Atti 8




Atti 8 – Filippo e i Samaritani

A. Saulo perseguita la chiesa.

1. (1) Persecuzione e dispersione della chiesa.

Or Saulo approvava la sua uccisione. In quel tempo ci fu grande persecuzione contro la chiesa che era in Gerusalemme; e furono tutti dispersi per le contrade della Giudea e della Samaria, ad eccezione degli apostoli.

a. Or Saulo approvava la sua uccisione: In Filippesi 3:6, Paolo parla della sua vita prima di Gesù e del grande zelo nella sua fede religiosa che lo aveva portato a perseguitare la chiesa. La supervisione di Saulo all’esecuzione di Stefano è solo un esempio delle sue persecuzioni.

i. Approvava getta luce sull’atteggiamento di Saulo, sebbene la traduzione non ne renda abbastanza la forza. L’idea alla base della parola in greco antico suneudokeo è “approvare, esserne compiaciuto”. Alcuni perseguitano con riluttanza, ma Saulo non era uno di questi; lui si dilettava nell’attaccare i cristiani.

ii. Saulo di Tarso, che i più conoscono con il suo nome romano di Paolo, più avanti avrebbe provato profondo rimorso per aver perseguitato la chiesa. Successivamente scrisse: Io infatti sono il minimo degli apostoli e non sono neppure degno di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la chiesa di Dio (1 Corinzi 15:9).

iii. Atti 26:11 descrive probabilmente il più grande rimorso di Paolo: E spesse volte, andando da una sinagoga all’altra, li costrinsi a bestemmiare e, grandemente infuriato contro di loro, li perseguitai fin nelle città straniere. È possibile che Paolo abbia trascorso molte notti insonni pensando a coloro che egli costrinse a bestemmiare.

b. Ci fu grande persecuzione contro la chiesa: La morte di Stefano era solo l’inizio, dal momento che le cateratte della persecuzione erano aperte ormai contro i cristiani. Saulo era solo uno dei molti persecutori della chiesa.

i. Si tratta della prima persecuzione dei cristiani come collettività. In precedenza, furono gli apostoli a essere arrestati, picchiati e perseguitati, ma ora si prospettavano atti di violenza, e forse persino la morte, contro ogni credente.

ii. La domenica dell’8 gennaio 1956, sulle rive di un fiume solitario nella fitta giungla ecuadoriana, dei nativi assassinarono cinque missionari che erano venuti a parlare di Gesù. Molti la considerarono una morte tragica senza senso, riuscendo a vedere solo cinque missionari fermati bruscamente nella loro carriera, oppure le loro cinque mogli, ora senza un marito, e i loro figli, ora senza un padre. Dio però fece un’opera meravigliosa attraverso quei cinque uomini, persino nella loro morte, e la benedizione risultante riecheggia ancora oggi nella vita di persone come Elisabeth Elliot, una delle cinque donne rimaste vedove.

iii. In modo simile, a primo acchito la morte di Stefano potrebbe apparire insensata. Il suo giovane ministero di potenza e di eloquenza fu interrotto bruscamente e sembrò concludersi con un fallimento: nessuno si accostò alla fede nell’immediato e tutto quello che ne derivò fu una maggiore persecuzione contro la chiesa. Tuttavia, come sempre accade, il sangue dei martiri divenne il seme della chiesa.

c. Furono tutti dispersi per le contrade: I cristiani furono perciò obbligati a fare ciò che con riluttanza avevano evitato fino a quel momento: portare il messaggio di Gesù alle regioni (Nuova Riveduta) circostanti.

i. Dispersi: Secondo Boice, esistono due parole in greco antico che si possono tradurre con “disperdere”. La prima significa disperdere qualcosa con l’intento di farlo sparire, come quando si spandono le ceneri di qualcuno. Anche la seconda ha il significato di disperdere, ma con l’accezione di seminare o di piantare dei semi. La parola che viene usata qui è, per l’appunto, la seconda.

ii. In Atti 1:8, Gesù aveva detto chiaramente ai Suoi seguaci di guardare oltre Gerusalemme e di portare il vangelo in Giudea, in Samaria e in tutto il mondo. Fino a quel punto i Suoi discepoli non l’avevano fatto.

iii. Poiché quella persecuzione ebbe come risultato positivo la diffusione del vangelo, alcuni ritengono che fosse la volontà di Dio, il quale può usare e userà situazioni pressanti per guidarci verso la Sua volontà. A volte abbiamo bisogno di essere scossi dalla nostra comodità prima di poter fare ciò che Dio vuole da noi.

2. (2) Sepoltura di Stefano.

E alcuni uomini pii portarono a seppellire Stefano e fecero grande cordoglio per lui.

a. Alcuni uomini pii: A quanto pare, c’erano Giudei che rimasero inorriditi dall’assassinio di Stefano. Luca lo riporta forse per ricordarci che non tutti i Giudei del tempo erano nemici del cristianesimo.

b. Fecero grande cordoglio per lui: Poiché la legge ebraica proibiva il lutto pubblico per chi era stato giustiziato, il resoconto di Luca lascia intendere che quegli uomini pii si ravvidero pubblicamente dell’omicidio di Stefano.

3. (3-4) Saulo continua la persecuzione.

