Luca 21 – Avvertimenti di Gesù circa la Caduta di Gerusalemme e il Suo Ritorno
A. Il sacrificio di una vedova.
1. (1-2) Gesù osserva l’offerta della vedova.
Poi Gesù alzò gli occhi e vide i ricchi che gettavano i loro doni nella cassa del tesoro, e vide anche una povera vedova che vi gettava due spiccioli,
a. Alzò gli occhi e vide i ricchi che gettavano i loro doni nella cassa del tesoro: Al tempio, Gesù notò una lunga fila di persone ricche che donavano molto denaro, forse mettendosi in mostra in qualche modo per richiamare l’attenzione sui loro doni.
i. La fila alla cassetta delle offerte e l’orgoglio che avevano i ricchi nel donare ci mostrano che avere una cassetta delle offerte non è necessariamente più spirituale di far passare un cestino tra le persone. Non si tratta di una questione di giusto o sbagliato, ma di quale sia il modo più semplice per le persone affinché donino senza richiamare l’attenzione su ciò che danno.
b. Vide anche una povera vedova che vi gettava due spiccioli: La povera vedova sarà stata una piacevole visione agli occhi di un Gesù stanco, che aveva dovuto sopportare una valanga di domande da parte dei Suoi nemici.
i. Vide anche: Gesù ci vede quando diamo. Si accorge di quanto diamo, ma è molto più interessato alla fede, al motivo e al cuore del donatore, piuttosto che alla semplice quantità.
c. Due spiccioli: Secondo i calcoli di Poole, il valore di uno spicciolo può essere determinato in questo modo: un denaro è il salario di un giorno ed equivale a sei meah; un meah equivale a due pondion; un pondion equivale a due assi; un asse equivale a otto spiccioli. Facendo i conti, due spiccioli sono l’1% di un denaro, l’1% del salario di un giorno.
i. In greco antico, lepton significa letteralmente “piccolo, sottile” e, per questo, in inglese antico è stato tradotto mite, che deriva dalla parola per “briciola” o “boccone molto piccolo”.
ii. Diede due spiccioli, non uno solo. La vedova avrebbe potuto tenere una moneta per sé, e nessuno l’avrebbe biasimata se l’avesse fatto. Dare una moneta significava dare la metà di tutto il suo denaro. Invece, diede con una generosità sbalorditiva.
2. (3-4) Gesù valuta il dono della vedova.
E disse: «In verità io vi dico che questa povera vedova ha gettato più di tutti gli altri. Tutti costoro infatti hanno gettato nelle offerte per la casa di Dio del loro superfluo, ma costei vi ha gettato nella sua povertà tutto quello che aveva per vivere».
a. Questa povera vedova ha gettato più di tutti gli altri: Gesù non disse che la donna aveva messo più di qualcuno di loro, ma che aveva messo più di tutti loro messi insieme. Gli altri avevano dato del loro superfluo, mentre lei aveva donato con sacrificio, nella sua povertà.
i. Il principio di Gesù ci mostra che, davanti a Dio, a determinare il valore del dono è più l’atteggiamento con cui diamo che la quantità del dono. Dio non vuole denaro dato a malincuore o per senso di colpa. Dio ama un donatore allegro.
ii. Il dono della vedova e il commento di Gesù ci mostrano anche che il valore di un dono è determinato da quanto costa a chi lo fa. Fu questo a rendere il dono della vedova così prezioso. Davide rifiutò di dare a Dio ciò che non gli sarebbe costato nulla (2 Samuele 24:24).
iii. Il principio di Gesù ci mostra che Dio non ha bisogno del nostro denaro. Se ne avesse bisogno, allora quanto diamo sarebbe più importante del cuore con cui lo facciamo. Invece, diamo a Lui perché è un nostro privilegio ed è un bene per noi, non perché è un bene per Dio.
b. Nella sua povertà: La donna era povera perché era vedova e non aveva un marito che si prendesse cura di lei. Da notare che Gesù aveva appena criticato gli scribi come coloro che divorano le case delle vedove (Luca 20:47). Poi una vedova sola diede un contributo straordinario. Forse uno scriba le aveva divorato la casa.
i. La vedova sfidò la mentalità che dice: “Darò quando avrò di più”. Non aveva praticamente nulla, eppure diede generosamente. Questo significa che tutti noi possiamo piacere a Dio con il nostro dare, proprio come l’uomo più ricco può piacere a Dio con la sua generosità. Qualsiasi cosa diamo con sacrificio a Dio, Lui la vede e se ne rallegra.
