Giovanni 21




Giovanni 21 – La Riabilitazione di Pietro

A. Una pesca miracolosa.

1. (1-3) Pietro e sei altri discepoli tornano a pescare.

Dopo queste cose, Gesù si fece vedere di nuovo dai discepoli presso il mare di Tiberiade; e si fece vedere in questa maniera. Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele da Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e due altri dei suoi discepoli erano insieme. Simon Pietro disse loro: «Io vado a pescare». Essi gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Così uscirono e salirono subito sulla barca; ma quella notte non presero nulla.

a. Dopo queste cose, Gesù si fece vedere di nuovo dai discepoli: Giovanni riporta un’altra delle numerose apparizioni del Gesù risorto ai Suoi discepoli. Questa in particolare ha luogo nella regione della Galilea (presso il mare di Tiberiade). Anche Matteo 28:16 riporta l’apparizione del Gesù risorto ai Suoi discepoli in Galilea.

b. Simon Pietro: Ancora una volta Pietro è il primo ad essere nominato tra i discepoli. In questa occasione, è uno dei sette che si recano a pescare nel mare di Galilea.

i. E due altri dei suoi discepoli: “C’erano ‘due altri’ discepoli, di cui non viene fatto il nome, e ritengo di proposito. Rappresentano le moltitudini anonime e nascoste delle anime fedeli, i cui nomi non vengono mai pubblicati in documenti umani, le cui imprese non sono mai riportate in resoconti umani. Come agli altri, così anche a queste persone Egli si manifesta. Questi ‘due altri’ rappresentano la maggioranza dei santi.” (Morgan)

c. Io vado a pescare: Alcuni credono che Pietro non sarebbe dovuto andare a pescare e che il suo ritorno alla precedente occupazione di pescatore fosse un compromesso. Altri sostengono che Pietro non abbia disobbedito a nessun comandamento di Gesù e che abbia agito in modo saggio e pratico. Ad ogni modo, solo il vero atteggiamento del cuore di Pietro può determinare se disubbidì tornando a pescare.

i. È importante ricordare che si erano recati nella regione della Galilea perché Gesù aveva detto loro di farlo (Matteo 28:7, 28:10).

ii. Adam Clarke diede la connotazione più positiva possibile alla loro attività di pesca: “Prima della crocifissione del nostro Signore, sembra che sia stata la carità di alcuni individui a sopperire alle necessità fisiche Sue e dei Suoi discepoli (Luca 8:3). Poiché, probabilmente, lo scandalo della crocifissione aveva ormai reso inaccessibile tale fonte di sostegno, i discepoli, non sapendo esattamente come dovevano essere impiegati, tornarono alla loro occupazione di pescatori per guadagnarsi da vivere; pertanto, i sette, menzionati in Giovanni 21:2, si imbarcarono presso il mare di Tiberiade, altresì noto con il nome di mar di Galilea.” (Clarke)

iii. Nel migliore dei casi, mostra che Pietro e gli altri discepoli erano incerti sul da farsi. “La battuta di pesca rivela chiaramente l’incertezza dei discepoli, un’incertezza che contrasta significativamente con la loro sicura determinazione dal giorno di Pentecoste in poi.” (Morris)

d. Quella notte non presero nulla: Pescarono per tutta la notte, ma senza successo. Che le loro motivazioni fossero giuste o sbagliate, quella notte non presero nulla.

i. “Per tutta la notte avevano faticato senza vedere l’ombra di un pesce; si erano persi d’animo; erano stanchi, affamati, disillusi. ‘Ah!’ sospiravano, ‘questo lago è cambiato purtroppo. Prima si pescava molto bene. Adesso sembra che non sia rimasto neanche un pesce’.” (Morrison)

ii. “Nella sua professione il pescatore deve aspettarsi delle delusioni; spesso getta la rete e non tira su che alghe. Il servo di Cristo deve fare i conti con la delusione, da cui non deve lasciarsi scoraggiare dal compiere il bene; deve piuttosto continuare a pregare e a lavorare con fede, aspettandosi di ricevere prima o poi la sua ricompensa.” (Spurgeon)

2. (4-6) Gesù dà istruzioni ai pescatori.