Ma Saulo devastava la chiesa: entrando di casa in casa, trascinava via uomini e donne e li metteva in prigione. Coloro dunque che furono dispersi andavano attorno, annunziando la parola.

a. Devastava: Nel greco viene usata una parola che potrebbe far pensare a un esercito che distrugge una città o a un animale selvatico che strappa la carne dalla sua preda. In altre parole, attaccava spietatamente i cristiani, donne comprese.

i. “Non solo non risparmiava le donne, ma faceva di tutto per cercare le sue vittime e per assicurarsi della loro morte (9:1; 22:4; 26:10).” (Stott)

ii. “Il tempo di quel verbo, che significa ‘devastare’ o ‘distruggere’ è all’imperfetto; cioè, devastava e continuava a devastare.” (Boice)

b. Coloro… che furono dispersi andavano attorno, annunziando la parola: Ne risultò che Dio fu glorificato, perché la persecuzione contribuì alla diffusione del messaggio. Non bisogna pensare che coloro che lasciarono Gerusalemme siano partiti in veste di predicatori. I più erano “missionari per caso”, che parlavano di Gesù ovunque andassero.

i. “L’affermazione annunziando la parola può essere fuorviante; l’espressione in greco può essere tradotta semplicemente con condividendo la buona novella.” (Stott)

ii. Anche noi possiamo essere come quei primi cristiani e condividere la buona notizia di ciò che Gesù ha fatto nella nostra vita. La maggior parte delle persone non si convertono a Gesù tramite un predicatore di professione o un evangelista, ma attraverso persone proprio come noi.

iii. “Il Signore farà in modo che ogni chiesa in cui vi sia realmente la potenza dello Spirito di Dio si propaghi in qualche maniera. Egli non vuole che nessuna chiesa si riduca a una noce rinchiusa nel proprio guscio, o un unguento nella propria scatola. Il prezioso profumo del vangelo deve riversarsi affinché l’aria ne sia addolcita.” (Spurgeon)

B. Filippo predica ai Samaritani.

1. (5-8) Filippo porta il vangelo ai Samaritani.

Or Filippo discese nella città di Samaria e predicò loro Cristo. E le folle, con una sola mente, prestavano attenzione alle cose dette da Filippo, udendo e vedendo i miracoli che egli faceva. Gli spiriti immondi infatti uscivano da molti indemoniati, gridando ad alta voce; e molti paralitici e zoppi erano guariti. E vi fu grande gioia in quella città.

a. Filippo: Come Stefano, anche lui faceva parte degli uomini che erano stati scelti per servire la famiglia della chiesa negli aspetti pratici, in occasione della disputa che si era sollevata nei confronti delle vedove elleniste (Atti 6:5). Fu anche uno di quelli che dovettero sfuggire alla persecuzione (Atti 8:1), finendo in Samaria.

b. Predicò loro Cristo: Dopo che i Giudei ebbero respinto nuovamente il vangelo, vediamo Dio estendere l’offerta di salvezza in Gesù ad altri popoli, a partire dai Samaritani.

c. Nella città di Samaria: Circa 750 anni prima, gli Assiri conquistarono il territorio dell’Israele settentrionale, deportando tutti gli ebrei ricchi e borghesi dalla zona, nella quale poi vi trasferirono dei pagani di origini lontane. Questi si sposarono con i Giudei delle classi inferiori rimasti nel nord di Israele, dalle cui unioni nacquero i Samaritani.

i. In linea generale, i Giudei dell’epoca odiavano i Samaritani, perché li consideravano dei mezzosangue che si erano compromessi e avevano corrotto il culto del vero Dio. “Tra i Giudei e i Samaritani esistevano dei pregiudizi ben radicati, che rasentavano l’odio.” (LaSor)

ii. Giacomo e Giovanni (così come gli altri discepoli) tempo prima avevano considerato i Samaritani degni soltanto del fuoco del giudizio di Dio (Luca 9:51-56).

iii. La vicenda di Gesù con la donna samaritana al pozzo (Giovanni 4) e la Sua parabola riguardo alla gentilezza di un samaritano (Luca 10:25-37) illustrano la tensione di base che intercorreva tra i Giudei e i Samaritani del tempo.

iv. Nonostante tutto, Filippo predicò loro Cristo. Poiché Gesù aveva operato in lui, non c’era spazio nel suo cuore o nella sua mente per questo tipo di pregiudizio. Non era razzista nei confronti dei Samaritani.

d. Udendo e vedendo i miracoli che egli faceva: Filippo andò lì a presentare il vangelo, confermato in modo straordinario dai segni e prodigi che seguivano. Quando le persone trovavano Gesù, vi fu grande gioia in quella città.

i. Senza dubbio, una delle ragioni per cui ci fu tanto frutto era che Gesù aveva già seminato in Samaria durante il Suo ministero (Giovanni 4:1-26). Ora Filippo ne raccoglieva i frutti.

ii. La grande gioia in quella città proveniva dalla grande sofferenza e dal grande dolore a Gerusalemme, dalla realtà della potenza spirituale (i miracoli che egli faceva) e soprattutto perché Filippo predicò loro Cristo.

iii. “Carissimi amici, mi diletto nel predicarvi tutte le dottrine che trovo nella Parola di Dio, ma il mio desiderio è quello di predicare sempre la persona di Cristo al di sopra della dottrina; la dottrina non è che la cattedra su cui Cristo siede come Profeta per istruirci.” (Spurgeon)

2. (9-13) Simon mago crede.

