Luca 24




Luca 24 – Il Gesù Risorto

A. Si diffonde la notizia della resurrezione di Gesù.

1. (1-3) Alcune seguaci di Gesù scoprono che la Sua tomba è vuota.

Ora nel primo giorno della settimana, al mattino molto presto, esse, e altre donne con loro, si recarono al sepolcro, portando gli aromi che avevano preparato. E trovarono che la pietra era stata rotolata dal sepolcro. Ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù.

a. Ora nel primo giorno della settimana, al mattino molto presto: Gesù fu crocifisso il venerdì (o il giovedì, secondo alcune testimonianze). Dopo la Sua sepoltura, la tomba fu sigillata e sorvegliata dai soldati romani (Matteo 27:62-66). La tomba rimase sigillata e sorvegliata fino a quando non fu scoperta da queste donne nel primo giorno della settimana, al mattino molto presto.

i. Un uomo ricco come Giuseppe d’Arimatea possedeva probabilmente una tomba scavata nella roccia solida; questa tomba si trovava in un giardino vicino al luogo della crocifissione (Giovanni 19:41). Il sepolcro avrebbe avuto un piccolo ingresso e forse uno o più scomparti dove riporre i corpi dopo essere stati avvolti con fasce di lino ricoperte di spezie, aloe e unguenti. Di solito, i Giudei lasciavano lì i corpi per alcuni anni, finché non si decomponevano fino alle ossa, che poi venivano riposte in un piccolo recipiente di pietra noto come ossario. L’ossario rimaneva nella tomba insieme ai resti degli altri membri della famiglia.

ii. L’ingresso alla tomba era bloccato da una pesante pietra di forma circolare, arrotolata in modo sicuro in un solco, in modo da poter essere spostata solo da alcuni uomini forti, per garantire che nessuno disturbasse i resti.

iii. Giovanni 19:42 precisa che la tomba di Giuseppe d’Arimatea, in cui fu deposto Gesù, era vicina al luogo della crocifissione (e ciascuno dei due luoghi suggeriti per la morte e la risurrezione di Gesù lo confermano). Probabilmente Giuseppe non era contento che il valore della sua tomba di famiglia fosse diminuito per le crocifissioni che i Romani eseguivano nelle vicinanze; questo ci ricorda però che, nel piano di Dio, la croce e la potenza della risurrezione sono sempre permanentemente e strettamente collegate.

iv. “Questo divenne il giorno del culto cristiano (cfr. At 20:7). Il cambiamento rispetto al sabato tradizionale e biblico è di per sé una forte prova della risurrezione, perché mostra la forza della convinzione dei discepoli su ciò che è accaduto in quel giorno.” (Liefeld)

b. Esse, e altre donne con loro: Queste donne sono degne di nota. Esse si riferisce alle donne della Galilea che videro Gesù nel sepolcro (Luca 23:55-56). Luca concorda con Marco 15:47 e Matteo 27:61 sul fatto che tra loro ci fossero Maria Maddalena e Maria madre di Giacomo (Luca 24:10). Tra le altre donne con loro c’erano Giovanna (Luca 24:10) e altre non nominate (ealtre donne con loro, Luca 24:10).

i. “Queste donne vennero per prime, per una meravigliosa provvidenza, prima degli apostoli, per confutare l’impudente menzogna dei sacerdoti, secondo cui i discepoli avrebbero trafugato il corpo.” (Trapp)

c. Si recarono al sepolcro, portando gli aromi che avevano preparato: Il corpo di Gesù fu preparato frettolosamente per la sepoltura da Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo (Giovanni 19:38-41). Le donne vennero per completare adeguatamente il lavoro frettoloso svolto subito dopo la morte di Gesù.

i. Marco 16:3 ci dice che le donne discussero riguardo a come fare a spostare la pietra pesante che bloccava l’ingresso del sepolcro.

d. E trovarono che la pietra era stata rotolata dal sepolcro. Ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù: L’evento effettivo della risurrezione di Gesù non è descritto da nessuna parte, ma la sua scoperta è documentata in dettaglio. Qui le donne che intendevano preparare il corpo di Gesù per la sepoltura in modo più adeguato scoprirono che la pietra era stata rotolata via dal sepolcro e che il corpo di Gesù non era più all’interno.

i. “La mancanza di dettagli spettacolari depone a favore della storicità dei documenti del Nuovo Testamento. Non c’è alcun tentativo da parte degli autori di abbellire l’evento della Risurrezione.” (Pate)

ii. Matteo 27:65-66 ci ricorda che c’era una guardia posta nei pressi della tomba. Tutto ciò dimostra che la pietra non avrebbe potuto essere spostata dalle donne (non erano abbastanza forti) né dai discepoli (se anche fossero stati abbastanza coraggiosi, non avrebbero potuto sopraffare le guardie armate). Nessun altro aveva interesse a far rotolare via la pietra. Matteo 28:2 ci dice che fu un angelo a spostare la pietra.

iii. La pietra non fu spostata per far uscire Gesù. Giovanni 20:19 ci dice che Gesù, nel Suo corpo di risurrezione, poteva passare attraverso le barriere materiali. La pietra fu rotolata via in modo che gli altri potessero vedere l’interno della tomba ed essere persuasi che Gesù Cristo era davvero risorto dai morti.

2. (4-8) Gli angeli annunciano la resurrezione.

