Giovanni 7




Giovanni 7 – Alla Festa dei Tabernacoli

A. Gesù si reca di nascosto a Gerusalemme.

1. (1-2) In Galilea poco prima della Festa dei Tabernacoli.

Dopo queste cose, Gesù andava in giro per la Galilea, perché non voleva andare per la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Ora la festa dei Giudei, quella dei Tabernacoli, era vicina.

a. Non voleva andare per la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo: Non fu la mancanza di coraggio a far rimanere Gesù in Galilea, ma piuttosto la consapevolezza che non era ancora giunto il momento stabilito dal Padre – non era ancora il tempo che venisse arrestato e consegnato in mano ai Gentili.

b. La festa dei Giudei, quella dei Tabernacoli: Si trattava di una celebrazione gioiosa della durata di una settimana tra i mesi di settembre e ottobre. Le famiglie si accampavano in delle capanne temporanee in commemorazione della fedeltà che Dio aveva mostrato verso Israele, quando si trovava nel deserto in cammino dall’Egitto alla terra di Canaan sotto la guida di Mosè.

i. “Gli ebrei la chiamavano la Festa delle Capanne (Sukkoth) perché, per una settimana intera, alloggiavano in capanne di ramoscelli e foglie fatte da loro (cfr. Levitico 23:40-43). Gli abitanti della città ergevano capanne nei propri cortili o sui tetti piatti delle proprie case.” (Bruce)

2. (3-5) L’incredulità e l’opposizione dei fratelli di Gesù nei Suoi confronti.

Per cui i suoi fratelli gli dissero: «Parti di qui e va’ in Giudea, affinché anche i tuoi discepoli vedano le opere che tu fai. Nessuno infatti fa alcuna cosa in segreto, quando cerca di essere riconosciuto pubblicamente; se tu fai tali cose, palesati al mondo». Neppure i suoi fratelli infatti credevano in lui.

a. Per cui i suoi fratelli gli dissero: Alcune persone rimangono sorprese nel leggere nella Bibbia che Gesù aveva dei fratelli, ma questo non è che uno solo dei riferimenti in cui se ne fa menzione. Giovanni li ha già menzionati in Giovanni 2:12, e Matteo ne parla in Matteo 12:46-47. In Matteo 13:55-56 si accenna alle sorelle di Gesù.

i. “È vero che il nostro Signore benedetto fu il suo primogenito, mentre [Maria] era ancora vergine; tuttavia, nessuno può provare che sia stato anche il suo ultimo figlio. Si tratta di un articolo di fede della Chiesa Papistica, quello di credere nella verginità perpetua di Maria; riguardo a questo, senza alcuna ragione, diversi protestanti sembrano essere papisti.” (Clarke)

b. Va’ in Giudea, affinché anche i tuoi discepoli vedano le opere che tu fai. […] se tu fai tali cose, palesati al mondo: I fratelli di Gesù Gli dissero di dare prova di essere il Messia su larga scala, a Gerusalemme – il centro del Giudaismo.

i. Gli abitanti di Gerusalemme spesso trattavano con disprezzo i Giudei della Galilea. Visto che Gesù aveva compiuto gran parte dei Suoi miracoli lì, ciò diede ai capi religiosi di Gerusalemme un’altra ragione per asserire che Gesù non era il Messia, in quanto non aveva compiuto la maggior parte delle Sue opere di fronte al pubblico giusto.

ii. “Si credeva che, al Suo arrivo, il Messia Si sarebbe fatto riconoscere pubblicamente, in modo spettacolare” (Bruce). La versione della Bibbia “The Living Bible” parafrasa così: Non puoi essere famoso se ti nascondi in questo modo! Se sei davvero tanto grande, provalo al mondo!

iii. “Immaginavano che la Sua gloria fosse limitata alla dimostrazione dei Suoi poteri miracolosi, quando in realtà si sarebbe potuta manifestare sommamente solo nella Sua crocifissione.” (Tasker)

iv. “I fratelli di Gesù pensavano che il Suo successo dipendesse dall’atteggiamento del mondo nei Suoi confronti: in altre parole, credevano nel mondo piuttosto che in Lui.” (Trench)

c. Neppure i suoi fratelli infatti credevano in lui: In maniera sorprendente, pare che i fratelli di Gesù non avessero mai sostenuto il Suo ministero prima della Sua morte e resurrezione (si veda anche Marco 3:21). Dopo la Sua resurrezione, invece, erano annoverati tra i discepoli (Atti 1:14).

i. “Ciò non significa che non credessero che avesse compiuto dei miracoli. Piuttosto, non avevano accettato la Sua dichiarazione di essere il Messia.” (Dods)

ii. “Nella storia, molti uomini che hanno subito un’opposizione crudele nella vita pubblica hanno ricevuto il sostegno dei propri amici e parenti. A Gesù venne negato persino questo conforto.” (Morris)

iii. “L’espressione enfatica ‘Neppure i suoi fratelli’ è una forte conferma che questi fossero realmente e letteralmente Suoi fratelli di sangue” (Alford)

3. (6-9) La risposta di Gesù: apparteniamo a mondi diversi.

