Matteo 20 – Gesù Insegna sulla Grazia, la Grandezza e il Servizio
A. Parabola degli operai delle diverse ore.
1. (1-2) Gli operai di un padrone di casa presto al mattino.
«Il regno dei cieli, infatti, è simile a un padrone di casa, che di buon mattino uscì per prendere a giornata dei lavoratori e mandarli nella sua vigna. Accordatosi con i lavoratori per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna».
a. Il regno dei cieli, infatti, è simile a un padrone di casa: Come molte delle parabole di Gesù, questa storia racconta di un datore di lavoro e di coloro che lavorano per lui. Gesù usa questa storia per rispondere alla domanda di Matteo 19:27: Ecco, noi abbiamo abbandonato ogni cosa e ti abbiamo seguito; che ne avremo dunque? La Sua risposta arriva per gradi.
·Prima di tutto, c’è una promessa di ricompensa (Matteo 19:28).
·Successivamente, avverte che il modo in cui Dio distribuisce la ricompensa non è necessariamente il modo degli uomini (molti primi saranno ultimi e molti ultimi saranno primi, Matteo 19:30).
·Infine, abbiamo questa parabola che illustra il principio secondo cui il modo che Dio ha di ricompensare non rispecchia il modo in cui l’uomo conferisce le ricompense.
b. Per prendere a giornata dei lavoratori e mandarli nella sua vigna: Il padrone di casa si recò al mercato, che era il luogo in cui si radunavano i lavoratori a giornata. L’uomo che voleva lavorare si dirigeva subito lì la mattina presto, portandosi dietro i propri attrezzi, e attendeva che qualcuno lo assumesse.
c. Di buon mattino: Letteralmente “all’alba”, che solitamente si calcola fossero circa le 6 del mattino. Questi lavoratori, assunti proprio all’inizio della giornata lavorativa, acconsentirono a lavorare per un denaro al giorno, la paga giornaliera tipica di un operaio. Si trattava di un accordo del tutto regolare.
2. (3-7) Durante la giornata il padrone di casa continua ad assumere operai.
«Uscito poi verso l’ora terza, ne vide altri che stavano in piazza disoccupati. E disse loro: “Andate anche voi nella vigna e io vi darò ciò che è giusto”. Ed essi andarono. Uscito di nuovo verso l’ora sesta e l’ora nona, fece altrettanto. Uscito ancora verso l’undicesima ora, ne trovò altri che se ne stavano disoccupati e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far nulla?”. Essi gli dissero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna e riceverete ciò che è giusto”».
a. Uscito poi verso l’ora terza: L’ora terza corrispondeva circa alle 9 del mattino; l’ora sesta, circa a mezzogiorno; l’undicesima ora, circa alle 17. Durante la giornata il padrone di casa si recò più volte al luogo dove si radunavano gli operai, ne trovò alcuni in piazza senza far nulla e li prese con sé per lavorare nella sua vigna.
i. “Se le colture non fossero state raccolte prima dell’inizio delle piogge, sarebbero andate distrutte; per questo motivo, la mietitura era una corsa frenetica contro il tempo. Qualsiasi operaio sarebbe stato il benvenuto, pur potendo contribuire al lavoro per un’ora sola.” (Barclay)
ii. L’immagine ci parla di un padrone di casa che aveva una quantità inesauribile di lavoro per coloro che volevano lavorare. Si ha l’impressione che il padrone fosse sorpreso nel trovare delle persone a non far nulla, considerato che aveva abbondanza di lavoro da offrire loro.
iii. Spurgeon lo applica a noi in chiave spirituale: “Perché qualcuno di noi rimane senza far nulla nei confronti di Dio? Nulla ha ancora avuto il potere di impegnarci nel servizio sacro? Possiamo osare dire: ‘Nessuno ci ha presi a giornata?’”
b. Io vi darò ciò che è giusto… riceverete ciò che è giusto: Il padrone di casa aveva promesso ai primi operai il salario di una giornata (un denaro al giorno). Agli altri operai, assunti durante la giornata, non fu promessa una paga ben definita, solo ciò che è giusto. Promise di pagare equamente tutti gli operai giunti in seguito.
