Ebrei 1




Ebrei 1 – Un Salvatore Superiore

A. Gesù, il Salvatore Superiore.

1. (1-2a) Gesù ha portato una rivelazione superiore a quella degli antichi profeti.

Dio, dopo aver anticamente parlato molte volte e in svariati modi ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo di Suo Figlio,

a. Dio: Il Libro degli Ebrei inizia senza alcuna menzione dell’autore, ma solo di Dio. L’autore umano di Ebrei rimane sconosciuto, ma l’ispirazione del libro da parte dello Spirito Santo è evidente.

i. Una delle prime dichiarazioni sulla paternità del libro di Ebrei è di Clemente di Alessandria, il quale disse che Paolo lo scrisse in ebraico e che Luca lo tradusse in greco (Eusebio, Storia 6.14.2). La maggior parte degli insegnanti e commentatori biblici crede che l’apostolo Paolo abbia scritto Ebrei senza associarvi il suo nome, sebbene i suoi lettori originali lo conoscessero (come indicato in Ebrei 13:18-19 e 13:23-24).

ii. Tuttavia, molti altri commentatori ritengono improbabile che Paolo abbia scritto questo libro. Dods cita Farrar: “I riferimenti dello scrittore hanno uno stile diverso da quello di San Paolo; egli scrive in modo diverso; argomenta in modo diverso; dichiara in modo diverso; costruisce e collega le sue frasi in modo diverso; costruisce i suoi paragrafi su un modello del tutto diverso… Il suo stile è quello di un uomo che pensa e scrive in greco; mentre San Paolo scriveva in siriaco”.

iii. FF Bruce cita Calvino su questo punto: “Il modo di insegnare e lo stile sono sufficienti a dimostrare che Paolo non era l’autore, e lo scrittore stesso confessa, nel secondo capitolo, (Ebrei 2:3) che era uno dei discepoli degli apostoli, che è del tutto diverso dal modo in cui Paolo parlava di sé”.

iv. Il commentatore Tertulliano (che scrisse all’inizio del 200) disse che Barnaba scrisse Ebrei, ma non offrì alcun supporto per questa affermazione se non che Barnaba era un levita (Atti 4:36) e un uomo di consolazione (Atti 4:36).

v. Martin Lutero credeva che Apollo avesse scritto il libro di Ebrei, perché Atti ci dice che Apollo era eloquente e aveva una forte padronanza dell’Antico Testamento (Atti 18:24).

vi. Adolf Harnack pensava che Priscilla (con il marito Aquila) avesse scritto Ebrei, e che rimase anonima per nascondere la controversia sul fatto che una donna avesse scritto la lettera. Ma quando lo scrittore agli Ebrei scrive di sé stesso in Ebrei 11:32, la grammatica maschile del passaggio contrasta l’idea che una donna sia l’autrice della lettera.

vii. Indipendentemente da chi sia l’autore umano di Ebrei, ci sono indicazioni che sia stato scritto all’inizio del periodo del Nuovo Testamento, probabilmente intorno al 67-69 d.C.. Il riferimento a Timoteo (Ebrei 13:23) lo colloca proprio in quel periodo, così come la mancanza di persecuzione fisica (Ebrei 12:4). Infine, l’assenza di qualsiasi riferimento alla distruzione del tempio colloca la stesura probabilmente prima del 70 d.C., quando Gerusalemme e il secondo tempio furono distrutti. Poiché lo scrittore agli Ebrei era così intento a parlare della fine del Vecchio Patto, sembra improbabile che avesse ignorato la distruzione del tempio se fosse già avvenuta prima di scrivere.

b. Dio: È così che inizia il libro. Non c’è alcun tentativo di dimostrare l’esistenza di Dio; la Scrittura presuppone che riconosciamo l’esistenza di Dio e alcuni dei Suoi attributi dalla natura (Salmo 19:1-4 e Romani 1:20). Lo scrittore agli Ebrei sapeva che Dio esisteva e che Egli parlava all’uomo.

i. “La divinità non va spiegata, ma adorata; e la filiazione di Cristo deve essere accettata come una verità di rivelazione, da apprendere mediante la fede, sebbene non possa essere compresa dall’intelletto.” (Spurgeon)

c. Dopo aver anticamente parlato molte volte e in svariati modi: La rivelazione data attraverso i profeti è stata portata in svariati modi, a volte attraverso parabole, narrativa storica, confronto profetico, rappresentazione drammatica, salmi, proverbi e simili.

i. È vero che Dio ha parlato in svariati modi nell’Antico Testamento.

