Matteo 10




Matteo 10 – La Missione dei Dodici

A. Elezione e incarico dei dodici discepoli.

1. (1-4) Elenco dei dodici discepoli.

Poi, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro autorità sopra gli spiriti immondi per scacciarli, e per guarire qualunque malattia e qualunque infermità. Ora i nomi dei dodici apostoli sono questi: il primo Simone, detto Pietro e Andrea suo fratello; Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo di Alfeo e Lebbeo, soprannominato Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì.

a. Chiamati a sé i suoi dodici discepoli: La caratteristica principale di questo elenco è la sua diversità. Gesù scelse i propri discepoli con origini ed esperienze di vita diverse. Tutto ciò che avevano in comune era che nessuno di loro aveva dei privilegi o delle origini di ceto sociale elevato. Ciò rispecchia molto lo spirito di 1 Corinzi 1:26-29.

b. Diede loro autorità sopra gli spiriti immondi per scacciarli, e per guarire qualunque malattia e qualunque infermità: Gesù non solo chiamò i dodici; diede loro anche l’autorità di fare ciò per cui li aveva chiamati. Lo stesso principio è valido ancora oggi: Dio chiama e Dio equipaggia. L’equipaggiamento potrebbe non essere visibile prima dell’ingresso nel ministero, ma lo diventerà lungo la strada.

c. Ora i nomi dei dodici apostoli sono questi: Questi dodici (ad esclusione di Giuda, ovviamente) hanno un ruolo importante nel piano di redenzione di Dio, che include ancora un ruolo speciale nel giudizio futuro (Matteo 19:28) e nella fondazione della chiesa (Efesini 2:20). La Bibbia promette che la loro posizione e la loro opera saranno ricordate per l’eternità (Apocalisse 21:14).

i. Questa è la prima e unica volta in Matteo che i dodici vengono chiamati apostoli. “La parola apostolo significa letteralmente mandato; è un termine che identifica un emissario o un ambasciatore” (Barclay). “Vengono chiamati qui apostoloi per la prima ed ultima volta, con un riferimento immediato alla loro missione minore imminente e a quella grande più avanti.” (Bruce)

· La parola apostolo può significare semplicemente messaggero, come in Giovanni 13:16, identificando colui che è inviato.

· Gesù è chiamato apostolo in Ebrei 3:1: considerate l’apostolo e il sommo sacerdote della nostra confessione.

· A volte Paolo ha usato questa parola con l’accezione di messaggeri o rappresentanti, come in 2 Corinzi 8:23: essi sono apostoli delle chiese; probabilmente anche in Romani 16:7.

· Paolo l’ha però usata anche con un significato più stretto in riferimento ai Dodici, e a sé stesso in virtù di una dispensazione speciale (1 Corinzi 9:1-5 e 15:7-10; Galati 1:17 e 1:19 e seguenti).

ii. Ci sono quattro elenchi diversi dei dodici nel Nuovo Testamento. Qui in Matteo 10:2-4, poi in Marco 3:16-19, Luca 6:13-16 e Atti 1:13. In ognuno di questi Pietro viene menzionato sempre per primo e Giuda sempre per ultimo. Le due coppie di fratelli (Pietro e Andrea; Giacomo e Giovanni) compaiono sempre per primi. Negli elenchi sono disposti in modo da suggerire una suddivisione in tre gruppi da quattro, ognuno dei quali con un leader.

· In ciascun elenco Pietro compare per primo, seguito da Andrea, Giacomo e Giovanni.

· In ciascun elenco Filippo viene menzionato per quinto, seguito da Bartolomeo, Tommaso e Matteo.

· In ciascun elenco Giacomo, figlio di Alfeo, compare per nono, seguito da Taddeo/Giuda, fratello di Giacomo, Simone lo Zelota e Giuda.

iii. “Il numero apostolico rappresenta in modo appropriato le dodici tribù d’Israele; e ai fini pratici i dodici costituiscono un gruppo funzionale di leader, una giuria adeguata e una compagnia affidabile di testimoni.” (Spurgeon)

iv. Bartolomeo viene spesso identificato con il Natanaele di Giovanni 1:43-51 e Giovanni 21:2. “Molti sono del parere che si tratti di Natanaele… il cui nome era probabilmente Natanaele bar Talmai, Natanaele, il figlio di Talmai; qui viene usata una forma ridotta del suo nome e viene chiamato Bar Talmai, o Bartolomeo, da suo padre.” (Clarke)

v. “Bartolomeo non compare mai senza essere seguito da una e: era il tipo d’uomo che collaborava con altre persone.” (Spurgeon)

vi. “Non dobbiamo desumere che Cananeo significhi pagano (poiché Cristo non ha inviato altro che giudei), ma uno di Cana.” (Poole)

vii. “Solitamente a Iscariota si dà il significato di ‘uomo di Kerioth’ (una città nella Giudea meridionale), ma è stato anche inteso come ‘traditore’, ‘assassino’, ‘portatore della sacca di pelle’ o ‘di pelo rosso’!” (France)

viii. Sono chiamati discepoli in Matteo 10:1 e apostoli in Matteo 10:2. “È importante notare che coloro che erano apostoli di Cristo erano, innanzitutto, Suoi discepoli; ad indicare che gli uomini devono essere istruiti da Dio prima di essere inviati da Dio.” (Clarke)

2. (5-6) I destinatari del loro mandato: Israele (i giudei) soltanto.

