1 Timoteo 4 – L’Uomo di Dio, Uomo di Verità e Integrità
A. Le false dottrine negli ultimi tempi.
1. (1) Un avvertimento dallo Spirito Santo.
Or lo Spirito dice espressamente che negli ultimi tempi alcuni apostateranno dalla fede, dando ascolto a spiriti seduttori e a dottrine di demoni,
a. Or lo Spirito dice espressamente: Paolo indicò in particolare quest’affermazione come una rivelazione da parte dello Spirito Santo, o come una parola ricevuta al momento della stesura della lettera o una citazione di una profezia ricevuta in precedenza. Paolo sapeva che certi pericoli avrebbero segnato gli ultimi tempi.
·Il pericolo dell’apostasia (alcuni apostateranno).
·Il pericolo dell’inganno (spiriti seduttori).
·Il pericolo dei falsi insegnamenti (dottrine di demoni).
i. Sono passati più di 1900 anni da quando Paolo scrisse a Timoteo sugli ultimi tempi, ma non si tratta certo di un fraintendimento del suo tempo né del nostro. La storia non sta giungendo né si è mai trovata ad un punto lontano nel futuro che ha messo fine all’ordine attuale delle cose; già in epoca apostolica la storia aveva raggiunto quell’orlo di precipizio, lungo il quale scorre parallelamente fin da allora. Sembrerebbe piuttosto che gli ultimi tempi descrivano un lungo lasso di tempo e non un periodo di soli pochi anni.
b. Alcuni apostateranno dalla fede: A causa del pericolo degli ultimi tempi, se Timoteo doveva rimanere un fedele ministro per il popolo di Dio, doveva fare i conti con la verità – la fede. Se questa fosse andata persa, nient’altro avrebbe avuto veramente importanza.
i. “Un uomo può possedere tutte le verità del cristianesimo e comunque renderle inefficaci aggrappandosi ad altre dottrine che ne contrastano l’influenza; oppure può apostatare negando alcune delle dottrine essenziali, pur non introducendo nulla di eterodosso.” (Clarke)
ii. Un articolo del U.S. News and World Report risalente al giugno del 1997 parla di un pastore della Virginia, il quale disse che “avrebbe preferito predicare sulla ‘Bosnia, la giustizia o la pace nel mondo’ piuttosto che sulle storie della Bibbia o sulla salvezza personale”. Questo è l’esempio di un uomo che ha apostatato dalla fede e si è incamminato per la propria strada.
c. La fede: Non si intende la perdita della capacità di credere, bensì la perdita del contenuto di ciò che i cristiani dovrebbero credere; fa riferimento agli insegnamenti essenziali della fede cristiana. Quando alcuni apostatano dalla fede, abbandonano gli insegnamenti fondamentali del cristianesimo.
i. La Bibbia usa l’espressione “la fede” in questo modo in diversi punti: Atti 6:7 e 14:22, Colossesi 1:23, 1 Timoteo 1:19 e Giuda 1:3.
d. Spiriti seduttori: È un riferimento agli spiriti demoniaci (esseri angelici che si sono ribellati contro Dio), che cercano di ingannare uomini e donne, e di attirarli lontano dalla verità.
i. Alcune menzogne sono così potenti da avere alle spalle una dinamica spirituale evidente. Sono bugie ingegnate e portate avanti da spiriti seduttori.
e. Dottrine di demoni: Cioè gli insegnamenti specifici di questi spiriti seduttori. I demoni sono laureati in teologia e hanno un proprio apparato di dottrine.
i. Troviamo la prima dottrina demoniaca in Genesi 3. Satana, parlando attraverso un serpente, insegnò ad Eva: «Voi non morrete affatto; ma DIO sa che nel giorno che ne mangerete, gli occhi vostri si apriranno, e sarete come DIO, conoscendo il bene e il male» (Genesi 3:4-5). Da allora, ogni dottrina demoniaca ha trovato il modo di tornare all’origine: la convinzione che possiamo essere dèi e operare indipendentemente da Dio.
