Marco 6




Marco 6 – Rifiuto, Opinioni e Miracoli

A. Gesù viene rinnegato nella Sua città natale.

1. (1-3) I connazionali di Gesù sono scandalizzati a causa Sua.

Poi uscì di là e venne nella Sua patria, e i Suoi discepoli lo seguirono. E, venuto il sabato, si mise ad insegnare nella sinagoga. E molti, udendolo, stupivano e dicevano: «Da dove vengono a Costui queste cose? Che sapienza è mai questa che gli è data? E come mai si compiono tali potenti opere per mano Sua? Non è Costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Iose, di Giuda e di Simone? E le Sue sorelle non sono qui fra noi?». Ed erano scandalizzati a causa di Lui.

a. Da dove vengono a Costui queste cose? Nella Sua città natale, Gesù affrontò una folla che si chiedeva come fosse diventato così potente sia in parole che in opere. Gesù lasciò Nazaret come falegname. Tornò come rabbino, con tanto di discepoli al seguito. Non è difficile vedere come gli abitanti di Nazaret si possano essere chiesti: “Cosa è successo a Gesù?”

b. Non è Costui il falegname? Questo non era un complimento. Era un modo per sottolineare che Gesù non aveva ricevuto una preparazione teologica ufficiale. Non era mai stato un discepolo formale di nessun rabbino, men che meno di un rabbino eminente.

i. Nel corso dei secoli, alcune persone hanno pensato che l’occupazione di Gesù come falegname in qualche modo screditasse il Suo messaggio. Nell’antica Roma ci fu una terribile persecuzione sotto l’imperatore Giuliano. In quel tempo, un filosofo prese in giro un cristiano, chiedendogli “Che cosa pensi che stia facendo il figlio del falegname?” Il cristiano rispose saggiamente: “Sta costruendo una bara per Giuliano.”

c. Il falegname: La parola falegname in realtà non si limitava a indicare una persona che lavora con il legno. Si riferiva più a “un costruttore”. È possibile che Gesù abbia lavorato tanto con la pietra quanto con il legno, perché la pietra era un materiale da costruzione molto più comune in quel tempo e in quel luogo.

i. È meraviglioso pensare che nostro Signore, tra tutte le professioni che avrebbe potuto svolgere, abbia scelto di essere un falegname. Dio è un costruttore e sa come costruire nella nostra vita: sa anche come portare a termine il lavoro.

ii. Queste sono alcune cose che Gesù imparò da falegname:

· Imparò che si possono fare un sacco di cose anche con un ceppo di legno.

· Imparò che servono tempo e lavoro per creare qualcosa che può essere utilizzato.

· Imparò che le opere migliori vengono realizzate con il legno più duro.

d. Il figlio di Maria: Nemmeno questo era un complimento. “La frase aggiuntiva ‘il figlio di Maria’ è probabilmente denigratoria. Era contrario all’uso ebraico descrivere un uomo come il figlio di sua madre, anche quando era vedova, se non in termini offensivi. Sembra che le voci secondo le quali Gesù era un figlio illegittimo siano circolate durante la Sua vita e potrebbero anche essere alla base di questo appellativo.” (Lane)

i. “Quanto sospetto e disprezzo possono essersi nascosti dietro quella particolare descrizione riferita a Lui?” (Morgan)

ii. Il fatto che Giuseppe non venga menzionato forse indica che sia morto quando Gesù era giovane; Gesù probabilmente rimase a casa a mantenere la Sua famiglia fino a quando i bambini più piccoli non furono grandi abbastanza per farlo.

e. Le Sue sorelle: Sappiamo che Gesù aveva dei fratelli (Marco 3:31), ma qui apprendiamo anche che aveva delle sorelle. Maria non è rimasta vergine dopo aver dato alla luce Gesù.

f. Ed erano scandalizzati a causa di Lui: Questi compaesani di Gesù avevano molta “familiarità” con Gesù. Essi conoscevano il minimo indispensabile di che pensavano di sapere tutto di Lui.

2. (4-6) La reazione di Gesù al rifiuto dei Suoi stessi connazionali.

