Atti 19




Atti 19 – Paolo a Efeso

A. I discepoli di Efeso vengono battezzati nello Spirito Santo.

1. (1-2) A Efeso Paolo trova alcuni discepoli che non hanno ancora ricevuto lo Spirito Santo.

Ora, mentre Apollo era a Corinto, Paolo, attraversate le località più alte del paese, giunse ad Efeso e, trovati là alcuni discepoli, disse loro: «Avete ricevuto lo Spirito Santo, quando avete creduto?». Quelli gli risposero: «Non abbiamo neppure udito che vi sia uno Spirito Santo».

a. Paolo, attraversate le località più alte del paese, giunse ad Efeso: L’ultima volta che troviamo Paolo a Efeso fu di ritorno da Corinto durante il suo secondo viaggio missionario. Ora veniva da est, arrivando a Efeso dalla regione della Frigia. Tornò a Efeso come aveva promesso in Atti 18:21.

b. Avete ricevuto lo Spirito Santo, quando avete creduto? A quanto pare, c’era qualcosa in quei discepoli che spinse Paolo a porre questa domanda. Non ci risulta che fosse sua abitudine chiedere alle persone se avessero ricevuto lo Spirito Santo nel momento in cui avevano creduto.

c. Non abbiamo neppure udito che vi sia uno Spirito Santo: Con la loro risposta, i discepoli di Efeso dimostrarono di non sapere molto della natura di Dio rivelata in Gesù. Sapevano abbastanza per essere salvati e per essere studenti di Gesù (vengono chiamati discepoli), ma non sapevano molto di tutto ciò che Gesù ha fatto per noi, specialmente per quanto riguarda la Sua promessa di inviare lo Spirito Santo dopo la Sua ascesa al cielo.

i. È possibile che non si tratti del nucleo di discepoli a cui Paolo parlò originariamente a Efeso (Atti 18:19-21) e presso cui Aquila e Priscilla furono lasciati a servire. Aquila e Priscilla rimasero con Paolo per un anno e mezzo a Corinto e dalle lettere ai Corinzi sembra che Paolo abbia parlato loro della Persona e dell’opera dello Spirito Santo. Forse questi “alcuni discepoli” erano discepoli nuovi o giovani, non il gruppo principale di Efeso.

2. (3-4) Paolo fa distinzione tra il battesimo di Giovanni e il battesimo nel nome di Gesù.

E disse loro: «Con quale battesimo dunque siete stati battezzati?». Essi risposero: «Col battesimo di Giovanni». Allora Paolo disse: «Giovanni battezzò con il battesimo di ravvedimento, dicendo al popolo che dovevano credere in colui che veniva dopo di lui, cioè in Cristo Gesù».

a. Col battesimo di Giovanni: I discepoli di Efeso avevano solo una comprensione di base di Gesù Messia e del Suo ministero, solo ciò che poteva essere appreso attraverso il messaggio di Giovanni Battista. Si trovavano nella stessa situazione di Apollo, prima che Aquila e Priscilla gli spiegassero più a fondo la via di Dio (Atti 18:24-26).

i. Magari avevano ricevuto il battesimo di Giovanni dalle mani di Giovanni stesso, o forse da qualche discepolo di Giovanni che aveva continuato il suo ministero dopo la sua morte.

b. Giovanni battezzò con il battesimo di ravvedimento: Paolo sottolinea che il battesimo di Giovanni era un battesimo di ravvedimento, non necessariamente di fede per la salvezza. Il messaggio di Giovanni puntava a Gesù, ma non portava l’uomo lì.

i. Si può immaginare che i discepoli di Efeso avessero sentito parlare della venuta del Messia attraverso il messaggio di Giovanni e che avessero sentito la necessità di essere pronti a ricevere il Messia attraverso il ravvedimento. Tuttavia, sembra che non avessero sentito che il Messia era effettivamente venuto e che non avessero sentito la necessità di confidare specificamente nella Sua persona e nella Sua opera.

ii. Alcuni hanno insinuato che i discepoli di Efeso non fossero ancora cristiani. Il problema con questa ipotesi è che vengono chiamati discepoli, termine che quasi sempre si riferisce ai cristiani, veri e propri seguaci di Gesù Cristo. Tuttavia, va detto che la parola discepolo ha una comprensione e un’applicazione più ampia rispetto al suo uso più frequente – quello di descrivere un seguace di Gesù.

iii. Tuttavia, Bruce fa notare questo: “Quando gli uomini sono chiamati discepoli senza ulteriori qualificazioni, ciò… sembra significare che erano discepoli di Gesù. Se Luca avesse voluto indicare che erano discepoli di Giovanni Battista… lo avrebbe detto esplicitamente”.