ii. “Molti manoscritti e il primo dei padri leggono… spiriti dell’inganno, che è molto più enfatico rispetto alla lettura comune. L’inganno ha i propri spiriti, emissari di ogni genere, che esso impiega per oscurare i cuori e distruggere le anime degli uomini. A questa classe appartengono i simulatori dell’ispirazione e falsi insegnanti di ogni genere.” (Clarke)
f. Spiriti seduttori… dottrine di demoni: Entrambi esistono da quando l’uomo ha camminato per la prima volta nel Giardino dell’Eden. Dovremmo però aspettarci che sempre più persone nella chiesa apostatino dalla fede negli ultimi tempi e accettino questi falsi insegnamenti.
i. È difficile dire se oggi assistiamo ad un maggior numero di falsi insegnamenti o se la tecnologia moderna consenta una più ampia diffusione della menzogna. Ma il vecchio detto è sicuramente valido ancora oggi: una bugia viaggia a tutta velocità mentre la verità va a piedi – e più persone all’interno della chiesa vanno dietro a queste dottrine di demoni.
2. (2-3) Il carattere del loro allontanamento dalla fede e l’accettazione delle dottrine di demoni.
Per l’ipocrisia di uomini bugiardi, marchiati nella propria coscienza, i quali vieteranno di maritarsi e imporranno di astenersi da cibi che Dio ha creato, affinché siano presi con rendimento di grazie da coloro che credono e che hanno conosciuto la verità.
a. Per l’ipocrisia di uomini bugiardi: È una descrizione di coloro che si allontanano dalla fede e certamente un riferimento a coloro che accettano volontariamente la falsità per giustificare il proprio peccato o il proprio orgoglio; ma si riferisce anche a coloro che affermano di insegnare la Bibbia, mentre la usano solo per dare forza alle proprie idee o piani.
b. Marchiati nella propria coscienza: La loro coscienza, che un tempo li condannava per essersi allontanati dalla verità, ora non risponde affatto. È come se le terminazioni nervose della loro coscienza fossero state bruciate e non sentissero più niente.
i. Paolo qui si riferisce all’antica pratica di marchiare un criminale sulla fronte con un segno distintivo. Nel caso di costoro, non era la loro fronte ad essere stata marchiata con ferro rovente, ma la loro coscienza.
ii. “Portano i segni della loro ipocrisia in modo evidente e indelebile nella loro coscienza davanti a Dio, così come coloro che sono stati cauterizzati per i propri crimini portano nei propri corpi i segni davanti agli uomini.” (Clarke)
iii. Paolo sapeva che cosa voleva dire avere una coscienza morta e bruciata. Prima di arrendere la propria vita a Gesù Cristo sulla via di Damasco, si sentiva completamente giustificato a perseguitare i cristiani e a odiare Gesù. Questo sentimento di giustificazione era possibile perché la sua coscienza era marchiata e necessitava di un campanello d’allarme – a cui Dio ha provveduto con grazia.
c. I quali vieteranno di maritarsi e imporranno di astenersi da cibi: Questa è la descrizione dell’insegnamento legalistico di coloro che si sono allontanati dalla fede. Insegnavano che solo seguendo questo elenco di regole fatte dall’uomo si poteva essere giustificati agli occhi di Dio – che si sarebbe raggiunta una maggiore santità davanti a Dio se non ci si fosse sposati e ci si fosse astenuti da certi cibi.
i. Ci sono sempre stati nella chiesa quelli che si considerano più spirituali di Dio stesso e hanno una serie di regole di vita più rigorose di quelle di Dio.
ii. Nei primi secoli della chiesa, c’erano monaci che si ritiravano in luoghi deserti e desolati per mostrare attraverso la tortura quanto fossero spirituali. Uno non mangiava mai del cibo cotto. Un altro rimase tutta la notte appoggiato su una roccia affilata in modo che gli fosse impossibile dormire. Un altro trascurò il proprio corpo e lo lasciò diventare così sporco che gli insetti gli cadevano di dosso morti. Fecero tutto questo perché pensavano che avrebbero guadagnato il favore di Dio e avrebbero dimostrato a tutti quanto erano spirituali.
