Luca 3




Luca 3 – L’Opera di Giovanni Battista

A. La missione di Giovanni Battista.

1. (1-2a) Descrizione del periodo storico in riferimento ai leader politici e religiosi del tempo.

Or nell’anno quindicesimo del regno di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, suo fratello Filippo tetrarca dell’Iturea e della regione della Traconitide e Lisania tetrarca dell’Abilene, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caiafa,

a. Nell’anno quindicesimo del regno di Tiberio Cesare: La cronologia biblica può rivelarsi una questione complicata. I documenti storici secolari ci indicano il periodo generale di questi eventi, ma è difficile stabilirne con certezza il momento esatto. Le migliori stime collocano gli avvenimenti tra il 27 e il 29 d.C.

b. Tiberio Cesare… Ponzio Pilato… Erode… Filippo… Lisania: Luca elenca i leader politici della regione in cui Gesù visse e servì e, come ogni bravo studioso, presenta un quadro storico reale. Non si tratta di una favola introdotta dal solito “c’era una volta”.

i. Luca non solo ci fornice un’indicazione cronologica, ma ci offre anche qualche dettaglio sull’aria che si respirava a quei tempi.

· Tiberio era un imperatore noto per la sua crudeltà e severità.

· Ponzio Pilato era altrettanto famoso per i brutali massacri a cui sottopose il popolo ebraico in Giudea e per la sua insensibilità nei confronti dei Giudei.

· I governanti della famiglia di Erode il Grande (Erode, Filippo e Lisania) erano noti per la loro corruzione e crudeltà.

ii. L’intento di Luca era di ricordare sia ai suoi lettori contemporanei che a noi oggi la corruzione e la degradazione morale dell’Impero Romano, specialmente nelle province lontane come la Giudea.

iii. L’esistenza storica di questi governanti è incontestabile. Gli archeologi hanno rinvenuto prove specifiche e innegabili che attestano che queste persone vissero e governarono in quei luoghi e in quei tempi.

iv. Prima di morire, Erode il Grande divise il regno tra i suoi tre figli: Erode, Filippo e Lisania. “Il titolo di tetrarca significa letteralmente governatore di una quarta parte… più avanti il significato della parola fu ampliato, indicando il governatore di una parte qualsiasi.” (Barclay)

c. Caiafa… Anna: Luca elenca anche i capi religiosi in carica in Giudea durante il ministero di Gesù. Caiafa era l’effettivo sommo sacerdote, ma suo suocero Anna (il patriarca della famiglia) era il vero influente della classe sacerdotale.

i. Il riferimento a questi due sommi sacerdoti corrotti ci ricorda che i capi dei Giudei erano più interessati al potere politico che al servizio a Dio.

ii. Nel novembre 1990 gli studiosi scoprirono quella che credono essere la tomba di famiglia di Caiafa. Su un’antica cassetta funeraria (un ossario) dell’epoca si legge l’iscrizione Giuseppe, figlio di Caiafa. Nella cassetta sono stati rinvenuti i resti di un uomo di 60 anni.

2. (2b-3) Il ministero di Giovanni Battista.

La parola di Dio fu indirizzata a Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Egli allora percorse tutta la regione nei dintorni del Giordano, predicando un battesimo di ravvedimento per il perdono dei peccati,

a. La parola di Dio fu indirizzata a Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto: Giovanni è vissuto nel deserto fin dalla sua giovinezza (Luca 1:80). Ora, spinto dalla parola di Dio, inizia a realizzare la sua somma vocazione: essere un precursore del Messia.

i. Luca inserisce attentamente l’opera di Giovanni nel contesto storico, perché “per Luca l’entrata in scena di Giovanni Battista era uno dei cardini da cui dipendeva la storia.” (Barclay)

b. Predicando un battesimo di ravvedimento per il perdono dei peccati: Non si tratta di un perdono fine a sé stesso, ma anche di libertà e di liberazione (v. proclamare la liberazionerimettere in libertà in Luca 4:18). Il ravvedimento poteva portare la vera libertà nel Messia per coloro che lo ricevevano.