Or in quella città vi era da tempo un uomo di nome Simone, il quale esercitava le arti magiche e faceva stupire la gente di Samaria, spacciandosi per un grande uomo. E tutti, dal maggiore al minore, gli davano ascolto, dicendo: «Costui è la grande potenza di Dio». E gli davano ascolto, perché già da molto tempo li aveva fatti strabiliare con le sue arti magiche. Quando però credettero a Filippo, che annunziava la buona novella delle cose concernenti il regno di Dio e il nome di Gesù Cristo, uomini e donne si fecero battezzare. Anche Simone credette e, dopo essere stato battezzato, stava del continuo con Filippo; e, vedendo le potenti operazioni e i segni che erano fatti, ne rimaneva stupito.

a. Un uomo di nome Simone: Questo Simone era abbastanza conosciuto a livello locale e veniva onorato come qualcuno che non solo aveva la potenza di Dio, ma del quale si diceva: «Costui è la grande potenza di Dio».

b. Il quale esercitava le arti magiche: Nella Bibbia le arti magiche sono associate all’occulto e alla stregoneria – e spesso all’assunzione di droghe che alterano la mente e l’umore. Qualunque fosse la vera potenza posseduta da Simone, era da parte di Satana e non di Dio.

i. Nello specifico, la parola usata indica che Simone era un magio. I magi erano conosciuti nel mondo antico come una classe di astronomi e scienziati (Matteo 2:1), ma era un titolo che veniva dato anche ai maghi e agli stregoni locali, usato per fare preda sull’ignoranza e sulla superstizione della gente comune.

ii. “Ramsay descrive i magi (soprattutto quelli di basso livello che facevano leva sulla diffusa superstizione del mondo antico) come l’influenza più forte che esisteva a quel tempo, influenza che avrebbe distrutto o che sarebbe stata distrutta dal cristianesimo.” (Williams)

c. E gli davano ascolto, perché… li aveva fatti strabiliare con le sue arti magiche: I Samaritani pensavano erroneamente che, poiché Simone aveva realmente potere spirituale, questo provenisse da Dio, ma non era così.

d. Quando però credettero a Filippo, che annunziava la buona novella delle cose concernenti il regno di Dio e il nome di Gesù Cristo: Coloro che Simone in precedenza aveva fatto strabiliare con le sue arti magiche credettero a Filippo e alla sua predicazione. Egli portò loro il messaggio del vangelo ed essi credettero.

i. Coloro che avevano creduto proclamarono la loro fede quando si fecero battezzare. “Non c’è nulla che faccia pensare a una carenza nella loro fede. Certamente Filippo non ne ravvisò alcuna, altrimenti non li avrebbe battezzati.” (Williams)

e. Vedendo le potenti operazioni e i segni che erano fatti, ne rimaneva stupito: Simone era stato convinto dalla predicazione di Filippo e dai grandi miracoli, al punto da dichiarare la propria fede, essere battezzato e stare del continuo con Filippo. Simone diventò un seguace di Filippo e del suo ministero.

i. A questo punto, e fino ad Atti 8:13, non c’è nulla che indichi che la fede di Simone fosse falsa o ipocrita, ma sarà messa alla prova dal suo comportamento e dalla sua risposta nel tempo.

3. (14-17) I Samaritani ricevono lo Spirito Santo quando Pietro e Giovanni impongono loro le mani.

Ora gli apostoli che erano a Gerusalemme, quando seppero che la Samaria aveva ricevuta la parola di Dio, mandarono loro Pietro e Giovanni. Giunti là, essi pregarono per loro, affinché ricevessero lo Spirito Santo, perché non era ancora disceso su alcuno di loro, ma essi erano soltanto stati battezzati nel nome del Signore Gesù. Imposero quindi loro le mani ed essi ricevettero lo Spirito Santo.

a. Mandarono loro Pietro e Giovanni: Quando Gesù diede a Pietro (e agli altri apostoli) le chiavi del regno dei cieli (Matteo 16:19), fu in realtà a tale scopo. In questo caso, accolsero ufficialmente nel regno di Dio coloro (i Samaritani) che in precedenza erano stato esclusi dal popolo di Dio.

b. Perché non era ancora disceso su alcuno di loro: Naturalmente, c’era un’esperienza successiva con lo Spirito Santo di cui i credenti samaritani non erano a conoscenza finché non vennero gli apostoli a ministrare a loro.

c. Imposero… loro le mani: Spesso una persona riceve la potenza e il riempimento dello Spirito Santo quando le vengono imposte le mani e si prega per lei (Atti 9:17, 1 Timoteo 4:14, 2 Timoteo 1:6). Dobbiamo essere sempre pronti a ricevere qualsiasi forma di grazia e dono speciale che Dio voglia darci attraverso l’imposizione delle mani.

d. Essi ricevettero lo Spirito Santo: Non sappiamo con precisione come questo fosse evidente, ma è probabile che si manifestarono alcuni doni spirituali (1 Corinzi 12:7-10).