B. Gesù parla di avvenimenti futuri.
1. (5-6) Gesù fa una predizione incredibile riguardo al tempio.
Poi, come alcuni parlavano del tempio e facevano notare che era adorno di belle pietre e di offerte, egli disse: «Di tutte queste cose che ammirate, verranno i giorni in cui non sarà lasciata pietra su pietra che non sia diroccata».
a. Come alcuni parlavano del tempio: Il tempio in questione fu originariamente ricostruito da Zorobabele ed Esdra (Esdra 6:15), ma notevolmente ampliato e migliorato da Erode. Fu il centro della vita ebraica per quasi mille anni. Il tempio era così venerato che era consuetudine giurare per esso (Matteo 23:16) e parlarne male poteva essere considerato una bestemmia (Atti 6:13).
i. Il re Erode raddoppiò l’area del monte del tempio, portandola a circa 36 acri (150.000 metri quadrati). I lavori di ricostruzione di Erode iniziarono nel 19 a.C. e furono completati solo nel 63 d.C., impiegando più di ottant’anni. Il tempio fu terminato solo sette anni prima di essere distrutto.
b. Era adorno di belle pietre e di offerte: Il tempio non era solo grande, era anche bello. Lo storico Flavio Giuseppe racconta che il tempio era ricoperto all’esterno da lastre d’oro, così brillanti che quando il sole le illuminava erano accecanti da guardare. Dove non c’era l’oro, c’erano blocchi di marmo di un bianco così puro che, da lontano, i viaggiatori pensavano che sul monte del tempio ci fosse la neve.
i. Per quanto fosse grande il tempio, Gesù non esitò mai ad affermare di essere più grande di esso (Matteo 12:6). A quel tempo, molti Giudei lo idolatravano: per loro il tempio iniziava a essere più importante di Dio stesso.
ii. Le cose buone possono diventare i peggiori idoli, e a volte Dio deteriora o toglie anche le cose buone che facciamo diventare i nostri idoli.
c. Non sarà lasciata pietra su pietra che non sia diroccata: Circa 40 anni dopo le parole di Gesù, i Giudei si rivoltarono contro i Romani in Palestina. Nonostante le vittorie iniziali, Roma riuscì a stroncare la ribellione. Gerusalemme e il tempio stesso furono rasi al suolo, proprio come aveva detto Gesù.
i. Si racconta che, alla caduta di Gerusalemme, gli ultimi Giudei superstiti si rifugiarono nel tempio, perché era l’edificio più forte e sicuro della città. L’esercito romano lo circondò e un soldato ubriaco appiccò un incendio che in poco tempo divorò l’intero edificio. I dettagli in oro del tetto si fusero, colando tra le fessure delle pareti in pietra. Per recuperare l’oro, il comandante romano ordinò di smantellare il tempio pietra per pietra. La distruzione fu tale che oggi è davvero difficile capire quale fosse la posizione esatta del tempio.
2. (7) I Suoi ascoltatori Lo interrogano sugli eventi riguardanti la distruzione del tempio.
Essi allora lo interrogarono dicendo: «Maestro, quando avverranno dunque queste cose e quale sarà il segno che queste cose stanno per compiersi?».
a. Maestro, quando avverranno dunque queste cose: Stupiti dalla predizione di Gesù, i discepoli posero una domanda logica, che diede inizio a uno degli insegnamenti più famosi di Gesù, spesso chiamato Discorso dell’Uliveto, dato che Gesù insegnò queste cose mentre era seduto sul Monte degli Ulivi (Matteo 24:3).
i. Matteo 24 sembra avere un resoconto più completo di questo insegnamento e ci dà perciò una mano a rispondere alle domande intorno al resoconto di Luca.
ii. Sia Matteo che Luca chiariscono che Gesù parlava sia dell’imminente distruzione di Gerusalemme sia della fine dell’età presente e del Suo ritorno glorioso. Dal punto di vista profetico, i due eventi sono collegati, anche se separati da molti secoli.
