Atti 2




Atti 2 – Effusione dello Spirito Santo sulla Chiesa

A. L’esperienza iniziale del riempimento di Spirito Santo.

1. (1-4a) I discepoli vengono riempiti di Spirito Santo.

Come giunse il giorno della Pentecoste, essi erano tutti riuniti con una sola mente nello stesso luogo. E all’improvviso venne dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dove essi sedevano. E apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano, e andarono a posarsi su ciascuno di loro. Così furono tutti ripieni di Spirito Santo.

a. Il giorno della Pentecoste: Era una festività ebraica che si teneva cinquanta giorni dopo la Pasqua, in cui si celebravano le primizie del raccolto del grano.

i. Nei rituali giudaici del tempo, il primo covone raccolto dalla mietitura dell’orzo veniva presentato a Dio durante la Pasqua ebraica. A Pentecoste, invece, erano le primizie del grano raccolto ad essere presentate a Dio; per questa ragione, la Pentecoste viene chiamata il giorno delle primizie (Numeri 28:26).

ii. Secondo la tradizione ebraica, la Pentecoste segnava anche il giorno in cui Israele aveva ricevuto la Legge. A volte i Giudei chiamavano la Pentecoste zman matan torah, che vuol dire “la stagione della trasmissione della legge”.

iii. Nel giorno della Pentecoste nell’Antico Testamento, Israele ricevette la Legge; nel giorno della Pentecoste nel Nuovo Testamento, la chiesa ricevette lo Spirito di Grazia in tutta pienezza.

iv. “Era la festività che vedeva la massima partecipazione, perché le condizioni di viaggio erano le migliori. A Gerusalemme non si verificava mai un assembramento più cosmopolita di questo.” (Hughes)

v. In Levitico 23:15-22 troviamo le istruzioni originali per la celebrazione della Pentecoste. Dice che il sacerdote, come parte della celebrazione, doveva agitare due pani lievitati davanti al Signore. “Non c’erano forse i due pani? Non solo Israele sarà salvato, ma la moltitudine dei Gentili si rivolgerà al Signore Gesù Cristo.” (Spurgeon)

b. Come giunse il giorno della Pentecoste: Erano passati dieci giorni dall’ascensione di Gesù al cielo (Atti 1:3) e da quando Gesù aveva comandato ai discepoli di aspettare la discesa dello Spirito Santo.

i. I discepoli non erano estranei alla persona e all’opera dello Spirito Santo.

·I discepoli avevano visto lo Spirito Santo continuamente all’opera durante il ministero di Gesù.

·I discepoli avevano sperimentato un po’ della potenza dello Spirito quando furono inviati per servire Dio (Luca 10:1-20).

·I discepoli avevano sentito la promessa di Gesù riguardo all’opera nuova e imminente dello Spirito Santo (Giovanni 14:15-18).

·I discepoli avevano ricevuto lo Spirito Santo in un modo nuovo dopo l’opera che Gesù aveva compiuto sulla croce e dopo che aveva sancito il Nuovo Patto nel Suo sangue (Giovanni 20:19-23).

·I discepoli avevano sentito il comando di Gesù di aspettare la promessa del battesimo dello Spirito Santo, che avrebbe dato loro potenza per essere testimoni (Atti 1:4-5).

ii. Attesero finché giunse il giorno della Pentecoste, anche se non sapevano in anticipo quanto avrebbero dovuto aspettare. Avrebbero potuto pensare facilmente che la promessa si sarebbe adempiuta lo stesso pomeriggio in cui Gesù ascese al cielo, o magari tre o sette giorni dopo. Dovettero però aspettare ben dieci giorni, finché giunse il giorno della Pentecoste.

iii. L’unico precedente scritturale possibile per questo arco di tempo potrebbe essere Geremia 42:7: Dopo dieci giorni avvenne che la parola dell’Eterno fu rivolta a Geremia. Ma chi l’avrebbe mai sospettato? Dio usò quel tempo per spezzarli e poi ricostruirli. Possiamo immaginare quanto siano state messe alla prova la loro pazienza, gentilezza e compassione durante quel periodo; eppure, rimasero tutti insieme.

iv. Ecco cosa ci dice questo passo riguardo al dono dello Spirito Santo:

·Il dono dello Spirito Santo è una promessa per noi.

·Il dono dello Spirito Santo vale l’attesa.

·Il dono dello Spirito Santo viene quando Egli vuole e spesso non secondo le nostre aspettative.

·Il dono dello Spirito Santo può scendere non solo sugli individui ma anche su gruppi di persone (vedi anche Atti 2:4, 4:31, 10:44).

·Il dono dello Spirito Santo viene dato molte volte quando Dio affronta la carne e avviene la morte a sé stessi.

v. Ecco cosa questo passo non ci dice riguardo al dono dello Spirito Santo:

·Il dono dello Spirito Santo non viene dato secondo una formula.

·Più lo cerchiamo, più ci guadagniamo il dono dello Spirito Santo.

c. Essi erano tutti riuniti con una sola mente nello stesso luogo: Erano riuniti insieme e condividevano lo stesso cuore, lo stesso amore per Dio, la stessa fiducia nella Sua promessa e la stessa posizione geografica.

i. Prima di poter essere riempiti, dobbiamo riconoscere la nostra vuotezza, venendo insieme per pregare, in ubbidienza, proprio come fecero i discepoli. Si resero conto di non avere in sé stessi le risorse necessarie per fare ciò avrebbero potuto e dovuto fare; dovettero affidarsi piuttosto all’opera di Dio.

d. All’improvviso venne dal cielo un suono: L’associazione del suono di un vento impetuoso che soffia e che riempie tutta la casa all’effusione dello Spirito Santo è insolita. Probabilmente la connessione deriva dal fatto che sia in ebraico che in greco la parola per spirito (come Spirito Santo) è la stessa usata per soffio o vento (ciò è vero anche in latino). In questo caso, il suono dal cielo era il suono dello Spirito Santo che veniva versato sui discepoli.

i. Il suono di quel vento impetuoso e veloce avrebbe portato gli uomini e le donne che conoscevano le Scritture ebraiche a pensare alla presenza dello Spirito Santo.

·In Genesi 1:1-2, lo Spirito di Dio è come l’alito o il vento di Dio, che soffia sulle acque della terra appena creata.

·In Genesi 2:7, lo Spirito di Dio è come l’alito o il vento di Dio, che soffia vita nell’uomo appena creato.

·In Ezechiele 37:9-10, lo Spirito di Dio è come l’alito o il vento di Dio, che si muove sulle ossa secche d’Israele dando loro vita e forza.

ii. Questa piccola frase ci rivela molto del modo in cui si muove lo Spirito Santo.

·All’improvviso: A volte Dio si muove all’improvviso.

·Suono: Era reale, benché non si potesse toccare; si avvertiva con le orecchie.

·Dal cielo: Non proveniva dalla terra; non era stato creato, manipolato o fatto qui.