Al mattino presto, Gesù si presentò sulla riva; i discepoli tuttavia non si resero conto che era Gesù. E Gesù disse loro: «Figlioli, avete qualcosa da mangiare?». Essi gli risposero: «No!». Ed egli disse loro: «Gettate la rete dal lato destro della barca e ne troverete». Essi dunque la gettarono e non potevano più tirarla su per la quantità di pesci.

a. Gesù si presentò sulla riva: Le prime tre apparizioni del Gesù risorto nel Vangelo di Giovanni furono tutte inaspettate. Anche questa apparizione sembra esserlo: i discepoli tuttavia non si resero conto che era Gesù.

i. “Sembra indicare il carattere improvviso dell’apparizione.” (Dods)

ii. È meraviglioso pensare che Gesù si sia presentato lì, mentre i discepoli erano al lavoro. Si interessava a tutti gli aspetti della loro vita, non solo ai loro incontri e alle funzioni religiose. “Il Redentore e Signore risorto mostra agli uomini il Suo interesse e la Sua potenza nella quotidianità delle loro vite.” (Morgan)

iii. Non sappiamo esattamente perché non si resero che era Gesù. “Forse erano tutti presi dal fallimento di quella pesca notturna, o magari non riuscivano a vederlo chiaramente nella foschia mattutina che ricopriva il lago.” (Tenney)

b. Figlioli, avete qualcosa da mangiare: Gesù si rivolge ai Suoi discepoli usando uno dei saluti comuni tra i lavoratori. Eppure, allo stesso tempo, li induce a parlargli della notte infruttuosa di pesca, portandoli a rispondergli di no.

i. “Potrebbe essere tradotto come ‘ragazzi’; paidion è un termine comune per rivolgersi a degli uomini al lavoro, vedi Aristofane, Clouds, 137, Frogs, 33.” (Dods)

ii. “Pronuncia queste parole come per voler sembrare un semplice passante, il quale, vedendo dei pescatori, li chiama per acquistare del pesce per la sua famiglia.” (Trapp)

c. Gettate la rete dal lato destro della barca e ne troverete: Gesù dà uno strano suggerimento ai Suoi discepoli. Non c’era una ragione logica per cui pescare alla luce del mattino avrebbe condotto a una pesca migliore della notte. Non c’era una ragione logica per cui pescare da un lato della barca sarebbe stato meglio che dall’altro lato. Non si trattava neppure di una prova di fede in Gesù, visto che non si resero conto nemmeno che si trattasse di Lui finché non presero il pesce. Si trattava possibilmente di una prova della loro capacità di trovare la guida di Dio in modi piccoli e inaspettati – come, ad esempio, un estraneo che, urlando dalla riva, dà loro istruzioni sulla pesca.

i. “Non sono stato in grado di trovare delle prove che indichino quale lato della barca veniva usato normalmente dai pescatori nel mar di Galilea; pertanto, è difficile sapere se si trattasse di qualcosa di insolito o meno.” (Morris)

ii. Questo resoconto mostra il principio secondo il quale non dovremmo mai avere timore di cambiare i nostri metodi, purché lo facciamo secondo la guida di Gesù.

d. Non potevano più tirarla su per la quantità di pesci: I discepoli fecero come l’Uomo sulla riva aveva chiesto e ottennero un successo al di là di ogni loro aspettativa. Ecco la differenza tra adoperarsi con e senza la guida Divina.

i. “L’esperienza deve aver ricordato ai discepoli un’occasione simile, avvenuta molti mesi prima, sebbene in quell’occasione la rete si fosse strappata e la barca avesse cominciato ad affondare (vedi Luca 5:1-11).” (Tasker)

ii. “Non c’è alcun bisogno di cercare significati simbolici nascosti riguardo al lato destro o sinistro della barca. La differenza non è tra destra o sinistra, ma tra agire con e senza la guida Divina.” (Plummer)

iii. “Il bottino di pesce dei discepoli è una parabola della loro futura attività missionaria. Tale attività, con il suo seguito pastorale, avrà successo solo se seguiranno le istruzioni del loro Signore risorto.” (Bruce)

iv. Abbiamo ragione di aspettarci maggiori benedizioni, quando è Lui a dirigere il nostro servizio. Gesù non aveva comandato a quei discepoli di andare a pescare, ma ha comandato a noi di predicare il Vangelo e fare discepoli.