Allora Gesù disse loro: «Il mio tempo non è ancora venuto; il vostro tempo invece è sempre pronto. Il mondo non può odiare voi, ma odia me perché io testimonio di lui, che le sue opere sono malvagie. Salite voi a questa festa, io non vi salgo ancora, perché il mio tempo non è ancora compiuto». E, dette loro tali cose, rimase in Galilea.

a. Il mio tempo non è ancora venuto; il vostro tempo invece è sempre pronto: Poiché Gesù era totalmente sottomesso alla volontà del Padre, il tempo di Dio era importante. Per i fratelli di Gesù, non essendo sottomessi alla volontà di Dio allo stesso modo, qualsiasi momento poteva andare bene.

i. Il mio tempo: “In questo passaggio la parola è kairos, che tipicamente significa opportunità; ovvero, il tempo migliore per fare qualcosa, il momento in cui le circostanze sono favorevoli.” (Barclay)

ii. Nella propria ubbidienza al Padre, Gesù era consapevole che il tempo di Dio è un’espressione importante della Sua volontà.Qualcosa può essere nella volontà di Dio, ma non essere ancora nei Suoi tempi.

b. Il mondo non può odiare voi, ma odia me perché io testimonio di lui, che le sue opere sono malvagie: I fratelli di Gesù erano d’accordo con la concezione del bene e del male di quel tempo, dunque il mondo non poteva odiarli. Gesù, invece, aveva denunciato coraggiosamente i peccati della Sua epoca, diventando così oggetto di molto odio.

i. Il mondo non può odiare voi: “Non c’è pericolo d’incorrere nell’odio del mondo a causa di quello che fate o dite, perché i vostri desideri e le vostre azioni sono dello stesso spirito del mondo.” (Dods)

c. Salite voi a questa festa, io non vi salgo ancora: Alcuni mettono a confronto quest’affermazione con Giovanni 7:10 (allora anche lui vi salì, non pubblicamente, ma come di nascosto.), come se avessero sorpreso Gesù a mentire. Schopenhauer, il filosofo tedesco del pessimismo, scrisse con grande arroganza: “Gesù Cristo pronunciò una falsità di proposito” (Barclay). Ma i cristiani per secoli hanno osservato che, benché Gesù avesse affermato che non sarebbe andato pubblicamente per attirare l’attenzione (come volevano i fratelli), ciò non Gli avrebbe precluso la possibilità di andarci in segreto.

4. (10-13) Gesù si reca a Gerusalemme, dove molte persone parlano di Lui in segreto.

Dopo che i suoi fratelli furono saliti alla festa, allora anche lui vi salì, non pubblicamente, ma come di nascosto. I Giudei dunque lo cercavano durante la festa e dicevano: «Dov’è quel tale?». Fra le folle si faceva un gran parlottare intorno a lui; gli uni dicevano: «Egli è un uomo dabbene!». Altri dicevano: «No, anzi egli inganna la folla». Nessuno però parlava di lui apertamente, per timore dei Giudei.

a. Dopo che i suoi fratelli furono saliti alla festa, allora anche lui vi salì, non pubblicamente, ma come di nascosto: Gesù non viaggiò assieme ai Suoi fratelli in una delle grandi processioni dalla Galilea a Gerusalemme che si formavano durante i periodi di festa. Andò dopo di loro viaggiando da solo, quasi (come) di nascosto.

i. Non pubblicamente: “Non nella solita carovana, né probabilmente nel modo tipico.” (Alford) “Ovvero, Egli ci andò, ma non su istigazione dei Suoi fratelli, né con la visibilità che avevano suggerito.” (Dods)

ii. “La partenza segreta verso Gerusalemme non fu un atto d’inganno, ma un tentativo di evitare pubblicità. I nemici di Gesù Lo controllavano a vista, ovviamente con lo scopo di arrestarlo.” (Tenney)

b. Fra le folle si faceva un gran parlottare intorno a lui: Le persone si lamentavano, perché volevano che Gesù realizzasse le loro aspettative riguardo al Messia, e che lo facesse subito.

c. Gli uni dicevano: «Egli è un uomo dabbene!». Altri dicevano: «No, anzi egli inganna la folla»: Come oggi, anche allora Gesù divideva le persone. Chi Lo conosceva e Lo aveva sentito parlare non poteva rimanere neutrale e doveva decidere cosa pensare di Lui, se fosse un uomo dabbene o un impostore.

d. Nessuno però parlava di lui apertamente: I capi religiosi non volevano affatto che si parlasse di Gesù. Le persone comuni temevano che, parlando apertamente di Lui, ci sarebbero state delle ripercussioni da parte delle autorità.

i. “Sia che fossero a favore o contro di Lui, il popolo non dava voce alle proprie opinioni pubblicamente. Le autorità non volevano per niente che si discutesse di Lui, e chiunque avesse ignorato i loro desideri, ne avrebbe pagato le conseguenze.” (Bruce)

B. Gesù risponde alle obiezioni e insegna.

1. (14-18) I capi religiosi obiettano, dicendo che Gesù non è istruito.

