Giovanni 9




Giovanni 9 – Gesù dona la vista ad un uomo nato cieco

A. L’uomo viene guarito.

1. (1-2) I discepoli pongono una domanda.

Mentre passava, vide un uomo che era cieco fin dalla nascita. E i suoi discepoli lo interrogarono, dicendo: «Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?».

a. Mentre passava: Il capitolo precedente si è concluso mentre Gesù passava in mezzo a quelli che volevano lapidarlo, perché lo consideravano colpevole di bestemmia. Giovanni prosegue la narrazione descrivendo Gesù che passava davanti ad un uomo cieco fin dalla nascita.

i. Il testo fa intendere che Gesù non era rimasto scosso né turbato dal confronto quasi mortale appena avuto con i capi religiosi. “Appare calmo, in possesso delle proprie facoltà mentali, agendo con la più totale noncuranza verso i Suoi nemici e il loro odio.” (Boice)

ii. Gesù veniva spesso vituperato, ma non si scomponeva mai. “Una delle cose degne di nota riguardo al carattere del nostro Signore è la Sua meravigliosa tranquillità di spirito, specialmente la Sua straordinaria calma alla presenza di quelli che Lo giudicavano male, Lo insultavano e Lo calunniavano.” (Spurgeon)

iii. “L’uomo cieco era seduto lì a mendicare (Giovanni 9:8), in tutta probabilità proclamando a gran voce di essere nato così; altrimenti, difficilmente i discepoli avrebbero potuto porre la domanda che segue.” (Alford)

b. Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco? I discepoli consideravano quest’uomo un enigma irrisolto. Non mostrarono alcun interesse nell’aiutare l’uomo, ma solo nel discutere le possibili cause della sua condizione.

i. Gesù mostrerà loro un’altra via. Non rimarrà invischiato in quell’enigma teologico, ma si soffermerà piuttosto ad aiutare l’uomo. “Il nostro compito non è quello di speculare, bensì quello di compiere atti di misericordia ed amore, secondo il tenore del Vangelo. Facciamo in modo di essere meno inquisitori e più pratici, meno alla ricerca di enigmi dottrinali da svelare, e più per portare il pane della vita alle moltitudini affamate.” (Spurgeon)

ii. Spesso sospettiamo che a maggiore sofferenza corrisponda maggiore colpevolezza. I discepoli ne erano talmente convinti da chiedersi se l’uomo avesse peccato addirittura prima di essere nato, provocando così la propria cecità. “Soffermandosi sulla retribuzione divina, non erano in una posizione molto diversa da quella degli amici di Giobbe.” (Bruce)

iii. “Era ampiamente accettato che una tale sofferenza, soprattutto una sofferenza tanto devastante quanto la cecità, fosse dovuta al peccato. Il rabbino Ammi ne spiega il principio generale: ‘Non c’è morte senza peccato, e non c’è sofferenza senza iniquità’.” (Morris)

iv. Dods suggerì cinque possibili ragioni alla base della loro domanda:

·A quei tempi, alcuni Giudei credevano nella preesistenza delle anime e nella possibilità che quelle anime nella loro preesistenza potessero commettere peccato.

·A quei tempi, alcuni Giudei credevano in una specie di reincarnazione, e che quindi probabilmente l’uomo avesse peccato in un’esistenza precedente.

·A quei tempi, alcuni Giudei credevano che un bambino potesse peccare nel grembo.

·Credevano che la punizione fosse dovuta ad un peccato che l’uomo avrebbe commesso in futuro.

·Erano talmente sbalorditi da tirare fuori una possibilità totalmente insensata senza prima fermarsi a riflettere.

2. (3-5) Gesù affronta la domanda, senza rispondere.

Gesù rispose: «Né lui né i suoi genitori hanno peccato, ma ciò è accaduto, affinché siano manifestate in lui le opere di Dio. Bisogna che io compia le opere di colui che mi ha mandato, mentre è giorno; la notte viene in cui nessuno può operare. Mentre sono nel mondo, io sono la luce del mondo».

a. Né lui né i suoi genitori hanno peccato: Innanzitutto, Gesù affermò che la cecità dell’uomo, essenzialmente un difetto di nascita, non era stata causata da un peccato specifico commesso dall’uomo o dai suoi genitori.

i. I difetti di nascita ed altre tragedie simili sono a volte causate da uno o più comportamenti peccaminosi dei genitori. Eppure, molto più spesso – e nella situazione affrontata qui da Gesù – la causa è semplicemente il peccato e la nostra condizione decaduta in generale, non un peccato specifico. Il peccato di Adamo diede inizio al principio della morte e alla distruzione che essa porta nel mondo, di cui noi da quel momento fino ad ora subiamo ancora le conseguenze.

b. Affinché siano manifestate in lui le opere di Dio: Parlando della condizione dell’uomo, Gesù disse ai discepoli che persino la sua cecità faceva parte del piano di Dio, affinché siano manifestate in lui le opere di Dio.

i. Pensate a tutte le volte in cui il cieco, da piccolo, chiese a sua madre: “Perché sono cieco?” Ella forse non pensò mai di avere una buona risposta da dare. Gesù spiega: è perché Dio vuole operare persino in questa situazione e attraverso di essa.Egli distoglie lo sguardo dal perché e si concentra su quello che Dio può fare in questa circostanza.