v. “La presenza di Cristo, se si manifestasse in mezzo a noi in tutta la sua forza, farebbe molto di più per noi di quanto abbiamo mai visto finora, tanto da farci rimanere stupiti come gli apostoli alla vista di quelle due abbondanti retate di pesce. È bastato solo il Suo volere e il pesce nuotò in banchi dritto nella rete. Basta solo il Suo volere e le anime si convertiranno a milioni a Cristo e al Suo vangelo” (Spurgeon)

vi. “È un miracolo, certamente, ma né il pescatore, né la sua barca, e tantomeno la sua attrezzatura da pesca vengono ignorati; vengono tutti utilizzati e impiegati. Impariamo che nella salvezza delle anime Dio opera attraverso degli strumenti; fintantoché sussisterà l’attuale economia di grazia, Dio si compiacerà di salvare coloro che credono per mezzo della pazzia della predicazione.” (Spurgeon)

vii. “Forse, se non avessero pescato tutta la notte, Cristo non avrebbe fornito loro il pesce in quella mattina. Egli non benedice spesso i pigri; agisce in modo sovrano, come ho già detto, ma generalmente dona le Sue benedizioni a quelle chiese che si prodigano al massimo per Lui.” (Spurgeon)

3. (7-8) I discepoli riconoscono Gesù sulla riva.

Allora il discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore». Simon Pietro, udito che era il Signore, si cinse con la veste (perché era nudo) e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece andarono con la barca (non erano infatti molto lontani da terra, solo circa duecento cubiti), trascinando la rete piena di pesci.

a. È il Signore: Giovanni aveva raggiunto il sepolcro prima di Pietro (Giovanni 20:4) e prima di lui aveva realizzato la realtà della resurrezione di Gesù (Giovanni 20:8). In questa occasione, Giovanni riconobbe anche l’identità dello straniero a riva prima di Pietro. Giovanni sapeva che una cosa tanto meravigliosa doveva provenire da Gesù.

b. Si gettò in mare: Giovanni fu il primo a riconoscere Gesù, ma Pietro fu il primo a mostrare devozione. Si cinse con la veste e si gettò in acqua per raggiungere Gesù il prima possibile. La barca non era sufficientemente rapida per lui e non voleva che Giovanni arrivasse per primo di nuovo. Forse – forse – Pietro pensò persino di poter camminare sull’acqua fino alla riva.

i. “È probabile che la parola indichi che aveva esposte certe parti del corpo normalmente coperte, per cui Pietro non era completamente nudo, bensì ‘parzialmente svestito’ per lavorare meglio (RSV, Barclay).” (Morris)

ii. “Ha remato con il minor numero di indumenti possibile, probabilmente solo con un subligaculum, o veste per i fianchi; afferra quindi il suo πενδύτηs, un indumento indossato dai pescatori (Teoplacito), se lo cinge addosso e si getta in mare.” (Dods)

iii. “Guarda in alto, Lo riconosce, si dimentica di tutte le sue altre preoccupazioni, indossa la veste, in quanto nessun uomo orientale si sarebbe presentato svestito davanti al proprio superiore, se la cinge e si getta in mare, tanto è forte il suo amore per il Signore.” (Trench)

c. Trascinando la rete piena di pesci: Gli altri discepoli lo seguono, mentre si impegnano a trascinare la rete piena di pesci.

4. (9-11) Gesù invita i discepoli a colazione.

Come dunque furono scesi a terra, videro della brace con sopra del pesce e del pane. Gesù disse loro: «Portate qua dei pesci che avete presi ora». Simon Pietro risalì in barca e tirò a terra la rete, piena di centocinquantatré grossi pesci; e benché ve ne fossero tanti, la rete non si strappò.

a. Videro della brace con sopra del pesce e del pane: Appena giunti a riva, i discepoli – incluso Pietro, bagnato fradicio – notarono che il Gesù risorto era ancora un umile servo. Si era preso il disturbo di preparare una brace e del cibo per i Suoi discepoli.

b. Portate qua dei pesci che avete presi ora: L’ordine cronologico degli eventi mostra che Gesù aveva del cibo pronto per loro già prima che gli fossero portati i pesci appena pescati. Ciò che avevano preso si aggiunse al menù già esistente.

i. Simon Pietro risalì in barca e tirò a terra la rete, piena di centocinquantatré grossi pesci: “Centocinquantatré pesci, più la rete inzuppata d’acqua, dovevano pesare all’incirca centotrenta chili o forse di più. L’osservazione del numero esatto di pesci e il fatto che la rete non si spezzò rivelano sia il resoconto di un testimone oculare che il punto di vista di un pescatore.” (Tenney)

ii. “Il fatto che Pietro sia riuscito a trascinare tutto quel peso con una sola mano è un tacito tributo alla sua forza fisica.” (Bruce)

c. Piena di centocinquantatré grossi pesci: Pietro prende l’iniziativa e trascina da solo la pesantissima rete. La rete non si strappò pur contenendo un totale di 153 pesci. Nel corso dei secoli, sono stati fatti numerosi tentativi per spiegare perché il numero fosse proprio 153.

