Marco 13




Marco 13 – Il Discorso dell’Oliveto

A. La distruzione del tempio e le sue implicazioni.

1. (1-2) Gesù predice la distruzione del tempio.

Mentre Egli usciva dal tempio, uno dei Suoi discepoli gli disse: «Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!». E Gesù, rispondendo, gli disse: «Vedi questi grandi edifici? Non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà diroccata».

a. Maestro, guarda che pietre e che costruzioni! I discepoli sembravano turisti meravigliati da quello che vedevano nella città di Gerusalemme. Avevano buone ragioni per essere meravigliati, perché il complesso del tempio, rimodellato da Erode il Grande, era una delle magnifiche strutture del mondo antico. Il popolo ebraico era giustamente orgoglioso di questo grande edificio.

i. Questo tempio fu originariamente ricostruito da Zorobabele ed Esdra (Esdra 6:15) ma notevolmente ampliato e migliorato da Erode. Fu il centro della vita ebraica per quasi 1.000 anni, tanto che era consuetudine giurare sul tempio (Matteo 23:16) e parlare contro il tempio poteva essere considerata una bestemmia (Atti 6:13).

ii. Dopo il lavoro fatto da Erode, il tempio era enorme: lungo quasi 500 metri e largo 400. La ricostruzione di Erode iniziò nel 19 a.C. e non fu completata fino al 63 d.C., impiegando così più di 80 anni. Il magnifico complesso del tempio fu terminato solo sette anni prima di essere distrutto.

iii. La bellezza del tempio antico è ben documentata. Lo storico ebreo Giuseppe Flavio dice che il tempio era ricoperto all’esterno da lastre d’oro così brillanti che quando il sole splendeva lo rendevano accecante. Dove non c’era oro, c’erano blocchi di marmo di un bianco così puro che da lontano, gli stranieri pensavano che il tempio fosse coperto di neve.

iv. Il commento dei discepoli – guarda che pietre e che costruzioni – era particolarmente appropriato, date le pietre massicce usate da Erode nella costruzione del tempio. Oggi, i turisti possono vedere alcune di queste pietre massicce, perlomeno quelle usate per costruire il muro di contenimento del complesso del tempio. Questi blocchi di pietra calcarea tagliati ed estratti sono così grandi – circa 15 metri di larghezza, 7 metri e mezzo di altezza e 4 metri e mezzo di profondità – che la maggior parte delle gru edili moderne non potrebbe sollevarli.

v. Per quanto grande fosse il tempio, Gesù non esitò mai ad affermare di essere più grande del tempio (Matteo 12:6). Per molti ebrei di quel tempo, il tempio era diventato un idolo: e con il tempo aveva impercettibilmente cominciato a diventare per le persone molto più importante di Dio stesso. Il tempio era una buona cosa, ma le cose buone possono diventare gli idoli peggiori. A volte Dio rovina anche le cose buone se permettiamo loro di diventare i nostri idoli.

b. Non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà diroccata: Circa 40 anni dopo che Gesù fece questo commento, ci fu una rivoluzione ebraica contro i Romani in Palestina, e all’inizio sembrava che i ribelli stessero vincendo. Ma alla fine Roma schiacciò la ribellione ebrea: Gerusalemme fu rasa al suolo, compreso il tempio, proprio come aveva detto Gesù.

i. Si dice che alla caduta di Gerusalemme, gli ultimi ebrei sopravvissuti della città si rifugiarono nel tempio, perché era l’edificio più forte e sicuro che era rimasto. I soldati romani lo circondarono e un soldato ubriaco appiccò un incendio che presto divorò l’intero edificio. Le decorazioni dorate del soffitto si fusero nelle fessure tra le pareti di pietra del tempio, e per recuperare l’oro, il comandante romano ordinò che il tempio fosse smantellato pietra per pietra. La distruzione fu così totale che oggi i ricercatori hanno qualche difficoltà a capire esattamente dove si trovasse il tempio.

ii. “Ora, non appena l’esercito non aveva più persone da uccidere o saccheggiare… Cesare ordinò di demolire l’intera città e il tempio… questa fu la fine a cui giunse Gerusalemme.” (Giuseppe Flavio, Guerre degli Ebrei, 7.1.1) È interessante notare che Giuseppe Flavio dice che i Romani non avevano mai avuto intenzione di distruggere il tempio, ma vi furono spinti dalla feroce opposizione ebraica e dall’incendio accidentale. (Guerre degli ebrei, 6.4)

iii. L’adempimento letterale di questa profezia ha posto le basi per il resto delle profezie del capitolo. Dovremmo aspettarci che queste altre profezie si adempiranno letteralmente.

