Luca 16




Luca 16 – Denaro e Giustizia

A. La storia del fattore infedele.

1. (1-8) La disonestà del fattore infedele.

Or egli disse ancora ai suoi discepoli: «Vi era un uomo ricco che aveva un fattore; e questi fu accusato davanti a lui di dissipare i suoi beni. Allora egli lo chiamò e gli disse: “Che cosa è questo che sento dire di te? Rendi ragione della tua amministrazione, perché tu non puoi più essere mio fattore”. E il fattore disse fra se stesso: “Che farò ora, dato che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? A zappare non son capace, e a mendicare mi vergogno. Io so cosa fare affinché, quando io sarò rimosso dall’amministrazione, mi accolgano nelle loro case”. Chiamati dunque ad uno ad uno i debitori del suo padrone, disse al primo: “Quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento bati di olio”. Allora egli gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siedi e scrivi subito cinquanta”. Poi disse ad un altro: “E tu quanto devi?”. Ed egli disse: “Cento cori di grano”. Allora egli gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò il fattore disonesto, perché aveva agito con avvedutezza, poiché i figli di questo mondo, nella loro generazione, sono più avveduti dei figli della luce».

a. Or egli disse ancora ai suoi discepoli: Sembra trattarsi di un’occasione diversa da quella del capitolo precedente. Gesù stava insegnando ai suoi discepoli e non alla folla di Luca 15:1-2. Tuttavia, mentre Gesù insegnava ai suoi discepoli, c’era anche un gruppo di farisei che ascoltava (Luca 16:14).

b. Vi era un uomo ricco che aveva un fattore: Un fattore era un amministratore, qualcuno che si occupava soprattutto delle finanze o delle proprietà. Nella storia raccontata da Gesù, il capo dell’amministratore (l’uomo ricco) sentì dire che il suo amministratore lo aveva imbrogliato (dissipare i suoi beni) e lo chiamò a rendere conto.

i. “L’amministratore aveva seguito una carriera di appropriazione indebita.” (Barclay)

ii. “Rendi ragione della tua amministrazione” sono parole che tutti sentiranno, sia il peccatore che il santo. Tutti dovremo rendere conto in qualche modo a Dio. Spurgeon una volta notò che ognuno di noi dovrà rendere conto della propria amministrazione per quanto riguarda il nostro tempo, i nostri talenti, le nostre vite e la nostra influenza.

iii. La nostra amministrazione un giorno giungerà al termine per tutti noi. La voce, le facoltà mentali e la forza del predicatore non dureranno per sempre. La ricchezza di questo mondo potrebbe non durare nemmeno in questa vita. L’amministrazione di una madre sui suoi figli cambia e diminuisce col passare del tempo. Se Gesù non viene prima, tutti noi moriremo e passeremo da questa vita alla prossima.

c. Che farò ora, dato che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Dopo aver sentito che sarebbe stato chiamato a rispondere, il fattore sapeva che la sua cattiva gestione sarebbe stata smascherata. Sapeva anche che non c’erano molte altre opzioni per lui (a zappare non son capace, e a mendicare mi vergogno).

d. Chiamati dunque ad uno ad uno i debitori del suo padrone: Così, l’amministratore fece amicizia con i debitori del suo padrone, decurtando i loro debiti. In altre parole, sapendo che sarebbe stato chiamato a rispondere del suo operato, il fattore usò la propria posizione per prepararsi alla fase successiva della sua vita.

e. Il padrone lodò il fattore disonesto, perché aveva agito con avvedutezza: Pur non approvando la condotta del fattore, il padrone ne approvò l’avvedutezza. A questo, Gesù aggiunse il pensiero che gli uomini d’affari del tempo (i figli di questo mondo) erano più saggi, audaci e lungimiranti nella gestione di ciò che avevano (più avveduti) di quanto lo fosse il popolo di Dio (i figli della luce).

i. Alcuni considerano questa una delle parabole più difficili di Gesù, perché sembra che Egli abbia usato un uomo palesemente disonesto come esempio per i Suoi discepoli. Eppure, Dio a volte usa cose cattive che ci sono familiari per illustrare un punto particolare, senza però lodare la cosa stessa. Altri esempi di questo principio sono quando Paolo usò cose come la guerra e la schiavitù come illustrazioni della vita cristiana.

ii. Ciononostante, il fattore infedele era un buon esempio in diversi punti. Primo, sapeva che sarebbe stato chiamato a rendere conto della sua vita e prese la cosa seriamente. I cristiani dovrebbero prendere seriamente l’idea che saranno chiamati a rendere conto, cosa che può essere una gioia se ci occupiamo correttamente degli affari del nostro Maestro. In secondo luogo, approfittò della sua posizione per assicurarsi un futuro confortevole.