E, mentre erano grandemente perplesse a questo riguardo, ecco presentarsi loro due uomini in vesti sfolgoranti. Ora, essendo esse impaurite e tenendo la faccia chinata a terra, quelli dissero loro: «Perché cercate il vivente tra i morti? Egli non è qui, ma è risuscitato; ricordatevi come vi parlò, mentre era ancora in Galilea, dicendo che il Figlio dell’uomo doveva esser dato nelle mani di uomini peccatori, essere crocifisso e risuscitare il terzo giorno». Ed esse si ricordarono delle sue parole.

a. Mentre erano grandemente perplesse a questo riguardo: Quando le donne videro la pietra rotolata e il sepolcro vuoto, la loro reazione immediata fu di grande perplessità (grandemente perplesse): non si aspettavano di trovare una tomba vuota. Ciò dimostra che i resoconti della risurrezione non possono essere il frutto di una pia illusione: non si aspettavano nemmeno che potesse accadere.

b. Due uomini in vesti sfolgoranti: Gli angeli annunciarono la nascita di Gesù (Luca 2:8-15), così come la Sua risurrezione. La Sua nascita fu annunciata a poche persone umili, che culturalmente avevano poca importanza; la Sua risurrezione a un piccolo gruppo di donne.

c. Perché cercate il vivente tra i morti? Era una domanda stupendamente logica. Gli angeli sembravano quasi sorpresi che le donne fossero sorprese; dopo tutto, gli angeli avevano sentito ciò che Gesù aveva detto riguardo alla Sua risurrezione e sapevano che anche le donne lo avevano sentito. Si chiedevano ovviamente come mai le donne fossero sorprese.

i. “Non bisogna pensare a Gesù come a un morto; perciò, non bisogna cercarlo tra i morti.” (Morris)

ii. “Poiché i luoghi di sepoltura erano impuri, non sembrava ragionevole supporre che i vivi li frequentassero o che, se qualcuno era scomparso, fosse probabile che venisse ritrovato in tali luoghi.” (Clarke)

iii. La domanda degli angeli ribadiva un concetto importante: i vivi non si trovano tra i morti. Non dovremmo aspettarci di trovare vita spirituale tra coloro che non la possiedono. Molti cercano Gesù nelle cose morte: il tradizionalismo religioso, il formalismo, le regole dell’uomo, lo sforzo e l’ingegno umano. Troviamo Gesù solo dove c’è vita di risurrezione, dove Egli viene adorato in Spirito e verità.

d. Egli non è qui: Si tratta di alcune delle parole più belle e importanti mai pronunciate da un angelo agli uomini. Si può cercare in tutta Gerusalemme, fra svariate migliaia di tombe, ma non si troverà mai quella di Gesù, perché Egli non è qui.

i. Ogni tanto qualcuno sostiene di aver trovato prove della tomba o delle ossa di Gesù. Ogni affermazione si rivela falsa, mentre la testimonianza degli angeli si dimostra sempre vera: Egli non è qui.

ii. Anche l’inizio del racconto della risurrezione confuta molte delle false teorie alternative suggerite da alcuni.

·Alla teoria della tomba sbagliata risponde Luca 23:55: le donne sapevano esattamente in quale tomba fosse stato sepolto Gesù.

·Alla teoria della pia illusione rispondono Luca 24:4 e 24:11, in cui si nota la sorpresa delle donne e dei discepoli alla notizia della risurrezione di Gesù.

·Alla teoria che gli animali abbiano divorato il corpo risponde la presenza della pietra (Luca 24:2).

·La teoria della morte apparente trova risposta nella presenza della pietra (Luca 24:2).

·La teoria del furto del corpo trova risposta nella presenza della guardia romana e del sigillo (Matteo 27:62-66).

e. Il Figlio dell’uomo doveva esser dato nelle mani di uomini peccatori, essere crocifisso e risuscitare il terzo giorno: Alle donne doveva sembrare che fosse passato molto tempo da quando Gesù aveva pronunciato queste parole (Luca 18:31-33), forse dimenticandole. Gli angeli ricordano loro le parole di Gesù.

i. La parola chiave qui è “doveva”; la crocifissione di Gesù era necessaria e stabilita e lo era anche la Sua risurrezione. Gesù non si sarebbe mai recato sul luogo del Calvario se non ci fosse stata anche una tomba vuota in cui risorgere.

f. Ed esse si ricordarono delle sue parole: Le prime note di speranza risuonarono nel cuore delle donne quando si ricordarono delle parole di Gesù. La tomba vuota, la presenza degli angeli, le parole degli angeli di per sé non riuscirono cambiare e a rallegrare i loro cuori; solo le Sue parole ci riuscirono.

3. (9-11) Gli apostoli non credono alla testimonianza delle donne.

Al loro ritorno dal sepolcro, raccontarono tutte queste cose agli undici e a tutti gli altri. Or quelle che riferirono queste cose agli apostoli erano Maria Maddalena, Giovanna, Maria madre di Giacomo e le altre donne che erano con loro. Ma queste parole parvero loro come un’assurdità; ed essi non credettero loro.

a. Al loro ritorno dal sepolcro, raccontarono tutte queste cose agli undici e a tutti gli altri: Le donne che videro le prove della resurrezione di Gesù e ricordarono le Sue parole furono felici di sentire quella che sembrava essere la notizia più bella di sempre: Gesù era vivo e aveva trionfato sulla morte.

i. Non sarebbero state entusiaste se Gesù fosse sopravvissuto miracolosamente al calvario della croce. La notizia che era vivo significava per loro molto di più di sapere che Gesù era sopravvissuto; significava che aveva vinto la morte e che Egli era tutto ciò che avevano sperato e anche di più.

b. Erano Maria Maddalena, Giovanna, Maria madre di Giacomo e le altre donne che erano con loro: Queste sono le donne menzionate in Luca 24:1, che scoprirono il sepolcro vuoto. Di tre ci viene rivelato il nome, insieme a un gruppo senza nome di altre donne. A queste fu dato il privilegio di essere le prime a raccontare ad altri della resurrezione di Gesù.

