Giovanni 12




Giovanni 12 – L’ora è giunta

A. La cena di Betania.

1. (1-2) Lazzaro è a tavola e Marta serve.

Gesù dunque, sei giorni prima della Pasqua, si recò a Betania dove abitava Lazzaro, colui che era morto e che egli aveva risuscitato dai morti. E qui gli fecero un convito; Marta serviva e Lazzaro era uno di quelli che erano a tavola con lui.

a. Sei giorni prima della Pasqua: Giovanni ci offre un importante indizio temporale, specificando che si trattava dell’ultima settimana prima della morte e della sepoltura di Gesù. Circa la metà del Vangelo di Giovanni è dedicato a quest’ultima settimana; Matteo vi riserva più di un terzo del proprio Vangelo, Marco circa il 40% e Luca oltre il 25% – grosse porzioni di testo dedicate agli ultimi sette giorni della vita di Gesù.

b. Qui gli fecero un convito: Meno di una settimana prima della Sua crocifissione, Gesù partecipò ad un banchetto a Betania, probabilmente per celebrare la resurrezione di Lazzaro dai morti. Con tutto ciò che Gesù aveva per la testa, essendo a conoscenza di ciò che Gli sarebbe capitato a Gerusalemme in occasione della Pasqua, è sorprendente che avesse trovato il tempo di partecipare alla cena. La maggior parte delle persone non si sarebbe sentita di socializzare in un momento come quello!

i. “Seduto a tavola, non avrebbe dato ai propri amici il dolore di vederlo assorto e indifferente. Il motivo della festa era chiaramente quello di celebrare la resurrezione di Lazzaro, come viene suggerito dalla doppia ripetizione nei versetti 1 e 2.” (Maclaren)

ii. Qui gli fecero: “Il ‘dunque’ (omesso in alcune traduzioni) suggerisce gratitudine per il ristabilimento di Lazzaro, che quella famiglia stava dimostrando ospitando Gesù per cena.” (Trench)

c. Marta serviva: Sembra che il convito si fosse tenuto a casa di Simone il lebbroso (Matteo 26:6 e Marco 14:3), a cui parteciparono anche Marta, Lazzaro e Maria. Poiché Marta sembra essere l’organizzatrice della festa, alcuni pensano che Simone il lebbroso fosse un loro parente o addirittura il marito di Marta. Se il convito era stato preparato secondo l’uso del tempo, la cena era destinata agli uomini del villaggio, mentre Marta e le altre donne servivano.

i. È facile immaginare Marta che porta i piatti migliori prima a Gesù, invitandolo a mangiare, offrendogli sempre qualcosa in più. Era tanto grata e felice di servirlo! Il suo servizio era molto apprezzato.

ii. “Giovanni non dice, come fanno invece Marco e Matteo, che l’organizzatore della cena di Betania fosse Simone il lebbroso. Secondo il resoconto di Luca 7, l’organizzatore era Simone il fariseo, che è quasi certamente un Simone diverso da quello menzionato nel Vangelo di Marco. Simone era un nome ebreo molto comune.” (Tasker)

iii. “L’unica discrepanza relativamente importante è che i Vangeli Sinottici sembrano collocare la festa due giorni prima della Pasqua ebraica, includendo la narrazione dell’evento come un inciso per evidenziare il movente di Giuda, spostando quindi in secondo piano l’accuratezza cronologica.” (Dods)

2. (3) Maria unge i piedi di Gesù.

Maria allora prese una libbra di olio profumato di nardo autentico di gran prezzo, ne unse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli; e la casa fu ripiena del profumo di quest’olio.

a. Maria allora prese una libbra di olio profumato di nardo autentico di gran prezzo, ne unse i piedi di Gesù: Nel bel mezzo della cena Maria fece un dono inestimabile a Gesù. Non era insolito lavare i piedi di un ospite, ma era decisamente insolito farlo durante un pasto, così come era insolito usare olio profumato di nardo autentico di gran prezzo e asciugare i piedi con i capelli, come se fossero una sorta di asciugamano.

·Il dono di Maria fu sorprendentemente umile. Di solito, quando un ospite entrava in casa altrui, gli si lavavano i piedi con acqua e gli si ungeva la testa con una goccia d’olio o di profumo. In questo caso, Maria utilizzò un unguento prezioso per ungere i piedi di Gesù. Secondo lei, il suo olio, seppur di gran valore, era degno solamente dei Suoi piedi. “Essendo compito degli schiavi più umili lavare i piedi degli ospiti, si intravede nel gesto di Maria grande umiltà e grande devozione.” (Morris)

·Il dono di Maria fu sorprendentemente estremo. La donna usò una grande quantità di olio profumato di nardo autentico di gran valore (una libbra). Le spezie e gli unguenti erano spesso usati come investimenti, perché erano di piccole dimensioni, portatili e si potevano vendere facilmente. Secondo la stima di Giuda, quell’olio valeva circa 300 denarii (Giovanni 12:5), ovvero un anno di stipendio di un lavoratore comune.

·Il dono di Maria fu sorprendentemente disinvolto. Non solo portò a Gesù dell’olio costosissimo come dono, ma addirittura gli asciugò i piedi con i capelli. Questo significa che si sciolse i capelli e li mostrò in pubblico, cosa che una donna ebrea avrebbe fatto raramente.

i. Olio di nardo: “Sia Giovanni che Marco lo descrivono con l’aggettivo pistikos (Marco 14:3), di cui, stranamente, nessuno conosce davvero il significato. Ci sono quattro possibilità. Potrebbe derivare dall’aggettivo pistos, che significa fedele o affidabile, e dunque avere il significato di autentico. Potrebbe provenire dal verbo pinein, che significa bere, e dunque significare liquido. Potrebbe essere un nome commerciale e quindi essere tradotto semplicemente come nardo pistico. Potrebbe infine provenire da una parola che significa pistacchio, da cui si estrae un’essenza particolare. Ad ogni modo, era un profumo di gran valore.” (Barclay)

ii. “L’olio era molto costoso, ma mai il costo poteva essere tanto elevato da considerarsi uno spreco su di Lui. Ce n’era una libbra, ma non era troppo per Lui. Era molto dolce, ma non eccessivamente per Lui.” (Spurgeon)

iii. “Il gesto è ancora più sbalordente, considerato che una donna ebrea non avrebbe mai avuto l’ardire di sciogliersi i capelli in pubblico, visto che poteva essere considerato indicazione di una moralità blanda. Ma Maria non si mise a pensare alla reazione pubblica. Il suo cuore si rivolse totalmente verso il suo Signore, al quale espresse parte dei propri sentimenti con un atto meraviglioso e toccante.” (Morris)

iv. In tutto ciò, Maria è un esempio di devozione a Gesù. “La vita di Maria viene dipinta davanti ai nostri occhi in tre immagini memorabili, in ognuna delle quali si trova ai piedi di Gesù.” (Eerdman)

·Luca 10:39: Maria sedeva ai piedi di Gesù e imparava.