2. (3-4) La predizione di Gesù porta i Suoi discepoli a porre due domande.

E, come Egli era seduto sul monte degli Ulivi di fronte al tempio, Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea gli domandarono in disparte: «Dicci, quando avverranno queste cose, e quale sarà il segno del tempo in cui tutte queste cose dovranno compiersi?».

a. Come Egli era seduto sul monte degli Ulivi: Il monte degli Ulivi è una collina che si erge sopra il monte del tempio. Tra il monte del tempio e il monte degli Ulivi si trova una piccola valle, la valle del Cedron. Dal monte degli Ulivi c’è una vista spettacolare del monte del tempio.

b. Dicci, quando avverranno queste cose: Mentre Gesù era seduto con i Suoi discepoli sul Monte degli Ulivi, questi potevano vedere la maestosa struttura del tempio. Con questa visuale, la prima domanda nella mente dei discepoli riguardava la distruzione del tempio. Gesù disse che sarebbe stato distrutto e loro volevano sapere quando. Marco non indica quale fu la risposta di Gesù a questa prima domanda, ma Luca lo fa in Luca 21:8-23.

c. Quale sarà il segno del tempo in cui tutte queste cose dovranno compiersi? La seconda domanda trova risposta in questo passaggio di Marco 13.

i. Forse i discepoli posero questa domanda mentre ricordavano gli eventi della distruzione dell’ultimo tempio: il tempio era stato distrutto nel periodo del giudizio del popolo ebraico e del suo esilio. Se il tempio sarà distrutto, che ne sarà di Israele e degli ebrei?

B. Il corso della storia fino al ritorno di Cristo.

1. (5-8) Gesù descrive lo stato del mondo durante il periodo tra la Sua Ascensione e il tempo immediatamente precedente alla Sua Seconda Venuta.

E Gesù, rispondendo loro, prese a dire: «Guardate che nessuno vi seduca. Poiché molti verranno nel Mio nome, dicendo: “Sono io”; e ne sedurranno molti. Ora, quando udrete parlare di guerre e di rumori di guerre, non vi turbate; perché bisogna che queste cose avvengano, ma non sarà ancora la fine. Infatti, si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno terremoti in vari luoghi, carestie ed agitazioni. Queste cose non saranno altro che l’inizio delle doglie di parto.

a. Guardate che nessuno vi seduca: Gesù avverte del pericolo di falsi Messia che verranno nel Suo nome. Fingeranno di essere Gesù stesso o Suoi rappresentanti, ma non lo saranno affatto.

b. Quando udrete parlare di guerre e di rumori di guerre: Gesù ci ricorda che prima del Suo ritorno ci saranno molte guerre e minacce di guerra sulla terra. In tempi difficili, molti pensano che la fine dei tempi sia vicina, ma Gesù disse che guerre e rumori di guerre non sono segni della fine.

i. “Lo scenario predetto dal nostro Signore non era quello di un’epoca in cui il conflitto tra le nazioni sarebbe gradualmente cessato, o che la pace sarebbe venuta improvvisamente sulla terra a causa della predicazione del Suo vangelo.” (Morgan)

c. Bisogna che queste cose avvengano; ma non sarà ancora la fine: Cose come falsi Messia, guerre, carestie e terremoti hanno certamente segnato la storia dell’uomo sin dal tempo dell’Ascensione di Gesù. In sostanza, Gesù disse: “Le catastrofi ci saranno, ma non sarà ancora la fine.”

i. L’uomo ha spesso pensato che questo tipo di disgrazie avrebbero segnato la fine, ma Gesù ha indicato un segno più specifico a cui dobbiamo prestare attenzione.

d. Queste cose non saranno altro che l’inizio delle doglie di parto: Gesù disse che queste calamità non sarebbero state segni specifici della fine, ma sarebbero state l’inizio delle doglie di parto. L’idea qui è sia quella della nascita di una nuova era e, forse, di un aumento dell’intensità e della ricorrenza di questi eventi.

2. (9-13) Gesù descrive ciò che i Suoi discepoli devono aspettarsi durante il periodo tra la Sua Ascensione e la Seconda Venuta.