iii. “Dobbiamo considerare l’assedio di Gerusalemme e la distruzione del tempio come una sorta di prova generale di ciò che deve ancora avvenire.” (Spurgeon)
iv. “La maggior parte dei teologi pensa che Dio, con la caduta di Gerusalemme, abbia voluto dare un esempio della distruzione generale e della rovina del mondo nell’ultimo giorno, in modo che segni simili a quelli visti prima della distruzione di Gerusalemme si vedano prima del grande e terribile giorno della venuta di nostro Signore per giudicare il mondo.” (Poole)
b. Quale sarà il segno che queste cose stanno per compiersi? La risposta di Gesù a queste domande, riportata in Matteo 24 e qui in Luca 21, allude sia all’imminente distruzione di Gerusalemme che al ritorno definitivo di Gesù alla fine dell’età presente. Il resoconto di Luca si concentra maggiormente sul primo aspetto.
i. Matteo risponde più dettagliatamente a questa domanda, indicando quella che Gesù chiama l’abominazione della desolazione (Matteo 24:15 e ss.).
3. (8) Per camminare in questi tempi pericolosi, non seguite false guide.
Ed egli disse: «Guardate di non essere ingannati, perché molti verranno nel mio nome, dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è giunto”. Non andate dunque dietro a loro».
a. Guardate di non essere ingannati: Fin dall’inizio, Gesù avvertì i discepoli che molti sarebbero stati ingannati nell’attesa del Suo ritorno. Nella storia della chiesa ci sono stati momenti in cui sono state fatte previsioni avventate di cui la gente si è fidata, causando grandi delusioni, sfiducia e, per questo, l’allontanamento di molti.
i. Un esempio degno di nota è la profezia di William Miller negli Stati Uniti nel 1846. A causa delle sue interpretazioni profetiche, dei suoi calcoli e delle sue pubblicazioni, centinaia di migliaia di persone negli Stati Uniti erano convinte che Gesù sarebbe tornato nel 1846. Ciò non avvenne, causando grande delusione, l’allontanamento di alcuni e la nascita di alcune sette, spinte dal fervore profetico.
b. Perché molti verranno nel mio nome: Gesù sapeva che molti sarebbero venuti dopo di Lui, sostenendo di essere il messia politico e militare che Israele stava aspettando. Un esempio eclatante fu quello di un uomo chiamato Bar Kokhba, che 100 anni dopo Gesù fu considerato il messia da molti ebrei e diede il via a una grande rivoluzione contro i Romani. Dopo i primi successi fu presto schiacciato.
c. Non andate dunque dietro a loro: Purtroppo, coloro che avevano rifiutato Gesù quando era venuto da loro come Messia, finirono per seguire falsi messia che li condussero a nient’altro che morte e distruzione. Rifiutando la verità, si resero vulnerabili a un inganno peggiore.
i. Quando i Romani vennero contro Gerusalemme, “Flavio Giuseppe racconta anche di seimila profughi che perirono tra le fiamme dei portici del tempio, illusi da un ‘falso profeta, che in quel giorno aveva proclamato al popolo della città che Dio aveva ordinato loro di salire al cortile del tempio, per ricevere lì i segni della loro liberazione’ (Guerra Giudaica 6.285). Erano stati ingannati da ciarlatani e sedicenti messaggeri di Dio.” (Pate)
4. (9-11) Per camminare in questi tempi pericolosi, non lasciatevi spaventare dalle catastrofi comunemente associate agli ultimi tempi.
«Quando poi sentirete parlare di guerre e di tumulti, non vi spaventate perché queste cose devono prima avvenire, ma non verrà subito la fine». Allora disse loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno; e vi saranno grandi terremoti, carestie e pestilenze in vari luoghi; vi saranno anche dei fenomeni spaventevoli e grandi segni dal cielo».
a. Quando poi sentirete parlare di guerre e di tumulti, non vi spaventate: Ciò che Gesù dice qui si applica sia alla distruzione di Gerusalemme che al ritorno di Gesù alla fine dell’età presente.