·Impetuoso: Arrivò pieno di forza e con grande potenza.

e. Apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano, e andarono a posarsi su ciascuno di loro: Anche le lingue come di fuoco che si dividevano e comparivano su ognuno di loro erano insolite. Vanno probabilmente collegate alla profezia di Giovanni Battista, in cui disse che Gesù li avrebbe battezzati con lo Spirito Santo e col fuoco (Matteo 3:11).

i. L’idea alla base del fuoco solitamente è la purificazione, proprio come un raffinatore usa il fuoco per purificare l’oro; il fuoco può anche bruciare ciò che è temporaneo, lasciando ciò che invece è duraturo. Questa è un’illustrazione eccellente del principio secondo cui il riempimento dello Spirito Santo non riguarda solo la potenza astratta, ma anche la purezza.

ii. In alcuni passi dell’Antico Testamento, Dio mostrava il Suo particolare gradimento di un sacrificio accendendo Lui stesso il fuoco: il fuoco scendeva dal cielo e consumava il sacrificio. L’esperienza dei seguaci di Gesù a Pentecoste è un ulteriore esempio di come il Signore abbia mandato il fuoco dal cielo per mostrare il Suo favore e la Sua potenza, facendolo discendere questa volta su sacrifici viventi (Romani 12:1).

iii. Lo Spirito Santo andò a posarsi su ciascuno di loro. “La parola ‘posarsi’ ha una forza marcata nel Nuovo Testamento. Porta con sé l’idea di una preparazione completata e di una certa permanenza di posizione e condizione.” (Pierson)

iv. Sotto l’Antico Patto, lo Spirito Santo era sul popolo di Dio più come nazione, cioè Israele. Sotto il Nuovo Patto invece, lo Spirito Santo riposa sul popolo di Dio come individui – le lingue di fuoco andarono a posarsi su ciascuno di loro. Questo strano fenomeno non era mai successo prima e non si sarebbe mai più verificato tra le pagine della Bibbia, ma avvenne per mettere in risalto questo: lo Spirito di Dio era presente con, in e su ciascun individuo.

f. Così furono tutti ripieni di Spirito Santo: In sostanza, il vento impetuoso che soffia e le lingue come di fuoco erano soltanto dei fenomeni insoliti e temporanei, che accompagnavano il dono vero e proprio: essere ripieni di Spirito Santo.

i. Anche se sarebbe sbagliato aspettarsi un vento impetuoso o lingue come di fuoco quando lo Spirito Santo viene versato, possiamo comunque sperimentare il dono vero e proprio. Noi, proprio come loro, possiamo essere tutti ripieni di Spirito Santo.

ii. Ma dovremmo fare ciò che i discepoli fecero prima e mentre venivano riempiti di Spirito Santo.

·I discepoli furono riempiti in adempimento di una promessa.

·Furono riempiti perché avevano ricevuto con fede.

·Furono riempiti secondo i tempi di Dio.

·Furono riempiti mentre dimoravano insieme nell’unità.

·Furono riempiti in maniera insolita.

iii. La venuta e il riempimento dello Spirito Santo erano così benefici, così essenziali per l’opera della comunità dei primi cristiani, che Gesù disse addirittura che era meglio per Lui lasciare fisicamente la terra in modo da poter inviare lo Spirito Santo (Giovanni 16:7).

2. (4b-13) Il fenomeno del parlare in lingue.

E cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro di esprimersi. Or a Gerusalemme dimoravano dei Giudei, uomini pii, da ogni nazione sotto il cielo. Quando si fece quel suono, la folla si radunò e fu confusa, perché ciascuno di loro li udiva parlare nella sua propria lingua. E tutti stupivano e si meravigliavano, e si dicevano l’un l’altro: «Ecco, non sono Galilei tutti questi che parlano? Come mai ciascuno di noi li ode parlare nella propria lingua natìa? Noi Parti, Medi, Elamiti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfilia, dell’Egitto e delle parti della Libia che è di fronte a Cirene e noi residenti di passaggio da Roma, Giudei e proseliti, Cretesi ed Arabi, li udiamo parlare delle grandi cose di Dio nelle nostre lingue!». E tutti stupivano ed erano perplessi, e si dicevano l’un l’altro: «Che vuol dire questo?». Altri invece li schernivano e dicevano: «Sono ripieni di vin dolce!».

a. E cominciarono a parlare in altre lingue: In risposta al riempimento dello Spirito Santo, i presenti (non solo i dodici) cominciarono a parlare in altre lingue. Parlavano lingue che non avevano mai appreso, secondo che lo Spirito dava loro di esprimersi.

b. Uomini pii, da ogni nazione sotto il cielo: La moltitudine composta da gente proveniente da molte nazioni si era riunita a Gerusalemme in occasione della festa di Pentecoste. Molte di queste persone erano le stesse che si trovavano a Gerusalemme durante la festività precedente, la Pasqua, quando la folla inferocita pretese che Gesù fosse giustiziato.

c. Quando si fece quel suono: La folla si accalcò rapidamente, attratta da quel suono, che era o il suono del vento impetuoso o il suono emesso da coloro che parlavano in altre lingue. Quando la folla giunse, udì i cristiani parlare nelle loro lingue natie. A quanto pare, le persone li sentivano attraverso le finestre della sala di sopra, oppure i cristiani erano usciti su un balcone o si erano spostati nei cortili del tempio.

i. A quel tempo non c’erano molte case che potessero ospitare 120 persone. È più probabile che la sala di sopra facesse parte dei cortili del tempio, una struttura enorme con portici, colonnati e stanze. La folla era composta dalle persone che sostavano nei cortili del tempio.

d. Li udiamo parlare delle grandi cose di Dio nelle nostre lingue: Questo è ciò che la folla sentì dai cristiani. Di fronte a questo evento straordinario, tutti stupivano ed erano perplessi, ma alcuni, genuinamente cauti, si domandavano: “Che vuol dire questo?”; altri invece presero questo evento come una scusa per respingere l’opera di Dio e dissero: “Sono ripieni di vin dolce”.

i. Ecco, non sono Galilei tutti questi che parlano? Gli abitanti dalla Galilea (Galilei) erano noti per essere incolti e di scarsa capacità di parola. Questo era un motivo in più per essere colpiti dalla loro capacità di parlare eloquentemente in altre lingue. “I Galilei avevano difficoltà a pronunciare le gutturali e avevano l’abitudine di mangiarsi le sillabe mentre parlavano; per questo, gli abitanti di Gerusalemme li guardavano con disprezzo e li consideravano gente rozza.” (Longenecker)

ii. Benché parlassero tutti in lingue diverse, tra i credenti c’era unità. “Fin dai primi padri della chiesa, i commentatori hanno considerato la benedizione di Pentecoste un capovolgimento deliberato e radicale della maledizione di Babele.” (Stott)

e. Che vuol dire questo? Come dobbiamo considerare il fenomeno del parlare in lingue? Il parlare in lingue è stato il punto focale di grandi controversie nella chiesa. Le persone pongono ancora la stessa domanda fatta dagli astanti nel giorno di Pentecoste.