Ma Gesù disse loro: «Nessun profeta è disonorato, se non nella sua patria, fra i suoi parenti e in casa sua». E non poté fare lì alcuna opera potente, salvo che guarire pochi infermi, imponendo loro le mani. E si meravigliava della loro incredulità, e andava in giro per i villaggi, insegnando.

a. Nessun profeta è disonorato, se non nella sua patria: Gesù accettò il rifiuto dei Suoi connazionali come prezzo che un profeta fedele deve pagare, anche se l’essere rifiutato da amici e conoscenti deve averlo ferito profondamente.

b. E non poté fare lì alcuna opera potente: La Sua opera era limitata in questo clima di incredulità. In tal senso, il potere di Gesù era limitato dall’incredulità dei Suoi connazionali.

i. Questo era nel rispetto del principio di collaborazione di Dio con l’uomo. Dio può operare con gente che non crede, ma non con gente incredula.

c. E si meravigliava della loro incredulità: Gesù era stupito della loro incredulità. La nostra incapacità di credere in Dio e di fidarci di Lui è davvero sorprendente.

i. Gesù si meravigliò solo dell’incredulità ebraica e della fede dei Gentili (Luca 7:9). Gesù si meraviglierebbe della tua fede oppure della tua incredulità? “L’incredulità deve essere un peccato mostruoso, se fa meravigliare Cristo.” (Trapp)

ii. Non abbiamo mai letto che Gesù si meravigliò dell’arte o dell’architettura e nemmeno delle meraviglie della creazione. Non si è mai meravigliato dell’ingegnosità o dello spirito inventivo dell’uomo. Non si è meravigliato della religiosità del popolo ebraico o del dominio militare da parte dell’Impero Romano. Ma Gesù si meravigliò della fede, quando era presente in un posto inaspettato e quando era assente dove avrebbe dovuto esserci.

d. E andava in giro per i villaggi, insegnando: Gesù non si lasciò indebolire dal rifiuto dei Suoi compaesani. Gesù andò avanti con gli insegnamento e il ministero.

3. (7-13) I dodici vengono mandati a predicare.

Poi Egli chiamò a Sé i dodici e cominciò a mandarli a due a due; e diede loro potere sugli spiriti immondi. E ordinò loro che non prendessero nulla per il viaggio, eccetto un bastone soltanto: né sacca né pane né denaro nella cintura; e che fossero calzati di sandali e non indossassero due tuniche. Disse loro ancora: «Dovunque entrate in una casa, fermatevi lì, finché non partiate da quel luogo. Se poi alcuni non vi ricevono e non vi ascoltano, andando via di là, scuotete la polvere dai vostri piedi in testimonianza contro di loro. In verità vi dico che nel giorno del giudizio Sodoma e Gomorra saranno trattate con più tolleranza che quella città». Così partiti, predicavano che la gente si doveva ravvedere, e scacciavano molti demoni e ungevano con olio molti infermi, e li guarivano.

a. E cominciò a mandarli a due a due: Nel Vangelo di Giovanni, Gesù disse: Come il Padre ha mandato me, così io mando voi (Giovanni 20:21). Qui, Gesù mandò i Suoi discepoli a fare le stesse cose che feceva Lui: predicare, guarire i malati e liberare coloro che erano posseduti da demoni.

b. E ordinò loro che non prendessero nulla per il viaggio: I discepoli non avevano bisogno di chissà quale equipaggiamento per predicare un semplice messaggio. Troppe cose avrebbero ostacolato il loro messaggio urgente.

i. I rabbini ebrei avevano una regola secondo la quale non si poteva entrare nell’area del tempio con un bastone, con le scarpe o con un sacco di denaro, perché si voleva evitare persino l’apparenza di essere impegnato in qualsiasi altra attività che non fosse servire il Signore. I discepoli erano impegnati in un’opera così santa (predicare il vangelo e guarire nel nome di Dio) che non potevano dare l’impressione di avere altri motivi.

c. Né sacca né pane né denaro nella cintura: Viaggiare leggeri li teneva dipendenti da Dio. Dal momento che non prendevano molte cose, dovevano per forza fidarsi del Signore in ogni cosa. Se il predicatore non si fida di Dio, come può dire agli altri di fidarsi di Lui?