i. In effetti, ci furono guerre prima della distruzione di Gerusalemme, perché i Romani avevano spesso conflitti con i Giudei, i Samaritani, i Siriani e altri in questo periodo. Nell’Impero Romano in generale ci furono notevoli terremoti prima della distruzione di Gerusalemme. Ci furono carestie, come quella citata in Atti 11:28. In tutto l’impero ci furono fenomeni spaventosi, come la distruzione di Pompei, avvenuta solo sette anni prima della distruzione di Gerusalemme. Ci furono segni dal cielo, come la cometa a forma di spada avvistata nel cielo sopra Gerusalemme prima della sua distruzione.
b. Perché queste cose devono prima avvenire, ma non verrà subito la fine: Tuttavia, Gesù dice espressamente che nessuna di queste cose è un segno specifico di un Suo ritorno immediato. Matteo 24:8 le descrive come l’inizio dei dolori, più letteralmente l’inizio delle doglie di parto. Proprio come accade durante un travaglio, dobbiamo aspettarci che le cose menzionate – guerre, carestie, terremoti e così via – diventino più frequenti e più intense prima del ritorno di Gesù, senza che nessuna di queste sia un segno specifico della fine.
i. Queste cose devono prima avvenire: “Queste cose devono accadere, perché fanno parte del programma profetico generale del tempo della fine, e quindi sono divinamente decretate; ma non inaugurano la fine immediata. La caduta di Gerusalemme e gli eventi che l’hanno preceduta hanno avuto un carattere escatologico, anche se non cronologico.” (Geldenhuys)
5. (12-15) Gesù descrive quello che i Suoi discepoli devono aspettarsi di sopportare.
«Ma prima di tutte queste cose, vi metteranno le mani addosso e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e mettendovi in prigione; e sarete portati davanti ai re e ai governatori a causa del mio nome; ma questo vi darà occasione di testimoniare. Mettetevi dunque in cuore di non premeditare come rispondere a vostra difesa, perché io vi darò una favella e una sapienza a cui tutti i vostri avversari non potranno contraddire o resistere».
a. Ma prima di tutte queste cose, vi metteranno le mani addosso e vi perseguiteranno: Ciò valeva per il tempo antecedente alla distruzione di Gerusalemme e vale per quello che precede la seconda venuta di Gesù in gloria. I discepoli saranno perseguitati, ma non devono considerare nessuna stagione di queste sofferenze, per quanto gravi, come un segno specifico della fine.
b. Consegnandovi alle sinagoghe e mettendovi in prigione: Le persecuzioni arrivano sia da fonti religiose che secolari. I discepoli di Gesù devono aspettarsi entrambe le cose.
c. Ma questo vi darà occasione di testimoniare: Dal libro degli Atti in poi, ci sono state innumerevoli occasioni in cui la persecuzione ha dato ai cristiani l’opportunità di predicare e di testimoniare a coloro che altrimenti non avrebbero mai potuto raggiungere con il messaggio, come ree governatori.
d. Io vi darò una favella e una sapienza a cui tutti i vostri avversari non potranno contraddire o resistere: Gesù ha promesso personalmente una grazia speciale, un aiuto speciale al Suo popolo in tali circostanze.
i. Di non premeditare come rispondere a vostra difesa: “La parola greca che significa “preparare in anticipo”, promeletan, era un’espressione tecnica per indicare quando ci si esercitava in un discorso prima di tenerlo pubblicamente.” (Pate)
6. (16-19) Per camminare in questi tempi pericolosi, quando gli altri si rivoltano contro di voi, perseverate e state saldi.
«Or voi sarete traditi anche dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici; e faranno morire alcuni di voi. E sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma neppure un capello del vostro capo perirà. Nella vostra perseveranza guadagnerete le anime vostre».
a. Voi sarete traditi: I cristiani devono aspettarsi di soffrire non solo da nemici esterni alla chiesa, ma anche da traditori tra i credenti (dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici). A causa di ciò, alcuni potrebbero persino morire (faranno morire alcuni di voi).
b. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome: È strano pensare che uomini e donne vengano odiati per amore di Gesù, che era ed è solo amore e bontà. Eppure, è così.
c. Nella vostra perseveranza guadagnerete le anime vostre: La parola che indica la perseveranza è la grande parola greca hupomone. Parla di una forte resistenza, non di un’attesa passiva. Sopportiamo, confidando nella promessa di Gesù che alla fine, in una prospettiva eterna, neppure un capello del nostro capo perirà.