Questi sono i dodici che Gesù inviò dopo aver dato loro questi ordini: «Non andate tra i gentili e non entrate in alcuna città dei Samaritani, ma andate piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele».

a. Questi sono i dodici che Gesù inviò: Gesù girava per la regione della Galilea insegnando, predicando e aiutando i bisognosi con potenza miracolosa (Matteo 4:23). L’invio di questi dodici era un ampliamento intenzionale di quell’opera. Da allora l’opera di Gesù veniva compiuta da tanti altri e non solo da Gesù stesso.

i. Dopo aver dato loro questi ordini: “La parola usata nel greco per indicare Gesù che comanda ai Suoi uomini o dà loro degli ordini è interessante e illuminante. La parola è paragellein. Questo termine ha nel greco quattro usi speciali. (i) È la parola tipicamente usata per gli ordini militari… (ii) È la parola usata per chiedere a degli amici di venire in proprio aiuto… (iii) È la parola usata per indicare un insegnante che dà regole e precetti ai propri studenti… (iv) È la parola usata normalmente per i decreti imperiali.” (Barclay)

b. Non andate tra i gentili: Questo è lo schema del vangelo – prima per il giudeo e poi per il greco (Romani 1:16). Più avanti, il vangelo sarebbe giunto sia ai Samaritani che ai gentili, ma doveva cominciare prima con le pecore perdute della casa d’Israele.

i. “Che Gesù abbia ritenuto proprio necessario menzionare i samaritani fa da presupposto a Giovanni 4. I discepoli, entusiasmati dalla possibilità di esercitare la propria capacità di operare miracoli, avrebbero potuto essere tentati di evangelizzare i samaritani, tra i quali ricordavano il successo di Gesù.” (Carson)

ii. “L’enfasi del comando non è posta sul divieto di intraprendere una missione più ampia, ma sulla priorità della missione verso Israele.” (France)

c. Ma andate piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele: L’intenzione di Dio era raggiungere il mondo intero, cominciando però da Israele. C’era sicuramente lavoro sufficiente da svolgere tra le pecore perdute della casa d’Israele da tenere occupati i dodici finché Dio non avrebbe comandato loro direttamente di allargare il loro ministero.

i. In maniera significativa, Gesù chiamava ancora i giudei “la casa d’Israele”, sebbene avessero perso la loro nazione ebraica molti decenni prima.Dio li considerava ancora “Israele”, anche quando l’entità politica conosciuta come “Israele” non esisteva più.

ii. Chi erano le pecore perdute d’Israele? Da un lato, lo erano tutti. Noi tutti come pecore eravamo erranti, ognuno di noi seguiva la propria via (Isaia 53:6). Dall’altro, invece, c’erano anche delle pecore perdute che venivano abusate e trascurate dai loro pastori spirituali, gli scribi, i sacerdoti e i farisei. Questo è il senso di Geremia 50:6: Il mio popolo è stato un gregge di pecore smarrite; i loro pastori le avevano sviate.

iii. Poiché molti erano stati abbandonati spiritualmente, Gesù inviò gli apostoli. “Gli albori della missione verso le trascurate pecore ‘perdute’ d’Israele si possono trovare nel convito di Capernaum (Matteo 9:10). Col passare del tempo Gesù percepiva sempre di più la pressione del problema e della necessità di uno sforzo congiunto.” (Bruce)

iv. “Come pecore, quelle sciocche creature, rispetto alle quali nessuna è più incline a vagare e, ancora di più, incapace di ritornare.” (Trapp)

3. (7-8a) La loro missione: andare, predicare e guarire.