i. Non c’è alcuna controversia sul fatto che Dio, almeno una volta, abbia dato alla chiesa il dono delle lingue. Tuttavia, gran parte della controversia si concentra sulla domanda: “Qual è il proposito di Dio per il dono delle lingue?”.

ii. Alcuni pensano che il dono delle lingue sia stato dato principalmente come segno ai non credenti (1 Corinzi 14:21-22) e come mezzo per comunicare miracolosamente il vangelo in lingue diverse. Costoro credono che al giorno d’oggi la Chiesa non abbia più questo e che di conseguenza questo dono non venga più elargito.

iii. Altri sostengono che il dono delle lingue, pur essendo un segno per i non credenti, come affermato in 1 Corinzi 14:21-22, è principalmente un dono di comunicazione tra il credente e Dio (1 Corinzi 14:2, 13-15), un dono che Dio concede ancora oggi.

iv. Molti interpretano erroneamente l’episodio di Atti 2, supponendo che i discepoli usassero le lingue per predicare alla folla lì riunita. Uno sguardo attento però rivela che tale idea è sbagliata. Nota ciò che le persone udirono dai discepoli: Li udiamo parlare delle grandi cose di Dio. I discepoli proclamavano le lodi di Dio, ringraziandolo con tutta la forza in lingue a loro sconosciute. La folla riunita semplicemente si ritrovò ad ascoltare ciò che i discepoli dichiaravano a Dio con grande esuberanza.

v. La supposizione che i discepoli si rivolgessero alla folla nelle diverse lingue è chiaramente sbagliata. La folla parlava una lingua comune (il greco) ed è in quella lingua che Pietro predicò ad essa il primo sermone! (Atti 2:14-40)

f. Li udiamo parlare delle grandi cose di Dio nelle nostre lingue: Il dono delle lingue è piuttosto un linguaggio personale di preghiera donato da Dio, mediante il quale il credente comunica con Lui, superando i limiti della conoscenza e della comprensione (1 Corinzi 14:14-15).

i. Il Dono delle Lingue svolge un ruolo importante nella vita devozionale del credente, mentre è marginale nella vita comunitaria della chiesa (1 Corinzi 14:18-19), soprattutto nelle riunioni pubbliche (1 Corinzi 14:23).

ii. Quando le lingue vengono esercitate nella vita comunitaria della chiesa, bisogna che siano tenute sotto stretto controllo e che non siano esercitate se lo Spirito Santo non ne dona l’interpretazione (1 Corinzi 14:27-28).

iii. La capacità di pregare in una lingua sconosciuta non è un dono che viene dato a ogni credente (1 Corinzi 12:30).

iv. La capacità di pregare in una lingua sconosciuta non è la prova principale o unica del riempimento dello Spirito Santo. Tale enfasi porta molti a cercare il dono delle lingue (e a contraffarlo) solo per dimostrare a sé stessi e agli altri di essere davvero ripieni di Spirito Santo.

g. Cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro di esprimersi: Il parlare in lingue di Atti 2 è lo stesso dono delle lingue descritto in 1 Corinzi 12 e 14?

i. Alcuni affermano che si tratta di due doni differenti. Sostengono che il dono di 1 Corinzi deve essere regolamentato e limitato, mentre il dono di Atti 2 può essere usato in qualsiasi momento senza alcuna regolamentazione. Coloro che ritengono che si tratti di due doni distinti sottolineano che il discorso di Atti 2 fu immediatamente riconosciuto dai visitatori stranieri di Gerusalemme, mentre il discorso di 1 Corinzi era incomprensibile per i presenti se non con un dono di interpretazione divinamente concesso.

ii. Tuttavia, questo non tiene conto del fatto che le differenze hanno più a che fare con le circostanze in cui i doni sono stati esercitati che con i doni in .

iii. La folla a Gerusalemme era unica in quanto era multinazionale e multilingue; al momento della festa (Pentecoste), i Giudei dispersi di tutto il mondo si trovavano nella città. Pertanto, la probabilità che orecchie straniere sentissero parlare nella propria lingua era di gran lunga maggiore. Al contrario, a Corinto (pur essendo una città piuttosto cosmopolita) il dono veniva esercitato in una chiesa locale, i cui membri condividevano una lingua comune (il greco). Se ci fosse stata la stessa varietà di stranieri in visita alla chiesa di Corinto mentre tutti parlavano in lingue, è probabile che molti li avrebbero sentiti parlare delle grandi cose di Dio nelle loro lingue.

iv. Inoltre, non bisogna mai dare per scontato che ogni persona tra le 120 che parlarono in lingue il giorno di Pentecoste parlasse in una lingua subito comprensibile alle orecchie umane presenti quel giorno. Leggiamo che tutti (cioè circa 120 persone) …cominciarono a parlare in altre lingue. Poiché le nazioni elencate in Atti 2:9-11 sono solo quindici (forse ne erano presenti altre pur non essendo menzionate), è probabile che molti (se non la maggior parte) dei 120 rivolgessero le loro lodi a Dio in una lingua che non era compresa da almeno qualcuno dei presenti. Il testo semplicemente non dice che per ogni persona che parlava in lingue c’era tra i presenti qualcuno che la capiva.

v. Tuttavia, non dobbiamo pensare che coloro che non furono compresi immediatamente dai presenti abbiano “inventato una lingua”, come talvolta oggi si pensa con scherno al dono delle lingue. Avranno anche lodato Dio in una lingua completamente sconosciuta, ma comunque del tutto umana. Dopo tutto, come sarebbe sembrata la lingua degli Aztechi alle orecchie dei Romani? Oppure alcuni avranno parlato in una lingua totalmente unica, data da Dio e compresa da Lui e solo da Lui. Del resto, la comunicazione con Dio, non con l’uomo, è lo scopo del dono delle lingue (1 Corinzi 14:2). La ripetizione di frasi semplici, incomprensibili e forse prive di senso per gli astanti non significa che qualcuno parli in modo “incomprensibile”. La lode a Dio può essere semplice e ripetitiva, e parte dell’intera dinamica delle lingue è che essa supera la comprensione di chi parla (1 Corinzi 14:14), essendo compresa da Dio e da Lui soltanto.

vi. In definitiva, dovremmo considerare il dono di Atti 2 e il dono delle lingue in 1 Corinzi come la stessa cosa, semplicemente perché per entrambi viene usato lo stesso termine nella lingua originale (heterais glossais). Inoltre, il verbo che viene tradotto in Atti 2:4 è spesso usato nella letteratura greca in relazione a discorsi ispirati in modo spirituale (estatici), non a semplici traduzioni in altre lingue.

B. Predicazione di Pietro nel giorno di Pentecoste.

1. (14-15) Pietro inizia a predicare.