d. Se poi alcuni non vi ricevono e non vi ascoltano, andando via di là, scuotete la polvere dai vostri piedi in testimonianza contro di loro: Il loro lavoro di predicatori non era quello di far cambiare idea alla gente. Dovevano presentare in modo convincente il messaggio; ma se il loro pubblico non lo riceveva, non lo riceveva: e potevano andarsene e scuotere la polvere dai loro piedi nel partire.

i. In quei giorni, se gli ebrei fossero dovuti entrare in una città dei Gentili o avessero dovuta attraversarla, nell’andarsene avrebbero scosso la polvere dai piedi. Compiere questo gesto era come dire: “Non vogliamo portare via con noi nulla che venga da questa città di Gentili.” In altre parole, Gesù disse loro di trattare le città ebraiche che rifiutavano il loro messaggio come se fossero città gentili.

e. Nel giorno del giudizio Sodoma e Gomorra saranno trattate con più tolleranza: Ciò che viene suggerito in questo passaggio è che alcuni saranno giudicati più duramente di altri nel giorno del giudizio. Naturalmente, nessuno di loro se la spasserà all’inferno, ma, forse alcuni se la passeranno peggio di altri.

f. Così partiti: Partirono davvero. Possiamo ascoltare la parola di Gesù tutto il giorno, ma se non la mettiamo in pratica ci manca qualcosa.

g. Così partiti, predicavano: “Predicare” significa semplicemente “proclamare”, “dire agli altri” nel senso di “annunciare loro una notizia”. Alcune delle prediche migliori e più efficaci non avvengono all’interno di una chiesa. Avvengono quando i seguaci di Gesù sono a tu per tu con gli altri, raccontando ciò che Gesù ha fatto per loro.

i. Morgan così commenta “predicavano che la gente si doveva ravvedere”: “Prima predicavano che gli uomini avrebbero dovuto pentirsi. Questa è una dichiarazione che richiede un’attenta considerazione. Non vuol dire che dissero agli uomini di ravvedersi, ma che predicarono in modo tale da generare pentimento.”

ii. “Quando gli apostoli partirono per predicare alle genti, non si inventarono un messaggio; portarono un messaggio.” (Barclay)

h. E ungevano con olio molti infermi, e li guarivano: L’altro riferimento relativo all’unzione con olio durante una guarigione è in Giacomo 5:14-15. Sappiamo che l’unzione con olio era un’immagine della manifestazione dello Spirito Santo, ma a quei tempi avrebbe anche potuto avere uno scopo medicinale.

i. “È possibile che l’uso dell’olio (olio d’oliva) come medicinale sia all’origine di questa pratica […] Era la migliore medicina degli antichi ed era utilizzato sia per uso interno che per uso esterno […] La stessa parola aleipho può essere tradotta come ‘strofinare’ o ‘ungere’ senza alcuna cerimonia.” (Robertson)

B. La morte di Giovanni Battista.

1. (14-16) Erode sente parlare del ministero di Gesù e se ne preoccupa.

Ora il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il Suo nome era diventato celebre, e diceva: «Quel Giovanni che battezzava è risuscitato dai morti; e perciò le potenze miracolose operano in Lui». Altri dicevano: «È Elia»; ed altri: «È un profeta, o come uno dei profeti». Ma Erode, udito questo, diceva: «Quel Giovanni, che io ho fatto decapitare, è risorto dai morti!».

a. Re Erode: In realtà, l’imperatore Augusto negò il titolo di “re” a Erode. Spinto dall’ambiziosa Erodiade, Erode insistette ripetutamente per ricevere il titolo a tal punto da offendere la corte dell’imperatore ed essere congedato come traditore. Marco usò il titolo Re Erode perché chiamarlo “re” era usanza locale, o, più probabilmente, lo usò ironicamente. Tutti i suoi lettori di quei tempi ricordavano il carattere di quest’uomo.

b. È Elia: Alcuni pensavano che Gesù fosse Elia, perché era stato profetizzato che Elia sarebbe venuto prima del Messia (Malachia 4:5). Altri pensavano che fosse il Profeta che Mosè aveva detto che sarebbe venuto dopo di lui (Deuteronomio 18:15).

c. Quel Giovanni, che io ho fatto decapitare, è risorto dai morti! Erode temeva che Gesù fosse Giovanni Battista. Erode era confuso perché aveva la coscienza sporca. È difficile vedere chiaramente chi è Gesù quando viviamo nel peccato e nella ribellione.

