1 Timoteo 3




1 Timoteo 3 – Requisiti dei Leader nella Chiesa

A. Requisiti di un vescovo.

1. (1) Introduzione: la leadership spirituale è un buon lavoro.

Questa parola è sicura: Se uno desidera l’ufficio di vescovo, desidera un buon lavoro.

a. Questa parola è sicura: Paolo ha appena terminato di scrivere che le donne non devono ricoprire posizioni di autorità spirituale o dottrinale nelle congregazioni, ma non vuole dare neanche l’impressione che un uomo qualsiasi sia all’altezza di quel ruolo. Nessun uomo è qualificato per essere un leader spirituale semplicemente sulla base del proprio sesso.

b. Se uno desidera l’ufficio di vescovo: L’ufficio descritto da Paolo è quello di vescovo, a cui la nostra cultura religiosa ha dato un’accezione particolare di quello che è; la parola vescovo, invece, nel greco del Nuovo Testamento [episkopos] significa letteralmente “sopra” (epi) “guardiano” (skopos) – un supervisore.

i. Si tratta di uomini che esercitavano guida e autorità nella chiesa. “Lo Stato ha un proprio monarca, la Chiesa ha il proprio vescovo; il primo dovrebbe governare secondo le leggi del paese, il secondo in accordo alla parola di Dio.” (Clarke)

ii. In Atti 20:17 scopriamo che c’erano diversi vescovi, supervisori, in ogni chiesa di ogni città. Indubbiamente, erano uomini che avevano la supervisione delle molte case-chiese che si incontravano per tutta la città.

iii. Sulla base del suo significato, un vescovo è qualcuno che ha la supervisione nella chiesa, un leader. Tale persona può talvolta essere chiamata anche anziano (presbuteros) o pastore (poimen, che significa “pastore di pecore”), come in Atti 20:17 e 20:28.

iv. “Sulla questione dei termini presbitero ed episcopo, è sufficiente qui affermare la mia conclusione, cioè che rappresentano aspetti leggermente diversi dello stesso ufficio, pastorale e ministeriale; aspetti che in maniera naturale acquisirono importanza rispettivamente nelle società giudaica e greca, da cui ereditarono i nomi.” (White)

v. Su questo passaggio White aggiunge: “Dopo aver dato indicazioni elementari riguardo allo scopo della preghiera pubblica e ai suoi ministri, San Paolo ora affronta la questione dell’organizzazione della Chiesa”. Si tratta pur sempre di un’organizzazione di chiesa molto limitata. Non ci sono consigli o indicazioni sulla struttura o su come si relazionano tra loro gli uffici di vescovo, diacono o qualsiasi altra cosa ad essi relativa. Nel disegno del Nuovo Testamento sembra esserci una certa flessibilità sulla struttura e un’enfasi maggiore sul carattere dei leader.

c. Desidera un buon lavoro: Il pensiero non è: “Buon per te, vuoi avere un posto di guida spirituale”, sebbene si possa trattare di un desiderio pio. L’idea è più simile a questa: “È un lavoro buono, nobile e onorevole. Timoteo, devi cercare uomini altrettanto buoni, nobili e onorevoli”.

i. “Poiché non è cosa da poco rappresentare il Figlio di Dio in un compito così grande come quello di erigere ed estendere il regno di Dio, di curarsi della salvezza delle anime, che il Signore stesso si è degnato di acquistare con il proprio sangue, e di governare la Chiesa quale eredità di Dio.” (Calvino)

d. Desidera un buon lavoro: La guida spirituale nella chiesa non riguarda solo i titoli, l’onore e la gloria; ha a che fare con il lavoro. Gesù disse: Se alcuno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti (Marco 9:35).

i. “Un buon lavoro, ma un duro lavoro. Il ministero non è un’occupazione oziosa, ma un lavoro doloroso.” (Trapp)

ii. “A che serve un ministro pigro? Non è buono né per il mondo, né per la Chiesa, né per sé stesso. È un disonore per la professione più nobile che si possa conferire ai figli degli uomini.” (Spurgeon)

2. (2a) Requisiti dei vescovi.