i. Il messaggio di Giovanni era una chiamata al ravvedimento. Alcuni pensano che il ravvedimento riguardi perlopiù i sentimenti, soprattutto il senso di colpa per il proprio peccato. Provare dispiacere per il proprio peccato è una cosa meravigliosa, ma ravvedimento non è una parola che ha a che fare con i “sentimenti”. È una parola d’azione. Giovanni disse ai suoi ascoltatori di cambiare mentalità, non semplicemente di sentirsi dispiaciuti per quello che avevano fatto. Il ravvedimento parla di un cambiamento di direzione, non di un dispiacere nel cuore.

c. Battesimo di ravvedimento: La cerimonia del battesimo (un’immersione cerimoniale) in sé non aveva nulla di strano. La cosa strana era che i Giudei si sottoponevano al battesimo, che comunemente era un rituale riservato a quei gentili che volevano diventare ebrei. Per un ebreo sottomettersi al battesimo era come voler dire: “Sono malvagio quanto un pagano gentile” – era un vero segno di umile ravvedimento, di radicale riconsacrazione al Signore.

i. “Il battesimo in acqua, sia che venisse inteso dalla comunità di Qumran come applicabile a sé stessa, sia che venisse predicato dai missionari ebrei ai convertiti gentili, simboleggiava la purificazione spirituale dal peccato, il risultato del perdono.” (Pate)

ii. Questo differisce dal nostro battesimo in Cristo (Romani 6:3-4), dove la nostra immersione in acqua ci identifica con la morte e la risurrezione di Gesù. Il battesimo di ravvedimento presentato da Giovanni metteva la persona davanti al proprio bisogno di mettersi a posto con Dio e di essere purificato.

3. (4-6) Il ministero di Giovanni come adempimento della profezia.

Come sta scritto nel libro delle parole del profeta Isaia, che dice:

«Ecco la voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
Raddrizzate i suoi sentieri.
Ogni valle sia colmata e ogni monte e colle sia abbassato;
I luoghi tortuosi siano raddrizzati
E le vie scabrose appianate
E ogni carne vedrà la salvezza di Dio».

a. Come sta scritto nel libro delle parole del profeta Isaia: Luca collega Giovanni Battista con la profezia di Isaia (Isaia 40:3-5). Giovanni aveva sempre saputo che questo sarebbe stato il suo ruolo, perché il padre ne era a conoscenza da prima che Giovanni nascesse (Luca 1:76-77).

b. Preparate la via del Signore: Il grande messaggio di Giovanni affermava che era possibile sistemare le cose. Il Messia è venuto per fare cose che sono troppo grandi per l’uomo: colmare le valli, abbassare i monti, raddrizzare i sentieri tortuosi e appianare le vie scabrose.

i. I Giudei del tempo pensavano che il problema derivasse principalmente dagli “altri”, ovvero dai romani che li opprimevano politicamente. Giovanni mostra invece che, quando si arriva al punto nevralgico, il problema sono effettivamente io, non gli altri. Sono io a dovermi riconciliare con Dio.

c. Ogni carne vedrà la salvezza di Dio: La via del Messia doveva essere preparata. Egli è venuto per tutta l’umanità. (NIV)

i. “In poche parole, con la sua predicazione Giovanni annunciava l’imminenza dell’era messianica.” (Pate)

B. Il messaggio di Giovanni Battista.

1. (7-9) Il messaggio di Giovanni alle folle.

