Matteo 1




Matteo 1 – Genealogia e Nascita di Gesù Cristo

A. La Genealogia di Gesù Cristo

1. (1) Matteo presenta il suo tema nel primo versetto: Gesù quale adempimento delle profezie e dell’aspettativa d’Israele.

Libro della genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abrahamo.

a. Libro della genealogia di Gesù Cristo: Ecco che Matteo inizia il proprio resoconto sulla vita di Gesù Cristo. Dalla dichiarazione nel testo in greco antico è difficile desumere a che cosa si riferisca questo libro della genealogia.

i. “È possibile tradurre le prime due parole di Matteo, biblos genseos, con ‘documento della genealogia’, ‘documento delle origini’ o ‘documento della storia’” (Carson). Per certi versi, ogni significato è appropriato.

·In Matteo 1:1-17 abbiamo il “documento della genealogia”.

·In Matteo 1:18-2:23 abbiamo il “documento delle origini”.

·In tutto il Vangelo di Matteo abbiamo il “documento della storia”.

ii. Essendo stato un pubblicano (conosciuto anche come “Levi”), Matteo aveva le competenze per scrivere un resoconto della vita e degli insegnamenti di Gesù. Ad un pubblicano del tempo era richiesto che conoscesse il greco e che fosse un uomo istruito e ben organizzato. Alcuni credono che Matteo fosse il “cancelliere” dei discepoli e prendesse appunti dagli insegnamenti di Gesù. Potremmo dire che, quando Matteo si mise a seguire Gesù, lasciò ogni cosa – eccetto penna e carta. “Matteo ha fatto nobile uso del proprio talento letterario, diventando il primo uomo che abbia mai messo insieme un resoconto degli insegnamenti di Gesù.” (Barclay)

iii. “Sappiamo che era un esattore delle tasse e che perciò doveva essere un uomo profondamente odiato, considerato che i giudei odiavano i membri del proprio popolo che prestavano servizio civile per i loro conquistatori.” (Barclay)

b. Figlio di Davide, figlio di Abrahamo: In questa panoramica sul lignaggio di Gesù, Matteo Lo collega in maniera chiara e forte ad alcuni dei più grandi uomini nella storia dell’Antico Testamento. Matteo inizia il proprio resoconto sulla vita di Gesù Cristo illustrando la Sua genealogia e partendo dal patriarca Abrahamo.

i. Sebbene la maggior parte degli studiosi del Nuovo Testamento credano che il Vangelo di Matteo non fosse il primo dei quattro ad essere stato scritto, è posto giustamente al primo posto tra i libri del Nuovo Testamento. Ci sono molte ragioni per cui Matteo è il primo tra i resoconti evangelici.

·“È incredibile come, tra le variazioni di ordine in cui appaiono i Vangeli nelle liste e nei testi antichi, l’unico fattore costante è che Matteo compare sempre per primo.” (France)

·Agli albori del cristianesimo molti pensavano che il Vangelo di Matteo fosse stato scritto per primo.

·I primi cristiani, giustamente, consideravano importante il Vangelo di Matteo perché presenta delle porzioni significative degli insegnamenti di Gesù che non si trovano negli altri vangeli come, ad esempio, una versione più completa del Sermone sul Monte.

·Era l’unico dei vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca) ad avere un autore apostolico – Matteo (conosciuto anche come Levi), un ex esattore delle tasse prima di seguire Gesù come discepolo.

·“Il Vangelo di Matteo, infatti, veniva citato nelle opere cristiane del II secolo d.C. più di tutti gli altri.” (France)

·Lo stile giudaico del Vangelo di Matteo si comporta come una transizione logica tra l’Antico e il Nuovo Testamento. Per queste ragioni, la chiesa primitiva lo piazzava per primo tra i quattro vangeli.

ii. La natura giudaica di questo Vangelo è evidente in molti modi. Molti fattori indicano che Matteo si aspettava che i suoi lettori avessero familiarità con la cultura ebraica.

·Matteo non traduce i termini in aramaico come, per esempio, raca (Matteo 5:22) e corban (Matteo 15:5).

·Matteo fa riferimento alle usanze giudaiche senza aggiungere spiegazioni (Matteo 15:2 e Marco 7:3-4; vedi anche Matteo 23:5).

·Matteo comincia la sua genealogia da Abrahamo (Matteo 1:1).

