Marco 7




Marco 7 – Gesù Dichiara Puri Cibo e Persone

A. Una disputa sui lavaggi rituali.

1. (1-5) I capi religiosi di Gerusalemme sopraggiungono per trovare colpe e per domandare a Gesù perché i Suoi discepoli venissero meno nell’osservanza dei lavaggi cerimoniali.

Allora si riunirono intorno a lui i farisei e alcuni scribi venuti da Gerusalemme. E, avendo visto che alcuni dei suoi discepoli mangiavano il cibo con le mani impure, cioè non lavate, li accusarono. Infatti, i farisei e tutti i Giudei non mangiano se non si sono prima lavate le mani con gran cura, attenendosi alla tradizione degli anziani; e, quando tornano dalla piazza, non mangiano senza prima essersi purificati. Ci sono molte altre cose, che sono tenuti ad osservare per tradizione: lavatura di coppe, di brocche, di vasi di rame e di letti. Poi i farisei e gli scribi gli domandarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli anziani, ma prendono il cibo senza lavarsi le mani?».

a. Venuti da Gerusalemme: Questa era un’altra delegazione ufficiale di capi religiosi provenienti da Gerusalemme, venuti per valutare il ministero di Gesù. Abbiamo già visto un’altra delegazione in Marco 3:22, la quale aveva pronunciato una dura condanna contro Gesù. Questa delegazione venuta da Gerusalemme si era già fatta una sua opinione riguardo a Gesù e stava cercando qualcosa per confermarla.

i. Il concetto di esaminare il ministero di Gesù era giusto. In apparenza, questi uomini stavo proteggendo Israele da un potenziale falso profeta o da un falso Messia. Ma il modo in cui effettivamente esaminarono Gesù era del tutto sbagliato. Per prima cosa, avevano già preso una decisione riguardo a Gesù. In secondo luogo, la misura che avevano adottato per valutare Gesù non era la Parola di Dio, bensì l’insieme delle loro tradizioni religiose.

b. Mangiavano il cibo con le mani impure: I capi religiosi stavano facendo riferimento a cerimoniali di purificazione elaborati: non stavano parlando del semplice atto del lavarsi per motivi di igiene. A quei tempi, gli ebrei che osservavano la Legge seguivano rigorosamente un rituale lungo e rigido per lavarsi prima dei pasti.

i. Il lavaggio delle mani qui descritto era puramente cerimoniale. Non bastava lavarsi bene le mani se erano molto sporche. Prima dovevi lavarti le mani per renderle pulite, e poi dovevi eseguire il rituale per renderle spiritualmente pure. Avevano persino una preghiera accompagnatoria da recitare durante il lavaggio rituale: “Benedetto sei Tu, o Signore, Re dell’universo, che ci hai santificati tramite le leggi e ci hai comandato di lavarci le mani.” (Citazione in Lane)

ii. “Il comando biblico secondo il quale i sacerdoti dovevano lavarsi le mani e i piedi per entrare nel Tabernacolo (Esodo 30:19; 40:12) fornì le basi per la pratica diffusa del lavaggio rituale sia nel giudaismo palestinese che in quello della diaspora.” (Lane)

c. Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli anziani: Questi lavaggi erano comandati dalla tradizione, non dalla Scrittura. I capi religiosi lo sapevano, ma criticavano lo stesso i discepoli perché non obbedivano a queste tradizioni.

i. Nel giudaismo di allora veniva onorata la legge scritta. Ma c’era anche la legge orale, che era scritta, ma era la tradizione e l’interpretazione dell’uomo in aggiunta alla legge scritta. Molti leader ebrei del tempo di Gesù onoravano la legge orale ancor più della legge scritta.

ii. “Il rabbino Eleazer disse: ‘Colui che espone le Scritture in opposizione alla tradizione non ha alcuna parte nel mondo a venire’ … La Mishna, una raccolta di tradizioni ebraiche nel Talmud, registra: ‘Insegnare qualsiasi cosa contraria alla voce dei rabbini è un’offesa più grande che non contraddire la Scrittura stessa.’” (Wiersbe)

iii. “Gli ebrei hanno diversi detti comuni, che dimostrano quanta stima avessero di queste tradizioni, come: Se gli scribi dicono che la nostra mano destra è la nostra sinistra e la nostra mano sinistra è la nostra destra, noi ci dobbiamo credere. E ancora: C’è di più nelle parole degli scribi che nelle parole della legge… Il rabbino ebreo Jose disse: Colui che mangia con le mani non lavate pecca tanto quanto colui che giace con una meretrice.” (Trapp)