2. (17-29) La sordida morte di Giovanni Battista.

Erode stesso infatti aveva fatto arrestare Giovanni e l’aveva tenuto legato in carcere a causa di Erodiade, moglie di Filippo suo fratello, perché egli l’aveva presa per moglie. Giovanni, infatti, diceva ad Erode: «Non ti è lecito di avere la moglie di tuo fratello». Ed Erodiade gli portava rancore e volentieri l’avrebbe fatto uccidere, ma non poteva. Erode infatti temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e lo proteggeva; e, dopo averlo udito, faceva molte cose e lo ascoltava volentieri. Ora, venuto un giorno propizio, Erode per il suo compleanno offrì un banchetto ai suoi grandi, ai comandanti e ai notabili della Galilea. La figlia di Erodiade stessa entrò e danzò, e piacque ad Erode e a coloro che erano a tavola con lui; allora il re disse alla fanciulla: «Domandami tutto ciò che vuoi e io te lo darò». E le giurò: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fino alla metà del mio regno!». Ella uscì, e disse a sua madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni Battista». Ed ella, ritornata subito dal re, gli fece in fretta la richiesta, dicendo: «Io desidero che tu mi dia immediatamente, su un piatto, la testa di Giovanni Battista». E il re, sebbene ne fosse molto rattristato, a motivo del giuramento e per rispetto dei convitati, non volle opporle un rifiuto. Così il re mandò subito una guardia, con l’ordine di portargli la testa di Giovanni. E quegli andò, lo decapitò in prigione e portò la sua testa su un piatto e la diede alla fanciulla, e la fanciulla la diede a sua madre. E, quando i suoi discepoli udirono ciò, vennero, presero il suo corpo e lo posero in un sepolcro.

a. Erode stesso infatti aveva fatto arrestare Giovanni e l’aveva tenuto legato in carcere: Erode imprigionò Giovanni perché lo aveva rimproverato apertamente per via del suo peccato. Allo stesso tempo, Erode non voleva uccidere Giovanni perché aveva paura delle moltitudini e perché sapeva che Giovanni era un uomo giusto e santo.

i. “Più debole che crudele, Erode ascoltava Giovanni con un innegabile fascino. Le parole di Giovanni lo lasciavano perplesso e angosciato. Eppure, provava uno strano piacere nella predicazione autorevole di questo uomo santo, la cui vita rigorosa dava ulteriore forza alla sua parola che esaminava l’anima. Troppo debole per seguire il consiglio di Giovanni, tuttavia non poteva fare a meno di ascoltarlo.” (Lane)

b. Giovanni, infatti, diceva ad Erode: «Non ti è lecito di avere la moglie di tuo fratello»: Quando predicava il ravvedimento, Giovanni non risparmiava i ricchi e i potenti. Chiamò Erode e sua moglie Erodiade a ravvedersi, perché Erodiade era stata la moglie di Filippo, il fratello di Erode.

i. John Trapp racconta la storia di un altro uomo che audacemente confrontò il peccato commesso da un re: “Così, Latimer, diede come regalo per l’anno nuovo un Nuovo Testamento al re Enrico VIII, con un tovagliolo, con questa iscrizione: Dio giudicherà i fornicatori e gli adulteri.”

c. La figlia di Erodiade stessa entrò e danzò, e piacque ad Erode e a coloro che erano a tavola con lui: La figlia di Erodiade danzò senza alcun pudore davanti ad Erode e ai suoi amici, guadagnandone la benevolenza e un favore speciale.

i. “Con gesti indecenti e passi di danza, con i quali il vecchio fornicatore divenne così infiammato che giurò che lei avrebbe potuto ottenere qualsiasi cosa da lui.” (Trapp)

ii. “Una danza del genere era una cosa quasi senza precedenti per le donne di rango, o addirittura per donne rispettabili. Era simulatoria e perversa ed eseguita da professionisti.” (Robertson)

d. Ella uscì, e disse a sua madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni Battista»: La risposta immediata di Erodiade dimostrò che la madre aveva già pianificato il tutto. Conosceva suo marito e conosceva la situazione, e sapeva che in questo modo avrebbe potuto ottenere ciò che voleva.

