Giovanni 16




Giovanni 16 – Gli ultimi insegnamenti di Gesù prima della Sua dipartita

A. Ulteriori insegnamenti sull’opera dello Spirito Santo.

1. (1-4) Gesù avverte i discepoli a motivo delle persecuzioni future.

«Vi ho detto queste cose, affinché non siate scandalizzati. Vi espelleranno dalle sinagoghe; anzi l’ora viene che chiunque vi ucciderà penserà di rendere un servizio a Dio. E vi faranno queste cose, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando sia giunto il momento, vi ricordiate che io ve le avevo dette; or da principio non vi dissi queste cose, perché ero con voi».

a. Vi espelleranno dalle sinagoghe: Gesù avvertì i Suoi discepoli dell’imminente opposizione, perché non voleva che ne rimanessero sorpresi e scandalizzati. Inoltre, non si aspettava che i Suoi discepoli lasciassero immediatamente le sinagoghe né che le abbandonassero di propria volontà. Sarebbero stati espulsi con la forza a motivo di Gesù.

i. Scandalizzati: “La parola skandalethron non ha il significato di inciampare, ma indica la molla di una trappola, che ‘scatta’ quando meno ci si aspetta.” (Tasker)

ii. “Al tempo della stesura del Vangelo, queste parole avevano già assunto un’importanza speciale, visto che nelle preghiere rituali della sinagoga era stata aggiunta una maledizione contro i nazareni, con l’intento di assicurarsi che i seguaci di Gesù non partecipassero alle loro assemblee.” (Bruce)

b. L’ora viene che chiunque vi ucciderà penserà di rendere un servizio a Dio: Quell’ora venne subito, come mostra la vita di Saulo di Tarso prima della sua conversione (Atti 8:1-3, 22:3-5, 26:9-11). Da quel momento in poi, numerose persone hanno continuato a perseguitare e ad uccidere i veri seguaci di Gesù, pensando di compiacere Dio.

i. Rendere un servizio a Dio: “La parola utilizzata da Gesù per servizio è lateria, usata tipicamente per denotare il servizio all’altare svolto dal sacerdote nel Tempio di Dio e il servizio religioso in generale.” (Barclay)

ii. Nel XX secolo, molti martiri cristiani sono stati vittima di stati atei e comunisti, sebbene dal punto di vista storico sia alquanto insolito. Nel corso di gran parte della storia umana, la maggior parte dei cristiani sono stati presi di mira dagli appartenenti di altre religioni, o addirittura da sette in seno alla cristianità.

c. Quando sia giunto il momento, vi ricordiate che io ve le avevo dette: Gesù fece bene ad avvertirli prima del tempo, perché è scioccante che un vangelo tanto glorioso venga odiato con tanto ardore. Egli non rivelò queste cose ai propri discepoli da principio, ma arrivò il momento in cui le disse loro.

i. “Durante la prima parte del Suo ministero, in confronto, Gesù aveva parlato molto poco ai Suoi discepoli della persecuzione che li attendeva, perché era con loro e, fintantoché fosse rimasto con loro, l’odio del mondo sarebbe ricaduto inevitabilmente su di Lui.” (Tasker)

ii. “Mentre era con loro, i discepoli facevano affidamento su di Lui e non avrebbero potuto concepire un tale momento di debolezza e persecuzione.” (Dods)

2. (5-7) Gesù illustra i benefici della Sua dipartita.

«Ma ora vado da colui che mi ha mandato, e nessun di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto queste cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Tuttavia io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vado, io ve lo manderò».

a. Nessun di voi mi domanda: “Dove vai?”: Pietro aveva già fatto questa domanda (Giovanni 13:36) e Tommaso ne aveva posta una simile (Giovanni 14:5). Di conseguenza, Gesù non si riferiva alle parole esatte con cui si sarebbe potuta formulare la domanda, bensì all’attitudine del cuore che l’aveva motivata. In precedenza, i discepoli avevano chiesto: “Che cosa ci succederà quando Te ne andrai?”, che si discostava dal senso inteso qui da Gesù: “Che cosa Ti succederà quando Te ne andrai?”.

i. “La puntualizzazione di Gesù riguardo al fatto che nessuno Gli aveva chiesto: ‘Dove vai?’ fa sorgere delle difficoltà, considerato che Simon Pietro Gli aveva già domandato: ‘Signore, dove vai?’ (Giovanni 13:36). Ma in quella domanda non c’era un vero interesse nei confronti della destinazione di Gesù. Pietro fu sviato immediatamente dal discorso e non fece alcun reale tentativo di scoprire dove Egli fosse diretto. Era preoccupato al pensiero di separarsi da Gesù, ma non per la destinazione del Maestro. Pensava solo alle conseguenze che avrebbero dovuto affrontare lui e i suoi compagni.” (Morris)

b. Anzi, perché vi ho detto queste cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore: Gesù giustificò la loro mancanza di interesse nei confronti del Suo destino, in quanto conosceva la loro tristezza. Sebbene in quel momento i discepoli provassero tristezza per la dipartita di Gesù, si trattava di un passo essenziale per la loro crescita come discepoli, in vista di un futuro migliore.