Badate a voi stessi! Poiché vi consegneranno ai tribunali e sarete battuti nelle sinagoghe; sarete portati davanti ai governatori e ai re, per causa Mia, in testimonianza a loro. Ma prima bisogna che l’evangelo sia predicato fra tutte le genti. Ora, quando vi condurranno via per consegnarvi nelle loro mani, non preoccupatevi in anticipo di ciò che dovrete dire, e non lo premeditate; ma dite ciò che vi sarà dato in quell’istante, perché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo. Ora, il fratello consegnerà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. E voi sarete odiati da tutti a causa del Mio nome, ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».

a. Badate a voi stessi! Poiché vi consegneranno ai tribunali: Gesù disse ai Suoi discepoli di prepararsi alla persecuzione che sarebbe venuta contro di loro prima della fine. Questa persecuzione non era il segno della fine, ma dovevano aspettarsi che accadesse.

b. Ma prima bisogna che l’evangelo sia predicato fra tutte le genti: Gesù ha anche promesso che, prima della fine, il vangelo sarebbe stato diffuso in tutto il mondo. La presenza della persecuzione non toglie alla Chiesa la responsabilità di evangelizzare.

c. Quando vi condurranno via per consegnarvi nelle loro mani, non preoccupatevi in anticipo di ciò che dovrete dire, e non lo premeditate: Gesù disse loro di non preoccuparsi di cosa dire quando avrebbero dovuto rispondere del fatto di essere Suoi seguaci. In quel momento, lo Spirito Santo avrebbe dato loro le parole giuste.

i. Un ottimo esempio di questo principio si trova in Atti 4:1-22, dove Pietro e gli altri discepoli proclamarono con potenza Gesù davanti al sinedrio.

ii. Qui Gesù parlava dell’ispirazione che viene data al momento della persecuzione, non quando un pastore deve insegnare alla comunità. “Non ci sono scuse per il predicatore pigro che non prepara il suo sermone perché pensa di fare semplicemente affidamento sullo Spirito Santo.” (Robertson)

d. Il fratello consegnerà a morte il fratello: I seguaci di Gesù dovrebbero aspettarsi ogni sorta di rifiuto e tradimento, anche i più dolorosi, quando cercano di tenere salda la loro fede in Gesù.

i. È facile per noi sottovalutare quanto possa essere difficile vivere in un periodo di persecuzione. Mentre pochi cristiani nel mondo occidentale sono soggetti a persecuzioni, i cristiani in altre parti del mondo spesso devono affrontare queste prove.

·Se venissi da una famiglia ebrea ortodossa, potrebbero considerarmi un bestemmiatore e considerarmi morto per aver scelto Gesù.

·Se venissi da una rigida famiglia musulmana, potrei essere rifiutato dalla mia famiglia ed essere letteralmente ucciso per aver scelto Gesù.

·Se venissi da una famiglia indù in India, potrei essere respinto e martirizzato per aver scelto Gesù.

·In Cina, mi sarebbe stato permesso di praticare il cristianesimo solo nella chiesa sponsorizzata dallo stato, altrimenti verrei perseguitato. La mia chiesa potrebbe essere una delle 1.500 distrutte o chiuse dal novembre 2000.

·In Sudan, potrei essere ucciso o letteralmente ridotto in schiavitù da un esercito musulmano.

·In Indonesia, i musulmani potrebbero farmi scegliere: convertirmi all’Islam o morire, oppure la mia chiesa potrebbe essere bombardata durante un servizio di culto.

·In Pakistan, potrei essere incarcerato da funzionari del governo musulmano.

ii. Secondo David B. Barrett nel suo libro Today’s Martyrs, circa 165.000 cristiani sono morti per la loro fede nel 2000. Gli studiosi stimano che dal giorno di Pentecoste, più di 43 milioni di cristiani siano stati uccisi per la loro fede. Un indice di persecuzione fornito da Porte Aperte in collaborazione con Brother Andrew elenca 28 paesi con persecuzioni forti o su larga scala. In altri 23 Paesi i cristiani subiscono discriminazioni e, in alcune regioni, gravi intimidazioni.

e. Chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato: Perseverato è la traduzione dell’antica parola greca hupomeno, che letteralmente significa “restare sotto”. Quando siamo circondati da prove e persecuzioni, non possiamo essere così alla disperata ricerca di una via d’uscita da essere pronti a scendere a compromessi. No, dobbiamo restare sotto.

C. Il segno della Sua venuta e la fine dei tempi.

1. (14a) Il segno: L’abominio della desolazione, di cui parla Daniele.