iii. L’analisi di Gesù vale ancora oggi: i figli di questo mondo, nella loro generazione, sono più avveduti dei figli della luce. Se perseguissimo il Regno di Dio con lo stesso vigore e zelo con cui i figli di questo mondo perseguono i profitti e i piaceri, vivremmo in un mondo completamente diverso. Si potrebbe dire che è una vergogna per la Chiesa che la Coca-Cola sia più diffusa del vangelo di Gesù Cristo. Semplicemente, è perché i figli di questo mondo, nella loro generazione, sono più avveduti dei figli della luce.

iv. “Va’ dagli uomini del mondo, cristiano, e non permettere che si dica che gli studenti del diavolo sono più studiosi e seri dei discepoli di Cristo.” (Maclaren)

2. (9) Gestire le finanze con gli occhi rivolti verso l’eternità.

«Or io vi dico: Fatevi degli amici con le ricchezze ingiuste perché, quando esse verranno a mancare, vi ricevano nelle dimore eterne».

a. Fatevi degli amici con le ricchezze ingiuste: Gesù usa il principio della parabola per ricordarci che dobbiamo usare le nostre risorse presenti per prepararci all’eternità.

i. Ricchezze ingiuste: In alcune traduzioni viene usato il termine mammona. “La parola ‘mammona’ viene dall’aramaico mammon, che originariamente significava ‘ciò in cui si ripone la propria fiducia’, quindi le ricchezze.” (Pate)

ii. Gesù le chiamò ricchezze ingiuste, perché “le ricchezze promettonoMOLTO, ma non fanno NULLA; accendono la speranza e la fiducia, e ingannano entrambe; rendendo l’uomo dipendente da esse per la felicità, lo privano della salvezza di Dio e della gloria eterna.” (Clarke)

b. Perché, quando esse verranno a mancare, vi ricevano nelle dimore eterne: Il mondo è pieno di pianificatori e consulenti finanziari; ed è bene che i cristiani imparino come usare saggiamente il loro denaro. Ma quando la maggior parte dei cristiani parla di saggia gestione del denaro, dimenticano di praticare il tipo più importante di investimento a lungo termine: investire con un occhio all’eternità, alle dimore eterne.

i. L’importante è investire ora le proprie risorse per il Signore; la maggior parte di noi aspetta fino al giorno in cui pensiamo di avere abbastanza.

ii. In un sondaggio condotto molto tempo fa (1992), è stato chiesto alle persone quanti soldi avrebbero dovuto guadagnare per vivere il “sogno americano”. Quelli che guadagnavano 25.000 dollari o meno all’anno pensavano che avrebbero avuto bisogno di circa 54.000 dollari. Quelli che avevano un reddito di circa 100.000 dollari annui dissero che avrebbero raggiunto il sogno con una media di 192.000 dollari l’anno. Queste cifre indicano che tipicamente pensiamo di dover raddoppiare le nostre entrate per vivere la bella vita – invece di viverla ora.

3. (10-12) La fedeltà nelle piccole cose dimostra la fedeltà che uno avrà nelle grandi cose.

«Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è ingiusto nel poco, è ingiusto anche nel molto. Se dunque voi non siete stati fedeli nelle ricchezze ingiuste, chi vi affiderà le vere? E se non siete stati fedeli nelle ricchezze altrui, chi vi darà le vostre?».

a. Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto: Secondo le parole di Gesù, il denaro è considerato una delle cose di poco conto. Pertanto, se una persona non è in grado di essere fedele nel gestire il poco, non bisogna pensare che sia fedele nel gestire il molto.

i. Se una persona è falsa e infedele nella vita quotidiana, non importa se sa dare un’immagine cristiana di sé; è falsa e infedele anche nella vita spirituale e nessuno dovrebbe affidarle le vere ricchezze (le ricchezze spirituali).

b. Se dunque voi non siete stati fedeli nelle ricchezze ingiuste, chi vi affiderà le vere? In questo senso, coloro che sono leader in mezzo al popolo di Dio devono essere buoni amministratori del proprio denaro. Se una persona non sa essere fedele davanti a Dio con il denaro che Egli dà, come può essere fedele nel prendersi cura delle persone?

i. Ovviamente, ciò non vuol dire che i leader della chiesa debbano essere ricchi o fare molti soldi. È una questione di come gestiscono le risorse che Dio ha dato loro, non di quanto queste siano grandi.

ii. Purtroppo, quando si tratta della questione di chi vi affiderà le vere ricchezze, troppi cristiani sono disposti ad affidare la loro cura spirituale a una persona che non è in grado nemmeno di occuparsi delle ricchezze ingiuste.

