Luca 2




Luca 2 – Nascita e Infanzia di Gesù

A. Il mondo in cui nacque Gesù.

1. (1) Un decreto emanato da Roma raggiunge tutto il mondo mediterraneo.

Ora, in quei giorni fu emanato un decreto da parte di Cesare Augusto, che si compisse il censimento di tutto l’impero.

a. In quei giorni: Luca ci dice chiaramente di aver documentato storia vera ed eventi reali, non fiabe in stile “c’era una volta”. Non si tratta nemmeno di storie inventate su Zeus e Apollo sul monte Olimpo. È tutto vero.

b. Fu emanato un decreto da parte di Cesare Augusto: La storia della nascita di Gesù inizia durante il regno di uno degli uomini più importanti della storia antica.

i. Il suo nome di nascita era Ottaviano, ereditato da suo padre. Sua nonna era la sorella di Giulio Cesare e, essendo un giovane di talento, Ottaviano attirò l’attenzione del suo prozio. Giulio Cesare alla fine lo adottò come figlio e lo nominò suo erede ufficiale nel 45 a.C. Nel giro di un anno Cesare fu assassinato e Ottaviano si unì ad altri due – Marco Antonio e Lepido – per dividere il dominio di Roma in tre parti. Per decenni, l’intero mondo mediterraneo era stato afflitto da guerre e violenza; con l’avvento del triumvirato divenne molto peggio. A Roma e nelle province ci furono anni di lotte sanguinose e brutali per il potere e il denaro.

ii. Ottaviano e Antonio eliminarono presto Lepido dalla scena. Nonostante Antonio avesse sposato la sorella di Ottaviano, i due furono rivali per tredici anni, fino al 31 a.C. Per un anno i loro enormi eserciti si riunirono e si posizionarono l’uno contro l’altro. Antonio, con l’aiuto di Cleopatra, portò 500 navi da guerra, 100.000 fanti e 12.000 cavalieri. Ottaviano rispose con 400 navi da guerra, 80.000 fanti e 12.000 cavalieri. Quest’ultimo, avendo una strategia migliore e navi più veloci, sconfisse le forze combinate di Antonio e Cleopatra, regina d’Egitto, nella battaglia di Azio. A quel punto Ottaviano era l’unico sovrano del mondo romano, acquisendo il titolo di Cesare Augusto.

c. Di tutto l’impero: Per decenni il mondo in cui viveva Augusto e in cui sarebbe nato Gesù, il mondo del bacino del Mediterraneo, fu devastato dalla guerra, dalla distruzione, dalla brutalità e dall’immoralità.

i. “La rigogliosa penisola era logorata da vent’anni di guerra civile. Le sue fattorie erano state trascurate, le sue città erano state saccheggiate o assediate, molte delle sue ricchezze erano state rubate o distrutte. L’amministrazione e la protezione erano venute meno; i ladri rendevano ogni strada insicura di notte; i briganti vagavano per le strade, rapivano i viaggiatori e li vendevano come schiavi. Il commercio diminuì, gli investimenti rimasero fermi, i tassi d’interesse salirono, i valori delle proprietà crollarono. La morale, che era stata allentata dalla ricchezza e dal lusso, non veniva aiutata dalla miseria e dal caos, perché poche condizioni sono più demoralizzanti della povertà che viene dopo la ricchezza. Roma era piena di uomini che avevano perso la loro posizione economica e successivamente la loro stabilità etica: soldati che avevano assaggiato l’avventura e avevano imparato ad uccidere; cittadini che avevano visto i loro risparmi consumati dalle tasse e dall’inflazione della guerra e aspettavano inutilmente la corrente che li riportasse all’agiatezza; donne stordite dalla libertà, causando l’incremento di divorzi, aborti e adulteri.” (Durant)

d. Fu emanato un decreto da parte di Cesare Augusto: Sembrava che l’autorità di quest’uomo avesse stravolto la confusione di quel tempo in modo radicale. Egli portò tre cose che ribaltarono miracolosamente la situazione. Primo, portò la pace perché aveva sconfitto tutti i suoi rivali. Secondo, portò abilità, forse anche genialità, politica e amministrativa. Terzo, portò grandi somme di denaro dall’Egitto per pagare i soldati e per aiutare l’economia romana.

i. “Gesù nacque durante il regno di Augusto. Dopo un lungo periodo di guerre, che avevano devastato il Mediterraneo e le sue coste, fu raggiunta l’unità politica e l’Impero Romano diventò grossomodo corrispondente al bacino del Mediterraneo. Si sarebbe presto esteso oltre in ogni direzione. Augusto fu il primo imperatore. Costruendo sulle fondamenta gettate da suo zio, Giulio Cesare, egli portò la pace e, rivestendo il ruolo di capo cittadino di una repubblica restaurata, governò il regno che per diverse generazioni Roma aveva costruito. La pace interna e l’ordine raggiunti da Augusto durarono, con occasionali interruzioni, per circa due secoli. Mai prima d’allora tutte le rive del Mediterraneo erano state sotto un unico dominio e mai avevano goduto di una tale prosperità. La pax romana favorì la diffusione delle idee e delle religioni nell’area in cui questa prevalse”. (Latourette)

ii. Ma per quanto grande fosse Cesare Augusto, era pur sempre un uomo. E l’uomo che forniva le soluzioni chiedeva anche un caro prezzo. Pretendeva il potere assoluto sull’Impero Romano. Per centinaia e centinaia di anni Roma si era vantata di essere una repubblica – una nazione governata dalle leggi e non da un uomo, fondata sul principio secondo cui nessuno era al di sopra della legge e in cui il Senato, l’esercito e i vari leader politici vivevano insieme in un accordo a volte difficile. Ora Ottaviano stava per stravolgere tutto. Nel 27 a.C. fece in modo che il Senato romano gli assegnasse il titolo di Augusto, che significa “esaltato” e “sacro”. Così facendo, Roma smise di essere una repubblica governata dalla legge e diventò un impero governato da un imperatore. Il primo imperatore di Roma fu proprio Cesare Augusto.