«Andate e predicate, dicendo: “Il regno dei cieli è vicino”. Guarite gli infermi, mondate i lebbrosi, risuscitate i morti, scacciate i demoni».

a. Andate e predicate, dicendo: “Il regno dei cieli è vicino”: In precedenza (Matteo 4:17), ci è stato detto che il messaggio di Gesù era: “Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino”. I discepoli portavano lo stesso messaggio che Gesù predicava, riuscendo a coprire un’area più ampia di quanto avrebbe potuto fare Gesù da solo.

i. Possiamo altresì dedurre che dovevano ripetere molti dei temi trovati nel Sermone sul Monte (Matteo 5-7), considerato che quel messaggio mostra come dovrebbe essere la vita nel regno dei cieli.

ii. “Gli uomini faranno molto per un regno. E niente che non sia un regno, per giunta quello dei cieli, può attirare l’uomo e allontanarlo dai suoi dolci peccati.” (Trapp)

iii. Non ci viene detto che predicavano nelle sinagoghe, solo che in esse venivano flagellati (Matteo 10:17). Si trattava di un ministero di predicazione casa per casa, all’aperto, sulle strade.

b. Guarite gli infermi, mondate i lebbrosi, risuscitate i morti, scacciate i demoni: I discepoli avevano sia un messaggio da predicare che una potenza da mostrare. Questi due aspetti li rendevano veri seguaci del loro Maestro.

i. L’autorità data a quei discepoli di risuscitare i morti è considerevole; tuttavia, l’adempimento successivo è stato registrato in Atti 9 e 20, e sicuramente ce ne sono stati altri che non sono stati riportati. Non abbiamo prove che una cosa del genere fosse frequente, né che questa autorità sia stata revocata permanentemente. È saggio che i cristiani di oggi credano che la potenza di Dio compia questi miracoli attraverso il Suo popolo, ma è altrettanto saggio che non siano troppo precipitosi a credere a dei resoconti non comprovati di tali miracoli.

4. (8b-15) Come devono provvedere a sé stessi.

«Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non fate provvista di oro, né di argento né di denaro nelle vostre cinture, né di sacca da viaggio, né di due tuniche, né di calzari, né di bastone, perché l’operaio è degno del suo nutrimento. Ora, in qualunque città o villaggio entrate, informatevi se vi sia qualcuno degno e lì rimanete fino alla vostra partenza. E quando entrate nella casa, datele il vostro saluto. E se quella è degna, venga la vostra pace su di essa; ma, se non è degna, la vostra pace ritorni a voi. E se qualcuno non vi riceve e non ascolta le vostre parole, uscendo da quella casa o da quella città, scuotete la polvere dai vostri piedi. Vi dico in verità che, nel giorno del giudizio, il paese di Sodoma e di Gomorra sarà trattato con più tolleranza di quella città».

a. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date: Gesù non aveva addebitato nulla ai Suoi discepoli e si aspettava che loro facessero altrettanto nel ministrare agli altri. Si tratta del principio fondamentale del comandamento che segue.

i. “Che scandalo è quando un uomo traffica con i doni che afferma, almeno, di aver ricevuto dallo Spirito Santo, dei quali non è il padrone, ma il dispensatore. Colui che predica per crearsi un introito o per fare fortuna è colpevole del più ignobile dei sacrilegi.” (Clarke)

b. Non fate provvista di oro, né di argento né di denaro nelle vostre cinture: Si sarebbero dovuti aspettare che Dio avrebbe incontrato i loro bisogni, senza esserne eccessivamente preoccupati. Inoltre, si sarebbero dovuti aspettare che Dio avrebbe soddisfatto regolarmente le loro necessità mediante l’ospitalità ispirata di altri.

i. “Il nostro Salvatore aveva pianificato di far loro sperimentare la provvidenza di Dio e di insegnar loro di confidare in essa.” (Poole)

ii. “Ancora una volta pronunciava parole con cui i giudei avevano grande familiarità. Il Talmud ci dice che: ‘Nessuno può recarsi al Monte del Tempio con un bastone, dei sandali, una cintura di denaro o dei piedi impolverati’. In altre parole, quando un uomo entrava nel tempio, doveva mostrare chiaramente che si era lasciato alle spalle tutto ciò che aveva a che fare con il commercio, gli affari e le attività mondane.” (Barclay)

iii. Prendere [fare provvista] significa letteralmente ‘ottenere’… L’affermazione nella sua forma matteana non tanto specifica, dunque, l’equipaggiamento adeguato a viaggiare, piuttosto assicura al discepolo che non è necessaria una colletta preventiva, né che ci si attrezzi di un equipaggiamento speciale. Possono andare così come sono, vista anche l’urgenza della missione.” (France)

iv. “La ben nota discrepanza riguardo al bastone (Marco 6:8 li autorizza specificamente ad averne uno) può aver origine nella differenza dei verbi usati: la versione di Matteo proibisce l’acquisizione di un bastone per il viaggio, mentre quella di Marco permette loro di prendere (soltanto) quello che è già in loro possesso.” (France)

v. “Vedi Luca 22:36: ‘Chi ha una borsa la prenda con sé…’ A tempi diversi corrispondono modi diversi di procedere. Oh, che alcuni dei nostri fratelli tanto spirituali avessero un po’ di buon senso! Offriamo questa preghiera con un cuore molto debole.” (Spurgeon)

c. Perché l’operaio è degno del suo nutrimento: Quando si trovavano in mezzo agli altri, dovevano essere degli operai. Dovevano fare in mezzo a loro sia un’opera spirituale che pratica. Possiamo immaginarli mentre predicavano la Parola di Dio, pregavano per e con le persone e aiutavano nei lavori agricoli.