c. Se non siete stati fedeli nelle ricchezze altrui: Gesù sembra riferirsi al fatto che tutte le nostre ricchezze appartengono a Dio e che quindi dobbiamo capire che, in realtà, stiamo gestendo le Sue risorse. La fedeltà in questo si tradurrà in una benedizione che sarà nostra (vi darà le vostre).

i. “Così Dio mette alla prova gli uomini, dando loro del denaro, per sapere fino a che punto possa fidarsi di loro negli affari della Nuova Gerusalemme.” (Meyer)

4. (13) Nessuno può essere fedele a più di un padrone.

«Nessun servo può servire a due padroni; perché o odierà l’uno e amerà l’altro, o si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro; voi non potete servire a Dio e a mammona».

a. Nessun servo può servire a due padroni: Avere due padroni non è come fare due lavori. Gesù ha in mente la relazione tra padrone e schiavo. Uno schiavo non può appartenere a due padroni allo stesso tempo.

i. Gesù afferma che servire due padroni è semplicemente impossibile. Se pensi di poterci riuscire, ti stai illudendo. Si può avere sia il denaro che Dio, ma non si può servire sia al denaro che a Dio.

ii. Ovviamente, Gesù qui allude al cuore. Molte persone dicono di amare Dio, ma il loro servizio al denaro dimostra che in realtà non è così. Come possiamo sapere a chi o a che cosa serviamo? Un modo è attraverso questo principio: ti sacrificherai per il tuo Dio. Se ti sacrifichi per amore del denaro, ma non ti sacrifichi per amore di Gesù, non ingannare te stesso: il denaro è il tuo Dio.

iii. Un venerdì pomeriggio del 1990, un uomo d’affari barcollava sui gradini del suo ufficio a Los Angeles. Prima di morire per la ferita d’arma da fuoco al petto, gridò i nomi dei suoi tre figli. Intanto, però, stringeva ancora il suo Rolex da 10.000 dollari tra le mani. Fu una delle vittime coinvolte in una serie di furti di Rolex – e fu ucciso in sacrificio al suo dio.

iv. Una storia del 1992 sul Los Angeles Times raccontava di Michelle, una scrittrice e redattrice di successo, che temeva il giorno in cui suo marito avrebbe potuto scoprire la sua scorta segreta di carte di credito, la sua casella postale segreta o gli altri trucchi che usava per nascondere quanti soldi spendeva per i suoi acquisti. “Guadagno tanto quanto mio marito… Se voglio un vestito di Ann Taylor da 500 dollari, me lo merito e nessuno ci deve mettere il becco. Quindi la cosa più facile da fare è mentire”, spiegava. Qualche tempo fa, quando suo marito la costrinse a distruggere una delle sue carte di credito, Michelle uscì e ne prese una nuova senza dirglielo. “Vivo nella paura. Se scopre che ne ho una nuova, mi ucciderà”.

v. Un insegnante di scuola aggiunse, scherzando: “Gli uomini non capiscono che lo shopping è la nostra droga preferita”, pur ammettendo che alcuni mesi il suo stipendio serviva esclusivamente a pagare il saldo minimo delle sue carte di credito. “Entrare nel South Coast Plaza è come camminare attraverso le porte del paradiso. Dio ha creato il portabagagli perché le donne ci nascondessero le borse della spesa”.

vi. Una giovane professionista di nome Mary disse: “Lo shopping è il mio svago, il mio modo di coccolarmi. Quando entri [in un centro commerciale] e vedi tutti quei negozi, è come se qualcosa prendesse il sopravvento e tu ne rimanessi ammaliato”.

b. Voi non potete servire a Dio e a mammona: Alcuni pensano che il semplice fatto di non essere ricchi non li renda schiavi del denaro (mammona). Il punto è che non serve essere ricchi per essere servi di mammona; i poveri hanno un potenziale di avidità e di concupiscenza tanto quanto i ricchi.

i. “Quando si serve Dio, Mammona è usato in modo benefico. Quando si serve Mammona, ciò che Dio richiede viene ignorato.” (Morgan)

ii. “La saggezza dell’uomo di mondo (come le ali dello struzzo) lo aiuta a superare gli altri sulla terra e nelle cose terrene, ma non lo aiuta mai a raggiungere il cielo.” (Trapp)

iii. “Il denaro che governa l’uomo diventa la sua più grande maledizione, perché indurisce il suo cuore e paralizza le sue più nobili forze. Il denaro di un uomo governato da Dio è una benedizione, perché diventa il mezzo attraverso cui egli esprime la sua compassione verso i suoi simili.” (Morgan)

5. (14-15) Gesù risponde alle beffe dei farisei.