3. (5-7) I dodici discepoli di Efeso credono in Gesù, vengono battezzati e ricevono lo Spirito Santo con i Suoi doni.

Udito questo, furono battezzati nel nome del Signore Gesù. E, quando Paolo impose loro le mani, lo Spirito Santo scese su di loro e parlavano in altre lingue e profetizzavano. Or erano in tutto circa dodici uomini.

a. Furono battezzati nel nome del Signore Gesù: Essendo stati completamente preparati dalla loro risposta alla predicazione di Giovanni Battista, erano pronti ad abbracciare pienamente Gesù e furono battezzati nel nome di Gesù.

b. Lo Spirito Santo scese su di loro: Dopo che furono battezzati, Paolo impose loro le mani ed essi furono riempiti di Spirito Santo e ricevettero i Suoi doni.

i. Paolo scrisse le lettere di 1 e 2 Corinzi durante il suo soggiorno nella città di Efeso in questo periodo; 1 Corinzi ha molto da dire sulla persona e sull’opera dello Spirito Santo.

c. Or erano in tutto circa dodici uomini:Questo ci ricorda che non tutta la chiesa di Efeso comprendeva e accettava in maniera incompleta la persona e l’opera di Gesù, ma solo un piccolo gruppo.

i. Una domanda spesso dibattuta è: “Quei 12 discepoli di Efeso erano effettivamente cristiani prima di essere riempiti in modo straordinario dallo Spirito Santo, oppure no?”. Da un lato, erano chiamati discepoli – e sembravano far parte della compagnia dei cristiani di Efeso, cose che di solito non si sarebbero dette di loro se non fossero stati effettivamente cristiani. Dall’altro lato, sapevano così poco di Gesù; infatti, furono nuovamente battezzati in acqua, questa volta nel nome di Gesù. È difficile dire con certezza se fossero già cristiani o meno, ma si può dire con certezza che Paolo percepì che mancava qualcosa dello Spirito Santo nella loro vita.

ii. È giusto che ogni cristiano di oggi si chieda se, guardando la propria vita, si noti una vistosa assenza della Persona e della potenza dello Spirito Santo.

iii. I discepoli di Efeso sentivano il bisogno di mettersi a posto con Dio e sapevano che la risposta era nel Messia di Dio, ma non erano andati oltre. Avevano bisogno di andare fino in fondo, di confidare in tutto ciò che Gesù è e in tutto ciò che ha fatto, e di essere riempiti della potenza dello Spirito Santo.

iv. “Avete dunque ricevuto lo Spirito da quando avete creduto? Carissimi, state ricevendo ora lo Spirito? State vivendo sotto la Sua influenza divina? Siete ripieni della Sua potenza? Fatevi questa domanda personalmente. Temo che alcuni credenti dovranno ammettere che a malapena sanno se esiste lo Spirito Santo; e altri dovranno confessare che, pur avendo goduto un po’ della Sua opera di salvezza, non sanno molto della Sua influenza nobilitante e santificante.” (Spurgeon)

v. Dio vuole sempre che andiamo in profondità. Tendiamo a sorseggiare dove potremmo bere profondamente; beviamo profondamente dove potremmo immergerci e ci immergiamo dove potremmo nuotare. La maggior parte di noi ha bisogno di essere incoraggiata ad andare sempre più in profondità nelle cose dello Spirito Santo.

vi. Se qualcuno non sembra sapere se ha la potenza e la presenza dello Spirito Santo nella propria vita, è lecito pensare che non ce l’abbia. Se la hai, non puoi non saperlo. “Date a un uomo una scossa elettrica e vi garantisco che se ne accorgerà; se ha lo Spirito Santo, se ne accorgerà molto di più.” (Spurgeon) Non si tratta di qualcosa che si spera sia accaduto; è possibile saperlo, è possibile sapere di essere ripieni dello Spirito Santo.