· Alcuni interpreti (come Agostino) pensavano che, poiché 153 è la somma dei numeri da 1 a 17, questa pesca miracolosa puntasse proprio al numero 17, che Agostino riteneva essere il numero dei comandamenti (10) con l’aggiunta dei sette doni dello Spirito.

· Alcuni hanno notato che 153 è la somma del valore numerico delle parole greche Pietro e pesce.

· Alcuni notano che “secondo l’alfabeto ebraico, Simon Iona è equivalente a 118 + 35, cioè, 153.” (Dods)

· Alcuni scrittori antichi (come Geronimo) credevano che esistessero 153 specie di pesci diversi nel mondo e che questa pesca rappresentasse una raccolta del mondo intero.

· Alcuni (come Cirillo di Alessandria) pensavano che il 100 stesse per Gentili, 50 per Israele e 3 per la Trinità.

i. La verità è che l’unica cosa che sappiamo con certezza è che il 153 rappresenta il numero esatto di pesci nella rete. Le molte interpretazioni allegoriche del numero sono un monito a non dare vita a significati nascosti nel testo biblico.

ii. “Pietro non aveva mai riempito una rete con del pesce senza contarlo e Giovanni, da buon pescatore, non avrebbe mai potuto dimenticare il numero della sua pesca più fruttuosa.” (Dods)

5. (12-14) I discepoli fanno colazione insieme a Gesù.

Gesù disse loro: «Venite a far colazione». Or nessuno dei discepoli ardiva chiedergli: «Chi sei?», sapendo che era il Signore. Allora Gesù venne, prese del pane e ne diede loro; e così pure del pesce. Ora questa fu la terza volta che Gesù si fece vedere dai suoi discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.

a. Gesù disse loro: «Venite a far colazione»: Siamo ancora una volta sorpresi dalla natura di servo di Gesù, persino dopo la resurrezione. Prepara la colazione per i Suoi discepoli; senza dubbio una colazione deliziosa.

i. Boice riflette sui numerosi inviti di Gesù nei Vangeli.

· Venite e vedete (Giovanni 1:39).

· Venite e imparate (Matteo 11:28-29).

· Venite e riposatevi (Marco 6:31).

· Venite e mangiate (Giovanni 21:12).

· Venite ed ereditate (Matteo 25:34-36).

b. Or nessuno dei discepoli ardiva chiedergli: «Chi sei?», sapendo che era il Signore: Ecco un’altra indicazione che c’era qualcosa di insolito nell’aspetto di Gesù dopo la Sua resurrezione. Possibilmente era il risultato delle percosse ricevute al calvario e delle cicatrici che dovevano essere rimaste almeno in parte.

i. “Prima non avrebbero mai pensato di chiedergli ‘Chi sei?’ – ma adesso sentono di non doverlo fare perché, dopo tutto, sanno di chi si tratta.” (Bruce)

ii. “Il verbo tradotto con chiedere significa piuttosto interrogare o mettere alla prova.” (Alford)

iii. “Nessuno dei discepoli osa interrogarlo; ξετάσαι significa ‘esaminare interrogando’. Ognuno di loro è convinto che si trattava del Signore e una riverenza rinnovata impedisce loro di interrogarlo.” (Dods)

c. Allora Gesù venne, prese del pane: Gesù viene spesso visto mangiare insieme ai Suoi discepoli dopo la Sua resurrezione. Si tratta di un’immagine di comunione intima e amichevole.

i. Ne diede loro; e così pure del pesce: “Evidentemente c’era qualcosa di solenne e significativo nel Suo modo di fare, indicando che dovevano considerarlo la Persona che avrebbe supplito a tutti i loro bisogni.” (Dods)

ii. “Quella mattina mangiarono il pane e il pesce, e ne sono certo, in silenziosa autoumiliazione. Pietro guardava la brace con gli occhi pieni di lacrime, ricordandosi di come si fosse trovato vicino al fuoco a scaldarsi quando rinnegò il suo Maestro. Tommaso stava lì a domandarsi perché avesse chiesto le prove di un fatto tanto chiaro. Ognuno di loro si sentiva come scomparire alla Sua presenza divina, essendosi comportati in modo tanto spregevole.” (Spurgeon)

iii. La terza volta: “Probabilmente allude alla terza apparizione riportata da lui.” (Takser)

B. Riabilitazione pubblica di Pietro.

1. (15-16) Gesù interroga Pietro circa il suo amore per Lui.

