Romani 3 – Giustificati Gratuitamente per la Sua Grazia
A. La giustizia dei giudizi di Dio.
1. (1-2) Il vantaggio dei giudei.
Qual è dunque il vantaggio del Giudeo, o qual è l’utilità della circoncisione? Grande in ogni maniera; prima di tutto perché gli oracoli di Dio furono affidati a loro.
a. Qual è dunque il vantaggio del Giudeo: Paolo ha spiegato accuratamente in Romani 2 che possedere la legge o la circoncisione non salverà il giudeo. Se questo è il caso, allora qual è il vantaggio dell’essere “la nazione prescelta di Dio”?
i. Dopo tutto, se presso Dio non v’è parzialità (Romani 2:11), qual è il beneficio dell’essere giudeo?
b. Grande in ogni maniera: Paolo sa che Dio diede al popolo ebreo molti vantaggi. In particolare, Egli affidò loro gli oracoli di Dio, la rivelazione scritta di Dio prima dell’epoca di Gesù. Egli diede al popolo ebraico la Sua Parola, un dono indescrivibile.
i. “Questo era il loro privilegio principale, ovvero di essere custodi della biblioteca di Dio, di aver ricevuto in affidamento questo tesoro celeste.” (Trapp)
ii. Più avanti Paolo approfondirà l’idea del vantaggio dei giudei in Romani 9:4, spiegando che Israele aveva ricevuto anche l’adozione, la gloria, i patti, la promulgazione della legge, il servizio divino e le promesse.
2. (3-4) L’incredulità dei giudei non fa di Dio un bugiardo.
Che dire allora? Se alcuni sono stati increduli, la loro incredulità annullerà forse la fedeltà di Dio? Non sia mai; anzi, sia Dio verace e ogni uomo bugiardo, come sta scritto:
«Affinché tu sia giustificato nelle tue parole
E vinca quando sei giudicato».
a. Che dire allora? Se alcuni sono stati increduli: Il rifiuto dell’evangelo da parte dei giudei come nazione non significava che la fedeltà di Dio verso di loro fosse stata vana. Non significava che l’opera di Dio fosse inutile o che fosse stata annullata.
i. “Devo affermare insieme a Paolo che ‘se alcuni sono stati increduli’ non è un concetto nuovo, perché ci sono sempre stati coloro che hanno respinto la rivelazione di Dio. E quindi? Tu ed io faremmo meglio a credere, testare in prima persona e comprovare la fedeltà di Dio e vivere per Cristo nostro Signore, sebbene vediamo dubitare altri, altri e poi altri ad infinitum. L’evangelo non è un fallimento, come molti di noi sappiamo.” (Spurgeon)
b. Non sia mai; anzi, sia Dio verace e ogni uomo bugiardo: Paolo ci ricorda che Dio sarà giustificato in tutte le Sue azioni. Alla fine, verrà dimostrato che anche la nostra iniquità, in qualche modo, proclamava la Sua giustizia e gloria, anche se solo in vista del giudizio.
i. “Se qualcuno dovesse dire che la promessa di Dio è venuta meno nei suoi confronti, questi dovrebbe esaminare il proprio cuore e le proprie vie, in modo da constatare che è stato lui ad allontanarsi dalla via in cui Dio, coerentemente con la Sua santità e verità, avrebbe adempiuto la promessa.” (Clake)
ii. Riguardo a sia Dio verace e ogni uomo bugiardo, Spurgeon dice: “È un’espressione strana, di impatto, ma non troppo. Se Dio dice una cosa ed ogni uomo nel mondo ne dice un’altra, Dio è verace e tutti gli uomini bugiardi. Dio dice la verità, non può mentire. Dio non cambia; la Sua parola, come Lui stesso, è immutabile. Dobbiamo credere alla verità di Dio anche se nessun altro ci crede. Il consenso generale della gente non significa nulla per un cristiano, il quale crede nella Parola di Dio, che ha più valore per lui dell’opinione universale degli uomini”.
3. (5) Un’obiezione riguardo all’ingiustizia dell’uomo e alla giustizia di Dio.