·Matteo presenta il nome di Gesù e il suo significato in un modo che dà per scontato che il lettore ne riconosca le radici ebraiche (Matteo 1:21).

·Matteo si riferisce spesso a Gesù come il “Figlio di Davide”.

·Matteo utilizza l’espressione più giudaica “Regno dei Cieli” al posto di “Regno di Dio”.

iii. Eppure, in maniera significativa, il Vangelo di Matteo si conclude in modo trionfante con Gesù che comanda ai propri seguaci di fare discepoli di tutte le nazioni (Matteo 28:19-20). Pertanto, il Vangelo di Matteo ha radici profonde nel giudaismo, ma allo stesso tempo è in grado di guardare oltre; considera il vangelo stesso più di un messaggio per il popolo ebraico; è piuttosto un messaggio per il mondo intero.

iv. Inoltre, notiamo che Matteo adotta un atteggiamento profondamente critico nei confronti dei capi dei giudei e del loro rifiuto di Gesù. Affermare che Matteo è “pro giudei” è un errore; è meglio dire che è “pro Gesù”, il quale viene presentato come l’autentico Messia ebreo, che purtroppo molti dei giudei (soprattutto dell’istituzione religiosa) avevano respinto.

v. Alcuni commentatori della prima chiesa e alcuni studiosi moderni affermano che Matteo avrebbe scritto inizialmente il proprio vangelo in ebraico e che successivamente l’avrebbe tradotto in greco. Comunque sia, non esistono prove concrete a sostegno di questa teoria come, ad esempio, la scoperta di un antico manoscritto di Matteo redatto in ebraico.

vi. Teorie più recenti riguardo al Vangelo di Matteo sostengono che l’autore avrebbe scritto seguendo lo stile della letteratura giudaica midrash, che crea delle storie immaginarie e le impiega come un commentario continuativo dell’Antico Testamento. Alcuni scrittori usano l’esempio del midrash per affermare che Matteo avrebbe scritto di molti eventi che non sono mai accaduti. Non si tratterebbe però di una menzogna, perché non sarebbe mai stata sua intenzione raccontare la verità e i suoi lettori non si sarebbero mai aspettati che lo facesse. Si tratta di teorie inverosimili, e un’attenta analisi mostra più differenze che similarità tra Matteo e i midrashim. “I Midrashim ebraici… presentano storie come materiale illustrativo, adottandole come commento a un testo continuativo dell’Antico Testamento. Matteo 1-2, invece, non offre alcun testo continuativo dell’Antico Testamento.” (Carson)

c. Figlio di Davide: In tutta la sua opera Matteo mostra Gesù come Messia e Re, promesso alla stirpe reale di Davide (2 Samuele 7:12-16).

i. L’Antico Testamento ha profetizzato che il Messia sarebbe stato il figlio di Davide; proprio nella prima frase Matteo indica Gesù quale adempimento delle profezie dell’Antico Testamento.

d. Figlio di Abrahamo: Matteo non solo collega Gesù a Davide, ma si spinge indietro fino ad Abrahamo. Gesù è la Discendenza di Abrahamo, in cui tutte le nazioni sarebbero state benedette (Genesi 12:3).

2. (2-16) La Genealogia di Gesù attraverso Giuseppe.

Abrahamo generò Isacco; Isacco generò Giacobbe; Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli. Giuda generò Fares e Zara da Tamar; Fares generò Esrom; Esrom generò Aram; Aram generò Aminadab; Aminadab generò Naasson; Naasson generò Salmon. Salmon generò Booz da Rahab; Booz generò Obed da Ruth; Obed generò Iesse. Iesse generò il re Davide; il re Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria. Salomone generò Roboamo; Roboamo generò Abia; Abia generò Asa. Asa generò Giosafat; Giosafat generò Ioram; Ioram generò Ozia. Ozia generò Ioatam; Ioatam generò Acaz; Acaz generò Ezechia. Ezechia generò Manasse; Manasse generò Amon; Amon generò Iosia. Iosia generò Ieconia e i suoi fratelli al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel; Salatiel generò Zorobabel. Zorobabel generò Abiud; Abiud generò Eliakim; Eliakim generò Azor. Azor generò Sadok; Sadok generò Achim; Achim generò Eliud. Eliud generò Eleazar; Eleazar generò Matthan; Matthan generò Giacobbe. Giacobbe generò Giuseppe, il marito di Maria, dalla quale nacque Gesù, che è chiamato Cristo.