iv. “Avevano raccolto un gran numero di tradizioni; tradizioni che in primo luogo avrebbero dovuto essere interpretazioni della legge e applicazioni della legge alle circostanze locali; tradizioni che, in un secondo momento, erano diventate interpretazioni di tradizioni; e tradizioni che, in un terzo momento, erano diventate le interpretazioni delle interpretazioni delle tradizioni!” (Morgan)

v. “Il fatto che Gesù non sosteneva la validità della legge orale lo rese l’oggetto di un attacco concertato da parte degli scribi.” (Lane)

d. Infatti, i farisei e tutti i Giudei non mangiano se non si sono prima lavate le mani con gran cura, attenendosi alla tradizione degli anziani: Per effettuare questi lavaggi cerimoniali, si tenevano da parte speciali vasi di pietra pieni d’acqua, perché l’acqua comune poteva essere impura. Per lavarti le mani con gran cura, dovevi iniziare prendendo almeno una quantità di questa acqua, sufficiente da riempire un guscio e mezzo d’uovo. Poi dovevi versare l’acqua sulle mani, partendo dalle dita e scendendo verso il polso. Successivamente dovevi pulire ogni palmo strofinando il pugno dell’altra mano su di esso. Poi dovevi versare di nuovo l’acqua sulle mani, questa volta dal polso verso le dita.

i. Un ebreo davvero rigido avrebbe seguito questo cerimoniale non solo prima del pasto, ma anche tra una portata e l’altra. E i rabbini erano assolutamente seri a questo riguardo. Dicevano che il pane mangiato con le mani non lavate non era migliore degli escrementi. Un rabbino che una volta non era riuscito a eseguire il lavaggio rituale fu scomunicato. Un altro rabbino fu imprigionato dai Romani e usò la sua razione d’acqua per la purificazione cerimoniale anziché usarla per bere, a momenti morendo di sete: per questo sacrificio, venne considerato un grande eroe.

ii. È facile per noi pensare che questi leader religiosi, o l’intera cultura religiosa, fossero davvero stolti e falsi per l’enfasi che ponevano su tradizioni come questa. Ma non ci rendiamo conto di quanto queste cose emergano in modo velato e di quanto sembrino spirituali, soprattutto all’inizio. Molti rituali o tradizioni sembrano costruiti su una logica spirituale irremovibile:

· Dio non vuole forse che lo onoriamo in tutto ciò che facciamo?

· Dio non aveva forse comandato ai sacerdoti di lavarsi le mani prima di servirlo?

· Non dovrebbe ogni fedele e seguace di Dio avere la stessa devozione di un sacerdote?

· Non è ogni pasto sacro a Dio?

· Non dovremmo cogliere ogni opportunità per renderci puri davanti al Signore?

· Dio non dice forse: Chi salirà al monte dell’Eterno? Chi starà nel suo santo luogo? L’uomo innocente di mani e puro di cuore (Salmi 24:3-4).

iii. Quando le domande sono poste in questo modo, è facile dire di sì a tutte, finché non ti ritrovi ad essere d’accordo con la logica che sostiene la tradizione. Ma se alla fine dai lo stesso peso alla parola dell’uomo, alla tradizione dell’uomo, al rituale dell’uomo, che dai alla Parola di Dio, allora sei nell’errore. La tua “logica spirituale” non ha importanza. Ti stai sbagliando.

2. (6-9) Esaltare la tradizione dell’uomo piuttosto che la volontà di Dio.

Ma egli, rispondendo, disse loro: «Ben profetizzò Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto:

“Questo popolo mi onora con le labbra,
Ma il loro cuore è lontano da me.
Ma invano mi rendono un culto,
Insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.

Trascurando infatti il comandamento di Dio, vi attenete alla tradizione degli uomini: lavatura di brocche e di coppe; e fate molte altre cose simili». Disse loro ancora: «Voi siete abili nell’annullare il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione.

a. Voi, ipocriti: Gesù parlò con un linguaggio così forte perché questi capi si preoccupavano troppo di questioni banali, come il lavaggio rituale. Focalizzandosi su queste tradizioni banali, escludevano tutti coloro che non osservavano le tradizioni, e quindi li scoraggiavano dall’avvicinarsi a Dio.

i. La traduzione biblica “Living Bible” parafrasa la citazione di Isaia: Queste persone parlano molto garbatamente del Signore ma non Lo amano affatto. La loro adorazione è una farsa, poiché affermano che Dio comanda alle persone di obbedire alle loro regole meschine.