Ora se la nostra ingiustizia fa risaltare la giustizia di Dio, che diremo? Dio è ingiusto quando dà corso alla sua ira? (Io parlo da uomo).
a. Ora se la nostra ingiustizia fa risaltare la giustizia di Dio, che diremo? Paolo presenta la contro-argomentazione dell’oppositore: “Se la mia ingiustizia fa risaltare la giustizia di Dio, come può Dio giudicami? Il mio peccato, in definitiva, serve per portargli ancora più gloria, e questa è una cosa buona!”
b. Dio è ingiusto quando dà corso alla Sua ira? Paolo conosceva la mentalità che diceva: “Dio ha il controllo su ogni cosa. Anche la mia malvagità farà risaltare la Sua giustizia. Perciò, Dio è ingiusto nell’infliggere la Sua ira su di me, perché sono solamente una pedina nelle Sue mani”.
i. In teoria, l’esempio più eclatante di qualcuno che potrebbe fare questa domanda è Giuda. Riesci a sentire Giuda che perora la propria causa? “Signore, so di aver tradito Gesù, ma Tu hai usato il mio tradimento per il bene. Infatti, se non avessi fatto ciò che ho fatto, Gesù non sarebbe affatto andato in croce. Quello che ho fatto adempie addirittura anche le Scritture. Come puoi giudicarmi?” La risposta a Giuda potrebbe essere qualcosa di simile a questo: “Sì, Dio ha usato la tua malvagità, ma era pur sempre la tua malvagità. Non c’era alcuna motivazione buona o pura nel tuo cuore. Tu non hai alcun merito nel bene che Dio ha ricavato dal tuo male. Tu sei colpevole davanti a Dio”.
c. Io parlo da uomo: Ciò non significa che Paolo manca dell’ispirazione dello Spirito Santo e dell’autorità apostolica. Piuttosto, spiega che solamente da uomo – un uomo decaduto – qualcuno ardirebbe mettere in dubbio il giudizio di Dio.
4. (6-8) La risposta di Paolo all’obiezione mossa.
Niente affatto! Altrimenti, come giudicherebbe Dio il mondo? Per cui se la verità di Dio per la mia menzogna è sovrabbondata alla sua gloria, perché sono io ancora giudicato un peccatore? E perché non dire come alcuni calunniandoci affermano che noi diciamo: «Facciamo il male affinché ne venga il bene»? La condanna di costoro è giusta.
a. Niente affatto! Altrimenti, come giudicherebbe Dio il mondo? Paolo respinge facilmente la domanda del suo oppositore. Se le cose fossero come afferma l’oppositore, allora Dio non potrebbe giudicare nessuno.
i. È vero che Dio userà anche l’ingiustizia dell’uomo per adempiere la Sua opera e portare lode al Suo nome – il tradimento di Giuda ne è un esempio perfetto. Tuttavia, parte del modo in cui Dio glorifica sé stesso nel peccato dell’uomo è giudicando con giustizia quell’ingiustizia.
b. Come giudicherebbe Dio il mondo? Sia per Paolo che per i suoi lettori, l’arrivo del giorno del giudizio era scontato, giorno nel quale alcuni saranno assolti e altri condannati. Non aveva bisogno di contestare questo punto perché era già sottinteso in quella cultura.
i. Paolo comprendeva che Dio avrebbe giudicato il mondo, sia gentili che giudei. Ai tempi di Paolo, molti dei giudei pensavano che Dio avrebbe condannato i gentili per il loro peccato, ma avrebbe salvato i giudei nonostante il loro peccato.
c. Per cui se la verità di Dio per la mia menzogna è sovrabbondata alla sua gloria, perché sono io ancora giudicato un peccatore? Paolo menziona di nuovo l’obiezione di un interlocutore immaginario: “Se Dio glorificherà sé stesso attraverso la mia menzogna, come può Egli giudicarmi, visto che contribuisco indirettamente ad accrescere la Sua gloria?”
d. Facciamo il male affinché ne venga il bene: Questa era una distorsione della dottrina di Paolo della giustificazione per fede e un’estensione dell’obiezione del suo interlocutore immaginario. Se prendiamo troppo in considerazione il pensiero dell’avversario di Paolo, finiremo per dire: “Pecchiamo a più non posso affinché Dio possa essere glorificato ancora di più”. Questo ci mostra che un modo per esaminare un insegnamento è di estenderne il significato e le sue conseguenze, e vedere dove conduce.
i. Ovviamente, facciamo il male affinché ne venga il bene non era l’insegnamento di Paolo. Alcuni calunniandolo affermavano che questo era ciò che insegnava. Eppure, è possibile vedere come questa accusa fosse stata lanciata, sebbene Paolo predicasse il perdono e la salvezza per grazia mediante la fede in Gesù, e non per le opere.
ii. Gran parte della predicazione cristiana è così lontana dal vero vangelo della grazia gratuita predicato da Paolo che non esiste alcun modo in cui si possa affermare calunniando che egli insegnava “facciamo il male affinché ne venga il bene”. Se a volte ci troviamo di fronte all’accusa di predicare un evangelo “troppo aperto” e troppo incentrato sulla fede, la grazia e l’opera di Dio, allora ci troviamo in buona compagnia di Paolo.
e. La condanna di costoro è giusta: Paolo non risponde nemmeno ad una tale distorsione assurda dell’evangelo. Dice semplicemente di coloro che insegnano queste cose o accusano Paolo di insegnarle che la condanna di costoro è giusta. Dio giustamente condanna chiunque creda o insegni tali cose.
i. Trasformare il glorioso dono gratuito di Dio in Gesù in una presunta autorizzazione a peccare è forse l’apice della depravazione umana, la quale prende il più bel dono di Dio, lo perverte e lo ridicolizza. È una perversione così peccaminosa che Paolo la lascia per ultima, perché va oltre la depravazione del pagano (Romani 1:24-32), oltre l’ipocrisia del moralista (Romani 2:1-5) e oltre la falsa fiducia del giudeo (Romani 2:17-29).