c. È bene per voi che io me ne vada: Dev’essere stato difficile da credere per i discepoli. Quando un nostro caro si trova in fin di vita, spesso pensiamo che sia meglio lasciare che la morte faccia il suo corso. Ci diciamo: “È meglio che smetta di soffrire e che passi a miglior vita”. Pur pensando questo, non crediamo però che la sua morte sia davvero un bene per noi. Eppure, ciò che Gesù afferma qui è che la Sua dipartita non è un bene per Lui, bensì è bene per voi che io me ne vada.

i. Se i discepoli avessero davvero capito quello che stava per succedere, sarebbe stato ancor più difficile per loro credere.

·È bene per voi che Gesù venga arrestato?

·È bene per voi che il ministero d’insegnamento e di miracoli di Gesù si interrompano?

·È bene per voi che Gesù venga percosso?

·È bene per voi che Gesù venga insultato?

·È bene per voi che Gesù venga condannato a morte?

·È bene per voi che Gesù venga inchiodato ad una croce?

·È bene per voi che Gesù muoia in compagnia di famigerati criminali?

·È bene per voi che il Suo corpo senza vita venga deposto in un freddo sepolcro?

d. Tuttavia: Questa parola costituisce una vera e propria sfida al loro dolore e persino alla loro incredulità. “Tuttaviaè una delle grandi parole della Bibbia e significa nonostante tutto ciò. Gesù sapeva che erano colmi di dolore per ciò che aveva detto loro. Ma, nonostante tutto ciò, voleva che sapessero che era un bene per loro.

i. “È bene per voi sottintende che la dispensazione dello Spirito sia una manifestazione di Dio di maggiore benedizione di quanto sia la presenza fisica del Salvatore risorto.” (Alford)

e. Io vi dico la verità: Gesù non lo specificò perché era solito mentire la maggior parte delle volte. Lo disse perché voleva che facessero in quella situazione uno sforzo comune di fiducia in Lui. Gesù si rendeva conto che le Sue parole erano difficili da credere.

f. Perché se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore: Gesù aveva un piano, anche se i discepoli non erano in grado di comprenderlo. Adesso, con 2000 anni di senno di poi, sappiamo che Gesù, una volta asceso al cielo, mandò lo Spirito di Dio, il quale portava e porta avanti ancora oggi il ministero più vasto ed efficace nel mondo intero.

i. “Condizione essenziale della Sua presenza spirituale universale era che la presenza fisica di Cristo a quel punto si ritirasse.” (Dods)

g. Io ve lo manderò: Gesù promise di inviare lo Spirito Santo ai discepoli dopo la Sua ascensione. Per questo motivo la Sua dipartita sarebbe stata un bene per loro. Gesù intendeva dire che, per i credenti, la presenza e l’opera dello Spirito Santo sarebbero state meglio della Sua presenza fisica e corporale.

i. Era meglio perché Gesù sarebbe potuto rimanere con ogni credente in ogni tempo. Gesù promise: Poiché dovunque due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro (Matteo 18:20). Non era una promessa che avrebbe potuto mantenere nella carne, ma solo nello Spirito. La Sua dipartita era il requisito fondamentale per l’adempimento di quella promessa. Se Gesù fosse presente fisicamente sulla terra, alcuni cristiani godrebbero di una gioia immensa – quelli nelle Sue immediate vicinanze. Ma la maggior parte dei cristiani avrebbe la forte sensazione che Gesù non è lì con loro. Certamente, è bene per voi.

ii. Era meglio perché adesso possiamo capire meglio Gesù. Se Gesù fosse fisicamente presente sulla terra, le Sue parole e le Sue dichiarazioni non avrebbero fine. Non avremmo la Bibbia, ma l’intera Biblioteca del Congresso. Dei segretari Lo seguirebbero costantemente per annotare ogni Sua parola. Verrebbe tutto scritto e conservato. Possederemmo tutto, in un unico ammasso ingestibile di informazioni. Certamente, è bene per voi.

iii. Era meglio perché adesso possiamo avere una relazione di maggior fiducia con Dio. Se Gesù fosse fisicamente presente sulla terra, incontreremmo una grande sfida sul nostro cammino di fede. Paolo disse: Anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora però non lo conosciamo più così (2 Corinzi 5:16). Dio vuole che camminiamo per fede e non per visione, e se Gesù fosse qui fisicamente, avremmo la grande tentazione di camminare per visione e non per fede. Certamente, è bene per voi.

iv. Era meglio perché l’opera di Gesù viene compresa meglio quando Egli è seduto sul Suo trono nei cieli. Se Gesù fosse fisicamente presente sulla terra, sarebbe un’immensa confusione per noi. Gesù non continua a soffrire, avendo già compiuto la propria opera sulla croce. Eppure, potrebbe risultarci difficile, quando ci troviamo nell’avversità, vedere un Salvatore che non ha mai sofferto; potrebbe farci pensare ad un Gesù insensibile. Dio non voleva che lottassimo con questo dilemma, ed è per questo che Gesù non si trova più fisicamente sulla terra. Egli è seduto sul Suo trono nei cieli. Certamente, È bene per voi.

v. Prima che Gesù li lasciasse, i discepoli erano confusi, testardi, timorosi, egoisti ed egocentrici. Dopo la dipartita di Gesù e la discesa del Consolatore, erano saggi, arresi a Lui, coraggiosi ed altruisti. Certamente è bene per voi che Gesù se ne sia andato.