Ma, verso la metà della festa, Gesù salì al tempio e incominciò a insegnare. E i Giudei si meravigliavano e dicevano: «Come mai costui sa di lettere, senza aver fatto studi?». Gesù allora rispose loro e disse: «La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato. Se qualcuno vuol fare la sua volontà, conoscerà se questa dottrina viene da Dio, oppure se io parlo da me stesso. Chi parla da se stesso cerca la sua propria gloria, ma chi cerca la gloria di colui che l’ha mandato è verace, e in lui non vi è ingiustizia».

a. Gesù salì al tempio e incominciò a insegnare: Nonostante Gesù avesse evitato di fare un’entrata in grande stile, quando giunse a Gerusalemme in accordo al tempo stabilito dal Padre, insegnò coraggiosamente. Egli non indietreggiava mai dal proclamare la verità.

b. Come mai costui sa di lettere, senza aver fatto studi? I capi giudei sapevano che Gesù non aveva ricevuto un’istruzione formale e che non era stato discepolo di qualche rabbino di spicco (come Paolo, che studiò sotto Gamaliele, Atti 22:3). Gesù non aveva seguito il corso di studi normale e previsto per un insegnante.

i. “Con sa di lettere si intende ‘l’apprendimento delle scritture’, forse perché si trattava di tutta la letteratura dei Giudei. Probabilmente il Suo insegnamento consisteva nell’esposizione della Scrittura.” (Alford) “Qui ci si riferisce alle Sue abilità di interpretazione e alla Sua conoscenza della Scrittura.” (Dods)

ii. Se avessero potuto condannare Gesù sulla base di qualche falsa dottrina o di un’interpretazione sbagliata della Scrittura, lo avrebbero fatto. Visto che non potevano, l’attacco ricadde sulle Sue qualifiche. “Queste parole sono pronunciate con il vero fanatismo e pregiudizio della cosiddetta ‘istruzione’.” (Alford)

c. La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato: Gesù non si fece forte delle proprie qualifiche, bensì della propria dottrina. È come se avesse detto: “Non ho una laurea in seminari, ma giudicatemi per la Mia dottrina”. Se i capi giudei avessero ascoltato attentamente la dottrina di Gesù, si sarebbero resi conto che era radicata nelle Scritture dell’Antico Testamento, e che era da Dio.

i. “Il nostro Signore benedetto, nella persona del Messia, affermò: ‘La mia dottrina non è mia’ proprio come un ambasciatore direbbe: ‘Non sono le mie parole, ma quelle di colui che mi ha mandato’. Ed egli pronuncia queste parole per rivolgere l’attenzione dei Giudei dagli insegnamenti dell’uomo a quelli di Dio.” (Clarke)

d. La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato: Gesù era un insegnante eloquente e dotato, ma non era autodidatta – era stato istruito da Dio. La sua autorità non proveniva dagli uomini ma da Suo Padre.

i. Gesù non disse di essere autodidatta; dichiarava di essere stato istruito da Dio, invitando praticamente i Suoi ascoltatori ad esaminare i Suoi insegnamenti secondo le Scritture.

ii. Dietro le parole “Se qualcuno vuol fare la sua volontà, conoscerà se questa dottrina viene da Dio” troviamo un grande principio spirituale. “La comprensione spirituale non si genera unicamente dall’imparare fatti o procedure, ma dipende piuttosto dall’obbedienza alla verità conosciuta.” (Tenney)

e. Chi cerca la gloria di colui che l’ha mandato è verace, e in lui non vi è ingiustizia: Gesù era in contrapposizione all’uomo che parla da sé stesso e cerca la sua propria gloria. Gesù era diverso.

·Gesù cercava la gloria di Dio.

·Gesù è verace.

·Non c’è ingiustizia in Lui.

i. In un certo senso, Gesù ci ha dato due modi per verificare se un insegnante è attendibile o meno.

·L’insegnamento viene da Dio? Ovvero, è in accordo alla Parola rivelata di Dio?

·La sua opera dà gloria a Dio?

2. (19-24) Le persone obiettano, dicendo che Gesù è pazzo e indemoniato.

«Non vi ha Mosè dato la legge? Eppure nessuno di voi mette in pratica la legge. Perché cercate di uccidermi?». La folla rispose e disse: «Tu hai un demone; chi cerca di ucciderti?». Gesù replicò e disse loro: «Io ho fatto un’opera e ne siete tutti meravigliati. Ora Mosè vi ha dato la circoncisione, (non già che essa provenga da Mosè, ma dai padri); e voi circoncidete un uomo di sabato. Se un uomo riceve la circoncisione di sabato, affinché la legge di Mosè non sia violata, vi adirate voi contro di me perché ho guarito interamente un uomo di sabato? Non giudicate secondo l’apparenza, ma giudicate secondo giustizia».

a. Nessuno di voi mette in pratica la legge: Gesù aveva appena affermato di essere senza peccato e di cercare sempre la gloria di Dio in cielo (Giovanni 7:18). In contrapposizione a Gesù, i capi religiosi non osservavano la legge. Avevano la legge (Non vi ha Mosè dato la legge?), ma non la rispettavano.

b. Perché cercate di uccidermi? Se si segue il ragionamento di Gesù, è come se avesse detto: “Io sono senza peccato e nessuno di voi rispetta la legge. Allora perché cercate di uccidermi? Siete voi i colpevoli secondo la legge, non io”.