3. (8-10) Il padrone di casa paga i propri operai.
«Poi fattosi sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e paga loro il salario, cominciando dagli ultimi fino ai primi”. E, venuti quelli dell’undicesima ora, ricevettero ciascuno un denaro. Quando vennero i primi, pensavano di ricevere di più, ma ricevettero anch’essi un denaro per uno».
a. Chiama i lavoratori e paga loro il salario, cominciando dagli ultimi fino ai primi: Trattandosi di operai alla giornata, venivano pagati alla fine di ogni giorno. Giunto il tempo di retribuire gli operai, gli uomini assunti per ultimi furono pagati per primi – e ricevettero il compenso per una giornata intera di lavoro!
i. Gli uomini assunti all’undicesima ora – che avevano lavorato circa un’ora soltanto – erano ovviamente euforici di essere stati pagati per primi e per una giornata intera.
b. Pensavano di ricevere di più: Gli uomini che avevano lavorato per il padrone di casa per tutto il giorno, avendo visto gli operai che avevano lavorato solo un’ora ricevere il compenso, pensavano: “Se il padrone li ha pagati una giornata intera per una sola ora di lavoro, a noi sicuramente darà di più”.
i. L’ordine dei pagamenti fu importante. Se i primi operai fossero stati pagati prima, non avrebbero avuto il tempo di maturare l’aspettativa di ricevere una paga più alta. “Può darsi che i primi si siano sentiti feriti nella propria vanità per essere stati pagati dopo gli altri. Impiegarono il loro tempo di attesa per considerare la propria superiorità rispetto a quelli arrivati dopo.” (Spurgeon)
c. Ricevettero anch’essi un denaro per uno: Tuttavia, gli uomini assunti per primi – al mattino presto e che avevano lavorato tutto il giorno – ricevettero esattamente quanto il padrone di casa aveva promesso loro (un denaro al giorno, Matteo 20:2). Il padrone di casa mantenne esattamente la parola data, ma la loro supposizione di ricevere di più di quanto promesso fu delusa.
4. (11-15) La protesta dei primi operai.
«Nel riceverlo, mormoravano contro il padrone di casa, dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato solo un’ora, e tu li hai trattati come noi che abbiamo sopportato il peso e il caldo della giornata”. Ma egli, rispondendo, disse a uno di loro: “Amico, io non ti faccio alcun torto; non ti sei accordato con me per un denaro? Prendi ciò che è tuo e vattene; ma io voglio dare a quest’ultimo quanto a te. Non mi è forse lecito fare del mio ciò che voglio? O il tuo occhio è cattivo, perché io sono buono?”».
a. Mormoravano contro il padrone di casa: Dopo essere stati pagati, gli uomini ingaggiati per primi presentarono il proprio reclamo al padrone. Erano offesi che il padrone di casa avesse trattato gli uomini che avevano lavorato di meno come noi che abbiamo sopportato il peso e il caldo della giornata.
i. “Il compenso fu pagato dal sovrintendente, che rimase lì a godersi la scena.” (Bruce)
ii. È facile solidarizzare con quelli che avevano lavorato tutto il giorno. Questi avevano lavorato, mentre gli altri se n’erano stati senza far nulla. Avevano lavorato sopportando il caldo della giornata, mentre gli altri se n’erano stati riparati all’ombra. Ciononostante, ricevettero lo stesso compenso.
b. Amico, io non ti faccio alcun torto; non ti sei accordato con me per un denaro? Il padrone di casa ricordò loro di averli trattati con totale correttezza. Non aveva fatto loro alcun torno né aveva infranto nessuna promessa.
c. Io voglio dare a quest’ultimo quanto a te: Il padrone non fece nulla per spiegare perché l’avesse fatto, se non dire: “Io voglio”. Le ragioni alla base della generosità del padrone di casa dipendevano completamente dal padrone stesso e non da quelli che ricevevano.