i. Gli unici riferimenti a Maria Maddalena nei Vangeli la descrivono come testimone della crocifissione (Marco 15:40 e Giovanni 19:25) e della risurrezione (tutti e quattro i Vangeli) e come colei da cui Gesù aveva scacciato sette demoni (Luca 8:2, Marco 16:9).

ii. Giovanna è menzionata in Luca 8:3 come una delle donne che accompagnavano Gesù e provvedevano ai Suoi bisogni. In Luca 8:2 si dice che era moglie di Cuza, che aiutava a gestire gli affari di Erode (un amministratore). Era una donna probabilmente privilegiata e abbiente.

iii. Maria, madre di Giacomo, è menzionata solo in relazione alle apparizioni della risurrezione di Gesù. Sembra che fosse la madre di uno degli apostoli, Giacomo il Minore (non Giacomo, fratello di Giovanni).

c. Ma queste parole parvero loro come un’assurdità; ed essi non credettero loro: Nonostante il loro entusiasmo, la testimonianza delle donne non fu accettata. Infatti, gli apostoli considerarono le parole delle donne come un’assurdità, una parola medica usata per descrivere il balbettio di un uomo febbricitante e pazzo (secondo Barclay).

i. “Nel primo secolo la testimonianza delle donne non era considerata autorevole. L’inclusione dell’episodio da parte di Luca serve a sottolineare la sua alta considerazione per le donne.” (Pate)

ii. “I discepoli non erano uomini in bilico sull’orlo della fede e bisognosi solo di una minima ragione per credere ciecamente all’annuncio della resurrezione. Erano assolutamente scettici.” (Morris)

4. (12) Gli apostoli credono.

Pietro tuttavia, alzatosi, corse al sepolcro e, chinatosi a guardare, non vide altro che le lenzuola che giacevano da sole; poi se ne andò, meravigliandosi dentro di sé di quanto era accaduto.

a. Pietro tuttavia, alzatosi, corse al sepolcro: Sappiamo da Giovanni 20:3-8 che al sepolcro, insieme a Pietro, corse anche Giovanni. Essi videro le vesti funerarie di Gesù, ma non come se fossero state strappate via dopo una lotta. Le videro che giacevano in perfetto ordine, come se un corpo fosse appena uscito da esse (Giovanni 20:6-7). A tale vista, Giovanni credette e Pietro si meravigliò. Non avevano visto Gesù risorto, ma sapevano che era accaduto qualcosa di potente perché un corpo si lasciasse dietro le vesti funerarie in quel modo.

b. Meravigliandosi dentro di sé di quanto era accaduto: Sia Pietro che Giovanni osservarono ciò che c’era nel sepolcro, ma solo Giovanni credette (Giovanni 20:8). Pietro, invece, aveva analizzato la situazione, sapeva che era accaduto qualcosa di spettacolare, vista la sistemazione delle vesti funerarie, ma, poiché aveva dimenticato le parole di Gesù (Giovanni 20:9), non aveva ancora capito e creduto, come invece aveva fatto Giovanni.

i. Possiamo sapere che Gesù è risorto dai morti, ma, se ignoriamo le Sue parole, la Sua resurrezione non avrà alcun senso per noi. Se non conosciamo la vita e gli insegnamenti di Gesù:

·Non conosciamo il significato della risurrezione, ovvero che il pagamento offerto da Gesù sulla croce fu perfetto e completo.

·Non sappiamo che la croce fu il pagamento e la tomba vuota la ricevuta.

·Non sappiamo che la morte non ha più potere sull’uomo redento.

·Non sappiamo che quando l’amore di Dio e l’odio dell’uomo si sono scontrati sulla croce, l’amore di Dio ha vinto.

·Non sappiamo che, poiché Gesù è risorto dai morti, noi possiamo risorgere in Lui.

B. Sulla via di Emmaus.

1. (13-16) Gesù si unisce a due discepoli mentre sono per strada.

In quello stesso giorno, due di loro se ne andavano verso un villaggio, di nome Emmaus, distante sessanta stadi da Gerusalemme. Ed essi parlavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Or avvenne che, mentre parlavano e discorrevano insieme, Gesù stesso si accostò e si mise a camminare con loro. Ma i loro occhi erano impediti dal riconoscerlo.

a. Due di loro se ne andavano verso un villaggio, di nome Emmaus: Quella domenica due discepoli si recarono a Emmaus da Gerusalemme. Mentre camminavano insieme (probabilmente di ritorno dalla celebrazione della Pasqua a Gerusalemme) ebbero modo di parlare.

i. Non erano apostoli conosciuti, ma semplici e comuni seguaci di Gesù. “Ritengo che sia una caratteristica del Signore il fatto che nella gloria della Sua vita di resurrezione si sia rivelato con tale pienezza a degli uomini sconosciuti e indistinti… Egli si rivela ancora ai cuori umili. Ecco il Salvatore per l’uomo comune. Ecco il Signore che non disprezza gli umili.” (Morrison)

ii. “C’è una notevole incertezza sull’ubicazione originaria del villaggio di Emmaus. Luca dice che si trovava a circa undici chilometri (letteralmente, “sessanta stadi”) da Gerusalemme. Se intendeva il viaggio di andata e ritorno, il riferimento si adatterebbe piuttosto bene a una città che Flavio Giuseppe identifica come Emmaus, che egli situa a trenta stadi da Gerusalemme.” (Pate)

iii. “Quasi sicuramente Luca ha ottenuto le sue informazioni da uno dei due discepoli, e probabilmente per iscritto. Il racconto ha tutto l’effetto dell’esperienza personale.” (Plummer, citato in Geldenhuys)

b. Parlavano e discorrevano: Mentre parlavano, discutevano delle cose che pesavano sui loro cuori – tutto quello che era accaduto, le cose riguardanti l’arresto e la crocifissione di Gesù.

c. Gesù stesso si accostò e si mise a camminare con loro: Gesù raggiunse quei discepoli e si mise a camminare con loro per un po’. Ciononostante, per un certo periodo di tempo, fu loro miracolosamente impedito di riconoscere Gesù.

i. “Quando due santi parlano tra loro, è molto probabile che Gesù venga ad unirsi alla conversazione. Parlate di Lui e presto parlerete con Lui.” (Spurgeon)

2. (17-24) I discepoli spiegano quello di cui stavano parlando.