a. Abrahamo… Giuseppe: Questa genealogia conferma la rivendicazione del trono di Davide da parte di Gesù attraverso suo padre adottivo Giuseppe. Non si tratta del lignaggio di sangue di Gesù in Maria, ma del lignaggio legale di Gesù in Giuseppe. Il Vangelo di Luca riporta la stirpe di sangue di Gesù attraverso Maria.

i. “I giudei davano molto peso alle genealogie e per i cristiani ebrei la Messianicità di Gesù dipendeva dalle prove della sua appartenenza alla discendenza di Davide.” (Bruce)

ii. Esistono alcuni problemi reali nel districarsi nei dettagli di questa genealogia e nel conciliare alcuni dei suoi punti con il resoconto di Luca e con quelli che si trovano nell’Antico Testamento.

iii. L’autore è convinto che Matteo riporti il resoconto genealogico di Giuseppe e Luca il resoconto di Maria, sebbene alcuni non lo accettino senza riserve. “Semplicemente leggendo Luca, pochi noterebbero che viene presentata la genealogia di Maria. La teoria ha origine non dal testo di Luca, ma dal bisogno di conciliare le due genealogie. All’apparenza sia Matteo che Luca intendono presentare la genealogia di Giuseppe.” (Carson)

iv. Nondimeno, le difficoltà genealogiche non dovrebbero impedirci di vedere il tutto. Matthew Poole ha riconosciuto che ci sono dei problemi con le genealogie; cercando di conciliare le testimonianze di Matteo e Luca, ha osservato correttamente quanto segue:

·I giudei hanno conservato documenti genealogici dettagliati, perciò non è imprudente fidarsi di tali testimonianze.

·Dovremmo tenere a mente gli avvertimenti di Paolo riguardo allo studio eccessivo delle genealogie e ad evitare discussioni al riguardo (1 Timoteo 1:4 e 6:4; Tito 3:9).

·Se gli oppositori giudei di Gesù avessero potuto dimostrare che Egli non apparteneva alla discendenza di Davide, avrebbero invalidato le Sue dichiarazioni riguardo all’essere il Messia; tuttavia, non ci riuscirono.

v. “Dunque, la cosa più irragionevole che possiamo immaginare è fare di queste piccole insoddisfazioni la base per mettere in dubbio o non credere al vangelo, solo perché non riusciamo a sciogliere tutti i nodi che incontriamo in una genealogia.” (Poole)

vi. L’interesse giudaico per le genealogie potrebbe rivelarsi a volte una distrazione pericolosa. Per questo motivo Paolo avverte Timoteo di guardarsi da coloro che sono affascinati da genealogie senza fine (1 Timoteo 1:4) e dà un avvertimento simile a Tito (Tito 3:9).

vii. “Al di là di una o due eccezioni, si tratta di nomi di persone di poco o nessun conto. Gli ultimi erano persone del tutto nell’ombra e insignificanti. Il nostro Signore era ‘una radice spuntata da un terreno arido’; un ramoscello dalla radice secca di Iesse. Egli dava poca importanza alla grandezza terrena.” (Spurgeon)

b. Tamar… Rahab… Ruth… quella che era stata la moglie di Uria: Questa genealogia è nota per l’insolita presenza di quattro donne. Le donne venivano menzionate raramente nelle genealogie antiche e le quattro presenti qui sono degne di una nota speciale quali esempi della grazia di Dio. Sono la dimostrazione di come Dio può prendere delle persone impensabili e usarle in modi grandiosi.

·Tamar: Si vendette come prostituta a suo suocero Giuda per dare alla luce Fares e Zara (Genesi 38).

·Rahab: Era una prostituta dei gentili, in favore della quale Dio adottò delle misure straordinarie per salvarla sia dal giudizio che dal suo stile di vita di prostituzione (Giosuè 2; 6:22-23).

·Ruth: Era originaria di Moab, una gentile, fino al momento della sua conversione fuori dall’alleanza d’Israele (Ruth 1).