d. Non mi è forse lecito fare del mio ciò che voglio? O il tuo occhio è cattivo, perché io sono buono? Il padrone li riprese per la loro invidia e per essersi risentiti della sua generosità verso gli altri. Affermò anche con forza il proprio diritto di fare ciò che voleva con quello che gli apparteneva.
i. L’“occhio cattivo” era un occhio geloso e invidioso. Il padrone di casa chiese se fossero gelosi a motivo della sua generosità verso gli altri. “L’‘occhio cattivo’ era un’espressione usata per far riferimento alla gelosia (cfr. Deuteronomio 15:9; 1 Samuele 18:9).” (Carson)
ii. “Malocchio era un’espressione in uso tra gli antichi Giudei per denotare un uomo o una disposizione d’animo invidiosa e bramosa; un uomo che si indignava per la prosperità del suo prossimo, che amava il proprio denaro e non avrebbe fatto nulla in nome della carità per amore di Dio.” (Clarke)
5. (16) Applicazione della parabola: il principio della ricompensa di Dio.
«Così gli ultimi saranno primi e i primi ultimi, perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
a. Così gli ultimi saranno primi e i primi ultimi: Pietro e i discepoli erano consapevoli di aver rinunciato a tanto per seguire Gesù. Pietro voleva sapere che cosa avrebbero ricevuto in cambio. Con questa parabola Gesù assicurò a Pietro e agli altri discepoli che saranno ricompensati – ma il principio “molti primi saranno ultimi e molti ultimi saranno primi” (Matteo 19:30) voleva dire che Dio potrebbe non ricompensare come l’uomo si aspetta – proprio come illustrato dalla parabola.
i. Alcuni pensano che questa parabola parli del modo in cui le persone vanno a Dio in diversi momenti della loro vita. Possono accostarsi a Dio all’inizio della loro vita, nella loro gioventù, in età adulta, nella vecchiaia o proprio alla fine. Altri ritengono che si riferisca al modo in cui il vangelo è apparso prima con Giovanni Battista, poi la predicazione di Gesù, in seguito la predicazione di Pentecoste, successivamente ai Giudei e infine ai gentili. È meglio intesa come una parabola sulla grazia e sulla ricompensa.
ii. I discepoli devono aspettarsi di essere ricompensati; non devono però rimanere sorpresi se, al momento della distribuzione delle ricompense, Dio premierà altri in modi inaspettati.
b. Gli ultimi saranno primi e i primi ultimi: Questa è l’essenza della grazia di Dio, quando Egli ricompensa e benedice l’uomo secondo la Sua volontà e il Suo desiderio, non necessariamente secondo ciò che gli uomini si meritano.
i. Il sistema della legge è facile da capire: avrai quello che ti meriti. Il sistema della grazia ci è invece estraneo: Dio ci tratta secondo chi è Lui, non secondo chi siamo noi.
ii. È importante notare che il padrone di casa non trattò nessuno ingiustamente, sebbene sia stato più generoso verso alcuni e meno verso altri. Possiamo stare certi che Dio, mai e poi mai, sarà ingiusto nei nostri confronti, benché Egli possa – in accordo al Suo proposito e desiderio – conferire maggiore benedizione a qualcun altro che sembra meno meritevole.
iii. Il punto non è che tutti avranno la stessa ricompensa, anche se tutto il popolo di Dio andrà nello stesso cielo (dove ognuno verrà ricompensato in misura diversa). Il punto è che Dio dà la ricompensa secondo il principio della grazia e per questo dovremmo aspettarci delle sorprese. Egli non sarà mai meno che giusto, ma si riserva il diritto di essere più che giusto a Suo piacimento. La grazia di Dio opera sempre con giustizia.
iv. Questa parabola non è un’illustrazione perfetta della grazia di Dio, essendoci la presenza del principio di lavorare e meritare. La grazia di Dio non ci dà più benedizione di quanta ne meritiamo – ci dà la benedizione completamente a prescindere dal principio di merito.
v. Vivere sotto la grazia è un po’ come una spada a due tagli. Sotto la grazia non possiamo andare a Dio lamentandoci: “Non merito di più?”, perché Dio risponderebbe: “Stai dicendo che vuoi davvero che io ti dia quello che meriti?”
vi. La grazia dovrebbe manifestarsi soprattutto nel nostro servizio, che è basato sulla grazia, non sulle opere.