iii. Spesso pensiamo che, se sacrifichiamo qualcosa per Dio (come il diritto di sposarci o di mangiare certi cibi), allora Egli ci debba qualcosa. Si tratta di legalismo nella sua forma peggiore: cercare di manipolare Dio al fine di ottenere da Lui qualcosa. Il pensiero è che possiamo fare in modo che Dio sia in debito con noi, che sia nostro servo e che noi diventiamo Suoi padroni. In questo si compie la dottrina di demoni originale – che dovremmo essere dèi.
iv. Milioni di persone attraverso i secoli hanno cercato di sacrificare qualcosa in modo da rendere Dio loro debitore di benedizioni, perdono, misericordia o qualsiasi altra cosa. Questa è la religione dell’autoflagellazione; non è il rapporto con Gesù Cristo descritto nel Nuovo Testamento: Ma sono gratuitamente giustificati per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù (Romani 3:24).
v. “La questione non riguarda la carne o il pesce, o i colori nero o cenere, o il mercoledì o il venerdì, ma le folli superstizioni degli uomini che vorrebbero ottenere il favore di Dio mediante tali sciocchezze e l’offerta di un culto carnale, inventandosi degli idoli per sé stessi al fine di rimpiazzare Dio.” (Calvino)
vi. Vieteranno di maritarsi: “Sostengono che è molto meglio per un prete tenersi molte prostitute piuttosto che avere una moglie.” (Trapp)
3. (4-5) Una confutazione del legalismo che contraddistingue coloro che si sono allontanati dalla fede.
Infatti tutto ciò che Dio ha creato è buono e nulla è da rigettare, quando è usato con rendimento di grazie, perché è santificato dalla parola di Dio e dalla preghiera.
a. Infatti tutto ciò che Dio ha creato è buono: Per quanto riguarda il cibo, possiamo mangiare di tutto. Riceviamo le cose nel modo giusto quando le riceviamo con ringraziamento, con un costante senso di gratitudine verso Dio. Riceviamo le benedizioni del cibo, del riparo e della comodità come doni e non come diritti.
b. Nulla da rigettare: Non ci è imposto alcun limite sul tipo di dieta; ciò che mangiamo non ci rende più giusti davanti a Dio (anche se può influenzare la nostra salute).
i. È una questione che fu risolta una volta per tutte quando Dio parlò a Pietro in Atti 10:9-16.
ii. “Tra i pagani, i giudei e i cattolici romani, alcune carni erano proibite; alcune sempre, altre in momenti particolari. Questo, ci informa l’apostolo, era in diretta contrapposizione con il disegno originario di Dio; inoltre, dice che quelli che conoscono la verità lo sanno.” (Clarke)
c. È santificato dalla parola di Dio e dalla preghiera: Paolo allude qui alla preghiera prima di un pasto. Notate che l’enfasi non è sul chiedere a Dio di benedire il cibo, ma sul ringraziamento a Dio per la benedizione di aver provveduto del cibo da mangiare.
i. La parola di Dio santifica il cibo nel senso che Dio ha dato due comandamenti generali all’umanità di mangiare le cose buone della terra.
· E DIO disse: «Ecco io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra e ogni albero che abbia frutti portatori di seme; questo vi servirà di nutrimento» (Genesi 1:29).
· Tutto ciò che si muove ed ha vita vi servirà di cibo; io vi do tutte queste cose; vi do anche l’erba verde (Genesi 9:3).
ii. È bene e opportuno che preghiamo prima di consumare un pasto, ma non dovremmo farlo in modo ritualistico e superstizioso. Né dovremmo farlo per far vedere agli altri quanto siamo spirituali – che non è altro che imitare i modi di pregare dei farisei (Matteo 6:5).
B. Istruzioni nel ministero per Timoteo.
1. (6) Come fai a sapere se stai adempiendo la tua chiamata.
Proponendo queste cose ai fratelli, tu sarai un buon ministro di Gesù Cristo, nutrito nelle parole della fede e della buona dottrina, che hai seguito da vicino.
a. Proponendo queste cose ai fratelli, tu sarai un buon ministro di Gesù Cristo: Da notare che il lavoro del pastore è principalmente l’istruzione dei fratelli. Se il ministro non propone queste cose ai fratelli, allora non è veramente un buon ministro di Gesù Cristo.
i. È inoltre importante dire che l’istruzione dovrebbe essere intesa in senso lato, non solo come insegnamento di tipo accademico o predicazione domenicale. Gesù istruiva i Suoi discepoli con le Sue parole, così come con la Sua presenza, la Sua vita e le Sue azioni.
b. Nutrito nelle parole della fede e della buona dottrina, che hai seguito da vicino: Ma, se Timoteo vuole essere un buon ministro di Cristo Gesù, egli stesso dovrà rimanere ancorato alla parola di Dio, seguendo attentamente la buona dottrina.