B. Proseguimento del ministero di Paolo nella città di Efeso.

1. (8-10) Alla fine Paolo lascia la sinagoga e gli viene concesso di insegnare presso una scuola.

Poi egli entrò nella sinagoga e parlò con franchezza per tre mesi, discutendo e persuadendo sulle cose appartenenti al regno di Dio. Ma poiché alcuni si indurivano e persistevano nell’incredulità, parlando male della Via in presenza della folla, egli, ritiratosi da loro, separò i discepoli e continuò a discutere ogni giorno nella scuola di un certo Tiranno. E questo durò per due anni, di modo che tutti gli abitanti dell’Asia, Giudei e Greci, udirono la parola del Signore Gesù.

a. Entrò nella sinagoga e parlò con franchezza per tre mesi: Paolo predicò a lungo nella sinagoga, ma alla fine l’influenza dei Giudei che rifiutavano il messaggio lo fece allontanare. Riprese allora l’insegnamento nella sala di un insegnante straniero di nome Tiranno (continuò a discutere ogni giorno nella scuola di un certo Tiranno)

i. Uno scritto antico, anche se non ispirato, dice che Paolo teneva le sue riunioni nella scuola di Tiranno dalle undici del mattino alle quattro del pomeriggio. Questo era l’orario in cui la maggior parte delle persone si riposava dal lavoro, compreso Paolo, che lavorava per mantenersi a Efeso (Atti 20:34-35). Probabilmente si trattava anche delle “ore libere” degli studenti della scuola.

ii. Paolo insegnava ogni giorno, accumulando molte centinaia di ore di insegnamento, considerato il lungo periodo trascorso a Efeso. Non c’è da stupirsi che l’opera a Efeso fosse così estesa ed efficace.

b. E questo durò per due anni: Paolo portò avanti questa attività per due anni e con il suo insegnamento efficace equipaggiò i credenti, che trasmisero la Parola di Dio a tutti gli abitanti dell’Asia.

i. Non era possibile che Paolo, da solo, raggiungesse tutta la regione, però poteva equipaggiare i cristiani per svolgere l’opera del ministero, proprio come descrive in Efesini 4:11-12.

2. (11-12) Prodigi straordinari a Efeso.

E Dio faceva prodigi straordinari per le mani di Paolo, al punto che si portavano sui malati degli asciugatoi e dei grembiuli che erano stati sul suo corpo, e le malattie si allontanavano da loro e gli spiriti maligni uscivano da loro.

a. E Dio faceva prodigi straordinari: Luca afferma che si trattava di miracoli straordinari e ne dà un esempio: gli asciugatoi e i grembiuli di Paolo (letteralmente, “fasce per il sudore”) potevano essere applicati a una persona anche senza la presenza di Paolo e questa veniva guarita o liberata dalla possessione demoniaca.

i. È insolito da parte di Dio usare asciugatoi e grembiuli in questo modo. “I pezzi di stoffa erano presumibilmente quelli che Paolo usava per lavorare le tende o il cuoio: gli stracci per il sudore da legare intorno alla testa e i grembiuli da legare intorno alla vita.” (Bruce)

b. Si portavano sui malati degli asciugatoi e dei grembiuli che erano stati sul suo corpo: Non sappiamo bene come funzionasse, se non nello stesso modo in cui l’ombra di Pietro (Atti 5:15) o l’orlo della veste di Gesù (Matteo 14:36) potevano guarire: l’oggetto diventava un punto di contatto con cui una persona rilasciava la fede in Gesù come guaritore.

i. Possiamo immaginare che questo sia avvenuto inizialmente quasi per caso: forse una persona bisognosa di guarigione prese un fazzoletto da Paolo in modo superstizioso e fu guarita. Questo però divenne un modello che altri imitarono. Come vedremo, la pratica superstiziosa della magia e della stregoneria era largamente diffusa a Efeso, non deve quindi sorprenderci che alcuni vedessero in modo piuttosto superstizioso i miracoli compiuti da Paolo.