Dopo che ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giona, mi ami tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo Signore, tu lo sai che io ti amo». Gesù gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli chiese di nuovo una seconda volta: «Simone di Giona, mi ami tu?». Gli rispose: «Certo Signore, tu lo sai che io ti amo». Gesù gli disse: «Abbi cura delle mie pecore».

a. Gesù disse a Simon Pietro: Dopo la colazione Gesù si rivolse direttamente a Pietro. Lo aveva già incontrato in privato il giorno della resurrezione (Luca 24:34, 1 Corinzi 15:5). Possiamo solo immaginare di cosa avessero parlato in quell’occasione. Ad ogni modo, era importante che Gesù riabilitasse Pietro di fronte a tutti gli altri discepoli.

b. Simone di Giona: Gesù chiamò il leader dei discepoli con il nome di Simone, non Pietro. Forse si trattava di un sottile richiamo al fatto che non era rimasto saldo come una roccia nella sua fedeltà a Gesù.

i. “Si percepisce un’aria di solennità nell’uso che Giovanni fa del nome completo, Simon Pietro, e subito dopo della forma estesa, Simone di Giona.” (Morris)

c. Mi ami tu più di costoro: Gesù chiese a Pietro di paragonare il suo amore per Gesù a quello degli altri discepoli per Lui. Prima di rinnegare Gesù per tre volte, Pietro dichiarò di amare Gesù più di quanto facessero gli altri discepoli (Matteo 26:33). Gesù voleva sapere se Pietro avesse ancora una considerazione eccessiva del proprio amore e della sua devozione a Lui.

i. È possibile che “costoro facesse riferimento al pesce e alla vita da pescatore. Alcuni pensano che Gesù avesse chiesto a Pietro se fosse disposto a rinunciare di nuovo alla pesca per seguirlo. Tuttavia, la dichiarazione fatta da Pietro in precedenza riguardo alla superiorità del suo amore suggerisce che Gesù intendesse proprio gli altri discepoli e non il pesce.

ii. Gesù non pose quella domanda a Pietro per conoscerne la risposta – la conosceva già e Pietro ne era consapevole. Gesù fece quelle domande affinché Pietro esaminasse sé stesso.

d. Mi ami tu più di costoro… tu lo sai che io ti amo: Gesù pose la domanda due volte usando la parola agapas, che nell’uso biblico spesso si riferisce a un amore incondizionato, generoso e disinteressato. Pietro rispose a Gesù usando la parola philio, la quale nell’uso biblico a volte si riferisce a un amore reciproco, un affetto tra amici. Alcune traduzioni rendono la risposta di Pietro con un “io sono tuo amico”.

i. Alcuni commentatori non vedono in questo passo una differenza significativa tra le due parole in greco antico agapeo e phileo. La maggior parte di loro crede che Pietro si stesse limitando nell’affermare la propria devozione. Eppure, c’è sicuramente una qualche ragione per cui Gesù pose la domanda a Pietro due volte, usando la stessa parola greca per amore, e che Pietro risponda per ben due volte usando per amore una parola diversa.

ii. “Sta dicendo semplicemente che il suo cuore è aperto a Cristo e che perciò Cristo sa che lo ama con il miglior amore di cui lui, un essere umano peccatore, è capace.” (Boice)

iii. “Tra di noi ci sono predicatori del vangelo che hanno trascinato a riva delle reti piene di grossi pesci, che sono stati dei grandi operai che hanno portato molto frutto; eppure, ciò non esclude la necessità che il Signore esamini i loro cuori. Egli chiede loro di mettere le loro reti di lato per un momento e avere comunione con Lui.” (Spurgeon)

e. Pasci i miei agnelli… Abbi cura delle mie pecore: Ad ogni domanda di Gesù e riposta di Pietro, il Signore gli diede per due volte delle istruzioni su come agire nei confronti del popolo di Dio. L’idea era che Pietro avrebbe potuto dimostrare il suo dichiarato amore per Gesù pascendo i Suoi agnelli e avendo cura delle Sue pecore. Gesù pose l’accetto sul fatto che le pecore sono Sue, non di Pietro.