2. (7-10) Avere le giuste priorità.
Schiva però le favole profane e da vecchie, ma esercitati nella pietà, perché l’esercizio corporale è utile a poca cosa, ma la pietà è utile ad ogni cosa, avendo la promessa della vita presente e di quella futura. Questa parola è sicura e degna di essere accettata in ogni maniera. Per questo infatti ci affatichiamo e siamo vituperati, poiché abbiamo sperato nel Dio vivente, il quale è il Salvatore di tutti gli uomini e principalmente dei credenti.
a. Schiva le favole profane e da vecchie: La priorità deve essere la Parola di Dio, non le parole dell’uomo. Paolo avverte Timoteo di mantenersi concentrato sulla Parola e non sulle cose che vengono dall’uomo. Lo sforzo maggiore deve essere applicato nella Parola di Dio, non nella parola dell’uomo.
b. Schiva le favole profane e da vecchie: Questa è la parte del comandamento da non fare. Nella parte che è da fare, la priorità dev’essere mantenuta sulle cose eterne, non sulle temporanee.
c. Esercitati nella pietà: Le culture dell’antica Grecia e dell’antica Roma attribuivano grande importanza all’esercizio fisico. Paolo dice a Timoteo che lo stesso lavoro e impegno che gli altri mettono nell’esercizio fisico dovrebbero essere rivolti alla ricerca della pietà.
i. “Ecco un paradosso intenzionale. Timoteo è chiamato ad affrontare il falso ascetismo degli eretici esercitandosi nella pietà pratica della vita cristiana.” (White)
ii. La parola in inglese per pietà (godliness) deriva dall’antica parola inglese Godlikeness, che significa avere il carattere e l’atteggiamento di Dio. Si trattava di un obiettivo nobile, molto più nobile delle potenziali conquiste dell’esercizio fisico.
iii. L’esercizio corporale è utile a poca cosa, nel senso che ha un certo valore. La frase si può anche tradurre con l’esercizio corporale è buono per un po’, mentre l’esercizio alla pietà è buono per tutta l’eternità.
iv. Lo sviluppo spirituale e lo sviluppo fisico hanno delle caratteristiche in comune. In entrambi i casi la crescita avviene solo con la fatica e l’alimentazione appropriata.
d. La pietà è utile ad ogni cosa, avendo la promessa della vita presente: Paolo qui illustra il valore della pietà, sia nella sua accezione terrena che quella eterna. La pietà migliora la vita presente; non dovremmo esitare a crederlo né a condividerlo con le persone.
i. Sebbene la pietà non renda questa vita più confortevole, più ricca, più piacevole, né renda tutto più facile nella vita presente, certamente la rende la migliore, la più appagante e la più gratificante che si possa vivere in questo mondo.
ii. “Vi assicuro, e ci sono migliaia di miei fratelli che possono affermare lo stesso, che, dopo aver provato le vie del peccato, preferiamo infinitamente di più le vie della giustizia a motivo del piacere che ne traiamo anche qui sulla terra e non le scambieremmo con l’empietà degli uomini, anche se dovessimo morire come cani. Con tutto il dolore e le sollecitudini che la vita cristiana dovrebbe portare, la preferiamo a qualsiasi altra forma di vita sotto le stelle.” (Spurgeon)
e. E di quella futura: Allo stesso tempo, la pietà è l’unica garanzia di una vita futura utile. Ci sono molti piaceri o traguardi in questo mondo che non potrebbero mai offrire nulla di utile per la vita futura.
i. Solo la pietà è la via per la vita eterna e la felicità.
· Il peccato e il vizio non offrono nulla per la vita futura.
· Le genealogie e la linea di sangue non offrono nulla per la vita futura.
