luca 12:47-48), un principio che Paolo comprendeva molto bene (Romani 1:20-2:16). Le implicazioni per la cristianità del mondo occidentale e anglofono di oggi sono allarmanti.” (Carson)

ii. “Se i turchi e i tartari saranno dannati, i cristiani dissoluti lo saranno doppiamente.” (Trapp)

c. Corazin… Betsaida… Capernaum: Il giudizio di Dio si è compiuto contro queste città. Ognuna di esse è stata distrutta molto tempo fa ed è rimasta nella desolazione generazione dopo generazione.

i. Nei vangeli non si legge delle grandi opere compiute da Gesù a Corazin o Betsaida, ma ci viene detto qualcosa in Giovanni 21:25: Or vi sono ancora molte altre cose che Gesù fece, che se fossero scritte ad una ad una, io penso che non basterebbe il mondo intero a contenere i libri che si potrebbero scrivere. Ciò che Gesù fece a Corazin e a Betsaida è tra quelle opere mai scritte. Questo ci ricorda che i vangeli sono dei resoconti veraci della vita di Gesù, sebbene nella narrazione non siano state incluse molte delle cose che Egli fece.

ii. “Capernaum, la Sua città, il quartier generale dell’armata della salvezza, aveva visto e udito il Figlio di Dio… per questo Egli fece cordoglio nel vedere Capernaum più indurita che mai.” (Spurgeon)

iii. “Quelle città non attaccarono Gesù Cristo; non Lo trascinarono fuori dalle loro porte; non cercarono di crocifiggerlo; Lo ignorarono semplicemente. L’incuria può uccidere tanto quanto la persecuzione.” (Barclay)

2. (25-27) Gesù loda coloro che, invece, ricevono il Suo messaggio.

In quel tempo Gesù prese a dire: «Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai savi e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli fanciulli. Sì, o Padre, perché così ti è piaciuto. Ogni cosa mi è stata data in mano dal Padre mio, e nessuno conosce il Figlio, se non il Padre; e nessuno conosce il Padre, se non il Figlio e colui al quale il Figlio avrà voluto rivelarlo».

a. Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra: Si percepisce una marcata nota di gioia nella comunicazione di Gesù con Suo Padre. Le persone della Trinità parlano e hanno comunione l’una con l’altra con gioia.

i. “L’uso della parola ‘rispose’ (v. 25: ‘Gesù rispose e disse’, NKJV) è suggestivo e rivela la realtà perpetua della comunione esistente tra Cristo e Dio. La nota di lode fu la risposta del cuore di Cristo al mistero di Geova.” (Morgan)

b. Hai nascosto queste cose ai savi e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli fanciulli: Gesù era felice che Dio avesse scelto che i più improbabili – visti dal mondo come piccoli fanciulli – rispondessero al Suo messaggio del regno. Bisogna considerare ciò nel contesto più ampio del crescente rifiuto nei confronti di Gesù e dei Suoi messaggeri, che ha avuto inizio in Matteo 9.

i. Ci ricorda, inoltre, che, se rispondiamo a Gesù, è perché il Padre ha rivelate queste cose a piccoli fanciulli come noi.

c. E nessuno conosce il Padre, se non il Figlio e colui al quale il Figlio avrà voluto rivelarlo: Facendo Gesù riferimento a sé stesso come il Figlio, troviamo qui un’altra Sua dichiarazione sbalorditiva. Qui Egli proclama che solo Lui ha una vera relazione con Dio Padre e che il Padre può essere conosciuto solo attraverso il Figlio (colui al quale il Figlio avrà voluto rivelarlo). Si tratta di autoproclamazioni incredibili.

i. Matteo 11:27 ci rivela tanto sulla relazione tra Dio Padre e Dio Figlio.

· Non ci sono segreti tra il Padre e il Figlio.

· Non c’è nessuno che conosca il Figlio quanto il Padre.

· Non c’è nessuno che conosca il Padre quanto il Figlio.

· Il Figlio sceglie di rivelare il Padre ad alcuni.

ii. C’è una differenza importante nel modo in cui il Figlio conosce il Padre e nel modo in cui noi possiamo conoscerlo. Conosciamo Dio Padre perché Egli si china verso di noi per farsi conoscere. Dio Figlio conosce il Padre perché hanno uguale natura e sono totalmente compatibili l’uno con l’altro.

3. (28-30) L’invito di Gesù.