B. Conclusione: la colpevolezza universale dell’umanità davanti a Dio.
1. (9) La colpevolezza del giudeo e del gentile davanti a Dio.
Che dunque? Abbiamo noi qualche superiorità? Niente affatto! Abbiamo infatti dimostrato precedentemente che tanto Giudei che Greci sono tutti sotto peccato,
a. Abbiamo noi qualche superiorità? Niente affatto: Essendo Paolo Giudeo sia di nascita che di discendenza (Filippesi 3:4-6), quando egli dice “noi” intende “noi Giudei”. Il punto è che il Giudeo non è per natura più giusto del pagano o del moralista davanti a Dio. Paolo dimostra che il pagano, il moralista e il Giudeo sono tutti sotto peccato e sotto condanna.
b. Sotto peccato: È un’espressione potente che parla della nostra schiavitù al peccato e significa letteralmente “venduto al peccato”. Per natura ogni persona sa cosa vuol dire essere schiava del peccato, tanto Giudei che Greci.
i. “Sotto la potenza del peccato, ma principalmente sotto la colpa del peccato.” (Poole)
ii. Morris commenta così sotto peccato: “Egli considera il peccato come un tiranno, essendo i peccatori ‘sotto’ di esso (la Bibbia di Gerusalemme legge ‘sotto il dominio del peccato’); non sono in grado di liberarsene”.
2. (10-18) L’Antico Testamento testimonia della depravazione e della colpevolezza universale dell’umanità.
Come sta scritto:
«Non c’è alcun giusto, neppure uno.
Non c’è alcuno che abbia intendimento,
Non c’è alcuno che ricerchi Dio.
Tutti si sono sviati,
Tutti quanti sono divenuti inutili;
Non c’è alcuno che faccia il bene, neppure uno.
La loro gola è un sepolcro aperto,
Con le loro lingue hanno tramato inganni,
C’è un veleno di aspidi sotto le loro labbra;
La loro bocca è piena di maledizione e di amarezza;
I loro piedi sono veloci per spandere il sangue;
Sulle loro vie c’è rovina e calamità,
E non hanno conosciuto la via della pace;
Non c’è il timore di Dio davanti ai loro occhi».
a. Non c’è alcun giusto, neppure uno: Tutte queste citazioni dai Salmi (Salmi 14:1-3; 5:9; 140:3; 10:7 e 36:1) e da Isaia 59:7-8 sostengono questa dichiarazione iniziale.
i. Paolo guarda la condizione umana dall’alto verso il basso. Inizia dalla testa fino ad arrivare ai piedi. Warren Wiersbe chiama questo passaggio “una radiografia del peccatore perduto, dalla testa ai piedi”.
ii. Questo sguardo alla condizione umana è deprimente. Qual è il punto? L’Apostolo Paolo vuole che realizziamo la nostra completa incapacità di salvare noi stessi. La caduta coinvolge ogni parte dell’essere umano e l’elenco delle parti del corpo, corrotte dalla caduta, ne è la dimostrazione.
b. Non c’è alcun giusto, neppure uno: Quando Dio non trova alcun giusto, è perché non ce n’è nemmeno uno. Non è Dio a non riuscire a trovarne. Non c’è mai stato nessuno veramente giusto al di fuori di Gesù Cristo. “Neanche Adamo era giusto: era innocente, solo perché non conosceva il bene e il male.” (Newell)
c. Non c’è alcuno che ricerchi Dio: Inganniamo noi stessi se pensiamo che l’uomo, da sé stesso, ricerchi veramente Dio. In realtà, tutte le religioni, i rituali e le pratiche non dimostrano che l’uomo è alla ricerca di Dio fin dall’inizio? Niente affatto. Se è l’uomo ad innescare la ricerca, allora non sta cercando il vero Dio, il Dio della Bibbia. Piuttosto, sta ricercando un idolo che si è creato da sé.
i. “Ti sei addentrato in questa forma di adorazione, ma non hai cercato Dio. Sono stanco di questa religiosità vuota. La vediamo ovunque; non è comunione con Dio, non è avvicinarsi a Dio; infatti, Dio non è per niente lì.” (Spurgeon)
d. Tutti quanti sono divenuti inutili: La parola inutili dà l’idea di frutta marcia. Parla di qualcosa che è sempre stato malsano e, quindi, inutile.