·Giovanni 11:32: Maria si gettò ai piedi di Gesù e si arrese.

·Giovanni 12:3: Maria unse i piedi di Gesù e Lo onorò.

v. “Devi sedere ai Suoi piedi, se vuoi poterli ungere; bisogna che il Signore riversi il proprio insegnamento divino dentro di te, o non potrai mai riversare dell’olio prezioso su di Lui.” (Spurgeon)

b. La casa fu ripiena del profumo di quest’olio: Il senso dell’olfatto permette di formare ricordi a lungo termine, che fu probabilmente il motivo per cui Giovanni si ricordò del profumo che pervase la casa, sprigionato dagli olii essenziali di Maria.

3. (4-6) Giuda protesta contro il ricco dono di Maria.

Allora uno dei suoi discepoli, Giuda Iscariota, figlio di Simone, quello che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto quest’olio per trecento denari e non si è dato il ricavato ai poveri?». Or egli disse questo, non perché si curasse dei poveri, ma perché era ladro e, tenendo la borsa, ne sottraeva ciò che si metteva dentro.

a. Giuda Iscariota, figlio di Simone, quello che stava per tradirlo: Presto Giuda avrebbe tradito Gesù, e il suo tradimento, di fronte alla grande devozione di Maria, appariva molto più oscuro. Giuda disapprovò il dono di Maria, probabilmente perché si sentì colpevolizzato nella coscienza da quella semplice e potente dimostrazione d’amore.

i. Questo è l’unico punto nel Nuovo Testamento in cui Giuda viene menzionato mentre compie qualcosa di malvagio, che non sia il suo tradimento di Gesù, che oltretutto fu fatto di nascosto. Sebbene fosse riuscito a nascondere le tenebre del proprio cuore a tutti, non poté celarle a Gesù. Le apparenze spesso ingannano. Molte persone portano una maschera di religiosità che nasconde un peccato segreto.

ii. “Avrebbe venduto il suo stesso Salvatore. E riuscì persino a creare una bella accoppiata: come affermato da Austin, Giuda vendette la propria salvezza, mentre i Farisei acquistarono la propria dannazione.” (Trapp)

b. Perché non si è venduto quest’olio per trecento denari: Si venne a creare una scena un po’ strana. Giuda interruppe il silenzio pieno d’imbarazzo con il suo forte senso di valore economico – ma senza alcun apprezzamento per ciò che invece Dio considera di valore. Giuda pensava che una tale dimostrazione di amore e devozione a Gesù fosse eccessiva.

i. “Giuda, accecato dal proprio interesse personale, criticò le azioni della donna, rivelandosi così in completa contrapposizione allo spirito del Signore stesso.” (Morgan)

ii. L’atteggiamento di Giuda, che riteneva che fosse tutto un po’ troppo esagerato, era contagioso. Matteo 26:8 precisa come Giuda non fosse stato l’unico a sollevare quell’obiezione, ma che anche altri la pensavano come lui. “La sorpresa di quella scena inaspettata deve aver generato un breve momento di silenzio e d’imbarazzo, interrotto da una voce che espresse ciò che in realtà era il pensiero di molti.” (Bruce)

iii. A volte questo modo di pensare viene deformato per giustificare lo sfarzo e il lusso, dando come motivazione che niente è eccessivo per Gesù – soprattutto per coloro che Lo servono. Notiamo che quel gesto fu fatto direttamente per Gesù, non per gli altri discepoli. Notiamo anche che l’olio fu versato in un solo gesto e non come un’opera d’arte che poteva essere venduta per aiutare i poveri o per l’avanzamento del regno di Gesù.

c. Or egli disse questo, non perché si curasse dei poveri, ma perché era ladro e, tenendo la borsa, ne sottraeva ciò che si metteva dentro: Possiamo supporre che Giovanni non sapesse ancora che Giuda era un ladro – i discepoli non ne erano al corrente. Eppure, è altrettanto corretto supporre che Gesù fosse ben consapevole che Giuda era un ladro e che, nonostante ciò, lo aveva nominato tesoriere.

i. Luca 8:2-3 ci dice che delle donne generose provvedevano aiuti finanziari a Gesù e ai Suoi discepoli. Quel denaro veniva conservato e gestito da Giuda.

ii. “Quando l’avidità di un uomo è tale da fargli abbandonare l’onestà, non c’è da meravigliarsi che le espressioni di amore e di rinuncia a sé stesso gli sembrino follia.” (Maclaren)

iii. “La parola greca tradotta sottraeva (bastazo) significa sia ‘portare con sé, trasportare’ che ‘portare via’. Giuda fece entrambe le cose!” (Tasker) “Che quel ἐβάσταζενvoglia dire ‘sottrarre’ o ‘rubare’ è incontestabile.” (Dods)

iv. “Il verbo sottrarre è all’imperfetto, facendo intendere che era lui normalmente a trasportalo” e che era lui normalmente a sottrarlo. (Trench)

v. È probabile che il diavolo abbia trovato spazio nella vita di Giuda proprio a causa della sua avidità ed insoddisfazione. “State attenti all’insoddisfazione. È per questo peccato che Satana fu cacciato dal cielo, e fin da quel momento questo spirito senza pace ama andare a pesca in acque turbolente.” (Trapp)

vi. Secondo alcuni calcoli cronologici, Giuda andò il giorno seguente dai capi religiosi per accordarsi sulla somma di 30 pezzi d’argento per il tradimento di Gesù (Matteo 26:14-16, Marco 14:10-11). “Abbiamo l’impressione che Giuda, essendosi accorto di aver perso una delle sue fonti d’arricchimento, si affrettò a crearsene un’altra.” (Morris)

4. (7-8) Gesù difende Maria e spiega il motivo del gesto della donna.