Egli disse loro: «Che discorsi sono questi che vi scambiate l’un l’altro, cammin facendo? E perché siete mesti?». E uno di loro, di nome Cleopa, rispondendo, gli disse: «Sei tu l’unico forestiero in Gerusalemme, che non conosca le cose che vi sono accadute in questi giorni?». Ed egli disse loro: «Quali?». Essi gli dissero: «Le cose di Gesù Nazareno, che era un profeta potente in opere e parole davanti a Dio e davanti a tutto il popolo. E come i capi dei sacerdoti e i nostri magistrati lo hanno consegnato per essere condannato a morte e l’hanno crocifisso. Or noi speravamo che fosse lui che avrebbe liberato Israele; invece, con tutto questo, siamo già al terzo giorno da quando sono avvenute queste cose. Ma anche alcune donne tra di noi ci hanno fatto stupire perché, essendo andate di buon mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, sono tornate dicendo di aver avuto una visione di angeli, i quali dicono che egli vive. E alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato le cose come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».

a. Che discorsi sono questi che vi scambiate l’un l’altro, cammin facendo? E perché siete mesti? Gesù apre la conversazione chiedendo loro di cosa stessero parlando. Da questo capiamo che Gesù aveva camminato in silenzio con loro per un po’, limitandosi ad ascoltare mentre continuavano la conversazione.

i. Era evidente nel loro volto (e forse anche nel loro modo di camminare) che erano mesti. Gesù sapeva sia ciò che essi già sapevano (che erano tristi) sia ciò che ancora non sapevano (che non avevano motivo di essere tristi).

b. Sei tu l’unico forestiero in Gerusalemme, che non conosca le cose che vi sono accadute in questi giorni? Probabilmente Gesù sorrise udendo queste parole. Conosceva molto bene le cose che erano accadute in questi giorni.

c. Quali? Con la Sua domanda, Gesù si inserì abilmente nella conversazione, incoraggiando gli uomini ad aprire i loro cuori. Pur conoscendo già i loro pensieri, desiderava sentirli da loro.

d. Le cose di Gesù Nazareno: I discepoli mostrarono ciò che sapevano di Gesù.

·Conoscevano il Suo nome e da dove veniva.

·Sapevano che era un profeta.

·Sapevano che era potente in opere e parole.

·Sapevano che era stato crocifisso.

·Sapevano che aveva promesso che avrebbe liberato Israele.

·Sapevano che altri avevano detto che era risorto dai morti.

e. Noi speravamo: La speranza di questi discepoli era stata delusa. In realtà, la loro speranza non era delusa, ma per certi versi era mal riposta (che avrebbe liberato Israele). Gesù avrebbe mostrato loro che la loro vera speranza si era realizzata in Lui e nella Sua risurrezione.

f. Come avevano detto le donne: L’unica cosa che i discepoli avevano a disposizione era la testimonianza di altri, ma erano lenti a credere. Il resoconto delle donne significava poco per loro e significava poco anche il resoconto di Pietro e Giovanni, che avevano visto le vesti funerarie – perché lui non l’hanno visto.

i. Gesù voleva sapere da loro quello che vuole sapere da noi oggi: possiamo credere senza vedere con i nostri occhi? Possiamo e dobbiamo credere sulla base della testimonianza oculare affidabile di altre persone.

3. (25-27) Gesù insegna loro il motivo per cui il Messia doveva soffrire.

Allora egli disse loro: «O insensati e tardi di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno detto! Non doveva il Cristo soffrire tali cose, e così entrare nella sua gloria?». E cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo riguardavano.

a. Tardi di cuore a credere: Gesù disse loro che il problema della loro fede era più nel cuore che nella testa. Spesso pensiamo che i principali ostacoli alla fede siano nella mente, ma in realtà sono nel cuore.

b. Non doveva il Cristo soffrire tali cose, e così entrare nella sua gloria?Avrebbero dovuto credere a ciò che tutti i profeti avevano detto, cioè che il Messia avrebbe prima sofferto e poi sarebbe stato accolto nella gloria.

·Erano uomini comuni e semplici.

·Avevano perso la speranza.

·Avevano perso la gioia – un senso di abbandono spirituale.

·Non avevano perso il desiderio: amavano ancora parlare di Gesù.

·Non avevano ancora compreso la necessità della croce.

i. I profeti ne hanno parlato in Isaia 53:3-5: Disprezzato e rigettato dagli uomini, uomo dei dolori, conoscitore della sofferenza, simile a uno davanti al quale ci si nasconde la faccia, era disprezzato, e noi non ne facemmo stima alcuna. Eppure, egli portava le nostre malattie e si era caricato dei nostri dolori; noi però lo ritenevamo colpito, percosso da DIO ed umiliato. Ma egli è stato trafitto per le nostre trasgressioni, schiacciato per le nostre iniquità; il castigo per cui abbiamo la pace è su di lui, e per le sue lividure noi siamo stati guariti.