iii. Durant commenta riguardo al titolo Augusto: “Fino ad allora la parola era stata attribuita solo agli oggetti, ai luoghi sacri e ad alcune divinità creatrici o che si distinguevano in forza; attribuendola a Ottaviano, lo si rivestiva di un alone di santità e della protezione della religione e degli dèi”.

iv. Uno dei suoi primi titoli era imperator, il comandante in capo di tutte le forze armate dello stato. Fece sì, però, che il titolo assumesse il significato di imperatore.

v. Tutto questo ci dà indicazioni importanti sul mondo in cui nacque Gesù: era un mondo che bramava un salvatore, ma che viveva nel regno di un salvatore politico, Cesare Augusto; ciò tuttavia non era sufficiente.

vi. “Nel secolo precedente alla nascita di Cristo, le prove della disgregazione erano così tangibili nelle guerre, nella cessazione del vecchio ordine e nella corruzione morale, che coloro che erano consapevoli di tutte queste cose temevano un crollo precoce. Il bacino del Mediterraneo fu salvato da questa catastrofe da Giulio Cesare e da Augusto Cesare…[ma] dobbiamo notare che il principato ideato da Augusto non curò, ma arrestò solo temporaneamente il corso della malattia di cui soffriva la cultura greco-romana.” (Latourette)

vii. “Augusto e i suoi successori non avevano risolto i problemi fondamentali del mondo mediterraneo; li avevano solo oscurati. Quello che sembrava essere un fallimento nel governo era stato sostituito solo da più governo, ma il governo si rivelò non essere la risposta.” (Latourette)

2. (2) Il governatore della regione amministrativa romana nei pressi della Galilea.

Questo censimento fu il primo ad essere fatto quando Quirinio era governatore della Siria.

a. Questo censimento: La registrazione e il censimento descritti non venivano fatti semplicemente per raccogliere dati o eseguire un’analisi statistica. Il fine era quello di tassare in modo efficiente ed efficace tutti gli abitanti dell’impero.

i. Secondo Leon Morris, Giustino Martire, scrivendo nella metà del II secolo, disse che ai suoi tempi (più di cento anni dopo l’epoca di Gesù) era possibile controllare il registro del censimento menzionato da Luca.

b. Fu il primo ad essere: L’espressione nella lingua originale fa intendere che si trattava della “prima registrazione”. Poiché l’esecuzione di un censimento per la tassazione era comune nell’antica Roma, Luca lo chiama “la prima registrazione” per distinguerlo dal ben noto censimento del 6 d.C. che poi menzionò in Atti 5:37.

c. Quando Quirinio era governatore della Siria: Si tratta di un’altra àncora storica, che conferma il resoconto di Luca usando il regno di persone storiche conosciute e verificabili.

3. (3) Il mondo risponde all’ordine di Cesare Augusto.

E tutti andavano a farsi registrare, ciascuno nella sua città.

a. E tutti andavano a farsi registrare: È incredibile solo a pensarci; un uomo, nei palazzi d’avorio di Roma, diede un ordine e il mondo intero si mosse di conseguenza. È molto probabile che fino a quel momento non ci fosse mai stato un uomo che avesse un potere tale da influenzare più vite di quante ne abbia influenzate Cesare Augusto.

i. Nel complesso, Cesare Augusto fu un buon governante. Espanse il territorio dell’Impero Romano e fece molto per il suo popolo. I più grandi dolori della sua vita vennero dalla sua casa: aveva una figlia fuori di senno, non aveva figli maschi e tutti i suoi nipoti e il suo figliastro preferito morirono giovani. Ma come la maggior parte degli uomini di tale ambizione e autorità, egli aveva grande stima di sé stesso. È facile immaginare quanto si fosse sentito invincibile quando decretò che si compisse il censimento in tutto l’impero per la tassazione. Dà piuttosto alla testa pensare: “Io do l’ordine e tutto il mondo romano deve obbedire”.

ii. Tuttavia, tutta la potenza di Augusto era solo apparenza. In Giovanni 19:10-11, Gesù affrontò un altro romano che credeva di essere potente. Pilato, perciò, gli disse: «Non mi parli? Non sai che io ho il potere di crocifiggerti e il potere di liberarti?». Gesù rispose: «Tu non avresti alcun potere su di me se non ti fosse dato dall’alto; perciò, chi mi ha consegnato nelle tue mani ha maggior colpa». Lo stesso principio si applicava a Cesare Augusto; qualsiasi potere avesse, gli era stato dato da Dio.

iii. Mentre sedeva nel suo palazzo ed emanava il suo decreto, pensava che questo fosse l’esercizio supremo della sua volontà, la massima dimostrazione della sua forza. In realtà, non era altro che uno strumento nelle mani di Dio, il quale aveva promesso che il Messia sarebbe nato a Betlemme (Michea 5:2), e così sarebbe avvenuto. Quindi, come si fa a portare una giovane coppia di Nazaret fino a Betlemme, se questa non è proprio propensa a viaggiare? Niente di più semplice: serviti del “salvatore del mondo” politico e usalo come una pedina nel tuo piano.

iv. Vediamo anche che Augusto, con tutti i suoi successi, non poteva essere davvero la risposta. Dio permise a Cesare Augusto di ottenere un potere umano senza precedenti per molte ragioni; in qualche modo, era come un Giovanni Battista romano che preparava la strada a Gesù. In fin dei conti, chi importa davvero è Gesù. Chi conosce di più il mondo oggi – Gesù o Cesare Augusto? Chi ha lasciato un’eredità più duratura?

b. Ciascuno nella sua città: Non esiste alcun documento storico nel quale viene riportato che Augusto abbia decretato questo censimento e abbia ordinato che fosse eseguito in questo modo, ma è coerente con quello che sappiamo di lui dalla storia. Augusto era noto per essere molto sensibile ai sentimenti nazionalistici dei suoi sudditi e così ordinò loro di tornare alle loro città di origine per essere censiti.

i. Barclay e altri citano un editto governativo da un censimento romano comandato in Egitto nella stessa epoca, secondo il quale ogni persona doveva andare nella propria città per la registrazione del censimento.

ii. Così facendo, Augusto addolcì la pillola per molti. È vero che dovevano viaggiare e che dovevano pagare le tasse, ma è altrettanto vero che si sarebbero riuniti con la famiglia e avrebbero rivisto dopo tanto tempo i loro parenti lontani.