Gesù dunque disse: «Lasciala; ella l’aveva conservato per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».

a. Lasciala: Se il nostro amore per Gesù è estremo, Egli non ci criticherà; fu Giuda a farlo. È molto meglio essere come Maria (smisurata nel proprio amore per Gesù) che come Giuda (critico verso coloro che mostrano un tale grande amore per Lui).

b. Ella l’aveva conservato per il giorno della mia sepoltura: Proprio come sarebbe davvero insensibile contestare ad alta voce le spese funerarie durante il funerale stesso, allo stesso modo era completamente fuori luogo che Giuda, o qualsiasi altra persona, desse un prezzo all’amore e alla devozione di Maria nei confronti di Gesù mentre era ancora vivo.

i. “Le spese affrontate per un funerale, per quanto alte, non erano mai considerate spropositate. Perché allora mostrarsi contrariati se l’unguento, che altrimenti sarebbe stato usato per ungere la sua salma, veniva versato su di Lui mentre era ancora in vita, perché potesse apprezzare l’amore che aveva spinto a un tale gesto?” (Bruce)

ii. In Marco 14:9 leggiamo: “Ma in verità vi dico che in tutto il mondo, ovunque sarà predicato questo evangelo, si racconterà pure in suo ricordo ciò che costei ha fatto”. “L’evangelista che riporta questa promessa non menziona il nome di Maria; Giovanni, che invece ne menziona il nome, non riporta la promessa. Che importa se i nostri nomi non vengono ricordati! L’importante è che Gesù li porti impressi nel Suo cuore.” (Maclaren)

iii. È probabile che Giovanni volesse esprimere con altre parole ciò che viene affermato in Marco 14:9 riguardo al profumo che aveva riempito la casa. “C’è un proverbio rabbinico che dice: ‘(Il profumo) di un olio buono si diffonde dalla stanza da letto a quella da pranzo, mentre un buon nome si diffonde da un’estremità del mondo all’altra’.” (Morris)

5. (9-11) Il complotto per uccidere Gesù e Lazzaro.

Intanto una grande folla di Giudei seppe che egli era là, e venne non solo a motivo di Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. Or i capi dei sacerdoti deliberarono di far morire anche Lazzaro, perché a motivo di lui molti lasciavano i Giudei e credevano in Gesù.

a. I capi dei sacerdoti deliberarono di far morire anche Lazzaro: I capi dei sacerdoti erano perlopiù Sadducei, i quali non credevano nella resurrezione. Lazzaro era un esempio vivente dell’esistenza della vita dopo la morte, e averlo intorno avrebbe portato alla rovina il loro sistema teologico. Secondo loro, c’era un’unica soluzione a quel problema spinoso – far morire anche Lazzaro.

i. “Che pazzia imbracciare le armi contro il cielo stesso! Cercare di uccidere un uomo, solo perché Dio lo aveva riportato in vita!” (Trapp) “In questa proposta diabolica si vede l’ostinazione dell’incredulità nella sua forma più estrema.” (Dods)

ii. “Quando gli uomini odiano Cristo, odiano anche le persone da Lui benedette, e farebbero di tutto pur di mettere a tacere la loro testimonianza.” (Spurgeon)

iii. “Quanto erano ciechi quegli uomini per non rendersi conto che Colui che lo aveva resuscitato dopo quattro giorni avrebbe potuto rifarlo, anche se lo avessero ucciso un migliaio di volte?” (Clarke)

b. A motivo di lui molti lasciavano i Giudei e credevano in Gesù: Ciò esacerbò ulteriormente il problema dei capi dei sacerdoti. Il miracolo della resurrezione di Lazzaro aveva attirato molte persone a Gesù. Per questa ragione, secondo i capi religiosi, anche Lazzaro doveva essere fermato.

i. Lasciavano i Giudei e credevano: “L’espressione ‘andavano e credevano in Gesù’ potrebbe essere un modo di dire semitico per significare che ‘sempre più persone credevano in Gesù.” (Bruce)

B. L’ingresso trionfale.

1. (12-16) La folla accoglie Gesù come il Re che viene.

Il giorno seguente, una grande folla che era venuta alla festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui, gridando:

«Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele!».
E Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra come sta scritto:
«Non temere, o figlia di Sion; ecco, il tuo re viene, cavalcando un puledro d’asina».
Or i suoi discepoli non compresero sul momento queste cose, ma quando Gesù fu glorificato, allora si ricordarono che queste cose erano state scritte di lui, e che avevano fatte queste cose a lui.

a. Il giorno seguente, una grande folla che era venuta alla festa: Una grande folla si era recata a Gerusalemme per celebrare la principale festa giudaica: la Pasqua. Molti di loro provenivano dalla Galilea ed avevano portato con sé degli agnelli. La legge ebraica esigeva che l’agnello pasquale vivesse con la famiglia per almeno tre giorni prima di essere sacrificato (Esodo 12:3-6). Quando Gesù giunse a Gerusalemme, c’erano agnelli sacrificali ovunque.

i. “Lo storico ebreo Flavio Giuseppe scrive di un anno in cui fu fatto un censimento del numero di agnelli immolati per la Pasqua, ammontando a 256.500. In altre parole, una vera e propria processione di agnelli passava per Gerusalemme in continuazione, per il tutto giorno. Perciò, quando Gesù entrò nella città, doveva essere circondato da un grande numero di agnelli, dei quali Lui era il maggiore.” (Boice)

b. Prese dei rami di palme: Le molte persone (una grande folla) si riunirono in una sorta di parata patriottica, avendo con sé dei rami di palma, il simbolo del nazionalismo giudaico sin dal tempo dei Maccabei. La folla considerava Gesù un salvatore politico e nazionale, non proprio da un punto di vista spirituale.