c. Tu hai un demone; chi cerca di ucciderti? Le persone non erano al corrente che i capi religiosi volessero uccidere Gesù per aver guarito un uomo in giorno di sabato (Giovanni 5:16). Lo credevano pazzo e forse anche paranoico.

d. Se un uomo riceve la circoncisione di sabato, affinché la legge di Mosè non sia violata: Era permesso – e persino ordinato – compiere un lavoro negativo di sabato, come per esempio recidere la carne nella pratica della circoncisione (Levitico 12:3). Guarire interamente un uomo di sabato, come aveva fatto Gesù (Giovanni 5:8-9), avrebbe dovuto essere considerato ancora più appropriato.

i. “Se voi potete ferire un uomo in giorno di sabato, perché a me non è permesso guarirlo?” (Trapp)

e. Non giudicate secondo l’apparenza, ma giudicate secondo giustizia: Avevano deciso che Gesù aveva l’apparenza di un peccatore, mentre essi quella dei giusti. In entrambi i casi si sbagliavano: avrebbero dovuto giudicare secondo giustizia anziché secondo le apparenze.

i. “Non si può giungere ad un giusto giudizio, se sono le apparenze a decidere” (Dods). L’immagine iconica della Giustizia ha gli occhi bendati per questo motivo.

ii. “Dovremmo sempre tenere bene in mente che l’apparenza può essere ingannevole e, quindi, con quell’amore che spera ogni cosa, dovremmo essere pronti a dare agli uomini il beneficio del dubbio o di qualsiasi incertezza che è nelle nostre menti.” (Morgan)

3. (25-29) Il popolo di Gerusalemme obietta che Gesù non può essere il Messa, perché conoscono le Sue origini.

Allora alcuni di Gerusalemme dicevano: «Non è questi colui che cercano di uccidere? Eppure, ecco, egli parla liberamente e non gli dicono nulla; hanno i capi riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma noi sappiamo di dove sia costui; invece quando il Cristo verrà, nessuno saprà di dove egli sia». Allora Gesù, insegnando nel tempio, esclamò e disse: «Voi mi conoscete e sapete da dove sono; tuttavia io non sono venuto da me stesso, ma colui che mi ha mandato è verace e voi non lo conoscete.Io però lo conosco, perché vengo da lui ed è stato lui a mandarmi».

a. Non è questi colui che cercano di uccidere? Il popolo di Gerusalemme era a conoscenza dell’intenzione dei capi religiosi di uccidere Gesù, a differenza della folla che era venuta per la festa, che invece non lo sapeva (Giovanni 7:20). Si meravigliavano, tuttavia, che i capi non volessero e non potessero impedirgli di insegnare.

b. Egli parla liberamente e non gli dicono nulla: Gesù non ebbe mai paura né fu mai intimidito dalle minacce mosse contro di Lui. Egli comunque continuava a parlare liberamente e con un tale coraggio che nessuno era in grado di fermarlo.

c. Ma noi sappiamo di dove sia costui; invece quando il Cristo verrà, nessuno saprà di dove egli sia: Molti (ma non tutti) dei Giudei del tempo credevano che il Messia sarebbe apparso all’improvviso, come dal nulla.

i. Malachia 3:1 dice che il messaggero di Dio entrerà subito nel tempio. Questo era uno dei motivi per cui pensavano che il Messia sarebbe spuntato dal nulla per manifestarsi ad Israele.

ii. Secondo la credenza popolare, “il Messia sarebbe apparso. C’era la convinzione che egli fosse segretamente in attesa e che un giorno sarebbe piombato improvvisamente nel mondo, senza che alcuno fosse a conoscenza delle sue origini.” (Barclay)

iii. Ma noi sappiamo di dove sia costui; Non sappiamo se le persone intendessero: “quest’uomo viene da Betlemme” o “quest’uomo viene da Nazaret”. Probabilmente associavano Gesù con Nazaret (Gesù di Nazaret).

d. Voi mi conoscete e sapete da dove sono: È molto probabile che la prima parte della risposta di Gesù fosse sarcastica. Essi erano convinti di sapere da dove venisse, ma non erano consapevoli delle Sue origini celesti.

i. “Egli conferma che Lo conoscono e che sanno da dove viene, ma lo dice quasi sicuramente con ironia: ‘Allora voi sapete chi sono e da dove vengo!’” (Morris)

e. Vengo da lui ed è stato lui a mandarmi: Benché le folle fossero probabilmente confuse sull’origine del Messia, Gesù non lo era affatto. Egli non era un uomo confuso, che si chiedeva se fosse davvero il Figlio di Dio.

i. “Il linguaggio è semplice e inequivocabile; la dichiarazione è formidabile. Gesù afferma ancora una volta la Sua relazione unica con il Padre, e i Suoi ascoltatori non possono lasciarsi sfuggire le implicazioni di queste parole.” (Bruce)

4. (30-36) Le guardie tentano di arrestare Gesù, perché molti credono in Lui.