ii. Dio si abbassa per venirci incontro anche nelle nostre rozze superstizioni. Questo non significa mai che Dio si compiaccia delle nostre superstizioni, ma che nella sua misericordia può trascurarle per soddisfare un nostro bisogno.

iii. Ricordo di aver visto quelli che sembravano giornali arrotolati su un pulpito in Bulgaria e mi è stato detto che erano pezzi di stoffa (avvolti in giornali) su cui il pastore pregava e che venivano portati a casa alle persone malate. Era una pratica comune in quelle chiese bulgare.

c. Dio faceva prodigi straordinari: Si potrebbe anche tradurre con miracoli non di tipo ordinario. Anche se dobbiamo sempre aspettarci di assistere a miracoli, in quel caso si trattava di miracoli inaspettati.

i. Si noti che si trattava di miracoli straordinari; non dobbiamo aspettarci che Dio continui a usare questo metodo per portare la guarigione.

ii. Sembra che a Dio piaccia fare le cose in modi nuovi e diversi. Perciò, riceviamo tutto ciò che è provato essere dalla mano di Dio, ma perseguiamo solo ciò per cui abbiamo un modello biblico.

iii. Significativamente, non si dice che sia stato Paolo a fare questi miracoli straordinari, ma che Dio li faceva per le mani di Paolo.

3. (13-16) Rimprovero ai sette figli di Sceva, sedicenti esorcisti giudei.

Or alcuni itineranti esorcisti Giudei tentarono di invocare il nome del Signore Gesù su coloro che avevano gli spiriti maligni, dicendo: «Vi scongiuriamo per Gesù, che Paolo predica!». E quelli che facevano questo erano sette figli di un certo Sceva, un capo sacerdote giudeo. Ma lo spirito maligno rispose e disse: «Io conosco Gesù e so chi è Paolo, ma voi chi siete?». Quindi l’uomo che aveva lo spirito maligno si avventò su di loro e, sopraffattili, fece loro tal violenza che fuggirono da quella casa, nudi e feriti.

a. Alcuni itineranti esorcisti Giudei: A quel tempo, c’erano esorcisti ebrei che praticavano il loro mestiere con molte superstizioni e cerimonie. In questa occasione, un gruppo di itineranti esorcisti Giudei cercò di imitare quella che ritenevano essere la formula di successo di Paolo.

b. Vi scongiuriamo per Gesù, che Paolo predica! Gli esorcisti Giudei fallirono perché non avevano una relazione personale con Gesù. Sapevano solo che Gesù era il Dio di Paolo e non il loro.

i. Potremmo dire che i figli di Sceva non avevano il diritto di usare il nome di Gesù, perché non avevano un vero legame personale con Lui. Nello stesso modo, ci sono molte persone – molti frequentatori di chiese – che periranno all’inferno perché non hanno un rapporto personale con Gesù Cristo. Conoscono solo “il Gesù che predica il pastore” o “il Gesù in cui crede il mio coniuge”, invece del Gesù della loro salvezza.

c. Ma lo spirito maligno rispose e disse: «Io conosco Gesù e so chi è Paolo, ma voi chi siete?»: Lo spirito maligno sapeva esattamente chi era Gesù e sapeva esattamente chi era Paolo, ma non sapeva chi fossero i sette figli di un certo Sceva. Evidentemente, gli spiriti maligni sanno chi sono i loro nemici (in questo caso, Gesù e Paolo) e non sprecano i loro sforzi per conoscere coloro che non sono una minaccia per loro (in questo caso, i sette figli di un certo Sceva).

d. Quindi l’uomo che aveva lo spirito maligno si avventò su di loro e, sopraffattili, fece loro tal violenza: Poiché i sette figli di Sceva non avevano un rapporto vero con Gesù, non avevano alcun potere spirituale contro lo spirito maligno. Fuggirono nudi e feriti. Fu pericoloso per loro prendere alla leggera la realtà della guerra spirituale.