·Tutto il nostro servizio è già dovuto a Dio; appartiene a Lui.
·La capacità di servire Dio è un dono della Sua grazia.
·La chiamata a servire Dio è un dono della Sua grazia.
·Ogni opportunità di servire è un dono della Sua grazia.
·Avere lo stato d’animo giusto per compiere l’opera del Signore è un dono della Sua grazia.
·Il successo nel servizio a Dio è un dono della Sua grazia.
vii. “La mia ultima parola per i figli di Dio è questa: che importa, dopotutto, se siamo i primi o se siamo gli ultimi? Non fossilizziamoci troppo su questo, perché tutti noi partecipiamo all’onore dato a ciascuno. Quando ci convertiamo, diventiamo membra del corpo vivente di Cristo; crescendo nella grazia e comprendendo il vero spirito che permea quel corpo, diremo, quando un suo membro sarà onorato: ‘Questo onore è per noi’… Se un fratello sarà grandemente onorato da Dio, mi sentirò onorato in suo onore. Se Dio benedirà tuo fratello e lo renderà dieci volte più utile di te, allora sappi che starà benedicendo te – benedicendo non lui solo, ma anche te. Se la mia mano sorregge qualcosa, il mio piede non dice: ‘Ah, ma a me non è stato dato nulla!’ No, perché se la mia mano ha qualcosa, lo ha anche il mio piede; appartiene a tutto il mio corpo.” (Spurgeon)
c. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti: Queste parole furono pronunciate nel contesto di questa illustrazione di grazia. Gesù enfatizzò che sia la chiamata che l’elezione di Dio si basano sulla Sua grazia – soprattutto la Sua elezione.
B. Gesù insegna sullo status nel regno.
1. (17-19) Gesù rivela di nuovo la sorte che Lo attende a Gerusalemme.
Poi, mentre Gesù saliva a Gerusalemme, strada facendo, prese in disparte i dodici discepoli e disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà dato in mano dei capi dei sacerdoti e degli scribi, ed essi lo condanneranno a morte. Lo consegneranno poi nelle mani dei gentili perché sia schernito, flagellato e crocifisso; ma il terzo giorno egli risusciterà».
a. Ecco, noi saliamo a Gerusalemme: Non fu una sorpresa per i discepoli. Sebbene Gesù non lo avesse detto esplicitamente, era chiaro dai loro spostamenti verso sud dalla Galilea in prossimità della festa di Pasqua che Gesù e i discepoli sarebbero stati a Gerusalemme in occasione della Pasqua.
b. Il Figlio dell’uomo sarà dato in mano: Gesù parlò di nuovo ai Suoi discepoli di ciò che Lo attendeva a Gerusalemme, ma non si fa accenno alla reazione dei discepoli. Ci si sarebbe potuta aspettare una reazione, soprattutto quando Gesù disse che sarebbe stato dato in mano (tradito, NKJV) dei capi dei sacerdoti e degli scribi.
i. “Questo disse in presenza del discepolo che avrebbe agito da traditore: nessuna compunzione visitò il suo vile cuore?” (Spurgeon)
ii. “E ancora viene tradito! Se il vangelo muore in Inghilterra, scrivete sulla sua tomba: ‘Tradito’. Se le nostre chiese perdono la loro santa influenza tra gli uomini, scrivete su questi: ‘Traditi’. Perché ci preoccupiamo degli infedeli? Perché ci preoccupiamo di coloro che maledicono e bestemmiano? Non possono fare del male a Cristo. Le Sue ferite sono quelle che Egli riceve in casa dei Suoi amici.” (Spurgeon)
iii. A quanto pare, i discepoli non ascoltavano realmente Gesù mentre Egli diceva queste cose. Poiché la loro aspettativa era così focalizza sul fatto che Gesù avrebbe stabilito immediatamente un regno politico e poiché le Sue parole erano così contrarie a questa aspettativa, i discepoli semplicemente non compresero le Sue parole.