·Quella che era stata la moglie di Uria: Bath-Sceba (a cui si fa solo allusione in Matteo 1:6) era un’adultera, nota per il suo peccato con Davide (2 Samuele 11). “Il modo particolare di Matteo di riferirsi a lei, ‘la moglie di Uria’, può essere il tentativo di porre l’attenzione sul fatto che Uria non era un Israelita, bensì un Ittita.” (Carson)

i. Queste quattro donne hanno un ruolo importante nella genealogia di Gesù, dando dimostrazione che Gesù Cristo non era di stirpe reale secondo la percezione umana, cioè non apparteneva a un lignaggio esclusivamente aristocratico.

ii. Queste quattro donne hanno un ruolo importante nella genealogia di Gesù, dando dimostrazione che Gesù, nella Sua genealogia, si identifica con i peccatori, come farà nella Sua nascita, battesimo, vita e morte sulla croce. “Gesù è erede di una stirpe in cui scorre il sangue della prostituta Rahab e della campagnola Ruth; è imparentato al disonorato e all’umile, e mostrerà il Suo amore al più povero e al più sconosciuto.” (Spurgeon)

iii. Queste quattro donne hanno un ruolo importante nella genealogia di Gesù, dando dimostrazione che c’è posto per le donne nel Nuovo Patto. Sia nella cultura pagana che ebraica del tempo, gli uomini aveva spesso poco rispetto per le donne. A quel tempo alcuni giudei pregavano ogni mattina ringraziando Dio di non averli fatti gentili, schiavi o donne. Ciononostante, le donne godevano di maggior rispetto tra i giudei che tra i pagani.

iv. “La cosa di gran lunga più strabiliante di questa genealogia sono i nomi delle donne che compaiono in essa.” (Barclay)

v. “Gli uomini e le donne famigerati per le loro qualità malvagie fanno parte della linea diretta della Sua discendenza. Ciò è stato permesso affinché Egli potesse rappresentare appieno la nostra razza perduta.” (Meyer)

c. Giacobbe generò Giuseppe, il marito di Maria, dalla quale nacque Gesù, che è chiamato Cristo: Matteo ha voluto dire chiaramente che Giuseppe non era il padre di Gesù; era piuttosto il marito di Maria.

i. “Questa nuova espressione rende chiaro che Matteo non considera Gesù il figlio naturale di Giuseppe… La genealogia è intesa chiaramente a mostrare la stirpe ‘legale’ di Gesù, non quella fisica.” (France)

3. (17) L’organizzazione della genealogia da parte di Matteo.

Così, tutte le generazioni da Abrahamo fino a Davide sono quattordici generazioni; e da Davide fino alla deportazione in Babilonia, quattordici generazioni; e dalla deportazione in Babilonia fino a Cristo, quattordici generazioni.

a. Quattordici generazioni… quattordici generazioni… quattordici generazioni: Qui Matteo intende dire chiaramente che questa genealogia non è completa. Non c’erano realmente quattordici generazioni tra gli individui indicati, ma Matteo imposta la lista in modo da renderla semplice da ricordare e memorizzare.

i. Per esempio, Matteo 1:8 dice che Ioram generò Ozia. Ozia non era altro che Uzziah, re di Giuda, che fu colpito con la lebbra per aver osato entrare nel tempio in qualità di sacerdote per offrire l’incenso (2 Cronache 26:16-21). Uzziah non era figlio diretto di Ioram, ma ci furono tre re tra i due (Ahaziah, Joas e Amatsiah). Ciononostante, Clarke osserva correttamente: “Si osserva che omissioni del genere non sono fuori dal comune nelle genealogie ebraiche”.

b. Così, tutte le generazioni: L’usanza di saltare delle generazioni era abbastanza frequente nella stesura delle genealogie antiche. Pertanto, Matteo non ha fatto nulla di strano tralasciando alcune generazioni.

i. Un’altra generazione reale saltata da Matteo era quella tra Giosia e Ieconia (Matteo 1:11); il suo nome era Jehoiakim (2 Cronache 36:5-8). Jehoiakim fu talmente malvagio che Dio, attraverso il Profeta Geremia, giurò che nessuno dei suoi discendenti di sangue si sarebbe seduto sul trono d’Israele (Geremia 36:30-31). C’era un problema sostanziale: Se qualcuno fosse stato discendente di Davide attraverso Jehoiakim, non si sarebbe potuto sedere sul trono d’Israele, né avrebbe potuto essere re e Messia a causa della maledizione riportata in Geremia 36:30-31. Inoltre, se il conquistatore non fosse stato un discendente di Davide, non avrebbe potuto essere l’erede al trono legittimo a motivo della promessa fatta a Davide e della natura della stirpe reale.