e. Ricevettero lo Spirito Santo: Il fatto che quei cristiani ricevettero lo Spirito Santo in quella che sembra un’esperienza successiva alla loro salvezza è stato causa di molte controversie e ha ricevuto diverse interpretazioni.

i. Secondo alcuni, non erano nati di nuovo veramente (non si erano convertiti) alla predicazione di Filippo. Fu solo all’arrivo di Pietro e Giovanni che confidarono realmente in Gesù e che quindi ricevettero lo Spirito Santo.

ii. Secondo altri, erano davvero nati di nuovo. Poi, come esperienza successiva, ricevettero lo Spirito Santo secondo un modello che dovrebbe essere seguito dai credenti di oggi.

iii. C’è inoltre chi dice che Dio, sebbene i credenti si fossero convertiti in risposta alla predicazione di Filippo, in modo unico aveva trattenuto il dono dello Spirito Santo finché non fosse stato loro conferito da Pietro e Giovanni. Il proposito di Dio era quello di assicurare la continuità tra la chiesa di Gerusalemme e la nuova chiesa di Samaria, evitando la divisione.

iv. Infine, c’è chi sostiene che i credenti erano sì nati di nuovo e avevano sì ricevuto lo Spirito Santo al momento della conversione, ma che ricevettero doni e virtù speciali dello Spirito Santo solo all’imposizione delle mani da parte di Pietro e di Giovanni.

v. L’ultima interpretazione sembra descrivere meglio l’accaduto. Qualunque cosa abbiano sperimentato i Samaritani, sembra essere stata più del “normale” conferimento dello Spirito Santo al momento della salvezza. È un riempimento di Spirito Santo che dovremmo desiderare e ricercare costantemente.

4. (18-19) Richiesta egoistica di Simone.

Or Simone, vedendo che per l’imposizione delle mani degli apostoli veniva dato lo Spirito Santo, offrì loro del denaro, dicendo: «Date anche a me questo potere, affinché colui sul quale imporrò le mani riceva lo Spirito Santo».

a. Simone, vedendo che per l’imposizione delle mani degli apostoli veniva dato lo Spirito Santo: Simone notò che, quando Pietro e Giovanni imposero le mani ai Samaritani e pregarono per loro, accadde qualcosa che lo colpì.

b. Offrì loro del denaro: Simone pensò che lo Spirito Santo non fosse altro che un potere che si potesse comprare o vendere. Voleva controllare l’opera dello Spirito Santo, considerandolo una forza di cui poteva disporre a suo piacimento, invece di una Persona che governava la sua vita.

i. Simonia è la parola che indica il peccato di comprare o vendere cariche o privilegi ecclesiastici, perché è commesso nello stesso spirito di Simone. È un peccato che viene talvolta praticato ancora oggi, ma è più frequente che la gente pensi semplicemente che la benedizione segua il denaro, invece che il denaro segua la benedizione.

c. Affinché colui sul quale imporrò le mani riceva lo Spirito Santo: In realtà, Simone non desiderava avere lo Spirito Santo per sé, ma di possedere la capacità di dispensare a comando agli altri la potenza dello Spirito Santo, cosa che gli avrebbe conferito grande autorità spirituale.

i. “Il peccato fu il desiderio di possedere potenza spirituale per scopi personali.” (Morgan)

5. (20-23) Risposta di Pietro a Simone.

Ma Pietro gli disse: «Vada il tuo denaro in perdizione con te, perché tu hai pensato di poter acquistare il dono di Dio col denaro. Tu non hai parte né sorte alcuna in questo, perché il tuo cuore non è diritto davanti a Dio. Ravvediti dunque da questa tua malvagità e prega Dio che, se è possibile, ti sia perdonato il pensiero del tuo cuore. Poiché io ti vedo essere nel fiele di amarezza e nei legami d’iniquità».

a. Hai pensato di poter acquistare il dono di Dio col denaro: Com’è ovvio, il pensiero di Simon mago era sbagliato, perché i doni di Dio si ricevono gratuitamente da Lui per fede.

i. Come si legge in Isaia 55:1: O voi tutti che siete assetati, venite alle acque, e voi che non avete denaro venite, comprate e mangiate! Venite, comprate senza denaro e senza pagare vino e latte!

ii. Ciò che riceviamo da Dio influisce su ciò che facciamo con il nostro denaro; con il denaro però non possiamo acquistare i doni di Dio.

b. Vada il tuo denaro in perdizione con te: Simone aveva sbagliato a tal punto da meritarsi un rimprovero così aspro. Phillips traduce la frase vada il tuo denaro in perdizione con te in questo modo: All’inferno tu e il tuo denaro.

i. Il giudizio audace di Pietro deve essere stato difficile o imbarazzante da osservare. Pochi oggi rimprovererebbero con tanta severità quello che sembrava un cristiano novello. Pietro, tuttavia, era disposto a dire la verità a Simone con amore, anche se per costui e per coloro che erano attorno fu difficile da accettare.

c. Tu non hai parte né sorte alcuna in questo, perché il tuo cuore non è diritto davanti a Dio: La reprimenda di Pietro a Simone non risponde esattamente a una domanda importante e interessante: Simone era un vero cristiano, realmente nato di nuovo?

i. Simone diede molte prove di avvenuta conversione, almeno esteriormente.