· Parlò a Mosè attraverso un roveto ardente (Esodo 3).

· Parlò ad Elia con un dolce sussurro (1 Re 19).

· Parlò ad Isaia con una visione celeste (Isaia 6).

· Parlò ad Osea attraverso la sua crisi familiare (Osea 1:2).

· Parlò ad Amos attraverso un cesto di frutta (Amos 8:1).

ii. Eppure, l’idea qui è che i profeti parlassero ai padri in svariati modi; non che Dio abbia parlato ai profeti in svariati modi (sebbene anche questo sia vero).

iii. Utilizzando le proprietà della luce come illustrazione, possiamo dire che nell’Antico Testamento Dio parlava come in uno spettro di luce. Gesù è un prisma che ha raccolto tutte quelle bande di luce e le ha concentrate in un unico fascio puro.

iv. Questo riferimento all’Antico Testamento sarà ripetuto spesso attraverso il Libro agli Ebrei. Ebrei è un libro profondamente radicato nell’Antico Testamento. Ebrei ha 29 citazioni e 53 allusioni all’Antico Testamento, per un totale di 82 riferimenti. È significativo che Ebrei non si riferisca nemmeno una volta ai libri degli Apocrifi.

d. Questi ultimi giorni: Questo termine si riferisce all’età del Messia. Può essere un periodo lungo, ma è l’ultimo.

e. Ha parlato a noi: Questa è la prima menzione generale dei lettori, che però non vengono identificati in modo specifico. Tuttavia, il contesto dell’opera la identifica chiaramente come una lettera, o forse anche un sermone o un saggio, scritta ai cristiani ebrei del I secolo.

i. La struttura del Libro agli Ebrei è diversa da quella degli altri libri del Nuovo Testamento. Inizia come un saggio, continua come un sermone e finisce come una lettera.

ii. Il Libro agli Ebrei è stato ovviamente indirizzato a cristiani di origine ebraica, ma – con la sua analisi di Gesù come realtà suprema – è stato indirizzato anche ad una mentalità greca. Questo approccio alla natura di Gesù spiega il Salvatore ai filosofi greci.

iii. Ebrei è fondamentalmente un libro che esorta i cristiani scoraggiati a continuare con forza con Gesù alla luce della completa superiorità di chi Egli è e di ciò che ha fatto per noi.

f. Ha parlato a noi per mezzo di suo Figlio: La questione non è che Gesù abbia portato un messaggio del Padre, ma che Egli stesso è un messaggio da parte del Padre. L’idea è che Gesù è grandemente superiore anche del miglior profeta. Egli ha rivelato qualcosa che nessun altro profeta avrebbe potuto rivelare.

i. La rivelazione da parte di Gesù stesso fu unica, perché non solo essa era il messaggio di Dio (come nel caso di ogni altro scrittore ispirato), ma era anche la personalità di Dio attraverso la quale giungeva il messaggio. La personalità di Paolo, Pietro, Giovanni e di altri scrittori biblici è evidente nei loro scritti. Eppure, nella rivelazione di Gesù vediamo la personalità di Dio

ii. Il Libro agli Ebrei (per la maggior parte) non presenta Gesù che parla di Sé. In un certo senso, in Ebrei non è il Figlio a parlare: è il Padre che parla del Figlio. Il Libro agli Ebrei è Dio Padre che ci parla di Dio Figlio. “Se gli uomini non arrivano a conoscere Dio attraverso il Figlio, allora nessuna voce o azione profetica li convincerà”. (Guthrie)

2. (2b-3) Una descrizione in sette parti del Figlio glorioso.