3. (8-11) L’opera dello Spirito Santo nel mondo.

«E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo di peccato, di giustizia e di giudizio. Di peccato, perché non credono in me; di giustizia, perché io vado al Padre e non mi vedrete più; di giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato».

a. Convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio: Il peccato è la verità riguardo all’uomo, la giustizia è la verità riguardo a Dio e il giudizio è la combinazione inevitabile di queste due verità.

i. “La coscienza dell’uomo percepisce un barlume di entrambe: una certa consapevolezza della colpa, un certo senso di giustizia, una qualche capacità di giudizio su ciò che è transitorio e inutile; rimangono tutti aspetti irreali, che non si manifestano nell’atto pratico, finché l’opera di compunzione dello Spirito non ha avuto luogo in lui.” (Alford)

b. Convincerà: La parola nel greco tradotta convincerà ha una gamma di significati più ampia del semplice “convincere”, come lo intendiamo oggi, soprattutto dal punto di vista legale. Contiene l’idea di esporre, confutare e convincere (Bruce). Si tratta dell’opera dello Spirito Santo nel mondo e nei cuori degli individui: convincere e compungere riguardo a queste verità.

i. Convincerà: “O disingannare il mondo, confutando quelle strane presunzioni ed opinioni errate di cui gli uomini erano intrisi e da cui erano posseduti.” (Trapp)

ii. È grave fare resistenza e respingere l’opera dello Spirito Santo, che diventa soprattutto evidente nei momenti di grande avanzamento spirituale (a volte chiamato risveglio spirituale).

iii. Prima dell’opera di compunzione dello Spirito Santo, si poteva dire: “Faccio tanti errori. Nessuno è perfetto. Ma dopo che lo Spirito ha compiuto la propria opera, si può dire: “Sono un ribelle perduto, in costante lotta contro Dio e la Sua legge – devo affidarmi a Gesù per ricevere il perdono da Dio.

iv. “Lo Spirito non si limita solo ad accusare gli uomini di peccato: li conduce ad un inesorabile senso di colpa affinché si rendano conto della propria vergogna ed impotenza davanti a Dio.” (Tenney)

v. “Lo Spirito è il Consolatore di coloro che credono in Gesù, il loro avvocato difensore. Ma in relazione ai non credenti, al mondo senza Dio, Egli agisce come legale dell’accusa.” (Bruce) È importante avere lo Spirito di Dio dalla nostra parte come difensore, anziché come accusatore.

vi. Durante il grande risveglio del 1860-61 in Gran Bretagna, un ufficiale d’alto rango parlò alla propria cittadina scozzese dell’opera di compunzione di peccato: “Chi tra di voi si sente tranquillo non ha idea di quanto sia terrificante vedere lo Spirito Santo aprire gli occhi ad un uomo e rivelargli lo stato del suo cuore. Persone che si credevano e si consideravano buone e religiose… sono state indotte a scavare nelle fondamenta su cui si erano adagiate, scoprendo tutto marcio, e di essere uomini autocompiaciuti, dipendenti dalla propria bontà, anziché da Cristo. Molti passarono dal peccato a una vita di santità, con alcuni che prorompevano in lacrime per la gioia di aver ricevuto il perdono dei propri peccati.” (J. Edwin Orr, The Second Evangelical Awakening in Britain)

c. Di peccato, perché non credono in me: Sono l’incredulità e il rifiuto di Gesù che alla fine dimostrano la colpevolezza di una persona. Lo Spirito Santo rivela al mondo l’importanza di credere in Gesù, di affidarsi e di rimanere uniti a Lui per evitare questo peccato.

i. “L’essenza del peccato è l’incredulità, la quale non è semplicemente una casualità o una divergenza di opinioni; piuttosto, si tratta di un rifiuto totale del messaggero e del messaggio di Dio.” (Tenney)

ii. “Il peccato fondamentale è quello che mette l’io al centro di tutto e, di conseguenza, rifiuta di credere in Lui.” (Morris)

iii. “Un peccatore è qualcosa di sacro: lo Spirito Santo lo ha reso tale. Un peccatore ipocrita è una creatura orribile; ma un uomo davvero compunto del proprio peccato per lo Spirito di Dio è da ricercare come un gioiello prezioso, che adornerà la corona del Redentore.” (Spurgeon)

d. Di giustizia, perché io vado al Padre: L’ascensione in cielo di Gesù fu prova della Sua perfetta ubbidienza alla volontà del Padre e della Sua giustizia, portando inoltre alla luce la mancanza di giustizia nel mondo che Lo aveva respinto. Lo Spirito Santo mostra al mondo la sua ingiustizia e la giustizia di Gesù.