4. (17-20) Molti a Efeso rinunciano agli oggetti associati a pratiche demoniache.

Or questo fu risaputo da tutti i Giudei e Greci che abitavano ad Efeso, e furono tutti presi da paura, e il nome del Signore Gesù era magnificato. E molti di coloro che avevano creduto venivano a confessare, e a dichiarare le cose che avevano fatto. Molti di coloro che avevano esercitato le arti occulte radunarono assieme i libri e li arsero in presenza di tutti; e, calcolatone il prezzo, si trovò che ammontava a cinquantamila pezzi d’argento. Così la parola di Dio cresceva potentemente e si affermava.

a. Questo fu risaputo da tutti i Giudei e Greci che abitavano ad Efeso, e furono tutti presi da paura: L’incidente con i figli di Sceva impressionò il popolo con la realtà del regno demoniaco. Li portò a temere sia il Signore e che la sfera demoniaca (in entrambi i casi in modo sano). Ne conseguì che il nome del Signore Gesù era magnificato.

i. “Efeso era una roccaforte di Satana, dove si praticavano molte cose malvagie, sia superstiziose che sataniche. In quella città abbondavano libri contenenti formule di stregoneria e altre arti immorali e proibite.” (Gaebelein)

b. Molti di coloro che avevano creduto venivano a confessare, e a dichiarare le cose che avevano fatto: A quanto pare, prima della vicenda dei figli di Sceva, molti credenti non sapevano di essere coinvolti in pratiche occulte. Vedevano le loro azioni sotto una luce molto più innocente, finché non scoprirono la realtà dell’attività demoniaca.

c. Molti di coloro che avevano esercitato le arti occulte radunarono assieme i libri e li arsero in presenza di tutti: La vicenda dei figli di Sceva spinse anche i cristiani a rinunciare a qualsiasi legame residuo con il regno delle tenebre. Rinunciarono a tale legame confessando e bruciando i loro libri di magia, a prescindere da quanto valore avessero.

i. È significativo che quei praticanti di arti magiche venissero a confessare e a dichiarare le cose che avevano fatto. Si credeva che il potere di questi incantesimi risiedesse nella loro segretezza, alla quale si rinunciava quando li si raccontava.

ii. Si trattava di libri e rotoli pieni di ciondoli magici, amuleti e incantesimi ben noti a Efeso e di grande valore. Il valore di cinquantamila pezzi d’argento oggi è stato stimato tra 1 e 5 milioni di dollari.

iii. I cristiani devono fare questo anche oggi, eliminando libri, immagini, file di computer, statue, ciondoli, giochi o qualsiasi altra cosa possa avere un legame con gli spiriti demoniaci. Dovrebbero anche distruggerli in modo che non siano utili ad altri.

iv. “Avrete già abbastanza tentazioni nella vostra mente senza andare dietro a queste cose. C’è qualche abitudine, qualche pratica che contamina la vostra anima? Se Cristo vi ama e voi venite a confidare in Lui, ne farete subito a meno. Liberatevene e liberatevene per sempre.” (Spurgeon)

d. La parola di Dio cresceva potentemente e si affermava: Vedendo che questo fu il risultato, ne valse ovviamente la pena. L’opera a Efeso e nella regione dell’Asia romana continuò in modo straordinario.

C. La sommossa di Efeso.

1. (21-22) I compagni di Paolo lo lasciano da solo a Efeso.

Dopo questi avvenimenti, Paolo si mise nell’animo di andare a Gerusalemme, passando per la Macedonia e per l’Acaia, e diceva: «Dopo essere stato lì, bisogna che io veda anche Roma». Mandati allora in Macedonia due dei suoi collaboratori, cioè Timoteo ed Erasto, egli si trattenne ancora qualche tempo in Asia.

a. Paolo si mise nell’animo: Guidato dallo Spirito Santo, Paolo stabilì il suo itinerario. Decise di viaggiare attraverso la Macedonia e l’Acaia, poi a Gerusalemme, quindi a Roma.