Che Egli ha costituito erede di tutte le cose, per mezzo del quale ha anche fatto l’universo. Egli, che è lo splendore della Sua gloria e l’impronta della Sua essenza e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver Egli stesso compiuto l’espiazione dei nostri peccati, si è posto a sedere alla destra della Maestà nell’alto dei cieli,

a. Erede di tutte le cose: Qui inizia una sezione gloriosa che descrive Gesù, in primo luogo come l’erede di tutte le cose. Questa è l’idea che Gesù è al di sopra di ogni cosa. Si riferisce alla posizione di Gesù come primogenito su tutta la creazione (Colossesi 1:15).

b. Ha anche fatto l’universo: L’antica parola greca tradotta universo è aion, da cui deriva la parola “eone”. Questo significa che Gesù non solo ha creato il mondo fisico, ma il tempo stesso. La storia stessa è la creazione del Figlio di Dio.

c. Lo splendore della Sua gloria: Gesù è lo splendore della gloria del Padre. L’antica parola greca per splendore è apaugasma, che parla dello splendore che brilla da una fonte di luce.

i. In questo senso, Gesù è il “raggio” della gloria di Dio. Non abbiamo mai visto il sole, solo i raggi della sua luce che ci arrivano. Allo stesso modo, non abbiamo mai visto Dio Padre, ma lo vediamo attraverso i “raggi” del Figlio di Dio.

ii. L’antico filosofo greco Filone usò la parola apaugasma per descrivere il Logos, l’essere o mente intelligente che creò l’universo. Lo scrittore agli Ebrei spiegò Gesù in termini che avevano senso sia per gli Ebrei del I secolo che per coloro che avevano familiarità con la filosofia greca.

d. L’impronta della Sua essenza: L’idea è di un’esatta somiglianza, come quella di un timbro. Gesù rappresenta esattamente Dio per noi.

e. Sostiene tutte le cose con la parola della Sua potenza: L’idea dietro la parola tradotta sostiene è meglio concepita come “preservare”. La parola non dà l’idea di sostenere qualcosa (come il mitologico Atlante sosteneva la terra), ma di preservare attivamente.

i. Nel suo ministero terreno, Gesù ha costantemente dimostrato la potenza della Sua parola. Poteva guarire, perdonare, scacciare i demoni, calmare la furia della natura con una sola parola. Qui vediamo che la Sua parola è così potente che può sostenere tutte le cose.

ii. “Il tempo verbale del verbo “sostenere” descrive l’opera costante di Cristo in relazione al mondo (Colossesi 1:17).” (Griffith Thomas)

f. Aver Egli stesso compiuto l’espiazione dei nostri peccati: Dalla descrizione precedente, sappiamo che il Figlio di Dio è un essere di grande potenza e saggezza. Ora sappiamo che è anche un essere di grande amore, che ha purificato la colpa e la vergogna dei nostri peccati. Lo ha fatto Egli stesso, dimostrando che nessun altro poteva farlo per noi e noi non potevamo farlo per noi stessi.

g. Si è posto a sedere alla destra della Maestà nell’alto dei cieli: Questa è una posizione di maestà, di onore, di gloria, che rappresenta la completezza dell’opera. Questa posizione di Gesù lo pone molto al di sopra di tutta la creazione.

3. (4) Pertanto, Gesù e tanto superiore agli angeli.

Ed è diventato tanto superiore agli angeli, quanto più eccellente del loro è il nome che Egli ha ereditato.

a. Ed è diventato tanto superiore agli angeli: Questa descrizione di Gesù nei versetti precedenti ci mostra che Egli è superiore a qualsiasi essere angelico. Tuttavia, questo ci dice che Gesù è diventato superiore agli angeli. Potremmo dire che Egli è eternamente superiore agli angeli, ma è anche diventato superiore agli angeli.

i. Gesù è diventato superiore nel senso che è stato reso perfetto (completo come nostro redentore) attraverso le sofferenze (Ebrei 2:10), cosa che nessun angelo ha mai fatto.

ii. Griffith Thomas ha collegato le descrizioni di Gesù date in questi primi versetti, che culminano in Ebrei 1:4:

· Cristo l’Erede.

· Cristo Creatore.

· Cristo Rivelatore.

· Cristo Sostenitore.

· Cristo il Redentore.

· Cristo il Sovrano.

· Cristo Supremo.

b. Quanto più eccellente del loro è il nome che Egli ha ereditato: Lo stato superiore di Gesù è dimostrato da un nome superiore, che non è solo un titolo, ma una descrizione della Sua natura e del Suo carattere. Ci sono molte ragioni per cui è importante comprendere l’eccellenza insuperabile di Gesù, ponendolo molto al di sopra di ogni essere angelico.

· Spesso comprendiamo meglio le cose quando sono poste in contrasto con altre.