i. Anche se i dodici potevano aspettarsi che i loro bisogni fossero soddisfatti attraverso le persone che servivano, non dovevano mai richiederlo come forma di pagamento. Il principio fondamentale era “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.

d. Se quella è degna… se non è degna: Coloro che ricevevano i discepoli potevano aspettarsi di essere benedetti (venga la vostra pace su di essa); quei luoghi invece che li respingevano dovevano aspettarsi di essere trattati alla stregua delle città dei gentili (scuotete la polvere dai vostri piedi), ponendoli in questo modo in serio pericolo di giudizio.

i. “Soggiornare nella casa di una persona ‘degna’ significa che i discepoli non dovevano andare in giro alla ricerca della sistemazione più confortevole.” (Carson)

ii. “Facile a farsi, ma non facile a farsi con il giusto spirito; molto spesso poteva essere il risultato di una seccatura, di una delusione e dell’orgoglio ferito – poiché non mi hanno apprezzato, li abbandono al loro destino. Cristo lo aveva inteso come un atto per simboleggiare che la responsabilità ricadeva sugli abitanti.” (Bruce)

iii. “Due segni certi che identificano capre dissolute: 1. Non ricevono i ministri di Cristo per ospitarli e offrire loro riparo, ritenendosi soddisfatti da un tale comportamento. 2. Non ascoltano le loro parole.” (Trapp)

B. Gesù prepara i discepoli alla persecuzione.

1. (16-18) La persecuzione arriverà.

«Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come serpenti e semplici come colombe. Ma guardatevi dagli uomini, perché vi trascineranno davanti ai loro sinedri e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe. E sarete condotti davanti ai governatori e davanti ai re, per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai gentili».

a. Io vi mando come pecore in mezzo ai lupi: Apertamente e onestamente, Gesù ha avvertito i Suoi che avrebbero affrontato la persecuzione. Dal momento che non giravano sotto la protezione della polizia o dell’esercito, li ha mandati come pecore in mezzo ai lupi.

i. “Qui si vedono delle pecore mandate in mezzo ai lupi, come se fossero queste ad andare all’attacco e fossero intenzionate ad abbattere i loro terribili nemici. È una vista del tutto nuova, che la natura non potrà mai mostrare, ma la grazia è ricca di meraviglie.” (Spurgeon)

ii. “Dopotutto, la missione delle pecore verso i lupi è una missione di speranza, visto che in natura vediamo che il numero delle pecore, per quanto così fragili, supera di gran lunga quello dei lupi feroci.” (Spurgeon)

b. Siate dunque prudenti come serpenti e semplici come colombe: Nonostante la loro condizione di vulnerabilità, i seguaci di Gesù non dovevano difendersi con forme di potere di questo mondo. Dovevano rimanere semplici come colombe, anche se prudenti come serpenti.

i. La sapienza li avrebbe preservati dall’attirare problemi inutili o avrebbe mostrato loro come evitarli senza compromessi. I serpenti vengono attaccati da tutti e devono ricorrere alla creatività e alla sapienza per sopravvivere.

ii. Rimanere semplici li avrebbe preservati dal cedere alla tentazione della rivalsa.

iii. “Il missionario cristiano avrà bisogno di essere accorto a evitare di subire dei danni; deve avere però una mente candida in modo da non infliggerne.” (Spurgeon)

c. Ma guardatevi dagli uomini, perché vi trascineranno: Gesù li avvertì inoltre che gli uomini li avrebbero perseguitati nella sfera civile (sinedri) e in quella religiosa (sinagoghe). Si sarebbero dovuti aspettare opposizione sia dalle istituzioni governative che da quelle religiose.

d. Sarete condotti davanti ai governatori e davanti ai re, per causa mia: Si tratta di un’affermazione notevole, che riconosce la grande influenza che avrebbero avuto il vangelo e i suoi predicatori. Governatori e re li avrebbero notati – e arrestati, trascinandoli in tribunale.

i. “Ciò offre una prova schiacciante della prescienza di Cristo. Chi avrebbe mai pensato, a quel tempo, che degli uomini disprezzati e analfabeti potessero attirare tanta attenzione ed essere chiamati a difendere la professione della loro fede davanti ai tribunali dei personaggi più illustri della terra?” (Wakefield, citato in Clarke)

e. Per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai gentili: Poiché sarebbero stati perseguitati a causa di Gesù, avrebbero potuto essere una testimonianza sia per i persecutori religiosi che civili.

i. “Il riferimento specifico ai gentili suggerisce che già era prevista una missione più ampia nel periodo post-resurrezione.” (France)

2. (19-20) Quando i discepoli di Gesù saranno portati di fronte ai governatori, Dio li difenderà e parlerà per loro.