Egli dunque diceva alle folle che andavano per essere da lui battezzate: «Razza di vipere, chi vi ha insegnato a fuggire dall’ira a venire? Fate dunque frutti degni del ravvedimento e non cominciate a dire dentro di voi: “Noi abbiamo Abrahamo per padre”, perché io vi dico che Dio può suscitare dei figli ad Abrahamo anche da queste pietre. E già la scure è posta alla radice degli alberi; ogni albero quindi che non produce buon frutto sarà tagliato e gettato nel fuoco».

a. Razza di vipere, chi vi ha insegnato a fuggire dall’ira a venire? Rivolgersi al proprio pubblico paragonandolo ad una famiglia di serpenti non è un modo usuale di iniziare un sermone, così come non è una buona introduzione chiedere alla folla: “Perché mai siete qui?”. Giovanni, tuttavia, non aveva alcun interesse a predicare un messaggio che lisciasse le persone o solleticasse loro le orecchie.

i. Detto semplicemente, Giovanni era un tipo strano. Un uomo che predicava così, viveva nel deserto, indossava abiti strani e viveva di cavallette e miele selvatico non poteva che essere strano. Il precursore di Gesù non era un uomo dall’aspetto raffinato che andava in giro con un vestito da mille dollari e un taglio di capelli da duecento dollari. Dio si serve spesso di persone strane.

b. Non cominciate a dire dentro di voi: “Noi abbiamo Abrahamo per padre”: Giovanni metteva in guardia dal confidare nei meriti di Abrahamo e dal ritenerli sufficienti per ottenere la salvezza. Veniva generalmente insegnato che i meriti di Abrahamo fossero sufficienti per la salvezza di qualsiasi ebreo e che fosse impossibile che un qualsiasi discendente di Abrahamo, Isacco e Giacobbe andasse all’inferno.

c. Fate dunque frutti degni del ravvedimento: Giovanni non era irragionevole nell’esigere buoni frutti. Il vero ravvedimento porterà sempre dei frutti – e il frutto fondamentale della vita cristiana è l’amore (Galati 5:22 e 1 Corinzi 13:1-3).

2. (10-14) Il messaggio di Giovanni a persone specifiche.

Or le folle lo interrogavano, dicendo: «Che faremo noi dunque?». Allora egli, rispondendo, disse loro: «Chi ha due tuniche ne faccia parte a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto». Or vennero anche dei pubblicani per essere battezzati e gli chiesero: «Maestro, che dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non riscuotete nulla di più di quanto vi è stato ordinato». Anche i soldati lo interrogarono dicendo: «E noi, che dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non fate estorsioni ad alcuno, non accusate falsamente alcuno e contentatevi della vostra paga».

a. Che faremo noi dunque? Le istruzioni di Giovanni non erano nulla di straordinario. Chiedeva che le persone condividessero, che fossero leali l’una verso l’altra e che non fossero meschine e crudeli; che fossero felici di ciò che avevano. Queste sono cose che insegniamo ai nostri piccoli.

i. L’integrità nelle cose ordinarie rimane un segno di vero ravvedimento. A volte pensiamo che Dio ci richieda di fare cose grandi o impossibili per dimostrare che siamo pentiti. Spesso, invece, Egli cerca l’integrità nelle piccole cose.

ii. O uomo, Egli ti ha fatto conoscere ciò che è bene; e che altro richiede da te l’Eterno, se non praticare la giustizia, amare la clemenza e camminare umilmente col tuo DIO? (Michea 6:8)

b. Non riscuotete nulla di più di quanto vi è stato ordinato […]. Non fate estorsioni ad alcuno, non accusate falsamente alcuno e contentatevi della vostra paga: Giovanni non vedeva la riscossione delle tasse o l’essere arruolati come qualcosa di intrinsecamente malvagio. Non ordinò loro di abbandonare il loro lavoro, ma di svolgerli in maniera onesta.

i. I Romani tassavano mettendo all’asta i diritti di riscossione delle tasse al miglior offerente. Poiché gli esattori delle tasse potevano coprire i costi e trarre profitto solamente tassando più del necessario, erano odiati profondamente.

ii. “Erano gli esattori dei pedaggi e delle imposte doganali per i Romani ed erano perlopiù avidi arraffoni. Erano chiamati pubblicani, perché riscuotevano i publica, i beni dell’impero.” (Trapp)

3. (15-18) Giovanni rimanda a una Persona più grande e a un battesimo più grande.