B. Nascita di Gesù.

1. (4-7) Giuseppe e Maria arrivano a Betlemme; nascita di Gesù.

Or anche Giuseppe uscì dalla città di Nazaret della Galilea, per recarsi in Giudea nella città di Davide, chiamata Betlemme, perché egli era della casa e della famiglia di Davide, per farsi registrare con Maria, sua moglie, che aveva sposato e che era incinta. Così mentre erano là, giunse per lei il tempo del parto. Ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito, e lo fasciò e lo pose a giacere in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo.

a. Anche Giuseppe uscì dalla città di Nazaret della Galilea: Il viaggio da Nazaret a Betlemme (appena fuori Gerusalemme) era di circa 128 chilometri, una distanza non proprio breve per quei tempi. Era un’impresa significativa, che costava tempo e denaro.

b. Con Maria, sua moglie, che aveva sposato e che era incinta: Spesso si pensa che Maria fosse vicina al parto quando si misero in viaggio, ma potrebbe non essere stato affatto così. È probabile che Giuseppe fosse ansioso di portarla via da Nazaret per evitare la pressione dello scandalo. Luca ci dice che giunse per lei il tempo del parto mentre si trovavano a Betlemme.

i. Secondo la legge romana, Maria non era obbligata ad andare con Giuseppe per il censimento delle imposte; tuttavia, era logico che lo accompagnasse, soprattutto perché era nelle ultime fasi di una gravidanza controversa, sicuramente oggetto di molti pettegolezzi a Nazaret.

ii. “È possibile che abbia usato l’ordine dell’imperatore come mezzo per sottrarre Maria ai possibili pettegolezzi e allo stress emotivo del suo villaggio. Egli l’aveva già accettata come sua moglie (Matteo 1:24), ma apparentemente erano ancora promessi sposi (Luca 2:5), con l’impegno di sposarsi appena dopo il parto.” (Liefeld)

c. Ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito: Una delle cose che colpisce della narrazione di Luca è quanto questa sia semplice in contrasto con la grandezza degli eventi. Nella nostra epoca moderna, i piccoli eventi sono spesso gonfiati con descrizioni eccessive e presentati come più importanti di quanto siano in realtà. Eppure, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, Luca presentò questo evento stupefacente con molta semplicità.

d. Diede alla luce: È un’espressione piena di meraviglia. Non ci viene detto se sia stata assistita da qualcuno durante il parto, anche se è possibile. In un modo o nell’altro, questa giovane donna era completamente separata da tutta la sua famiglia e dai suoi amici, che vivevano a Nazaret.

i. “La narrazione scorre come se Maria facesse queste cose da sola, da qui la deduzione patristica di un parto indolore.” (Bruce) “Che Maria abbia avvolto il bambino da sola indica una nascita solitaria.” (Morris)

ii. Quando è successo? La data del 25 dicembre è improbabile ma non impossibile; questa data è stata resa popolare nella chiesa durante il IV secolo.

iii. Dove è successo? Nel 150 d.C. Giustino Martire disse che Gesù nacque in una grotta a Betlemme. Più avanti (330), sotto Costantino il Grande, fu costruita una chiesa sopra la grotta, che molti credono sia ancora il luogo più probabile dove sia nato Gesù.

e. Il suo figlio primogenito: Questo ci porta alla logica conclusione che Maria abbia avuto altri figli dopo aver dato alla luce Gesù, nonostante l’insegnamento della chiesa cattolica riguardo alla verginità perpetua di Maria.

f. Lo fasciò: Si tratta di pezzi di stoffa avvolti in maniera tale da essere comodi. Ancora più notevole delle fasce è il fatto che fu deposto in una mangiatoiauna mangiatoia per animali.

i. Trapp fa notare che la parola tradotta fasciò deriva dall’antica parola greca che significa “strappare”, ovvero Gesù era avvolto in strisce di stoffa strappate.

g. Non c’era posto per loro nell’albergo: Questo accadde in un luogo pubblico, in mezzo ad altri viaggiatori e residenti. “Gli uomini commerciavano, i bambini giocavano e le donne spettegolavano accanto al pozzo – ed ecco, il regno dei cieli era in mezzo a loro.” (Morrison)

i. “Il fatto che non ci fosse posto nella locanda era simbolico di ciò che sarebbe successo a Gesù. L’unico luogo dove c’era posto per lui era su una croce.” (Barclay)

2. (8) I pastori fanno la guardia alle loro greggi.

Ora in quella stessa regione c’erano dei pastori che dimoravano all’aperto, nei campi, e di notte facevano la guardia al loro gregge.

a. Ora in quella stessa regione c’erano dei pastori: I pastori di Betlemme erano noti per la cura del gregge del tempio. È possibile anche che proteggessero e accudissero gli agnelli destinati ai sacrifici del tempio.

b. Dimoravano all’aperto, nei campi: Molti sostengono che la nascita datata a fine dicembre è impossibile, perché i pastori non sarebbero stati fuori di notte in quel periodo dell’anno. Tuttavia, gli inverni caldi non sono insoliti in Giudea, che ha un clima notevolmente simile alla California meridionale.

3. (9-14) L’annuncio angelico.