i. “Accolsero Gesù come re, sebbene ignorassero la vera natura della Sua sovranità. Sembra che Lo considerassero come un potenziale capo nazionalista, con il cui aiuto sarebbero stati in grado di rendersi completamente indipendenti dall’egemonia straniera.” (Tasker)

ii. “Dal tempo dei Maccabei, le palme o i rami di palma erano usati come simbolo nazionale. I rami di palma apparvero nella processione di celebrazione per la ridedicazione del tempio nel 164 a.C. (2 Maccabei 10:7) e nei festeggiamenti per la conquista della piena indipendenza politica sotto Simone nel 141 a.C. (1 Maccabei 13:51). In seguito, le palme apparvero come simboli nazionali nelle monete coniate dai ribelli giudei durante la prima e la seconda rivolta contro Roma (66-70 e 132-135 d.C.).” (Bruce)

c. Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore: L’immensa folla accolse Gesù con grande entusiasmo recitando le parole dal Salmo messianico 118:25-26. Il grido Osanna significa “salva ora”, con cui la folla in quel giorno ricevette Gesù quale Messia trionfante.

d. Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra: È un gesto che Gesù compì sia come adempimento volontario delle profezie (Zaccaria 9:9) sia come dimostrazione del carattere del Suo regno. Si trattava di un regno spirituale, non militare. Egli veniva in pace, non in guerra.

i. “Un asino non era proprio il mezzo di trasporto preferito dai guerrieri, ma era piuttosto l’animale degli uomini di pace, dei sacerdoti o dei mercanti. Anche un personaggio importante avrebbe potuto cavalcarlo, ma pur sempre come indicatore dei propri scopi pacifici. Un conquistatore sarebbe entrato in città in sella ad un destriero, o perlomeno marciando a piedi davanti alle proprie truppe. L’asino è un simbolo di pace.” (Morris)

ii. “Non fece il proprio ingresso come conquistatore, bensì come messaggero di pace. Non cavalcava un destriero reale ma un asino, il mezzo usato dagli uomini comuni in viaggio d’affari.” (Tenney)

e. Il re d’Israele: A conferma che la folla, gridando:“Salvaci ora!, avesse in mente la salvezza politica dall’oppressione romana. D’altra parte, è probabile che i romani non credessero di avere molto da temere da un cosiddetto re venuto senza armate e senza chiare avvisaglie di potere.

i. “‘Figlia di Sion’ è una personificazione della città di Gerusalemme ed appare frequentemente nell’Antico Testamento, in particolare negli ultimi profeti.” (Tenney)

2. (17-19) La folla va incontro a Gesù, per la costernazione dei capi religiosi.

La folla dunque, che era con lui quando aveva chiamato Lazzaro fuori dal sepolcro e l’aveva risuscitato dai morti, gli rendeva testimonianza. Perciò la folla gli andò incontro, perché aveva udito che egli aveva fatto questo segno. I farisei allora dissero tra di loro: «Vedete che non guadagnate nulla; ecco, il mondo gli va dietro»

a. Perciò la folla gli andò incontro, perché aveva udito che egli aveva fatto questo segno: La folla adorava Gesù, perché credeva che la resurrezione di Lazzaro provasse che Egli era il tanto atteso Messia-Conquistatore.

i. “Chiunque fosse stato in grado di resuscitare un morto sarebbe stato anche certamente in grado di liberare la città santa dal giogo di Cesare.” (Bruce)

b. Ecco, il mondo gli va dietro: La popolarità di Gesù era di scandalo per i Suoi nemici. Li faceva sentire come se non stessero guadagnando nulla. Ci fa piacere vedere la frustrazione dei nemici di Gesù.

i. “I farisei stavano chiaramente esagerando, ma le parole il mondo gli va dietro (Giovanni 12:19), similmente alle parole di Caiafa in Giovanni 11:50, furono inconsapevolmente profetiche.” (Tasker)

ii. “Sono preoccupati, perché una manciata di giudei veniva influenzata, ma le loro parole esprimono la convinzione di Giovanni che Gesù stesse conquistando il mondo.” (Morris)

C. L’ora è giunta.

1. (20-23) I greci vogliono incontrare Gesù.

Or tra quelli che erano saliti ad adorare durante la festa c’erano alcuni Greci. Costoro dunque, accostatisi a Filippo, che era di Betsaida di Galilea, lo pregarono dicendo: «Signore, vorremmo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea; a loro volta, Andrea e Filippo lo dissero a Gesù. Ma Gesù rispose loro, dicendo: «L’ora è venuta, in cui il Figlio dell’uomo deve essere glorificato.

a. Or tra quelli che erano saliti ad adorare durante la festa c’erano alcuni Greci: Non ci viene detto nulla riguardo a questi greci. È probabile che fossero greci convertiti al Giudaismo; forse erano greci che temevano Dio e che avevano un grande rispetto per il Giudaismo, ma non si convertirono né si fecero circoncidere. O probabilmente erano semplicemente dei viaggiatori greci, famosi per la loro curiosità.

i. “Abbiamo sentito tanto parlare di Lui e vorremmo vedere la persona su cui girano tutte queste strane voci. Spesse volte, sotto la guida di Dio, la salvezza finale dell’anima ha origine nella semplice curiosità. Molti, in un primo momento, hanno solamente desiderato poter vedere o ascoltare qualcuno che parlasse tanto di Gesù, dei Suoi miracoli e della Sua misericordia; ascoltandoli, hanno percepito la potenza del mondo a venire e sono diventati credenti genuini nella verità del Vangelo.” (Clarke)

ii. “In questa occasione, è possibile che la curiosità dei greci verso Gesù fosse stata suscitata dal fatto che tutti parlavano di Lui. Ma c’era probabilmente di più. Tra i versetti 19 e 20 sono trascorsi uno o due giorni: Gesù non era più sulla strada per Gerusalemme, ma insegnava ogni giorno nei cortili del tempio. Nel frattempo, secondo Marco 11:15-17, aveva anche cacciato i commercianti e i cambiamonete dai cortili o, più precisamente, dal cortile esterno affinché il luogo potesse essere usato secondo il proposito di Dio come ‘casa di preghiera per tutti i popoli’ (Isaia 56:7). Si erano forse quei greci resi conto del Suo interesse nei confronti loro e di tutti gli altri Gentili che, quando venivano a adorare il vero Dio, dovevano limitarsi al cortile esterno?” (Bruce)

b. Signore, vorremmo vedere Gesù: Quei greci avevano sentito parlare di Gesù, e forse anche dei Suoi insegnamenti e dei Suoi miracoli. Tutto ciò li aveva incuriositi e li portò a voler conoscere ancora di più sul Suo conto, perciò si rivolsero a Filippo (l’unico discepolo dal nome greco) chiedendogli: vorremmo vedere Gesù.