i. “La voce [grammaticale] media usata dalla ragazza nel porre la domanda implica che stesse pensando a qualcosa per sé stessa. Senza dubbio non si aspettava la risposta orribile di sua madre.” (Robertson)

e. E il re, sebbene ne fosse molto rattristato, a motivo del giuramento e per rispetto dei convitati, non volle opporle un rifiuto: Poiché Erode aveva paura di far arrabbiare sua moglie o di perdere la faccia davanti ai suoi amici, fece qualcosa che sapeva essere sbagliato.

i. “La profondità dell’angoscia provata da Erode nel sentire che Salomè voleva la testa di Giovanni Battista è espressa graficamente dalla parola greca perilypos, “molto rattristato”. Questo è lo stesso termine usato per descrivere l’agonia di Gesù nel Getsemani (Marco 14:34).” (Wessell)

ii. “E non molto tempo dopo, questo tiranno Erode ricevette dal cielo il pagamento.” (Trapp) Per riuscire a prendere la moglie di suo fratello Erodiade, Erode si sbarazzò della sua prima moglie, una principessa di un regno vicino, a est. Suo padre ne fu offeso e andò contro Erode con un esercito, sconfiggendolo in battaglia. A quel punto, suo fratello Agrippa lo accusò di tradimento contro Roma, e fu mandato in esilio nella lontana provincia romana della Gallia, dove sia Erode che Erodiade si suicidarono.

C. Gesù mostra il Suo potere sulle leggi della natura.

1. (30-34) Gesù ha compassione della folla.

Ora gli apostoli si radunarono intorno a Gesù, e gli riferirono tutto quello che avevano fatto ed insegnato. Ed Egli disse loro: «Venite in disparte in un luogo solitario e riposatevi un po’». Poiché era tanta la gente che andava e veniva, che essi non avevano neppure il tempo di mangiare. Partirono quindi in barca verso un luogo solitario e appartato. La folla però li vide partire, e molti lo riconobbero, e da tutte le città accorsero là a piedi ed arrivarono prima di loro; e si strinsero intorno a Lui. E Gesù, sbarcato, vide una grande folla e ne ebbe compassione, perché erano come pecore senza pastore, e prese a insegnare loro molte cose.

a. Venite in disparte in un luogo solitario e riposatevi un po’: I discepoli tornarono da un periodo di ministero di successo, dopo essere stati inviati da Gesù nelle città della Galilea (Marco 6:7-12). Quando tornarono, Gesù sapeva che avevano bisogno di riposarsi un po’. Gesù sapeva quando era ora di lavorare e sapeva quando era ora di riposarsi.

i. Gesù sapeva meglio di chiunque altro quanto fosse importante lavorare sodo. Egli disse: Bisogna che io compia le opere di Colui che mi ha mandato, mentre è giorno; la notte viene in cui nessuno può operare (Giovanni 9:4). Allo stesso tempo, sapeva che siamo in grado di essere più efficienti sul lavoro solo quando ci prendiamo anche del tempo per riposare. Gesù e i discepoli erano costantemente impegnati (Poiché era tanta la gente che andava e veniva, che essi non avevano neppure il tempo di mangiare), luindi Gesù li portò via in un luogo solitario perché si riposassero un po’.

ii. “Il riposo è necessario per chi lavora, e un predicatore zelante del vangelo ne ha bisogno tanto quanto uno schiavo di una galea.” (Clarke)

b. La folla però li vide partire, e molti Lo riconobbero, e da tutte le città accorsero là: Forse la moltitudine era scortese ed esigente. I discepoli volevano mandare via le persone (Marco 6:36), ma Gesù ebbe compassione di loro.

i. I discepoli vedevano spesso le folle come un lavoro con tante esigenze, specialmente in un momento come questo, quando il loro meritato riposo veniva interrotto dalla moltitudine. Ma Gesù vide tutta questa gente e ne ebbe compassione. Ogni volto rifletteva un bisogno, un’urgenza o un dolore. Essendo una persona completamente concentrata sugli altri, Gesù si preoccupava più dei bisogni degli altri che dei propri.

c. Perché erano come pecore senza pastore: Gesù sapeva che senza pastore le pecore si sarebbero trovate in molti guai. Le pecore non possono cavarsela da sole contro i predatori e hanno difficoltà a trovare il cibo e l’acqua di cui hanno bisogno. Gesù ebbe compassione delle persone tra la folla, perché sapeva che le loro pressanti richieste erano motivate da grandi bisogni.

d. E prese a insegnare loro molte cose: Come un Pastore fedele, Gesù si prese cura del loro bisogno più grande. Li nutrì con la Parola di Dio.