b. Questo popolo mi onora con le labbra: Sì, onoravano Dio con le labbra; ma in realtà, Dio disse di loro: il loro cuore è lontano da me. È possibile dare l’impressione di essere religiosi o spirituali, ma essere, in realtà, lontani da Dio. Ed era esattamente così per questi leader religiosi.

i. Questa è l’idea alla base della parola ipocriti: La parola nell’antica lingua greca si riferiva a “un attore” o “qualcuno che indossa una maschera.” L’immagine di sé che promuovono è più importante di chi sono veramente.

ii. Dio ci direbbe qualcosa di simile?

· Vanno in chiesa, ma il loro cuore è lontano da me.

· Leggono la Bibbia, ma il loro cuore è lontano da me.

· Pregano in modo eloquente, ma il loro cuore è lontano da me.

· Fanno le offerte, ma il loro cuore è lontano da me.

· Aiutano nel ministero, ma il loro cuore è lontano da me.

· Amano cantare, ma il loro cuore è lontano da me.

· Parlano ad altri di Gesù, ma il loro cuore è lontano da me.

c. Insegnando dottrine che sono precetti di uomini: Questo è uno dei pilastri del legalismo. Prendere un comandamento o un’opinione degli uomini e insegnarlo o promuoverlo come se fosse una dottrina di Dio è la base del legalismo. Ciò dà alla parola dell’uomo lo stesso peso della parola di Dio.

i. Non tutto nella vita cristiana è una questione di giusto e sbagliato. Alcune cose, molte cose, sono semplicemente questioni di coscienza personale davanti a Dio. Le Scritture non prescrivono il lavaggio rituale prima dei pasti. Se vuoi farlo, allora va bene. Fallo per il Signore ma senza avere un senso di superiorità spirituale nei confronti dei tuoi fratelli e delle tue sorelle. Se non vuoi farlo, va bene lo stesso. Anche se scegli di non farlo per il Signore, non guardare dall’alto in basso coloro la cui coscienza li obbliga a fare il lavaggio rituale.

d. Voi siete abili nell’annullare il comandamento di Dio: Questo è un altro pilastro del legalismo. È già abbastanza grave aggiungere i comandamenti degli uomini alla parola di Dio. Tuttavia, quasi sempre, i legalisti o gli ipocriti religiosi non si limitano a questo, e fanno di più: annullano il comandamento di Dio per far osservare la vostra tradizione. In questo modo, sottraggono la vera essenza e il fulcro della parola di Dio.

i. “Per l’uomo spirituale, è una questione di stupore continuo che gli uomini siano così pronti a seguire e persino a lottare senza paura per l’autorità delle tradizioni umane, mentre sono altrettanto veloci a ignorare i chiari insegnamenti della Parola di Dio.” (Ironside)

3. (10-13) Un esempio di come le loro tradizioni disonoravano Dio: non aiutare i propri genitori con beni che erano riservati come offerte a Dio.

Mosè, infatti, ha detto: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Ma voi dite: “Se un uomo dice a suo padre o a sua madre: Tutto quello con cui potrei assisterti è Corban cioè un’offerta a Dio”, non gli lasciate più far nulla per suo padre o per sua madre, annullando così la parola di Dio con la vostra tradizione, che voi avete tramandata. E fate molte altre cose simili».

a. Mosè, infatti, ha detto: L’Antico Testamento delineava chiaramente la responsabilità dei figli di onorare i propri genitori. Quando i figli sono giovani e sono ancora in casa con i loro genitori, hanno anche il dovere di obbedire ai loro genitori. Ma anche quando non hanno più il dovere di obbedirli, hanno comunque il dovere di onorarli.

b. Tutto quello con cui potrei assisterti è Corban: Secondo questa pratica, un figlio avrebbe potuto dire che i suoi beni o risparmi erano Corban – cioè, particolarmente dedicati a Dio – e che di conseguenza non erano utilizzabili per aiutare i suoi genitori.

c. Annullando così la parola di Dio con la vostra tradizione: Così facendo, un figlio avrebbe potuto disobbedire completamente al comando onora tuo padre e tua madre credendo di essere super-religioso. Gesù definì questo tipo di situazione come annullare la parola di Dio con la […] tradizione

4. (14-16) Gesù parla alla folla riguardo alla pura apparenza della religione.