e. La loro gola è un sepolcro aperto: Attraverso questi riferimenti ai Salmi, Paolo annuncia sostanzialmente la colpevolezza di ogni parte del corpo dell’uomo. La gola, la lingua, le labbra, la bocca, i piedi e gli occhi sono ricolmi di peccato e ribellione contro Dio.
i. I loro piedi sono veloci per spandere il sangue: “Per maggiori dettagli, leggete i vostri quotidiani!” (Newell). Per esempio, il Los Angeles Times riportò che nel 1992 gli omicidi avevano raggiunto il valore record di 800 nella contea di Los Angeles.
f. Non c’è il timore di Dio davanti ai loro occhi: Questo riassume tutto il pensiero. Ogni peccato e ribellione contro Dio scaturisce dalla mancanza di giusto rispetto verso di Lui. Lì dove c’è peccato, non c’è il timore di Dio.
i. Giovanni Calvino scrive circa il timore di Dio: “In breve, è come una briglia per frenare la nostra malvagità; perciò, quando manca, sentiamo la libertà di dare sfogo a qualsiasi tipo di dissolutezza”.
3. (19-20) In sintesi: la legge non può salvarci dal nostro peccato e dalla punizione che merita.
Or noi sappiamo che tutto quello che la legge dice, lo dice per coloro che sono sotto la legge, affinché ogni bocca sia messa a tacere e tutto il mondo sia sottoposto al giudizio di Dio, perché nessuna carne sarà giustificata davanti a lui per le opere della legge; mediante la legge infatti vi è la conoscenza del peccato.
a. Tutto quello che la legge dice: Paolo sottolinea che questa descrizione terrificante della totale peccaminosità dell’uomo deriva dalla legge ed è intesa per coloro che sono sotto la legge, per zittire ogni critico e dimostrare la colpevolezza universale dell’umanità – affinché tutto il mondo sia sottoposto al giudizio di Dio.
i. “Potremmo aggiungere che, sebbene tutti i vizi qui elencati non siano presenti cospicuamente in ogni individuo, si possono comunque attribuire giustamente e realmente alla natura umana, così come abbiamo già osservato.” (Calvino)
b. Lo dice per coloro che sono sotto la legge: Se Dio ha parlato in questo modo a coloro che avevano la legge e che provavano a mettere in pratica la legge, è evidente che nessuna carne sarà giustificata davanti a lui per le opere della legge.
i. Dobbiamo ricordare che molti Giudei ai tempi di Paolo prendevano ogni passaggio dell’Antico Testamento che descriveva il male e lo applicavano esclusivamente ai gentili – non a sé stessi. Paolo dice espressamente che Dio parla a coloro che sono sotto la legge.
c. Perché nessuna carne sarà giustificata davanti a lui per le opere della legge: La legge non può salvarci. La legge non può giustificare nessuno. È utile a dare la conoscenza del peccato, ma non può salvarci.
i. Sin dai tempi di Adamo ed Eva, le persone hanno cercato di essere giustificate per le opere della carne. Nel Giardino dell’Eden Adamo provò a rendersi presentabile davanti a Dio coprendosi con delle foglie di fico – e fallì. Nel libro più antico della Bibbia, Giobbe, il problema viene presentato quotidianamente: come può un uomo essere giusto davanti a Dio? (Giobbe 9:2). Dio chiarisce parte della risposta attraverso Paolo – la risposta non è nel fare buone opere, nelle opere della carne.
ii. Abbiamo veramente bisogno di comprendere questo in profondità – ovvero che nessuna carne sarà giustificata davanti a Lui per le opere della legge!
·Questo significa che la legge, essendo stata infranta, ora può soltanto condannarci – non potrà mai salvarci.
·Questo significa che, se anche iniziassimo ora ad osservare la legge di Dio alla perfezione, ciò non sopperirebbe alla nostra disobbedienza passata e neppure rimuoverebbe la nostra colpa presente.
·Questo significa che osservare la legge non è la via di Dio per la salvezza o per la benedizione nel Nuovo Patto.
d. Mediante la legge infatti vi è la conoscenza del peccato: La parafrasi di questa frase di J.B. Phillip è notevole, il quale scrive: “È il righello della Legge che ci mostra quanto siamo deformi”.
i. “Pertanto, per evitare che qualcuno pensi che la legge sia inutile, egli va avanti mostrandone il suo utilizzo, ma un uso completamente contrario a quello inteso da loro.” (Poole)
C. La rivelazione della giustizia di Dio.
1. (21) La rivelazione della giustizia.