· Sebbene l’Antico Patto giunse a Mosè per mano degli angeli, un patto migliore è venuto per mezzo di un essere migliore: Gesù. Gli ebrei del I secolo potrebbero pensare che il vangelo sia venuto per mano di semplici uomini: gli apostoli. Ma in verità il vangelo è venuto da Gesù, che è superiore agli angeli.

· Nella chiesa primitiva si stava sviluppando una tendenza pericolosa: l’adorazione degli angeli (Colossesi 2:18, Galati 1:8), ed Ebrei mostra che Gesù è al di sopra di qualsiasi angelo.

· Inoltre, circolava questa dottrina eretica che Gesù stesso fosse un angelo, un concetto che degrada la Sua gloria e maestà.

· Comprendere che Gesù è migliore degli angeli ci aiuta a realizzare che Egli è migliore di chiunque o qualsiasi cosa nella nostra vita.

i. In questo senso, lo scopo di Ebrei è lo stesso della Trasfigurazione di Gesù menzionata nei Vangeli. Ognuno di loro grida e dice: “Questo è il mio amato Figlio; ascoltatelo!” (Marco 9:7)

B. Le Scritture dimostrano che Gesù è superiore agli angeli.

1. (5) Gesù è superiore agli angeli perché è il Figlio di Dio, come mostrato in Salmo 2:7 e 2 Samuele 7:14.

Infatti, a quale degli angeli disse mai:

“Tu sei mio Figlio,
Oggi ti ho generato”?

E di nuovo:

“Io gli sarò Padre,
Ed Egli mi sarà Figlio”?

a. A quale degli angeli disse mai: Lo scrittore agli Ebrei ha dimostrato che Gesù è superiore a qualsiasi essere angelico perché Dio Padre rivela cose a Dio Figlio che non ha mai rivelato agli angeli.

i. “Gli ebrei veneravano gli angeli a motivo del loro ruolo nell’emanazione della Legge (Atti 7:53; Galati 3:19), e per questo motivo era essenziale che i cristiani ebrei vedessero da questo paragone l’infinita superiorità di Nostro Signore su quegli esseri celesti che occupavano un posto così importante nella vita ebraica.”(Thomas)

ii. Se si presenta maggiore attenzione alle cose meno importanti, queste possono occupare un posto maggiore rispetto a quelle cose che sono veramente più grandi e più importanti.

iii. Disse mai: Lo scrittore agli Ebrei pensava chiaramente che Dio parlasse attraverso gli autori umani dell’Antico Testamento.

b. Tu sei mio Figlio: Il Salmo 2:7 mostra che Dio Padre chiamò Gesù, “Figlio” – il nome più eccellente (Ebrei 1:4). Questo dimostra che Gesù è più grande degli angeli, perché a nessun angelo è mai stato dato questo grande nome.

i. Sebbene gli angeli possano essere chiamati collettivamente “figli di Dio” (come in Giobbe 1:6), a nessun angelo viene mai assegnato questo titolo individualmente.

c. Oggi ti ho generato: Dio Padre parlò anche a Dio Figlio e lo ha descritto come generato. Il verbo generato parla dell’uguaglianza di sostanza e di natura essenziale tra il Padre e il Figlio. Significa che il Padre e il Figlio condividono lo stesso essere.

d. Io gli sarò Padre, ed Egli mi sarà Figlio: Questa citazione da 2 Samuele 7:14 è un altro esempio di qualcosa che Dio Padre ha detto a Dio Figlio, qualcosa che non ha mai ripetuto a nessun angelo.

i. Questa affermazione è un buon esempio di una profezia dell’Antico Testamento che racchiudeva in sé due adempimenti. In un senso prossimo e imperfetto, la promessa di 2 Samuele 7:14 si adempì in Salomone, figlio di Davide. In un senso più lontano e perfetto, si compie nel Figlio di Davide, Gesù Cristo.

2. (6-7) Gesù è superiore agli angeli perché loro adorano e servono Gesù, che è il loro Dio, come mostrato in Deuteronomio 32:43 (nella Septuaginta e nei Rotoli del Mar Morto) e nel Salmo 104:4.

E ancora, quando introduce il Primogenito nel mondo, dice:

“E lo adorino tutti gli angeli di Dio”.