Perciò cercavano di prenderlo, ma nessuno gli mise le mani addosso, perché la sua ora non era ancora venuta. Ma molti della folla credettero in lui e dicevano: «Il Cristo, quando verrà, farà più segni di quanti ne abbia fatti costui?». I farisei udirono che la folla sussurrava queste cose a suo riguardo; perciò i farisei e i capi dei sacerdoti mandarono delle guardie per prenderlo. Allora Gesù disse loro: «Io sono con voi ancora per poco tempo; poi me ne andrò da colui che mi ha mandato.Voi mi cercherete e non mi troverete; e dove sarò io, voi non potete venire». Dicevano perciò i Giudei tra loro: «Dove sta egli per andare che noi non lo troveremo? Andrà forse da quelli che sono dispersi fra i Greci, e ad insegnare ai Greci? Cosa voleva dire quando disse: “Voi mi cercherete e non mi troverete”; e: “Dove sarò io, voi non potete venire”?».

a. Ma nessuno gli mise le mani addosso, perché la sua ora non era ancora venuta: Non essendo ancora giunta l’ora, nessuno poté mettergli le mani addosso. Sarebbe venuto un momento in cui Gesù avrebbe detto che la Sua ora era giunta (Giovanni 12:23). Fino a quell’ora, era protetto.

i. Le guardie volevano prenderlo, ma non poterono; non era previsto che accadesse. Quando le guardie ritornarono dai capi religiosi a mani vuote – senza aver arrestato Gesù – quelli che li inviarono vollero sapere perché. Risposero: “Nessun uomo ha mai parlato come costui!” (Giovanni 7:46)

b. Ma molti della folla credettero in lui: Mentre Gesù parlava alle persone, alcune furono attirate alla fede in Lui. Non importava che molti si opponessero a Gesù o persino che volessero ucciderlo. Gesù si mostrò pubblicamente e le persone credettero in Lui, e si meravigliavano dei molti segni che aveva fatto.

i. C’era una chiara logica nella loro domanda: “Il Cristo, quando verrà, farà più segni di quanti ne abbia fatti costui?” È giusto chiedersi: “Chi ha fatto più di Gesù?”

ii. Se Gesù non è il Messia, allora quando il Messia verrà, Egli…

·Farà più miracoli di Gesù?

·Insegnerà con più saggezza ed autorità di Gesù?

·Amerà in maniera più sorprendente di Gesù?

·Soffrirà con più coraggio di Gesù?

·Espierà per più peccatori di Gesù?

·Risorgerà con più trionfo di Gesù?

·Salirà in cielo con una gloria maggiore di Gesù?

·Presenterà un Vangelo migliore di quello di Gesù?

·Trasformerà più vite di Gesù?

·Libererà da più dipendenze di Gesù?

·Conforterà più cuori sofferenti di Gesù?

·Sanerà più cuori spezzati di Gesù?

·Ripristinerà più matrimoni di Gesù?

·Trionferà sulla tirannia più di Gesù?

·Otterrà più seguaci di Gesù?

iii. Nulla di tutto ciò è possibile. Nessuno può fare più di quanto abbia fatto Gesù, ed Egli merita tutta la nostra fiducia, la nostra vita e la nostra fede quale Messia.

c. Io sono con voi ancora per poco tempo: I capi religiosi mandarono delle guardie per prenderlo, ma Gesù le assicurò che sarebbe andato via, ma solo al momento prestabilito – alla Sua ascensione (poi me ne andrò da colui che mi ha mandato). Non era ancora giunto il momento della Sua cattura.

i. “Le Sue parole sono per le guardie dimostrazione della Sua certezza trionfante, cioè che la loro malizia è impotente e le loro braccia paralizzate; che Egli andrà quando vorrà e non sarà trascinato né da loro né da nessun altro.” (Maclaren)

d. Andrà forse da quelli che sono dispersi fra i Greci: Gesù alludeva alla Sua ascensione in cielo, ma non fu capito. Ostinati nel loro fraintendimento, chiesero se si sarebbe recato dalle comunità giudaiche al di fuori della Terra Promessa.

i. “I Giudei non compresero che Egli alludesse alla Sua morte, e non ad un viaggio che avrebbe intrapreso come conseguenza del loro rifiuto.” (Alford)

ii. “Gli interlocutori non sapevano che, anche se Gesù non andò mai recato di persona tra i greci, in pochi anni ci sarebbero state decine di magliaia di suoi seguaci nelle terre greche.” (Bruce)

e. Voi mi cercherete e non mi troverete: Sorprendentemente, stavano facendo proprio quello che Gesù aveva appena detto loro. Tale affermazione li aveva turbati, e volevano sapere che cosa significassero le Sue parole. Ciò che intendeva è che non si sarebbe lasciato trovare da un esaminatore ostile né da coloro che intendevano arrestarlo, metterlo a tacere o ucciderlo.

5. (37-39) Il grande invito: Se qualcuno ha sete, venga a me e beva.