Poi, chiamata a sé tutta la folla, disse loro: «Ascoltatemi tutti ed intendete: Non c’è nulla di esterno all’uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono da lui che lo contaminano. Chi ha orecchi da udire, oda!».

a. Non c’è nulla di esterno all’uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo: Questo non vuol dire che non ci siano cose che contaminano e che possiamo fare entrare dentro di noi (per esempio la pornografia). Ma in questo contesto specifico, Gesù stava parlando della pulizia cerimoniale riguardante il cibo, anticipando così il tempo in cui, sotto il Nuovo Patto, tutti i cibi sarebbero stati dichiarati kosher (Atti 10:15).

b. Sono invece le cose che escono da lui che lo contaminano: Il principio fondamentale è semplice. Mangiare con mani sporche o introdurre nel nostro corpo cibi che non sono considerati cerimonialmente puri non sono ciò che ci rende impuri. Piuttosto, è quello che esce da noi che contamina e rivela che abbiamo cuori impuri (contaminati).

i. “Anche se adesso può non sembrare così, quando questo passaggio fu pronunciato per la prima volta, era quasi il passaggio più rivoluzionario del Nuovo Testamento.” (Barclay)

5. (17-23) Gesù parla ai suoi discepoli riguardo all’esteriorità religiosa.

Quando poi Egli fu rientrato in casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola. Ed egli disse loro: «Siete anche voi così privi d’intelligenza? Non capite voi che tutto ciò che dal di fuori entra nell’uomo non può contaminarlo, perché non entra nel suo cuore, ma nel ventre, e poi se ne va nella fogna?». Così dicendo, dichiarava puri tutti gli alimenti. Disse ancora: «Ciò che esce dall’uomo, quello lo contamina. Dal di dentro, infatti, cioè dal cuore degli uomini, procedono pensieri malvagi, adultéri, fornicazioni, omicidi, furti, cupidigie, malizie, frodi, insolenza, invidia, bestemmia, orgoglio, stoltezza. Tutte queste cose malvagie escono dal di dentro dell’uomo e lo contaminano».

a. Siete anche voi così privi d’intelligenza? In risposta alla parabola, Gesù ampliò il concetto discusso con la folla. Siamo contaminati dall’interno verso l’esterno piuttosto che dall’esterno verso l’interno, e questo è particolarmente vero per cose cerimoniali, come il cibo.

b. Dal di dentro, infatti, cioè dal cuore degli uomini, procedono pensieri malvagi: Dio è molto più interessato a ciò che esce da noi che non a ciò che entra in noi. Questo è particolarmente vero quando si tratta di cibi, tradizioni e rituali.

c. Pensieri malvagi, adultéri, fornicazioni: Qui viene dato un elenco fatto di 13 punti, che espone il tipo di male che risiede nel cuore umano. Non è necessario cercare chissà dove per trovare la fonte di questi peccati. Non è necessario condurre una ricerca esaustiva. Tutto quello che devi fare è guardare dentro al tuo cuore. “La fonte da cui sgorgano questi fiumi di inquinamento è il cuore naturale dell’uomo. Il peccato non è una macchia di fango sulla parte esteriore dell’uomo, è la sporcizia generata dentro sé stesso.” (Spurgeon)

i. “Mi sento male al pensiero di come l’uomo abbia afflitto i suoi simili con i propri peccati. Ma non esaminerò l’elenco, non ne ho bisogno: il diavolo ha predicato su questo testo questa settimana e pochi sono riusciti a sfuggire alla sua orribile esposizione.” (Spurgeon)

d. Pensieri malvagi: “Ogni atto di peccato che si manifesta esteriormente è preceduto da un atto di scelta interiore; quindi, Gesù parte dal pensiero malvagio da cui proviene l’azione malvagia.” (Barclay)

e. Bestemmia: “Quando questo termine è usato per indicare le parole dette contro l’uomo, significa ‘calunnia’; quando è usato per indicare le parole dette contro Dio, significa ‘bestemmia’. Significa insultare l’uomo o Dio.” (Barclay)

B. Due meravigliosi esempi della miracolosa potenza guaritrice di Gesù.

1. (24-26) La richiesta di una donna Gentile.