Ed ecco, un angelo del Signore si presentò loro e la gloria del Signore risplendette intorno a loro, ed essi furono presi da grande paura. Ma l’angelo disse loro: «Non temete, perché vi annunzio una grande gioia che tutto il popolo avrà; poiché oggi nella città di Davide è nato per voi un Salvatore, che è Cristo, il Signore. E questo vi servirà di segno: Voi troverete un bambino fasciato, coricato in una mangiatoia». E ad un tratto si unì all’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio, dicendo:

«Gloria a Dio nei luoghi altissimi,
E pace in terra agli uomini, su cui si posa il suo favore».

a. Ed ecco, un angelo del Signore si presentò loro: La presenza splendente di un angelo e la gloria del Signore interruppero quella notte tranquilla e buia. Il primo angelo annunziò una grande gioia (letteralmente significa che annunciò il vangelo) ai pastori, che erano considerati degli emarginati sociali.

i. “Come classe sociale, i pastori avevano una cattiva reputazione… Ancora più deplorevole era la loro abitudine di confondere il ‘mio’ con il ‘tuo’ mentre si spostavano nel paese. Erano considerati inaffidabili e non erano autorizzati a testimoniare nei tribunali.” (Morris)

ii. “Il primo predicatore del vangelo fu un angelo. Ora Dio ha tolto questo onore agli angeli e lo ha conferito ai ministri, che nella Scrittura sono chiamati angeli, Apocalisse 2:1.” (Trapp)

b. Poiché oggi nella città di Davide è nato per voi un Salvatore: Annunciavano la nascita di un Salvatore, che era (ed è) esattamente ciò di cui l’umanità ha bisogno. Non abbiamo bisogno di un altro consigliere, di un riformatore o di un comizio, ma di un Salvatore.

c. Ad un tratto si unì all’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio: Dopo l’annuncio del singolo angelo, apparve un intero gruppo di angeli, un esercito celeste (un gruppo di soldati) che proclamava la pace. Il mondo aveva bisogno allora della pace e ne ha tuttora bisogno.

i. Anche i pagani del mondo del I secolo sentivano il bisogno di pace e di un salvatore. Epitteto, scrittore pagano del I secolo, disse: “Se l’imperatore può assicurare la pace dalla guerra per terra e per mare, non è però in grado di dare la pace dalle passioni, dal dolore e dall’invidia; non può dare la pace del cuore, alla quale l’uomo anela più della pace esteriore”.

ii. Il contrasto tra la gloria angelica e l’umile Gesù deve essere sembrato estremo. Dio ama mettere la Sua gloria in involucri inadeguati in modo che questa sia più evidente (2 Corinzi 4:7).

iii. “Che Dio abbia tutta la gloria, affinché noi possiamo avere la pace.” (Trapp)

4. (15-16) I pastori vanno a vedere il piccolo Gesù.

E avvenne che, quando gli angeli si allontanarono da loro per ritornare in cielo, i pastori dissero tra loro: «Andiamo fino a Betlemme, per vedere ciò che è avvenuto e che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono quindi in fretta e trovarono Maria, Giuseppe e il bambino, che giaceva in una mangiatoia.

a. Andiamo: Si nota una vera e propria urgenza, senza la minima esitazione.

b. Per vedere ciò che è avvenuto: L’angelo aveva detto loro di cercare un bambino fasciato, coricato in una mangiatoia (Luca 2:12). Un bambino fasciato non era certo un segno insolito, ma lo era sicuramente vedere un bambino coricato in una mangiatoia, da cui si nutrivano gli animali. Se l’angelo non avesse detto loro di cercare un segno specifico, difficilmente gli avrebbero creduto.

c. E trovarono Maria, Giuseppe e il bambino, che giaceva in una mangiatoia: Era un’immagine strana, ma era anche il segno specifico che era stato detto loro di cercare. Non sentivano né vedevano più gli angeli, ma avevano incontrato Gesù, un’esperienza che li avrebbe accompagnati per sempre. Gli angeli vanno e vengono, ma Gesù resta.

i. “Si trattava di uno spettacolo rivoltante, sufficiente di per sé a produrre un’avversione nei confronti di Cristo. Infatti, cosa c’è di più inverosimile che credere che il Re di tutto il popolo fosse ritenuto indegno di essere classificato con il più umile della moltitudine?”. (Calvino)

ii. “È bello pensare che i pastori che si occupavano degli agnelli del tempio siano stati i primi a vedere l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo.” (Barclay)

5. (17-20) I pastori divulgano la notizia della nascita di Gesù.

Dopo averlo visto, divulgarono quanto era stato loro detto a proposito di quel bambino. E tutti coloro che li udirono si meravigliarono delle cose raccontate loro dai pastori. Maria custodiva tutte queste parole, meditandole in cuor suo. E i pastori se ne ritornarono, glorificando e lodando Dio per tutte le cose che avevano udito e visto, come era stato loro detto.

a. Divulgarono quanto era stato loro detto a proposito di quel bambino: La combinazione dell’annuncio angelico e il segno del bambino in una mangiatoia ispirarono i pastori a raccontare a quanti più potevano ciò che avevano sentito e sperimentato.

b. Tutti coloro che li udirono si meravigliarono delle cose raccontate loro dai pastori: La buona notizia dei pastori stupì tutti coloro che l’ascoltarono. Anche se non la compresero veramente, riconobbero che qualcosa di importante era appena accaduto.

i. “Dio, per mostrare che non faceva alcuna differenza tra le persone, rivelò questo grande mistero ai pastori e ai magi; gli uni poveri, gli altri ricchi; gli uni ignoranti, gli altri dotti; gli uni ebrei, gli altri gentili; gli uni vicini, gli altri lontani”. (Trapp)

c. Maria custodiva tutte queste parole, meditandole in cuor suo: Maria ebbe una reazione diversa da quella dei pastori o di coloro che li ascoltarono. Affrontò tutto con calma e meditò in cuor suo, cercando di capire il significato profondo di tutto.

i. “Lo stupore dei molti era un’emozione passeggera (aoristo), il ricordare e meditare di Maria era un’abitudine costante (imperfetto).” (Bruce)

ii. Maria aveva una buona ragione per meditare. Cosa la portò a Betlemme? Il grande decreto imperiale romano e forse le lingue pettegole a Nazaret. Dio opera attraverso qualsiasi persona e qualsiasi evento pur di realizzare il Suo piano.

d. I pastori se ne ritornarono, glorificando e lodando Dio per tutte le cose che avevano udito e visto, come era stato loro detto: I pastori avevano tanta felicità e tanta lode da offrire a Dio perché la parola si era adempiuta proprio come era stato loro detto.

i. “Il loro zelo nel glorificare e lodare Dio è un rimprovero implicito alla nostra indolenza, o piuttosto alla nostra ingratitudine. Se la culla di Cristo ebbe un tale effetto su di loro, tanto da farli salire dalla stalla e dalla mangiatoia al cielo, quanto più potenti dovrebbero essere la morte e la risurrezione di Cristo nel portarci a Dio?”. (Calvino)

C. Circoncisione e presentazione di Gesù al tempio.

1. (21) La circoncisione di Gesù.