Ma Pietro si alzò in piedi con gli undici e ad alta voce parlò loro: «Giudei e voi tutti che abitate in Gerusalemme, vi sia noto questo e prestate attenzione alle mie parole. Costoro non sono ubriachi, come voi ritenete, poiché è solo la terza ora del giorno».

a. Pietro si alzò in piedi con gli undici: Pietro si alzò e predicò alla folla in qualità di rappresentante di tutto il gruppo apostolico.

i. Bisogna notare che il parlare in lingue si fermò nel momento in cui Pietro cominciò a predicare. Lo Spirito Santo ora operava attraverso la predicazione di Pietro e non avrebbe operato contro sé stesso attraverso le lingue allo stesso tempo.

b. Ad alta voce: In Pietro avvenne un cambiamento straordinario. Aveva un coraggio e una franchezza che erano in netto contrasto con i suoi rinnegamenti di Gesù prima di essere riempito di Spirito Santo.

i. Il giorno di Pentecoste, Pietro non insegnò come facevano solitamente i rabbini del tempo, che si circondavano dei discepoli, si sedevano e istruivano loro e tutti coloro che riuscivano ad ascoltare. Al contrario, Pietro proclamò la verità come un araldo.

ii. La sua incredibile predicazione non era stata preparata, ma fu fatta nella spontaneità. Pietro non si era svegliato quella mattina sapendo che avrebbe dovuto predicare a migliaia di persone e che migliaia avrebbero risposto positivamente a Gesù. Possiamo comunque dire che si trattava di un sermone adeguatamente preparato – preparato dalla vita di Pietro con Dio fino a quel momento e dalla sua relazione con Gesù. Scaturì spontaneamente da quella vita, da una mente che pensava e credeva nel profondo.

iii. È bene ricordare che ciò che leggiamo in Atti 2 è una piccola parte di ciò che disse Pietro effettivamente. Atti 2:40 dice: “E con molte altre parole li scongiurava e li esortava”. Come quasi tutte le predicazioni riportate nella Bibbia, quello che abbiamo è un riassunto ispirato dallo Spirito Santo di un messaggio più lungo.

c. Costoro non sono ubriachi: Pietro respinse la critica di coloro che dicevano che i discepoli erano ubriachi. A quel tempo era impensabile che qualcuno fosse ubriaco così presto al mattino (intorno alle nove).

i. Il commentatore Adam Clarke dice che gran parte dei Giudei, devoti o meno, non mangiavano e non bevevano fino alla terza ora del giorno, perché quella era l’ora della preghiera e avrebbero mangiato solo dopo aver assolto il proprio compito con Dio.

d. Costoro non sono ubriachi: Non dobbiamo nemmeno pensare che i cristiani si stessero comportando come se fossero stati ubriachi. Il concetto di “essere ubriachi nello Spirito” non trova alcun fondamento nella Scrittura; il commento fatto dagli schernitori il giorno di Pentecoste non aveva alcun riscontro con la realtà.

i. “Inoltre, aggiungerei, l’esperienza della pienezza di Spirito dei credenti non sembrava loro né appariva agli altri come ebbrezza, come se avessero perso il controllo delle loro normali facoltà mentali e fisiche. No, il frutto dello Spirito è ‘autocontrollo’, non la perdita di esso.” (Stott)

2. (16-21) Pietro spiega gli strani eventi di Pentecoste alla luce di Gioele 2.

«Ma questo è ciò che fu detto dal profeta Gioele:

“E avverrà negli ultimi giorni, dice Dio,
Che spanderò del mio Spirito sopra ogni carne;
E i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno,
I vostri giovani avranno delle visioni
E i vostri vecchi sogneranno dei sogni.
In quei giorni spanderò del mio Spirito
Sopra i miei servi e sopra le mie serve,
E profetizzeranno.
E farò prodigi su nel cielo
E segni giù sulla terra:
Sangue, fuoco e vapore di fumo.
Il sole sarà mutato in tenebre
E la luna in sangue,
Prima che venga il grande e glorioso giorno del Signore.
E avverrà
Che chiunque avrà invocato il nome del Signore
Sarà salvato”».

a. Ma questo è ciò che fu detto dal profeta Gioele: Di fronte a una così grande effusione di Spirito Santo, tra segni, prodigi e il parlare in lingue, che cosa fece Pietro? In sostanza, disse: “Facciamo uno studio biblico. Diamo uno sguardo a ciò che scrisse il profeta Gioele”.

i. Questo fa da introduzione al primo dei tre passi dell’Antico Testamento citati da Pietro: Gioele 2:28-32, Salmi 16:8-11 e Salmi 110:1.

ii. L’attenzione rivolta alla Parola di Dio non spense il movimento dello Spirito Santo, anzi completò ciò che lo Spirito Santo desiderava fare. Tutti i segni, i prodigi e il parlare in lingue erano in preparazione all’opera della Parola di Dio.

iii. Purtroppo, alcuni mettono la Parola e lo Spirito in contrapposizione. Arrivano quasi a pensare che sarebbe più spirituale se non ci fosse alcuno studio biblico. Tristemente, ciò è dovuto dagli insegnamenti poveri e non spirituali di alcuni di quelli che insegnano della Bibbia.

b. Profeta Gioele: La citazione presa da Gioele 2:28-32 si concentra sulla promessa di Dio di riversare il Suo Spirito sopra ogni carne. Ciò che accadde il giorno di Pentecoste fu un adempimento quasi completo di quella promessa; il compimento finale avverrà negli ultimi giorni (in cui Pietro, con giusta ragione, credeva di trovarsi).

i. Gioele aveva profetizzato soprattutto riguardo al giudizio che stava per abbattersi sull’antico Israele. Ciononostante, in mezzo a tanti avvertimenti di giudizio, Dio diede anche diverse parole di promessa – promesse di benedizione futura, come questa che annuncia l’effusione dello Spirito Santo.

c. Avverrà negli ultimi giorni: Con ultimi giorni si intendono i tempi del Messia, che comprendono sia la Sua umile venuta che il Suo ritorno in gloria. Poiché Gesù era già venuto in umiltà, i discepoli erano consapevoli che il Suo ritorno in gloria sarebbe potuto avvenire in qualsiasi momento.

i. Sebbene mancassero ancora circa 2000 anni al ritorno di Gesù, fino a quel punto la storia aveva corso verso l’instaurazione definitiva del regno di Dio sulla terra. Ma da quel momento in poi, la storia ha continuato a correre parallelamente a quel punto, pronta in qualsiasi momento a compiersi.

ii. Magari può essere d’aiuto considerare gli ultimi giorni come una stagione, un periodo di tempo più generale che specifico (come per esempio il periodo di una settimana). Nell’intero lasso di tempo del piano di Dio per la storia del genere umano, ci troviamo nella stagione degli ultimi giorni.

iii. “Pietro non disse di quella manifestazione pentecostale: “Ora si è adempiuto ciò che è stato detto dal profeta Gioele”, ma, più prudentemente, “Questo è ciò che è stato detto”; cioè, le parole di Gioele forniscono la spiegazione di questa prima Pentecoste, anche se ciò non conclude il loro adempimento.” (Pierson)

d. Spanderò del mio Spirito sopra ogni carne: Citando Gioele, Pietro spiegò agli astanti curiosi quello a cui avevano appena assistito: lo Spirito Santo era stato sparso sulle persone. In precedenza, lo Spirito Santo veniva dato a gocce, ora viene sparso – e sopra ogni carne.