i. “Questi uomini intrapresero il viaggio da ovest alla fine della vita di Gesù, proprio come i magi si misero in cammino da est all’inizio della Sua vita: i primi giunsero alla Croce del re, gli ultimi alla Sua culla.” (Stier, citato da Alford)

c. L’ora è venuta: Gesù aveva già detto almeno due volte che non era ancora giunta la Sua ora (Giovanni 2:4 e 7:6). Considerò l’interesse dei Gentili come un segnale che adesso l’ora è venuta, in cui il Figlio dell’uomo deve essere glorificato.

i. “In questo Vangelo, Giovanni presenta Gesù come Salvatore del mondo, volendoci far capire evidentemente in questo passaggio che l’interazione con i greci portò al momento culminante. Gesù la considerò come prova che la Sua missione aveva raggiunto il culmine e che era arrivata l’ora di morire per il mondo, greci inclusi.” (Morris)

ii. Il fatto che la Sua ora non era ancora giunta lo aveva risparmiato dalla violenza dei Suoi oppositori (Giovanni 7:30, 8:20). Adesso che l’ora è venuta, era tempo che Gesù compisse il sacrificio finale.

iii. In effetti, Gesù non rispose mai a quei Gentili, ma l’avrebbe fatto dopo l’evento della croce. Se l’umanità avesse voluto ricevere la nuova vita in Dio Figlio, allora per prima cosa Gesù sarebbe dovuto morire (essere glorificato).

d. L’ora è venuta, in cui il Figlio dell’uomo deve essere glorificato: Gesù non intendeva affermare che sarebbe stato glorificato agli occhi degli uomini – ciò era appena accaduto al Suo ingresso trionfale a Gerusalemme. La glorificazione a cui Gesù faceva riferimento è la croce. Ciò che il mondo poteva solo vedere come la più vile delle umiliazioni, Gesù lo considerava il momento in cui sarebbe stato glorificato.

i. L’ora è venuta: “Il verbo ‘è venuta’ nell’originale è al tempo perfetto, cioè ‘l’ora è arrivata e rimarrà con noi’. Non si può più tornare indietro.” (Morris)

2. (24-26) Gesù spiega perché è disposto ad affrontare la morte.

«In verità, in verità vi dico: Se il granel di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perderà, e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. Se uno mi serve, mi segua; e là dove sono io, là sarà anche il mio servo; se uno mi serve, il Padre l’onorerà».

a. Se il granel di frumento caduto in terra non muore: Proprio come un seme non diventerà mai una pianta, se prima non muore e viene sepolto, allo stesso modo la morte e la sepoltura di Gesù erano necessarie alla Sua glorificazione. Prima che possano manifestarsi la potenza della resurrezione e l’abbondanza, è necessario che avvenga la morte.

i. “Il principio affermato nel versetto 24 può trovare vasta applicazione; in particolare, se vale per Gesù, deve valere anche per i Suoi seguaci.” (Bruce)

b. Chi ama la sua vita la perderà, e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà: Siamo chiamati a odiare la nostra vita non nel senso di disprezzo, ma di arresa volontaria a Dio. La nostra vita ci è preziosa, soprattutto perché abbiamo l’opportunità di donarla a Gesù.

i. Nello specifico Gesù parlò di colui che odia la sua vita in questo mondo. Non dobbiamo avere un eccessivo attaccamento alla nostra vita terrena, ma siamo a chiamati a mantenere sempre la consapevolezza di essere pellegrini e forestieri, la cui casa è nei cieli e non sulla terra (Ebrei 11:13-16).

ii. “L’uomo le cui priorità sono ben disposte ha un tale atteggiamento d’amore per le cose di Dio che, in confronto, ogni interesse nelle faccende di questa vita appare come odio.” (Morris)

c. Se uno mi serve, mi segua: Essere cristiani significa servire Gesù e seguirlo. Non significa smettere di lavorare, di occuparsi della propria famiglia o di studiare. Significa che si fanno tutte queste cose come servi di Gesù, come Suoi seguaci.

i. “Tutti coloro che hanno Cristo come proprio Salvatore devono essere disposti a seguirlo. Non siamo salvati perché Lo serviamo; siamo salvati affinché Lo serviamo.” (Spurgeon)

ii. Mi serve: “Diakonos è soprattutto un servo di presenza, che serve per esempio a un tavolo o altrove; doulos invece indica qualcuno che può anche servire a distanza: ecco perché in questo versetto troviamo diakonos. Il compito di un diakonos può dare l’impressione di essere umile e gravoso, ma l’essere apprezzati o onorati dal Padre è il coronamento dell’esistenza.” (Dods)

iii. Al discepolo verrebbe facile pensare: “Gesù andrà alla croce. Grazie al cielo non devo farlo anche io”. Ma poi Gesù dice: “Seguimi”.

iv. “Pensate ad un Uomo in piedi di fronte a tutta l’umanità che volutamente e con calma dica: ‘Io sono la personificazione dell’ideale della condotta umana. Sono la Perfezione Incarnata, e tutti voi, in qualunque condizione, cultura o carattere vi troviate, dovete seguire me come vostra guida e vostro modello’.” (Maclaren)

d. Là dove sono io, là sarà anche il mio servo: Gesù descrisse il servo come la persona che vuole essere dove si trova Gesù. Non si tratta di schiavitù forzata, in cui il servo vuole essere libero dal padrone. Si tratta di un servizio deliberatamente scelto da colui che vuole essere vicino al proprio Maestro.

i. Dove sono io: “La parola non fa riferimento al luogo fisico in cui si trovava il nostro Signore in quel momento, ma alla Sua posizione vera ed essenziale (Giovanni 17:24) – nella gloria del Padre.” (Alford)

e. Se uno mi serve, il Padre l’onorerà: Che grande promessa! Il premio del nostro servizio a Gesù è ricevere onore da Dio Padre. Questo onore è sia premio che riconoscimento.

3. (27-28a) Nell’ora cruciale, Gesù esprime la propria determinazione.