E quando furono trascorsi gli otto giorni dopo i quali egli doveva essere circonciso, gli fu posto nome Gesù, il nome dato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

a. Doveva essere circonciso: Ciò veniva fatto in ottemperanza al comando di Dio, risalente al patto che Dio aveva fatto con Abramo. La circoncisione era il segno e il sigillo (Romani 4:11) del patto che Dio strinse con Abramo, Isacco e i discendenti di Israele.

b. E quando furono trascorsi gli otto giorni: Lo circoncisero esattamente l’ottavo giorno, perché così comandava la legge (Levitico 12:3). Ciò vuol dire che Giuseppe e Maria erano genitori realmente devoti e obbedienti. Significa anche che Gesù obbedì e adempì perfettamente la legge di Dio.

2. (22-24) La presentazione di Gesù.

Quando poi furono compiuti i giorni della purificazione di lei secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore, come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà chiamato santo al Signore», e per offrire in sacrificio, come è detto nella legge del Signore, un paio di tortore o due giovani colombi.

a. I giorni della purificazione di lei: La cerimonia di purificazione dopo il parto viene descritta in Levitico 12. Quando una donna dava alla luce un maschio, sarebbe stata cerimonialmente impura per un totale di 40 giorni, durante i quali poteva stare a casa, riposare e legare con il suo bambino, simile ad una versione antica del congedo di maternità. Alla fine di quel periodo, avrebbe presentato le offerte per la sua purificazione cerimoniale.

i. Era un modo delicato, ma anche potente, di ricordare che, per quanto meravigliosa sia la nascita di un bambino, l’evento porta un altro peccatore nel mondo. Quando Davide scrisse nel Salmo 51:5, Ecco, io sono stato formato nell’iniquità, e mia madre mi ha concepito nel peccato, riconobbe che tutti nasciamo peccatori.

b. I giorni della purificazione di lei: Una traduzione più esatta dice i giorni della loro purificazione (come legge la Nuova Riveduta), ovvero la purificazione di Maria e Gesù. Gesù avrebbe potuto non seguire il cerimoniale, perché non era nato nel peccato. Eppure, Lo vediamo persino da bambino identificarsi con i peccatori, come fece anche successivamente al Suo battesimo e sulla croce.

i. “Parliamo prima della purificazione. Luca la riferisce sia a Maria che a Cristo, perché il pronome loro non può avere alcun riferimento a Giuseppe.” (Calvino)

ii. “Perché Colui che non ha conosciuto peccato, e che non lo avrebbe mai conosciuto, è stato fatto peccato per noi già nella Sua circoncisione. Non aveva trascorso nemmeno otto giorni in questo mondo prima di essere annoverato tra i trasgressori. Il primogenito di Maria era un agnello senza macchia e senza difetti, ma prima ancora che avesse una settimana di vita, cominciò a portare i peccati di molti… E come fece nel tempio quel giorno, così continuò ogni altro giorno a condurre una vita di dolore, di vergogna e di spargimento di sangue per noi e per i nostri figli, finché portò a termine l’opera di espiazione del peccato sulla croce che il Padre gli aveva affidato. E sin dal primo giorno in cui fu ferito a motivo delle nostre trasgressioni, quel piccolo bambino santo portava nel Suo corpo i segni della nostra redenzione.” (Whyte)

c. Un paio di tortore o due giovani colombi: Levitico 12 comandava che alla nascita di un bambino si offrisse un agnello come parte della cerimonia di purificazione e dedicazione. Ciononostante, la legge permetteva di offrire due uccelli se la famiglia non poteva permettersi di presentare un agnello.

i. “L’offerta dei due piccioni al posto dell’agnello e del piccione si chiamava tecnicamente L’offerta dei poveri… è chiaro che Gesù nacque in una casa ordinaria.” (Barclay)

ii. Questa è una prova concreta del fatto che il tutto avvenne prima che i magi arrivassero da oriente (Matteo 2:1-12). Se avessero ricevuto prima i loro doni (oro, incenso e mirra), avrebbero potuto permettersi la normale offerta di un agnello.

3. (25-27) Adempimento della promessa fatta a Simeone.

Or ecco, vi era a Gerusalemme un uomo chiamato Simeone; quest’uomo era giusto e pio e aspettava la consolazione d’Israele; e lo Spirito Santo era su di lui. E gli era stato divinamente rivelato dallo Spirito Santo, che non sarebbe morto prima di aver visto il Cristo del Signore. Egli dunque, mosso dallo Spirito, venne nel tempio; e, come i genitori vi portavano il bambino Gesù, per fare a suo riguardo quanto prescriveva la legge,

a. Vi era a Gerusalemme un uomo chiamato Simeone: Qui incontriamo un uomo di nome Simeone, uno dei personaggi più affascinanti del Vangelo di Luca.

·Conosciamo il suo nome: Simeone.

·Conosciamo il suo carattere: quest’uomo era giusto e pio. Era giusto davanti a Dio e davanti agli uomini e onorava Dio nella sua vita quotidiana.

·Conosciamo la sua speranza: aspettava la consolazione d’Israele. Non si tratta di un titolo messianico che si trova nelle Scritture ebraiche, ma è certamente vero riguardo a Gesù il Messia. Egli è il parakletos, “colui che è al fianco per aiutare”.

·Sappiamo che conosceva la rivelazione di Dio: gli era stato divinamente rivelato dallo Spirito Santo.