Poi partì di là e andò nel territorio di Tiro e di Sidone; entrò in una casa e non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Infatti, una donna, la cui figlia aveva uno spirito immondo, avendo sentito parlare di Gesù, venne e gli si gettò ai piedi. Or quella donna era greca, sirofenicia di origine, e lo pregava di scacciare il demone da sua figlia;

a. Entrò in una casa e non voleva che alcuno lo sapesse: Gesù viaggiò per circa 50 miglia (circa 80 km) in direzione nord per visitare queste città gentili (il territorio di Tiro e Sidone). Era una situazione insolita nel ministero di Gesù perché la Sua attenzione era sulle pecore perdute della casa di Israele (Matteo 15:24).

i. Questo mostra anche che Gesù non obbedì alle tradizioni ebraiche che dicevano che un ebreo devoto non avrebbe dovuto avere nulla a che fare con i Gentili e non sarebbe mai dovuto entrare nella casa di un Gentile.

ii. “L’episodio precedente mostra Gesù che elimina la distinzione tra cibi puri e impuri. Potrebbe essere che qui, a livello simbolico, Egli elimina la differenza tra persone pure e persone impure? Proprio come un ebreo non si sporcherebbe mai le labbra con cibi proibiti, così non sporcherebbe mai la propria vita mettendosi in contatto con un Gentile impuro.” (Barclay)

iii. Non voleva che alcuno lo sapesse: Allo stesso tempo, Gesù non voleva offendere inutilmente le persone. Egli sapeva che il momento nel quale il muro tra ebrei e Gentili sarebbe stato abbattuto riunendoli in un unico corpo (la chiesa) doveva ancora venire. Quindi, pur non mantenendo rigorosamente segreta la Sua presenza nel territorio di Tiro e di Sidone, non voleva che fosse pubblicizzata.

b. Ma non poté restare nascosto: È un principio glorioso: Gesù non può restare nascosto. Ogni volta che Gesù è presente, trova un modo per toccare le nostre vite, perché non può essere nascosto.

c. Una donna […] venne e gli si gettò ai piedi […] e lo pregava di scacciare il demone da sua figlia: Questa donna era venuta per intercedere per sua figlia; è proprio l’immagine di un intercessore perché fece suoi i bisogni di sua figlia.

2. (27-30) Gesù risponde alla richiesta della donna.

Ma Gesù le disse: «Lascia che si sazino prima i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma ella rispose e gli disse: «Dici bene, o Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli». Allora egli le disse: «Per questa tua parola, va’; il demone è uscito da tua figlia». Ed ella, tornata a casa sua, trovò la figlia coricata a letto, e il demone era uscito da lei.

a. Lascia che si sazino prima i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini: Gesù sembrava scoraggiare la donna, ricordandole che i figli (il popolo ebraico) hanno la priorità sui cagnolini (i gentili come lei).

i. A quel tempo, gli ebrei spesso chiamavano i Gentili “cani” in modo molto dispregiativo. “Per i greci, la parola cagna indicava una donna ardita e senza vergogna; veniva usato esattamente con la stessa connotazione della parola sgualdrina. Per gli ebrei era ugualmente un termine di disprezzo.” (Barclay)

ii. Eppure, Gesù non usò il termine normale per “cani”. Infatti, lo ammorbidì, usando piuttosto la parola cagnolini, essenzialmente ricordando alla donna che era una Gentile, non volendo, però, respingerla completamente. “In greco, i diminutivi sono tipicamente affettuosi. È come se Gesù stava rendendo quella parola meno aspra.” (Barclay)

b. Dici bene, o Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli: La donna rispose con grande fede. In primo luogo, accettò la propria posizione inferiore davanti a Gesù non discutendo il riferimento ai cagnolini. In secondo luogo, chiese a Gesù di trattarla per quello che era, nella sua posizione inferiore (anche i cagnolini sotto la tavola mangiano). Per questo ricevette il miracolo da Gesù.

i. Dobbiamo riconoscere la forza che c’è nel venire a Dio così come siamo e consentirgli di mantenere le Sue promesse a coloro che sono deboli e impuri. Se la donna avesse risposto: “Chi hai chiamato ‘cane’?” non avrebbe ricevuto da Gesù ciò di cui sua figlia aveva bisogno. La sua sottomissione a Gesù umile e piena di fede le portò vittoria. “Niente piaceva di più al nostro benedetto Signore della fede accompagnata dall’umiltà.” (Ironside)

ii. Clarke ha elogiato la preghiera di questa donna e ha spiegato che tale preghiera ha nove caratteristiche notevoli: “È 1. breve; 2. umile; 3. piena di fede; 4. fervente; 5. modesta; 6. rispettosa; 7. razionale; 8. confida solo nella misericordia di Dio; 9. è perseverante.”

3. (31-37) La guarigione di un uomo sordo e muto.