Ma ora, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, alla quale rendono testimonianza la legge e i profeti,
a. Ma ora: Queste parole forniscono la più gloriosa transizione dal giudizio di Romani 3:20 alla giustificazione di Romani 3:21.
i. Ma ora parla della nuova opera di Dio in Gesù Cristo – veramente si tratta di un Nuovo Patto. “Alla quale rendono testimonianza la legge e i profeti” ci ricorda che c’è ancora continuità con l’opera di Dio dei tempi passati.
b. Indipendentemente dalla legge: La legge non può salvarci, ma Dio rivela una giustizia che ci salverà indipendentemente dalla legge. Questa è l’essenza del piano di salvezza di Dio in Gesù Cristo. È una salvezza che viene offerta indipendentemente dalla legge, indipendentemente da ciò che guadagniamo e meritiamo, indipendentemente dai nostri stessi meriti.
c. Alla quale rendono testimonianza la legge e i profeti: La giustizia non è una novità. Non è stata “inventata” da Paolo. Fu predetta molto tempo fa, infatti ne rendono testimonianza la legge e i profeti. L’Antico Testamento aveva preannunciato la venuta di questa giustizia.
d. Indipendentemente dalla legge: Non è che la giustizia di Dio viene rivelata indipendentemente dall’Antico Testamento, ma viene rivelata a prescindere del principio della legge. Va oltre una relazione legale con Dio basata sull’idea di guadagnare o meritarsi qualcosa davanti a Lui.
i. “Il greco mette in primo piano la grande espressione indipendentemente dalla legge (choris nomou), affermando ulteriormente l’assoluta separazione di questa giustizia Divina da ogni osservanza delle legge, da qualunque opera dell’uomo.” (Newell)
ii. La giustizia di Dio non ci viene offerta come qualcosa che compensa il divario tra la nostra abilità di osservare la legge e lo standard perfetto di Dio. Non ci viene data come un supplemento alla nostra stessa giustizia, ci viene data completamente indipendentemente dal nostro tentativo di ottenere giustizia.
2. (22) Il modo in cui questa giustizia viene comunicata all’uomo.
Cioè la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo verso tutti e sopra tutti coloro che credono, perché non c’è distinzione;
a. Verso tutti e sopra tutti coloro che credono: In Romani 3:21 Paolo ci ha detto come questa giustizia non viene data. Non giunge attraverso le opere della legge, ma indipendentemente dalla legge. Ora Paolo ci dice in che modo questa giustizia salvifica viene data. È mediante la fede in Gesù Cristo verso tutti e sopra tutti coloro che credono.
b. Mediante la fede in Gesù Cristo: La giustizia di Dio non è nostra con la fede; è nostra mediante la fede. Noi non otteniamo la giustizia con la nostra fede. La riceviamo mediante la fede in Cristo Gesù.
i. Mediante la fede“sottolinea il fatto che la fede non è un merito per ottenere la salvezza. Non è altro che il mezzo mediante il quale il dono viene dato.” (Morris)
ii. “Tuttavia, la fede non è ‘confidare’ o ‘aspettarsi’ che Dio faccia qualcosa, ma affidarsi alla Sua testimonianza riguardante la persona di Cristo come Suo Figlio e l’opera di Cristo per noi sulla croce… Dopo la fede salvifica, inizia la vita di fiducia… la fiducia guarda sempre in avanti verso quello che Dio farà, ma la fede vede quello che Dio dice è stato compiuto e crede alla Sua Parola, avendo la convinzione che essa sia verace, e vera anche per noi.” (Newell)
c. Perché non c’è distinzione: Non c’è alcun altro modo per ottenere questa giustizia. Essa non può essere guadagnata mediante l’obbedienza alla legge; è una giustizia che si riceve, ottenuta mediante la fede in Gesù Cristo.
i. “C’è un piccolo libro intitolato Ogni uomo è avvocato di sé stesso. Ebbene, oggigiorno, secondo alcune persone, sembra che ogni uomo sia il salvatore di sé stesso. Tuttavia, se avessi, diciamo, una dozzina di vangeli e dovessi classificarli tutti e dare il giusto vangelo alla persona giusta, mi troverei in serie difficoltà! Spesse volte penso che, se dovessi dare il tuo vangelo a qualcun altro e dare il vangelo di qualcun altro a te, che grande pasticcio sarebbe! Ora però abbiamo una sola cura universale… Il sangue e la giustizia di Gesù Cristo salveranno ogni uomo che confida in Lui, perché ‘non c’è distinzione’.” (Spurgeon)
3. (23-24) Il bisogno universale dell’uomo e l’offerta universale di Dio.
Poiché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono gratuitamente giustificati per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.
a. Sono… giustificati: Paolo sviluppa il suo insegnamento sulla salvezza intorno a tre temi.