Or i farisei, che erano amanti del denaro, udivano tutte queste cose e si beffavano di lui. Ed egli disse loro: «Voi siete quelli che giustificate voi stessi davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori; poiché ciò che è grandemente stimato tra gli uomini è cosa abominevole davanti a Dio».

a. E si beffavano di lui: La derisione dei farisei era basata sul loro interesse personale. Erano amanti del denaro. Spesso rifiutiamo il messaggio di Gesù perché va troppo dritto al punto.

i. Beffavano: “La parola significa letteralmente che essi storcevano il naso davanti a Lui.” (Barclay)

b. Voi siete quelli che giustificate voi stessi davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: Certo, è possibile giustificare sé stessi davanti agli uomini, perché le parole dolci e un sorriso “amorevole” possono ingannare. Ma Dio conosce i cuori – quando si serve un altro padrone, è impossibile essere giustificati davanti a Dio, indipendentemente da quale sia l’opinione degli uomini.

i. Per alcuni sapere che Dio conosce i vostri cuori è una consolazione; per altri è una maledizione.

c. Poiché ciò che è grandemente stimato tra gli uomini è cosa abominevole davanti a Dio: Dio giudica i nostri cuori con dei valori diversi. Gli uomini possono onorare qualcuno per la sua ricchezza o per la sua ostentazione pubblica di spiritualità, ma Dio vede al di là delle apparenze.

6. (16-18) La natura immutabile della legge di Dio.

«La legge e i profeti arrivano fino a Giovanni; da allora in poi il regno di Dio è annunziato e ognuno si sforza di entrarvi. Ma è più facile che passino il cielo e la terra, piuttosto che cada un sol apice della legge. Chiunque manda via la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio; e chiunque sposa una donna mandata via dal marito, commette adulterio».

a. La legge e i profeti arrivano fino a Giovanni: Gesù qui dice che il ministero di Giovanni Battista ha segnato la fine di un grande aspetto dell’opera di Dio. Da allora in poi (il tempo che termina con il ministero di Giovanni) viene presentata la buona notizia di una nuova alleanza, con un sistema diverso da quello della legge, ma che comunque la adempie.

b. Il regno di Dio è annunziato e ognuno si sforza di entrarvi: Al tempo di Gesù, c’erano centinaia di rivoluzionari disposti a usare la violenza per stabilire il regno di Dio. Seppure non imitiamo la loro violenza, imitiamo la loro dedizione, la loro disposizione al sacrificio e la loro passione di vedere il Messia regnare. In un certo senso, anche noi siamo in guerra.

i. Pate riteneva che l’espressione “si sforza di entrarvi non descrivesse lo sforzo appropriato e lo zelo necessario per perseguire il regno di Dio. Pensava, invece, che descrivesse il tentativo delle potenze demoniache (e dei loro agenti umani) di entrare con forza e interrompere o distruggere l’opera del regno di Dio, riguardando l’opposizione all’opera di Gesù. Certamente, in quest’ottica, sono veri entrambi i punti di vista.

c. Ma è più facile che passino il cielo e la terra, piuttosto che cada un sol apice della legge: Mentre Gesù parlava di un nuovo aspetto dell’opera di Dio che era iniziato dopo il ministero di Giovanni Battista, non voleva che si pensasse che il nuovo aspetto dell’opera di Dio ignorasse o trascurasse la legge.

i. Ma il nuovo ordine in cui dobbiamo sforzarci di entrare non è un ordine di ribellione; è un nuovo ordine di sottomissione e obbedienza a Dio; il Suo nuovo ordine adempie la legge.

d. Chiunque manda via la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio: Per esempio, la legge sul matrimonio è ancora vincolante – non importa come alcuni rabbini abbiano cercato di distorcerla. Alcuni di loro insegnavano che, se una donna avesse bruciato la colazione del marito, questi avrebbe avuto un giusto motivo per divorziare da lei. Altri ritenevano che trovare una donna più bella fosse una ragione accettabile per divorziare.

i. Gesù insegna qui la regola generale riguardo al matrimonio e al divorzio, ma è pericoloso formare una dottrina su affermazioni isolate di Gesù senza prendere in considerazione l’intero consiglio del Suo insegnamento.

ii. Poiché Gesù insegnò anche che l’immoralità sessuale era un motivo accettabile per il divorzio (Matteo 5:31-32, 19:7-9) e più tardi l’apostolo Paolo aggiunse che anche l’abbandono da parte di un coniuge non credente era un motivo accettabile (1 Corinzi 7:15), dobbiamo considerare che il comando di Gesù qui si riferisca a colui che manda via la propria moglie senza una vera motivazione biblica e ne sposa un’altra, commettendo, così, adulterio.

iii. Come prima, Gesù mette l’accento su un punto essenziale: sotto il nuovo patto (dai giorni del ministero di Giovanni Battista), Dio si interessa ancora della Sua legge e della nostra obbedienza.