«Quando essi vi metteranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come parlerete o di che cosa dovrete dire; perché in quella stessa ora vi sarà dato ciò che dovrete dire; poiché non sarete voi a parlare, ma lo Spirito del Padre vostro che parla in voi».

a. Non preoccupatevi di come parlerete o di che cosa dovrete dire: I discepoli di Gesù potevano riporre fiducia perfetta in Dio in quei frangenti, sapendo che Egli avrebbe parlato attraverso di loro anche se fossero stati impreparati.

i. “I primi cristiani non erano terrorizzati dall’umiliazione né dalla crudeltà del dolore e dell’agonia. Ma molti di loro temevano che la loro incapacità di parlare o di difendersi potesse danneggiare piuttosto che onorare la verità. Dio ha promesso che, quando un uomo è sotto processo per la sua fede, riceverà le parole necessarie.” (Barclay)

b. Perché in quella stessa ora vi sarà dato ciò che dovrete dire: Questo dava loro la certezza che lo Spirito del Padre avrebbe parlato a loro e attraverso di loro al momento necessario, pur non essendosi preparati nulla da dire.

i. Questa non vuole essere una giustificazione per la scarsa preparazione nell’insegnamento e nella predicazione della Parola di Dio, ma è una promessa di forza e guida per i perseguitati che hanno l’opportunità di testimoniare di Gesù.

3. (21-23) La persecuzione si estenderà fino alle famiglie, di città in città.

«Ora il fratello consegnerà a morte il fratello e il padre il figlio; e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi avrà perseverato fino alla fine, sarà salvato. Ora, quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un’altra, perché in verità vi dico, che non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo».

a. Ora il fratello consegnerà a morte il fratello: Gesù sapeva che, in alcuni casi, il vangelo avrebbe diviso i componenti di una famiglia e che alcune delle più severe persecuzioni avrebbero avuto luogo all’interno del nucleo familiare.

b. E li faranno morire: Gesù disse chiaramente che la persecuzione a volte avrebbe portato alla morte. Sebbene la maggior parte dei cristiani siano stati perseguitati nell’ambito economico o sociale attraverso i secoli, letteralmente milioni hanno dato le proprie vite come atto di fedeltà a Gesù.

c. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome: Ciò si è rivelato vero molte volte, quando intere culture hanno odiato i seguaci di Gesù. Sembra strano che le persone che vivono secondo le aspettative del regno descritte in Matteo 5-7 debbano essere odiate a tal punto, ma si tratta dello stesso paradosso che ha ispirato il mondo a condannare e crocifiggere l’unico uomo senza peccato che sia mai vissuto.

i. Con dolore bisogna ammettere che ci sono state occasioni in cui i cristiani, a motivo di grande infedeltà o una falsa professione di fede, sono stati odiati per buone ragioni. Tuttavia, nessuno di quelli che sono ripieni della presenza di Gesù e vivono come Lui ha vissuto può essere odiato per una buona ragione.

d. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato: Un impegno a perseverare fino alla fine è richiesto a coloro che supereranno le tempeste della persecuzione. Noi, che affrontiamo solamente delle piccole persecuzioni reali, possiamo comprendere a malapena quanto sia difficile sopportarle.

i. “Perché, se fosse salvato ogni uomo che inizia a seguire Cristo, chi sarebbe dannato? In un paese come questo, la maggior parte degli uomini ha almeno uno spasmo religioso nella propria vita.” (Spurgeon)

e. Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un’altra: Con questo Gesù insegnò ai Suoi discepoli che avrebbero sbagliato ad andare in cerca del martirio. Non avrebbero dovuto correre incontro alla persecuzione né rimanere dov’erano, se avessero avuto l’opportunità di fuggire in maniera onorevole. Se gli si fosse presentata l’opportunità di fuggire in un altro luogo, avrebbero dovuto coglierla.

f. Non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo: Questa è una delle affermazioni di Gesù in Matteo più difficili da capire. È possibile che Gesù intendesse davvero che sarebbe tornato su questa terra prima che i discepoli avessero percorso tutte le città d’Israele? Se così fosse, ciò renderebbe la predizione di Gesù palesemente errata. Piuttosto, è meglio considerare la Sua “venuta” in questo passaggio come la Sua venuta per giudicare la Giudea nel 70 d.C., che ebbe luogo effettivamente prima che il vangelo raggiungesse ogni città in Israele.

i. Si tratta dell’adempimento del giorno del giudizio menzionato in Matteo 10:15. Per molti aspetti, il giudizio che Dio riversò sulla Giudea attraverso gli eserciti romani nel 70 d.C. è peggio del giudizio che si abbatté su Sodoma e Gomorra.

ii. “Quando affronteranno la persecuzione, dovranno considerarla semplicemente un segnale di ritirata strategica verso la città successiva, in cui la testimonianza dovrà continuare, perché il tempo è poco. Non avranno finito di evangelizzare le città d’Israele quando il Figlio dell’Uomo verrà a giudicare Israele.” (Carson)

4. (24-25) La ragione per cui i discepoli di Gesù devono aspettarsi la persecuzione.