i. Luca non ne parla qui, ma sappiamo che uno dei motivi per cui Paolo voleva passare per la Macedonia e l’Acaia e poi per Gerusalemme era quello di raccogliere e consegnare un fondo che aveva raccolto da altre congregazioni per aiutare la chiesa di Gerusalemme (Romani 15:25-31; 1 Corinzi 16:1-4).

ii. Bisogna che io veda anche Roma riflette la passione di Paolo di visitare e servire la comunità cristiana già presente lì. Ritroviamo la stessa passione in Romani 1:8-15.

b. Mandati allora in Macedonia due dei suoi collaboratori, cioè Timoteo ed Erasto: Paolo mandò Timoteo ed Erasto in Macedonia, mentre lui rimase a Efeso (Asia) per un certo periodo.

c. Suoi collaboratori: Una parte significativa del lavoro di Timoteo ed Erasto era semplicemente quella di aiutare Paolo. Erano veri e propri assistenti dell’apostolo, che aiutavano Paolo a massimizzare il suo ministero.

2. (23-28) Demetrio, un fabbricante di idoli, si oppone a Paolo per il danno subito alla sua attività.

Or in quel tempo nacque un grande tumulto in merito alla Via, perché un tale di nome Demetrio, orafo, che faceva dei templi di Diana in argento, procurava non poco guadagno agli artigiani. Costui li radunò insieme ai lavoratori che avevano un’attività affine, e disse: «Uomini, voi sapete che il nostro guadagno proviene da questa attività. Or voi vedete e udite che questo Paolo ha persuaso e sviato un gran numero di gente non solo in Efeso, ma in quasi tutta l’Asia, dicendo che non sono dèi quelli costruiti da mano d’uomo. Non solo c’è pericolo per noi che quest’arte particolare venga discreditata, ma che anche il tempio della grande dea Diana non conti più nulla, e che venga spogliata della sua grandezza colei che tutta l’Asia, anzi tutto il mondo, adora». All’udire queste cose, essi si accesero di sdegno e gridarono, dicendo: «Grande è la Diana degli Efesini».

a. In quel tempo nacque un grande tumulto in merito alla Via: Quando l’opera stava andando così bene e Paolo stava pensando di lasciare Efeso, sorse un altro tumulto. Ancora una volta, per la terza volta negli Atti (e la seconda in questo capitolo) il movimento cristiano viene chiamato Via.

b. Non solo c’è pericolo per noi che quest’arte particolare venga discreditata, ma che anche il tempio della grande dea Diana non conti più nulla, e che venga spogliata della sua grandezza: L’imponente tempo di Diana (conosciuta anche con il nome di Artemide) a Efeso era considerato una delle sette meraviglie del mondo antico. Era sorretto da 127 pilastri, alti all’incirca 18 metri, ed era adornato con grandi sculture. Non ce n’era più traccia nella storia finché non fu scoperto nel 1869, mentre l’altare principale fu riportato alla luce nel 1965.

i. “L’epicentro del culto di Artemide era un meteorite nero che assomigliava o era stato modellato in un’immagine grottesca di donna. La parte inferiore era avvolta come una mummia… l’idolo era coperto di seni, simbolo di fertilità.” (Hughes)

ii. “Il Tempio di Artemide svolgeva anche la funzione di erario e di banca del mondo antico, dove mercanti, re e persino città facevano depositi e dove denaro poteva essere tenuto al sicuro sotto la protezione della divinità.” (Longenecker)

iii. Colei che tutta l’Asia, anzi tutto il mondo, adora: Il tempio di Diana a Efeso era infatti famoso in tutto il mondo. I ninnoli e gli idoli che ne provenivano dovevano essere un commercio sostanzioso, per quanto fosse immorale il culto della dea del sesso.

c. Questo Paolo ha persuaso e sviato un gran numero di gente… dicendo che non sono dèi quelli costruiti da mano d’uomo: L’opposizione di Demetrio e degli altri fabbricanti di idoli fu un grande complimento all’efficacia dell’opera di Paolo nella regione. Paolo non stava conducendo una campagna per far chiudere il tempio di Diana; faceva semplicemente l’opera del Signore. Quando le persone si avvicinarono a Gesù, smisero naturalmente di adorare Diana e di acquistare i reliquiari associati al tempio.