i. Molte persone oggi danno per scontata la giustizia di Gesù – persino i non religiosi. Eppure, durante la Sua vita, Gesù fu insultato e chiamato impostore, posseduto, malvagio trasgressore della legge, ingordo, ubriacone, figlio illegittimo. Lo Spirito Santo persuade il mondo della giustizia di Gesù.

ii. “Laddove in precedenza la giustizia era stata definita da precetti, ora è stata rivelata dal Figlio incarnato, della quale fu un esempio perfetto in tutte le Sue relazioni.” (Tenney)

e. Di giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato: Il giudizio contro Satana indica che ci sarà una resa dei conti finale tra Dio e la Sua creatura ribelle. Lo Spirito Santo avverte il mondo di questo giudizio imminente.

i. Normalmente, l’accusa è seguita dalla condanna. Quando lo Spirito Santo è all’opera, esiste tra queste uno stadio intermedio: la rivelazione della giustizia di Gesù Cristo, che può soddisfare la sentenza emessa contro l’imputato.

ii. “Il mondo, il suo principe, è ‘giudicato’. Associarsi ad esso piuttosto che a Cristo equivale ad unirsi ad una causa persa, ad una nave che affonda.” (Dods)

4. (12-15) L’opera dello Spirito Santo tra i discepoli.

«Ho ancora molte cose da dirvi, ma non sono ancora alla vostra portata. Ma quando verrà lui, lo Spirito di verità, egli vi guiderà in ogni verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutte le cose che ha udito e vi annunzierà le cose a venire. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve lo annunzierà. Tutte le cose che il Padre ha sono mie; per questo ho detto che egli prenderà del mio e ve lo annunzierà».

a. Ho ancora molte cose da dirvi: Gesù ammise apertamente che il Suo insegnamento era incompleto, e che la Chiesa avrebbe ricevuto ulteriori istruzioni da parte dello Spirito Santo. Con questa affermazione Gesù anticipa la composizione del Nuovo Testamento.

i. Qui Gesù risponde a quelli che dicono: “Accetto quello che Gesù ha insegnato, ma non quello che hanno insegnato Paolo o gli altri”. Paolo e gli altri scrittori del Nuovo Testamento ci hanno insegnato le molte cose insegnate da Gesù.

·Per esempio, i discepoli non sapevano che alcune delle usanze e dei comandamenti dei Giudei sarebbero state adempiute nella persona e nell’opera di Gesù e che non sarebbero state più vincolanti sotto il Nuovo Patto.

·Per esempio, i discepoli non sapevano che Dio avrebbe accolto i Gentili nella comunità del Nuovo Patto come loro pari, senza doversi prima convertire al giudaismo.

b. Egli vi guiderà in tutta la verità: In un certo senso, ciò si realizzò al completamento degli scritti del Nuovo Testamento, divinamente ispirati da Dio. In un altro senso, lo Spirito Santo continua ancora oggi a condurci personalmente nella verità, ma mai in opposizione alla Scrittura, poiché la somma rivelazione di Dio si è conclusa con il Nuovo Testamento.

i. In ogni verità: “La parola greca significa ‘tutta la verità’, ovvero la verità specifica riguardo alla Persona di Gesù e all’importanza di ciò che disse e fece. Il Nuovo Testamento contiene prove permanenti che confermano che gli apostoli furono guidati in questa verità.” (Tasker)

ii. Vi annunzierà le cose a venire: “La promessa, dunque, non può che fare riferimento alle caratteristiche principali della nuova dispensazione cristiana. Lo Spirito li avrebbe guidati in quella nuova fase in cui non avrebbero più avuto l’esempio, l’aiuto e il consiglio visibili del loro Maestro.” (Dods)

c. Non parlerà da se stesso… Egli mi glorificheràprenderà del mio e ve lo annunzierà: Il ministero dello Spirito Santo consiste nel rivelarci Gesù e nel rendere testimonianza di Lui (Giovanni 15:26). Usa molti modi e molti doni diversi per fare ciò, ma lo scopo è sempre lo stesso: rivelare Gesù.

i. Una persona potrebbe parlare di sogni, visioni, esperienze, rivelazioni e affermare che provengono dallo Spirito Santo, e queste presunte rivelazioni comunque non dire nulla o quasi su Gesù.

ii. “Questo versetto va contro le aggiunte e le finte rivelazioni successive e al di fuori di Cristo; è opera dello Spirito testimoniare e dichiarare le COSE DI CRISTO; non qualcosa di nuovo né al di fuori di Lui.” (Alford)

iii. Tutte le cose che il Padre ha sono mie: “Se Cristo non fosse stato uguale a Dio, avrebbe potuto pronunciare queste parole e comunque non bestemmiare?” (Clarke)

B. Gesù prepara i discepoli alla prova imminente della croce.

1. (16-18) Gesù parla della Sua imminente ma temporanea dipartita.