«Ora l’anima mia è turbata; e che dirò: Padre, salvami da quest’ora? Ma per questo io sono giunto a quest’ora. Padre, glorifica il tuo nome!»

a. L’anima mia è turbata: Pur accettando questo momento cruciale, Gesù ne fu turbato essendo consapevole dell’agonia che avrebbe dovuto patire sulla croce. Giovanni non riporta la preghiera di Gesù nel Getsemani, ma esprime in Giovanni 12:27-28 l’idea alla base di quella preghiera.

i. “In quanto uomo era turbato dalla prospettiva di una morte violenta. La natura aborrisce la morte: Dio ha impiantato questa avversione nella natura, affinché funga da istinto di autopreservazione; ed è a questo principio naturale che dobbiamo la prudenza e la cautela con le quali evitiamo il pericolo.” (Clarke)

b. E che dirò: Padre, salvami da quest’ora? Conscio dell’ora cruciale, Gesù non poté chiedere di esserne risparmiato, perché sapeva che per questo io sono giunto a quest’ora. La croce, la cui ombra riposava sulla vita e sul ministero di Gesù, sarebbe diventata presto una realtà.

i. “Sembra chiaro che le parole rappresentino una domanda retorica, una preghiera ipotetica a cui Gesù contempla per un istante, ma che rifiuta di elevare.” (Morris)

ii. “L’obiettivo stesso della Sua Incarnazione, la ragione della Sua Venuta nel mondo e della Sua Costanza fino a quest’ora erano di trovarsi faccia a faccia con tale Sofferenza.” (Trench)

c. Padre, glorifica il tuo nome: Sapendo che la croce era solo a qualche giorno di distanza, la preoccupazione maggiore di Gesù era di glorificare il nome e il carattere di Dio Padre.

4. (28b-30) Il Padre rende testimonianza di Gesù con una voce dal cielo.

Allora venne una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora». La folla dunque, che era presente e aveva udito la voce, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». E Gesù rispose e disse: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi».

a. Allora venne una voce dal cielo: Questa fu la terza testimonianza divina udibile su Gesù come Figlio di Dio, preceduta dalla voce divina al Suo battesimo e alla Sua trasfigurazione.

b. L’ho glorificato e lo glorificherò di nuovo: Dio Padre diede la propria garanzia. Avvicinandosi alla croce, l’unico proposito di Gesù era glorificare il Padre, e il Padre Gli diede la conferma che lo aveva già fatto e che avrebbe continuato a farlo.

i. Lo glorificherò: “Cristo fu glorificato: 1. Per mezzo dei prodigi avvenuti alla Sua morte. 2. Nella Sua resurrezione. 3.Nella Sua ascensione ed esaltazione alla destra di Dio. 4. Nella discesa dello Spirito Santo sugli apostoli. 5. Nel successo stupefacente che accompagnò il Vangelo, per il quale il regno di Cristo è stato istituito nel mondo.” (Clarke)

ii. Lo glorificherò di nuovo: “L’espressione di nuovo non indica una semplice ripetizione, bensì un’intensificazione della Sua glorificazione ancora una volta: questa volta in maniera completa e definitiva.” (Alford)

c. Questa voce non è venuta per me, ma per voi: Ad alcuni la voce di Dio sembrò un tuono, mentre altri pensarono che si trattasse di una qualche voce angelica. Ma a coloro che riuscirono a distinguerla la voce di Dio diede una maggiore fiducia in Gesù in prossimità di quei giorni decisivi.

i.“In Atti 9:7 e 22:9 leggiamo che i compagni di Saulo udirono il riverbero fisico della Voce, ma non in modo da distinguerla, perché non era rivolta a loro.” (Trench)

5. (31-33) Gesù annuncia apertamente la propria morte.

«Ora è il giudizio di questo mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo. Ed io, quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me». Or egli diceva questo, per indicare di qual morte egli doveva morire.

a. Ora è il giudizio di questo mondo: Lo spirito di questo mondo fu giudicato dal modo in cui trattò Gesù sulla croce, attraverso cui non viene solo giudicato il mondo, ma è stato sconfitto anche Satana (ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo). La sconfitta del mondo (la cultura in opposizione a Gesù) e di Satana fu la vittoria di Dio e del Suo popolo.

i. Possiamo definire questo mondo nell’accezione intesa da Gesù come la cultura in opposizione a Lui. Questa cultura ha un leader, un principe di questo mondo – Satana, il grande avversario di Dio (Giovanni 14:30, 16:11; 2 Corinzi 4:4, Efesini 2:2, 6:12).

b. Ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo: Satana, il grande avversario, in un certo senso fu cacciato fuori in virtù dell’opera compiuta da Gesù sulla croce. Satana fu spogliato di qualsiasi pretesa di autorità sul popolo di Dio.

i. “Ma la sentenza che il mondo ha pronunciato contro Gesù, sotto la guida del sinistro spirito-capo (archon) di questo mondo, di lì a poco sarebbe stata respinta in un tribunale superiore; quello stesso spirito-capo sarebbe stato rimosso.” (Bruce)

ii. “Fu a causa della disubbidienza che Dio cacciò l’uomo dal Giardino dell’Eden, in quanto si era sottomesso al principe di questo mondo (Giovanni 12:31). Ma ora, grazie all’obbedienza perfetta di Gesù sulla croce, il principe di questo mondo sarà spodestato e privato della sua supremazia.” (Tasker)

iii. Colossesi 2:14-15 descrive chiaramente la sconfitta di Satana alla croce: Egli ha annientato il documento fatto di ordinamenti, che era contro di noi e che ci era nemico, e l’ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce; avendo quindi spogliato le potestà e i principati, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro in lui.

c. Quando sarò innalzato dalla terra: Il verbo nel greco tradotto con “innalzatoviene usato intenzionalmente con un doppio significato. Significa sia elevazione nel senso letterale del termine (l’essere sollevato su di una croce) che esaltazione (l’essere innalzato di rango o onore). Gesù promise che, una volta innalzato (elevato, esaltato) sulla croce, attirerò tutti a me.