·Conosciamo la sua salute spirituale: lo Spirito Santo era su di luidivinamente rivelato dallo Spirito Santomosso dallo Spirito, venne nel tempio. Era ripieno di Spirito e camminava nello Spirito.

·Sappiamo che Dio fece a Simeone una promessa: non sarebbe morto prima di aver visto il Cristo del Signore. Che promessa!

·Non sappiamo quanti anni avesse quando ciò accadde. Si suppone che Simeone fosse vecchio, ma anche i giovani possono e devono avere queste stesse qualità.

b. Mosso dallo Spirito venne nel tempio: Mentre Simeone aspettava di posare gli occhi sul Messia, un giorno lo Spirito lo spinse ad andare al tempio. È probabile che fosse molto più di una percezione spirituale o di una sensazione.

·Simeone aveva accesso alle profezie di Daniele 9 riguardanti la venuta del Messia, consapevole che il tempo si stava avvicinando.

·Simeone aveva sentito la notizia della nascita di Giovanni Battista e del suo ruolo di precursore del Messia (Luca 1:65 dice: “tutte queste cose erano divulgate per tutta la regione montuosa della Giudea”).

·Simeone aveva ascoltato i resoconti dei pastori che avevano ricevuto l’annuncio angelico (Luca 2:8-20).

i. Questo dimostra che essere guidati dallo Spirito non significa ignorare la Parola scritta di Dio. Simeone era guidato da qualcosa di più di un sentimento; lo Spirito Santo operava nella e attraverso la Parola di Dio.

c. Come i genitori vi portavano il bambino Gesù, per fare a suo riguardo quanto prescriveva la legge: Sembra alludere alla purificazione, non alla circoncisione, perché tutto questo avvenne dopo che i giorni della purificazione di lei furono compiuti (2:22).

4. (28-32) Adempimento della promessa fatta a Simeone.

Egli lo prese tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

«Ora, Signore, lascia che il tuo servo muoia in pace
Secondo la tua parola,
Perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza
Che tu hai preparato davanti a tutti i popoli;
Luce per illuminare le genti
E gloria del tuo popolo Israele».

a. Egli lo prese tra le braccia: Che strano deve essere stato! Tra la folla del tempio un estraneo si avvicinò a Giuseppe e a Maria mentre questi portavano Gesù, mentre si apprestava o avevano già offerto il sacrificio comandato in Levitico 12. L’uomo, che non conoscevano, li vide, vide Gesù e lo prese tra le braccia.

i. Di solito è strano quando uno sconosciuto vuole tenere in braccio il tuo bambino. Magari lo fu inizialmente anche per Giuseppe e Maria, ma non per molto.

b. E benedisse Dio: Simeone ringraziò e lodò Dio. Per noi uomini è impossibile benedire Dio in alcun modo, ma è anche vero che possiamo e siamo chiamati a benedirlo.

c. Lascia che il tuo servo muoia in pace secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza: Era come se Simeone fosse stato chiamato da Dio a vegliare come sentinella per tutta la notte, da solo, finché non avesse visto sorgere il sole. Per lui l’alba di Dio era finalmente arrivata. Avendo visto Gesù, Simeone poteva ora essere sollevato dal suo incarico.

i. Tutto questo secondo la tua parola. Simeone ricevette finalmente la pace dell’adempimento della promessa di Dio nella sua vita.

d. I miei occhi hanno visto la tua salvezza: Il nome Gesù significa “Yahweh è salvezza”. Non solo questo era il nome di Gesù, ma anche la realtà di chi era e ancora è.

e. Luce per illuminare le genti: Simeone aveva compreso qualcosa di radicale: la luce di Gesù era stata preparata per tutte le genti, non solo per il popolo ebraico!

f. E gloria del tuo popolo Israele: Sebbene questa luce fosse anche per i Gentili, non ha mai ignorato il popolo di Dio, Israele. La salvezza di Gesù iniziò da Israele, ma doveva estendersi ben oltre.

i. John Trapp cita un poeta che esprime il cuore di Simeone in questo modo:

“Non temo il peccato, non temo la morte;
Ho vissuto abbastanza a lungo, ho la mia vita;
Ho desiderato abbastanza, ho il mio amore;
Ho visto abbastanza, ho la mia luce;
Ho servito abbastanza, ho il mio santo;
Ho sofferto abbastanza, ho la mia gioia;
Dolce bambino, che questo salmo serva da ninna nanna a te e da funerale a me. Oh, dormi tra le mie braccia e lasciami dormire nella tua pace”.

5. (33-35) Promessa e avvertimento da parte di Simeone.

E Giuseppe e la madre del bambino si meravigliavano delle cose che si dicevano di lui. Poi Simeone li benedisse e disse a Maria sua madre: «Ecco, costui è posto per la caduta e per l’innalzamento di molti in Israele e per essere segno di contraddizione, e a te stessa una spada trafiggerà l’anima, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

a. Giuseppe e la madre del bambino si meravigliavano: Possiamo immaginare la combinazione di gioia e sorpresa che provarono nel vedere come Dio avesse raggiunto i cuori degli altri con la comprensione del loro Figlio. Non importa quanto bene si conosca Gesù, c’è qualcosa di speciale nel vedere qualcun altro che viene a conoscenza di Lui.

b. Poi Simeone li benedisse: Troviamo le parole della sua benedizione ai versetti 34 e 35. È possibile che abbia detto di più, ma sicuramente disse ciò che è riportato qui.

c. Costui è posto: Ogni genitore pensa al destino dei propri figli. Quando Maria e Giuseppe sentirono l’inizio della benedizione di Simeone, i loro cuori palpitavano nell’attesa – a maggior ragione, perché conoscevano il destino del loro bambino, rivelato loro dagli angelici che avevano annunciato la Sua nascita.

d. Per la caduta e per l’innalzamento di molti: Giuseppe e Maria si saranno chiesti: “Che cosa significa tutto questo? In che modo nostro Figlio, il Messia, sarà posto per la caduta di molti?”. L’innalzamento di molti era un’espressione che si poteva anche comprendere, ma la caduta di molti era difficile da capire e da accettare.

i. Si può dire che non c’è mai stata su questa terra una persona più controversa di Gesù Cristo. La gente o Lo accetta o Lo rifiuta; Egli è posto per la loro caduta o per il loro innalzamento.