Ora il popolo era in attesa, e tutti si chiedevano in cuor loro se Giovanni fosse lui il Cristo. Giovanni rispose, dicendo a tutti: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, al quale io non sono neppure degno di sciogliere il legaccio dei sandali; egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e col fuoco. Egli ha in mano il suo ventilabro, per pulire interamente la sua aia e raccogliere il grano nel suo granaio; ma brucerà la pula con fuoco inestinguibile». Così egli evangelizzava il popolo, esortandolo in molti altri modi.

a. Tutti si chiedevano in cuor loro se Giovanni fosse lui il Cristo: Giovanni ebbe un tale impatto che la gente si chiese logicamente se fosse lui il Messia. Invece di coltivare la propria popolarità, la indirizzò tutta verso Gesù. Giovanni spostò l’attenzione su colui che è più forte di me.

b. Al quale io non sono neppure degno di sciogliere il legaccio dei sandali: I rabbini all’epoca di Gesù insegnavano che un maestro poteva esigere qualsiasi cosa dai suoi seguaci, tranne che farsi togliere i sandali. Questo perché veniva considerata una richiesta troppo umiliante. Giovanni disse addirittura di non essere degno nemmeno di fare questo per Gesù.

i. Giovanni aveva molte ragioni per inorgoglirsi, ma rimase umile. La sua nascita fu miracolosa, il suo destino era profetizzato nelle Scritture, era un uomo chiamato a realizzare in prima persona grandi promesse profetiche, era un predicatore potente e un uomo con un grande seguito.

ii. “Qual era il motivo, secondo voi, per cui Giovanni manteneva sempre la sua giusta posizione? Non era forse perché aveva un’alta considerazione del suo Maestro e una profonda riverenza nei Suoi confronti? Ah, fratelli, a causa della nostra scarsa stima di Cristo, spesso il Signore non si fida di noi se non per le posizioni più basse.” (Spurgeon)

iii. Giovanni era allo stesso tempo severo e umile – una combinazione fin troppo rara.

c. Egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e col fuoco: Giovanni disse che il Messia sarebbe venuto con un battesimo diverso. La manifestazione dello Spirito Santo è una promessa integrante del Nuovo Patto. Ci viene promessa un’immersione, un riempimento dello Spirito Santo nella nostra vita fino a traboccare. Questa esperienza veniva spesso vissuta attraverso la preghiera e l’imposizione delle mani (Atti 6:6, 8:17, 9:17, 13:3-4, e 19:6).

d. Egli ha in mano il suo ventilabro, per pulire interamente la sua aia: Il Messia avrebbe anche portato un battesimo di fuoco, un fuoco che avrebbe purificato e distrutto ciò che è mancante, così come il fuoco brucia la pula senza valore. La potenza di Dio è sempre una potenza che trasforma, una potenza che purifica.

i. Il Messia sarà anche colui che dividerà la verità dalla menzogna, che separerà il grano dalla pula; egli ha in mano il suo ventilabro. Giuda viene separato da Pietro; un ladrone bestemmia, l’altro crede.

4. (19-20) La franchezza del messaggio di Giovanni.

Ora Erode, il tetrarca, essendo stato da lui ripreso a causa di Erodiade, moglie di suo fratello Filippo, e per tutte le malvagità che egli aveva commesso, aggiunse a tutte le altre anche questa, cioè di rinchiudere Giovanni in prigione.

a. Erode, il tetrarca, essendo stato da lui ripreso a causa di Erodiade: La relazione tra Erode ed Erodiade era complicata e peccaminosa. Erode, pur essendo suo zio, l’aveva sedotta rubandola al suo fratellastro. Sposando Erodiade, Erode si unì a una donna che era sia sua nipote che sua cognata.