·Simone credette nella predicazione di Filippo (Atti 8:13).

·Filippo accolse Simone come una specie seguace (Atti 8:13).

·Simone partecipava alle riunioni dei cristiani (Atti 8:18)

ii. Alla luce di tutte queste ragioni, Filippo considerò Simone un cristiano, un seguace di Cristo, e lo battezzò (Atti 8:13). Come noi oggi, Filippo non poteva effettivamente vedere nel cuore spirituale di Simone e sapere con assoluta certezza che fosse sincero nella sua fede; ma aveva dimostrato abbastanza per rendere credibile la sua proclamazione di fede.

iii. Ciononostante, è possibile prendere l’affermazione di Pietro “Tu non hai parte né sorte alcuna in questo, perché il tuo cuore non è diritto davanti a Dio” come prova che Simone non si era veramente convertito con ravvedimento e fede sincera. Il suo caso è quindi “un avvertimento per chiunque creda di essere riconciliato con Dio solo perché ha fatto una professione di fede o si è sottoposto a determinati riti richiesti ai cristiani. Non funziona così.” (Boice)

iv. “Gli uomini possono avvicinarsi tanto, possono essere intellettualmente convinti della supremazia di Gesù; possono persino decidere di adottare il Suo ideale etico; possono arrivare a stabilire di imitare la perfezione del Suo esempio. Tutto questo però non li rende cristiani.” (Morgan)

v. Allo stesso tempo, Boice osserva: “Dicendo: ‘Tu non hai parte né sorte alcuna in questo ministero’, è interessante notare che Pietro impiegò la stessa parola che Gesù aveva usato per lui dopo che Pietro si era rifiutato di farsi lavare i piedi durante l’ultima cena. Gesù aveva detto: ‘Se non ti lavo, non avrai nessuna parte con me’ (Giovanni 13:8). Sono parole forti. Eppure, Pietro non era un non credente; si trovava soltanto al di fuori della volontà di Dio.” (Boice)

vi. Senza dubbio, Simone aveva preso una direzione sbagliata e aveva perciò bisogno di un tale rimprovero. Si potrebbe addirittura dire che era diretto all’inferno, come si legge nella frase “vada il tuo denaro in perdizione con te”.

d. Nel fiele di amarezza e nei legami d’iniquità: È una descrizione accurata del cuore di Simone; eppure, Pietro non cercò di liberarlo dal demone dell’amarezza o dell’iniquità. Al contrario, Pietro lo esortò al ravvedimento (ravvediti dunque), alla preghiera (prega Dio) e alla giustizia (affrontando il pensiero del tuo cuore).

i. Forse fu l’orgoglio a impedire a Simone di avere una fede genuina in Gesù. Prima dell’arrivo di Filippo e del Vangelo, Simone era un santone ammirato nella regione da molto tempo (Atti 8:11), tanto da far dire alla gente: “Costui è la grande potenza di Dio” (Atti 8:10). Una persona orgogliosa potrebbe dare una dimostrazione esteriore di fede perché è la cosa “giusta” da fare agli occhi degli altri ma nel segreto del proprio cuore non sottomettersi a Gesù Cristo.

6. (24-25) Risposta di Simone e riassunto dell’opera in Samaria.

E Simone, rispondendo, disse: «Pregate voi il Signore per me, affinché nulla di ciò che avete detto mi accada». Essi dunque, dopo aver testimoniato e annunziato la parola del Signore, ritornarono a Gerusalemme, dopo aver evangelizzato molti villaggi dei Samaritani.

a. Pregate voi il Signore per me, affinché nulla di ciò… mi accada: Piuttosto che umiliare effettivamente il proprio cuore davanti a Dio, Simone chiese a Pietro di pregare che gli fossero risparmiate le conseguenze del suo peccato. Benché da questo si veda che Simone provava la vera compunzione dello Spirito Santo, non era però ancora disposto ad umiliarsi davanti a Dio, e Pietro non poteva certo farlo al posto suo.

i. Per quanto grave fosse la condizione di Simone, poteva fare ancora questo: Ravvediti dunque da questa tua malvagità e prega Dio che, se è possibile, ti sia perdonato il pensiero del tuo cuore (Atti 8:22). La porta del ravvedimento e della riconciliazione con Dio era aperta e Simone doveva solo approfittarne, ma Pietro non avrebbe potuto farlo per lui.

ii. “Le sue parole erano ciò che in inglese colloquiale chiameremmo ‘una scappatoia’. Si rifiutava di fare ciò che gli era stato detto e scaricava la responsabilità su Pietro.” (Boice)

iii. Il predicatore non può credere al posto tuo né ravvedersi per te; ha abbastanza di cui ravvedersi nella propria vita. Il predicatore può pregare per te, ma è meglio che anche tu preghi per te stesso, che è proprio quello che Pietro disse a Simone di fare.

iv. Non sappiamo che ne sia stato poi di Simone. Non sappiamo se abbia dato seguito alla compunzione del cuore espressa in Atti 8:24. La tradizione ecclesiastica dice che si lasciò andare e che diventò un pericoloso falso insegnante tra i primi cristiani. È anche possibile però che si sia ravveduto e abbia messo a posto il proprio cuore davanti a Dio.

b. Dopo aver testimoniato e annunziato la parola del Signore, ritornarono a Gerusalemme: Il ministero di Pietro e di Giovanni ebbe grande successo e portò molto frutto in Samaria. Ciononostante, ritornarono a Gerusalemme invece di continuare a predicare oltre quella città.