«Il discepolo non è da più del maestro, né il servo da più del suo signore. Basta al discepolo di essere come il suo maestro e al servo come il suo padrone. Se hanno chiamato il padrone di casa Beelzebub, quanto più chiameranno così quelli di casa sua!»

a. Il discepolo non è da più del maestro: In parole povere, i discepoli non avrebbero dovuto aspettarsi di essere trattati meglio di quanto lo fosse stato Gesù. Se hanno chiamato Gesù stesso Satana (Beelzebub), quanto di peggio dovrebbero aspettarsi i discepoli di Gesù.

i. Questo è già il secondo riferimento in Matteo che troviamo riguardo a Gesù che viene associato a Satana dai Suoi nemici. “Matteo 9:34 suggerisce che si trattava di un insulto frequente.” (Carson)

ii. “Grazie a Dio, possono chiamarci come vogliono, ma non possono fare di noi dei malvagi… Dio è stato calunniato in Paradiso e Cristo al Calvario; come possiamo sperare di scampare?” (Spurgeon)

b. Basta al discepolo di essere come il suo maestro e al servo come il suo padrone: Questo è l’obiettivo sia del discepolo che del servo di Gesù. Vogliamo soltanto essere come il nostro maestro e padrone, mentre diventiamo conformi all’immagine del suo Figlio, affinché egli sia il primogenito fra molti fratelli (Romani 8:29).

5. (26-31) Persino nel mezzo della persecuzione, i discepoli di Gesù non devono aver paura, ma essere coraggiosi nella proclamazione del vangelo.

«Non li temete dunque, poiché non c’è nulla di nascosto che non debba essere rivelato e nulla di segreto che non debba essere conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre, ditelo nella luce; e ciò che udite dettovi all’orecchio, predicatelo sui tetti. E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto colui che può far perire l’anima e il corpo nella Geenna. Non si vendono forse due passeri per un soldo? Eppure neanche uno di loro cade a terra senza il volere del Padre vostro. Ma quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete dunque; voi siete da più di molti passeri».

a. Non li temete dunque: I discepoli di Gesù potevano avere la certezza che la verità avrebbe prevalso, perciò avrebbero dovuto predicarla con coraggio, malgrado il pericolo della persecuzione.

i. Se la persecuzione o la minaccia di persecuzione ci fa indietreggiare dalla proclamazione e dalla predicazione della Parola di Dio, allora Satana, in una certa misura, ha conseguito una vittoria. Le sue minacce di persecuzione possono non essere riuscite a farci del male, ma hanno ostacolato l’opera della Parola di Dio.

ii. “Non temere ciò che non si può evitare se vuoi essere utile. La paura non si addice a un apostolo, così come non si addice a un soldato o a un marinaio, i quali accettano tranquillamente i rischi della propria vocazione.” (Bruce)

b. Poiché non c’è nulla di nascosto che non debba essere rivelato e nulla di segreto che non debba essere conosciuto: Gesù ha promesso ai Suoi seguaci perseguitati che la verità del loro onorevole sacrificio sarebbe stata ricordata, anche se i persecutori avessero fatto del loro meglio per nasconderla tra le pagine della storia. Dio avrebbe rivelato ogni cosa e giustificato i Suoi servi, e avrebbe svelato il crimine di coloro che credevano di averla nascosta.

i. Il giudizio eterno ci dona grande fiducia nella somma giustizia di Dio. Coloro che sembrano raggirare la giustizia sulla terra non la raggireranno mai nell’eternità.

c. Quello che io vi dico nelle tenebre, ditelo nella luce; e ciò che udite dettovi all’orecchio, predicatelo sui tetti: Il messaggio di Gesù era gloriosamente pubblico. Non era destinato per pochi eletti né doveva essere celato in qualche modo. Non esistono un messaggio per la cerchia ristretta e un messaggio per quelli di fuori. Quelli di fuori possono anche non comprendere il messaggio, ma possono udirlo e non deve essere loro nascosto.

d. E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto colui che può far perire l’anima e il corpo nella Geenna: Dio è l’unico da temere, non gli uomini che perseguitano i seguaci di Gesù. Il peggio che possono fare è distruggere il corpo, ma essere dei codardi davanti a Dio può avere delle conseguenze eterne.