i. Pasci i miei agnelli: “Il verbo usato qui ha un significato più ampio. Significa ‘esercitare il compito del pastore’ e non semplicemente ‘pascere, dar da mangiare’.” (Morris)

ii. Abbi cura delle mie pecore: “Con ciò sembra suggerire che non è sufficiente solamente offrire il pane della vita alla congregazione del Signore, ma che deve prendersi cura delle pecore, affinché siano adeguatamente tenute insieme, curate, regolate, guidate e via dicendo; e sembra che Pietro comprendesse perfettamente il senso delle parole del Signore e che la considerasse un’istruzione non solo rivolta a lui o al resto dei discepoli, ma a tutti i loro successori nel ministero cristiano.” (Clarke)

2. (17) Gesù chiede a Pietro una terza volta: mi ami tu?

Gli chiese per la terza volta: «Simone di Giona, mi ami tu?». Pietro si rattristò che per la terza volta gli avesse chiesto: «Mi ami tu?», e gli rispose: «Signore, tu sai ogni cosa, tu sai che io ti amo». Gesù gli disse: «Pasci le mie pecore».

a. Gli chiese per la terza volta: Le prime due domande poste da Gesù a Pietro in presenza degli altri discepoli non bastavano a realizzare ciò che Gesù voleva fare nella vita di Pietro. Gesù dovette chiederglielo per la terza volta.

b. Pietro si rattristò che per la terza volta gli avesse chiesto: Pietro capì bene perché Gesù gli avesse posto la domanda una terza volta. Era un chiaro riferimento alle tre volte in cui l’aveva rinnegato.

i. “Pietro aveva rinnegato il Signore tre volte; perciò, Cristo gli diede un’opportunità di porre rimedio alla sua colpa per mezzo di una triplice confessione.” (Clarke)

c. Mi ami tu: Alla terza volta Gesù cambia un po’ la domanda (“Mi vuoi bene?”,Nuova Riveduta) e chiede a Pietro se prova un amore fraterno, una devozione amichevole nei Suoi confronti (phileis).

i. “Pietro, nelle sue due prime risposte, usa una parola meno forte, che implica una consapevolezza della sua debolezza, ma allo stesso tempo una convinzione e un profondo sentimento di amore personale. Nella terza domanda il Signore adotta invece la parola usata da Pietro, in modo da fargli comprendere meglio il significato della loro conversazione.” (Alford)

d. Signore, tu sai ogni cosa, tu sai che io ti amo: Sebbene Pietro sapesse di voler bene a Gesù (usando la parola philio), fece affidamento alla Sua conoscenza di ogni cosa. Pietro realizzò che Gesù lo conosceva meglio di quanto egli conoscesse sé stesso.

i. Gesù non chiede a Pietro: “Sei dispiaciuto?” o “Prometti di non farlo più?” Gesù esorta Pietro ad amare.

ii. “Gesù Cristo non chiede ad ognuno di noi prima di tutto l’obbedienza, il pentimento, i voti, la condotta, bensì un cuore; tutto il resto seguirà naturalmente.” (Maclaren)

e. Pasci le mie pecore: Gesù riabilita Pietro in presenza degli altri discepoli facendogli affrontare onestamente il proprio fallimento; in seguito, Gesù lo esorta a fissare il proprio sguardo sull’opera che lo attende.

3. (18-19) La chiamata di Gesù per la vita di Pietro.

In verità, in verità ti dico che, quando eri giovane, ti cingevi da te e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani e un altro ti cingerà e ti condurrà là dove tu non vorresti». Or disse questo per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo, gli disse: «Seguimi».

a. In verità, in verità: Gesù precede le parole conclusive rivolte a Pietro con una grande certezza. Quello che stava per dirgli non doveva essere dimenticato.

b. Quando eri giovane: Gesù parla del passato di Pietro, ricordandogli la sua gioventù, quando aveva meno responsabilità e poteva fare quello che voleva. La maggior parte di noi ricorda com’erano quegli anni in cui eravamo giovani.

c. Quando sarai vecchio, stenderai le tue mani: Gesù parla del futuro di Pietro, quando qualcun altro lo legherà (ti cingerà) e condurrà in un luogo dove non vorrà andare – un luogo con le mani stese: la croce. Con questa morte egli avrebbe glorificato Dio.