Ma degli angeli dice:

“Dei suoi angeli fa dei venti,
E dei suoi ministri una fiamma di fuoco”.

a. Quando introduce il primogenito: Questa parola è stata usata sia per interpretare un concetto, sia per indicare colui nato per primo. Poiché il primogenito era il “primo tra la prole” e riceveva la posizione di favore e onore, il titolo “primogenito” poteva indicare qualcuno a cui veniva dato grande onore ed occupava un’elevata posizione sociale.

i. A molti non primogeniti nella Bibbia viene dato il titolo di “primogenito”. Davide ne è un esempio (Salmo 89:27) e lo è anche Efraim (Geremia 31:9).

ii. Secondo il rabbino Bechai (citato in Lightfoot) gli antichi rabbini chiamavano lo stesso Yahweh “Primogenito del mondo”. Era un titolo, non una descrizione dell’origine.

iii. I rabbini usavano la parola primogenito come titolo specificamente messianico. Un antico rabbino scrisse: “Dio disse: ‘Come ho dato a Giacobbe un primogenito (Esodo 4:22), così farò del re Messia un primogenito (Salmo 89:28)’.” (R. Nathan in Shemoth Rabba, citato in Lightfoot)

b. Lo adorino tutti gli angeli di Dio: Deuteronomio 32:43 mostra che Gesù è superiore perché è l’oggetto dell’adorazione degli angeli, non un adoratore angelico. Gli angeli lo adorano; Egli non adora tra di loro. Apocalisse 5 offre uno sguardo all’adorazione angelica di Gesù.

c. Dei Suoi angeli fa dei venti, e dei Suoi ministri una fiamma di fuoco: Il Salmo 104:4 dimostra che Gesù il Messia è il Signore degli angeli. Sono i Suoi angeli e i Suoi ministri. Gli angeli appartengono a Gesù, e Lui non è uno di loro.

3. (8-12) Gesù è superiore agli angeli perché il Padre stesso chiama Lui (e non un angelo qualsiasi) Dio e Signore (Yahweh), come mostrato nel Salmo 45:6-7 e 102:25-27 della Septuaginta.

Del Figlio invece dice:

“O Dio, il Tuo trono è per i secoli dei secoli,
Lo scettro del Tuo regno è scettro di giustizia.
Hai amato la giustizia e odiato l’iniquità;
Perciò Dio, il tuo Dio ti ha unto
Con olio di letizia al di sopra dei tuoi compagni”.

E ancora:

“Tu, o Signore, nel principio fondasti la terra
E i cieli sono opera delle tue mani.
Essi periranno, ma Tu rimani;
Invecchieranno tutti come un vestito,
E li avvolgerai come un mantello
E saranno cambiati;
Ma Tu sei lo stesso,
E i Tuoi anni non verranno mai meno”.

a. Del Figlio invece dice: Ancora una volta, l’enfasi è che Dio Padre dice cose a Dio Figlio che non sono mai dette agli esseri angelici.

b. O Dio, il Tuo trono: Il Salmo 45:6-7 dice chiaramente che Dio Padre chiama il Figlio Dio. Quando la Prima Persona della Trinità parlava alla Seconda Persona della Trinità, Egli Lo chiamava Dio. Questa è una prova unica e potente della divinità di Gesù.

i. Alcuni sostengono che ci sono molti esseri chiamati “dèi” nella Bibbia, come Satana (2 Corinzi 4:4) e giudici terreni (Salmo 82:1 e 6). Ma questi altri sono presunti dei, pretendenti al loro trono. Se Gesù non è il vero Dio, è un falso dio, come Satana e i giudici malvagi del Salmo 82.

ii. Ma Gesù è il Dio Vero e Vivente, chiamato così qui da Dio Padre; e anche da Giovanni in Giovanni 1:1, da Tommaso in Giovanni 20:28, e da Paolo in Tito 2:13 e Tito 3:4.

c. Perciò Dio, il tuo Dio, ti ha unto: Questo passaggio mostra una sorprendente interazione tra le Persone della Trinità. “Dio, il tuo Dio” parla del Padre e della Sua posizione di autorità sulla Seconda Persona della trinità. “Ti” si riferisce al Figlio. “Unto” si riferisce al ministero e alla presenza dello Spirito Santo, la Terza Persona della Trinità.

d. Tu, o Signore, nel principio: Il Salmo 102:25-27 mostra che il Figlio non è solo chiamato Dio, ma anche Signore (Yahweh). Quindi il Figlio è descritto con attributi e termini che appartengono solo a Dio.