iv. “Ma Luca dice: essi non compresero nulla di tutto ciò; ovvero, sicuramente non credettero a nulla di tutto ciò, il parlare era per loro oscuro.” (Poole)
v. “Quando nostro Signore disse ai dodici che sarebbe dovuto morire, immaginavano che si trattasse di una parabola, che celava un profondo mistero. Si guardavano l’un l’altro e cercavano di scandagliare lì dove non c’era profondità, quando invece la verità si trovava in superficie.” (Spurgeon)
vi. Spesso è più angosciante contemplare un futuro doloroso che viverlo realmente. Gesù riconosceva apertamente la sofferenza e l’agonia che Lo attendevano. Pensava a come avrebbe compiuto la volontà di Suo Padre nel futuro. Fu importante per Lui considerare la prova imminente, pensare e dire: “Porterò a termine ciò che il Padre mio mi ha dato da fare. Ubbidirò fino alla fine”.
c. Sarà dato in mano… lo condanneranno a morte. Lo consegneranno poi nelle mani dei gentili perché sia schernito, flagellato e crocifisso; ma il terzo giorno Egli risusciterà: Gesù fu incredibilmente dettagliato nell’annuncio del Suo destino, predicendo molte cose delle quali sembrava non avere alcun controllo.
i. Sarà dato in mano: Logicamente, Gesù avrebbe potuto essere consegnato alle autorità religiose anche senza averlo predetto. Senza dubbio non fu Lui a organizzare il Suo stesso tradimento, ma disse con certezza che ciò sarebbe avvenuto.
ii. Essi lo condanneranno a morte: Gesù preannunciò con sicurezza che i capi religiosi lo avrebbero condannato a morte; tuttavia, non si trattava di qualcosa che poteva pianificare.
iii. Lo consegneranno poi nelle mani dei gentili: Gesù era consapevole che i capi religiosi dei Giudei non avevano l’autorità di applicare la pena capitale; eppure, nonostante questa proibizione, giustiziavano a volte degli uomini (Atti 7:54-60). Gesù era comunque certo che sarebbe stato consegnato nelle mani dei gentili.
iv. Perché sia schernito, flagellato: Gesù predisse questi aspetti specifici della Sua imminente agonia – cosa che a livello umano non avrebbe potuto organizzare. “Gli strapparono i capelli, gli percossero le guance, gli sputarono in viso. Lo scherno non si sarebbe potuto spingere oltre. Fu un disprezzo crudele, aspro e maledetto.” (Spurgeon)
v. E crocifisso: La crocifissione non è l’unico modo in cui i criminali venivano giustiziati dai Romani, ma Gesù sapeva che sarebbe stato messo a morte in questo modo. “Questo è il primo accenno alle dinamiche della morte di Gesù e al ruolo che i gentili ebbero in essa (solo i Romani potevano crocifiggere le persone).” (Carson)
vi. Nel suo insieme, l’intera immagine raffigura grande sofferenza.
·Sofferenza per la slealtà degli amici.
·Sofferenza per l’ingiustizia.
·Sofferenza per gli insulti intenzionali.
·Sofferenza per il dolore fisico.
·Sofferenza per la grande umiliazione e degradazione.
vii. Ma il terzo giorno Egli risusciterà: La cosa più importante è che si trattava di qualcosa su cui Gesù non aveva alcun controllo apparente. Ciononostante, annunciò con fiducia ai Suoi discepoli che ciò sarebbe accaduto.
2. (20-21) La madre di Giacomo e Giovanni chiede una posizione speciale per i propri figli.