ii. Nel caso di quest’uomo, l’opera specifica di Dio si sarebbe presto rivelata: guarirlo della sua cecità. Dio può rivelare le proprie opere in altre vite in modi diversi, come per esempio la gioia e la perseveranza nel mezzo delle difficoltà.

iii. “Nell’economia della Provvidenza di Dio, la sua sofferenza aveva una ragione ed uno scopo, ovvero quello di manifestare le opere di Dio attraverso la guarigione ricevuta dal Redentore.” (Alford)

iv. “Il male fa progredire l’opera di Dio nel mondo. Nella vittoria sul male e nella sua abolizione Dio è manifestato. La domanda da porsi non deve essere: ‘Da dove proviene la sofferenza?’, piuttosto: ‘Che cosa ne dobbiamo fare?’” (Dods)

v. “Ciò non significa che Dio abbia provocato deliberatamente la nascita del bambino cieco affinché, molti anni dopo, la Sua gloria fosse manifestata grazie alla guarigione della cecità; ritenere ciò sarebbe una calunnia contro il carattere di Dio. Significa invece che Dio ha annullato la sciagura del bambino in modo che egli, una volta cresciuto e recuperata la vista, potesse contemplare la gloria di Dio nel volto di Cristo, e gli altri, vedendo l’opera di Dio, potessero rivolgersi alla vera Luce del Mondo.” (Bruce)

vi. “Dobbiamo supporre che ogni sofferente venga prima o poi reso consapevole di aver contribuito all’avanzamento del Regno, sebbene oggi egli soffra ciecamente, poco consapevole di quel privilegio.” (Trench)

c. Bisogna che io compia le opere di colui che mi ha mandato, mentre è giorno: Anziché soffermarsi sull’uomo e trattarlo come un problema teologico, Gesù lo considerò come un’opportunità di compiere le opere di Dio. Gesù percepì l’urgenza di compiere quest’opera mentre era ancora giorno, ovvero durante il Suo ministero terreno.

i. Bisogna che io compia è un’affermazione meravigliosa di Gesù. L’Operaio è “un titolo ben meritato del Signore Gesù Cristo. Egli è l’operaio, il capo operaio, e l’esempio per tutti gli operai.” (Spurgeon)

ii. “Operava nelle limitazioni della mortalità, e riconobbe nella brevità della vita un’altra chiamata al servizio continuo e zelante.” (Maclaren)

iii. “Ogni volta che vediamo un uomo sofferente e tribolato, il modo corretto di approcciarsi alla situazione non è incolparlo e capire come sia arrivato lì, bensì è dire: ‘Ecco un’occasione per manifestare l’amore onnipotente di Dio. Ecco un’occasione per manifestare la grazia e la bontà del Signore’.” (Spurgeon)

d. La notte viene in cui nessuno può operare: Gesù sapeva che le opportunità di servire e fare del bene non sarebbero durate per sempre. Sapeva inoltre che la guarigione di quell’uomo in giorno di sabato avrebbe portato a una più aspra opposizione da parte dei capi religiosi, che già volevano metterlo a tacere ed ucciderlo. Eppure, la Sua compassione per l’uomo lo portò ad agire comunque.

i. “Il nostro Signore, quale uomo qui sulla terra, aveva un giorno a disposizione. Si trattava solo di un giorno, non molto tempo; non avrebbe potuto estenderlo, poiché era già stato determinato dal grande Signore.” (Spurgeon)

3. (6-7) L’uomo viene guarito.

Dopo aver detto queste cose, sputò in terra, con la saliva fece del fango e ne impiastrò gli occhi del cieco. Poi gli disse: «Va’, lavati nella vasca di Siloe» (che significa «Mandato»); egli dunque vi andò, si lavò e ritornò che ci vedeva.

a. Sputò in terra, con la saliva fece del fango: Senza dubbio, Gesù adottò uno dei suoi modi più insoliti per compiere il miracolo. Possiamo supporre che Gesù volesse enfatizzare almeno due aspetti.

·Proprio come Dio aveva usato la polvere del terreno e l’argilla per l’opera di creazione nella Genesi, allo stesso modo Gesù compì per quest’uomo un’opera di creazione con polvere e argilla.

·Gesù pensava che fosse importante variare i propri metodi di guarigione affinché nessuno potesse trarne una formula. La potenza si trovava in Dio, e non nel metodo.

i. “L’enfasi di Giovanni sembra essere sulla compassione, invece che sulla creazione; il tocco di una mano amichevole si sarebbe rivelato rassicurante. Il peso dell’argilla sarebbe stato un indicatore per il cieco che gli era stato fatto qualcosa, e l’avrebbe indotto ad obbedire al comandamento di Gesù.” (Tenney)

ii. “Durante il Suo ministero alle anime degli uomini, Gesù non adottò un approccio stereotipato. Operava in ogni uomo in base ai suoi bisogni particolari.” (Morris)

iii. Diversi commentatori sottolineano che l’uso della saliva come medicamento sugli occhi, tanto strano nel mondo di oggi, non lo era nel mondo antico.