«Fra poco non mi vedrete più; e un altro poco e mi vedrete, perché me ne vado al Padre». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero fra di loro: «Che cosa è questo che egli ci dice: “Fra poco non mi vedrete più”, e: “Un altro poco e mi vedrete” e: “Perché me ne vado al Padre”?». Dicevano dunque: «Che cosa è questo “fra poco”, di cui parla? Noi non sappiamo quello che vuol dire».

a. Fra poco non mi vedrete più: I discepoli non capivano che l’arresto di Gesù era a solo qualche ora di distanza e che subito dopo avrebbe avuto luogo la Sua crocifissione. Ciononostante, poiché doveva andare al Padre, lo avrebbero visto di nuovo una volta risorto.

i. Non mi vedrete più: “Durante l’intervallo di tempo tra la Sua morte e la Sua resurrezione, i discepoli persero la fede e la visione spirituale, e non vedevano il Signore diversamente da come lo vedeva il mondo.” (Trench)

ii. Mi vedrete: “‘E passerà ancora un po’ di tempo, e poi mi vedrete (ὄψεσθέμε) con i vostri occhi’. Passato il breve intervallo di tempo tra la Sua morte e la Sua resurrezione, allora Lo avrebbero visto con i propri occhi.” (Trench)

b. Noi non sappiamo quello che vuol dire: I discepoli erano sia turbati che confusi. Probabilmente pensavano che Gesù stesse parlando loro con degli inutili enigmi riguardo alla propria destinazione e a ciò che si apprestava a fare. Non capivano che cosa volesse dire con “non vederlo più e poi vederlo”.

i. Noi non sappiamo quello che vuol dire: “In quest’occasione viene usata una parola greca per ‘dire’ diversa da quella utilizzata nella prima parte del versetto. Quindi, la versione inglese RSV traduce correttamente: ‘Noi non sappiamo che cosa intenda’.” (Tasker)

ii. “L’uso del tempo imperfetto in ‘continuavano a chiedere’ [dicevano] (elegon) mostra che i discepoli dovevano essersi consultati fra loro sulla questione, e che il discorso non si era sviluppato come un monologo ininterrotto.” (Tenney)

iii. “Mentre per noi è tutto chiaro, per i discepoli era tutto un mistero. Se Gesù voleva fondare il Suo regno messianico, perché andare via? E se non lo desiderava, perché tornare?” (Godet, citato in Morris)

2. (19-22) Gesù parla dell’imminente tristezza che verrà trasformata in gioia.

Gesù dunque comprese che lo volevano interrogare e disse loro: «Vi domandate l’un l’altro perché ho detto: “Fra poco non mi vedrete più”, e: “Un altro poco e mi vedrete”? In verità, in verità vi dico: voi piangerete e farete cordoglio, e il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione sarà mutata in gioia. La donna quando partorisce sente dolore, perché è giunta la sua ora; ma appena ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell’angoscia per la gioia che è venuto al mondo un essere umano. Così anche voi ora siete nel dolore, ma io vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà, e nessuno vi toglierà la vostra gioia».

a. Gesù comprese che lo volevano interrogare: Gesù si accorse che i discepoli desideravano maggior chiarezza, ma sapeva anche che avevano bisogno di qualcosa di più che di semplici informazioni. Era necessario che i loro cuori e le loro menti fossero preparate a sopportare la crisi imminente.

i. “Gesù, percependo il loro imbarazzo e sapendo che volevano interrogarlo, disse loro: ‘Vi domandate l’un l’altro?’” (Dods)

b. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione sarà mutata in gioia: Gesù sapeva che nelle ore successive sarebbero piombati in una profonda ed oscura tristezza. Sapeva inoltre che Dio, per la Sua potenza e la Sua grazia, avrebbe trasformato la loro afflizione in gioia.

i. Le parole sarete afflitti erano certamente veritiere.

·Afflitti alla perdita di relazione con Gesù.

·Afflitti all’umiliazione del loro Maestro e Messia.

·Afflitti all’apparente vittoria dei Suoi nemici.

·Afflitti perché gli era stata portata via la speranza.

ii. La crocifissione e tutto ciò che avvenne in seguito non erano un ostacolo al compimento del piano di Dio. Anzi, era proprio il modo in cui si sarebbe realizzato. Quel dolore si sarebbe trasformato in gioia.

iii. L’intenzione di Dio non era quella di rimpiazzare la loro tristezza, bensì di trasformare l’afflizione in gioia, come Egli fa spesso nella nostra vita. La loro sofferenza sarebbe stata direttamente collegata alla gioia che li attendeva, così come il dolore del parto è direttamente collegato alla gioia per il bambino venuto al mondo.