i. Si trattava di un’enfasi gloriosa della Pentecoste. Sotto l’Antico Patto, determinate persone venivano riempite di Spirito in momenti particolari per fini particolari. Ora, sotto il Nuovo Patto, l’effusione dello Spirito Santo è per tutti coloro che invocano il nome del Signore, persino per i servi e per le serve.

ii. “Non era stata prevista né promessa una presenza costante dello Spirito Santo nella vita dei santi dell’Antico Testamento.” (Hughes) Con il Nuovo Patto tutto cambia.

e. Chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato: Pietro usò il passo di Gioele anche a scopo evangelistico. Un tale riversamento di Spirito Santo voleva dire che Dio adesso offriva la salvezza in un modo sconosciuto prima di allora: a chiunque avrà invocato il nome del Signore, siano essi Giudei o Gentili.

i. Ci sarebbero voluti ancora degli anni prima che il vangelo fosse offerto ai Gentili; eppure, il testo della predicazione di Pietro già annunciava l’invito del vangelo dicendo: “Chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato”.

ii. Ritroviamo lo stesso pensiero in Proverbi 18:10:Il nome dell’Eterno è una forte torre; a lui corre il giusto ed è al sicuro.

3. (22-24) Pietro introduce il focus della sua predicazione: il Messia risorto, Gesù il Nazareno.

«Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù il Nazareno, uomo accreditato da Dio tra di voi per mezzo di potenti operazioni, prodigi e segni che Dio fece tra di voi per mezzo di lui, come anche voi sapete, egli, dico, secondo il determinato consiglio e prescienza di Dio, vi fu dato nelle mani e voi lo prendeste, e per mani di iniqui lo inchiodaste alla croce e lo uccideste. Ma Dio lo ha risuscitato, avendolo sciolto dalle angosce della morte, poiché non era possibile che fosse da essa trattenuto».

a. Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: A molti verrebbe da pensare che sarebbe bastato se Pietro si fosse fermato dopo la citazione di Gioele, considerato tutto quello che vi troviamo. Gioele ci parla di:

·Un’effusione dello Spirito Santo.

·Sogni, visioni e profezie miracolose.

·Segni e prodigi riguardanti il giorno del Signore.

·Un invito a invocare il nome del Signore.

i. Ciò non era però sufficiente, perché Pietro non aveva ancora parlato dell’opera di salvezza di Gesù per noi. Tutto quello che era stato detto fin a quel momento fungeva da introduzione per spiegare gli strani eventi a cui la folla aveva assistito. A questo punto, Pietro passò al messaggio fondamentale.

b. Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Pietro qui ripeté ciò che già aveva detto, vi sia noto questo e prestate attenzione alle mie parole (Atti 2:14). Poiché Pietro voleva che i suoi ascoltatori prestassero attenzione, parlava come qualcuno che aveva qualcosa di importante da dire – cosa che alcuni insegnanti non fanno.

c. Come anche voi sapete: Pietro fece riferimento a ciò che queste persone già sapevano di Gesù. Conoscevano già la Sua vita e le Sue opere miracolose. Spesso, quando parliamo alle persone di Gesù, dovremmo iniziare da ciò che loro già sanno di Lui.

d. Secondo il determinato consiglio e prescienza di Dio, vi fu dato nelle mani: Pietro sapeva che la morte di Gesù faceva parte del piano di Dio. Allo stesso tempo però, coloro che Lo avevano rigettato e avevano chiesto la Sua esecuzione erano responsabili delle azioni commesse dalle loro mani di iniqui.

i. Pietro non si tirò indietro dal dire: “Voi avete crocifisso l’Uomo mandato da Dio”. La sua prima preoccupazione non era quella di compiacere chi lo ascoltava, ma di dir loro la verità. Il Pietro ripieno di Spirito era un uomo diverso dal Pietro che, un paio di mesi prima, aveva negato persino di conoscere Gesù (Matteo 26:69-75).

e. Non era possibile: Pietro sapeva che non era possibile che Gesù fosse trattenuto dalla morte, come spiega la successiva citazione del Salmo 16. Non era possibile che Gesù rimanesse vittima del peccato e dell’odio dell’uomo; su questi Egli avrebbe certamente trionfato.

i. Avendolo sciolto dalle angosce della morte: In questa espressione, la parola angosce significa letteralmente “doglie”, cioè come se la tomba avesse rappresentato per Gesù un grembo.

ii. “Non era possibile che il prescelto di Dio rimanesse nelle grinfie della morte; ‘l’abisso non può trattenere il Redentore così come una donna incinta non può trattenere il bambino nel proprio corpo.” (Bertram, citato da Bruce)

4. (25-33) Pietro illustra il Gesù risorto attraverso il Salmo 16.

«Infatti Davide dice di lui:

“Io ho avuto del continuo il Signore davanti a me,
Perché egli è alla mia destra, affinché io non sia smosso.
Per questo si è rallegrato il cuore mio e ha giubilato la mia lingua,
E anche la mia carne dimorerà nella speranza.
Poiché tu non lascerai l’anima mia nell’Ades
E non permetterai che il tuo Santo veda la corruzione.
Tu mi hai fatto conoscere le vie della vita,
Tu mi riempirai di gioia alla tua presenza”.

Fratelli, si può ben liberamente dire intorno al patriarca Davide che egli morì e fu sepolto; e il suo sepolcro si trova tra di noi fino al giorno d’oggi. Egli dunque, essendo profeta, sapeva che Dio gli aveva con giuramento promesso che dal frutto dei suoi lombi, secondo la carne, avrebbe suscitato il Cristo per farlo sedere sul suo trono; e, prevedendo le cose a venire, parlò della risurrezione di Cristo, dicendo che l’anima sua non sarebbe stata lasciata nell’Ades e che la sua carne non avrebbe visto la corruzione. Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato; e di questo noi tutti siamo testimoni. Egli dunque, essendo stato innalzato alla destra di Dio e avendo ricevuto dal Padre la promessa dello Spirito Santo, ha sparso quello che ora voi vedete e udite».

a. Infatti Davide dice di lui: Pietro si rendeva conto che, benché questo Salmo parlasse di Davide, in realtà alludeva a qualcuno di più grande di lui: il Messia, Gesù il Cristo. È possibile che Gesù lo avesse insegnato a Pietro mentre istruiva i discepoli nelle Scritture (Luca 24:44-45).

b. Il tuo Santo: Gesù ha portato sulla croce la piena ira di Dio, come se fosse stato Lui un peccatore, colpevole di tutti i nostri peccati, diventando addirittura peccato per noi (2 Corinzi 5:21). Eppure, quell’opera è stata un atto d’amore santo e generoso verso di noi; perciò, Gesù stesso non è diventato un peccatore, pur portando l’intera colpa del nostro peccato.