Poi Gesù, partito di nuovo dal territorio di Tiro e di Sidone, giunse al mare di Galilea, in mezzo al territorio della Decapoli. E gli presentarono un sordo che parlava a stento, pregandolo di imporgli le mani. Ed egli, condottolo in disparte, lontano dalla folla, gli mise le dita negli orecchi e, dopo aver sputato, gli toccò la lingua. Poi, alzati gli occhi al cielo, sospirò e gli disse: «Effata», che vuol dire: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava distintamente. E Gesù ordinò loro di non dirlo a nessuno, ma quanto più lo vietava loro, tanto più essi lo divulgavano. E, pieni di stupore, dicevano: «Egli ha fatto bene ogni cosa: egli fa udire i sordi e parlare i muti!».

a. Pregandolo di imporgli le mani: Questo era un altro esempio di intercessione. Gli amici di quest’uomo sofferente vennero da Gesù e Gli presentarono il suo bisogno.

b. Ed egli, condottolo in disparte, lontano dalla folla, gli mise le dita negli orecchi e, dopo aver sputato, gli toccò la lingua: Gesù guarì quest’uomo in un modo singolare. Durante il Suo ministero, Gesù usò molti metodi differenti per guarire. Egli guarì pronunciando solo una parola; guarì senza pronunciarne alcuna; guarì in risposta alla fede di chi Lo aveva supplicato; guarì in risposta alla fede di qualcun altro; guarì coloro che Glielo avevano chiesto e guarì coloro ai quali Lui stesso si era avvicinato. Gesù non voleva essere vincolato a un “unico metodo”, dimostrando così che il Suo potere non dipendeva da un metodo particolare, ma dalla potenza sovrana di Dio.

i. Molte persone volevano bene a quest’uomo e forse molti avevano pregato per la sua guarigione. Ma nessuno gli ficcò mai le dita nelle orecchie né gli sputò sulla lingua in questo modo. Gesù fece qualcosa di completamente nuovo per attirare l’attenzione di quest’uomo, perché non poteva farlo con le parole. “Attraverso il tocco e l’uso della saliva, Gesù entrò nel mondo mentale dell’uomo e guadagnò la sua fiducia.” (Lane)

ii. Indubbiamente, Gesù sapeva che c’era qualcosa di speciale nei suoi metodi, qualcosa che avrebbe guarito quest’uomo. “Egli adatta il Suo metodo alle circostanze particolari di bisogno di colui con cui ha a che fare. Sono abbastanza convinto che se fossimo in grado di conoscere perfettamente questi uomini riusciremmo a scoprire il motivo del metodo usato. In ogni caso, Cristo Si è adattato al bisogno dell’uomo.” (Morgan)

c. Poi […] sospirò: “Ecco, ‘un Uomo di dolore, e che conosce il dolore!’ Ecco un Uomo il cui ministero era ricolmo di potenza guaritrice e luce elementale; ma non dimenticare mai che questo servizio aveva un prezzo.” (Morgan)

i. “Il ‘sospiro’ era un gemito interiore, la risposta compassionevole del nostro Signore al dolore e alla sofferenza che il peccato ha portato nel mondo. Era anche una preghiera al Padre in favore dell’uomo disabile. (La stessa parola è usata in relazione alla preghiera in Romani 8:23 e al sostantivo in Romani 8:26).” (Wiersbe)

d. E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava distintamente: La parola greca antica per “il nodo della sua lingua” è mogilalon ed è usata solo qui nel Nuovo Testamento. È una parola usata anche una volta nella traduzione dei Settanta dell’Antico Testamento, in Isaia 35:5-6: Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e saranno sturate le orecchie dei sordi; allora lo zoppo salterà come un cervo e la lingua del muto [mogilalon] griderà di gioia, perché sgorgheranno acque nel deserto e torrenti nella solitudine. Marco vuole farci sapere che il Messia era arrivato, portando con Sé i gloriosi benefici legati al Suo governo.

i. “L’uso che Marco fa di una parola estremamente rara per descrivere il difetto del linguaggio che aveva quest’uomo è quasi certamente un’allusione a Isaia 35:5, che celebra Dio come Colui che viene per sciogliere le orecchie dei sordi e per provvedere un canto all’uomo dal discorso inarticolato.” (Lane)

e. Egli ha fatto bene ogni cosa: Gesù fa bene ogni cosa. La Sua opera non è scadente o trasandata. È vero per quel che riguarda la creazione, ma è ancora più vero per quel che riguarda la Sua opera di redenzione.

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