i. Il cristianesimo dovrebbe influenzare l’economia, non solo a livello personale, ma anche in una comunità. Questo effetto non sarà sempre ben accetto. A Efeso, gli affari erano in calo nei santuari pagani a causa dell’opera di trasformazione di Gesù Cristo. Questo accade ogni volta che Gesù compie la sua opera. Per esempio, un funzionario romano di nome Plinio scrisse una lettera a un altro funzionario di nome Traiano, descrivendo come la gente non andasse più ai santuari a causa dell’influenza cristiana. Plinio voleva sapere cosa avrebbe dovuto fare al riguardo.

ii. È così che dovremmo cercare di cambiare la società. “Vorrei che il vangelo influenzasse il commercio di Londra; come vorrei che lo facesse. Ci sono alcuni mestieri che hanno bisogno di essere influenzati, di essere ridimensionati… Non con una legge del Parlamento! Che gli atti del Parlamento ci lascino in pace. Possiamo combattere questa battaglia da soli. Ma che possa finire con la diffusione del vangelo… Non ho fiducia in nessuna riforma che non passi attraverso il cambiamento del cuore degli uomini.” (Spurgeon)

d. Anche il tempio della grande dea Diana non conti più nulla, e che venga spogliata della sua grandezza colei che tutta l’Asia, anzi tutto il mondo, adora: Demetrio fu abile nel parlare alla folla. Si appellò prima all’interesse economico e poi all’orgoglio civico (“Come osa Paolo insultare e disprezzare il nostro grande tempio!”).

i. Colei che tutta l’Asia, anzi tutto il mondo, adora è il ragionamento che dice: “Tutti lo fanno”. “Tutti fanno così” e “Tutti la pensano così” non sono argomentazioni eloquenti, ma sono sicuramente potenti.

ii. Eppure, in Atti 19:37, il cancelliere disse espressamente che Paolo non aveva bestemmiato la dea Diana. Paolo stava facendo una campagna a favore di Gesù più che una campagna contro tutto il resto.

3. (29-34) La rivolta si intensifica.

E tutta la città fu ripiena di confusione; e, trascinando con forza Gaio e Aristarco, Macedoni, compagni di viaggio di Paolo, corsero tutti d’accordo al teatro. Or Paolo voleva presentarsi al popolo, ma i discepoli non glielo permisero. Anche alcuni Asiarchi, che gli erano amici, mandarono a pregarlo di non presentarsi al teatro. Intanto gli uni gridavano una cosa, gli altri un’altra, tanto che l’adunanza era confusa e i più non sapevano per quale ragione si fossero radunati. Allora fu fatto uscire dalla folla Alessandro, spinto avanti dai Giudei. E Alessandro, fatto cenno con la mano, voleva parlare in sua difesa al popolo. Ma, quando si resero conto che egli era Giudeo, si misero tutti a gridare a una sola voce per quasi due ore: «Grande è la Diana degli Efesini».

a. Tutta la città fu ripiena di confusione… corsero tutti d’accordo al teatro: Considerando l’atteggiamento ferreo di Roma nei confronti di tali disordini civili, le cose stavano rapidamente sfuggendo di mano.

i. Nella storia del cristianesimo è accaduto spesso che, quando Dio si muove in mezzo al Suo popolo e questo prende sul serio la propria fede cristiana, ciò influisce sul sostentamento di coloro che si dedicano al vizio o all’immoralità. Ad esempio, nei primi anni dell’Esercito della Salvezza, la sua efficacia era tale che i protettori e i proprietari dei bar organizzarono un “Esercito degli scheletri” per opporsi con minacce e violenza – e persino alcuni operatori dell’Esercito della Salvezza furono assassinati.

b. Allora fu fatto uscire dalla folla Alessandro, spinto avanti dai Giudei: Alessandro voleva assicurarsi che la folla sapesse che anche i Giudei non approvavano Paolo, ma non ottenne nulla davanti alla folla inferocita.