·“Si credeva che lo sputo, ed in particolare lo sputo di una persona di rispetto, possedesse certe proprietà curative.” (Barclay)

·“La virtù della saliva di una persona a digiuno, nel caso di patologie degli occhi, era ben nota nell’antichità.” (Alford)

iv. Marco riporta altre due guarigioni in cui Gesù usò la propria saliva (Marco 7:33 e 8:23).

b. Va’, lavati nella vasca di Siloe: Per questo miracolo, Gesù prese tutta l’iniziativa. Gesù si avvicinò al cieco; non fu il cieco a venire da Lui. Eppure, si aspettava che il cieco rispondesse con un’azione intrisa di fede. La guarigione non sarebbe avvenuta, se l’uomo non avesse risposto agendo con obbedienza e fede.

i. Ben poche persone avrebbero apprezzato di farsi spalmare sugli occhi un intruglio di fango e saliva. Alcuni furono testimoni del modo in cui Gesù compì il miracolo e obiettarono, affermando che era offensivo, inopportuno, o persino dannoso strofinare del fango mescolato a saliva negli occhi di un uomo.

·Similmente, alcuni percepiscono il vangelo come offensivo. È vero che offende l’orgoglio e la sapienza umana, ma è piaciuto a Dio di salvare quelli che credono mediante la follia della predicazione. (1 Corinzi 1:21)

·Similmente, alcuni percepiscono il vangelo come inopportuno. Ma tra tutti i programmi psichiatrici, politici e sociali del mondo, quali hanno avuto più effetto nel trasformare le vite del vangelo di Gesù Cristo?

·Similmente, alcuni percepiscono il vangelo come dannoso, come se l’offerta di grazia in Gesù porti le persone a peccare affinché abbondi la grazia. Ma il vangelo cambia la nostra vita per il meglio e per la purezza, non per l’empietà.

ii. L’acqua della vasca di Siloe proveniva dal tunnel di Ezechia, una meraviglia ingegneristica costruita ai tempi dell’Antico Testamento. “Veniva chiamata Siloe, che significa mandato, perché l’acqua veniva mandata in città per mezzo dell’acquedotto.” (Barclay)

iii. “Era proprio dal ruscello di Siloe che veniva attinta l’acqua da versare sul grande altare alla Festa dei Tabernacoli, che si era da poco conclusa. L’acqua versata era considerata dai rabbini (e lo è ancora) un simbolo del riversamento dello Spirito negli ‘ultimi giorni’.” (Trench)

iv. Che significa «mandato»: “Volta dopo volta, Giovanni fa riferimento a Gesù come il ‘mandato’ dal Padre. Dunque, in quel momento la cecità veniva rimossa con allusione e con l’aiuto del ‘mandato’.” (Morris)

c. Egli dunque andò, si lavò: Un’azione che richiese fede, visto soprattutto che Gesù non aveva neppure promesso all’uomo cieco che avrebbe recuperato la vista, nel caso in cui lo avesse fatto. Si trattava sicuramente di una promessa implicita; ad ogni modo, l’uomo agì per fede sulla base della promessa implicita di Gesù.

i. Data la cecità, l’uomo dovette trovare la strada per raggiungere la vasca di Siloe, e scenderne i gradini per arrivare all’acqua. Avrebbe potuto pensare a una dozzina di ragioni per non farlo, per considerarla una cosa sciocca, eppure andò, si lavò in fede ed obbedienza, perché Gesù gli aveva detto di farlo (e perché aveva del fango sugli occhi).

d. Tornò che ci vedeva: È la prima volta nel resoconto biblico che una persona cieca fin dalla nascita viene guarita dalla cecità. Dalla Genesi a Giovanni, nessun profeta, sacerdote o apostolo aveva mai donato la vista a degli occhi nati ciechi.

i. Poiché aprire gli occhi ai ciechi è l’opera del Signore, Yahweh, Geova, ciò è la prova che Gesù è Dio: L’Eterno apre gli occhi ai ciechi. (Salmo 146:8)

ii. Aprire gli occhi ai ciechi era stata profetizzata come una delle opere del Messia: Allora si apriranno gli occhi dei ciechi. (Isaia 35:5)

iii. Tornò che ci vedeva: “La parola resa con ‘ci vedeva’ significa letteralmente recuperò la vista. Poiché la vista è una caratteristica naturale dell’uomo, la sua mancanza viene considerata una perdita e la sua ricezione, anche se per la prima volta, un recupero.” (Alford)

iv. “L’uomo del capitolo 5, curato dopo trentotto anni di malattia, potrebbe essere considerato una tipologia dei Giudei che devono ancora essere guariti. L’uomo di questo capitolo, cieco dalla nascita, potrebbe essere visto come tipologia dei Gentili, la cui guarigione stava per avere inizio e che stavano per credere in Gesù, il ‘mandato’ da Dio.” (Trench)

B. La controversia intorno alla guarigione.

1. (8-12) I vicini reagiscono alla guarigione.

Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima cieco, dissero: «Non è questi colui che stava seduto a mendicare?». Alcuni dicevano: «È lui». Altri: «Gli assomiglia». Ed egli diceva: «Io sono». Gli dissero dunque: «Come ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose e disse: «Un uomo, chiamato Gesù, ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: “Va’ alla piscina di Siloe e lavati”. Ed io vi sono andato, mi sono lavato e ho recuperato la vista». E quelli gli dissero: «Dov’è costui?». Egli rispose: «Non lo so».

a. Altri: «Gli assomiglia». Ed egli diceva: «Io sono»: Il miracolo fu talmente straordinario che non era facile da credere, ciononostante l’uomo riuscì a convincerli che di fatto era stato guarito dalla cecità congenita. La trasformazione avvenuta nella sua vita fu così significativa che molti avevano difficoltà a credere che si trattasse dello stesso uomo.

b. Un uomo, chiamato Gesù: A questo punto l’uomo sapeva ben poco di Gesù. Sembra che non sapesse che si trattasse di Gesù di Nazaret, o che fosse il Messia, o che si dichiarasse Dio, o la luce del mondo. Non sapeva neppure dove si trovasse. L’uomo dava l’impressione di non sapere nulla di Gesù, eccetto il Suo nome, e che era stato proprio Lui a guarirlo.

i. L’uomo cieco non aveva neppure visto Gesù – Lo vedrà solo più avanti nella vicenda. La prima interazione con Gesù avvenne mentre era ancora cieco e, dopo che l’uomo si fu lavato gli occhi alla Vasca di Siloe, Gesù non era più lì.

2. (13-16) L’uomo guarito viene condotto dai farisei.

Allora essi condussero dai farisei colui che prima era stato cieco. Ora era sabato quando Gesù fece del fango e gli aperse gli occhi. Anche i farisei dunque gli domandarono di nuovo come avesse recuperato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni farisei dicevano: «Quest’uomo non è da Dio, perché non osserva il sabato». Altri dicevano: «Come può un uomo peccatore compiere tali segni?». E c’era divisione tra di loro.

a. Ora era sabato quando Gesù fece del fango e gli aperse gli occhi: In questo miracolo fu Gesù a prendere l’iniziativa, e avrebbe potuto compierlo in qualsiasi altro giorno di suo piacimento. Gesù decise di compiere questo miracolo di sabato per sfidare le tradizioni insignificanti dei capi religiosi, tradizioni che avevano elevato allo stesso livello di leggi vincolanti.

i. “Una categoria di lavoro specificatamente vietata in giorno di sabato, secondo la tradizionale interpretazione della legge, era impastare. Formare del fango o dell’argilla con ingredienti tanto semplici come terra e farina veniva considerato impastare.” (Bruce)

ii. “Le opere di necessità e misericordia non potrebbero mai essere vietate di sabato da Colui il cui nome è misericordia e la cui natura è amore; infatti, il sabato è stato fatto per l’uomo, e non l’uomo per il sabato. Se fosse stato altrimenti, il sabato sarebbe stato una maledizione piuttosto che una benedizione.” (Clarke)

b. Allora alcuni farisei dicevano: «Quest’uomo non è da Dio, perché non osserva il sabato»: Per i farisei Gesù non poteva essere da Dio, perché non si allineava alle loro tradizioni e ai loro pregiudizi.

i. Quest’uomo: “Quest’uomo è dispregiativo; ‘questo tizio’.” (Tasker)

c. E c’era divisione tra di loro: Anziché unire le persone, Gesù spesso le divideva. Esse si dividevano tra quelli che Lo accettavano e credevano in Lui, e quelli che invece non lo facevano.

i. C’era una scelta di fronte a loro, e scelsero una delle due posizioni per quanto riguarda Gesù.

·Gesù è un peccatore e dovrebbe essere respinto.

·La nostra comprensione e applicazione della legge del sabato è sbagliata.

ii. C’erano molte più prove a favore della seconda posizione che della prima, eppure sembra che la maggior parte di loro abbia optato per la prima posizione. Lo fecero a prescindere delle prove e non a causa di queste.

iii. “Il gruppo di persone che con esitazione parlò a favore di Gesù doveva essere stato piccolo. Non sentiamo più parlare di loro dopo questo versetto, e nel resto del capitolo la narrazione continua come se solo l’altro gruppo fosse da tenere in considerazione.” (Morris)

iv. “La domanda della minoranza: ‘Come può un peccatore compiere tali segni miracolosi?’ riecheggia le parole iniziali di Nicodemo a Gesù: ‘Nessuno può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui’ (Giovanni 3:2).” (Tenney)

3. (17-18) I capi religiosi mettono in dubbio l’uomo cieco fin dalla nascita.

Chiesero dunque di nuovo al cieco: «E tu, che dici di lui per il fatto che ti ha aperto gli occhi?». Egli disse: «È un profeta!». Ma i Giudei non credettero che lui fosse stato cieco e avesse riacquistato la vista, finché ebbero chiamato i genitori di colui che aveva riacquistato la vista.

a. E tu, che dici di lui per il fatto che ti ha aperto gli occhi? Quasi tutti i capi religiosi avevano già deciso che Gesù non era da Dio, sebbene alcuni fossero in disaccordo (Giovanni 9:16). Pensarono quindi di chiedere l’opinione dell’uomo nato cieco.

i. “Fu a causa del grado della loro perplessità e del loro disaccordo che chiesero all’uomo che cosa pensasse di Gesù. Normalmente, non si sarebbero mai sognati di porre una domanda di tipo religioso a un uomo del genere.” (Morris)

b. È un profeta: Gesù non disse esplicitamente a quest’uomo che sarebbe guarito, se fosse andato a lavarsi alla Vasca di Siloe (Giovanni 9:7), ma era come sottinteso nella Sua azione. Sebbene Gesù non fosse più lì nel momento in cui l’uomo recuperò la vista, si può dire che è come se Egli avesse profetizzato che l’avrebbe ottenuta, se avesse obbedito alle Sue parole.