«Or quando vedrete l’abominazione della desolazione, predetta dal profeta Daniele, posta dove non dovrebbe essere (chi legge intenda),

a. Or quando vedrete l’abominazione della desolazione: Questa menzione dell’abominazione della desolazione è tratta da Daniele 11:31: Forze da lui mandate si leveranno per profanare il santuario-fortezza, sopprimeranno il sacrificio continuo e vi collocheranno l’abominazione che causa la desolazione. Questo descriveva una profanazione completa del tempio, prefigurata da Antioco Epifane nel tempo compreso tra l’Antico e il Nuovo Testamento.

i. Antioco dissacrò il tempio di Gerusalemme in modo orribile. “Profanò il Tempio offrendo carne di maiale sul grande altare e istituendo bordelli pubblici nei cortili sacri. Eresse una grande statua dello Zeus Olimpio davanti al Luogo Santo e ordinò agli ebrei di adorarla.” (Barclay) Per quanto grave fosse, questo non era l’adempimento dell’abominazione della desolazione, perché Gesù disse queste parole molto tempo dopo le azioni di Antioco.

ii. La parola ebraica tradotta abominazione in Daniele 11:31 è shikkoots. Appare nell’Antico Testamento 29 volte e porta l’idea di un idolo sporco e disgustoso. Tuttavia, questo è più di un semplice idolo. Per prima cosa, è un idolo posto nel luogo santo del tempio di Gerusalemme – posta dove non dovrebbe essere, e, come dice Matteo, posta nel luogo santo (Matteo 24:15). In secondo luogo, questo è un idolo sporco e disgustoso che porta desolazione: il giudizio completo e devastante di Dio.

iii. È importante sottolineare che questo non è semplicemente un idolo posto nel tempio ebraico. Passi come Geremia 7:30, Geremia 32:34 ed Ezechiele 5:11 descrivono idoli abominevoli nel tempio, eppure non erano l’abominazione che porta desolazione.

iv. Qualcosa di simile accadde nel 40 d.C. quando Caligola era imperatore di Roma. Caligola era un pazzo e decise di mettere una statua di sé stesso nel luogo santo del tempio di Gerusalemme. Mandò la statua per nave mentre scendeva a Gerusalemme, ma morì prima del suo arrivo, quindi non eressero mai la statua.

b. Or quando vedrete l’abominazione della desolazione: In sostanza, l’abominazione della desolazione parla della profanazione definitiva di un tempio ebraico, un’immagine idolatra nel luogo santo stesso, che inevitabilmente porterà al giudizio di Dio. È l’abominazione che porta la desolazione.

i. L’abominazione della desolazione: “Si tratta dell’oggetto di una religione disgustosa e ripugnante che ha a che fare con la desolazione.” (Wuest) “L’espressione semitica usata in Daniele descrive un abominio così detestabile che fa sì che il Tempio sia abbandonato dal popolo di Dio, provocando la desolazione… L’uso da parte di Gesù di questa espressione distintiva indica, tuttavia, che la profezia non fu adempiuta dagli eventi del periodo dei Maccabei.” (Lane)

ii. Paolo spiegò in dettaglio il completo adempimento di questa profezia in 2 Tessalonicesi 2:3-4: Nessuno v’inganni in alcuna maniera, perché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e prima che sia manifestato l’uomo del peccato, il figlio della perdizione, l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto ciò che è chiamato dio o oggetto di adorazione, tanto da porsi a sedere nel tempio di Dio come Dio, mettendo in mostra sé stesso e proclamando di essere Dio.

iii. Daniele 12:11 fornisce un’ulteriore informazione: Ora, dal tempo in cui sarà abolito il sacrificio continuo e sarà eretta l’abominazione che causa la desolazione, vi saranno milleduecentonovanta giorni (fino alla fine). Quando questo segno è stabilito, la fine può essere determinata: quasi tre anni e mezzo prima del ritorno trionfante di Gesù su questa terra.

iv. Questa non è una nuova interpretazione dell’abominazione della desolazione. Uno scrittore paleocristiano di nome Ireneo scrisse questo testo alla fine del II secolo: “Ma quando l’Anticristo avrà devastato tutte le cose di questo mondo, egli regnerà per tre anni e sei mesi e siederà nel tempio di Gerusalemme; e allora il Signore verrà dal cielo sulle nuvole, nella gloria del Padre, mandando quest’uomo e quelli che lo seguono nel lago di fuoco; ma introducendo per i giusti l’era del regno.”

c. Or quando vedrete l’abominazione della desolazione: Quando Gesù descrisse l’abominazione della desolazione, c’era il presupposto che ci fosse un tempio funzionante a Gerusalemme. Non ci può essere l’abominazione della desolazione senza un tempio.

i. Per secoli c’è stata solo una piccola presenza ebraica in Giudea e a Gerusalemme. La loro presenza nella regione era chiara e continua, ma il loro numero era molto ridotto. Era impensabile che questa debole presenza ebraica potesse ricostruire un tempio. Pertanto, l’adempimento di questa profezia era altamente improbabile fino a quando Israele non fu nuovamente riunito come nazione nel 1948. La restaurazione di una nazione che il mondo non vedeva da più di 2.000 anni fu un evento straordinario per l’adempimento della profezia ora e in futuro.