iv. “Degno di nota e di apprendimento è il fatto che gli apostoli non sembrano parlare nei propri sermoni o nelle epistole con rimpianto della morte del Signore. I vangeli narrano dell’angoscia che provarono al momento della crocifissione, ma non c’è traccia di tale sofferenza dopo la resurrezione e, soprattutto, dopo la Pentecoste.” (Spurgeon)

c. Io vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà: Non capendo pienamente il senso di tale separazione, non potevano nemmeno comprendere appieno la gioia dell’imminente ricongiungimento. Eppure, quando accadde, nessuno poteva negare la gioia della testimonianza che rendevano della resurrezione – una testimonianza tanto sicura da sopportare persino la morte. Era vero: nessuno vi toglierà la vostra gioia.

i. Nessuno vi toglierà la vostra gioia: “Ciò che il nostro Signore sembra voler dire è che a loro sarebbe stata data prova inequivocabile della Sua resurrezione, in modo da non arrivare mai a dubitarne e, di conseguenza, da rendere la loro gioia grande e duratura.” (Clarke)

ii. “Sebbene la Sua sofferenza fosse motivo d’angoscia, il fatto che abbia sofferto ogni cosa è in egual misura fonte di gioia. Quando un eroe ritorna dalla guerra portando con sé le cicatrici del conflitto, le stesse che gli hanno fatto guadagnare gli onori, chi si rattrista per ciò che ha dovuto affrontare durante le sue missioni?” (Spurgeon)

3. (23-27) Gesù promette una gioia maggiore a motivo dell’accesso a Dio che sperimenteranno dopo la Sua dipartita.

«In quel giorno non mi farete più alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che tutto ciò che domanderete al Padre nel mio nome, egli ve lo darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome; chiedete e riceverete, affinché la vostra gioia sia completa. Vi ho detto queste cose in similitudini, ma l’ora viene in cui non vi parlerò più in similitudini, ma vi parlerò del Padre apertamente. In quel giorno chiederete nel mio nome; e non vi dico che io pregherò il Padre per voi; il Padre stesso infatti vi ama, poiché voi mi avete amato e avete creduto che io sono proceduto da Dio».

a. In quel giorno non mi farete più alcuna domanda: Gesù probabilmente intendeva dire che alla resurrezione avrebbero sperimentato una gioia e un conforto tali da farli rimanere senza parole, per ciò che riguarda rivolgere richieste a Gesù. Tuttavia, il sentiero per ricevere udienza da Dio e risposta alle proprie preghiere si era ulteriormente aperto, non chiuso.

i. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome: “Non mi avete ancora considerato il grande Mediatore tra Dio e l’uomo; si tratta comunque di una di quelle verità che vi saranno rivelate più chiaramente dallo Spirito Santo.” (Clarke)

b. Tutto ciò che domanderete al Padre nel mio nome, egli ve lo darà: Grazie alla grande opera di Gesù, i discepoli hanno accesso illimitato e innegabile a Dio per mezzo di Lui. I discepoli non avevano ancora pregato veramente nel nome di Gesù, ma Egli glielo avrebbe insegnato.

i. “Significa che la morte espiatoria di Gesù rivoluzionerà ogni cosa. Alla base dell’opera di espiazione del Figlio, gli uomini si avvicineranno a Dio e troveranno risposta alle proprie preghiere.” (Morris)

c. Ma vi parlerò del Padre apertamente: I discepoli avrebbero dovuto credere che, nel tempo di gioia ristabilita e di accesso illimitato a Gesù, avrebbero conosciuto più che mai il Padre e tutto ciò che Lo riguarda.

i. In similitudini: “Un’allusione all’espressione criptica ‘tra poco’ e alla metafora del parto usata al versetto 21.” (Tasker)

d. Il Padre stesso infatti vi ama: Gesù chiarì che il Figlio non aveva avuto bisogno di persuadere un Padre adirato ad avere misericordia di loro; la Sua opera serviva a creare una base di giustizia per la grazia di Dio.

i. “Qui Gesù sta dicendo: ‘Potete rivolgervi a Dio, perché vi ama’ – e lo dice prima della Croce. Non morì per trasformare Dio in amore; morì per dirci che Dio è Amore. Non scese sulla terra perché Dio ha tanto odiato il mondo, ma perché lo ha tanto amato. Gesù portò agli uomini l’amore di Dio.” (Barclay)

ii. “Ci viene spiegata la ragione per cui Cristo non intercederà per loro. Non ce ne sarà bisogno. Il Padre stesso li ama e non ha bisogno di essere persuaso ad usare grazia. In questo caso, il motivo per la loro accettazione è la loro relazione con Gesù.” (Morris)

e. Poiché voi mi avete amato: Il Padre non amava i discepoli in base al loro amore per Gesù. Al contrario, il loro amore per Gesù era prova dell’amore del Padre per loro.

i. Le pulsazioni non fanno sì che il cuore batta, ma ne sono la prova. Il nostro amore per Dio non fa sì che Egli ci ami, ma è la prova del Suo amore per noi.

4. (28-32) I discepoli proclamano la propria fede; Gesù la mette nella giusta prospettiva.