·Giuda cadde, Pietro fu innalzato.

·Uno dei due ladroni sulla croce cadde, l’altro fu innalzato.

·Il giovane ricco cadde, Zaccheo fu innalzato.

·Molti leader religiosi caddero, Giuseppe di Arimatea e Nicodemo furono innalzati.

ii. Il fatto che una persona cada o venga innalzata riguarda la persona stessa, non Gesù. È come con l’opera di un grande artista: è chi guarda l’opera a essere “sotto processo”, non l’artista.

e. Per essere segno di contraddizione: Secondo Adam Clarke, la parola segno qui significa letteralmente “un bersaglio da colpire”. Gesù sarebbe stato il bersaglio di grande malvagità. Non è da escludere che il volto di Maria cominciasse ad apparire confuso e che i suoi occhi cominciassero a lacrimare.

f. A te stessa una spada trafiggerà l’anima: Era importante che Maria sapesse che essere madre del Messia non sarebbe stato tutto rose e fiori. Era sì un grande privilegio, ma anche un grande fardello.

i. Forse nessun altro essere umano ha sofferto tanto per il rifiuto e il dolore sperimentati da Gesù quanto Sua madre, non solo per l’amore naturale che come madre aveva per Lui, ma anche perché percepiva il rifiuto nei confronti di Gesù come un rifiuto nei confronti di sé stessa. Immaginate tutto ciò che Maria deve aver provato nel vedere il proprio Figlio appeso a una croce.

·Noi ci sentiamo allo stesso modo: quando Gesù viene rigettato, lo siamo anche noi. Quando Gesù viene deriso, lo siamo anche noi. Quando la gente parla contro Gesù, parla contro di noi. Non vogliamo che vengano approvate leggi contro tutto questo, e Dio non voglia che ci siano violenza o rappresaglie – siamo cristiani, amiamo i nostri nemici – ma una spada trafigge pur sempre la nostra anima.

ii. In modo meraviglioso, il trionfo di Gesù fu anche il trionfo di Maria. La sua risurrezione fu anche la sua. La spada che attraversò la sua anima era una spada di vittoria sul peccato e sulla morte. Anche noi la conosciamo, o possiamo conoscerla in Gesù Cristo.

6. (36-38) Testimonianza di Anna riguardo al Redentore.

Vi era anche Anna, una profetessa, figlia di Fanuel, della tribù di Aser, la quale era molto avanzata in età, avendo vissuto dopo la sua verginità sette anni con il marito. Ella era vedova e, sebbene avesse ormai ottantaquattro anni, non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta ella pure in quel momento, lodava il Signore e parlava di quel bambino a tutti coloro che aspettavano la redenzione in Gerusalemme.

a. Anna, una profetessa: Non sappiamo in che veste Anna fosse una profetessa. Forse per il modo in cui pronunciò questa parola specifica su Gesù.

b. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere: Era una donna pia che serviva Dio con somma devozione. Il cammino profondo di Anna con Dio era palesato dal suo amore per Gesù e dal suo desiderio di parlare agli altri di Lui (parlava di quel bambino a tutti coloro che aspettavano la redenzione).

i. Anna era una donna incredibile. Essendo vedova, conosceva il dolore e la perdita, ma ciò non si era trasformato in amarezza. Sebbene fosse una donna anziana, non aveva perso la speranza, perché era una donna di adorazione e una donna di preghiera.

7. (39-40) Ritorno a Nazaret.

Ora, quando ebbero compiuto tutto quello che riguardava l’osservanza della legge del Signore, ritornarono in Galilea, nella loro città di Nazaret. Intanto il bambino cresceva e si fortificava nello spirito, essendo ripieno di sapienza; e la grazia di Dio era su di lui.

a. Quando ebbero compiuto tutto quello che riguardava l’osservanza della legge del Signore: Luca enfatizza la perfetta obbedienza di Gesù a Dio anche mentre era bambino.

b. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito, essendo ripieno di sapienza: Gesù cresceva e si sviluppava come gli altri bambini; tuttavia, il suo sviluppo spirituale è qui evidenziato per la prima volta. Potremmo dire che Gesù era consapevole della Sua identità e della Sua chiamata in proporzione alla Sua età. All’età di 5 anni non aveva la comprensione di un trentenne, ma aveva la più grande capacità di comprensione adatta a un bambino di 5 anni.

i. La crescita di Gesù è di ispirazione per i genitori credenti di oggi. Anche loro pregano perché i figli siano fortificati nello spirito e siano ripieni di sapienza, guidandoli in quella direzione.

c. La grazia di Dio era su di Lui: La bontà e il favore di Dio erano evidenti nella Sua vita, anche da bambino. Le leggende che parlano di strani miracoli legati all’infanzia di Gesù non sono altro che racconti superstiziosi; la grazia di Dio, però, era su di Lui.

i. Sappiamo poco della vita di Gesù durante il periodo che va dal suo primo mese di vita a quando aveva dodici anni, a parte la dichiarazione di carattere generale di Luca 2:40. Magari siamo curiosi di conoscere i dettagli della Sua infanzia, ma non abbiamo bisogno di conoscere nulla, se non quello che ci viene detto dallo Spirito Santo nella Parola.

ii. Per soddisfare tale curiosità, gli uomini hanno scritto i loro cosiddetti “Vangeli dell’infanzia”, contenenti miracoli spettacolari e sciocchi: Gesù che parla dalla mangiatoia; che guarisce un uomo trasformato in un mulo da un incantesimo; che porta in vita uccelli fatti d’argilla con un battito di mani; che guarisce la gente aspergendoli con l’acqua usata per fargli il bagno, e così via. Tuttavia, “lì dove la Scrittura non ha lingua, noi non dobbiamo avere orecchie.” (Trapp)

D. Gesù nella casa del Padre.

1. (41-45) Gesù smarrito durante un pellegrinaggio di Pasqua.