ii. Uno degli sviluppi più affascinanti della storia recente è la concentrazione del conflitto ebraico e arabo sul monte del tempio, dove deve sorgere un tempio ricostruito. C’è un piccolo ma devoto gruppo di ebrei che si dedica con passione alla ricostruzione del tempio. Oggi è possibile visitare l’Istituto del Tempio nel quartiere ebraico della Città Vecchia di Gerusalemme. Lì, un gruppo di ebrei assolutamente dediti alla ricostruzione del tempio tenta di educare il pubblico e sensibilizzarlo riguardo a un nuovo tempio. Stanno cercando di replicare tutto ciò che possono per ricostruire un nuovo tempio, persino pentole e padelle specifiche usate per il sacrificio.

iii. È importante capire che la maggior parte degli ebrei, religiosi o laici, non è affatto interessata alla ricostruzione del tempio. E se anche venisse ricostruito, sarebbe difficile offrire sacrifici in questi giorni in cui ci sono attivisti aggressivi per la tutela dei diritti degli animali! Tuttavia, c’è un piccolo, forte gruppo altamente dedicato il cui solo desiderio è vedere un tempio ricostruito, un tempio che adempirà la profezia.

iv. Giustamente, i cristiani sono entusiasti quando vedono gli sforzi per ricostruire il tempio. Allo stesso tempo, dobbiamo capire che Dio non è il motivo principale dietro la costruzione del tempio, ma il desiderio di avere un luogo nel quale offrire sacrifici per il peccato. I credenti sanno molto bene che l’espiazione per i peccati è stata fatta sulla croce, e qualsiasi altro sacrificio per il peccato è un insulto a Dio, perché rinnega l’opera perfetta di Gesù sulla croce.

d. Predetta dal profeta Daniele: In un certo senso, Gesù non ci ha detto nulla di nuovo in questo passaggio. Ci ha semplicemente ricordato ciò che era stato profetizzato in Daniele. Il commento chi legge intenda potrebbe essere stato detto da Gesù stesso e non scritto da Marco.

e. Chi legge intenda: Alcuni dicono che l’abominazione della desolazione si adempì nel 70 d.C. quando Gerusalemme fu distrutta, e che questo si ricollega alla distruzione del tempio promessa in Marco 13:2. Questa interpretazione attribuirebbe un carattere spirituale a Marco 13:19-27, che dice che Gesù sarebbe tornato nella gloria subito dopo l’abominazione della desolazione.

i. F.F. Bruce giustamente osserva: “Mentre Giuseppe Flavio menziona i sacrifici offerti dai Romani vittoriosi davanti agli stendardi delle legioni nella corte del Tempio, egli non descrive questa azione come un abominio, qualunque cosa possa egli aver pensato in privato.” (Storia del Nuovo Testamento, pagina 383)

2. (14b-18) Avvertimenti di Gesù riguardo a cosa fare quando l’abominio della desolazione apparirà.

Allora coloro che saranno nella Giudea fuggano ai monti. E chi sarà sul tetto di casa non scenda, né entri in casa a prendere qualcosa da casa sua. E chi sarà nei campi non torni indietro a prendersi il vestito. Or guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni! E pregate che la vostra fuga non avvenga d’inverno.

a. Allora coloro che saranno nella Giudea fuggano ai monti: Gesù rivolse questo monito al popolo ebraico. Questo è evidente nella Sua menzione specifica della Giudea e del tetto di casa (una caratteristica comune dell’architettura sia nella Giudea antica che in quella moderna). È come se dicesse al popolo della Giudea: “Quando vedrete l’abominio della desolazione, fuggite, perché la tribolazione sta arrivando.”

i. Queste parole di Gesù hanno portato alcuni a credere che tutto ciò di cui Egli ha parlato qui si sia adempiuto nel primo secolo, con la distruzione romana di Gerusalemme. È vero che questa esortazione di Gesù fu presa alla lettera dai cristiani nel 66 d.C. quando gli eserciti romani arrivarono per la prima volta a Gerusalemme. A quel tempo, i cristiani fuggirono sulle montagne e furono risparmiati dalla grande distruzione del 70 d.C. Tuttavia, Gesù disse anche che questi eventi avrebbero portato alla Grande Tribolazione (Marco 13:19) e che quei giorni sarebbero culminati nel trionfante ritorno di Gesù (Marco 13:26-27). Dal momento che siamo ancora qui 2000 anni dopo, sappiamo che l’abominio della desolazione non si è adempiuto nel primo secolo.