i. “ὑψωθῶ [innalzato] dunque, sebbene il significato principale sia l’elevazione sulla croce, porta con sé anche la connotazione di ‘essere innalzato su un trono’ … fu la croce a diventare il Suo trono e il mezzo per cui avrebbe attirato a Sé le genti come Suoi sudditi.” (Dods)

ii. Quando sarò innalzato: “Nella mente di Gesù non c’è dubbio che verrà crocifisso.” (Tasker)

iii. Gesù sapeva che la Sua opera sulla croce avrebbe portato benefici che andavano al di là della benedizione e della salvezza del popolo ebraico. Egli sapeva che avrebbe attirato a sé tutte le genti.

iv. Attirerò tutti: “La Croce è la calamita del Cristianesimo, e Gesù Cristo è colui che attira gli uomini principalmente per mezzo della croce. Come dimostra la storia, il Cristianesimo si smagnetizza se si elimina la morte sulla croce per il peccato del mondo. Quello che resta non è più una calamita, bensì un piccolo frammento di ferro.” (Maclaren)

v. Tutti: “Non esiste rango o creatura che sia esclusa dalla misericordia di Dio in Cristo Gesù. ‘Io, quando sarò innalzato, attirerò tutti a Me’; e la storia della Chiesa prova quanto ciò sia vero: tra la moltitudine dei credenti troviamo principi e poveri, nobili e operai.” (Spurgeon)

d. Egli diceva questo, per indicare di qual morte egli doveva morire: Non solo Gesù sapeva che sarebbe dovuto morire, ma anche che sarebbe dovuto morire su di una croce, innalzato dalla terra. Gesù, pur essendo consapevole della morte dolorosa ed umiliante a cui andava incontro, continuò ad obbedire alla volontà di Dio.

6. (34-36) Il Messia vivrà per sempre?

La folla gli rispose: «Noi abbiamo appreso dalla legge che il Cristo rimane in eterno; ora come puoi tu dire che il Figlio dell’uomo deve essere innalzato? Chi è questo Figlio dell’uomo?». Gesù allora disse loro: «La luce è con voi ancora per un po’; camminate mentre avete la luce, affinché non vi sorprendano le tenebre; chi cammina nelle tenebre non sa dove va. Mentre avete la luce, credete nella luce, affinché diventiate figli di luce». Queste cose disse Gesù; poi se ne andò e si nascose da loro.

a. Noi abbiamo appreso dalla legge che il Cristo rimane in eterno: Al popolo erano stati insegnati solo i passi della legge (l’Antico Testamento) relativi al trionfo del Messia. Ignoravano quasi totalmente quei passi che parlavano della Sua sofferenza (come Salmo 22 e Isaia 53), chiedendosi, di conseguenza, se Gesù fosse davvero il Messia, il Figlio dell’uomo.

i. “C’erano diversi passi che parlavano dell’eternità del Suo regno (come Isaia 9:7, Ezechiele 37:25, Daniele 7:14), e probabilmente li confondevano tra di loro, traendo così la conclusione che il Messia non sarebbe potuto morire, in quanto la Scrittura affermava che il Suo trono, il Suo regno e il Suo dominio sarebbero durati per l’eternità.” (Clarke)

ii. La stessa folla che Lo aveva accolto con entusiasmo come un conquistatore politico non voleva prendere in considerazione la Sua morte sacrificale. Non combaciava con la loro idea di Messia.

iii. Figlio dell’uomo: “Questo, tra gli altri passi, mostra che il ‘Figlio dell’uomo’ era un titolo messianico, ma non proprio chiaro nel suo significato e non del tutto identico a ‘Messia’.” (Dods)

b. La luce è con voi ancora per un po’ […] Mentre avete la luce, credete nella luce: Gesù riaffermò che sarebbe stato con loro ancora per poco. La luce del Suo ministero terreno stava per esaurirsi.

i. Dobbiamo credere in Gesù mentre c’è ancora luce, perché non durerà per sempre. Lo Spirito di Dio non contenderà per sempre con l’uomo (Genesi 6:3), pertanto dobbiamo rispondere alla Sua chiamata quando questa ci viene rivolta.

ii. Figli di luce: “L’espressione idiomatica semitica ‘figli di’ descrive uomini che possiedono le caratteristiche di ciò che viene identificato come loro ‘padre’. In una nostra espressione idiomatica diremmo probabilmente ‘uomini di luce’; cfr. la nostra espressione ‘un uomo di integrità’.” (Tasker)

7. (37-41) Giovanni espone le ragioni della loro incredulità alla luce delle profezie dell’Antico Testamento.

Sebbene avesse fatto tanti segni davanti a loro, non credevano in lui, affinché si adempisse la parola detta dal profeta Isaia:

«Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione?
E a chi è stato rivelato il braccio del Signore?».
Perciò non potevano credere, perché Isaia disse ancora:
«Egli ha accecato i loro occhi e ha indurito il loro cuore,
perché non vedano con gli occhi,
non intendano col cuore, non si convertano
e io non li guarisca».

Queste cose disse Isaia, quando vide la sua gloria e parlò di lui.

a. Sebbene avesse fatto tanti segni davanti a loro, non credevano in lui: Nel corso del Vangelo, Giovanni ci ha parlato dei molti segni fatti da Gesù, per i quali dovremmo credere in Lui (Giovanni 2:11, 4:54, 6:14). Eppure, molti non credevano in Lui. Usando due citazioni da Isaia (Isaia 53:1 e 6:9-10), Giovanni spiega che era stato tutto profetizzato.

i. “Dopo secoli di storia cristiana, durante i quali la chiesa è stata quasi esclusivamente composta di Gentili, siamo arrivati a ritenere che sia abbastanza normale che non ci siano molti giudei. Al contrario, per gli uomini del Nuovo Testamento non era proprio così.” (Morris)

b. A chi è stato rivelato il braccio del Signore? Con la sua citazione di Isaia 53:1, Giovanni rimarca che, se qualcuno crede, è perché Dio gli ha rivelato sé stesso e la Sua verità. Gesù si era rivelato a loro per mezzo dei molti segni e dei Suoi insegnamenti.

c. Egli ha accecato i loro occhi e ha indurito il loro cuore: Con la citazione di Isaia 6:9-10, Giovanni rimarca che l’incredulità fu un atto di giudizio di Dio su quelli che rifiutarono di vedere la Sua verità e di rivolgersi a Lui. Dio avrebbe rafforzato la loro decisione, a favore o contro Gesù. In virtù di questo principio, come profetizzato da Isaia, non potevano credere.