B. La storia di Lazzaro e dell’uomo ricco.

1. (19-21) Lazzaro e l’uomo ricco sulla terra.

«Or vi era un uomo ricco, che si vestiva di porpora e bisso, e ogni giorno se la godeva splendidamente. Vi era anche un mendicante chiamato Lazzaro, che giaceva alla sua porta tutto coperto di piaghe ulcerose, e desiderava saziarsi delle briciole che cadevano dalla tavola del ricco; e perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe».

a. Or vi era un uomo ricco: Gesù non presenta questa storia come una parabola, né in nessun’altra parabola specifica mai il nome di un individuo (come nel caso del povero qui). Abbiamo tutte le ragioni per credere che Gesù stia raccontando una storia vera, di cui è a conoscenza dalla Sua prospettiva eterna.

b. Si vestiva di porpora e bisso, e ogni giorno se la godeva splendidamente: La ricchezza dell’uomo ricco era evidente dal suo abbigliamento di bisso (lussuoso e costoso) e dal suo esagerare con il cibo (la maggior parte delle persone in quella cultura se la godeva splendidamente solo poche volte all’anno).

i. Godeva splendidamente: “Espressione che indica un buongustaio che si nutre di piatti esotici e costosi. Quel ricco lo faceva ogni giorno.” (Barclay)

ii. L’uomo ricco non ha nome, ma gli è stato tradizionalmente dato il nome Dives, che in latino vuol dire semplicemente ricco.

c. Vi era anche un mendicante chiamato Lazzaro, che giaceva alla sua porta tutto coperto di piaghe ulcerose, e desiderava saziarsi delle briciole: Non lontano dall’uomo ricco, alla sua porta, c’era un uomo disperatamente povero e malato. L’uomo ricco non fece nulla contro Lazzaro, se non trascurarlo e ignorarlo.

i. “Ecco due uomini, tra cui ogni giorno non ci sono nemmeno venti metri a dividerli, eppure c’è un mare a separarli.” (Morrison)

ii. “Il nome è la forma latinizzata di Eleazar e significa Dio è il mio aiuto.” (Barclay)

iii. Saziarsi delle briciole che cadevano dalla tavola del ricco: “Il cibo si mangiato con le mani e, nelle case più abbienti, si pulivano le mani strofinandole su pezzi di pane, che poi venivano gettati via. Queste erano le briciole che Lazzaro stava aspettando.” (Barclay)

iv. I cani venivano a leccare le sue piaghe: Gesù descrive la miseria del mendicante con dettagli forti e nauseanti.

2. (22-23) Lazzaro e l’uomo ricco all’inferno.

«Or avvenne che il mendicante morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abrahamo; morì anche il ricco e fu sepolto. E, essendo tra i tormenti nell’inferno, alzò gli occhi e vide da lontano Abrahamo e Lazzaro nel suo seno».

a. Or avvenne che il mendicante morì […] morì anche il ricco e fu sepolto: Entrambi gli uomini alla fine morirono. Lazzaro non ebbe nemmeno l’onore di una sepoltura in questa vita, ma il cielo lo onorò, essendo portato dagli angeli nel seno di Abrahamo. L’uomo ricco ebbe l’onore di una sepoltura, ma non c’era nessuna scorta angelica ad aspettarlo o né a condurlo a una destinazione piacevole.

i. Sembrerebbe ovvio che, quando il mendicante fu portato dagli angeli, si parli della sua anima o del suo spirito, l’aspetto immateriale ed eterno del suo essere. Lo stesso valeva per l’uomo ricco, tranne che per l’assenza degli angeli. Il suo corpo fu sepolto e rimase sulla terra, ma lui era tra i tormenti nell’inferno.

ii. “Il seno di Abrahamo è un concetto che può essere spiegato in tre diversi modi.” (Pate)

·L’idea che, nella morte, i giusti siano riuniti ai patriarchi nella fede (Genesi 15:15, 25:8).

·L’idea dell’amore e della cura di un genitore, come in Giovanni 1:18 (l’unigenito Figlio, che è nel seno del Padre).