2. (35-44) Gesù sfama la folla.

Ed essendo già tardi, i Suoi discepoli gli si avvicinarono e gli dissero: «Questo luogo è deserto, ed è già tardi. Licenzia questa gente perché se ne vada nelle campagne e nei villaggi all’intorno a comprarsi del pane, perché non ha nulla da mangiare». Ma Egli, rispondendo, disse loro: «Date voi a loro da mangiare». Ed essi gli dissero: «Dobbiamo andare noi a comperare del pane per duecento denari e dare loro da mangiare?». Ed Egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Ed essi, accertatisi, dissero: «Cinque pani e due pesci». Allora Egli ordinò loro di farli accomodare tutti, per gruppi, sull’erba verde. Così essi si sedettero in gruppi di cento e di cinquanta. Poi Egli prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, li benedisse; quindi, spezzò i pani e li diede ai suoi discepoli, perché li distribuissero loro; e divise pure i due pesci fra tutti. Mangiarono tutti a sazietà. E raccolsero dodici ceste piene di pezzi di pane e di resti dei pesci. Or coloro che avevano mangiato di quei pani erano cinquemila uomini.

a. Licenzia questa gente […] perché non ha nulla da mangiare: Nel guardare la folla, sia Gesù che i discepoli videro esattamente lo stesso bisogno. La soluzione dei discepoli era quella di sbarazzarsi del bisogno sbarazzandosi dei bisognosi. Gesù vide una soluzione diversa e voleva che anche i discepoli la vedessero (Date voi a loro da mangiare).

b. Dobbiamo andare noi a comperare del pane per duecento denari e dare loro da mangiare? È difficile sapere se i discepoli fossero arrabbiati o semplicemente non potessero credere a ciò che Gesù aveva detto. Chiaramente, pensavano che spendere approssimativamente un anno di reddito per dare un pasto a questa moltitudine non solo fosse impossibile, ma anche uno spreco.

i. È comprensibile che non abbiano mai pensato che Gesù potesse provvedere ai bisogni della moltitudine con un miracolo. Dio ha risorse di cui non sappiamo nulla, quindi possiamo fidarci di Lui ed avere pace anche quando non riusciamo a capire in che modo Egli provvederà.

ii. Il suggerimento di Gesù deve essere sembrato molto stravagante ai discepoli. “Gesù, se avessimo così tanti soldi, non li spenderemmo mai per dar da mangiare un solo pasto a questa folla. Ci infastidiscono e comunque nel giro di poche ore avrebbero di nuovo fame. I soldi non dovrebbero essere spesi per qualcos’altro?” Ma Gesù compì un miracolo stravagante perché desiderava cenare con la folla, perché li amava.

c. Quanti pani avete? Andate a vedere: Il modo in cui Dio provvede inizia sempre con ciò che già abbiamo. Vuole che usiamo ciò che già abbiamo con saggezza. Non pregare stoltamente per ricevere di più da Dio, se non usi in modo saggio ciò che ti ha già dato.

i. Quello che avevano era quasi ridicolo. Cinque pani e due pesci erano più o meno sufficienti per sfamare una o due persone, perché si trattava di piccoli pani e di piccoli pesci. Anche se la quantità era minima, Gesù cominciò comunque da quello che avevano.

d. Allora Egli ordinò loro di farli accomodare tutti, per gruppi, sull’erba verde: Gesù lo fece perché queste persone erano come pecore senza pastore, e Gesù si comportò come loro pastore. Il Buon Pastore mi fa giacere in pascoli di tenera erba. (Salmo 23:2)

e. Così essi si sedettero in gruppi di cento e di cinquanta: Gesù organizzò la moltitudine. Non voleva una rivolta; voleva una bella cena con tutte queste persone. A Dio piace l’organizzazione, soprattutto quando si tratta di gestire ciò che Lui ci dà.