ii. Isaia 50:5-7 è un altro esempio di ciò che i profeti hanno insegnato a questo proposito. Il Signore, l’Eterno, mi ha aperto l’orecchio e io non sono stato ribelle né mi sono tirato indietro. Ho presentato il mio dorso a chi mi percuoteva e le mie guance a chi mi strappava la barba; non ho nascosto il mio volto all’ignominia e agli sputi. Ma il Signore, l’Eterno, mi ha soccorso, per cui non sono stato confuso; per questo ho reso la mia faccia come una selce e so che non sarò svergognato.

iii. In Daniele 9:26 vediamo un altro profeta che parla di queste cose: il Messia sarà messo a morte e nessuno sarà per lui.

iv. Zaccaria 12:10 è un ulteriore esempio: Ed essi guarderanno a me, a colui che hanno trafitto; faranno quindi cordoglio per lui, come si fa cordoglio per un figlio unico, e saranno grandemente addolorati per lui, come si è grandemente addolorati per un primogenito.

c. E cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo riguardavano: Gesù iniziò a insegnare loro quello che fu sicuramente uno degli studi biblici più spettacolari mai insegnati. Cominciando da Mosè e da tutti i profeti, parlò loro del Messia.

i. “È un segno per noi che Egli è sempre lo stesso, pur essendo passato alla gloria della risurrezione, che Egli ritorna ancora alle vecchie e familiari Scritture che aveva imparato accanto alle ginocchia di Sua madre.” (Morrison)

ii. Disse loro che il Messia era:

·Il Seme della Donna, il cui calcagno era stato ferito.

·La benedizione di Abrahamo per tutte le nazioni.

·Il Sommo Sacerdote secondo l’ordine di Melchisedec.

·L’Uomo che lottò con Giacobbe.

·Il Leone della tribù di Giuda.

·La voce dal roveto ardente.

·L’Agnello della Pasqua.

·Il Profeta più grande di Mosè.

·Il capitano dell’esercito del Signore per Giosuè.

·L’ultimo parente-redentore menzionato in Ruth.

·Il figlio di Davide che è un Re più grande di Davide.

·Il Salvatore sofferente del Salmo 22.

·Il Buon Pastore del Salmo 23.

·La saggezza dei Proverbi e l’Amico del Cantico dei Cantici.

·Il Salvatore descritto dai profeti e il Servo sofferente di Isaia 53.

·Il Messia regale di Daniele, che avrebbe stabilito un regno che non avrebbe mai avuto fine.

iii. “Il Salvatore, che conosce perfettamente la Parola di Dio, grazie alla Sua intima unione con lo Spirito che ne è l’autore primario, espose loro a grandi linee tutte le Scritture che si riferivano a Lui, dai primi libri dell’Antico Testamento fino alla fine.” (Geldenhuys)

iv. “Non dobbiamo intendere questo come la selezione di una serie di testi da utilizzare come prova, ma piuttosto come la dimostrazione che in tutto l’Antico Testamento viene elaborato un coerente proposito divino, un proposito che alla fine significava e deve significare la croce.” (Morris)

d. Spiegò loro in tutte le Scritture: Gesù insegnava loro in questo, cioè lasciare semplicemente che il testo parli da sé; esattamente ciò che un insegnante della Bibbia dovrebbe fare al meglio.

i. L’antica parola greca per spiegò (diermeneuo) indica la pratica di attenersi al testo. In un altro passo in cui Luca usa questa parola, essa è espressa con il termine significa (Atti 9:36). Quando Gesù spiegava le cose che Lo riguardavano nell’Antico Testamento, non usava allegorie fantasiose o idee speculative. Egli spiegò, cioè si attenne al testo.

ii. “La Scrittura era per loro un libro familiare. E cosa fece il nostro Signore quando li incontrò? Prese il libro che avevano studiato per tutta la vita. Si rivolse alle pagine che conoscevano così bene. Li guidò verso i vecchi testi con cui avevano familiarità.” (Morrison)

4. (28-32) Gesù si rivela ai discepoli sulla via per Emmaus.

Come si avvicinavano al villaggio dove erano diretti, egli finse di andare oltre. Ma essi lo trattennero, dicendo: «Rimani con noi, perché si fa sera e il giorno è già declinato». Egli dunque entrò per rimanere con loro. E, come si trovava a tavola con loro, prese il pane, lo benedisse e, dopo averlo spezzato, lo distribuì loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero; ma egli scomparve dai loro occhi. Ed essi si dissero l’un l’altro: «Non ardeva il nostro cuore dentro di noi, mentre egli ci parlava per la via e ci apriva le Scritture?».

a. Egli finse di andare oltre: Gesù si comportò come per voler proseguire oltre, non volendo imporre la Sua compagnia ai discepoli. Ma il fatto che lo trattennero dimostra che, anche se non sapevano che si trattasse di Gesù in mezzo a loro, qualcosa diceva loro di dover passare più tempo possibile insieme a Lui.

i. “‘Lo trattennero’ è una parola molto forte; è simile a quella che Gesù usò quando disse: “Il regno dei cieli subisce violenza”. Non solo lo invitarono, ma lo trattennero, gli afferrarono la mano, si aggrapparono alle sue vesti, gli dissero di non andare via.” (Spurgeon)

b. Prese il pane, lo benedisse e, dopo averlo spezzato: Quei due discepoli non avevano partecipato all’ultima cena di Gesù con i dodici; non sapevano nulla della natura sacramentale dello spezzare il pane in termini teologici.

i. “Non era in alcun modo un pasto sacramentale, secondo l’uso della parola sacramento nella nostra teologia. Era una cena frugale di due viaggiatori stanchi e uno straniero. Eppure, fu allora – nello spezzare il pane e non in una visione dello splendore della risurrezione – che essi riconobbero che il loro compagno era il Signore.” (Morrison)

c. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero: Anche se non si trattava di un pasto sacramentale, c’era qualcosa in esso che mostrava loro chi fosse l’ospite saggio e misterioso. Prima i loro occhi erano impediti (Luca 24:16); ora si aprirono loro gli occhi e lo avevano riconosciuto allo spezzar del pane (Luca 24:35).

i. Morrison suggerisce quali siano stati i modi che hanno permesso loro di riconoscere Gesù allo spezzare del pane:

·Il modo in cui prese il posto dell’ospite con “un atteggiamento tranquillo e maestoso”.