·La giustificazione è un’immagine presa dal tribunale.
·La redenzione è un’immagine presa dal mercato degli schiavi.
·La propiziazione è un’immagine presa dal mondo della religione per soddisfare Dio mediante il sacrificio.
i. La giustificazione risolve il problema della colpevolezza dell’uomo davanti ad un Giudice giusto. La redenzione risolve il problema della schiavitù dell’uomo al peccato, al mondo e al diavolo. La propiziazione risolve il problema dell’offesa recata al nostro Creatore.
b. Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio: Questa dichiarazione universale trova risposta nell’offerta universale di essere gratuitamente giustificati per la Sua grazia. È un’offerta disponibile per chiunque crede.
i. Morris, citando Moule, dice: “La prostituta, il bugiardo, l’omicida ne sono privi, ma lo sei anche tu. Forse loro si trovano nel fondo di una grotta e tu sulla cima delle Alpi, ma la tua incapacità di toccare le stelle è uguale alla loro”. Tutti vengono meno, ma tutti possono essere gratuitamente giustificati per la Sua grazia.
c. Sono privi della gloria di Dio: È impossibile descrivere tutti i modi in cui veniamo meno, ma ci sono quattro maniere importanti in cui gli uomini sono privi della gloria di Dio.
i. Non diamo a Dio la gloria che gli appartiene con le nostre parole, i nostri pensieri e le nostre azioni.
ii. Non abbiamo i requisiti necessari e, pertanto, respingiamo la gloria e la ricompensa che Dio dà ai servi fedeli.
iii. Non riflettiamo nel modo giusto la gloria di Dio rifiutandoci di conformarci alla Sua immagine.
iv. Non otteniamo la gloria finale che Dio elargirà al Suo popolo alla fine di tutta la storia.
d. Gratuitamente giustificati per la Sua grazia: Trovandoci in una tale condizione peccaminosa, l’unico modo per essere giustificati è essere giustificati gratuitamente. Non possiamo affatto acquistare la giustizia con le buone opere. Se non è gratuita, non possiamo averla. Perciò, siamo gratuitamente giustificati per la Sua grazia – il Suo favore immeritato, concessoci senza tener conto di ciò che meritiamo. È un dare puramente spinto dal donatore e non da quello che potrebbe trovarsi nel ricevente.
i. Gratuitamente è la parola in greco antico dorean. Il modo in cui questo termine viene usato in altri passaggi del Nuovo Testamento ci aiuta a comprenderne il significato. Matteo 10:8 (Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date) e Apocalisse 22:17 (E chi vuole, prenda in dono dell’acqua della vita) mostrano che il termine in realtà significa gratis, non semplicemente “economico” o “in saldo”. Probabilmente l’utilizzo più notevole del termine in greco antico dorean si trova in Giovanni 15:25: Mi hanno odiato senza motivo (dorean). Proprio come non c’era nulla in Gesù che meritasse l’odio dell’uomo, così non c’è nulla in noi meritevole di giustificazione – tutte le ragioni si trovano in Dio.
ii. Calvino commenta così l’uso delle parole gratuitamente e grazia: “Egli, pertanto, ripete il termine per dimostrare che viene tutto da Dio e nulla da noi… per evitare che pensiamo a una grazia solo a metà, egli afferma con maggior forza cosa intende dire con questa ripetizione e attribuisce solamente alla misericordia di Dio tutta la gloria della nostra giustizia”.
e. Mediante la redenzione che è in Cristo Gesù: Di nuovo vediamo che il vangelo di Paolo è incentrato interamente in Cristo Gesù. La salvezza è possibile a causa della redenzione che si trova in Lui. Egli non può darci la Sua giustizia al di fuori di Gesù Cristo.
f. Redenzione: L’idea è quella di ricomprare qualcosa, richiedendo perciò un costo. Tuttavia, Dio paga il prezzo e noi siamo gratuitamente giustificati.
i. La parola tradotta con redenzione descriveva originariamente il rilascio di prigionieri di guerra su pagamento, conosciuto come “riscatto”. Col passare del tempo, il termine incluse anche il rilascio degli schiavi, previo pagamento di un prezzo.
ii. Redenzione significa che Gesù ci ha comprati. Dunque, apparteniamo a Lui. Paolo esprime questo pensiero in un’altra lettera: Infatti siete stati comprati a caro prezzo, glorificate dunque Dio nel vostro corpo e nel vostro spirito, che appartengono a Dio (1 Corinzi 6:20).
4. (25-26) Il modo in cui la morte di Gesù soddisfa il giusto giudizio di Dio.