i. “Alla luce di passi come Levitico 18:16 e 20:21, che proibiscono specificamente che un uomo abbia rapporti sessuali con la moglie di suo fratello, le azioni di Erode richiedevano una condanna.” (Pate)

b. Rinchiudere Giovanni in prigione: Poiché Giovanni aveva preso una posizione così coraggiosa a favore della verità, Erode, che era immerso nell’immoralità, lo punì.

i. “Secondo Flavio Giuseppe, il motivo dell’arresto fu che Erode ‘temeva che la grande influenza di Giovanni sul popolo potesse metterlo in condizione di sollevare una ribellione, poiché la gente sembrava pronta a fare tutto ciò che egli avrebbe consigliato’.” (Barclay)

C. Giovanni battezza Gesù.

1. (21a) Gesù viene battezzato insieme ad altri.

Ora, come tutto il popolo era battezzato, anche Gesù fu battezzato;

a. Come tutto il popolo era battezzato: Ci fu una risposta notevole all’opera di Giovanni Battista; infatti, molti andavano da lui a ravvedersi e a ricevere il battesimo. Un giorno, in mezzo alla folla, anche Gesù venne a farsi battezzare.

b. Anche Gesù fu battezzato: Gesù non si fece battezzare perché era un peccatore che aveva bisogno di ravvedersi e di essere purificato dai suoi peccati. Lo fece per identificarsi completamente con i peccatori, lo stesso sentimento che avrebbe portato alla Sua identificazione estrema con i peccatori sulla croce.

2. (21b-22) La testimonianza divina dell’identità di Gesù quale Figlio di Dio.

E mentre stava pregando, il cielo si aprì e lo Spirito Santo scese sopra di lui, in forma corporea come di colomba; e dal cielo venne una voce, che diceva: «Tu sei il mio amato Figlio, in te mi sono compiaciuto!».

a. E mentre stava pregando: Notiamo l’enfasi costante che Luca pone sulla preghiera. Gli altri evangelisti descrivono l’episodio, ma solo Luca sottolinea che ciò si verificò mentre stava pregando.

b. Lo Spirito Santo […] e dal cielo venne una voce: Le tre Persone della Trinità si manifestarono tutte insieme. Lo Spirito Santo venne in forma corporea come di colomba, si udì la voce di Dio Padre e l’amato Figlio fu battezzato.

i. Ci fu una prova visibile e tangibile che lo Spirito Santo era sceso su Gesù. Una cosa simile accadde agli apostoli quando, a Pentecoste, apparvero sulle loro teste delle lingue di fuoco.

ii. “Ciò che questa scena fu nella vita del Signore, la Pentecoste lo fu per la Chiesa. Allora fu unta per la sua missione divina tra gli uomini; l’unzione del Santo si posò su di lei, per essere portata avanti e rinnovata con il lento passare dei secoli.” (Meyer)

c. Tu sei il mio amato Figlio, in te mi sono compiaciuto! La voce dal cielo non lasciava dubbi. Non si trattava soltanto di un altro peccatore che veniva battezzato, ma dell’eterno Figlio di Dio senza peccato, nel quale il Padre si era compiaciuto a motivo della Sua identificazione con i peccatori.

· Tu sei il mio amato Figlio richiama Salmi 2:7, un glorioso salmo messianico.

· In te mi sono compiaciuto richiama Isaia 42:7, dove Gesù viene indicato come il Servo sofferente di cui si parla nel contesto.

d. In te mi sono compiaciuto: Gesù iniziò il Suo ministero terreno con la benedizione del Padre e la potenza dello Spirito Santo. In Gesù, possiamo avere entrambe.

i. In Gesù, possiamo sentire il Padre che ci dice: “Questo è il mio amato figlio, in te mi sono compiaciuto”.

ii. In Gesù, lo Spirito Santo può scendere su di noi per darci potenza e benedizione.

D. Genealogia di Gesù.

1. (23a) L’età di Gesù all’inizio del Suo ministero.