c. Grande è la Diana degli Efesini: Il canto ripetuto deve aver fatto correre un brivido lungo la schiena dei cristiani, compreso Paolo, che senza dubbio poteva sentirlo dall’esterno del teatro.

i. “Il rumore deve essere stato assordante. L’acustica del teatro è eccellente ancora oggi e all’epoca era ancora migliore grazie ai vasi sonori in bronzo e argilla collocati in tutta la sala.” (Williams)

ii. Per due ore gridarono: “Grande è la Diana degli Efesini!”. Pensate a come questo riecheggi nel nostro tempo e osservate la stranezza del nostro mondo. Oggi la gente dice, con parole, azioni, tempo o denaro speso:

·“Grande è la mia squadra del cuore!”

·“Grande è il mio partito politico!”

·“Grande è l’economia del consumo!”

·“Grande è il porno su Internet!”

·“Grande è la ricchezza materiale!”

·“Grande è ubriacarsi o sballarsi!”.

Eppure, se uno dice: “Grande è il Signore Gesù Cristo”, viene considerato da molti strano.

iii. Nonostante la presunta grandezza della Diana degli Efesini, oggi nessuno la venera più (almeno direttamente). Invece, oggi ci sono milioni e milioni di persone che vivono e adorano Gesù Cristo e che morirebbero volontariamente per Lui. Gli idoli e i falsi dèi hanno tutti una data di scadenza, mentre Gesù di Nazaret vive per sempre.

4. (35-41) Il cancelliere riesce a placare gli animi della folla.

Dopo aver calmato la folla, il cancelliere disse: «Efesini, chi è mai quell’uomo che non sappia che la città degli Efesini è la custode del tempio della grande dea Diana e della sua immagine caduta da Giove? Poiché dunque queste cose sono incontestabili, voi dovete restare calmi e non fare nulla di sconsiderato. Infatti avete condotto qui questi uomini, che non sono né sacrileghi né bestemmiatori della vostra dea. Se dunque Demetrio e gli artigiani che sono con lui hanno qualcosa contro qualcuno, i tribunali sono aperti e vi sono i proconsoli; presenti ognuno le sue accuse. Se poi avete qualche altra richiesta da fare, ciò si risolverà nell’ordinaria assemblea. Noi infatti corriamo il rischio di essere accusati di sedizione per l’accaduto di oggi, non essendovi ragione alcuna con cui giustificare questo assembramento». E, dette queste cose, sciolse l’adunanza.

a. Poiché dunque queste cose sono incontestabili, voi dovete restare calmi e non fare nulla di sconsiderato: Il cancelliere (qualcosa di simile al sindaco della città) pronunciò parole sensate. Luca voleva mostrare che le persone razionali non vedevano nulla da temere o da contrastare nel cristianesimo.

i. Dio operò con forza a Efeso, ma anche il diavolo. Questo può essere uno dei motivi per cui Paolo, nella sua lettera agli Efesini, scrisse in modo così specifico della battaglia spirituale che ogni cristiano deve affrontare contro le potenze delle tenebre spirituali (Efesini 6:10-20).

ii. “Questo capitolo insegna a tutti noi una lezione indelebile: quando i discepoli hanno un vero risveglio, la società subisce una rivoluzione. Quando lo Spirito si muove con potenza sui figli di Dio, dobbiamo aspettarci altri potenti movimenti tra i non credenti, senza stupirci se il diavolo stesso scende con grande ira, come se sapesse di avere poco tempo.” (Pierson)

b. Sciolse l’adunanza: Dio si servì del cancelliere della città per calmare la folla e porre fine alla minaccia che incombeva su Paolo e sugli altri cristiani. Dio aveva preservato la Sua opera e il Suo popolo, ancora una volta.

i. Adunanza in Atti 19:41 è la parola greca ekklesia, la stessa usata per “chiesa”. Era un termine non religioso usato per descrivere una riunione o un’associazione di persone.

© 2024 The Enduring Word Bible Commentary by David Guzik – ewm@enduringword.com

Categories: Italian Commentary

© Copyright 2018 - Enduring Word       |      Site Hosted & Maintained by Local View Marketing    |    Privacy Policy