Allora la madre dei figli di Zebedeo si accostò a Lui con i suoi figli, si prostrò e gli chiese qualche cosa. Ed Egli le disse: «Che vuoi?». Ella rispose: «Ordina che questi miei due figli siedano l’uno alla Tua destra e l’altro alla sinistra nel Tuo regno».
a. La madre dei figli di Zebedeo si accostò a Lui: La madre di Giacomo e di Giovanni (Matteo 4:21) si avvicinò con una richiesta che avrebbe reso orgogliosa una madre e molto felici i suoi figli.
i. “Era un membro regolare del gruppo dei discepoli che accompagnava Gesù (Matteo 27:56), perciò il suo coinvolgimento nell’idea ambiziosa dei suoi figli non è proprio una sorpresa.” (France)
b. Ordina che questi miei due figli siedano: Facendo richiesta a nome dei figli (nota a chi Gesù rivolge la propria risposta in Matteo 20:22-23), la donna desiderava per loro delle posizioni di spicco nel governo messianico di Gesù.
i. “La ‘destra’ e la ‘sinistra’ indicano prossimità alla persona del Re e quindi una partecipazione al suo prestigio e potere.” (Carson)
ii. “La promessa di Matteo 19:28 fa da sottofondo a questa richiesta; i ‘troni’ sono già assicurati, lasciando così solo la questione della precedenza.” (France)
3. (22-23) Gesù risponde a Giacomo e a Giovanni: quando chiedete una posizione speciale, sapete cosa chiedete?
E Gesù, rispondendo, disse: «Voi non sapete ciò che domandate; potete voi bere il calice che io sto per bere, ed essere battezzati del battesimo di cui io sarò battezzato?». Essi gli dissero: «Sì, lo possiamo». Allora egli disse loro: «Voi certo berrete il mio calice e sarete battezzati del battesimo di cui io sarò battezzato; ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo, ma è riservato a coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio».
a. Potete voi bere il calice che io sto per bere: La loro risposta (“Sì, lo possiamo”) sembra data troppo frettolosamente. Gesù si rendeva conto che non avevano capito veramente, ma l’avrebbero capito in seguito.
i. “Ma questi uomini si addormentarono nel Getsemani, abbandonarono il loro Maestro quando fu arrestato e almeno uno di loro Lo deluse quando era sulla croce… possiamo seguire Cristo nel Suo calice e nel Suo battesimo solo dopo essere stati rivestiti dello Spirito di Pentecoste.” (Meyer)
b. Voi certo berrete il mio calice e sarete battezzati del battesimo di cui io sarò battezzato: Sia Giacomo che Giovani dovevano essere battezzati nella sofferenza come Gesù, ma i loro “calici” e i loro “battesimi” erano differenti. Giacomo fu il primo martire tra gli apostoli e Giovanni fu l’unico apostolo a non morire per martirio – e non perché nessuno non ci avesse provato.
i. Giacomo doveva essere pronto ad essere il primo a morire tra i discepoli; Giovanni doveva essere pronto a vivere la vita cristiana e la testimonianza più a lungo di tutti loro. “Una volta fu ritrovata una moneta romana con sopra l’immagine di un bue; il bue era rivolto verso due cose – un altare e un aratro; e l’iscrizione diceva: ‘Pronto per entrambi’.” (Barclay)
ii. Questo è un buon esempio di come la parola battesimo abbia il significato di “immersione” o di essere “inghiottito”.
c. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo: Gesù mostrò qui una straordinaria sottomissione al Padre. Non si arrogò nemmeno il diritto di scegliere come i Suoi servi sarebbero stati ricompensati, ma lo riservò a Suo Padre.
i. “Egli viene per fare non la propria volontà, ma la volontà di Colui che lo ha mandato; perciò, giustamente dice dei ranghi nel Suo regno: “Non sta a me concederlo”. Quanto a fondo è andato nostro Signore per abbassarsi per amor nostro. Nel mettere da parte l’autorità, Egli muove un rimprovero silenzioso al nostro egocentrismo.” (Spurgeon)
4. (24-28) La reazione dei discepoli; Gesù presenta la vera grandezza.