ii. Ora arriviamo alle differenze tra le genealogie di Matteo e Luca. Matteo riporta la genealogia di Giuseppe, il marito di Maria, dalla quale nacque Gesù, che è chiamato Cristo (Matteo 1:16). Comincia da Abrahamo e prosegue lungo la discendenza fino a Gesù attraverso Giuseppe. Luca riporta la genealogia di Maria: e lo si credeva figlio di Giuseppe (Luca 3:23). Comincia da Gesù e risale la genealogia fino ad Adamo, partendo senza menzionare Maria.

iii. Entrambe le genealogie riportano la stessa discendenza da Adamo (o Abrahamo) fino a Davide. Da Davide in poi, invece, le due genealogie si separano. Dando uno sguardo alla lista dei figli di Davide in 2 Samuele 5, vediamo che Satana aveva spostato la sua attenzione sui discendenti della stirpe reale attraverso Salomone – una strategia sensata. Secondo Matteo 1:6 la stirpe di Giuseppe è passata attraverso Salomone (e quindi Jehoiakim, che era stato maledetto). Gesù era il figlio legale di Giuseppe, ma non il figlio naturale; pertanto, la maledizione pronunciata su Jehoiakim non avrebbe avuto effetto su di Lui. Giuseppe non aveva partecipato nella stirpe di Gesù con il “sangue”, bensì con la sua posizione legittima nella discendenza della stirpe reale di Gesù. La genealogia di Maria – la stirpe di sangue di Gesù – non passa da Salomone, ma attraverso un altro figlio di Davide di nome Natan (Luca 3:31). Maria, dunque, non aveva parte nella maledizione pronunciata sulla discendenza di Jehoiakim.

B. La Nascita di Gesù Cristo

1. (18) Maria, al tempo promessa in sposa a Giuseppe, rimane incinta a seguito di un concepimento miracoloso per opera dello Spirito Santo.

Or la nascita di Gesù Cristo avvenne in questo modo. Maria, sua madre, era stata promessa in matrimonio a Giuseppe, ma prima che iniziassero a stare insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.

a. Or la nascita di Gesù Cristo avvenne in questo modo: A dire il vero, Matteo non ci racconta come sia avvenuta la nascita di Gesù; ci pensa Luca. Matteo, invece, ci dice da dove è venuto Gesù e ci narra la storia attraverso gli occhi di Giuseppe.

b. Maria, sua madre, era stata promessa in matrimonio a Giuseppe: Nel mondo giudaico ai tempi di Gesù c’erano sostanzialmente tre fasi che portavano al matrimonio.

·Fidanzamento: Avveniva quando la sposa e lo sposo erano in giovane età ed era spesso combinato dai genitori.

·Promessa di matrimonio: Rendeva il fidanzamento precedente ufficiale e vincolante. Durante questo periodo i due venivano ritenuti marito e moglie; la promessa poteva essere infranta solo mediante divorzio. La promessa di matrimonio durava solitamente un anno.

·Matrimonio: Seguiva la cerimonia nuziale, dopo l’anno della promessa di matrimonio.

c. Si trovò incinta per opera dello Spirito Santo: Matteo (anche se non in modo dettagliato come il Vangelo di Luca) presenta chiaramente il concepimento virginale e la successiva nascita di Gesù. Tuttavia, le persone del tempo difficilmente credevano alla nascita virginale, messa in dubbio da alcuni anche oggi.

i. Dovremmo tenere conto della grande prova in cui sono venuti a trovarsi una giovane donna pia come Maria e Giuseppe, suo promesso sposo. “La situazione di Maria era la più angosciante e umiliante che si possa immaginare. Niente, se non una piena consapevolezza della sua integrità e un’irremovibile fiducia in Dio, avrebbe potuto sostenerla in circostanze tanto difficili, in cui rischiava la sua reputazione, il suo onore e la sua stessa vita.” (Clarke)

ii. La verità sul concepimento soprannaturale di Gesù fu messa in dubbio da molti a quel tempo e successivamente fu sostituita da delle menzogne riguardo alle origini di Gesù. Vengono fatti dei riferimenti a questi sospetti in vari passaggi, tra cui Giovanni 8:19 e 8:41. Si diffusero delle menzogne secondo cui Maria fosse rimasta incinta di un soldato romano. Qui Matteo mette le cose ben in chiaro – sia allora che adesso.

iii. “Non poteva nascere in nessun altro modo; se avesse avuto un padre peccatore, come avrebbe potuto possedere una natura senza peccato? È nato da donna affinché fosse umano; non per opera d’uomo affinché in lui non ci fosse peccato.” (Spurgeon)

2. (19) Giuseppe intende divorziare in segreto.