·L’idea di sedere al posto d’onore a un banchetto, come in Giovanni 13:23.

iii. Non dobbiamo pensare che Lazzaro sia stato salvato per la sua povertà, così come non dobbiamo pensare che il ricco sia stato dannato a motivo della sua ricchezza. Lazzaro deve aver avuto una vera relazione di fede con il vero Dio, mentre il ricco no. Le circostanze della loro vita hanno reso quella fede più facile o più difficile, ma non l’hanno creata.

b. E, essendo tra i tormenti nell’inferno, alzò gli occhi e vide da lontano Abrahamo e Lazzaro nel suo seno: L’uomo ricco non era lontano da Lazzaro, eppure si trovava in un mondo a parte. Il suo posto era pieno di tormento e di dolore, mentre Lazzaro godeva del conforto e delle cure di Abrahamo.

i. “Avere punizione senza pietà, miseria senza misericordia, dolore senza soccorso, pianto senza compassione, malizia senza misura, tormenti senza fine, oltre ogni immaginazione.” (Trapp)

c. Essendo tra i tormenti nell’inferno: In questa storia Gesù descrive un luogo che chiama inferno (Ades nella Nuova Riveduta), che sembra essere la dimora comune dei morti. L’uomo ricco e Lazzaro non erano nello stesso posto, ma non erano lontani l’uno dall’altro. Forse è meglio dire che erano in due zone dello stesso luogo (Ades), una un luogo di tormenti e l’altra un luogo di conforto (seno di Abramo).

i. Nel racconto di Gesù troviamo alcuni accenni al mondo dell’aldilà come era allora e com’è oggi. Dalla descrizione di Gesù, si può dire che a quel tempo – prima dell’opera completa di Gesù sulla croce – lo spirito o l’anima dei morti andava in un posto chiamato Ades. Alcuni nell’Ades riposavano nel conforto; altri soffrivano tormenti di fuoco.

ii. Inferno (Ades) è una parola greca, ma sembra avere lo stesso significato di Sheol, una parola ebraica che indica il “soggiorno dei morti”. Sheol non ha alcun riferimento diretto né al tormento né alla felicità eterna. L’idea di Sheol è spesso semplicemente “la tomba” e la comprensione della vita dopo la morte nell’Antico Testamento è molto meno chiara che nel Nuovo Testamento.

iii. Tecnicamente, l’Ades non è l’inferno, o quello che è anche conosciuto come lo stagno di fuoco. Quel luogo è chiamato Geenna, una parola greca presa in prestito dalla lingua ebraica. In Marco 9:43-44, Gesù parla dell’inferno (geenna), una traduzione greca dell’ebraico “Valle di Hinnom”, un luogo fuori dalle mura di Gerusalemme profanato dal culto di Molech e dai sacrifici umani (2 Cronache 28:1-3; Geremia 32:35). Era anche una discarica dove venivano bruciati rifiuti e spazzatura. I fumi puzzolenti e i vermi infettati della Valle di Hinnom divennero un’immagine grafica ed efficace del destino dei dannati. Questo luogo è anche chiamato “stagno di fuoco” in Apocalisse 20:13-15, preparato per il diavolo e i suoi angeli (Matteo 25:41).

iv. L’Ades è una specie di luogo di attesa fino al giorno del giudizio finale (Apocalisse 20:11-13). Tuttavia, a motivo dell’opera completa di Gesù sulla croce, non c’è attesa per i credenti che muoiono; essi vanno direttamente in cielo, alla presenza del Signore (2 Corinzi 5:6-8). È ragionevole pensare che Gesù, quando visitò l’Ades come parte della Sua opera redentrice (Atti 2:24-27, Atti 2:31) e quando predicò nell’Ades (1 Pietro 3:18-19), ne abbia liberato i prigionieri (Efesini 4:8-9, Isaia 61:1). L’opera e la predicazione di Gesù offrirono la salvezza a coloro che, come Lazzaro, la attendevano con fede (Ebrei 11:39-40), sigillando anche la condanna dei malvagi e degli increduli.

3. (24-26) La richiesta dell’uomo ricco.