C. Filippo predica all’eunuco etiope.

1. (26-28) Filippo, guidato dallo Spirito Santo, si rivolge a un funzionario governativo etiope.

Or un angelo del Signore parlò a Filippo, dicendo: «Alzati e va’ verso il mezzogiorno, sulla strada che da Gerusalemme scende a Gaza; essa è deserta». Egli si alzò e si mise in cammino; ed ecco un uomo Etiope, eunuco, un alto funzionario di Candace, regina degli Etiopi, sovrintendente di tutti i suoi tesori, che era venuto a Gerusalemme per adorare. Or egli se ne stava ritornando e, seduto sul suo carro, leggeva il profeta Isaia.

a. Alzati e va’ verso il mezzogiorno: Avremmo potuto pensare che Filippo si sarebbe opposto a lasciare il grande successo dell’opera in Samaria per andare in un deserto desolato, ma in tutto questo Dio aveva un piano. Filippo si sottomise al piano di Dio.

i. “Filippo era l’uomo di prima linea, che sembrava assolutamente indispensabile; eppure, fu proprio in quel momento che Dio lo chiamò a lasciare la regione.” (Boice)

ii. Se si sentisse la chiamata a lasciare un ministero così benedetto e fruttuoso, probabilmente si penserebbe che sia il diavolo a parlare e non il Signore. Si potrebbe pensare: “Non ora” o “Non io” o “Non lì”.

b. Essa è deserta: Abbandonare un ministero che porta frutto per andarsene in una zona deserta è una cosa folle dal punto di vista umano, ma saggia se guidata da Dio. Cosa c’è di più sciocco che lasciare un luogo di ministero prospero per intraprendere una strada deserta?

i. “C’erano due strade che da Gerusalemme portavano a Gaza e lo Spirito comandò a Filippo di prendere quella percorsa più di rado.” (MacArthur)

ii. “Se Cristo è ostacolato, è perché qualche Filippo non è disposto ad andare!” (Morgan)

iii. “Lo abbiamo visto, dal giorno della Pentecoste in poi, muoversi tra le moltitudini; ora ripercorriamo i suoi movimenti verso il singolo individuo e lo vediamo nei suoi rapporti e nella sua guida individuale, osservando il modo in cui guida un credente e conduce un ricercatore.” (Pierson) Filippo non era l’unico a essere guidato dallo Spirito, lo era ance l’uomo etiope, sebbene non se ne rendesse ancora conto.

c. Un uomo Etiope… era venuto a Gerusalemme per adorare: Su quella strada deserta Filippo incontrò un proselito etiope del giudaismo in ritorno da Gerusalemme, che leggeva la Bibbia!

i. L’Etiopia del tempo, molto più grande di quella odierna, era la terra di origine della regina di Sceba, colei che vide la gloria del regno di Salomone e professò la propria fede nel Dio di Israele. È possibile che frammenti della fede ebraica fossero stati tramandati attraverso i secoli a uomini come il funzionario della regina.

ii. “Era un uomo nobile impegnato in una nobile ricerca.” (Hughes) Non sappiamo se l’Etiope avesse trovato Dio durante la sua visita a Gerusalemme, ma sicuramente aveva trovato la Parola di Dio, la quale, leggendola, l’avrebbe condotto a Dio.

d. Un alto funzionario… sovrintendente di tutti i suoi tesori: L’Etiope era un uomo di grande successo, anche se tale successo, ovviamente, non aveva la risposta a ogni sua domanda. Sapeva di aver bisogno nella sua vita di risposte spirituali reali e per questo cercava Dio.

i. Candace era il titolo di alcune donne reali in Etiopia.

e. Leggeva il profeta Isaia: L’Etiope aveva fame della Parola di Dio e, dato che in genere i rotoli avevano un costo elevato, dimostrava di avere un desiderio reale di leggere e conoscere la Parola di Dio.

2. (29-31) L’Etiope chiede a Filippo di spiegargli la Bibbia.

E lo Spirito disse a Filippo: «Accostati e raggiungi quel carro!». Filippo gli corse vicino e, sentendo che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Comprendi ciò che leggi?». Quegli disse: «E come potrei, se nessuno mi fa da guida?». Poi pregò Filippo di salire e di sedersi accanto a lui.

a. Lo Spirito disse a Filippo: Ci volle molto coraggio da parte di Filippo per accostarsi al carro dell’uomo etiope e rivolgergli la parola, ma era ciò che lo Spirito Santo gli aveva detto di fare.

i. Nonostante l’Etiope fosse un uomo ricco, di potere e godesse di una certa popolarità, Filippo sapeva che aveva bisogno di Gesù come chiunque altro. Non dobbiamo mai aver paura di parlare di Gesù alle persone che sono considerate importanti.