· Il successo secolare e la ricchezza non offrono nulla per la vita futura.
· La fama o la bellezza personali non offrono nulla per la vita futura.
· I successi nell’apprendimento o nelle arti non offrono nulla per la vita futura.
ii. “Il vizio non osa dire né ha mai avuto la sfrontatezza di affermare: ‘Fate il male e vivete nel peccato, e riceverete la vita eterna’. No, il teatro alla sua porta non vi offre la vita eterna, ma vi invita alla fossa. La casa delle cattive compagnie, la bottiglia dell’ubriacone, il covo dei beffardi, la camera della donna straniera – nessuno di questi ha avuto ancora l’ardire di pubblicizzare una promessa di vita eterna tra i doni che possono tentare i suoi devoti. Nella migliore delle ipotesi, il peccato non vi dà che bolle e vi nutre di sola aria. Il piacere svanisce e la desolazione rimane.” (Spurgeon)
f. Abbiamo sperato nel Dio vivente: Questo è il grande motto della vita cristiana. Come Davide sfidò Golia nel nome del Dio vivente (1 Samuele 17:26 e 36), così la nostra fiducia nel Dio vivente ci dà la potenza di compiere grandi cose per la Sua gloria.
i. “Ma il nostro Dio, nel quale confidiamo, è un Dio dal cuore grande, caloroso, amorevole, un Dio che pensa, un Dio attivo, un Dio che opera a livello personale, che scende in questo mondo e non lo lascia andare avanti da solo. Anche se è uno straniero nel mondo, come anche il Suo popolo è sconosciuto e straniero a causa della rivolta che gli uomini hanno intentato contro il loro Signore e Sovrano, il mondo è ancora Suo ed Egli è ancora in esso.” (Spurgeon)
g. Il Salvatore di tutti gli uomini: Questo sottolinea che il messaggio di Gesù Cristo deve avere sempre la priorità. Non vuol dire che tutti gli uomini sono salvati in senso universalistico, ma che c’è un solo Salvatore per tutti gli uomini. Non è che i cristiani hanno un Salvatore e gli altri possono affidarsi ad un altro.
i. Notate però il punto di Paolo: principalmente dei credenti. L’opera di Gesù è adeguata a salvare tutti, ma efficace solo a salvare coloro che vengono a Lui per fede.
ii. Ciò che Dio intende quando dice TUTTI, è rivolto a coloro che credono in Cristo, il quale è morto per i peccati del mondo [1 Giovanni 2:2] e ha gustato la morte per ogni uomo [Ebrei 2:9]. Poiché tutti sono stati acquistati dal suo sangue, allora tutti possono credere; perciò, tutti possono essere salvati. Quelli che periscono, periscono per propria colpa.” (Clarke)
3. (11-16) Istruzioni personali.
Comanda queste cose ed insegnale. Nessuno disprezzi la tua giovinezza, ma divieni esempio ai fedeli nella parola, nella condotta, nell’amore, nello Spirito, nella fede e nella castità. Applicati alla lettura, all’esortazione e all’insegnamento, finché io venga. Non trascurare il dono che è in te, che ti è stato dato per profezia, con l’imposizione delle mani da parte del collegio degli anziani. Adoperati per queste cose e dedicati ad esse interamente, affinché il tuo progresso sia manifesto a tutti. Abbi cura di te stesso e dell’insegnamento, persevera in queste cose perché, facendo così, salverai te stesso e coloro che ti ascoltano.
a. Comanda queste cose: Questa frase denota autorità. Timoteo non doveva salire sul pulpito con speculazioni, opinioni e teorie umane, ma era chiamato a proclamare senza paura la Parola di Dio come un comando e a non cedere al timore degli uomini.
b. Nessuno disprezzi la tua giovinezza: Essendo giovane, Timoteo era vulnerabile agli errori della gioventù, che spesso suscitano la critica molte volte giustificata dei più anziani. Per far fronte a ciò, Paolo lo chiamò a vivere una vita talmente consacrata da non dare adito a nessuno di disprezzare la sua giovinezza.