7. (20-24a) Per camminare in questi tempi pericolosi, fuggite da Gerusalemme quando gli eserciti iniziano a circondarla.
«Ora, quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate che allora la sua desolazione è vicina. Allora, coloro che sono nella Giudea fuggano sui monti; e coloro che sono in città se ne allontanino; e coloro che sono nei campi non entrino in essa. Poiché questi sono giorni di vendetta, affinché tutte le cose che sono scritte siano adempiute. Guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni, perché vi sarà grande avversità nel paese e ira su questo popolo. Ed essi cadranno sotto il taglio della spada, e saranno condotti prigionieri fra tutte le nazioni».
a. Ora, quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti: Gli avvertimenti di Gesù, incentrati sugli aspetti più prossimi della profezia di più ampia portata, furono praticamente ignorati dal popolo ebraico nel 70 d.C., quando gli eserciti romani accerchiarono Gerusalemme.
b. Coloro che sono nella Giudea fuggano sui monti: Molti giudei si aspettavano che il Messia tornasse nella gloria quando gli eserciti nemici circondarono Gerusalemme. Tuttavia, i cristiani della città sapevano cosa aveva detto Gesù e gli obbedirono, fuggendo attraverso il fiume Giordano, perlopiù a Pella. Pochi cristiani, se non nessuno, perirono nella caduta di Gerusalemme.
i. L’antico storico cristiano Eusebio scrisse che i cristiani fuggirono a Pella in risposta a “un oracolo dato per rivelazione.” (Storia ecclesiastica, 3.5.3, cit. in Morris)
c. Poiché questi sono giorni di vendetta: La conquista romana di Gerusalemme nel 70 d.C. fu totale. La storia registra che 1,1 milioni di ebrei furono uccisi e altri 97.000 furono fatti prigionieri in una delle peggiori calamità che abbiano mai colpito il popolo ebraico. Gesù li avvertì di evitarla.
i. Quando i Romani ebbero finito con Gerusalemme, nel 70 d.C., non rimase vivo un solo giudeo in città. I Romani ribattezzarono la città con il nome di Aelia Capitolina e per molti anni non permisero a nessun ebreo di entrare in quella che prima era conosciuta come Gerusalemme, tranne che per un giorno all’anno: l’anniversario della caduta della città e della distruzione del tempio, quando i Giudei erano invitati a venire a piangere amaramente.
ii. “Fin dall’inizio della storia della nazione ebraica, Dio, attraverso i Suoi servi, li ha avvertiti chiaramente che, se fossero stati infedeli e avessero agito malvagiamente, avrebbero raccolto un castigo disastroso. Cfr. in particolare le parole impressionanti di Deuteronomio 28:15-68. Non c’è quasi nessuna forma di calamità che abbia colpito i Giudei durante la guerra romano-giudaica che non sia menzionata qui nel Deuteronomio.” (Geldenhuys)
iii. Gesù intendeva dire realmente che questi sono giorni di vendetta. È per questo che pianse su Gerusalemme (Luca 19:41-44), perché poteva vedere l’enorme devastazione che si sarebbe abbattuta sulla città che Egli amava, ed è per questo che avvertì tutti coloro che erano disposti ad ascoltare come fuggire dalla distruzione imminente.
8. (24b) Gerusalemme sarà calpestata dai Gentili finché i tempi dei Gentili non saranno terminati.
«E Gerusalemme sarà calpestata dai gentili, finché i tempi dei gentili siano compiuti».
a. Gerusalemme sarà calpestata dai gentili: Dopo la distruzione di Gerusalemme e la dispersione dei Giudei predetta da Gesù nei versetti precedenti, ci sarebbe stato un lungo periodo in cui Gerusalemme sarebbe stata dominata dai gentili.
i. Dopo migliaia di anni di esilio, lo Stato ebraico fu miracolosamente fondato in Israele nel 1948. Solo nel 1968 Israele ottenne il controllo di Gerusalemme, ma ancora oggi cede il dominio e l’amministrazione della parte più centrale della città (il Monte del Tempio) al dominio gentile (l’autorità palestinese). Si può affermare che, dal punto di vista profetico, Gerusalemme è ancora calpestata dai gentili.