All’udire ciò, gli altri dieci si indignarono contro i due fratelli. E Gesù, chiamatili a sé, disse: «Voi sapete che i sovrani delle nazioni le signoreggiano e che i grandi esercitano il potere su di esse, ma tra di voi non sarà così; anzi chiunque tra di voi vorrà diventare grande sia vostro servo; e chiunque tra di voi vorrà essere primo sia vostro schiavo. Poiché anche il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti».
a. Gli altri dieci si indignarono: Gli altri dieci discepoli pensarono erroneamente che un onore speciale fosse appena stato concesso a Giacomo e Giovanni. Non sapevano che Gesù avrebbe potuto promettere la sofferenza a venire a chiunque di loro (se davvero l’avessero voluto!).
i. “L’indignazione dei dieci, indubbiamente, non scaturì dall’umiltà, bensì dalla gelosia e dalla paura di perdere qualcosa.” (Carson)
b. Ma tra di voi non sarà così: Il loro desiderio di posizione e status era la dimostrazione che non avevano ancora compreso la natura di Gesù per quanto riguarda la leadership e il potere. I sovrani delle nazioni le signoreggiano, ma dovrebbe essere diverso nel popolo di Dio.
i. Ma tra di voi non sarà così è un rimprovero pungente al modo in cui la chiesa odierna guarda al mondo sia per la sostanza che per lo stile. Chiaramente, la chiesa non deve agire allo stesso modo del mondo.
c. Chiunque tra di voi vorrà diventare grande sia vostro servo: Nella comunità del Regno, lo status, il denaro e la popolarità non dovrebbero mai essere dei prerequisiti per la leadership. L’umile servizio è il grande prerequisito, come mostrato dallo stesso ministero di Gesù.
i. “Nel mondo pagano l’umiltà era considerata non tanto come una virtù, ma come una debolezza. Immaginate uno schiavo a cui viene affidato il comando!” (Carson)
d. Poiché anche il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire: Il vero ministero è svolto per il beneficio di coloro a cui si ministra, non per il beneficio del ministro. Molti sono nel ministero per quello che possono ricevere (materialmente o emotivamente) dalle persone intorno a loro, invece che per quello che possono dare.
i. “Egli non riceveva nulla dagli altri; la Sua era una vita incentrata sul dare, sul dare persino la propria vita… Nessun servizio è più grande del redimere i peccatori con la propria morte, nessun ministero è più umile del morire al posto dei peccatori.” (Spurgeon)
ii. “Egli non viene per essere servito, ma per servire. Non ti sta bene, povero peccatore – a te che non Lo hai mai servito, a te che, così come sei, non potresti ministrare a Lui? Ebbene, Egli non è venuto per ricevere il tuo servizio; è venuto per offrire a te i Suoi servizi; non perché tu gli renda onore per primo, ma affinché Egli ti mostri misericordia.” (Spurgeon)
e. E per dare la Sua vita come prezzo di riscatto per molti: La morte di Gesù – il dono della Sua vita – ha acquistato la libertà del Suo popolo. In altre parole, il Suo popolo era ridotto in schiavitù e Lui ha pagato il loro prezzo.
i. Il riscatto “era usato il più delle volte come prezzo d’acquisto pagato per liberare gli schiavi.” (Carson) “Lytron (‘riscatto’) e la preposizione anti (‘per’, letteralmente ‘al posto di’) sono indicazione chiara del fatto che Egli ‘ha preso il nostro posto’.” (France)
ii. Queste parole dette da Gesù hanno dato origine a una questione teologica antica e complicata: a chi Gesù ha pagato il riscatto? Origene diceva che si trattava del diavolo; Gregorio Nisseno obiettò che così si metteva il diavolo allo stesso livello di Dio e gli si concedeva di dettare le proprie condizioni a Dio. Gregorio Magno affermava che Gesù era come un amo con un’esca con lo scopo di far abboccare Satana, mentre Pietro Lombardo sosteneva che la croce era come una trappola per topi per catturare il diavolo, adescato con il sangue di Cristo. Tutto ciò porta all’estremo l’immagine semplice data da Gesù. “Un riscatto è una somma pagata o data per liberare un uomo da una situazione dalla quale è impossibile che si liberi da solo.” (Barclay)
iii. “Se tutti i peccatori che sono mai vissuti nel mondo fossero stati relegati all’inferno, non avrebbero potuto soddisfare le pretese della giustizia. Dovrebbero ancora continuare a sopportare il flagello del crimine che non hanno mai potuto espiare. Ma il Figlio di Dio, unendo l’infinita maestà della Sua Deità alla perfetta capacità di soffrire come un uomo, offrì un’espiazione di un valore tanto inestimabile da estinguere in maniera assoluta e per intero il debito del Suo popolo.” (Spurgeon)
iv. “La maggior parte degli studiosi vedono anche nei ‘molti’ un chiaro riferimento a Isaia.” (Carson) Per la sua conoscenza, il giusto, il mio servo, renderà giusti molti, perché si caricherà delle loro iniquità (Isaia 53:11). È stato annoverato fra i malfattori; Egli ha portato il peccato di molti (Isaia 53:12).