ii. Queste parole di Gesù hanno portato alcuni a credere che tutti i cristiani – la chiesa nel suo insieme – attraverseranno questo periodo noto come la Grande Tribolazione, e che questo avvertimento è per noi. Tuttavia, Gesù promise che avrebbe rapito il Suo popolo tra le nuvole e lo avrebbe incontrato nell’aria (1 Tessalonicesi 4:16-18). Ci ha anche detto di pregare per essere ritenuti degni di sfuggire a tutto questo (Luca 21:36) e ha promesso di preservare i Suoi fedeli dal tempo del giudizio che sarebbe venuto sulla terra (Apocalisse 3:10). Gesù ha dato questo avvertimento principalmente come una profezia specifica e sorprendente di ciò che sarebbe accaduto in futuro, migliaia di anni prima che accadesse, in modo che durante il periodo dell’abominio della desolazione il popolo ebraico avesse una testimonianza unica di Gesù e della Sua Parola.

b. E chi sarà nei campi non torni indietro a prendersi il vestito: Questo mostra l’urgenza dell’avvertimento. Ciò è coerente con altri passaggi della Scrittura che promettono una grande persecuzione contro il popolo ebraico durante la Grande Tribolazione (Apocalisse 12:13-17).

3. (19-23) Quello che viene dopo l’abominio della desolazione: grande tribolazione.

Perché in quei giorni vi sarà una grande tribolazione, la più grande che sia mai venuta dall’inizio della creazione fatta da Dio fino ad oggi, né mai più vi sarà. E se il Signore non avesse abbreviato quei giorni, nessuna carne si salverebbe, ma a motivo degli eletti, che Egli ha scelto, il Signore ha abbreviato quei giorni. Allora, se qualcuno vi dirà: “Ecco qui il Cristo”; ovvero: “Eccolo là”, non gli credete. Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti. Voi però state attenti; ecco, Io vi ho predetto ogni cosa».

a. Una grande tribolazione, la più grande che sia mai venuta dall’inizio della creazione fatta da Dio fino ad oggi, né mai più vi sarà: Gesù ha detto che questo sarà il momento più terribile di tutta la storia umana. Quando pensiamo a tutte le catastrofi che l’umanità ha subito nel corso dei secoli, capiamo che questa affermazione è molto spaventosa. Il Libro dell’Apocalisse descrive questo periodo terribile in cui Dio riversa la Sua ira su un mondo che lo rifiuta.

i. Nel 1343 la peste bubbonica iniziò a diffondersi in tutta Europa. In otto anni, due terzi della popolazione europea fu colpita dalla peste e la metà degli infetti morì: per un totale di 25 milioni di persone. Quando ci sarà la tribolazione, la situazione sarà peggiore.

ii. Zbigniew Brzezinski nel suo libro Out of Control: Global Turmoil on the Eve of the Twenty-first Century (1993) fissa il numero di “Vite deliberatamente estinte da una carneficina politicamente motivata” tra 167 milioni e 175 milioni. La maggior parte degli altri statistici ha all’incirca le stesse stime. Tuttavia, Gesù disse che il tempo della tribolazione sarà peggiore.

b. Il Signore ha abbreviato quei giorni: Se i terrori della grande tribolazione continuassero senza una fine stabilita, l’umanità non potrebbe sopravvivere. Pertanto, a motivo degli eletti, i giorni saranno limitati.

c. Allora, se qualcuno vi dirà: “Ecco qui il Cristo”; ovvero: “Eccolo là”, non gli credete: Nessuno dovrebbe essere ingannato sulla natura della venuta di Gesù. Non si tratterà di un evento segreto o privato, e non sarà un Gesù “diverso”. In mezzo a una tale tribolazione, gli uomini saranno tentati di seguire falsi messia.

d. Voi però state attenti; ecco, Io vi ho predetto ogni cosa: Gesù diede ai Suoi seguaci questo avvertimento perché prestassero attenzione. Non era solo per coloro che giungono alla fede in Gesù durante la Grande Tribolazione. Non era solo per coloro che vivono alla fine dei tempi. Tutti dovrebbero stare attenti.

i. Viviamo in un’epoca cinica in cui le persone sono naturalmente diffidenti e pessimiste quando si tratta di promesse. Tra i cristiani degli anni ‘70, c’era una grande enfasi sul ritorno di Gesù e sull’essere pronti per il Suo ritorno. È facile in un’epoca cinica come la nostra pensare: “Ho aspettato 30 anni e Gesù non è ancora venuto. Non ho bisogno di essere pronto o di preoccuparmi per qualcosa che potrebbe accadere fra altri 30 o 300 anni.”

ii. È facile simpatizzare con quel modo di pensare, ma Gesù ci ha detto: state attenti; ecco, Io vi ho predetto ogni cosa. Vuole che stiamo attenti, che vegliamo e prevediamo la Sua imminente venuta, e che siamo pronti per i seguenti motivi:

· Ha un effetto purificante nella nostra vita.