E Gesù aveva circa trent’anni;

a. Trent’anni: Secondo la mentalità ebraica, questa sembra essere l’età in cui si raggiungeva la piena maturità. I sacerdoti potevano iniziare il loro servizio solamente dopo aver compiuto trent’anni (Numeri 4:2-3).

2. (23b-38) La genealogia di Gesù secondo Luca.

E lo si credeva figlio di Giuseppe, figlio di Eli; figlio di Matthat, figlio di Levi, figlio di Melchi, figlio di Ianna, figlio di Giuseppe; figlio di Mattathia, figlio di Amos, figlio di Naum, figlio di Esli, figlio di Naggai; figlio di Maath, figlio di Mattathia, figlio di Semei, figlio di Giuseppe, figlio di Giuda; figlio di Ioanna, figlio di Resa, figlio di Zorobabel, figlio di Salathiel, figlio di Neri; figlio di Melchi, figlio di Addi, figlio di Cosam, figlio di Elmodam, figlio di Er; figlio di Iose, figlio di Eliezer, figlio di Iorim, figlio di Matthat, figlio di Levi; figlio di Simeone, figlio di Giuda, figlio di Giuseppe, figlio di Ionan, figlio di Eliakim; figlio di Melea, figlio di Mena, figlio di Mattatha, figlio di Natan, figlio di Davide; figlio di Iesse, figlio di Obed, figlio di Booz, figlio di Salmon, figlio di Naasson; figlio di Aminadab, figlio di Aram, figlio di Esrom, figlio di Fares, figlio di Giuda; figlio di Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abrahamo, figlio di Tara, figlio di Nacor; figlio di Seruk, figlio di Ragau, figlio di Pelek, figlio di Eber, figlio di Sela; figlio di Cainan, figlio di Arfacsad, figlio di Sem, figlio di Noè, figlio di Lamek; figlio di Mathusala, figlio di Enok, figlio di Iared, figlio di Mahalaleel, figlio di Cainan; figlio di Enos, figlio di Set, figlio di Adamo, di Dio.

a. E lo si credeva figlio di Giuseppe: Secondo l’usanza antica, le genealogie venivano quasi sempre tracciate attraverso il padre, non attraverso la madre. Questo ovviamente era un problema nel caso singolare di una nascita verginale.

i. Luca si discosta dal resoconto di Matteo da Davide in poi, ma entrambi terminano le rispettive genealogie con Giuseppe. La migliore spiegazione sembra essere che Luca abbia seguito la linea di Maria (la discendenza effettiva di Gesù), mentre Matteo quella di Giuseppe (la discendenza legale per adozione). Questo intende Luca quando dice “lo si credeva figlio di Giuseppe”.

ii. Luca inizia con Giuseppe perché segue la forma consueta e non include donne nella sua genealogia.

b. Figlio di […] figlio di: Il fatto che Luca fosse in grado di fornire la storia genealogica di Gesù non era insolito. Lo storico Flavio Giuseppe, infatti, tracciò la propria genealogia dai “registri pubblici” (Autobiografia, paragrafo 1). Era anche risaputo che il famoso rabbino Hillel poteva dimostrare la propria discendenza dal re Davide facendo riferimento ai registri pubblici.

c. Figlio di Adamo, di Dio: Luca traccia la Sua genealogia fino ad Adamo per mostrare che Gesù apparteneva a tutta l’umanità, non solo al popolo ebraico.

i. Una genealogia può sembrare poco, ma stabiliva esattamente le credenziali di Gesù come membro della razza umana. Un traduttore della Bibbia di una lontana tribù tenne le genealogie per ultime perché le riteneva la parte meno importante dei vangeli. Ma quando finalmente le finì, gli abitanti della tribù rimasero sbalorditi – dissero al traduttore: “Ci stai dicendo che questo Gesù era una persona reale, con antenati reali? Non ne avevamo idea!”.

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