i. Tu, o Signore, nel principio fondasti la terra: Questo mostra che Gesù Cristo, la Seconda persona della Trinità, è il Creatore. Yahweh viene specificatamente descritto come il Creatore (Isaia 45:12, Isaia 45:18).

ii. Essi periranno, ma tu rimani: Questo mostra che Gesù Cristo, la Seconda Persona della Trinità, è auto-esistente, proprio come il Salmo 102:25-27 dice di Yahweh.

iii. Li avvolgerai come un mantello e saranno cambiati: Questo mostra che Gesù Cristo, la Seconda Persona della Trinità è sovrano, con autorità su tutta la creazione e sulla storia, proprio come il Salmo 102:25-27 dice di Yahweh.

iv. Tu sei lo stesso: Questo mostra che Gesù Cristo, la seconda Persona della Trinità, è immutabile, costante ed eterno (i Tuoi anni non verranno mai meno). Questo è quello che Salmo 102:25-27 dice di Yahweh e lo scrittore agli Ebrei afferma che si applica chiaramente anche a Gesù.

4. (13-14) Gesù è superiore agli angeli perché si è seduto sul trono, dopo aver completato la Sua opera, mentre gli angeli lavorano continuamente, come mostra il Salmo 110:1.

E a quale degli angeli disse Egli mai:

“Siedi alla mia destra,
Finché Io abbia posto i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi?”

Non sono essi tutti spiriti servitori, mandati a servire per il bene di coloro che hanno da ereditare la salvezza?

a. E a quale degli angeli disse Egli mai: Ora, per la settima volta in questo capitolo, lo scrittore agli Ebrei cita le Scritture Ebraiche per dimostrare che Gesù il Messia è di gran lunga superiore a qualsiasi essere angelico. Ha citato il Salmo 110:1 per mostrare ancora una volta che Dio Padre dice cose a Gesù, il Messia, che non dice mai agli esseri angelici.

b. Siedi alla mia destra: Il Salmo 110:1 dice che queste sono la gloriosa postura e posizione assunte dal Messia in cielo. Chiunque siede alla presenza divina mostra di avere il diritto perfetto di essere lì. Non ci sono posti per gli angeli attorno al trono di Dio, perché sono costantemente impegnati a lodare Dio e servirlo. Ma Gesù può – su invito di Dio Padre – sedere (siediti) alla destra di Dio Padre.

i. Non va bene essere troppo a proprio agio in presenza della maestà. C’è una storia riguardo ad un uomo di nome Lear che era stato assunto per dare lezioni d’arte alla regina Vittoria. Le cose andavano bene e Lear iniziò a sentirsi abbastanza a suo agio nel palazzo. Gli piaceva stare davanti al fuoco, appoggiarsi al focolare e scaldarsi in maniera rilassata, ma ogni volta che lo faceva uno degli inservienti della Regina lo invitava a dare un’occhiata a qualcosa che si trovava dall’parte della stanza, facendolo così spostare. Nessuno gli disse il perché, ma dopo un po’ capì: secondo il galateo era sbagliato che un suddito avesse un atteggiamento così rilassato in presenza della loro Regina. Gesù non è un suddito: è il Sovrano, quindi siede in presenza della maestà.

c. E a quale degli angeli disse Egli mai: “Siedi alla mia destra” Agli angeli non è permesso rilassarsi davanti a Dio. Stanno davanti al Padre, ma il Figlio si siede, perché non è suddito, è il Sovrano.

d. Non sono essi tutti spiriti servitori: Gli angeli sono spiriti servitori, non spiriti che governano; il servizio, e non il dominio, è la loro vocazione. In questo senso gli angeli sono inarrestabili. Continuano a lavorare mentre il Figlio assume una posizione di riposo perché Egli è il Figlio.

i. Gesù è chiamato anche servo e ministro, ma questo fa parte del Suo essersi umiliato volontariamente, non della Sua natura essenziale – come è nella natura essenziale degli angeli essere servitori.

e. Mandati a servire per il bene di coloro che hanno da ereditare la salvezza: Agli angeli è comandato di servire Dio, ma Egli condivide i Suoi servitori con uomini e donne redenti. Questo mostra il grande amore di Dio per noi e come Egli vuole condividere tutte le cose con noi.

i. Confrontando Ebrei 1:2 e 1:4, “È particolarmente degno di nota, in relazione al tema principale dell’Epistola, che sia Cristo che i cristiani sono descritti come eredi”. (Thomas)

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