Or nell’ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù si alzò in piedi ed esclamò dicendo: «Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, da dentro di lui sgorgheranno fiumi d’acqua viva». Or egli disse questo dello Spirito, che avrebbero ricevuto coloro che avrebbero creduto in lui; lo Spirito Santo infatti non era ancora stato dato, perché Gesù non era stato ancora glorificato.

a. Or nell’ultimo giorno, il grande giorno della festa: La Festa dei Tabernacoli aveva una durata di otto giorni. Nei primi sette giorni si trasportava dell’acqua, prelevata dalla Piscina di Siloam, in una brocca d’oro e si versava sull’altare come ricordo dell’acqua che Dio aveva provveduto miracolosamente al popolo d’Israele assetato nel deserto. Sembra che all’ottavo giorno non si versasse l’acqua, ma che si innalzassero preghiere per l’acqua, come ricordo del loro ingresso nella Terra Promessa.

i. “Ma l’ottavo giorno non era propriamente uno dei giorni di festa; le persone smettevano di abitare nelle capanne il settimo giorno. Filo ne parla come della solenne conclusione, non di quella festa soltanto, ma di tutte le feste dell’anno.” (Alford)

ii. Si tratta dell’ultimo tempo di festa che Gesù trascorse a Gerusalemme prima della Sua morte. Era l’ultimo giorno dell’ultima festa, l’ultima volta in cui parlò a molti di loro prima della Sua crocifissione.

b. Gesù si alzò in piedi ed esclamò: Ciò che Gesù stava per dire era della massima importanza.

·Era importante a motivo di dove lo disse (in piedi nel cortile del tempo, appena all’esterno del tempio stesso).

·Era importante a motivo di quando lo disse (nell’ultimo giorno dei Tabernacoli, dopo che nei giorni precedenti l’acqua era stata versata.

·Era importante a motivo di come lo disse (esclamando, persino urlando, in contrapposizione al tono generale del Suo ministero, secondo Isaia 42:2: Non griderà, non alzerà la voce, non farà udire la sua voce per le strade).

c. Se qualcuno ha sete, venga a me e beva: La celebrazione della Festa dei Tabernacoli enfatizzava il modo in cui Dio aveva provveduto l’acqua a Israele nel deserto. Gesù chiamò coraggiosamente le persone a a bere e soddisfare la loro sete più profonda, la loro sete spirituale.

i. L’invito era ampio, in quanto dice: “Se qualcuno. Intelligenza, razza, ceto, nazionalità o partito politico non sono elementi determinanti. L’invito era mirato, in quanto dice: “Se qualcuno ha sete”. Bisogna riconoscere il proprio bisogno. La sete di per sé non è niente; è una mancanza di qualcosa. È un vuoto, un bisogno disperato.

ii. Tra i commentatori c’è disaccordo sul momento in cui Gesù pronunciò queste parole, se mentre l’acqua veniva versata, o nel giorno in cui non se ne versava più. Forse è impossibile esserne certi, ma l’enfasi di Giovanni sull’ultimo giorno probabilmente indica che Gesù volesse creare un contrasto. “Non c’è più acqua al tempio e nei rituali che amiamo. Io ho l’acqua che voi cercate”.

iii. “Nell’ottavo giorno non veniva più versata l’acqua, il che avrebbe reso la dichiarazione di Gesù ancora più eclatante.” (Morris)

iv. “Nell’ottavo giorno, che commemorava il loro ingresso in una ‘terra di sorgenti d’acqua’, la cerimonia veniva interrotta. Tuttavia, gli animi più sensibili dovevano aver continuato a sentire che qualcosa non quadrava nel rituale, percependo ancora dentro di loro una sete che nessuna di quelle pratiche simboliche era stata in grado di spegnere.” (Dods)

d. Chi crede in me: Gesù chiarì ciò che intendeva dire con la metafora del bere.  Venire a Gesù e bere significava essenzialmente riporre la propria fiducia in Lui; confidare, contare su di Lui, e rimanere avvinghiati a Gesù per il tempo e per l’eternità.

i. “Allora ti viene detto di bere. Non è un’azione difficile. Anche uno stolto può farlo: anzi, molti dimostrano la propria stoltezza bevendo fin troppe bevande intossicanti. Bere è l’azione usuale dei peccatori.” (Spurgeon)

e. Da dentro di lui sgorgheranno fiumi d’acqua viva: A coloro che credono in Lui Gesù offre un fiume perenne di acqua viva, proveniente dal più profondo del suo essere. Inoltre, i Tabernacoli anticipavano le profezie dell’acqua che sgorga dal trono e da Gerusalemme, in cui il Messia avrebbe seduto sovrano. In parole povere, Gesù disse: “Riponete la vostra amorevole fiducia in Me, fatemi sedere sul trono del vostro cuore, e da voi sgorgheranno vita e abbondanza”.

i. “Letteralmente nel greco si legge ‘fuori dalla sua pancia’, ovvero ‘dalla profondità del suo essere’.” (Morris)

ii. Gesù non si riferiva solo a qualcosa che entra nella persona, ma anche a qualcosa che da lei fuoriesce. Non ha solo a che fare col ricevere una benedizione, ma anche col diventare una fonte di benedizione per gli altri.