i. “Non c’è cura migliore per il timore degli uomini del timore di Dio.” (Spurgeon)

ii. “Dunque, scopriamo che il corpo e l’anima sono principi distinti, perché il corpo può essere ucciso e l’anima scampare; poi, scopriamo che l’anima è immateriale, perché gli uccisori del corpo non sono in grado, non essendo in loro potere, di farle del male.” (Clarke)

e. Non temete dunque; voi siete da più di molti passeri: I discepoli di Gesù non avevano bisogno di avere paura, perché Dio si prendeva davvero cura di loro, persino negli aspetti più insignificanti. Se Dio ha cura dei passeri e conta i capelli del nostro capo, allora farà molta attenzione anche alle nostre necessità. I perseguitati credono facilmente che Dio si sia dimenticato di loro, ma non è così.

i. Dio ci conosce meglio di quanto ci conoscano i nostri amici; meglio di quanto ci conosca nostro marito o nostra moglie; ci conosce meglio di quanto conosciamo noi stessi. Noi invece non sappiamo quanti sono i capelli sul nostro capo. Il Dio che ci conosce così bene si prenderà cura di noi.

ii. L’enfasi in questa breve sezione è chiaramente su “non temete”. “È la terza volta, in sei versetti, che noi e loro siamo invitati a bandire questa vile e spregevole passione, questo infondato, infruttuoso, dannoso, peccaminoso timore degli uomini. Colui che teme Dio non ha bisogno di temere nessun altro.” (Trapp)

6. (32-39) L’atteggiamento di cui devono essere equipaggiati i discepoli di Gesù.

«Chiunque, perciò, mi riconoscerà davanti agli uomini, io pure lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli. Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, io pure lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». «Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a mettervi la pace, ma la spada. Perché io sono venuto a mettere disaccordo tra figlio e padre, tra figlia e madre, tra nuora e suocera, e i nemici dell’uomo saranno quelli di casa sua. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me. E chi non prende la sua croce e non viene dietro a me, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la ritroverà.

a. Chiunque, perciò, mi riconoscerà davanti agli uomini, io pure lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli: I discepoli devono confessare Gesù pubblicamentedavanti agli uomini. Se non rendiamo pubblica la nostra fedeltà verso di Lui, non possiamo aspettarci che Lui renda pubblica la Sua fedeltà verso di noi.

i. Tutti quelli che Gesù ha chiamato sono stati chiamati pubblicamente. Non esiste davvero un cristiano “segreto”, almeno non in senso permanente. È una contraddizione in termini – un ossimoro.

ii. La vita di ogni singolo cristiano dovrebbe fornire prove sufficienti – prove visibili al mondo – che si tratta effettivamente di un cristiano. C’è da temere che i cristiani di oggi, se venissero arrestati per il crimine di seguire Gesù e fossero processati in tribunale, verrebbero scagionati per insufficienza di prove.

iii. “Ciò che Cristo è per te sulla terra sarai tu per Cristo in cielo. Ripeterò questa verità. Tutto ciò che Gesù Cristo è per te sulla terra, sarai tu per Lui nel giorno del giudizio. Se Egli ti è caro e prezioso, tu sarai caro e prezioso per Lui. Se hai avuto un’alta considerazione di Lui, Lui avrà un’alta considerazione di te.” (Spurgeon)

iv. Eppure, non osiamo tralasciare che Gesù qui affermi che il destino eterno di una persona dipende dalla sua risposta a Lui. “Questo ‘egocentrismo’ è una caratteristica folgorante degli insegnamenti di Gesù. ‘Non ha paragoni nel mondo di Gesù’ (Jeremias, NTT, pp. 250-255). Ancora più sorprendentemente, l’affermazione è basata su 1 Samuele 2:30, dove colui che è onorato o disprezzato è Dio stesso.” (France)

b. Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; Non sono venuto a mettervi la pace, ma la spada: Il messaggio di Gesù – come traspare dal Sermone sul Monte – è effettivamente un messaggio di pace. Tuttavia, poiché chiama l’individuo a un impegno radicale con Gesù stesso, è un messaggio di pace che separa coloro che lo scelgono da coloro che lo respingono. La divisione derivante da queste due scelte spiega in che modo Gesù non sia venuto a mettervi la pace, ma la spada.

c. Perché io sono venuto a mettere disaccordo tra figlio e padre… e i nemici dell’uomo saranno quelli di casa sua: La linea di separazione tra coloro che accettano Gesù e coloro che lo rigettano sarebbe stata tracciata persino nelle famiglie. La spada di cui Gesù parlava avrebbe a volte lacerato le famiglie.

d. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me: Con parole forti Gesù spiegò che i discepoli devono amare e seguire Gesù al di sopra di ogni altra cosa. La nostra devozione a Gesù deve venire al di sopra anche della nostra casa.