i. La parola giovinezza in greco antico era usata “dall’età militare adulta fino ai 40 anni” (Lock, citato in Earle). Pare che Timoteo avesse circa 30 anni all’epoca, ma, poiché Paolo ne aveva circa 70, la giovinezza può essere considerata un concetto relativo.
ii. “San Paolo mostra a Timoteo ‘una via più eccellente’ dell’autoaffermazione come protezione della propria dignità: non dare a nessuno alcun motivo di disprezzare la tua giovinezza per difetti di carattere.” (White)
c. Divieni esempio ai fedeli: La versione King James legge: “Sii un esempio dei fedeli”. Alcuni credono che questa sia una traduzione più attendibile, in quanto trasmette l’idea che Timoteo doveva essere il miglior rappresentante possibile della comunità cristiana.
i. “La traduzione della King James, un esempio dei fedeli, è migliore.” (Hiebert)
ii. Ciò significa che Timoteo e ogni servo di Dio fedele dovrebbero essere un esempio:
· In ciò che dicono (parola);
· In ciò che fanno (condotta);
· Nel loro amore;
· Nella loro attitudine (Spirito);
· Nella loro fede (intesa come fedeltà);
· Nella loro castità.
iii. Questi sono i criteri per valutare un pastore. Poco importa se è intelligente, se è divertente, se è fico, se si veste bene, se è popolare o chi più ne ha più ne metta. Si deve cercare un pastore che sia un esempio nella parola, nella condotta, nell’amore, nello Spirito, nella fede e nella castità.
iv. “Così impariamo quanto sia sciocco e ridicolo che le persone si lamentino di non ricevere onore, quando di fatto non c’è nulla in loro che valga la pena onorare; piuttosto, si espongono al disprezzo con la propria ignoranza, dando un esempio di vite impure, di superficialità e di altri difetti. L’unico modo per ottenere rispetto è attraverso virtù eccezionali che ci proteggeranno dal disprezzo.” (Calvino)
d. Lettura… esortazione… insegnamento: Timoteo deve porre la propria attenzione su queste cose, ciascuna delle quali è incentrata sulla Parola di Dio. Egli deve applicarsi a queste cose sia nella vita privata che nel ministero pubblico.
e. Non trascurare il dono che è in te: Timoteo è stato avvertito di non trascurare il dono datogli da Dio. Questo ci fa capire che c’era sicuramente la possibilità che quei doni e quelle sue capacità potessero essere sprecate in vista dell’eternità. Come leggiamo nella parabola dei talenti, non dobbiamo seppellire le abilità che Dio ci ha donato.
i. Dono è charismatos nel greco antico del Nuovo Testamento e si riferisce ai diversi doni spirituali ricevuti da Timoteo e da tutti i credenti. Non trascurare il dono lascia intendere che Dio aveva dato dei doni soprannaturali a Timoteo, il quale avrebbe dovuto aver fede che Dio avrebbe realizzato grandi cose attraverso di lui – mentre imparava a seguire il movimento e la guida dello Spirito Santo.
ii. “I doni di Dio gemono a causa del nostro disuso o abuso.” (Trapp)
f. Con l’imposizione delle mani: È probabile che Paolo stesse pensando al culto di ordinazione di Timoteo, quando i capi della chiesa gli imposero le mani e riconobbero la chiamata di Dio al ministero sulla sua vita. A quanto pare, si tratta di un evento che fu accompagnato da una profezia.
i. “È evidente che gli anziani della chiesa di Listra e Derbe si erano incontrati con l’apostolo Paolo quando Timoteo era in procinto di intraprendere il servizio a tempo pieno, e avevano imposto le mani su di lui, raccomandandolo a Dio in preghiera.” (Ironside)
g. Adoperati per queste cose: Paolo chiama Timoteo a meditare sulla Parola di Dio e sull’opera di Dio nella sua vita. Non si tratta di svuotare la propria mente (obiettivo della meditazione orientale), ma di riempirla con la Parola di Dio e con la verità.
h. Dedicati ad esse interamente: Timoteo viene incoraggiato a dare tutto sé stesso, a dare il massimo sforzo, affinché il suo progresso sia manifesto a tutti. Spesso il progresso non è evidente perché non dedichiamo interamente noi stessi alla ricerca di Dio e della Sua volontà.