i. “Nessuno di loro era stato predestinato ad essere incapace di credere, come si evince chiaramente poco più avanti (Giovanni 12:42) che alcuni in effetti credettero. Ma la predizione dell’Antico Testamento si doveva compiere in coloro che, per l’appunto, non avevano creduto.” (Bruce)

ii. “Ciò non vuol dire che l’accecamento avviene senza o contro la volontà di quelle persone. Lo stesso si può dire riguardo all’indurimento del loro cuore. Quegli uomini avevano scelto il male e l’avevano scelto intenzionalmente; la colpa sarebbe ricaduta su di loro.” (Morris)

d. Queste cose disse Isaia, quando vide la sua gloria e parlò di lui: Come riportato dalla profezia in Isaia 6, il Profeta Isaia vide il Signore, Yahweh (Isaia 6:1-13). Giovanni capì correttamente che Isaia aveva visto la gloria di Gesù prima della Sua incarnazione, e che quindi Gesù è Yahweh.

i. “La visione d’Isaia descritta in Isaia 6 viene interpretata da Giovanni come una visione della Trinità. Il profeta vide la gloria di Cristo e la gloria del Padre.” (Tasker)

8. (42-43) Alcuni tra i capi credono in Gesù, ma hanno una fede debole.

Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero in lui; ma a motivo dei farisei non lo confessavano, per non essere espulsi dalla sinagoga, perché amavano la gloria degli uomini più della gloria di Dio.

a. Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero in lui; ma a motivo dei farisei non lo confessavano: A quel punto del ministero di Gesù, molte persone credevano in Lui segretamente. Avevano visto i segni ed ascoltato i Suoi insegnamenti, eppure non dichiaravano apertamente (confessavano) la propria lealtà e la propria fede in Gesù per paura del pensiero e della reazione che gli altri avrebbero potuto avere contro di loro.

i. “Essere discepoli in segreto è una contraddizione in termini, perché ‘o il segreto uccide il discepolo, o il discepolo uccide il segreto’.” (Barclay)

ii. Il vescovo Trench si dimostra più comprensivo: “I commentatori sono molto duri nei confronti di questi credenti timorosi. I cristiani sono forse tutti eroi? Non ci sono lucignoli fumanti?” (Trench)

b. Amavano la gloria degli uomini più della gloria di Dio: Gesù volle solamente dire che, se qualcuno Lo avesse servito, avrebbe ricevuto onore da Dio (Giovanni 12:26). Tuttavia, ce n’erano molti che amavano l’onore degli altri uomini più della gloria che proviene da Dio.

i. Amavano la gloria degli uomini: “Che cos’è questa gloria se non un soffio maleodorante? Questi hanno già ricevuto il loro premio.” (Trapp)

9. (44-50) Un ultimo appello a credere: Gesù fa un ultimo appello accorato alla moltitudine.

Or Gesù gridò e disse: «Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che mi ha mandato. E chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto come luce per il mondo, affinché chiunque crede in me non resti nelle tenebre. E se uno ode le mie parole e non crede, io non lo giudico; perché io non sono venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo. Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo giudica; la parola che ho annunziata sarà quella che lo giudicherà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre stesso mi ha mandato e mi ha comandato ciò che io devo dire ed annunziare. Ed io so che il suo comandamento è vita eterna; le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre me le ha dette».

a. Or Gesù gridò e disse: Queste sono le ultime parole pubbliche di Gesù che leggiamo nel vangelo di Giovanni. In quest’ultimo discorso alle folle, Gesù riprese i temi di tutte le Sue predicazioni precedenti riportate in questo vangelo. Include un promemoria del Suo insegnamento, un’esortazione a decidere, un avvertimento verso coloro che Gli facevano opposizione e una promessa per coloro che invece credevano in Lui.

i. Gridò: “Il tempo imperfetto del verbo nel greco ci parla di un gridare continuo.” (Tasker)

ii. “In generale, il nostro Salvatore non era solito gridare. Non urlava né alzava la voce per le strade. Eppure, di tanto in tanto, in qualche situazione ricca di pathos, i Vangeli ci raccontano che Egli gridò (Giovanni 7:37).” (Morrison)

b. Chi vede me, vede colui che mi ha mandato: Gesù sottolinea la propria unità con Dio Padre. Credere in Lui significa riporre la propria fede in colui che […] ha mandato Gesù; credere in Gesù vuol dire qualcosa di più che riporre la propria fede solamente in Gesù stesso.

i. “Sebbene fosse a causa della Sua affermazione (di essere uno con Dio) che i capi volevano crocifiggerlo, non ritirò nulla di ciò aveva detto, anzi riaffermò ogni parola nelle grinfie della morte stessa!” (Clarke)

c. Io sono venuto come luce per il mondo: Gesù rimarcò la propria veracità e il bisogno che l’uomo ha di seguirlo – altrimenti continuerà a vivere nelle tenebre.

d. Io non sono venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo: L’incarnazione non sarebbe stata necessaria, se Gesù fosse venuto solo per giudicare; non avrebbe avuto bisogno di aggiungere umanità alla propria divinità per emettere un giudizio, ma era necessario per salvare il genere umano. Tuttavia, la parola che ho annunziata sarà quella che lo giudicherà nell’ultimo giorno – ci sono conseguenze inevitabili per chi respinge Gesù.

i. “Le Sue ultime parole non sono di condanna; sono un appello gentile.” (Morris)

ii. “Inoltre, nel Quarto Vangelo si trova questo paradosso fondamentale: Gesù venne sulla terra in amore, ma la Sua venuta rappresentava anche un giudizio.” (Barclay)

e. Io non ho parlato da me stesso: Gesù sottolineò la Sua stessa sottomissione a Dio Padre. La Sua autorità era collegata alla Sua sottomissione a Dio Padre.

i. Ciò che io devo dire ed annunziare: “Il primo fa riferimento alla dottrina secondo i suoi contenuti, il secondo ai diversi modi di diffonderla.” (Dods)

© 2021 The Enduring Word Bible Commentary by David Guzik – ewm@enduringword.com

Categories: Italian Commentary

© Copyright 2018 - Enduring Word       |      Site Hosted & Maintained by Local View Marketing    |    Privacy Policy