i. In Giovanni 9:11 l’unica informazione che l’uomo possedeva su Gesù era il Suo nome. In questa circostanza, l’uomo guarito proclamò che Gesù era un profeta. Egli crebbe nella propria comprensione e proclamazione di Gesù.

ii. “Secondo una massima giudaica, il profeta potrebbe fare a meno di osservare il sabato (si veda Grozio).Se i capi religiosi avessero ammesso che Gesù era un profeta, Egli avrebbe potuto infrangere la legge del sabato e non gli sarebbe stato imputato.” (Clarke)

c. Ma i Giudei non credettero che lui fosse stato cieco: Ai capi religiosi veniva più facile credere che l’uomo non fosse mai stato davvero cieco, piuttosto che credere che Gesù lo avesse guarito.

i. “Poiché incapaci di spiegare questo fenomeno senza precedenti, in cui un uomo nato cieco ha recuperato la vista, si rifiutano di ammettere che sia davvero successo.” (Tasker)

4. (19-23) I farisei interrogano i genitori dell’uomo cieco fin dalla nascita.

E chiesero loro: «È questo il vostro figlio che voi dite esser nato cieco? Come mai ora ci vede?». I suoi genitori, rispondendo loro, dissero: «Noi sappiamo che costui è nostro figlio e che è nato cieco, ma come ora ci veda, o chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo; domandatelo a lui; egli è adulto, parlerà lui stesso di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che se uno avesse riconosciuto Gesù come il Cristo, sarebbe stato espulso dalla sinagoga. Perciò i suoi genitori dissero: «È adulto, chiedetelo a lui».

a. È questo il vostro figlio che voi dite esser nato cieco? I capi religiosi chiesero ai genitori di verificare che l’uomo fosse davvero nato cieco. Secondo il tono della domanda, si evince il sospetto che i genitori fossero coinvolti nella cospirazione. Eppure, i genitori confermarono “che costui è nostro figlio e che è nato cieco”.

i. Questa risposta avrebbe dovuto persuadere i capi religiosi a riconoscere che un grande uomo di Dio era in mezzo a loro. Ciò, tuttavia, non li convinse e proseguirono con ostilità nel proprio interrogatorio.

b. Ma come ora ci veda, o chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo: I genitori riconobbero il proprio figlio e confermarono che era nato cieco. Non si espresso riguardo a come fosse avvenuta la sua guarigione a causa della minaccia di scomunica (i Giudei avevano già stabilito che se uno avesse riconosciuto Gesù come il Cristo, sarebbe stato espulso dalla sinagoga).

i. Esdra 10:8 è un esempio veterotestamentario di scomunica.

ii. Dods descrive tale pratica nell’antico mondo giudaico: “Esistevano tre livelli di scomunica. Il primo durava trenta giorni; ad esso seguiva una ‘seconda ammonizione’ e, se impenitente, il colpevole era punito per altri trenta giorni. Se trovato ancora impenitente, veniva sottoposto al Cherem o bando, dalla durata indefinita, che lo tagliava completamente fuori dalla vita sociale. Veniva trattato alla stregua di un lebbroso.” (Dods)

iii. Molti dei capi a Gerusalemme credevano realmente in Gesù, ma non lo dichiaravano apertamente per paura di essere espulsi dalla sinagoga (Giovanni 12:42).

iv. Nel mondo occidentale moderno, l’idea della scomunica non significa granché, perché è facile per lo scomunicato andarsene in un’altra chiesa e far finta che non sia successo nulla. Oggi è più comune quella che si chiama auto-scomunica, in cui i credenti si separano dal culto e dalla vita di chiesa senza alcuna buona ragione.

c. Egli è adulto, parlerà lui stesso: È istintivo e assolutamente normale che i genitori abbiano un sentimento di protezione verso i propri figli, anche quando questi diventano adulti. Tuttavia, i genitori del cieco erano talmente spaventati dalla minaccia della scomunica che fecero il possibile per far ritornare l’attenzione da loro sul proprio figlio.

i. “È chiaro che avevano riconosciuto il pericolo, e non avevano alcuna intenzione di esserne coinvolti insieme al loro figlio.” (Morris)

ii. In maniera enfatica spostarono l’attenzione sul figlio. “I pronomi dell’ultima parte del versetto sono enfatici: chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo: domandatelo a lui; egli è adulto, parlerà lui stesso di sé.” (Alford)

C. I capi religiosi interrogano l’uomo nato cieco, ora guarito da Gesù.

1. (24-25) La semplice testimonianza dell’uomo nato cieco.