·Il modo in cui benedisse il pasto che avrebbero consumato.

·Le mani trafitte che porgevano loro il pane.

ii. “Qualsiasi cosa fosse, le parole o le mani, sentivano indubbiamente che era Lui. Qualche piccola azione, qualche tratto caro e familiare, confermò loro in un lampo che quello era il Cristo.” (Morrison)

iii. Gesù potrebbe essere proprio di fronte a voi, camminare con voi e sedersi con voi a ogni pasto – e i vostri occhi rimanere comunque impediti. Dovremmo quindi pregare affinché Dio apra i nostri occhi per vedere Gesù così com’è, sempre con noi.

d. Egli scomparve dai loro occhi: Non appena i loro occhi si aprirono, Gesù se ne andò miracolosamente ed entrambi espressero ciò che avevano nel cuore. I loro cuori ardevano mentre Lo ascoltavano parlare e insegnare.

e. Non ardeva il nostro cuore dentro di noi, mentre Egli ci parlava: Anche quando non sapevano che quell’uomo era Gesù, anche quando non credevano che fosse risorto dai morti, il loro cuore ardeva ancora a causa del ministero della Parola di Dio e di Gesù, la Parola vivente di Dio.

i. La Parola di Dio può avere lo stesso effetto sul nostro cuore, anche quando non sappiamo che è Gesù a compiere quell’opera.

ii. Nessuno dei due sapeva che il cuore dell’altro ardeva finché Gesù non se ne andò. Dopo di che, aprirono i loro cuori ardenti l’uno all’altro. Uno dei motivi per cui Gesù se ne andò fu che si amassero e si servissero l’un l’altro.

5. (33-35) I due discepoli raccontano la buona notizia.

In quello stesso momento si alzarono e ritornarono a Gerusalemme, dove trovarono gli undici e quelli che erano con loro riuniti insieme. Costoro dicevano: «Il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone». Essi allora raccontarono le cose avvenute loro per via, e come lo avevano riconosciuto allo spezzar del pane.

a. In quello stesso momento si alzarono e ritornarono a Gerusalemme: Dopo aver camminato per circa 11 km, erano così entusiasti che ne percorsero altrettanti al ritorno – e probabilmente molto più velocemente. Avevano l’impellente desiderio di raccontare la grande notizia della risurrezione di Gesù.

b. Il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone: Avevano ricevuto una conferma reciproca della risurrezione di Gesù. Sebbene il Gesù risorto non fosse fisicamente in mezzo a loro, la Sua risurrezione era stata confermata da più di due testimoni.

C. Gesù istruisce i Suoi discepoli e ascende al cielo.

1. (36-43) Gesù appare agli undici.

Ora, mentre essi parlavano di queste cose, Gesù stesso si rese presente in mezzo a loro e disse loro: «Pace a voi!». Ma essi, terrorizzati e pieni di paura, pensavano di vedere uno spirito. Allora egli disse loro: «Perché siete turbati? E perché nei vostri cuori sorgono dei dubbi? Guardate le mie mani e i miei piedi, perché sono io. Toccatemi e guardate, perché uno spirito non ha carne e ossa, come vedete che ho io». E, detto questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché essi non credevano ancora per la gioia ed erano pieni di meraviglia, egli disse loro: «Avete qui qualcosa da mangiare?». Ed essi gli diedero un pezzo di pesce arrostito e un favo di miele. Ed egli li prese e mangiò in loro presenza.

a. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù stesso si rese presente in mezzo a loro: Sembra che si tratti dello stesso incontro avvenuto di domenica con gli undici, descritto in Giovanni 20:19-25. Nel suo Vangelo, Giovanni scrive espressamente che Gesù apparve loro quando le porte erano serrate (Giovanni 20:19). Sembra che sia apparso improvvisamente e forse miracolosamente ai discepoli nel mezzo di una stanza chiusa, senza fare un ingresso evidente.

b. Pace a voi: Erano parole con un nuovo significato, ora che Gesù era risorto dai morti. Ora poteva arrivare la vera pace tra Dio e gli uomini e tra gli uomini stessi.

i. “Il Signore aveva l’aria e il portamento di uno che aveva pace e amava comunicarla agli altri. Il tono stesso con cui parlava di pace infondeva pace. Egli era un edificatore e un donatore di pace, e questo segno li spinse a riconoscere il loro Capo.” (Spurgeon)

c. Guardate le mie mani e i miei piedi, perché sono io: Gesù mostrò per la prima volta ai discepoli le Sue manie i Suoi piedi feriti, perché voleva stabilire sia la Sua identità che la Sua esistenza corporea, e che aveva lo stesso corpo che aveva avuto prima della croce, sulla croce e nel sepolcro, solo in uno stato diverso.

i. È degno di nota il fatto che il corpo risorto di Gesù conservi le ferite ricevute durante le sofferenze e la crocifissione. Le ragioni possono essere molteplici.

·Per mostrare le ferite ai discepoli, affinché sapessero che si trattava dello stesso Gesù.

·Per essere oggetto di eterno stupore per gli angeli.

·Per essere i Suoi ornamenti, i trofei della Sua grande opera per noi.

·Per ricordare le armi con cui ha sconfitto la morte.

·Per servire come portavoce nella Sua perpetua intercessione per noi.