Allora Giuseppe, suo sposo, che era uomo giusto e non voleva esporla ad infamia, deliberò di lasciarla segretamente.

a. Giuseppe, suo sposo: Il versetto precedente ci dice che Maria era stata promessa in matrimonio a Giuseppe. Questa precisazione ci mostra che, benché non fossero ufficialmente sposati, Giuseppe era considerato comunque lo sposo di Maria sulla base della promessa.

b. Che era uomo giusto e non voleva esporla ad infamia: Essendo un uomo giusto, Giuseppe sapeva che, se Maria gli fosse stata infedele, non sarebbe stato possibile procedere con il matrimonio. Eppure, da uomo giusto qual era, non voleva causare a Maria difficoltà o marchiarla di infamia inutilmente. Giuseppe prese la decisione comprensibile di divorziare da lei in segreto.

c. Di lasciarla segretamente: Fa riferimento alla rottura di un fidanzamento mediante divorzio. Nella cultura ebraica del tempo, una promessa di matrimonio era vincolante e, per scioglierla, era necessario il divorzio.

i. Poiché il loro fidanzamento era registrato pubblicamente, lui non poteva lasciarla segretamente, ma c’era bisogno di testimoni; perciò, è molto probabile che significhi che l’avrebbe lasciata segretamente per quanto possibile, vista la natura della situazione.” (Poole)

ii. “Quando dobbiamo fare qualcosa di drastico, scegliamo sempre il modo più delicato. Magari non dovremo farlo nemmeno.” (Spurgeon)

3. (20-21) Un angelo parla in sogno a Giuseppe, convincendolo a non divorziare da Maria.

Ma, mentre rifletteva su queste cose, ecco che un angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria come tua moglie, perché ciò che è stato concepito in lei è opera dello Spirito Santo. Ed ella partorirà un figlio e tu gli porrai nome Gesù, perché egli salverà il suo popolo dai loro peccati».

a. Ecco che un angelo del Signore gli apparve in sogno: Non si tratta dell’Angelo del Signore, bensì semplicemente di un angelo del Signore. Forse si trattava di Gabriele, protagonista degli annunci fatti a Maria e Zaccaria (Luca 1:19 e 1:26). In quei due casi si tratta di visitazioni angeliche reali; qui appare a Giuseppe in sogno.

i. Fece questo sogno mentre rifletteva su queste cose. Giuseppe era comprensibilmente turbato dalla gravidanza misteriosa e dal futuro di Maria, e da come si sarebbe dovuto comportare verso di lei. Sebbene avesse deciso di lasciarla segretamente, era una decisione che non lo tranquillizzava.

b. Giuseppe, figlio di Davide: L’uso della formula figlio di Davide avrebbe dovuto richiamare l’attenzione di Giuseppe sulla grande importanza di questo messaggio. Figlio di Davide è un riferimento alla discendenza legale di Giuseppe che risale fino al trono di Davide.

c. Ciò che è stato concepito in lei è opera dello Spirito Santo: Sembra che Maria non avesse rivelato a Giuseppe di essere incinta per opera dello Spirito Santo. Non dovremmo esserne sorpresi: come avrebbe potuto lei (o come avrebbe potuto chiunque se non Dio) spiegare un tale avvenimento? Questa parola angelica convinse Giuseppe.