Lui ha Dio preordinato per far l’espiazione mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare così la sua giustizia per il perdono dei peccati, che sono stati precedentemente commessi durante il tempo della pazienza di Dio, per manifestare la sua giustizia nel tempo presente, affinché egli sia giusto e giustificatore di colui che ha la fede di Gesù.
a. Lui ha Dio preordinato per far l’espiazione: Gesù, con la Sua morte (nel Suo sangue), ha provveduto l’espiazione (sacrificio sostitutivo) per noi. Essendo Egli stato giudicato al posto nostro, il Padre ha potuto dimostrare così la Sua giustizia nel giudizio contro il peccato, risparmiando coloro che invece meritavano il giudizio.
i. Wuest su espiazione: “Il termine nella sua forma classica veniva utilizzato per indicare l’atto del placare gli dèi greci per mezzo di un sacrificio… in altre parole, il sacrificio veniva offerto per smorzare l’ira della divinità”.
ii. La versione inglese NIV della Bibbia traduce espiazione con sacrificio di espiazione, la Living Bible invece lo traduce con portare la punizione per i nostri peccati.
b. L’espiazione: La parola in greco antico per espiazione (hilasterion) viene anche usata nella Versione dei Settanta per indicare il propiziatorio, il coperchio dell’Arca dell’Alleanza, sopra cui veniva cosparso il sangue del sacrificio come espiazione per il peccato. In inglese il propiziatorio viene chiamato “trono di misericordia”. Quindi, mentre si può dire che questo passaggio intende che “Gesù è dove risiede la misericordia”, l’idea è molto probabilmente quella più semplice di espiazione – un sacrificio sostitutivo.
i. Allo stesso tempo, l’idea del “trono di misericordia” non dovrebbe essere scartata come un’illustrazione dell’espiazione. All’interno dell’Arca dell’Alleanza c’era la prova del grande peccato dell’uomo: le tavole della legge; la manna ricevuta ingratamente; la verga germogliata di Aronne, che mostrava il rifiuto da parte dell’uomo della guida di Dio. Sopra l’Arca dell’Alleanza, nei bellissimi cherubini d’oro c’erano i simboli della santa presenza di Dio che siede sul trono. Tra i due cherubini c’era il propiziatorio e, mentre il sangue del sacrificio veniva sparso sul propiziatorio nel Giorno dell’Espiazione (Levitico 16), l’ira di Dio veniva allontanata perché un sostituto era stato immolato al posto dei peccatori che venivano per fede. Possiamo davvero dire che Gesù è dove risiede la misericordia, frapposto tra i peccatori colpevoli e la santità di Dio.
c. Lui ha Dio preordinato per far l’espiazione: Questo mostra che Gesù non ha, in qualche modo, placato un Padre riluttante e restio a frenare la propria ira. Invece, è stato Dio Padre ad avviare la propiziazione: lui ha Dio preordinato.
d. Per il perdono dei peccati: Dio, nella Sua pazienza, ha perdonato i peccati di quei santi dell’Antico Testamento che confidavano nel Messia che doveva venire. Con la croce quei peccati non solo sono stati perdonati, ma sono stati pagati.
i. L’idea è che, attraverso il sacrificio di un animale nell’Antico Testamento, i peccati di coloro che guardavano con fede al Messia che doveva venire erano “coperti” da una specie di cambiale o di credito. Quella copertura temporanea fu riscattata con un pagamento completo alla croce.
ii. L’opera di Gesù sulla croce libera Dio dall’accusa di aver perdonato superficialmente i peccati commessi prima della croce. Quei peccati sono stati tollerati (Nuova Riveduta) per un tempo, ma alla fine sono stati completamente pagati.
e. Affinché egli sia giusto e giustificatore di colui che ha la fede di Gesù: Alla croce Dio ha dimostrato la Sua giustizia offrendo all’uomo la giustificazione (un verdetto legale di “non colpevolezza”), rimanendo completamente giusto (perché la giusta pena del peccato è stata pagata alla croce).
i. È facile vedere come qualcuno possa essere solamente giusto – mandando semplicemente ogni peccatore colpevole all’inferno, come farebbe un giusto giudice. È facile vedere come qualcuno possa essere solamente un giustificatore – dicendo semplicemente ad ogni peccatore colpevole: “Vi concedo la grazia. Vi dichiaro tutti ‘non colpevoli’”. Tuttavia, soltanto Dio poteva trovare un modo per essere sia giusto che il giustificatore di colui che ha la fede di Gesù.
ii. “Qui impariamo che Dio ha da sempre voluto dare le dimostrazioni più evidenti della Sua giustizia e della Sua misericordia. Della Sua giustizia, richiedendo un sacrificio e rifiutandosi categoricamente di salvare un mondo perduto in qualsiasi altro modo; della Sua misericordia, provvedendo il sacrificio che la Sua giustizia richiedeva.” (Clarke)
5. (27) Il vanto nella salvezza che viene mediante il vangelo di Gesù Cristo è escluso.