·Per conservare le prove del crimine dell’umanità contro di Lui.

ii. “Gli apostoli hanno messo a dura prova i fatti e non hanno ammesso la verità fino a quando non sono stati costretti a farlo. Non sto scusando l’incredulità dei discepoli, ma sostengo che la loro testimonianza ha un peso ancora maggiore perché è stata il risultato di un’indagine così accurata.” (Spurgeon)

d. Toccatemi e guardate: Gesù voleva assicurare loro che il Suo corpo era reale e tangibile, anche se di un ordine diverso dal nostro. Gesù risorto non era un fantasma o uno spettro.

i. “Negò nettamente che la Sua risurrezione riguardasse solo il Suo Spirito, perché li invitò a toccare le Sue mani e i Suoi piedi. Le prove di un corpo materiale sono abbondanti.” (Morgan)

ii. “Il racconto si preoccupa proprio di confutare l’idea che Gesù sia risorto solo in spirito o come fantasma. Piuttosto, Egli è risorto in spirito e in corpo; cioè, in un corpo spirituale.” (Pate)

e. Uno spirito non ha carne e ossa, come vedete che ho io: Alcuni sottolineano il fatto che Gesù abbia detto che il suo corpo aveva carne e ossa e non, come sarebbe più normale, carne e sangue. L’idea è che forse il corpo risorto di Gesù non aveva sangue, e forse non lo avrà nemmeno il nostro. È anche possibile che Gesù abbia detto carne e ossa, perché il sangue non poteva essere percepito, mentre le ossa possono essere percepite al tatto.

f. Essi non credevano ancora per la gioia ed erano pieni di meraviglia: Curiosamente, in quell’istante, la gioia li trattenne dall’avere fede, come quando diciamo che qualcosa è troppo bello per essere vero. Tuttavia, Dio vuole da noi una fede ragionata e ponderata, non una fede credulona. Gesù voleva che ragionassero e credessero.

i. “Allora una grande gioia, come una marea, li investì. E non riuscivano a credere, tanto erano contenti. Non molto tempo prima Cristo li aveva trovati addormentati per la tristezza (Luca 22:45) e ora li aveva trovati increduli per la gioia. Non dimenticate, dunque, che la gioia può ostacolare la fede. Può essere un nemico della fede tanto grande quanto lo è a volte la tristezza.” (Morrison)

ii. Ci sono state diverse occasioni in cui la gioia ha ostacolato la fede, nel senso che qualcosa era troppo bello per essere vero.

·In Genesi 45:25-26, Giacobbe non riusciva a credere che Giuseppe fosse vivo, perché la notizia sembrava troppo bella.

·In Giobbe 9:16, Giobbe disse che, se Dio gli avesse risposto, non ci avrebbe creduto.

·Nel Salmo 126:1 sembrava troppo bello per essere vero che Dio avesse fatto tornare Israele dalla cattività.

·Quando Pietro fu liberato dalla prigione negli Atti 12, la chiesa non ci credette (Atti 12:13-14).

iii. “La loro gioia era così grande che, per un momento, fu persino un impedimento alla loro fede.” (Geldenhuys)

g. Avete qui qualcosa da mangiare? Per dimostrare la Sua identità e la realtà del Suo corpo spirituale, Gesù mangiò in loro presenza. Nella maggior parte delle Sue apparizioni dopo la risurrezione, Egli mangiò con i discepoli.

i. Questa sarebbe un’altra potente prova che si tratta dello stesso Gesù, che fece con loro qualcosa che aveva fatto molte volte in precedenza.

2. (44-48) Gesù insegna ai Suoi discepoli.

Poi disse loro: «Queste sono le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: che si dovevano adempiere tutte le cose scritte a mio riguardo nella legge di Mosè, nei profeti e nei salmi». Allora aprì loro la mente, perché comprendessero le Scritture, e disse loro: «Così sta scritto, e così era necessario che il Cristo soffrisse e risuscitasse dai morti il terzo giorno, e che nel suo nome si predicasse il ravvedimento e il perdono dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme. Or voi siete testimoni di queste cose».

a. Queste sono le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: Sembra quasi che Gesù dica: “Ve l’avevo detto”, ricordando loro che tutto era accaduto proprio secondo le Sue parole. Per aiutare i Suoi discepoli a comprendere tutto questo, aprì loro la mente, perché comprendessero le Scritture.

i. Questo deve essere accaduto prima che i discepoli fossero effettivamente nati di nuovo dallo Spirito di Dio, quando Gesù soffiò su di loro ed essi ricevettero lo Spirito Santo (Giovanni 20:22).

ii. “In quello stesso momento, nell’alto solaio con Cristo, la Scrittura divenne un libro nuovo per i discepoli. Non dimenticate mai quanto ardentemente e costantemente nostro Signore si appellò alla testimonianza della Parola.” (Morrison)

b. Era necessario che il Cristo soffrisse e risuscitasse dai morti il terzo giorno: Gesù voleva che capissero che la croce non era uno sfortunato ostacolo da superare, ma una parte necessaria del piano redentivo di Dio per l’uomo, attraverso cui, nel nome di un Salvatore crocifisso e risorto, il ravvedimento e il perdono dei peccati sarebbero arrivati al mondo.

i. “Il loro grande Maestro disse loro cosa predicare, dove predicarlo, come predicarlo e persino da dove cominciare a predicarlo.” (Spurgeon)

ii. Che nel suo nome si predicasse: Predicare il Vangelo nel nome di Gesù significa:

·Predicarlo seguendo i Suoi ordini.

·Predicarlo con la Sua autorità.

·Predicarlo sapendo che il ravvedimento e il perdono dei peccati avvengono in virtù del Suo nome.