«Allora, gridando, disse: “Padre Abrahamo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito per rinfrescarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abrahamo disse: “Figlio, ricordati che tu hai ricevuto i tuoi beni durante la tua vita e Lazzaro similmente i mali; ora invece egli è consolato e tu soffri. Oltre a tutto ciò, fra noi e voi è posto un grande baratro, in modo tale che coloro che vorrebbero da qui passare a voi non possono; così pure nessuno può passare di là a noi”».

a. Padre Abrahamo, abbi pietà di me: L’uomo ricco era sicuramente un discendente di Abrahamo e il grande padre della fede non lo rinnegò. Tuttavia, avere Abrahamo come padre non fu sufficiente per sfuggire al tormento nella vita a venire. Ora era l’uomo ricco a mendicare e a supplicare Abrahamo.

i. Come già detto, l’uomo ricco non era nel tormento perché era ricco, ma perché viveva una vita senza amore e fiducia in Dio, come si osserva chiaramente dal modo in cui viveva la sua vita. Lo stesso Lazzaro era più ricco dell’uomo nella storia di Gesù.

b. Manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito per rinfrescarmi la lingua: Anche nell’aldilà il ricco si considerava superiore e vedeva Lazzaro come suo servo. Questo dimostra che la morte non aveva cancellato il suo senso di presunzione e di prestigio che aveva avuto nel corso della vita.

i. “Né poteva sostenere di non conoscere Lazzaro, perché lo aveva riconosciuto subito nel seno di Abrahamo. Non era la mancanza di conoscenza, quindi, ma la mancanza di considerazione il segreto più intimo della sua tragedia.” (Morrison)

ii. La morte, inoltre, non aveva tolto all’uomo ricco il senso del desiderio, ma solo l’appagamento di quel desiderio. Questo era il vero tormento ed egli cercava disperatamente anche solo una goccia di sollievo.

c. Figlio, ricordati che tu hai ricevuto i tuoi beni: Durante la sua vita terrena, il ricco aveva goduto di tutte le cose buone della vita, ma non le aveva condivise né le aveva usate per prepararsi alla vita futura.

i. L’uomo ricco è quindi in contrasto con la parabola del fattore infedele (Luca 16:1-12), il quale usò la sua posizione per prepararsi a quella successiva; il ricco non lo fece.

d. Fra noi e voi è posto un grande baratro, in modo tale che coloro che vorrebbero da qui passare a voi non possono: Sebbene il ricco potesse vedere e parlare con Abrahamo, non era affatto vicino a lui. C’era un grande baratro tra loro e i loro destini erano ormai decisi per sempre.

i. Ricordiamo che tutto ciò accadde allo spirito o all’anima dell’uomo ricco, la parte immateriale del suo essere. Il suo corpo era ancora sepolto, eppure non cessò di esistere o di essere consapevole.

ii. Non vediamo alcuna idea di sonno dell’anima o di annichilimento; né di progressione spirituale o reincarnazione. Inoltre, “Non c’è nessun accenno qui al purgatorio o alla purificazione riparatrice. L’abisso è stato fissato, si presume, da Dio.” (Pate)

4. (27-31) L’uomo ricco si dà pensiero per i suoi fratelli.

«Ma quello disse: “Ti prego dunque, o padre, di mandarlo a casa di mio padre, perché io ho cinque fratelli, affinché li avverta severamente, e così non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Abrahamo rispose: “Hanno Mosè e i profeti, ascoltino quelli”. Quello disse: “No, padre Abrahamo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno”. Allora egli gli disse: “Se non ascoltano Mosè e i profeti, non crederanno neppure se uno risuscitasse dai morti”».

a. Ti prego dunque, o padre: Viene di nuovo enfatizzato che è l’uomo ricco ora a mendicare, non più Lazzaro.

b. Di mandarlo a casa di mio padre, perché io ho cinque fratelli, affinché li avverta severamente: Vediamo di nuovo che l’uomo ricco continuava ancora a considerare Lazzaro come suo servo. Chiese ad Abrahamo di mandare Lazzaro per un altro incarico (forse in un sogno o una visione), questa volta a beneficio dei suoi cinque fratelli.

i. Ovviamente, l’uomo ricco ricordava e si preoccupava dei suoi parenti anche una volta passato dalla terra alla vita nell’aldilà. La sua memoria non fu cancellata, né gli fu data una nuova coscienza.

c. Così non vengano anch’essi in questo luogo di tormento: Adesso l’uomo ricco si preoccupava che gli altri non raggiungessero il luogo di tormento. Aveva vissuto la sua vita senza preoccuparsene, né per sé stesso né per gli altri. Se lui stesso avesse potuto raggiungere i suoi fratelli, lo avrebbe fatto, ma aveva capito che ciò era impossibile, tant’è che non lo chiese nemmeno.

i. Il fatto che l’uomo ricco menziona i suoi cinque fratelli ci fa vedere come per la prima volta l’uomo non pensi solo a sé stesso. Sfortunatamente, la sua preoccupazione per gli altri arriva quando è ormai troppo tardi per fare del bene.

d. Hanno Mosè e i profeti, ascoltino quelli: Abrahamo fece notare che i fratelli del ricco avevano tutte le informazioni necessarie per sfuggire al tormento dell’Ades. Ascoltare e mettere in pratica Mosè e i profeti era sufficiente.