Essi dunque chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio; noi sappiamo che quest’uomo è peccatore». Egli allora rispose e disse: «Se sia peccatore, non lo so; ma una cosa so, che prima ero cieco e ora ci vedo».

a. Da’ gloria a Dio: È probabile che il comando dato all’uomo guarito fosse un’ammonizione a dire la verità (come in Giosuè 7:19), o che si trattasse di un ordine di negare a Gesù ogni merito per la sua guarigione.

i. “Le loro parole sono una forma di implorazione solenne (si veda Giosuè 7:19) a dire la verità, ogni giorno. ‘Ricorda che sei in presenza di Dio; parla come se stessi parlando a Lui’.” (Alford)

ii. “All’uomo viene detto che non è stato completamente sincero fino a questo momento. Ha tenuta nascosta qualche informazione che può dimostrare che Gesù è un peccatore.” (Morris)

b. Noi sappiamo che quest’uomo è peccatore: Lo dissero non perché Gesù avesse infranto la legge di Dio secondo le Scritture ebraiche, ma perché non aveva obbedito alle loro tradizioni umane intorno alla legge. Lo dissero a dispetto dell’evidenza, non a causa di essa.

c. Una cosa so, che prima ero cieco e ora ci vedo: L’uomo nato cieco non sapeva tutto di Gesù, ma sapeva come Egli aveva toccato la sua vita. In quel momento era un’argomentazione inoppugnabile. I capi religiosi non potevano confutare quello che Gesù aveva fatto nella vita di quest’uomo.

i. “La loro presa di posizione è basata sui loro preconcetti; l’uomo su quello che sa.” (Morris)

ii. “Per gli oppositori doveva essere frustrante che nessuna di quelle affermazioni potesse essere confutata: la prima era stata confermata dalle prove fornite dai genitori; la verità della seconda era lì davanti ai loro occhi. Perché non ammettere la conclusione alla quale puntavano quei due fatti?” (Bruce)

iii. Certe volte ai cristiani vengono fatte domande intese ad imbarazzarli o schernirli – domande riguardanti la scienza, problemi sociali o altro. Non dobbiamo necessariamente essere esperti in ogni campo, anche se sapere di più è sempre meglio. In ogni caso, possiamo semplicemente dire: “Non so niente di tutto ciò, ma so questo: Una volta ero cieco, e adesso ci vedo”.

iv. Non basiamo la nostra fede sull’esperienza personale, ma sulla verità di Dio, rivelataci nella Bibbia. Eppure, la nostra esperienza dell’opera di Dio nella nostra vita fa da sostegno aggiuntivo alla fede nostra e degli altri. Essere in grado di dichiarare che “ero cieco e ora ci vedo” è un’argomentazione molto potente.

2. (26-27) L’uomo nato cieco reagisce all’estenuante interrogatorio.

Gli chiesero di nuovo: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose loro: «Io ve l’ho già detto e voi non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?».

a. Gli chiesero di nuovo: Il tono indica un interrogatorio rigido e intenso. Esigevano risposte dall’uomo che ora poteva vedere.

b. Io ve l’ho già detto e voi non avete ascoltato: L’uomo nato cieco diede dimostrazione di una saggezza semplice ma profonda nel suo botta e risposta con i rispettati ed istruiti capi religiosi. Se avessero continuato a porre la stessa domanda, ovviamente avrebbero ricevuto sempre la stessa risposta.

i. “Come la misericordia di Dio gli aveva donato la vista, così la saggezza di Dio gli aveva insegnato a sfuggire le trappole tese a portarlo alla rovina.” (Clarke)

c. Volete forse diventare anche voi suoi discepoli? Intenzionalmente o meno, l’uomo guarito si prese gioco del loro rifiuto prevenuto di Gesù e si proclamò Suo discepolo (anche voi).

i. “Ecco che adesso dimostra la capacità fino ad allora inaspettata di ricorrere all’ironia.” (Bruce)

ii. “L’uomo non si aspettava certo che quegli uomini, così apertamente contro Gesù, volessero cambiare idea. Ma era abbastanza pronto per stuzzicarli.” (Morris)

3. (28-34) Dopo aver risposto saggiamente ai capi religiosi, l’uomo viene scomunicato.

Essi perciò l’ingiuriarono e dissero: «Tu sei suo discepolo; ma noi siamo discepoli di Mosè. Noi sappiamo che Dio ha parlato a Mosè; ma quanto a costui non sappiamo da dove venga». Quell’uomo rispose e disse loro: «Ebbene, è molto strano che voi non sappiate da dove venga; eppure egli mi ha aperto gli occhi. Or noi sappiamo che Dio non esaudisce i peccatori, ma se uno è pio verso Dio e fa la sua volontà, egli lo esaudisce. Da che mondo è mondo non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi ad un cieco nato. Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto fare nulla». Essi risposero e gli dissero: «Tu sei nato completamente nei peccati e vuoi insegnare a noi?». E lo cacciarono fuori.

a. Noi sappiamo che Dio ha parlato a Mosè, ma quanto a costui non sappiamo da dove venga: I capi religiosi non poterono fare a meno di far emergere la propria arroganza superba e il disprezzo pregiudizioso per Gesù (costui).

b. Ebbene, è molto strano: L’uomo guarito parlava della loro incredulità, non del miracolo di Gesù. È come se avesse detto ai capi religiosi: “La vostra incredulità e la vostra ignoranza di fronte all’evidenza dei fatti sono un miracolo ancora più inspiegabile della mia cura”.