ii. Spesso ci tiriamo indietro dal parlare con franchezza di Gesù in un mondo che ci fa capire che non dovremmo parlare di queste cose. Il mondo, a sua volta però, non esita a imporci il suo messaggio. Per questo, dovremmo promuovere Gesù al mondo con la stessa franchezza con cui il mondo promuove il peccato.

b. Sentendo che leggeva: Nel mondo antico era consuetudine leggere a voce alta, motivo per cui Filippo riuscì a capire cosa stesse leggendo l’Etiope.

c. Sentendo che leggeva il profeta Isaia: In quell’istante Filippo comprese che Dio gli aveva messo davanti una porta aperta, un cuore pronto. Chiaramente, fu Dio a orchestrare l’incontro tra Filippo e l’Etiope, un esempio meraviglioso di come Dio apra le porte all’evangelizzazione. Dio diresse Filippo perché aveva già aperto una porta.

i. Uno dei nostri compiti più importanti nella predicazione del Vangelo è quello di pregare semplicemente per delle porte aperte. Dopo aver pregato per questo, dobbiamo fare attenzione alle opportunità che Dio ci mette davanti.

ii. Filippo era un evangelista efficace perché sapeva muoversi in sintonia con ciò che lo Spirito Santo voleva fare. Era veramente guidato dallo Spirito, non dai propri capricci o sentimenti.

d. Comprendi ciò che leggi? Era una cosa buona che l’Etiope leggesse la Bibbia, ma senza comprensione a poco gli sarebbe giovata quella lettura. Dio, tuttavia, aveva portato qualcuno (Filippo) per aiutarlo a comprendere.

i. “Fu una buona domanda, un’offerta inoffensiva, sottile e benevola di chiarificazione del passo, se il funzionario etiope fosse stato interessato a riceverla.” (Boice)

ii. E come potrei, se nessuno mi fa da guida? È la domanda che dovrebbe porre chiunque voglia comprendere la Bibbia. Non dobbiamo mai sentirci in colpa se sentiamo di aver bisogno di maggior insegnamento per arrivare alla comprensione di molte cose.

iii. È meraviglioso quando arriviamo alla comprensione delle grandi verità bibliche da soli, ma Dio ha anche un ruolo e uno scopo per gli insegnanti tra i seguaci di Gesù.

iv. Per capire meglio le nostre Bibbie, dobbiamo immergerci in esse. Le farfalle si aggirano sui fiori del giardino e non ottengono nulla, ma le api si tuffano direttamente nel fiore portando via il nutrimento essenziale. Non otterremo nulla se ci limitiamo a sorvolare sulle nostre Bibbie; dobbiamo immergerci completamente.

3. (32-35) Iniziando dal passo di Isaia, Filippo parla di Gesù all’Etiope.

Or il passo della Scrittura che egli leggeva era questo:

«Egli è stato condotto al macello come una pecora;
E come un agnello è muto davanti a chi lo tosa,
Così egli non ha aperto la sua bocca.
Nella sua umiliazione gli fu negata ogni giustizia;
Ma chi potrà descrivere la sua generazione?
Poiché la sua vita è stata tolta dalla terra».

E l’eunuco, rivolto a Filippo, disse: «Ti prego, di chi dice questo il profeta? Lo dice di se stesso o di un altro?». Allora Filippo prese la parola e, cominciando da questa Scrittura, gli annunziò Gesù.

a. Egli è stato condotto al macello come una pecora: Nella meravigliosa pianificazione di Dio, l’Etiope stava leggendo le profezie sorprendenti e dettagliate di Isaia 53, che descrivono l’opera del Messia che sarebbe venuto, che si sarebbe sacrificato e fatto carico dei peccati.

b. Ti prego, di chi dice questo il profeta? Lo dice di se stesso o di un altro? Riguardo al passo tratto da Isaia 53:7-8, i Giudei del tempo interpretavano l’identità del servo sofferente in modi diversi.

·Alcuni pensavano che il servo sofferente fosse proprio la nazione d’Israele, che nel passato aveva sofferto parecchio durante le guerre, l’esilio e la persecuzione.

·Altri ritenevano che il servo sofferente fosse Isaia che scriveva di sé stesso.

·Infine, c’erano quelli che credevano che il servo sofferente fosse proprio il Messia, anche se lo accettavano a fatica, perché volevano evitare di pensare a un Messia che potesse soffrire.

c. Cominciando da questa Scrittura: Filippo non si limitò a parlare soltanto del passo di Isaia, ma cominciò da lì. Cominciò da un argomento con cui l’Etiope aveva familiarità, per arrivare poi a parlare di Gesù. Cominciando da questa Scrittura, fu facile parlare di Gesù.

i. Dal momento che tutta la Bibbia fa riferimento a Gesù in un modo o nell’altro, possiamo davvero iniziare da qualsiasi passo e scoprire in che modo conduce a Gesù.

d. Gli annunziò Gesù: La predicazione di Filippo era efficace perché spiegava chi era Gesù (come un agnello… annunziò Gesù) e che cosa Egli ha fatto per noi (Egli è stato condotto al macello come una pecora). Spiegare questi due aspetti, chi è Gesù e che cosa ha fatto Lui per noi, è l’essenza del Vangelo.

i. Al giorno d’oggi, troppi predicatori mettono il focus su quello che noi dobbiamo fare per Dio, mentre il Vangelo inizia e si fonda su quello che Dio ha fatto per noi in Gesù Cristo.

ii. Filippo annunziò Cristo in Samaria (Atti 8:5) e annunziò Gesù all’Etiope. Possiamo stare certi che si trattava dello stesso Gesù che annunziava a Gerusalemme. Filippo non aveva bisogno di un Gesù diverso o di un messaggio diverso a seconda di chi lo ascoltava.