b. Finché i tempi dei gentili siano compiuti: Quando i tempi dei gentili saranno terminati, l’autore ritiene che inizierà il restante periodo di sette anni indicato in Daniele 9 per il popolo ebraico. Le calamità descritte nei versetti seguenti avranno luogo in questo periodo.
i. “I Gentili non calpesteranno Gerusalemme per sempre.” (Trapp)
ii. “È molto probabile che con questa frase Gesù intendesse suggerire che arriverà il momento in cui i Gentili non possederanno più Gerusalemme e che, quando tale momento arriverà, la nazione di Israele si riapproprierà della sua terra.” (Pate)
9. (25-28) Quando l’ultimo periodo di calamità colpirà il mondo, guardate in alto: la vostra redenzione è vicina.
«E vi saranno dei segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli, nello smarrimento al fragore del mare e dei flutti; gli uomini verranno meno dalla paura e dall’attesa delle cose che si abbatteranno sul mondo, perché le potenze dei cieli saranno scrollate. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nuvola con potenza e grande gloria. Ora, quando queste cose cominceranno ad accadere, guardate in alto e alzate le vostre teste, perché la vostra redenzione è vicina».
a. Segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli, nello smarrimento: La storia non registra nessun adempimento di queste parole avvenuto nel 70 d.C. o immediatamente dopo. Gesù guardava agli aspetti successivi del compimento finale del Suo ritorno e della fine dell’età presente.
i. Questo tipo di caos e di calamità totali è descritto in modo terribilmente dettagliato in Apocalisse 6, 8-9 e 15-18. Tutto questo culminerà nel ritorno visibile e spettacolare di Gesù, con la Sua Chiesa su questa terra.
b. Vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nuvola con potenza e grande gloria: Come si è detto, la storia non registra un adeguato adempimento di queste parole nel 70 d.C. o immediatamente dopo. Gesù è passato dalla descrizione di eventi già accaduti (dal nostro punto di vista) alla descrizione di eventi che devono ancora accadere.
c. Ora, quando queste cose cominceranno ad accadere, guardate in alto e alzate le vostre teste, perché la vostra redenzione è vicina: Le cose che cominceranno ad accadere sono descritte in Luca 21:25-27. Gesù esorta i credenti sulla terra in quel momento a tenersi pronti, perché il tempo di grande tribolazione che sperimenteranno non durerà per sempre, ma Gesù tornerà presto in gloria.
10. (29-33) Quando vedete questi segni (visti in Luca 21:25-26), sappiate che la fine è vicina.
Poi disse loro una parabola: «Osservate il fico e tutti gli alberi. Quando essi cominciano a mettere i germogli, vedendoli, voi stessi riconoscete che l’estate è vicina; così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico che questa generazione non passerà finché tutte queste cose non siano accadute. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».
a. Osservate il fico: Il fico è solo un esempio di un albero che germoglia prima dell’estate; non sembra esserci un riferimento particolare a Israele (come indicano le parole e tutti gli alberi). L’idea è che quando un fico germoglia, c’è un risultato inevitabile: l’estate è vicina e i frutti stanno arrivando. Allo stesso modo, quando si vedranno questi segni, seguirà inevitabilmente la venuta di Gesù nella gloria con la Sua chiesa in questo mondo.
b. Questa generazione non passerà finché tutte queste cose non siano accadute: Gesù non si riferiva alla Sua generazione e a quella dei discepoli, ma alla generazione che vedrà quei segni e che vedrà anche la fine. Questa è la promessa di Dio di non prolungare per sempre quella che Gesù ha chiamato la Grande Tribolazione (Matteo 24:21).
i. Si può anche affermare che con il termine “questa generazione” Gesù intendesse il popolo ebraico, cioè che non sarebbe perito (nonostante le terribili persecuzioni e i tentativi di genocidio) finché non si fossero compiute queste cose.
ii. “Genea può significare tre cose: (1) i discendenti di un antenato comune; (2) un insieme di persone nate nello stesso momento; (3) il periodo di tempo occupato da tale insieme di persone, spesso intendendo serie successive di persone. Non si può dire… quindi che genea significhi necessariamente generazione.” (Pate)
c. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno: Nessun semplice uomo potrebbe dire questo in modo veritiero. Gesù dichiarò che le Sue parole erano le parole stesse di Dio – e lo sono.