i. Che voi non sappiate da dove venga: “Il suo ‘voi’ è enfatico e probabilmente cela dell’ironia: ‘Voi, esperti religiosi, non riuscite a venire a capo di una cosa così semplice?’” (Morris)

c. Noi sappiamo che Dio non esaudisce i peccatori: Secondo Isaia 1:15 e il Salmo 66:18, Dio non è obbligato ad ascoltare la preghiera di un peccatore. Con una giusta conoscenza delle Scritture e una corretta applicazione, l’uomo nato cieco dimostrò che la loro affermazione “sappiamo che quest’uomo è peccatore” era falsa.

i. “In quanto ebreo ben educato, l’uomo considera ovvio che quel miracolo, avvenuto in risposta ad una preghiera, sia la prova che chi l’ha compiuto non è un peccatore. L’aiuto divino non è a disposizione dei peccatori impenitenti.” (Tasker)

ii. L’affermazione dell’uomo era vera in un certo senso e falsa in un altro. Dio certamente non ha l’obbligo di ascoltare la preghiera di coloro che vivono in ribellione a Lui. Eppure, nella Sua misericordia e per il Suo saggio proposito, potrebbe ascoltare un peccatore impenitente.

iii. Tuttavia, l’affermazione dell’uomo era assolutamente vera, in quanto “se Cristo fosse stato un impostore, non possiamo neanche concepire l’idea che Dio avrebbe ascoltato la Sua preghiera, e che Gli avrebbe dato il potere di aprire gli occhi all’uomo nato cieco.” (Spurgeon)

d. Tu sei nato completamente nei peccati e vuoi insegnare a noi? Quei capi religiosi disprezzavano la gente comune, ed in particolare quest’uomo. Erano arrabbiati soprattutto perché egli aveva ragione ed essi torto.

i. “Un uomo mortificato cederà e imparerà da chiunque; ‘un piccolo fanciullo lo condurrà’.” (Trapp)

e. E lo cacciarono fuori: La scomunica dell’uomo cieco, per quanto difficile da accettare, finì per diventare una cosa buona, visto che di lì a poco egli si sarebbe ritrovato ad essere molto più vicino a Gesù.

i. “La scomunica dell’uomo consisteva nell’esclusione dai diritti religiosi nel Tempio e nella sinagoga.” (Morgan)

ii. I capi religiosi trattarono l’uomo in modo vergognoso.

·Abusarono di lui (l’ingiuriarono).

·Lo insultarono (tu sei nato completamente nei peccati).

·Lo respinsero (lo cacciarono fuori).

iii. “Da allora hanno avuto molti seguaci nei loro crimini. Una falsa religione, sostenuta dallo stato, ha messo a tacere con il fuoco e con la spada le persone la cui verità alla fine avrebbe annientato il sistema dei loro oppositori.” (Clarke)

4. (35-38) L’uomo nato cieco e poi risanato crede in Gesù.

Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori e, trovatolo, gli disse: «Credi tu nel Figlio di Dio?». Egli rispose e disse: «Chi è, Signore, perché io creda in lui?». E Gesù gli disse: «Tu l’hai visto, è proprio colui che ti sta parlando». Allora egli disse: «lo credo, Signore»; e l’adorò.

a. Trovatolo: I capi religiosi respinsero l’uomo che era stato guarito, perciò Gesù si mise in cuore di trovarlo e riceverlo. Fa male essere respinti dagli altri, ma Dio ci può consolare in Gesù Cristo.

i. “Se Egli trova e riceve, ha qualche importanza chi respinge?” (Morgan)

ii. “Colui che gode del favore del Figlio di Dio non tremerà all’opposizione del Sinedrio.” (Spurgeon)

b. Credi tu nel Figlio di Dio? Gesù invitò l’uomo guarito a credere pienamente, e l’uomo ubbidì (lo credo, Signore). Quando l’uomo dichiarò la propria lealtà a Gesù, non negandolo di fronte all’ostilità dei capi religiosi, fu premiato con una ulteriore rivelazione di Lui (Tu l’hai visto, è proprio colui che ti sta parlando).

i. “La domanda: ‘Credi tu nel Figlio di Dio?’ è un appello alla dedizione. Il pronome greco su (‘tu’), usato con un verbo, senza ombra di dubbio dona enfasi alla domanda. Richiede una decisione personale di fronte all’opposizione o al rigetto.” (Tenney)

ii. Gesù si relazionò a quest’uomo in modo differente dalla maggior parte degli altri. Per prima cosa andò incontro ai suoi bisogni fisici, poi gli permise di soffrire la persecuzione e in seguito lo chiamò ad una fede specifica. È bene ricordare che Dio può operare in modo differente, in vite differenti.

iii. Alcuni manoscritti riportano Figlio dell’Uomo invece di Figlio di Dio. Entrambi i termini si riferiscono al Messia di Dio, Colui al quale vanno rivolte la fede e la fiducia.

c. E l’adorò: I capi religiosi dissero: “Non puoi adorare con noi al tempio”. Gesù disse: “Io riceverò la tua adorazione”.

i. Gesù ricevette l’adorazione dell’uomo, qualcosa che nessun uomo né angelo nella Bibbia ha l’ardire di fare. L’aver accettato l’adorazione è un’ulteriore prova che Gesù era ed è Dio, e che era a conoscenza della propria deità.

ii. L’uomo in precedenza cieco mostra una consapevolezza crescente di Gesù.

·Gesù è un uomo (Giovanni 9:11).

·Gesù è un profeta (Giovanni 9:17).