i. Normalmente dovremmo aspettarci che seguire Gesù ci renda mariti, padri, mogli, madri, figli, figlie, e così via, migliori. Tuttavia, ci sono momenti in cui la presenza di Gesù divide invece di unire.

ii. Il più grande pericolo dell’idolatria non viene da ciò che è cattivo, ma da ciò che è buono – come l’amore nelle relazioni familiari. Il pericolo più grande per ciò che è migliore proviene da ciò che è al secondo posto.

e. Prende la sua croce e… viene dietro a me: Il discepolo deve seguire Gesù fino al punto di prendere la sua croce. Quando qualcuno prendeva la croce al tempo di Gesù, era solo per una ragione: morire. L’antica croce dei Romani non negoziava, non scendeva a compromessi e non stipulava accordi. Non c’era modo di guardarsi indietro quando si prendeva la croce e l’unica speranza era nella vita di resurrezione.

i. La sua croce: La tua croce non rappresenta veramente una tua particolare prova o difficoltà. La croce significa una sola cosa: morte – morte a sé stessi, ma vita di resurrezione a Dio.

ii. Questo è il primo accenno alla croce nel Vangelo di Matteo e non è associata direttamente alla crocifissione di Gesù. Un’affermazione così estrema – paragonare il discepolato all’orrore della crocifissione, qualcosa di troppo terribile da menzionare in buona compagnia – deve aver scosso i discepoli.

iii. Eppure, sapevano benissimo ciò che la croce rappresentava. “La crocifissione stessa non era una vista insolita nella Palestina romana; il linguaggio del ‘portare la croce’ avrebbe avuto un significato sufficientemente chiaro, anche prima che si rendessero conto di quanto letteralmente Lui stesso lo avrebbe esemplificato.” (France)

iv. “Dopo che il generale romano Varo ebbe stroncato la rivolta di Giuda in Galilea [4 a.C.], crocifisse duemila giudei, piazzando le croci lungo le vie che portavano in Galilea.” (Barclay)

f. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la ritroverà: Il discepolo vive in un paradosso. Può trovare la vita solo se la perde e può vivere solamente morendo. La vita di resurrezione può avvenire solo dopo che prendiamo la nostra croce e seguiamo Gesù.

i. “Quando portiamo la croce, dobbiamo seguire Gesù: portarne una senza seguire Cristo è un misero affare. Un cristiano che evita la croce non è un cristiano; ma colui che porta la croce e non segue Gesù manca ugualmente il bersaglio.” (Spurgeon)

7. (40-42) La ricompensa che spetta a coloro che, a differenza dei persecutori, ricevono i discepoli di Gesù.

«Chi riceve voi, riceve me; e chi riceve me, riceve colui che mi ha mandato. Chi riceve un profeta nel nome di un profeta, riceverà un premio da profeta; e chi riceve un giusto nel nome di un giusto, riceverà un premio da giusto. E chiunque darà da bere anche un solo bicchiere d’acqua fredda a uno di questi piccoli nel nome di un discepolo, in verità vi dico, che egli non perderà affatto il suo premio».

a. Chi riceve voi, riceve me: Il bene fatto ai discepoli di Gesù è come se fosse fatto a Gesù stesso, perché sono Suoi rappresentanti e portano avanti il Suo ministero.

b. Chi riceve un profeta nel nome di un profeta, riceverà un premio da profeta: Possiamo partecipare nel premio dei servi di Dio sostenendoli nella loro opera. Anche delle opere di gentilezza apparentemente insignificanti (un solo bicchiere d’acqua fredda) fatte nei confronti del popolo di Dio sono preziose agli occhi di Dio.

i. Che cosa potrebbe sembrare più insignificante che dare a qualcuno un solo bicchiere d’acqua fredda? Dopo poco avrà di nuovo sete. Eppure, persino un gesto così piccolo sarà ricordato per sempre e ricompensato da Dio. Egli non perderà affatto il suo premio.

ii. “Di Mida si narra che qualunque cosa toccasse si trasformava in oro. Certo è che qualunque cosa la mano di carità tocchi, sia anche solo un bicchiere di acqua fredda, si trasforma alla stessa maniera, non in oro, ma nel cielo stesso.” (Trapp)

iii. “Come già detto, non è la filantropia ad essere qui considerata, ma il ricevere un discepolo perché è un discepolo (di nuovo letteralmente ‘nel nome di’)” (France). La promessa è che coloro che sono Suoi discepoli Lo rappresentano davvero, sia nel costo che nella ricompensa.

iv. “‘Questi piccoli’ includono sicuramente tutti gli apostoli, i profeti e gli uomini giusti; questi sono tutti ‘piccoli’ perché sono tutti bersagli dell’inimicizia del mondo.” (Carson)

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