Or i suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. E, quando egli compì dodici anni, essi salirono a Gerusalemme, secondo l’usanza della festa. Terminati quei giorni, mentre essi ritornavano, il fanciullo Gesù rimase in Gerusalemme; ma Giuseppe e sua madre non lo sapevano. Supponendo che egli fosse nella comitiva, essi fecero una giornata di cammino, poi si misero a cercarlo fra i parenti e i conoscenti; e, non avendolo trovato, tornarono a Gerusalemme in cerca di lui.

a. I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua: La partecipazione alle feste principali era comandata in Esodo 23:17 e Deuteronomio 16:16. I fedeli della Galilea erano soliti fare questi pellegrinaggi in grandi gruppi durante le feste.

i. Non era difficile perdere di vista un ragazzino in un gruppo così numeroso di viaggiatori – non dovremmo accusare Giuseppe e Maria di abbandono di minore. Maria dev’essersi già sentita abbastanza in colpa per aver perso il Messia.

b. Tornarono a Gerusalemme in cerca di lui: Come ci si aspetterebbe da genitori diligenti e timorati di Dio, fecero il possibile per ritrovare il loro figlio Gesù.

2. (46-50) Trovano Gesù a insegnare e studiare nel tempio.

E avvenne che, tre giorni dopo, lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, intento ad ascoltarli e a far loro domande. E tutti quelli che l’udivano, stupivano della sua intelligenza e delle sue risposte. E, quando essi lo videro, rimasero stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo!». Ma Egli disse loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero le parole che aveva detto loro.

a. Seduto in mezzo ai dottori, intento ad ascoltarli e a far loro domande: Per tre giorni Gesù, allora dodicenne, rimase a discutere sulla Parola di Dio e stupì i Suoi ascoltatori con la sua intelligenza e le sue risposte.

i. “Durante la Pasqua era consuetudine del sinedrio riunirsi pubblicamente nel cortile del tempio per discutere questioni religiose e teologiche in presenza di tutti coloro che desideravano ascoltare.” (Barclay)

ii. Quando ci rendiamo conto dell’impressionante perspicacia intellettuale e di analisi dei rabbini ebrei, comprendiamo quanto questo sia incredibile. È come se un bambino delle scuole medie discutesse di fisica con un ingegnere aerospaziale. Gesù aveva un vantaggio unico, avendo un rapporto speciale con l’autore della Parola di Dio.

b. Devo occuparmi delle cose del Padre mio: A quel tempo, non c’era niente di più naturale di un figlio che intraprendeva l’attività di suo padre. Gesù seguì le orme di Giuseppe come falegname, ma le Sue parole qui mostrano che stava almeno iniziando a comprendere di avere una relazione unica con il Padre.

i. È impossibile dire, nel contesto delle limitazioni autoimposte della Sua umanità, quando Gesù si rese conto di chi era e della Sua missione, ma avvenne sicuramente presto – questo episodio non indica probabilmente l’inizio della Sua comprensione, ma che questa era già in piena fioritura.

c. Devo occuparmi delle cose del Padre mio: Le prime parole di Gesù mai riportate sono significative. La sorpresa che traspare dalle Sue parole indica che Egli sapeva che Maria e Giuseppe erano consapevoli della Sua relazione speciale con il Padre. Significa che dev’essersi trattato di un argomento di discussione e forse di istruzione durante l’educazione di Gesù in casa loro.

d. Essi non compresero le parole che aveva detto loro: L’affermazione di Gesù rivelò loro alcuni dettagli della Sua identità quale unigenito Figlio di Dio Padre, anche se non compresero le Sue parole. Nel giudaismo dell’epoca, un ragazzo iniziava a imparare il mestiere del padre a circa 12 anni. Gesù stava facendo proprio, istruendo gli insegnanti nel tempio.

3. (51-52) Crescita e maturazione di Gesù.

Ed egli scese con loro, tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. E sua madre serbava tutte queste parole nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini.

a. Ed egli scese con loro, tornò a Nazaret: Crescendo a Nazaret, Gesù avrebbe trascorso lì la Sua infanzia e la Sua giovane età adulta. Avrebbe adempiuto le responsabilità che ci si aspettava dal figlio maggiore e, in seguito alla scomparsa di Giuseppe, sarebbe diventato “l’uomo di casa”. Lavorò, si prese cura della Sua famiglia, amò il Suo Dio e si dimostrò completamente fedele in mille piccole cose prima di iniziare ufficialmente il Suo ministero.

i. “Un cristiano non fa sempre cose straordinarie. Fa cose ordinarie in modi straordinari.” (Morrison)

b. Stava loro sottomesso: Gesù non fu reso orgoglioso o altezzoso dalla consapevolezza della Sua identità, ma stava sottomesso ai Suoi genitori. Gesù passava dalla visione al dovere, come poi fece dal Monte della Trasfigurazione.

c. Sua madre serbava tutte queste parole nel suo cuore: Luca probabilmente venne a conoscenza di tutto questo (e degli eventi relativi alla nascita di Giovanni e di Gesù) nei suoi colloqui personali con Maria mentre scriveva il suo Vangelo.

d. Gesù cresceva in sapienza: Continuava a crescere, così come descritto per la prima volta in Luca 2:40.

e. Gesù cresceva in […] statura: Non solo cresceva fisicamente, ma anche come persona.

f. Gesù cresceva in […] grazia davanti a Dio e agli uomini: Cresceva nella Sua relazione personale e profonda con il Padre celeste e cresceva anche nelle Sue amicizie e relazioni umane.

i. La parola tradotta con il termine grazia non è diversa da quella usata nel resto del Nuovo Testamento, anche se, in questo caso, non si tratta della grazia salvifica che viene estesa ai peccatori. Una traduzione migliore sarebbe ‘il favore di Dio era su di Lui’.” (Whyte)

ii. Gesù non era nato superuomo. La Sua maturazione avveniva man mano che cresceva. “Passò attraverso uno sviluppo spirituale e fisico naturale ma perfetto. In ogni fase era perfetto per quella fase.” (Geldenhuys)

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