· Ci dà un senso di urgenza.

· Ci rende audaci nel parlare a coloro che non hanno ancora accettato Dio.

· Ci aiuta a non legarci troppo alle cose di questo mondo.

iii. Pensa: se una persona si svegliasse ogni mattina e dicesse: “Gesù verrà presto e devo vivere di conseguenza”, la sua vita sarebbe migliore o peggiore?

iv. Dovremmo anche ricordare che c’è un motivo per cui Dio ha stabilito il tempo in questo modo. Se Gesù avesse rapito la Sua chiesa nel 1978, quanti avrebbero mancato il rapimento? Se fosse tornato in gloria sette anni dopo, nel 1985, quanti di noi avrebbero attraversato la Grande Tribolazione? Tutti riusciamo a vedere che il tempo è vicino; ogni minuto in più è una grazia di Dio per consentire a più persone di avvicinarsi prima degli eventi orribili descritti da Gesù nella Grande Tribolazione.

4. (24-27) Alla fine della Grande Tribolazione: il ritorno di Gesù Cristo.

«Ma in quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà e la luna non darà il suo splendore; le stelle del cielo cadranno e le potenze che sono nei cieli saranno scrollate. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire nelle nuvole, con grande potenza e gloria. Egli allora manderà i Suoi angeli e raccoglierà i Suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.

a. In quei giorni, dopo quella tribolazione: Gesù disse che le catastrofi cosmiche qui descritte sarebbero avvenute in quei giorni, i giorni legati a quella tribolazione.

b. Il sole si oscurerà e la luna non darà il suo splendore; le stelle del cielo cadranno e le potenze che sono nei cieli saranno scrollate: Immediatamente prima del ritorno di Gesù, prima della Sua venuta tra le nuvole con grande potenza e gloria, il mondo sarà devastato da catastrofi cosmiche. In un certo senso, questo sarà il gemito di tutta la creazione (Romani 8:22) e le cose arriveranno al culmine prima del ritorno di Gesù.

i. Questo tipo di calamità cosmica è descritto in molti passaggi dell’Antico Testamento, come Isaia 13:9-11, Ezechiele 32:7-9, Gioele 2:30-31, Amos 8:9-10 e Sofonia 1:14-15.

c. Egli allora manderà i Suoi angeli e raccoglierà i Suoi eletti: Quando Gesù tornerà su questa terra dopo quella tribolazione, Egli verrà con i santi in cielo e raccoglierà coloro che sono venuti a Gesù durante la tribolazione e sono sopravvissuti.

5. (28-31) Gesù parla di più della tempistica di questi eventi.

Or dal fico imparate questa similitudine: quando i suoi rami diventano teneri e spuntano le prime foglie, voi sapete che l’estate è vicina. Così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che Egli è vicino, proprio alle porte. In verità vi dico che questa generazione non passerà, prima che tutte queste cose siano avvenute. Il cielo e la terra passeranno, ma le Mie parole non passeranno».

a. Or dal fico imparate questa similitudine: Il fico segue un ciclo regolare: compaiono le foglie e poi segue l’estate. Quando vedi le foglie, sai che l’estate è vicina. Allo stesso modo, quando compaiono questi segni – in particolare l’abominio della desolazione – il mondo saprà che il ritorno trionfante di Gesù è vicino, proprio alle porte.

i. Proprio come profetizzò Daniele in Daniele 12:11: la fine verrà 1.290 giorni dopo l’abominio della desolazione. Con queste parole, Gesù assicurò che le agonie della grande tribolazione non continueranno indefinitamente, ma avranno una fine. Cantico dei Cantici 2:11-13 menziona anche l’idea che la fioritura del fico mostra che l’inverno è passato e l’estate è vicina.

ii. “A differenza della maggior parte degli alberi della Palestina… il fico perde le foglie in inverno e, a differenza del mandorlo, che fiorisce molto presto in primavera, il fico mostra segni di vita solo più tardi.” (Lane)

iii. Questa era la spiegazione più appropriata in termini di tempo e luogo. Gesù insegnò queste cose sul Monte degli Ulivi e “Il Monte degli Ulivi era famoso per i suoi alberi di fico, che a volte raggiungevano un’altezza di 20 o 30 piedi.” (Lane) Era anche il momento perfetto, perché Gesù diede questo insegnamento proprio prima della Pasqua, quando gli alberi di fico erano nella condizione descritta nella parabola: rami teneri, foglie che germogliano.