i. L’antica parola greca qui tradotta come ‘gruppi’ “è una parola molto espressiva. È la parola greca usata comunemente per indicare le file di verdure nell’orto. Quando guardavi i piccoli gruppi, mentre erano lì seduti in file ordinate, al mondo intero sembravano come file di ortaggi in una serie di appezzamenti.” (Barclay)

f. Alzati gli occhi al cielo, li benedisse; quindi, spezzò i pani: Quando Gesù benedisse prima di mangiare, non benedisse il cibo; benedisse Dio per averlo provveduto. Il motivo per cui preghiamo prima di un pasto non è quello di benedire il cibo; è quello di benedire Dio, di ringraziarlo e onorarlo per averci benedetti con il cibo.

i. “Gesù seguì fedelmente la forma comunemente accettata: prese il pane tra le mani, pronunciò la benedizione, spezzò il pane e lo distribuì. L’unica deviazione dalla pratica comune era che mentre pregava Gesù guardava verso il cielo piuttosto che verso il basso, come invece era prescritto.” (Lane)

g. Mangiarono tutti a sazietà: Gesù moltiplicò miracolosamente i pani e i pesci, fino a sfamare ben più di 5.000 persone. Apparentemente, il miracolo avvenne nelle mani di Gesù.

i. Sembra davvero troppo stravagante. Perché dar da mangiare alla folla finché non avessero mangiato tutti a sazietà, e non poteva più mangiare? Perché non dare loro solo un piccolo pasto? Non sarebbe stato abbastanza? No. Gesù aveva offerto la cena alle persone che amava e con Lui il cibo sarà sempre più che sufficiente. Questo è quanto Gesù li amava e quanto ci ama oggi.

ii. Gesù provvide in modo stravagante, ma allo stesso modo in modo semplice. Dal momento che stava fornendo cibo tramite un miracolo, avrebbe potuto dargli bistecche e aragoste e qualunque altro cibo delizioso. Tuttavia, Egli semplicemente diede alla gente pane e pesce. Quando Gesù provvede ai nostri bisogni, non sorprenderti se lo fa in modo semplice.

iii. Se qualcuno se ne andò affamato, poteva essere stato per due motivi: poteva aver rifiutato il pane di Gesù o gli apostoli potevano non aver distribuito il pane a tutti. Gesù diede a tutti in abbondanza, perché potessero mangiare un buon pasto. Ma ciascuno doveva mangiare ciò che gli era stato dato. A volte, quando partecipiamo ad un pasto spirituale, raccogliamo cibo per tutti gli altri tranne che per noi stessi.

iv. Dovremmo vedere come una cosa preziosa la certezza che Gesù può provvedere – anche miracolosamente – a tutti i nostri bisogni; lo era per i primi cristiani, tanto che sulle pareti delle catacombe e in altri luoghi dell’arte paleocristiana, pani e pesci sono immagini comuni.

h. E raccolsero dodici ceste piene di pezzi di pane e di resti dei pesci: Gesù avrebbe potuto lasciare là gli avanzi, ma non lo fece. Gesù provvede generosamente, ma non vuole che le cose vadano sprecate. Non è perché Gesù fosse tirchio o non fosse sicuro che ci sarebbero state provviste in futuro; semplicemente sapeva che lo spreco non glorifica il Dio che provvede.

3. (45-46) Gesù se ne va in disparte per pregare.

Subito dopo Gesù costrinse i Suoi discepoli a salire nella barca e precederlo all’altra riva verso Betsaida, mentre Egli licenziava la folla. Appena l’ebbe congedata, salì sul monte a pregare.

a. Mentre Egli licenziava la folla: Gesù amava la folla, ma non ne era ossessionato. Sapeva quando dire loro gentilmente di tornare a casa (egli licenziava la folla).

b. Salì sul monte a pregare: Una lunga e difficile giornata trascorsa a servire i bisogni spirituali e fisici della folla lasciò Gesù esausto. Ma quel giorno faticoso spinse Gesù alla preghiera, non lontano dalla preghiera.

4. (47-52) Gesù cammina sulle acque.