·Gesù è il mio Maestro, io sono il Suo discepolo (Giovanni 9:27).

·Gesù è da Dio (Giovanni 9:33).

·Gesù è il Figlio di Dio (Giovanni 9:35-38).

·Gesù è Colui in cui confido (Giovanni 9:38).

·Gesù è Colui che adoro (Giovanni 9:38).

5. (39-41) Gesù fa distinzione tra chi vede e chi non vede.

Poi Gesù disse: «lo sono venuto in questo mondo per fare un giudizio, affinché quelli che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste cose e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, perciò il vostro peccato rimane».

a. lo sono venuto in questo mondo per fare un giudizio: Giovanni riporta queste parole di Gesù come parte di un tema più ampio del suo Vangelo – ovvero che gli uomini avevano opinioni contrastanti su Gesù: gli uni Lo accettavano, gli altri Lo respingevano. Questo è uno dei modi in cui Gesù porta giudizio… in questo mondo, fungendo da linea divisoria.

i. In questo senso, Gesù è come lo Spartiacque Continentale nelle Montagne Rocciose; un unico luogo in cui si decide un intero percorso. Gesù è “il cardine intorno al quale ruota il destino umano.” (Tenney)

ii. “La Sua affermazione, secondo cui Egli è venuto per giudicare il mondo, significa che sarebbe stato il Separatore, Colui attraverso il quale Dio avrebbe giudicato.” (Morgan)

b. Affinché quelli che non vedono vedano: Coloro che ammettono la propria cecità spirituale possono trovare la vista in Gesù. Ma quelli che vedono diventano ciechi, cioè coloro che sostengono falsamente di possedere vista spirituale saranno resi ciechi.

i. “Quelli che non vedono significa ‘coloro che non hanno una visione spirituale, ma sono consapevoli di averne necessità’; e quelli che vedono indica ‘quelli che suppongono erroneamente di possedere già la vista spirituale’.” (Tasker)

ii. Quelli che non vedono vedano: “Coloro che hanno consapevolezza e sono afflitti per la propria cecità saranno ristorati; mentre quelli che si accontentano della poca luce che hanno perderanno anche quella.” (Dods)

iii. “Non dovremmo permettere che una persona perisca per mancanza di conoscenza del Vangelo. Non possiamo donare la vista alle persone, ma possiamo dar loro la luce.” (Spurgeon)

iv. Dicendo quelli che non vedono, Gesù usa la cecità in senso spirituale e metaforico, alludendo alle persone che non possono vedere la luce e la verità di Dio, in particolare come quella rivelata in Gesù Cristo. Si può dire che questo intero capitolo dipinga un’immagine di come Gesù guarisce le anime cieche.

·Siamo tutti ciechi spiritualmente sin dalla nascita.

·Gesù prende l’iniziativa di guarirci dalla cecità.

·Gesù compie in noi un’opera di creazione, non di riforma.

·In quest’opera, dobbiamo essere obbedienti ai comandi di Gesù.

·Gesù ci comanda di lavarci nell’acqua del battesimo.

·Diventiamo un mistero per le persone che ci conoscevano prima, non sembrando neppure la stessa persona.

·Manifestiamo lealtà a Gesù quando siamo perseguitati, testimoniando coraggiosamente e chiaramente della Sua opera nelle nostre vite, con il risultato di confondere gli altri.

·Passiamo da una mancanza di conoscenza ad una conoscenza maggiore, che ci porta ad un’adorazione maggiore.

·Non conosciamo il nome di quest’uomo nato cieco. Gesù è tutto ciò che importa; un vero discepolo è felice di rimanere anonimo, se il suo Signore riceve la gloria.

c. Siamo ciechi anche noi? I farisei schernirono Gesù, sicuri della propria vista spirituale, che in realtà era cecità, perché non riuscivano a vedere il Figlio di Dio proprio lì davanti a loro.

i. “Considerate questo semplice esempio: prima evitavo di portare gli occhiali, perché riuscivo bene o male a vedere anche senza, e non volevo già dare l’impressione di essere anziano. Ma adesso che non riesco a leggere neppure le mie note, li metto senza esitare un attimo, e non mi importa se pensate che io vi sembri anziano o meno. Allo stesso modo, quando un uomo giunge alla piena consapevolezza della propria colpevolezza, non si farà problemi a dipendere da Dio.” (Spurgeon)

d. Se foste ciechi, non avreste alcun peccato: Se i farisei avessero ammesso la propria cecità spirituale, avrebbero potuto essere perdonati e liberati, ma poiché dicevano: “Noi vediamo”, il loro peccato rimane.

i. C’è una grande differenza tra la persona che è cieca e ne è consapevole, e quella che semplicemente chiude gli occhi.

ii. “Trovarsi in una condizione di inganno tale da chiudere gli occhi di fronte alla luce è uno stato disperato: la luce è lì, ma, se le persone rinunciano a trarne vantaggio, anzi la rifiutano deliberatamente, come possono essere illuminate? Come disse Gesù, il loro peccato rimane.” (Bruce)

© 2021 The Enduring Word Bible Commentary by David Guzik – ewm@enduringword.com

Categories: Italian Commentary

© Copyright 2018 - Enduring Word       |      Site Hosted & Maintained by Local View Marketing    |    Privacy Policy