i. Molte volte non riusciamo ad essere tutto ciò che potremmo essere per Dio perché siamo passivi nella nostra vita cristiana; in altre parole, non siamo interamente dedicati. Gesù mise in guardia contro un tale atteggiamento passivo nella parabola dei talenti, in cui il servo nullafacente fu severamente rimproverato.
ii. Paolo poteva affermare in 1 Corinzi 15:10: Ma per la grazia di Dio sono quello che sono; e la sua grazia verso di me non è stata vana, anzi ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me. Paolo sapeva che la crescita spirituale non è solamente un processo passivo; è sì un dono di Dio, ma viene concessa a coloro che la ricercano attivamente.
iii. Come osservato da Alan Redpath, un cristiano potrebbe avere un’anima salvata e sprecare comunque la propria vita. Nessun discepolo di Gesù dovrebbe mai accontentarsi di una cosa del genere.
iv. Allo stesso tempo, facciamo bene a ricordare che tutti i nostri sforzi non ci faranno guadagnare mai la benedizione o il favore di Dio. Qualsiasi cosa facciamo in cui mettiamo cuore e sudore non pone mai Dio in una condizione di debito nei nostri confronti. Dedichiamo tutte le nostre forze per gratitudine e per onorare Dio, il quale ha già fatto tanto per noi.
i. Abbi cura: Timoteo, come ogni pastore, deve esaminare costantemente le due grandi aree di preoccupazione – sé stesso e l’insegnamento. Non farlo significherebbe pericolo sia per Timoteo stesso che per quelli della sua congregazione.
i. Se non si fosse preso cura di sé stesso, Timoteo avrebbe potuto naufragare (come in 1 Timoteo 1:19). Se non si fosse preso cura del proprio insegnamento, Timoteo avrebbe potuto sviare altri o privarli della salvezza di Dio.
ii. Coloro che ascoltano Timoteo in qualità di pastore dovrebbero ricevere insegnamento. La chiamata principale di Timoteo non è intrattenere, divertire o aiutare nelle cose pratiche, ma presentare la dottrina biblica e averne cura.
j. Salverai te stesso e coloro che ti ascoltano: Il beneficio del prendersi cura della propria vita e del proprio insegnamento è considerevole. È una garanzia per il servo di Dio che saranno salvati sia lui che molti di coloro che lo ascoltano. Dall’altra parte, vediamo che il costo di non avere cura di sé stessi e dell’insegnamento è alto. Colui che non ha cura non dovrebbe sentirsi troppo sicuro né per la propria vita né per la vita di coloro che lo ascoltano.
i. “E proprio come l’infedeltà o la negligenza di un pastore è fatale per la Chiesa, così è giusto che la sua salvezza sia attribuita alla sua fedeltà e diligenza. È vero, infatti, che è solo Dio che salva e nemmeno la più piccola parte della Sua gloria può essere attribuita agli uomini. La gloria di Dio non è sminuita in alcun modo dal fatto che si è servito dello sforzo degli uomini per conferire salvezza.” (Calvino)
ii. “Che grande onore è per i ministri fedeli essere chiamati, in un certo senso, salvatori!” (Trapp)
iii. “Infatti, come la salvezza del gregge è la corona del suo pastore, così tutto ciò che perirà sarà ridomandato ai pastori negligenti.” (Calvino)
iv. “Anni fa la metà di Amburgo bruciò e, tra i vari episodi, ce ne fu uno in particolare. Una grande casa era collegata ad un cortile in cui si trovava un grosso cane nero, il quale, nel bel mezzo della notte, cominciò ad abbaiare e ululare furiosamente. Fu solo grazie al suo abbaiare che la famiglia si svegliò appena in tempo e riuscì a scampare dalle fiamme, ed ebbero salva la vita; il povero cane però era incatenato alla sua cuccia e, benché avesse abbaiato e perciò salvato la vita di altri, morì tra le fiamme. Oh! Voi che lavorate per Dio in questa chiesa, non morite nello stesso modo. Non permettete ai vostri peccati di incatenarvi affinché, avvertendo altri, non perdiate voi stessi.” (Spurgeon)
© 2021 The Enduring Word Bible Commentary by David Guzik – ewm@enduringword.com