i. “Sarà legato, non più il padrone dei propri movimenti.” (Morris)

ii. Se Pietro comprese ciò che intendeva dire Gesù, deve aver rabbrividito non poco. Pietro, morirai su una croce. Giovanni l’Evangelista capì il senso di quelle parole, ma lo scrisse molti anni dopo la morte di Pietro.

iii. Tuttavia, diede a Pietro anche una certezza. Nei momenti cruciali delle settimane precedenti, Pietro aveva rinnegato Gesù tre volte per salvarsi dalla croce. Gesù assicurò a Pietro – in verità, in verità – che avrebbe affrontato la sfida della croce ancora una volta e che questa volta l’avrebbe accettata. Gesù promise a Pietro che sarebbe morto in totale fedeltà al suo Messia e Signore.

iv. “Gli antichi scrittori sostengono che, circa trentaquattro anni dopo, Pietro fu crocifisso; e che, considerando una cosa tanto gloriosa morire per Cristo, pregò di essere crocifisso a testa in giù, ritenendosi indegno di morire nella stessa postura del Signore. Così scrissero Eusebio, Prudenzio, Crisostomo e Agostino.” (Clarke)

v. “Geronimo dice che ‘fu coronato con il martirio sotto Nerone, crocifisso a testa in giù e con i piedi all’insù, perché si considerava indegno di venire crocifisso alla stessa maniera del Signore.’” (Alford)

vi. Il cristiano può glorificare Dio nella morte. “Giustino Martire confessò che, osservando la pietas dei cristiani nelle loro vite e la loro pazienza nella morte, ne dedusse che era la verità quella che professavano tanto ininterrottamente e che sigillavano con il proprio sangue.” (Trapp)

d. Seguimi: In questo momento drammatico, Gesù pronuncia le Sue ultime parole a Pietro. Anni prima aveva chiamato Pietro perché Lo seguisse (Matteo 4:18-19). Adesso Pietro sa che continuare a seguire Gesù significa una crocifissione sicura. Ancora una volta, Pietro viene esortato a seguire il suo Messia, Maestro e Signore.

i. “Gesù inserisce Pietro nella sua stessa categoria – una vita vissuta per Dio e alla fine sacrificata per glorificarlo. Un linguaggio simile viene usato a proposito di Gesù in altri punti del Vangelo (Giovanni 12:27-32; 13:31). Il comando ‘seguimi’ è all’imperativo presente, che letteralmente significa ‘continua a seguirmi’.” (Tenney)

ii. “Probabilmente l’uso qui del presente è significativo. ‘Continua a seguirmi’ ne rende meglio il significato. Pietro aveva seguito Cristo in passato, ma non costantemente. Per il futuro vuole che segua fermamente le vie del Signore.” (Morris)

4. (20-23) E Giovanni?

Or Pietro, voltatosi, vide che li seguiva il discepolo che Gesù amava, quello che durante la cena si era anche posato sul petto di Gesù e aveva chiesto: «Signore, chi è colui che ti tradisce?». Al vederlo, Pietro disse a Gesù: «Signore, e di costui che ne sarà?». Gesù gli rispose: «Se voglio che lui rimanga finché io venga, che te ne importa? Tu seguimi!». Si sparse allora la voce tra i fratelli che quel discepolo non sarebbe morto; ma Gesù non aveva detto a Pietro che egli non sarebbe morto, ma: «Se io voglio che lui rimanga finché io venga, che te ne importa?».

a. Signore, e di costui che ne sarà: Gesù aveva appena riproposto la Sua sfida a Pietro: seguimi (Giovanni 21:19). La prima reazione di Pietro non fu quella di rispondergli di sì, ma voltandosi guardò l’altro discepolo, Giovanni. La prima reazione di Pietro alla sfida personale lanciatagli da Gesù fu quella di cambiare argomento, chiedendosi quali fossero le intenzioni del Signore riguardo a qualcun altro.

i. Pietro rappresenta la maggior parte di noi. Ci viene facile evitare qualsiasi sfida personale di Gesù per noi, chiedendoci o persino preoccupandoci di quello che altri discepoli fanno o di quello che Gesù richiede da loro.