«Venite a me, voi tutti che siete travagliati e aggravati, ed io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo per le vostre anime. Perché il mio giogo è dolce e il mio peso è leggero!».

a. Venite a me: Gesù mostra la propria autorità quando dice: “Venite a me”. È un invito che sarebbe impensabile nella bocca di qualcuno che non sia Dio, e guai a quegli uomini che attirano le persone a sé piuttosto che a Gesù!

i. “‘Venite’; Egli non manda via nessuno; li chiama a sé. La Sua parola preferita è ‘Venite’. Non ‘rivolgetevi a Mosè’, bensì ‘Venite a me’. A Gesù stesso dobbiamo andare, avendo una fiducia personale. Non dobbiamo rivolgerci prima alla dottrina, agli ordinamenti o al ministero; dobbiamo andare al Salvatore in persona.” (Spurgeon)

b. Voi tutti che siete travagliati e aggravati: Gesù rivolse la Sua chiamata a coloro che erano oppressi. Chiamò coloro che sentivano di dover andare a Lui per alleviare il proprio bisogno invece che per vivere nell’autosufficienza.

i. Secondo Carson, travagliati indica i pesi di cui noi stessi ci carichiamo e aggravati i pesi di cui ci caricano gli altri.

ii. Aggravati suggerisce lo stesso pensiero di Matteo 23:4, dove Gesù si esprime contro i capi religiosi del tempo definendoli come coloro che legano infatti pesi pesanti e difficili da portare, e li mettono sulle spalle degli uomini.

c. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me: Gesù ha fatto un’offerta meravigliosa invitandoci e dicendoci: “Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me”. Dobbiamo andare a Lui come discepoli per imparare, essendo disposti a lasciarci guidare dal Suo giogo – non solo per ricevere qualcosa.

i. Secondo Adam Clarke, gli antichi giudei si rifacevano frequentemente al concetto di giogo per esprimere il dovere di qualcuno nei confronti di Dio. C’era il giogo del regno, il giogo della legge, il giogo del comandamento, il giogo del ravvedimento, il giogo della fede e il giogo di Dio in generale. Nel contesto è facile vedere Gesù che semplifica e dice: “Dimenticatevi di tutti quegli altri gioghi. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me”.

ii. Quando si guarda il giogo di Gesù da lontano, è facile farsene molte idee sbagliate. Tuttavia, se solo dessimo ascolto alle parole di Gesù – “prendete su di voi il mio giogo” – lo prenderemmo e capiremmo di che tipo di giogo si tratta.

· Il giogo di Gesù è dolce e leggero in confronto al giogo di altri.

· Il giogo di Gesù è dolce e leggero finché non ci ribelliamo ad esso.

· Il giogo di Gesù non ha niente a che vedere con le sollecitudini che ci vengono vietate.

· Il giogo di Gesù non include i pesi che noi scegliamo di aggiungervi.

d. Perché io sono mansueto ed umile di cuore: Gesù rivela la propria natura quando si descrive mansueto ed umile di cuore. È il Suo cuore di servo, visibile durante tutto il Suo ministero, che Lo rende idoneo ad essere colui che porta i nostri pesi.

e. E voi troverete riposo per le vostre anime: Gesù descrive il Suo dono per i Suoi seguaci come riposo per le vostre anime. Questo dono incomparabile – potente e profondo – dovrebbe essere considerato il diritto di nascita di coloro che si accostano a Gesù e sono Suoi seguaci. Dovrebbero avere la convinzione che, se non sperimentano il riposo per le vostre anime, c’è qualcosa che non va.

i. “Troverete riposo per le anime vostre è un richiamo al testo ebraico di Geremia 6:16, in cui il riposo viene offerto da Dio a coloro che camminano sul Suo sentiero; ora Gesù porge l’invito nel Suo stesso nome!” (France)

f. Il mio giogo è dolce e il mio peso è leggero: Gesù riassume questa meravigliosa chiamata con questa certezza. Il giogo è dolce e il peso è leggero perché Egli lo porta con noi.Portarlo da soli potrebbe risultare insostenibile; con Gesù però può essere dolce e leggero.

i. Per addestrare un nuovo animale (ad esempio un bue) ad arare, i contadini dell’antichità spesso lo aggiogavano a un animale più anziano, più forte e con più esperienza in modo che portasse il peso e guidasse quello giovane attraverso il processo di apprendimento.

ii. “La parola dolce nel greco è chrestos, che può significare che calza bene. In Palestina i gioghi destinati ai buoi erano fatti di legno… Il giogo veniva regolato con cura affinché calzasse bene e non facesse male al collo della bestia aggiogata. Il giogo era fatto su misura per il bue.” (Barclay)

iii. Non è una chiamata a una vita oziosa o indulgente. Ci sono pur sempre un giogo e un peso da portare. Eppure, con e in Gesù questi sono dolci e leggeri. “Il giogo di Gesù è dolce, non perché richiede meno da noi, ma perché rappresenta il nostro ingresso in una relazione da discepolo.” (France)

iv. Se il tuo giogo è duro e il tuo carico pesante, allora si può dire che non si tratta del Suo giogo o del Suo peso e che non Gli stai permettendo di portarlo insieme a te. Gesù l’ha detto chiaramente: Il mio giogo è dolce e il mio peso è leggero.

© 2023 The Enduring Word Bible Commentary by David Guzik – ewm@enduringword.com

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