·Rifiutarsi di predicarlo nel proprio nome.

c. Voi siete testimoni di queste cose: Gesù disse loro solennemente che erano testimoni di queste cose. Non solo testimoni degli eventi che circondano l’opera di Gesù, ma anche dell’incarico stesso di diffondere il Vangelo. Si trattava di un’opera di cui erano tutti reciprocamente responsabili.

d. Cominciando da Gerusalemme: Il loro lavoro doveva iniziare a Gerusalemme; ci sono molte ragioni per cui era opportuno che la predicazione del Vangelo iniziasse da lì.

·Perché le Scritture dicono che deve essere così (Isaia 2:3, Gioele 2:32).

·Perché è lì che si sono svolti i fatti del vangelo e la verità di questi fatti deve essere subito messa alla prova.

·Per onorare il popolo ebraico, portando prima a loro il vangelo.

·Perché è bene cominciare da dove siamo tentati di non cominciare.

·Perché il tempo è breve ed è bene iniziare vicino a dove siamo.

·Perché è bene iniziare dove ci si può aspettare un’opposizione.

3. (49-53) L’ascensione di Gesù.

«Ed ecco, io mando su di voi la promessa del Padre mio; ma voi rimanete nella città di Gerusalemme, finché siate rivestiti di potenza dall’alto». Poi li condusse fuori fino a Betania e, alzate in alto le mani, li benedisse. E avvenne che, mentre egli li benediceva, si separò da loro e fu portato su nel cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia. E stavano continuamente nel tempio, lodando e benedicendo Dio. Amen!

a. Io mando su di voi la promessa del Padre mio: Non avrebbero potuto compiere l’opera a cui Gesù li aveva chiamati se non fossero stati rivestiti di potenza dall’alto, potenza che sarebbe arrivata con il riversamento dello Spirito Santo su di loro.

b. Alzate in alto le mani, li benedisse […] mentre egli li benediceva: Gesù continuò ad apparire al Suo popolo dopo la Sua risurrezione per 40 giorni, alla fine dei quali ascese al cielo. Lasciò la terra benedicendo la Sua chiesa, e continua a spandere la Sua benedizione, nella misura in cui il Suo popolo la riceverà.

i. Da quelle mani non era mai uscito nient’altro che benedizione, ma ora Gesù si erge come Sommo Sacerdote sul Suo popolo per benedirlo. “Così rimane finché non verrà di nuovo, con le mani alzate e le labbra che pronunciano la beatitudine dei Suoi.” (Morgan)

ii. Quando Gesù benedice il Suo popolo, non si tratta solo di un pio augurio del tipo: “Spero che le cose si risolvano per te” o “spero che ti sentirai meglio”. La benedizione di Gesù ha invece un potere intrinseco.

iii. “Se vi ha benedetti, sarete benedetti, perché non c’è potere in cielo, né in terra, né all’inferno, che possa annullare la benedizione che Egli dà.” (Spurgeon)

iv. “Finché vediamo quelle mani sollevate, non ci può essere spazio per dubbi o paure, quando altre mani minacciose sono tese per farci del male o per irritarci. In vita o nella morte, nelle avversità o nella prosperità, nel dolore o nella gioia, sappiamo di essere al sicuro.” (Morgan)

d. Si separò da loro e fu portato su nel cielo: Gesù doveva ascendere affinché la fiducia fosse riposta nella potenza e nel ministero dello Spirito Santo, non nella presenza fisica e geografica di Gesù.

i. Atti 1:3 ci dice che l’ascensione al cielo avvenne 40 giorni dopo la risurrezione di Gesù. Egli trascorse quei 40 giorni dimostrando la verità della Sua risurrezione e preparando i Suoi discepoli alla Sua partenza.

ii. “Egli sale con la propria potenza e maestà; non ha bisogno di alcun aiuto…. ha dimostrato il potere innato della sua Deità, con il quale ha potuto lasciare il mondo proprio quando ha voluto, infrangendo la legge di gravità e sospendendo le leggi che solitamente governano la materia.” (Spurgeon)

iii. “Era impensabile che le apparizioni di Gesù si riducessero sempre più fino a scomparire. Questo avrebbe fatto naufragare la fede degli uomini.” (Barclay)

iv. “L’ascensione differisce radicalmente dalla scomparsa di Gesù dalla vista dei discepoli a Emmaus e da altri eventi simili. C’è un’aria di definitività in essa. È la chiusura decisiva di un capitolo e l’inizio di un altro.” (Morris)

e. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia. E stavano continuamente nel tempio, lodando e benedicendo Dio: Questo mostra il meraviglioso risultato del ministero di Gesù nella vita dei discepoli.

·Dopo averlo adorato: Significa che sapevano che Gesù era Dio e gli rendevano l’onore che meritava.

·Tornarono a Gerusalemme: Significa che fecero proprio quello che Gesù aveva detto loro di fare. Erano obbedienti.

·Con grande gioia: Significa che credevano davvero che Gesù fosse risorto dai morti e significa che la gioia di questo fatto toccava ogni parte della loro vita.

·Stavano continuamente nel tempio, lodando e benedicendo Dio: Questo significa che la loro fede in Gesù era pubblica e che non potevano nascondere il loro amore e la loro adorazione nei Suoi confronti.

i. “Poco prima non riuscivano a credere per la gioia. Ora erano gioiosi proprio perché credevano.” (Morrison)

ii. Quando Dio compie questo tipo di opera nel Suo popolo, noi diciamo “Amen”.

© 2023 The Enduring Word Bible Commentary by David Guzik – ewm@enduringword.com

Categories: Italian Commentary

© Copyright 2018 - Enduring Word       |      Site Hosted & Maintained by Local View Marketing    |    Privacy Policy