La notte seguente, il Signore si presentò a lui e disse: “Paolo, coraggio, perché come tu hai reso testimonianza di me in Gerusalemme, così bisogna che tu la renda anche a Roma”. (Atti 23:11)
Dev’essere stata una notte difficile per Paolo. Il suo più grande desiderio era vedere la salvezza dei suoi compagni ebrei (Romani 9:1-4), e due grandi opportunità di presentare il vangelo a grandi e influenti gruppi tra gli ebrei non avevano portato a nulla.
Fu nelle tenebre di quella notte quando i timori vennero su Paolo; quando la sua fiducia in Dio sembrava vacillare; quando si preoccupava di cosa avrebbe fatto Dio e se ce l’avrebbe fatta. Fu nelle tenebre di quella notte che Gesù si presentò a lui.
Paolo era solo, ma in realtà non lo era; se tutti lo abbandonavano, bastava Gesù. Meglio essere in galera con il Signore che essere in paradiso senza di lui. Paolo era già stato miracolosamente liberato dalle celle di prigione; ma questa volta il Signore lo incontrò proprio nella cella del carcere.
Spesso chiediamo che Gesù ci liberi dalle nostre circostanze quando Lui vuole incontrarci proprio in esse. A volte pensiamo che ci stiamo arrendendo a Gesù quando stiamo solo chiedendo una via di fuga. Dio vuole incontrarci in qualsiasi cosa stiamo affrontando ora.
Gesù non solo stava accanto a Paolo; gli diede parole di conforto. La parola coraggio ci dice che la notte ha portato con sé un’oscurità emotiva e forse spirituale su Paolo. Gesù era lì per incoraggiare il suo fedele servitore dopo che si era prodigato per amore di Gesù.
Chiunque può essere di incoraggiamento quando tutto va bene; ma il cristiano può essere di incoraggiamento quando tutto va male, sapendo che Dio è potente e meraviglioso, qualunque sia la crisi del momento.
Paolo avrebbe potuto essere scoraggiato per la mancanza di risultati dal sermone di Gerusalemme. Ma i risultati non erano una sua responsabilità. La sua responsabilità era di portare la Parola di Dio e di dar testimonianza di Gesù; i risultati erano responsabilità di Dio. Tu hai reso testimonianza di me in Gerusalemme significa che Gesù si è complimentato con Paolo per un lavoro ben fatto.
Eppure, sebbene Paolo avesse fatto un buon lavoro, c’era ancora molto da fare. Roma era il prossimo incarico di Paolo. Le parole più grandi che un fedele figlio di Dio può sentire sono “C’è di più da fare per te”. Queste parole addolorano il servo pigro, ma portano gioia a un servo fedele.
Si può dire a ogni figlio di Dio: c’è di più da fare per te. Più persone da portare a Cristo, più modi per glorificarLo, più persone con cui pregare, più modi umili per servire il Suo popolo, più persone affamate da sfamare, più bisognosi da vestire, più santi stanchi da incoraggiare.
Oggi, ricevi l’incoraggiamento che Gesù ha per te, e poi continua con il Suo proposito attuale per te.