i. Abrahamo rispose: “Luca usa il presente storico per la risposta di Abrahamo: Abrahamo risponde: ‘Hanno Mosè e i profeti, ascoltino quelli’.” (Pate)

ii. “Se l’intera creazione di Dio, dopo essere stata passata al setaccio dalla mano della scienza, non ha fatto altro che testimoniare la verità della rivelazione – se tutta la storia delle città sepolte e delle nazioni scomparse non ha fatto altro che predicare la verità riguardante la veridicità della Bibbia – se ogni pezzo di terra nel lontano Oriente è stato un’esposizione e una conferma delle profezie della Scrittura; se gli uomini non sono ancora convinti, pensate forse che un uomo morto che risorge dalla morte riuscirebbe a convincerli?”. (Spurgeon)

iii. “Se la Sacra Scrittura non è nelle mani di Dio abbastanza per portarvi alla fede di Cristo, allora, anche se un angelo dal cielo, anche se i santi dalla gloria, anche se Dio stesso scendesse sulla terra per predicarvi, voi continuereste a non essere convinti e a non essere benedetti.” (Spurgeon)

e. No, padre Abrahamo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno: Il ricco obiettò immediatamente, sapendo che la sua famiglia non prendeva sul serio Mosè e i profeti. Sperava disperatamente che, se qualcuno fosse tornato dai morti, sarebbe stato più convincente della Parola di Dio. Tuttavia, non sarebbe stato più convincente, perché se non avessero creduto alla Parola di Dio, non sarebbero stati persuasi neanche se qualcuno fosse risorto dai morti.

i. L’uomo ricco sapeva cosa dovevano fare i suoi fratelli e cosa lui non fece: ravvedersi. Sperava erroneamente che un’apparizione spettacolare di qualcuno dalla morte li avrebbe persuasi, ma Abrahamo sapeva che non sarebbe successo. Dopo tutto, il non credente pensa che la Bibbia parli già troppo del giudizio e dell’inferno; non vogliono sentirne parlare, anche se il messaggero viene dall’aldilà.

ii. Certo, Gesù era risuscitato dai morti; eppure, molti del tempo continuarono a non credere. Perdi più, anche un uomo chiamato Lazzaro era tornato dai morti (Giovanni 11:38-44) e i capi religiosi non gli credettero; anzi, cercarono di ucciderlo (Giovanni 12:9-10).

iii. Con la Sua storia, Gesù mostrò che confidare nei segni per portare le persone alla fede non è efficace. È facile pensare che, se la gente vedesse un segno abbastanza spettacolare, allora sì che crederebbe. Ma ciò che crea la fede per la salvezza è udire la Parola di Dio (Romani 10:17); un segno può o non può avere un ruolo in quell’opera. Dio, operando attraverso la Sua Parola, ha il potere di salvare. “Egli dichiara che gli scritti sacri sono di per sé tanto potenti quanto la consegna del loro messaggio da parte di qualcuno risorto dai morti.” (Morgan)

iv. “Anche se un cimitero dovesse prendere vita e alzarsi di fronte all’infedele che nega la verità del cristianesimo, dichiaro che non credo che ci sarebbero abbastanza prove in tutti i cimiteri del mondo per convincerlo. L’infedeltà chiederebbe ancora qualcosa di più.” (Spurgeon)

v. “Sono convinto che Lazzaro dal seno di Abrahamo non sarebbe un così buon predicatore come un uomo che non è ancora morto, le cui labbra sono state toccate con un carbone ardente preso dall’altare.” (Spurgeon)

vi. La ricchezza dell’uomo ricco non fu la causa della sua perdizione, ma perché aveva ignorato la legge e i profeti. Molti si perderanno per lo stesso motivo.

vii. In un certo senso, l’uomo ricco della storia di Gesù era molto diverso dai leader religiosi, i farisei. Il primo viveva una vita di eccessi e indulgenze gastronomiche, mentre i secondi erano rigidi, disciplinati e super autocontrollati. Tuttavia, condividevano questo con l’uomo ricco: non si curavano dei bisognosi intorno a loro e li disprezzavano con la loro negligenza. Ecco perché erano così offesi quando Gesù insegnava e si prendeva cura dei pubblicani e dei peccatori (Luca 15:1-2). “Due fiumi possono essere separati da cento miglia e comunque scaturire dallo stesso lago.” (Morrison)

© 2023 The Enduring Word Bible Commentary by David Guzik – ewm@enduringword.com

Categories: Italian Commentary

© Copyright 2018 - Enduring Word       |      Site Hosted & Maintained by Local View Marketing    |    Privacy Policy