«Io sono proceduto dal Padre e sono venuto nel mondo; di nuovo lascio il mondo e torno al Padre». I suoi discepoli gli dissero: «Ecco, adesso tu parli apertamente e non usi alcuna similitudine. Ora conosciamo che sai tutto e non hai bisogno che qualcuno ti interroghi; per questo crediamo che sei proceduto da Dio». Gesù rispose loro: «Credete ora? Ecco l’ora viene, anzi è già venuta, in cui sarete dispersi, ciascuno per conto suo, e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me».

a. Io sono proceduto dal Padre: Gesù ripeté i temi già affrontati in questo grande discorso ai discepoli, parlando ancora una volta della Sua dipartita da questo mondo al Padre. Giovanni 16:28 costituisce un efficace riassunto dell’opera di Gesù.

·Io sono proceduto dal Padre: Gesù è Dio, ed era già esistente nella gloria e nella virtù del cielo prima ancora di venire sulla terra.

·E sono venuto nel mondo: Gesù nacque in forma d’uomo, aggiungendo l’umanità alla divinità.

·Di nuovo lascio il mondo: Gesù stava per morire.

·E torno al Padre: Gesù sarebbe risorto dalla morte e sarebbe asceso al cielo.

i. “In queste frasi ritroviamo, in un’unica dichiarazione, l’intero processo di redenzione compiuto dal Figlio di Dio. Dal Padre al mondo; dal mondo al Padre.” (Morgan)

ii. “Ecco la summa della Fede Cristiana in quattro proposizioni fondamentali, che, con i loro diversi perché, percome e ciò che ne deriva, costituiscono l’intero corpo della verità cristiana.” (Trench)

b. Ora conosciamo che sai tutto: L’affermazione riassuntiva della frase precedente fece sentire i discepoli come se avessero finalmente capito. Sembravano essere sinceri, ma sicuramente più sicuri nella loro fede di quanto avrebbero dovuto essere.

i. “Dichiararono di credere nella Divinità della Sua missione. Erano totalmente sinceri. Sentivano di avere finalmente superato la fase del dubbio. Cionondimeno, Gesù li conosceva più di quanto loro conoscessero sé stessi!” (Morgan)

c. Credete ora? […] sarete dispersi: Gesù non dubitò della fede dei discepoli in quel momento, ma li avvertì che quella fede sarebbe stata scossa prima di stabilirsi completamente in Lui. Per loro sarebbe stato molto più facile credere in Lui nella sala di sopra che nel Giardino del Getsemani, dove sarebbero tutti fuggiti, ciascuno per conto suo, e avrebbero lasciato Gesù solo.

i. Non era uno di quei momenti in cui di solito si dice: “Ve lo avevo detto. “Proprio il fatto che Gesù conoscesse e avesse predetto il corso futuro degli eventi sarebbe stato qualcosa a cui potersi aggrappare, il cui ricordo li avrebbe aiutati a tornare alla fede.” (Morgan)

ii. “Le parole ‘Credete ora?’ si possono altresì considerare una dichiarazione, il che è preferibile, in quanto pone maggiore enfasi sulla parola ora nell’originale. ‘Ora voi credete, ma la vostra fede sarà presto scossa’.” (Tasker)

iii. “Gesù conosceva i loro cuori meglio di loro. Non solo poteva rispondere alle loro domande inespresse: poteva anche valutare la forza della loro fede in Lui. Era sincera ed autentica, legata al loro amore per Lui, ma stava per essere messa alla prova in modi che non avrebbero mai immaginato.” (Bruce)

d. Sarete dispersi, ciascuno per conto suo, e mi lascerete solo: Presto sarebbe arrivato il momento di crisi e in quell’istante i discepoli avrebbero pensato: “Ognuno per sé!” e avrebbero abbandonato Gesù.

i. “Quando Gesù non aveva bisogno della loro amicizia, erano tutti Suoi ottimi amici. Quando non potevano fare nulla per Lui, benché ci provassero, erano tutti Suoi seguaci fedeli. Ma ecco che arriva il momento di difficoltà; adesso avrebbero potuto vegliare con Lui per un’ora, andare con Lui in mezzo alla marmaglia, perlomeno come voto di minoranza contro le masse, ma non ne rimase neanche uno.” (Spurgeon)

ii. “Eccolo lì. Lo hanno lasciato solo; eppure, Egli rimane lì, incrollabile di fronte alla meta. È venuto per salvare e salverà. È venuto per redimere e redimerà. È venuto per vincere il mondo e lo vincerà.” (Spurgeon)

e. Ma io non sono solo, perché il Padre è con me: Gesù fece affidamento sulla Sua relazione intima con Dio dalla via del calvario fino al momento in cui era appeso alla croce. Nei momenti di maggiore solitudine, sapeva che il Padre era con Lui.

i. “Mi ricorda quel passo in cui Abrahamo andò con Isacco sul monte Moriah, dove avrebbe dovuto offrire suo figlio come olocausto. È scritto: ‘E s’incamminarono tutt’e due insieme’. Così fecero l’Eterno Padre e il Suo Beneamato Figliuolo, quando Dio era in procinto di dare il proprio Figlio come sacrificio. Non c’era alcuna divergenza di propositi; s’incamminarono tutt’e due insieme.” (Spurgeon)

5. (33) La conclusione trionfante del discorso d’addio di Gesù ai Suoi discepoli e di tutti i Suoi insegnamenti prima della croce.

«Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazione, ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo».

a. Vi ho detto queste cose: Dopo pochi istanti Gesù avrebbe pregato per i propri discepoli. Prima di farlo, riassunse lo scopo della lunga conversazione che aveva appena tenuto con loro: portare a loro la pace e la salda certezza della vittoria.

b. Affinché abbiate pace in me: Gesù offrì ai Suoi discepoli la pace in una delle circostanze più improbabili. Nello stesso istante, Giuda incontrava i nemici di Gesù per tramare il Suo arresto. Gesù sapeva che sarebbe stato arrestato, abbandonato, respinto, insultato, umiliato, torturato e giustiziato prima della fine del giorno successivo. Ci verrebbe da pensare che i discepoli avessero provato a confortarlo; eppure, Gesù aveva pace, abbastanza da poterla donare agli altri!

i. Gesù non promise la pace; la offrì. Disse: “Affinché abbiate pace. È possibile seguire Gesù e comunque non beneficiare della pace che Egli offre. Per ottenerla dobbiamo trovarla in Lui. Gesù disse: “Affinché abbiate pace in me”. Non troveremo la vera pace in nient’altro, solo in Gesù.

ii. Gesù aprì la via alla pace con Dio: Giustificati dunque per fede, abbiamo pace presso Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. (Romani 5:1)

iii. Gesù aprì la via alla pace con gli altri: Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due popoli uno e ha demolito il muro di separazione (Efesini 2:14).

iv. La parola “pace” è particolarmente significativa nel contesto del conflitto – tribolazione e vinto sono entrambi termini che alludono al combattimento. “Egli promette una pace che coesiste con la tribolazione e il turbamento, una pace che si realizza durante e per mezzo del conflitto e della lotta.” (Maclaren)

v. Tale promessa era particolarmente potente per gli undici discepoli. “Egli aveva predetto il loro abbandono nello stesso discorso in cui li aveva rassicurati che avrebbe dato loro la pace. Li amava per quello che erano, nonostante le loro mancanze.” (Morris)

c. Nel mondo avrete tribolazione: Gesù promise loro anche la tribolazione. La pace ci viene offerta, ma la tribolazione ci viene promessa. Al nostro diventare cristiani, causiamo meno problemi a noi stessi, ma sicuramente continueremo ad averli.

i. Capire ciò ci libera dalla falsa speranza. I cristiani in difficoltà spesso sperano nel giorno in cui rideranno della tentazione e otterranno una vittoria dopo l’altra, tutto senza sforzi. Ci vengono promesse le difficoltà finché rimaniamo in questo mondo, ma c’è pace in Gesù.

ii. “Non c’è modo di evitarlo; non è un paradiso, ma un purgatorio per i santi. Lo si può paragonare allo Stretto di Magellano, un luogo in cui le barche hanno sempre il vento contrario, a prescindere dalla direzione.” (Trapp)

d. Ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo: Gesù proclamò la verità della Sua vittoria. Che dichiarazione stupefacente fatta da un uomo che stava per essere arrestato, abbandonato, respinto, insultato, umiliato, torturato e giustiziato. Né Giuda, né le autorità religiose, né Pilato, né le folle, né i soldati e nemmeno la morte e la tomba ebbero la meglio contro di Lui. Gesù poteva dire in verità: “Io ho vinto il mondo”. Se era vero in quel momento, lo è oggi ancor di più.

i. Quando Gesù voleva consolare e fortificare i Suoi discepoli, parlava della Sua vittoria, non direttamente della loro. Non era un discorso da “su con la vita” o “metticela tutta”. Gesù sapeva che la Sua vittoria sarebbe stata anche la loro.

ii. “Egli ha vinto il mondo in tre aree: nella Sua vita, nella Sua morte e nella Sua resurrezione.” (Boice)

iii. “Questa frase, pronunciata all’ombra della croce, è audace… Egli va alla croce come vincitore, non nel terrore né nell’angoscia.” (Morris)

iv. “Egli ha vinto il mondo quando nessun altro avrebbe potuto farlo.” (Spurgeon)

v. L’idea che Gesù aveva vinto divenne preziosa per Giovanni. “Nikeo è presente solo qui in tutto il Vangelo, ma compare per ben 22 volte nelle Lettere di Giovanni e nell’Apocalisse.” (Dods)

vi. “Il mondo mi vince quando si frappone tra me e Dio, quando soddisfa i miei desideri, assorbe le mie energie, mi rende cieco alle cose invisibili ed eterne.” (Maclaren)

vii. Sapere che Gesù ha vinto il mondo ci dona coraggio. È alla base della nostra pace in Lui. Vediamo che Gesù ha il controllo, vediamo che, nonostante Egli se ne sia andato, non ci abbandona, vediamo che ci ama e vediamo che la vittoria è Sua. Possiamo davvero avere coraggio.

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