i. Questo è il messaggio del Vangelo: che Gesù si è preso la nostra punizione per il peccato andando sulla croce ed è rimasto un Salvatore perfetto per tutta la durata del supplizio, come dimostra la Sua resurrezione. Se non ci fosse stata la resurrezione, non avremmo alcuna prova che Gesù ha pagato perfettamente e con successo per i nostri peccati.

c. E non permetterai che il tuo Santo veda la corruzione: Poiché Gesù ha portato il nostro peccato senza diventare un peccatore, è rimasto il Santo, anche nella Sua morte. E dato che è incomprensibile che il Santo di Dio sia trattenuto dalla morte, la resurrezione è stata assolutamente inevitabile.

i. Invece di essere punito per la Sua opera gloriosa sulla croce, Gesù è stato ricompensato, come descrive profeticamente Salmi 16:11: Tu mi hai fatto conoscere le vie della vita, tu mi riempirai di gioia alla tua presenza.

d. Davide… morì e fu sepolto: Pietro sottolinea il fatto che il salmo non può riferirsi al suo autore umano, Davide, perché è morto e continua ad essere sepolto. Il salmo non può che parlare profeticamente del Messia, Gesù.

e. Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato; e di questo noi tutti siamo testimoni: Gesù di Nazaret, l’uomo che tutti loro conoscevano (come anche voi sapete, Atti 2:22), era colui che aveva adempiuto questo salmo profetico. Come faceva Pietro a saperlo? Aveva visto Gesù risorto! La prova essenziale della resurrezione non era altro che il resoconto affidabile di testimoni oculari: di questo noi tutti siamo testimoni.

f. Ha sparso quello che ora voi vedete e udite: Pietro disse alla folla che ciò a cui essa stava assistendo era opera di Gesù risorto e asceso al cielo, che aveva mandato il Suo Santo Spirito sulla Sua chiesa.

5. (34-36) Pietro illustra il Messia divino attraverso il Salmo 110.

«Poiché Davide non è salito in cielo, anzi egli stesso dice:

“Il Signore ha detto al mio Signore:
Siedi alla mia destra,
Finché io abbia posto i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi”.

Sappia dunque con certezza tutta la casa d’Israele che quel Gesù che voi avete crocifisso, Dio lo ha fatto Signore e Cristo».

a. Il Signore ha detto al mio Signore: Qui inizia il terzo passo dell’Antico Testamento che Pietro cita nella sua predicazione, Salmi 110:1. Si tratta del versetto dell’Antico Testamento citato nel Nuovo Testamento più di ogni altro versetto; viene citato o vi si fa riferimento almeno 25 volte. In questo salmo, Davide ha compreso e proclamato la deità del Messia.

i. Qui Re Davide, per ispirazione dello Spirito Santo, dice che Yahweh, il Dio dell’alleanza d’Israele (il Signore), si è rivolto al Signore di Davide (mio Signore), considerandolo Dio. Pietro ricorre a questo per mostrare che il Messia, il focus di Salmi 110, è effettivamente divino – Egli è Dio.

b. Sappia dunque con certezza tutta la casa d’Israele: La predicazione si conclude con un riassunto. In poche parole, tutto Israele doveva venire a conoscenza del fatto che, sebbene avessero crocifisso Gesù, Dio Lo aveva dichiarato Signore e Cristo.

i. È come se Pietro avesse detto: “Vi siete sbagliati tutti sul conto di Gesù. Lo avete crocifisso alla stregua di un criminale, ma mediante la resurrezione Dio ha dimostrato che Egli è Signore e Messia”.

ii. Quando Pietro li esortò con le parole chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato (Atti 2:21), non c’era dubbio su chi fosse il Signore di cui parlava: Gesù.

iii. “Che i primi cristiani attribuissero a Gesù il titolo di Signore nella sua più alta accezione è dimostrato dal fatto che non mancavano occasione di applicare a Lui passi dell’Antico Testamento che si riferivano a Yahweh.” (Bruce)

C. Risposta alla predicazione di Pietro.

1. (37) La folla risponde con una domanda: che dobbiamo fare?

Or essi, udite queste cose, furono compunti nel cuore e chiesero a Pietro e agli apostoli: «Fratelli, che dobbiamo fare?».

a. Or essi, udite queste cose… «Che dobbiamo fare?»: Si trattava ovviamente di un’opera importante dello Spirito Santo. La grande folla che ascoltava Pietro fu toccata profondamente dalla sua coraggiosa proclamazione della verità. Fu la folla a chiedere a Pietro in che modo avrebbe dovuto rispondere.

i. È errato pensare che Pietro non avesse esteso alcun invito o non avesse sfidato i suoi ascoltatori a rispondere. Atti 2:40 dice: E con molte altre parole li scongiurava e li esortava, dicendo: «Salvatevi da questa perversa generazione». Pietro li esortò a rispondere e invitò così chi lo ascoltava: “Salvatevi”. Nondimeno, la moltitudine rispose con incredibile spirito d’iniziativa.

ii. La risposta della folla ci aiuta anche a mettere in prospettiva gli eventi di quel giorno di Pentecoste. L’esercizio del dono delle lingue non produsse nulla negli ascoltatori, salvo stupore e derisione. Fu solo alla predicazione del vangelo che su di loro scese la compunzione dello Spirito Santo. Era questa l’opera che Dio in realtà voleva compiere.

b. Compunti nel cuore: (Si sentirono trafiggere il cuore, C.E.I.) Questo è un buon modo di descrivere il convincimento dello Spirito Santo. Ora sapevano di essere responsabili della morte di Gesù (come lo è ognuno di noi) e di dover fare qualcosa in risposta a tale responsabilità.

i. Pietro aveva già esperienza nel compungere (“compungere” significa “trafiggere”). Quando Gesù fu arrestato, Pietro recise l’orecchio destro a uno degli uomini che erano venuti ad arrestare il Signore (Giovanni 18:10). Si trattò di un grosso pasticcio imbarazzante che Gesù dovette ripulire. Quell’episodio mostrò Pietro in tutta la sua umanità, mentre ci metteva tutte le sue forze umane.

ii. Dopo che Gesù ebbe cambiato la vita di Pietro e la potenza dello Spirito Santo era scesa su di lui, Pietro trafiggeva in modo molto più efficace: trafiggeva i cuori per aprirli a Gesù. Ciò gli era possibile nella potenza dello Spirito, facendo ciò che era in potere di Dio con la spada dello Spirito, la Parola di Dio. Quale delle due spade era la più potente?

c. Fratelli, che dobbiamo fare? Quando Dio è all’opera nel cuore di una persona, questa vuole accostarsi a Lui e fa in modo da riuscirci.

i. Qualcuno ha detto che in stagioni di normalità dell’opera cristiana è l’evangelista a cercare il peccatore. Invece, in tempi di risveglio spirituale le cose cambiano: è il peccatore che va alla ricerca dell’evangelista. Il giorno di Pentecoste di Atti 2 è stata una delle grandi stagioni dell’opera di Dio.

2. (38-40) Pietro invita la moltitudine ad accostarsi a Gesù.