i. Non esiste spiegazione sul come questo sia avvenuto, solo quello che abbiamo in Luca 1:35. “Il meraviglioso concepimento del nostro Salvatore è un mistero in cui non dobbiamo guardare eccessivamente; è per questo che è definito un adombramento (Luca 1:35).” (Trapp)

ii. Non si allude minimamente a un accoppiamento pagano in termini volgarmente fisici tra la divinità e l’essere umano. Piuttosto, la potenza del Signore, manifesta nello Spirito Santo, che ci si aspettava fosse attivo nell’Era Messianica, operò miracolosamente il concepimento.” (Carson)

d. Tu gli porrai nome Gesù: Il nome Gesù (“La Salvezza di Yahweh”) era piuttosto comune a quel tempo (Flavio Giuseppe menziona nelle proprie opere 12 uomini diversi con il nome di “Gesù”, ma ai giorni nostri è sommamente benedetto. Come affermato più avanti dall’Apostolo Pietro, non c’è alcun altro nome sotto il cielo, per mezzo del quale gli uomini devono essere salvati (Atti 4:12).

i. “Il nome che l’angelo comandò a Giuseppe di dare al Figlio di Maria era comune a quel tempo… il cui pieno significato era “La Salvezza di Geova”. (Morgan)

e. Perché Egli salverà il suo popolo dai loro peccati: Il messaggero angelico dichiarò brevemente, seppur in maniera eloquente, l’opera del futuro Messia, Gesù. Verrà come un salvatore e salverà il suo popolo dai loro peccati.

i. Questa descrizione dell’opera di Gesù ci ricorda che Dio ci viene incontro nel nostro peccato, ma il Suo proposito è di salvarci dai nostri peccati. Egli ci salva prima di tutto dalla punizione del peccato, poi dalla potenza del peccato e, infine, dalla presenza del peccato.

ii. “La salvezza dai peccati è un elemento appartenente alla speranza dell’Antico Testamento (per esempio, Isaia 53; Geremia 31:31-34; Ezechiele 36:24-31) e alla successiva speranza Messianica… sebbene non sia dominante. Questa citazione isolata avverte il lettore di non aspettarsi che questo Messia si adegui alla speranza popolare di un liberatore nazionale.” (France)

iii. Magnificamente dice: “Il suo popolo”. Se avesse detto: “Il popolo di Dio”, avremmo potuto pensare che fosse riservato al popolo giudeo soltanto. Non è però l’appartenenza ad Abrahamo che porta la salvezza dal peccato; è appartenere a Gesù, far parte del suo popolo.

4. (22-23) La nascita virginale e l’adempimento della profezia.

Or tutto ciò avvenne affinché si adempisse quello che era stato detto dal Signore, per mezzo del profeta che dice: «Ecco, la vergine sarà incinta e partorirà un figlio, il quale sarà chiamato Emmanuele che, interpretato, vuol dire: “Dio con noi”».

a. Affinché si adempisse: Ecco il primo uso di questa frase importante, che diventerà un tema ricorrente attraverso tutto Matteo.

b. «Ecco, la vergine sarà incinta e partorirà un figlio, il quale sarà chiamato Emmanuele»: Matteo ha compreso correttamente che il concepimento soprannaturale di Gesù era stato profetizzato in Isaia 7:14.

i. C’è stato un certo dibattito riguardo alla citazione presa da Isaia 7:14, principalmente perché la parola in ebraico almah può essere tradotta vergine o “giovane donna”.

ii. Sappiamo che il passo in Isaia parla di Gesù perché afferma che la vergine sarà incinta e che il concepimento sarebbe stato un segno per l’intera casa di Davide.Coloro che negano la nascita virginale di Gesù sono soliti puntualizzare che la parola ebraica in Isaia 7:14, tradotta con vergine (almah), si può tradurre anche con “giovane donna”. Secondo loro, Isaia stava semplicemente dicendo che una “giovane donna” avrebbe partorito e non una vergine. Sebbene l’adempimento immediato della profezia di Isaia si riferisca ad una giovane donna che dà alla luce un figlio, l’adempimento futuro o supremo indica chiaramente una donna che concepisce e partorisce un figlio in maniera miracolosa. È un concetto particolarmente chiaro, perché l’Antico Testamento non usa mai questa parola in un contesto che non faccia riferimento a una vergine e perché la Versione dei Settanta, in maniera categorica, traduce almah in Isaia 7:14 con vergine (parthenos).

c. Emmanuele: Questo titolo di Gesù si riferisce sia alla Sua deità (Dio con noi) sia alla Sua identificazione e vicinanza all’uomo (Dio con noi).