b. Questa generazione non passerà, prima che tutte queste cose siano avvenute: A quale generazione si riferiva Gesù? Non può essere la generazione dei discepoli perché essi non videro il ritorno trionfante di Gesù. È senza dubbio la generazione che vedrà questi segni, specialmente l’abominio della desolazione. Questi eventi e il ritorno di Gesù non accadranno nel giro di mille anni ma si verificheranno l’uno dopo l’altro.

i. È anche possibile che la parola generazione possa essere intesa come una razza o un popolo. Questa potrebbe essere una promessa che il popolo ebreo non perirà prima che la storia giunga alla conclusione.

c. Il cielo e la terra passeranno, ma le Mie parole non passeranno: Con questa meravigliosa affermazione, Gesù dichiara che le Sue parole sono eterne. Qui, Egli sta stabilendo chiaramente la Sua divinità.

6. (32-37) L’enfasi: siate pronti; vegliate.

«Ma quanto a quel giorno e a quell’ora, nessuno li conosce, né gli angeli nel cielo né il Figlio, ma solo il Padre. State attenti, vegliate e pregate, perché non sapete quando sarà quel momento. È come se un uomo, andando in viaggio, lasciasse la propria casa, dandone l’autorità ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e al portinaio ordinasse di vegliare. Vegliate dunque, perché non sapete quando il padrone di casa verrà; se di sera, a mezzanotte, al cantar del gallo o al mattino; perché, venendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Ora, ciò che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!».

a. Quanto a quel giorno e a quell’ora, nessuno li conosce: Questo significa che dobbiamo stare attenti, perché rischiamo di farci trovare impreparati.

i. Né il Figlio, ma solo il Padre: Come poteva Gesù non conoscere quel giorno e quell’ora? Egli, essendo Dio, non conosceva tutte le cose? Gesù non lo sapeva, ma non perché aveva rinunciato alla Sua onniscienza: Lui è il Dio immutabile. Egli volontariamente, in sottomissione a Dio Padre, aveva limitato la Propria conoscenza di questo evento.

b. State attenti, vegliate: Dobbiamo vegliare. Chi veglia non viene colto di sorpresa. Le persone non sono pronte perché vengono meno nel vegliare. L’enfasi non potrebbe essere più chiara:

· Quanto a quel giorno e a quell’ora, nessuno li conosce (Marco 13:32).

· Non sapete quando sarà quel momento (Marco 13:33).

· Non sapete quando il padrone di casa verrà (Marco 13:35).

i. Alcune persone potrebbero pensare: “Non sappiamo quando verrà Gesù, quindi non ha molta importanza.” Altri ancora potrebbero pensare: “Non sappiamo quando verrà Gesù; quindi, dobbiamo scoprirlo e stabilire una data.” Invece quello che dovremmo pensare è: “Non so quando verrà Gesù, quindi devo essere vigile, pronto e preparato per la Sua venuta.”

c. State attenti, vegliate e pregate: Dobbiamo pregare, così da essere ritenuti degni di scampare a tutte queste cose che stanno per accadere (Luca 21:36). La buona notizia con Gesù è che non dobbiamo vivere questa calamità che verrà. Lui porterà via dalla terra quanti sono pronti a partire prima che questa calamità cominci.

i. Quando Gerusalemme fu distrutta nel 70 d.C., coloro che ascoltarono e obbedirono a Gesù sfuggirono all’orribile distruzione che si abbatté sulla città. Quando si tratta della distruzione molto più grande che verrà su tutta la terra, coloro che ascolteranno e obbediranno a Gesù potranno sfuggire all’orribile distruzione che verrà.

d. È come se un uomo, andando in viaggio: Gesù ora parlare ai Suoi seguaci di come avrebbero dovuto vivere fino alla Sua venuta. Gesù è come l’uomo che va in un paese lontano, che ha lasciato tre cose ai suoi servi: la propria casa, la propria autorità e il proprio compito. Il viaggiatore nomina anche un portinaio, ordinandogli di vegliare. Lui potrebbe tornare in qualsiasi momento e non vuole trovare i suoi servi che dormono. Quindi il messaggio è: Vegliate!

i. “La parabola del fico avverte i santi della Tribolazione di osservare e conoscere i ‘segni dei tempi’. Ma la parabola del padrone di casa avverte tutti noi oggi.” (Wiersbe)

ii. Pensa a cosa ti ha lasciato Gesù:

· La Sua casa: La chiesa appartiene a Gesù, ma Lui la affida a ciascuno di noi.

· La Sua autorità: Dobbiamo vivere e servire nell’autorità di Gesù, e con l’autorità viene sempre anche la responsabilità.

· Il Suo compito: Ogni servitore ha il Suo lavoro da fare. Non siamo responsabili del lavoro di qualcun altro, ma certamente siamo responsabili del nostro.

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