Allora Pietro disse loro: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo. Poiché la promessa è per voi e per i vostri figli e per tutti coloro che sono lontani, per quanti il Signore Dio nostro ne chiamerà». E con molte altre parole li scongiurava e li esortava, dicendo: «Salvatevi da questa perversa generazione».

a. Allora Pietro disse loro: Ciò che segue è in risposta alla domanda: “Che dobbiamo fare?” Pietro doveva essere rimasto piacevolmente colpito nel vedere ciò che Dio aveva fatto in quella circostanza. Invece di persone che volevano crocifiggerlo a motivo di Gesù, aveva davanti a sé migliaia di persone che volevano riporre la propria fede in Gesù come Signore e Messia.

b. Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato: Con la sua risposta alla domanda: “Che dobbiamo fare?” Pietro diede loro un compito da svolgere. Ciò significa che dobbiamo fare qualcosa per essere salvati, dobbiamo fare qualcosa per seguire Gesù; è una cosa non “succede” da sola.

i. Pietro non disse: “Non c’è nulla che possiate fare. Se è Dio a salvarvi, sarete salvati; se non è Dio a salvarvi, non lo sarete mai”. Nonostante fosse vero che solo Dio poteva operare in loro la salvezza, le persone dovevano disporsi a riceverla mediante il ravvedimento e la fede, una fede che avrebbe portato all’azione, ad esempio al battesimo.

c. Ravvedetevi: La prima cosa che Pietro disse loro di fare è ravvedetevi. Ravvedersi non significa provare dispiacere, ma vuol dire cambiare il proprio modo di pensare o la propria direzione. Fino a quel momento le persone avevano avuto una certa considerazione di Gesù, ritenendolo degno della morte di croce, ma ora dovevano stravolgere il proprio modo di pensare, accettando Gesù come Signore e Messia.

i. Sebbene ravvedetevi sia una parola che sembra così dura nella bocca di molti predicatori e alle orecchie di molti ascoltatori, è un aspetto essenziale del vangelo. Ravvedetevi è stata definita giustamente “la prima parola del vangelo”.

ii. Giovanni Battista predicava con queste parole: “Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino!” (Matteo 3:2). Quando Gesù cominciò a predicare, diceva: “Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino!” (Matteo 4:17). Anche Pietro, all’inizio della sua predicazione, esortò le folle usando la parola ravvedetevi.

iii. Il ravvedimento non deve essere visto come un requisito indispensabile da avere prima di tornare a Dio, piuttosto descrive ciò che significa accostarsi a Dio. Non ci si può volgere verso Dio senza allontanarsi dalle cose che Lui odia.

iv. Vista in questo modo, ravvedetevi è una parola di grande speranza. Essa dice: “Non devi continuare per la strada che hai percorso finora, puoi rivolgerti a Dio”.

v. “Non si può fare a meno dell’antica grazia del ravvedimento; ci deve essere dolore per il peccato; ci deve essere ‘un cuore rotto e contrito’. Dio non disprezzerà questo, ma non accetterà come autentica una ‘conversione’ che non produce questo risultato.” (Spurgeon)

d. Sia battezzato nel nome di Gesù Cristo: Come seconda cosa da fare, Pietro disse loro di essere battezzati nel nome di Gesù Cristo, gesto che sarebbe stato per loro un modo per esprimere la loro fede e la loro completa fiducia in Lui.

i. Il battesimo rappresentava una dichiarazione ben precisa. Solitamente, a quel tempo, non erano i Giudei a essere battezzati, ma solo i Gentili che volevano diventare giudei. Il fatto che quegli uomini e quelle donne di origine ebraica erano stati battezzati dimostrava quanto sentissero di aver bisogno di Gesù.

ii. “Sebbene il battesimo in acqua fosse il simbolo previsto per la conversione, non era un criterio indispensabile per la salvezza.” (Longenecker)

e. La promessa è per voi e per i vostri figli e per tutti coloro che sono lontani: Essendosi ravveduti e avendo dimostrato la propria fede e la propria obbedienza mediante il battesimo, avrebbero ricevuto il dono dello Spirito Santo, così come lo aveva ricevuto il gruppo iniziale dei discepoli. Inoltre, Pietro assicurò espressamente alla folla che la promessa dello Spirito Santo sarebbe stata data a coloro che avrebbero creduto in tutte le generazioni successive (tutti coloro che sono lontani).

i. Dopo che ebbero visto l’opera gloriosa dello Spirito Santo tra i discepoli, Pietro disse agli astanti che anche loro avrebbero potuto prendervi parte e che non dovevano rimanere soltanto degli osservatori. Poiché la promessa è per tutti coloro che sono lontani, essa include ogni persona fino al giorno d’oggi.

ii. È altresì importante notare che Pietro non disse che i figli ignari e non credenti dei suoi ascoltatori avrebbero dovuto essere battezzati. Disse soltanto che la promessa del perdono dei peccati e il dono dello Spirito Santo erano per tutti coloro che si sarebbero ravveduti e avrebbero creduto con una fede attiva, per le generazioni future e per tutti coloro che sono lontani, per quanti il Signore Dio nostro ne chiamerà.

iii. “Vale a dire che la grande promessa del patto, ‘Chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato’, è destinata a voi, ai vostri figli, agli ottentotti, agli indù, ai groenlandesi, a tutti coloro a cui è rivolta la chiamata del Signore.” (Spurgeon)

f. E con molte altre parole li scongiurava e li esortava: Il sermone di Pietro non finì lì. Egli continuò a esortare la folla ad andare a Gesù pentita e arresa.

g. Salvatevi da questa perversa generazione: Qualsiasi generazione responsabile di aver messo Gesù a morte è una perversa generazione. Ma, dato che ogni generazione ha questa responsabilità, ogni generazione ha bisogno della salvezza.

3. (41) Risposta alla predicazione di Pietro.

Quelli dunque che ricevettero la sua parola lietamente furono battezzati; in quel giorno furono aggiunte circa tremila persone.

a. Furono aggiunte circa tremila persone: Il giorno di Pentecoste ci fu una grande raccolta di anime. La chiesa passò da circa 120 a 3120 persone in un solo giorno.

i. Pensa all’impatto che una tale crescita ebbe sulla vita delle persone dopo quel giorno. Molti di quei tremila erano senza dubbio pellegrini venuti a Gerusalemme per la festa di Pentecoste ed erano andati lì con l’aspettativa di ricevere qualcosa da parte Dio, ma non si sarebbero mai aspettati nulla di simile. Gran parte della folla tornò a casa, allontanandosi da Gerusalemme e portando con sé la buona notizia di Gesù Cristo.

b. Quelli che ricevettero la sua parola lietamente furono battezzati: Coloro che quel giorno credettero in Gesù lo fecero lietamente, rendendo grande testimonianza mediante il battesimo. Non si sarebbero mai lasciati battezzare, se non fossero stati pienamente convinti di chi era Gesù e del grande bisogno che avevano di Lui come Salvatore.

i. Come fu possibile battezzare 3000 persone? Sul monte del tempio c’erano enormi risorse d’acqua e nelle vicinanze c’erano piscine e bacini idrici; perciò, non fu difficile trovare un luogo dove poter battezzare.

ii. Anche oggi Dio continua a fare cose così grandi. Dopo la Crociata del Raccolto del 1990, ci fu un battesimo di massa a Corona del Mar. Non fu possibile contare quanti furono battezzati, ma il numero di coloro che parteciparono all’evento superava i 5000. Qualcuno lo ha definito il più grande servizio battesimale della storia americana.