i. Gesù è veramente Emmanuele, Dio con noi. “In effetti, ovunque leggiamo, Cristo non viene chiamato con il nome di Emmanuele… tuttavia, l’importanza di questo nome è affermata con la massima verità e riconosciuta essere pienamente compiuta in Lui.” (Trapp, su Isaia 7:14)

ii. “In che modo, dunque, Cristo è Dio con noi? Gesù è chiamato Emmanuele, o Dio con noi, nella Sua incarnazione; Dio con noi, mediante l’influenza dello Spirito Santo, nel santo sacramento, nella predicazione della Sua parola, nella preghiera privata. E Dio con noi, attraverso ogni azione della nostra vita, che cominciamo, continuiamo e portiamo a termine nel Suo nome. Egli è Dio con noi per confortarci, illuminarci, proteggerci e difenderci in ogni momento di tentazione e prova, nell’ora della nostra morte, nel giorno del giudizio; è Dio con noi e in noi, e noi con Lui e in Lui, per tutta l’eternità.” (Clarke)

iii. Possiamo ponderare profondamente sul significato di questo nome – Emmanuele.

·Ci fa vedere quanto Dio si sia abbassato per salvare l’uomo; ha aggiunto la natura di una delle Sue creature alla Sua natura divina, accettandone le debolezze, la fragilità e la dipendenza a cui la creatura è sottoposta.

·Ci fa vedere la grandezza del miracolo che Dio ha compiuto aggiungendo la natura umana alla propria, rimanendo pur sempre Dio.

·Ci fa vedere la compatibilità tra la natura umana corrotta e la natura divina; il fatto che le due si sono potute unire dimostra che siamo stati creati veramente ad immagine di Dio.

·Ci fa vedere che possiamo andare a Lui; se Lui è venuto a noi, allora noi possiamo andare a Lui. “Perciò, se Gesù Cristo è ‘Dio con noi’, andiamo a Dio senza alcuna domanda o incertezza. Chiunque tu sia, non hai bisogno che alcun sacerdote o intercessore ti presenti a Dio, perché Dio si è presentato a te.” (Spurgeon)

iv. “John Wesley morì con queste parole sulla propria lingua; viviamo con questo nei nostri cuori. – ‘La cosa migliore è Dio con noi’.” (Spurgeon)

5. (24-25) Giuseppe sposa Maria dopo l’annuncio angelico.

E Giuseppe, destatosi dal sonno, fece come l’angelo del Signore gli aveva comandato e prese con sé sua moglie; ma egli non la conobbe, finché ella ebbe partorito il suo figlio primogenito, al quale pose nome Gesù.

a. Fece come l’angelo del Signore gli aveva comandato: L’obbedienza di Giuseppe è ammirevole. Non ha dubitato né vacillato; ha compreso subito la verità e l’importanza del messaggero angelico venuto a lui in sogno.

b. Non la conobbe, finché ella ebbe partorito il suo figlio primogenito:Le parole non la conobbe finché indicano che Giuseppe e Maria non hanno avuto relazioni matrimoniali normali se non dopo la nascita di Gesù.

i. Ciò sottolinea che Gesù è stato concepito miracolosamente. “Matteo vuole rimuovere qualsiasi ambiguità che circondava il concepimento virginale di Gesù, perché aggiunge che Giuseppe non si unì sessualmente a Maria fino alla nascita di Gesù.” (Carson)

ii. Inoltre, viene smentito il dogma cattolico romano della verginità perpetua di Maria. “Il matrimonio era dunque formalmente valido, ma fu consumato solo dopo la nascita di Gesù. L’espressione greca finché suggerisce che il rapporto sessuale è avvenuto dopo la fine di questo periodo… Non c’è alcuna giustificazione biblica a supporto della tradizione della ‘verginità perpetua’ di Maria.” (France)

iii. Si tratta di una dottrina non biblica apparsa solamente a partire dal V secolo d.C. È annoverata tra i dogmi dell’Immacolata Concezione, ascensione in cielo e il ruolo attuale di Maria quale mediatrice per i credenti. Ognuno di questi è un’invenzione umana, intesa a esaltare Maria in un modo non biblico.

c. Al quale pose nome Gesù: Fecero ciò che Dio gli aveva detto. Benché si trattasse di un nome abbastanza comune, possedeva un significato davvero straordinario e sarebbe diventato il nome più grande che c’è, il nome al di sopra di ogni nome.

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