ii. Che ne sarà di Giovanni? “Il suo contributo unico verrà dopo. Dopo essersi stabilito nella città pagana e cosmopolita di Efeso, esorterà gli uomini a non perdersi nei mari inesplorati di vaghe esperienze religiose e di speculazione astratta, e ad aggrapparsi all’àncora sicura e certa della rivelazione di Dio nella figura storica della Parola incarnata.” (Tasker)

iii. “Paolo sarà anche il pioniere di Cristo, Pietro il pastore di Cristo, ma Giovanni è il testimone di Cristo.” (Barclay)

b. Se voglio che lui rimanga finché io venga, che te ne importa: Gesù risponde a Pietro con un’altra sfida. Sebbene Pietro fosse destinato a morire crocifisso (Giovanni 21:18-19), Gesù voleva che considerasse la possibilità che avesse in serbo per Giovanni qualcosa di completamente diverso. Pietro doveva attenersi a ciò che Gesù voleva da lui, sapendo che avrebbe potuto richiedere qualcosa di diverso da Giovanni o dagli altri discepoli.

i. “C’è un tocco di interesse umano nel Suo rimprovero a Pietro per aver tentato di scoprire la volontà divina per un altro uomo.” (Morgan)

c. Tu seguimi: Si tratta di una esortazione potente e specifica nei confronti di Pietro. Senza preoccuparsi di quello che Gesù avrebbe fatto di Giovanni o degli altri discepoli, Pietro deve decidere da solo se seguire Gesù o meno. Questa è una sfida che viene posta ad ogni singolo discepolo di Gesù.

i. “L’uso del pronome personale alla seconda persona nel comandamento di Gesù dà maggiore enfasi all’affermazione: ‘Tu devi seguirmi’.” (Tenney)

ii. “Sono giunto alla conclusione che, anziché cercare di chiarire subito ciò che sarà di tutti i servi del mio Maestro, la mia opera primaria e più importante deve essere quella di seguire il mio Signore; e penso, fratello mio, che sarebbe saggio se arrivassi anche tu alla stessa conclusione.” (Spurgeon)

d. Si sparse allora la voce tra i fratelli che quel discepolo non sarebbe morto: L’esortazione di Gesù a Pietro diede luogo a una diceria tra i primi fratelli nella fede cristiana. Secondo questa diceria, Gesù avrebbe detto che Giovanni non sarebbe morto fino al Suo ritorno. Il fatto che Giovanni era l’ultimo discepolo sopravvissuto e che era scampato a diversi tentativi di omicidio diede forza a tale diceria.

i. Ciò mostra quanto spesso e quanto facilmente le persone fraintendano, quanto spesso i fratelli fraintendano.

e. Ma Gesù non aveva detto a Pietro che egli non sarebbe morto: Una delle ragioni per cui Giovanni aggiunge questa appendice al suo Vangelo è per chiarire ciò che Gesù aveva detto al riguardo e per eliminare tale diceria. Gesù non aveva detto che Giovanni non sarebbe morto, ma usò la possibilità di un tale evento solo come un esempio per Pietro.

i. “Si diceva che il Signore avesse profetizzato che il discepolo che Gesù amava sarebbe rimasto in vita fino al Suo ritorno. l’Evangelista si premura di chiarire una volta per tutte che Gesù aveva parlato solo ipoteticamente di tale possibilità.” (Tasker)

5. (24-25) La conclusione del Vangelo di Giovanni.

Questo è il discepolo che rende testimonianza di queste cose e che ha scritto queste cose; e noi sappiamo che la sua testimonianza è verace. Or vi sono ancora molte altre cose che Gesù fece, che se fossero scritte ad una ad una, io penso che non basterebbe il mondo intero a contenere i libri che si potrebbero scrivere. Amen.

a. Questo è il discepolo che rende testimonianza di queste cose e che ha scritto queste cose: Qui Giovanni rivela di essere il discepolo senza nome presente in tante parti del Vangelo. Giovanni testimonia solennemente della veridicità di ciò che ha scritto: la sua testimonianza è verace.

b. Non basterebbe il mondo intero a contenere i libri che si potrebbero scrivere: Giovanni scrisse la verità su Gesù, ma sarebbe stato impossibile per lui o per chiunque altro scrivere tutta la verità su Gesù. Vi sono ancora molte altre cose che Gesù fece e sarebbe stato impossibile scriverle tutte.

i. “Con questa piacevole iperbole, ci fa capire che c’è molto di più su Gesù di quanto sappiamo.” (Morris)

ii. Le molte altre cose che Gesù fece includono la Sua opera che continua ancora oggi tra i Suoi discepoli e nel mondo. Giovanni immagina un libro che continua ad essere scritto, formato da tanti di quei volumi che il mondo stesso non potrebbe contenerli tutti.

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