iii. “Egli era in grado di togliere la sete e, ancor di più, di far sì che coloro che venivano dissetati da Lui divenissero dei canali attraverso cui scorrevano fiumi straripanti.” (Morgan)

iv. Come ha detto la Scrittura: “Nonostante non venga citato alcun passaggio specifico della Scrittura, ci troviamo di fronte al compimento di profezie come quella di Zaccaria, secondo cui un giorno una fonte avrebbe cominciato a sgorgare dalla casa di Davide e acqua viva sarebbe scorsa fuori da Gerusalemme (Zaccaria 13:1, 14:8), e come quella di Isaia, per la quale Dio avrebbe riversato acqua sugli assetati (Isaia 44:3, 55:1).” (Tasker)

f. Or egli disse questo dello Spirito, che avrebbero ricevuto coloro che avrebbero creduto in lui: Questa fuoriuscita di vita e abbondanza avviene nella e per mezzo della presenza dello Spirito nella vita del credente. Si parla di un’esperienza che spetta a coloro che credono in lui. La natura di tale esperienza può variare da credente a credente, ma ci sono alcuni aspetti che sono promessi a tutti coloro che la ricevono per fede.

i. “Il Talmud di Gerusalemme mette in relazione le cerimonie e questo passo della Scrittura con lo Spirito Santo: ‘Perché si chiama attingimento dell’acqua? A causa del riversamento dello Spirito Santo, secondo quanto è stato detto: Con gioia attingerete l’acqua dalle fonti della salvezza’.” (Morris)

ii. “È una benedizione predicare l’opera di Gesù Cristo, ma è dannoso omettere l’opera dello Spirito Santo. L’opera del Signore Gesù non può essere una benedizione per l’uomo che non sa dell’opera dello Spirito Santo.” (Spurgeon)

g. Lo Spirito Santo infatti non era ancora stato dato: Questa vita e quest’abbondanza straripante non potevano ancora manifestarsi, perché Gesù non era stato ancora glorificato – glorificato sulla croce e per mezzo della resurrezione. Il dono dello Spirito Santo al popolo di Dio non poteva essere elargito fino al completamento dell’opera di Gesù sulla croce e all’uscita dal sepolcro.

i. I traduttori hanno aggiunto la parola dato. Letteralmente si legge “Perché non era ancora Spirito”. Giovanni ci dice che non erano ancora giunti la Pentecoste e i giorni dello Spirito. “La parola sottintesa non è esattamente ‘dato’, quanto ‘operante’, o una parola simile… La dispensazione dello Spirito non era ancora.” (Alford)

ii. “È spesse volte ripetuto in questo Vangelo che lo Spirito non sarebbe potuto venire durante il ministero terreno di Cristo. Ma quando l’opera fu portata a compimento, venne dato lo Spirito.” (Morris)

C. La folla mette in discussione, i capi religiosi respingono.

1. (40-43) Gesù porta divisione tra la folla.

Molti dunque della folla, udite queste parole, dicevano: «Costui è veramente il profeta». Altri dicevano: «Costui è il Cristo». Alcuni invece dicevano: «Viene forse il Cristo dalla Galilea? Non dice la Scrittura che il Cristo viene dalla progenie di Davide e da Betlemme, villaggio dove viveva Davide?». Ci fu dunque dissenso fra la folla a motivo di lui.

a. Costui è il profeta […] Costui è il Cristo»: C’era chi diceva una cosa e chi ne diceva un’altra riguardo a Gesù, ma tutti avevano un’opinione. Non potevano scontrarsi con Gesù e rimanere completamente neutrali. Se qualcuno finge di essere neutrale, in realtà è contro di Lui.

i. Costui è il profeta: “Alcuni senza dubbio sapevano che per profeta si intendeva il Messia; secondo altri, che uno degli antichi profeti sarebbe stato riportato in vita e avrebbe preceduto l’apparizione del Messia.” (Clarke)

b. Viene forse il Cristo dalla Galilea? Alcuni respinsero Gesù, perché erano ignoranti e non conoscevano la verità su di Lui. Non sapevano che Gesù era nato effettivamente a Betlemme, anche se conoscevano le profezie sul Messia, che sarebbe dovuto nascere a Betlemme.

i. “La preposizione resa con ‘dalla’ si riferisce alla nascita e all’origine, non alla residenza.” (Trench)

ii. “Lo stesso passaggio che convinse i suoi oppositori che non poteva essere Lui il Messia era proprio quello che aveva la maggiore forza per provare che invece lo era.” (Tenney)

iii. “Sei anche tu uno di quelli che rigettano Gesù Cristo per un cavillo? Ti rifiuti di venire a Lui, perché non riesci a capire dove Caino abbia potuto trovare una moglie? O come fa Dio a punire i peccatori? O perché dobbiamo credere in una nascita virginale o in una resurrezione?” (Boice)

c. Ci fu dunque dissenso fra la folla a motivo di lui: Durante i giorni della Sua opera terrena, Gesù portava divisione tra le persone. Non si potevano avere due opinioni diverse su di Lui, per cui o si finiva per essere in Suo favore o contro di Lui.

i. “La parola tradotta con dissenso implica un dissenso violento. Alcuni peroravano la Sua causa, altri volevano mettergli le mani addosso.” (Alford)

ii. Tale dissenso non ebbe origine perché Gesù parlò stoltamente o perché trattò di un controverso argomento teologico. Gesù parlava di sé stesso, il Messia – e ne parlava chiaramente, non con delle parole misteriose e oscure.