11. (34-36) Come vivere negli ultimi giorni.
«Or fate attenzione che talora i vostri cuori non siano aggravati da gozzoviglie, da ubriachezza e dalle preoccupazioni di questa vita, e che quel giorno vi piombi addosso all’improvviso. Perché verrà come un laccio su tutti quelli che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate dunque, pregando in ogni tempo, affinché siate ritenuti degni di scampare a tutte queste cose che stanno per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
a. Or fate attenzione: Dobbiamo fare attenzione, perché ci sono alcune cose che rendono impreparati: gozzoviglie, ubriachezza e le preoccupazioni di questa vita. Ognuna di queste cose può renderci impreparati per il giorno del ritorno di Gesù. Aggravano il cuore.
i. Secondo Morris, le gozzoviglie si riferiscono letteralmente ai postumi di una sbornia.
b. Verrà come un laccio su tutti quelli che abitano sulla faccia di tutta la terra: Gesù parla ora della Sua venuta da un altro punto di vista. In Luca 21:25-26 ha descritto calamità inequivocabili che scuoteranno la terra prima della Sua venuta. In Luca 21:34-36 Gesù dice che verrà di sorpresa, come un laccio, sottolineando l’importanza della prontezza.
i. Questo perché la seconda venuta di Gesù ha due aspetti distinti, separati da un tempo significativo. Il primo aspetto arriva all’improvviso, inaspettato, come un laccio, in un tempo di pace e sicurezza. La seconda viene con grande anticipo in un mondo quasi distrutto dal giudizio di Dio, con Gesù che viene sulla terra dal cielo insieme al Suo popolo.
ii. Coloro che sono pronti per il primo aspetto della Sua venuta saranno considerati degni di scampare a tutte queste cose, le grandi calamità che verranno sulla terra, e compariranno davanti al Figlio dell’uomo. Sono coloro che saranno rapiti da Gesù per incontrare il Signore nell’aria (1 Tessalonicesi 4:17), per sfuggire alla tribolazione che verrà sulla terra.
iii. Le parole di Gesù a questo punto del Discorso dell’Uliveto in Luca si applicano ai popoli di tutta la terra, non solo quelli che vivono a Gerusalemme o in Giudea. Il riferimento non è solo a ciò che accadde a Gerusalemme nel 70 d.C.
c. Vegliate dunque: Poiché questo riguarda tutta la terra, dobbiamo vegliare. Chi veglia non sarà mai preso in un laccio; non vegliare ci impedirà di essere pronti.
d. Pregando in ogni tempo, affinché siate ritenuti degni di scampare a tutte queste cose che stanno per accadere: Gesù dice ai Suoi seguaci di pregare in ogni tempo, affinché siano trovati degni di scampare a tutte queste cose che stanno per accadere. La buona notizia che ci dà Gesù è che non dobbiamo attraversare la calamità che sta arrivando. Egli prenderà con sé quanti sono pronti prima che questa calamità abbia inizio.
i. In un senso minore e più immediato, per quanto riguarda la distruzione di Gerusalemme, coloro che hanno ascoltato e obbedito a Gesù sono sfuggiti all’orribile distruzione che si è abbattuta sulla città.
ii. Per quanto riguarda la distruzione molto più grande che sta arrivando su tutta la terra, coloro che ascoltano e obbediscono a Gesù possono sfuggire all’orribile distruzione che verrà.
12. (37-38) Il carattere pubblico del ministero di Gesù.
Durante il giorno egli insegnava nel tempio, e la notte usciva e la trascorreva all’aperto sul monte degli Ulivi. E tutto il popolo, al mattino presto, veniva da lui nel tempio per ascoltarlo.
a. Durante il giorno egli insegnava nel tempio: Luca sottolinea la natura pubblica e aperta dell’opera di insegnamento di Gesù, il quale insegnava persino al mattino presto nel luogo più pubblico di Gerusalemme. Gesù non si nascose nei pochi giorni prima del tradimento, dell’arresto e della crocifissione.
b. La notte usciva e la trascorreva all’aperto sul monte degli Ulivi: Come molti galilei che si recavano a Gerusalemme per la Pasqua, Gesù praticamente si accampò sul Monte degli Ulivi nei giorni precedenti alla ricorrenza.
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