Fattosi sera, la barca era in mezzo al mare ed Egli era a terra tutto solo. E, vedendo i discepoli affaticarsi a remare, perché avevano il vento contrario, verso la quarta vigilia della notte, Egli andò verso loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli. Ma essi, vedendolo camminare sul mare, pensavano che fosse un fantasma e si misero a gridare, perché lo avevano visto tutti e si erano spaventati; ma Egli subito parlò loro e disse: «Fatevi animo, sono io, non temete!». Poi salì con loro sulla barca e il vento si calmò; ed essi erano enormemente stupiti in sé stessi e si meravigliarono, perché non avevano capito il fatto dei pani, essendo il loro cuore indurito.

a. La barca era in mezzo al mare: Gesù fece attraversare il Mare di Galilea ai suoi discepoli (Marco 6:45). Mentre Gesù pregava sulle alture sopra il Mare di Galilea, vide i discepoli affaticarsi a remare mentre tentavano di attraversare il lago con il vento contrario. Senza che i discepoli lo sapessero, Gesù vide le loro difficoltà e si prese cura di loro.

i. Era difficile attraversare il Mare di Galilea perché soffiava un forte vento (Giovanni 6:18). Avevano remato per gran parte della notte ed erano arrivati solo a metà del lago (Giovanni 6:19).

ii. “L’equipaggio costituito dagli apostoli remò, remò e remò, ma non era colpa loro se non riuscivano ad avanzare, perché avevano il vento contrario.” Anche il cristiano può progredire poco o affatto, eppure potrebbe non essere colpa sua, perché il vento è contrario. Il nostro buon Signore prenderà in considerazione la nostra buona volontà e conterà i nostri progressi, non in base al nostro progresso apparente, ma in base al grande sforzo con cui muoviamo i remi.” (Spurgeon)

iii. Verso la quarta vigilia della notte è pressappoco intorno alle 3 del mattino.

b. Egli andò verso loro camminando sul mare: Gesù camminava quasi con disinvoltura perché voleva oltrepassarli. Gesù decise di avvicinarsi a loro solo dopo che avevano reagito con paura e si erano messi a gridare.

c. Poi salì con loro sulla barca: Non appena Gesù salì sulla barca con loro, miracolosamente la barca approdò immediatamente là dove erano diretti (Giovanni 6:21). Gesù salvò i Suoi discepoli da un lavoro che non portava alcun frutto. Questo era un miracolo inteso a rassicurarli che Egli aveva davvero il controllo della situazione e che sarebbe stato sempre presente con amore per aiutarli a compiere ciò che aveva comandato loro di fare.

i. “Era arrivato camminando sulle onde, e così mette sotto i suoi piedi tutte le tempeste impetuose della vita. Cristiani, perché avere paura?” (Agostino)

ii. Sappiamo anche che fu in questa occasione che Pietro scese dalla barca, camminando sulle acque verso Gesù (Matteo 14:28-31). Dalla storia e da pochi indizi, non esplicitamente dalle Scritture, abbiamo motivo di credere che Pietro fosse la fonte principale del Vangelo di Marco. Se questo fosse vero, Pietro potrebbe aver omesso la storia perché non voleva essere esaltato per aver camminato sulle acque – o perché non voleva essere umiliato per aver cominciato ad affondare.

iii. “Marco non racconta l’incidente di Pietro che cammina sull’acqua e comincia ad affondare. Forse a Pietro non piaceva raccontare quella storia.” (Robertson)

5. (53-56) Gesù guarisce molti in modi insoliti.

Compiuta la traversata, giunsero nella contrada di Gennesaret e vi approdarono. E, scesi dalla barca, subito la gente lo riconobbe; e, percorrendo per tutta quella regione all’intorno, incominciò a portare i malati sui lettucci, ovunque sentiva che si trovasse; e dovunque Egli giungeva, in villaggi, città o borgate, la gente metteva gli infermi sulle piazze e lo pregava di poter toccare almeno il lembo del Suo vestito; e tutti quelli che lo toccavano erano guariti.

a. E tutti quelli che lo toccavano erano guariti: Con questa descrizione del ministero di guarigione di Gesù, Marco conclude una breve sezione in cui vediamo la potenza di Gesù sulle leggi della natura. In condizioni normali, cinquemila persone non vengono sfamate con cinque pani e due pesci. In condizioni normali, la gente non cammina sulle acque. In condizioni normali, i malati non vengono guariti all’istante. Niente di tutto questo sarebbe normale se non fosse per la potenza di Dio.

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