iii. Gesù ripeté il concetto espresso in Matteo 10:34-36: “Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a mettervi la pace, ma la spada. Perché io sono venuto a mettere disaccordo tra figlio e padre, tra figlia e madre, tra nuora e suocera, e i nemici dell’uomo saranno quelli di casa sua.

iv. Un tale dissenso non dovrebbe mai esistere tra i seguaci di Gesù. “A volte possiamo persino litigare tra di noi per quella che crediamo sia la verità, e rimproverarci a vicenda se pensiamo che ci sia un errore; ma per quanto riguarda Cristo e la Sua cara croce, dammi la mano, fratello. Sei lavato nel sangue, così come lo sono io. Riposi in Cristo, così come riposo io. Hai riposto ogni tua speranza in Dio, dove anche io ho riposto la mia. Noi, dunque, siamo uno. Sì, non esiste vera divisione nel vero popolo di Dio grazie a Cristo.” (Spurgeon)

2. (44-49) Il fallimento di un tentativo di arresto di Gesù.

E alcuni di loro lo volevano prendere, ma nessuno gli mise le mani addosso. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei, e questi dissero loro: «Perché non l’avete portato?». Le guardie risposero: «Nessun uomo ha mai parlato come costui». Perciò i farisei risposero loro: «Siete stati sedotti anche voi? Ha qualcuno dei capi o dei farisei creduto in lui? Ma questa plebaglia, che non conosce la legge, è maledetta».

a. E alcuni di loro lo volevano prendere, ma nessuno gli mise le mani addosso: L’arresto fallì non a causa dell’incompetenza delle guardie, ma perché la Sua ora non era ancora giunta, ed era impossibile che Gesù venisse fermato se non al momento prestabilito dal Padre.

b. Nessun uomo ha mai parlato come costui! Le guardie del tempio avevano sentito gli insegnamenti di molti rabbini, ma non avevano mai sentito nessuno parlare come Gesù. Erano rimasti talmente colpiti dal Suo messaggio che ritennero impossibile portare a termine il compito assegnato loro di arrestarlo e metterlo a tacere.

i. “‘Nessun uomo parlò mai così’. Nel greco, la parola uomo (anthropos) occupa una posizione enfatica alla fine della frase, facendo intendere per contrasto che Egli deve essere più di un comune essere umano.” (Tenney)

ii. “La loro testimonianza fu espressa in poche e semplici parole, ma è sopravvissuta alla prova di diciannove secoli.” (Bruce)

c. Siete stati sedotti anche voi? Ha qualcuno dei capi o dei farisei creduto in lui? Ma questa plebaglia, che non conosce la legge, è maledetta: L’orgoglio dei capi religiosi era palese, così come il loro disprezzo nei confronti della gente comune. Speravano di gettare nella vergogna ed intimidire le guardie che non avevano portato a termine l’arresto di Gesù dicendo loro che tutte le persone intelligenti e spirituali non seguono Gesù, e tantomeno dovreste farlo voi.

i. “La tracotanza religiosa dei capi fu rivelata dal loro rigetto sprezzante della testimonianza delle guardie.” (Tenney)

ii. “I farisei avevano una frase con cui descrivevano le persone semplici e ordinarie, che non osservavano le migliaia di regolamenti della legge cerimoniale. Le chiamavano il Popolo della terra; per loro erano più che spregevoli.” (Barclay)

iii. “Persino il rabbino liberale Hillel, appartenente alla generazione prima di Cristo, riassunse tale mentalità con queste parole: ‘Tra la gente comune, nessuno è pio’.” (Bruce)

3. (50-52) La reazione alla piccola presa di posizione di Nicodemo per Gesù.

Nicodemo, uno di loro, colui che era andato da Gesù di notte, disse loro: «La nostra legge condanna forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che egli ha fatto?». Essi risposero e gli dissero: «Sei forse anche tu Galileo? Ricerca le Scritture e vedrai che dalla Galilea non sorse mai alcun profeta».

a. La nostra legge condanna forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che egli ha fatto? Nicodemo tentò di ragionare con i capi religiosi, avvertendoli del rischio di giudicare Gesù precipitosamente.

b. Sei forse anche tu Galileo? I capi religiosi che vivevano a Gerusalemme e in Giudea disprezzavano gli abitanti della Galilea, e spesso li deridevano. Secondo il pensiero dei capi religiosi della Giudea, niente di buono poteva provenire dalla Galilea.

c. Scritture e vedrai che dalla Galilea non sorse mai alcun profeta: Si sbagliavano. Infatti, un profeta era sorto dalla Galilea. Giona (un’immagine di Gesù Cristo) veniva da Gath-Hefer, città a circa cinque chilometri a nord di Nazaret, nella Bassa Galilea (2 Re 14:25).

i. “Il modo in cui la domanda viene posta nell’originale mostra un ulteriore elemento di sorpresa: ‘Ma certo che Cristo non viene dalla Galilea!’” (Tasker)

ii. “Non era storicamente accurato; infatti, almeno due profeti erano venuti dalla Galilea: Giona di Gath-Hefer, e il maggiore tra i profeti, Elia di Tisbe; e forse anche Naum ed Osea. Il loro disprezzo per la Galilea fece loro perdere di vista l’accuratezza storica.” (Alford)

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