Dov’è dunque il vanto? È escluso. Per quale legge? Quella delle opere? No, ma per la legge della fede.
a. Dov’è dunque il vanto? Non dovrebbe esserci in nessuna cosa. Essendo gratuitamente giustificati per la Sua grazia, non c’è spazio per l’autocompiacimento o per i riconoscimenti.
b. Per quale legge? Il vanto e l’orgoglio non sono esclusi perché c’è un passaggio specifico nella legge che sia contro di loro. Piuttosto, l’orgoglio è escluso perché è completamente incompatibile con la salvezza che è nostra gratuitamente mediante la fede. Il vanto è escluso per la legge della fede.
c. Per la legge della fede: Non c’è spazio per il vanto! Questo è il motivo per cui l’uomo naturale odia essere giustificato gratuitamente per la Sua grazia. La grazia rifiuta totalmente di riconoscere i suoi meriti (immaginari) e non dà per nulla spazio all’orgoglio.
6. (28-30) La giustificazione (l’assoluzione nel tribunale di Dio) è disponibile sia per il giudeo che per il gentile senza le opere della legge.
Noi dunque riteniamo che l’uomo è giustificato mediante la fede senza le opere della legge. Dio è forse soltanto il Dio dei Giudei? Non lo è anche dei gentili? Certo, è anche il Dio dei gentili. Poiché vi è un solo Dio, che giustificherà il circonciso per fede, e anche l’incirconciso mediante la fede.
a. Giustificato mediante la fede senza le opere della legge: Non è che siamo giustificati mediante la fede con l’aggiunta delle opere della legge che noi compiamo. Siamo giustificati solamente mediante la fede, senza le opere della legge.
i. “Dato che tutte le opere della legge sono escluse, rimane solamente la fede. Lutero aveva tradotto così, e da allora Sola Fide è diventato uno slogan.” (Lenski)
b. Senza le opere della legge: Giacomo non contraddice questo in Giacomo 2:14-26? Come possiamo dire che è solamente la fede a salvare senza le opere della legge?
i. È vero che solamente la fede salva, ma la vera fede, la fede salvifica, ha un carattere distintivo. Non si tratta semplicemente di essere d’accordo con determinati fatti, ma è avere la mente e la volontà in accordo con Dio. L’intero scopo del libro di Giacomo è di descrivere il carattere di questa fede salvifica.
ii. Calvino spiega: “Ciò che dice Giacomo, ovvero che l’uomo non è giustificato solamente per fede ma anche per le opere, non è per niente in contrasto con il punto precedente [della giustificazione solamente per fede]. La riconciliazione di questi due concetti dipende principalmente dalla direzione perseguita da Giacomo nella sua argomentazione. Infatti, la questione posta da lui non è il modo in cui gli uomini ottengono giustizia davanti a Dio, ma il modo in cui dimostrano agli altri di essere giustificati; il suo obiettivo era di confutare gli ipocriti, che si vantavano invano di avere fede… Giacomo intende dire che un tal uomo non è reso o confermato giusto da una fede finta o morta, ma che deve dimostrare la propria giustizia con le proprie opere”.
c. Certo, è anche il Dio dei gentili: Questa giustizia è offerta sia ai Giudei che ai gentili. Il carattere universale di questa offerta viene dimostrato da un semplice fatto: Non lo è anche (Dio) dei Gentili? Certo che lo è. Se c’è un solo Dio, allora Dio è il Dio dei gentili tanto quanto lo è dei giudei. Tocca ai gentili riconoscerlo come tale.
d. Poiché vi è un solo Dio, che giustificherà il circonciso per fede, e anche l’incirconciso mediante la fede: Non solo questa giustizia è disponibile sia per i giudei che i gentili, ma viene anche ricevuta nello stesso modo sia dai giudei che dai gentili. Essendo Dio l’unico che giustifica sia i giudei che i gentili, Egli li giustifica entrambi nello stesso modo: per fede… mediante la fede.
7. (31) Che ne è, dunque, della legge?
Annulliamo noi dunque la legge mediante la fede? Così non sia, anzi stabiliamo la legge.
a. Annulliamo noi dunque la legge mediante la fede? Possiamo notare come qualcuno possa chiedere: “Se la legge non ci rende giusti, a che serve? Paolo, hai appena annullato la legge. Stai andando contro la legge di Dio”.
b. Così non sia: Ovviamente, Paolo non annulla la legge. L’Apostolo, infatti, dimostrerà in Romani 4 che la legge ha preceduto la venuta del vangelo della giustificazione per fede, senza le opere della legge. Dunque, il vangelo stabilisce la legge, adempiendone le sue predizioni.
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