D. La vita dei primi credenti.

1. (42) Il fondamento della loro vita cristiana.

Essi erano perseveranti nel seguire l’insegnamento degli apostoli, nella comunione, nel rompere il pane e nelle preghiere.

a. Essi erano perseveranti: Il giorno di Pentecoste il suono del vento impetuoso, le lingue di fuoco e la conversione dei 3000 sono tutti eventi straordinari, mentre le cose descritte in Atti 2:42 erano i segni permanenti dell’opera di Dio.

b. Erano perseveranti nel seguire l’insegnamento degli apostoli: Facevano affidamento sugli apostoli per conoscere chi era Gesù e ciò che aveva fatto. Avevano appena messo la propria fede in Gesù, ora volevano saperne di più.

i. Erano perseveranti traduce un verbo nel greco che comunica “una fedeltà ferma e decisa a una determinata linea d’azione” (Longenecker). Non ci doveva essere alcuna deviazione dall’insegnamento degli apostoli, dal momento che questa era la verità di Dio.

ii. Grazie al cielo, Dio permette anche a noi di sederci ai piedi dell’insegnamento degli apostoli: il resoconto del Nuovo Testamento. Nessun pastore dovrebbe ricercare l’originalità, cioè nessuno di noi può vantare una dottrina tutta sua; c’è solo l’insegnamento degli apostoli.

c. Erano perseveranti… nella comunione: L’antica parola greca koinonia (tradotta qui con comunione) trasmette l’idea di associazione, condivisione, comunione e partecipazione; significa condividere qualcosa insieme.

i. La vita cristiana è fatta per essere intrisa di comunione e di condivisione gli uni con gli altri.

·Condividiamo lo stesso Signore Gesù.

·Condividiamo la stessa guida di vita.

·Condividiamo lo stesso amore per Dio.

·Condividiamo lo stesso desiderio di adorarlo.

·Condividiamo le stesse difficoltà.

·Condividiamo le stesse vittorie.

·Condividiamo lo stesso compito di vivere per Lui.

·Condividiamo la stessa gioia di condividere il vangelo.

d. Erano perseveranti… nel rompere il pane: Pur vivendo così vicini al tempo in cui Gesù era stato crocifisso, non volevano assolutamente dimenticare ciò che Egli aveva fatto sulla croce. Per loro ricordare era importante; non lo è ancor di più per noi?

e. Erano perseveranti… nelle preghiere: Ogni volta che si compie l’opera di Dio, il Suo popolo si riunisce per pregare e adorare.

f. L’insegnamento degli apostoli, nella comunione, nel rompere il pane e nelle preghiere: Tutto il resto che si legge riguardo alla potenza e alla gloria della chiesa primitiva è la conseguenza di questo fondamento: quello della parola, della comunione, del ricordo dell’opera di Gesù sulla croce e della preghiera.

i. Secondo la descrizione di Luca riguardo alla comunità dei primi cristiani, “il lettore istruito avrebbe avuto qui l’impressione che l’ideale greco di società si era realizzato.” (Dizionario di Teologia Neotestamentaria)

ii. “La chiesa viene presentata come modello, anche se ciò non significa che fosse perfetta. Alcuni capitoli più avanti scopriremo che era tutt’altro che perfetta.” (Boice)

2. (43) La presenza della potenza di Dio.

Ed erano tutti presi da timore; e molti segni e miracoli si facevano per mano degli apostoli.

a. Ed erano tutti presi da timore: Ciò era dimostrazione della potenza di Dio. Una delle opere più grandi e più potenti che Dio può fare è trasformare il cuore umano e instillarvi onore e riverenza verso Dio.

b. Molti segni e miracoli si facevano: Anche questo era dimostrazione della potenza di Dio. Dove Dio è all’opera, le vite vengono toccate in modi miracolosi.

3. (44-45) La vicinanza dei loro cuori e la loro partecipazione alla vita comunitaria in Gesù.

Or tutti coloro che credevano stavano insieme ed avevano ogni cosa in comune. E vendevano i poderi e i beni e li distribuivano a tutti, secondo il bisogno di ciascuno.

a. Or tutti coloro che credevano stavano insieme ed avevano ogni cosa in comune: Con l’afflusso di più di 3000 credenti, la maggior parte dei quali rimase a Gerusalemme e non aveva un lavoro, la famiglia dei cristiani doveva condividere per sopravvivere.

i. Non dovremmo considerare questo modo di fare come un primo esperimento di comunismo, perché era volontario, temporaneo e imperfetto, in quanto la chiesa a Gerusalemme aveva continuamente bisogno del sostegno economico di altre chiese. Inoltre, non abbiamo alcuna prova che si sia protratto a lungo.

b. Tutti coloro che credevano stavano insieme: In occasione delle feste importanti, come la Pentecoste, i Giudei praticavano grande ospitalità. I visitatori venivano accolti in abitazioni private e nessuno poteva chiedere denaro per aver offerto un letto o una stanza a un visitatore o per aver provveduto ai suoi bisogni primari. I cristiani presero quell’incredibile ospitalità tipica dei momenti di festa e ne fecero una pratica quotidiana.

c. Vendevano i poderi e i beni e li distribuivano a tutti, secondo il bisogno di ciascuno: In questo si vede chiaramente la potenza di Dio, perché Gesù era diventato per loro molto più importante di tutto quello che possedevano.

4. (46-47) La famiglia cristiana viveva insieme e cresceva.

E perseveravano con una sola mente tutti i giorni nel tempio e rompendo il pane di casa in casa, prendevano il cibo insieme con gioia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. E il Signore aggiungeva alla chiesa ogni giorno coloro che erano salvati.

a. E perseveravano con una sola mente tutti i giorni nel tempio e rompendo il pane di casa in casa: La chiesa è fatta per adorare Dio e per imparare la Sua Parola stando insieme, ma c’è di più: Dio vuole che condividiamo le nostre vite gli uni con gli altri.

b. Lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo: La loro esperienza cristiana era quotidiana, gioiosa e semplice – dei buoni esempi per noi da seguire.

c. E il Signore aggiungeva alla chiesa ogni giorno coloro che erano salvati: Questa è la ricetta di Dio per la crescita della chiesa. Se noi ci preoccupiamo di seguire l’esempio di Atti 2:42-47a, Dio stesso si preoccuperà di far crescere la chiesa.

© 2024 The Enduring Word Bible Commentary by David Guzik – ewm@enduringword.com

© Copyright 2018 - Enduring Word       |      Site Hosted & Maintained by Local View Marketing    |    Privacy Policy