C. Gesù guarisce due uomini ciechi.
1. (29-31) Due ciechi attirano l’attenzione di Gesù.
Mentre essi uscivano da Gerico, una grande folla li seguì. Ed ecco, due ciechi che sedevano lungo la strada, avendo udito che Gesù passava, si misero a gridare dicendo: «Abbi pietà di noi, Signore, Figlio di Davide». Ma la folla li sgridava perché tacessero; essi però gridavano ancora più forte dicendo: «Abbi pietà di noi, Signore, Figlio di Davide!».
a. Avendo udito che Gesù passava: Sapevano che questa poteva essere la loro ultima occasione di incontrare Gesù. Avevano la disperazione che si addice a coloro che sanno che oggi è il giorno della salvezza.
i. “È la fine del resoconto del ministero itinerante di Gesù, la cui ambientazione, mentre uscivano da Gerico, indica la prossima città sul loro cammino, Gerusalemme.” (France)
b. Abbi pietà di me, Signore, Figlio di Davide! La determinazione di questi uomini era incredibile; volevano disperatamente essere guariti e ignoravano la folla che cercava di zittirli (essi però gridavano ancora più forte).
i. “Quando il mondo e il diavolo cominciano a sgridare, come in questo caso, è la prova che la salvezza di Dio è vicina; perciò, lasciate che gridino ancora più forte.” (Clarke)
c. Signore, Figlio di Davide: Tuttavia, nella loro disperazione glorificarono Gesù. Gli resero il massimo onore con questo titolo.
2. (32-34) Gesù guarisce i due ciechi.
Allora Gesù, fermatosi, li chiamò e disse: «Che volete che io vi faccia?». Essi gli dissero: «Signore, che i nostri occhi si aprano!». E Gesù, mosso a pietà, toccò i loro occhi; e all’istante i loro occhi recuperarono la vista e lo seguirono.
a. Gesù, fermatosi: Niente poteva fermarlo nel Suo viaggio verso Gerusalemme, eppure si fermò per rispondere a una persistente supplica di misericordia.
b. Che volete che io vi faccia? Si tratta di una domanda meravigliosa e semplice che Dio non ha mai smesso di chiedere. A volte rinunciamo a ciò che Dio vorrebbe darci, semplicemente perché non rispondiamo a questa domanda, e non abbiamo perché non domandiamo (Giacomo 4:2).
i. Gesù pose questa domanda con la piena consapevolezza della cecità dei due uomini. Sapeva ciò di cui avevano bisogno e ciò che volevano, ma Dio vuole comunque che Gli diciamo i nostri bisogni come espressione costante della nostra fiducia e dipendenza da Lui.
c. E all’istante… lo seguirono: Che grande risultato! Non solo furono guariti, ma seguirono anche Colui che aveva fatto grandi cose per loro.
i. “Lettore, chiunque tu sia, agisci per conto della tua anima come fecero quei ciechi per conto della propria vista, e la tua salvezza sarà sicura. Rivolgiti al Figlio di Davide; non perdere un istante; sta passando e tu ti stai dirigendo verso l’eternità, e probabilmente non avrai un’opportunità più favorevole di questa. Che il Signore accresca la tua determinazione e la tua fede!” (Clarke)
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