4. (36-38) L’Etiope crede e si fa battezzare.

E, mentre proseguivano il loro cammino, giunsero ad un luogo con dell’acqua. E l’eunuco disse: «Ecco dell’acqua, cosa mi impedisce di essere battezzato?». E Filippo disse: «Se tu credi con tutto il cuore, lo puoi». Ed egli rispose, dicendo: «Io credo che Gesù Cristo è il Figlio di Dio». Allora comandò al carro di fermarsi; ed ambedue, Filippo e l’eunuco, discesero nell’acqua, ed egli lo battezzò.

a. E l’eunuco disse: L’Etiope stesso era pronto a rispondere al Vangelo; Fu opera dello Spirito Santo, non un tributo alla capacità di persuasione di Filippo.

b. Ecco dell’acqua, cosa mi impedisce di essere battezzato? Ciò dimostra che l’Etiope credeva davvero e che voleva essere battezzato per dichiarare la propria fede. Vide la verità di Dio, sapendo che era per lui.

i. “Probabilmente Filippo finì di spiegare il Vangelo esortando l’uomo al battesimo, proprio come aveva fatto Pietro a Pentecoste.” (Hughes)

c. Se tu credi con tutto il cuore, lo puoi: Filippo si assicurò che l’Etiope credesse con tutto il cuore prima di battezzarlo, descrivendo, in sostanza, il modo in cui noi tutti dovremmo rispondere al vangelo: Credi con tutto il cuore.

i. Il diavolo stesso ha una fede intellettuale, ma odia la verità nel suo cuore. Dio non vuole che la Sua verità sia presente solo nelle nostre menti, ma anche nei nostri cuori. Magari sappiamo intellettualmente che Gesù è morto per i peccati del mondo, ma abbiamo la certezza nei nostri cuori che Egli è morto per purificarci dai nostri peccati?

d. Io credo che Gesù Cristo è il Figlio di Dio: Tale confessione di fede, presa nel suo pieno significato, deve essere il credo essenziale di chiunque voglia accostarsi a Dio. Dobbiamo credere nella persona di Gesù, in tutto ciò che Egli è e che ha fatto come Cristo. Dobbiamo credere che Egli è il Figlio divino e che è il Figlio di Dio mandato dal Padre per compiere la salvezza di tutti coloro che vogliono credere con tutto il proprio cuore.

i. Dicendo “Gesù Cristo”, l’Etiope confessò che Gesù è il Messia (Cristo). Accettò nella sua mente e nel suo cuore che Gesù è il servo che si fa carico del peccato, descritto da Isaia e adempiuto da Gesù.

e. Discesero nell’acqua: Si deduce chiaramente che Filippo battezzò l’Etiope immergendolo. Non lo battezzò per aspersione, bensì per immersione.

5. (39-40) Sparizione misteriosa di Filippo.

Quando uscirono dall’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo, e l’eunuco non lo vide più; ma proseguì il suo cammino pieno di gioia. Or Filippo si ritrovò in Azot; e, proseguendo, evangelizzò tutte le città, finché giunse a Cesarea.

a. Lo Spirito del Signore rapì Filippo, e l’eunuco non lo vide più… Filippo si ritrovò Azot: Improvvisamente, lo Spirito del Signore portò via Filippo, mentre questi e l’Etiope uscivano dall’acqua. Fu trasportato in maniera soprannaturale e misteriosa all’ex città filistea di Azot (conosciuta anche come Ashdod).

i. Si tratta di un evento fuori dal comune e probabilmente senza precedenti nelle Scritture. Tuttavia, qualcosa di simile accadde quando la barca dei discepoli arrivò immediatamente a destinazione (Giovanni 6:15-21) e accadrà anche quando i credenti saranno rapiti per incontrare il Signore al rapimento (1 Tessalonicesi 4:15-18).

b. Proseguì il suo cammino pieno di gioia: La gioia dell’Etiope, anche dopo la strana sparizione di Filippo, dimostra che la sua fede era radicata fermamente in Dio e non in Filippo.

i. I cristiani copti, oggi pesantemente perseguitati in Egitto, fanno risalire il proprio patrimonio spirituale a questo funzionario etiope.

c. Proseguendo, evangelizzò tutte le città, finché giunse a Cesarea: Vediamo che Filippo non cominciò a predicare solo alle città samaritane, ma anche a quelle gentili, in questo caso Cesarea. Questo segna l’inizio della diffusione del vangelo fino alle estremità della terra, come comandato da Gesù in Atti 1:8.

i. Non a caso, Filippo è l’unico nel Nuovo Testamento cui viene dato il titolo specifico di “l’evangelista” (Atti 21:8). In Atti 21:8 lo troviamo ancora a Cesarea a compiere la sua opera di evangelizzazione.

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