Bisogna dunque che il vescovo sia…

a. Bisogna dunque che il vescovo sia: Dio prevede dei requisiti specifici per i leader nella chiesa. Non devono essere scelti a caso, né solo perché si offrono volontari, né perché aspirano alla posizione, né perché sono “leader di natura”. Invece la scelta dovrebbe basarsi principalmente sulla loro corrispondenza ai requisiti elencati di seguito.

i. I requisiti per la guida non hanno nulla a che fare con il talento. Dio non dice: “Esci e prendi gli uomini più dotati”. Dio può creare facilmente e istantaneamente dei doni in un uomo, perché i doni sono dati dallo Spirito Santo, come Egli vuole (1 Corinzi 12:11).

ii. Frequentare una scuola biblica non rende idonei alla guida spirituale. Essere un buon oratore non rende idonei alla guida spirituale. I doni naturali o spirituali di per sé non rendono idonei alla guida spirituale. Ciò che si dà in denaro o in tempo di volontariato non rende idonei alla guida spirituale. Ciò che abilita un uomo alla guida spirituale è un carattere pio – quel carattere pio stabilito da questi criteri ben definiti.

b. Che sia: Tuttavia, non si tratta di un elenco rigido che pretende la perfezione in ogni area; sono sia obiettivi da raggiungere che criteri generali di selezione. Quando si è alla ricerca di leader di chiesa, si dovrebbe prendere in esame questo elenco e domandarsi:

· L’uomo in questione desidera tutte queste cose con tutto il cuore?

· Quel desiderio è visibile nella sua vita?

· Ci sono altri disponibili che soddisfano meglio i requisiti di questo elenco?

c. Che sia: Similmente, tali requisiti sono preziosi per ogni persona e non solo per coloro che aspirano alla leadership. Sono chiari indicatori di un carattere pio e di una maturità spirituale, che possono dare indicazione della vera statura di un uomo.

3. (2b-7) Un elenco di requisiti per i leader nella chiesa.

Irreprensibile, marito di una sola moglie, sobrio, assennato, prudente, ospitale, atto ad insegnare, non dedito al vino, non violento, non avaro, ma sia mite, non litigioso, non amante del denaro; uno che governi bene la propria famiglia e tenga i figli in sottomissione con ogni decoro; (ma se uno non sa governare la propria famiglia, come potrà aver cura della chiesa di Dio?). Inoltre egli non sia un neoconvertito, perché non gli avvenga di essere accecato dall’orgoglio e non cada nella condanna del diavolo. Or bisogna pure che egli abbia una buona testimonianza da quelli di fuori, affinché non cada nell’ingiuria e nel laccio del diavolo.

a. Irreprensibile: Questa parola significa letteralmente “niente a cui appigliarsi”. Non deve esserci nulla nella sua vita che altri possano sfruttare per attaccare la chiesa.

i. “La parola è una metafora tratta dal caso di un pugile esperto e abile, che difende ogni parte del proprio corpo a tal punto da rendere impossibile al suo avversario sferrare un singolo colpo.” (Clarke)

ii. È un termine generale che indica un uomo che vive una vita retta e che, perciò, può essere visto come giusto. Eppure, per quanto giusto, nessuno ha il diritto di ergersi e accusare l’uomo che ha commesso un peccato grave.

iii. In Timoteo 3:10, parlando dei diaconi, Paolo usa la frase essere trovato irreprensibile. Ciò implica che l’essere irreprensibile è dimostrato dal comportamento avuto finora.

b. Marito di una sola moglie: Ciò che viene inteso qui è “un uomo con una sola donna”. Non significa che un leader debba essere sposato (se è così, allora sia Gesù che Paolo non potrebbero essere guide spirituali nelle nostre chiese). Non vuole dire nemmeno che il leader non potrebbe mai risposarsi se fosse vedovo o divorziato in maniera biblica. L’idea è che l’amore, l’affetto e il cuore di un uomo devono appartenere a una sola donna, quella donna a cui è legittimamente sposato.

i. In altre parole, il leader biblico non è un playboy, un adultero, un donnaiolo e non mostra un interesse di tipo romantico o sessuale per altre donne, comprese le rappresentazioni o le immagini di donne nella pornografia.

c. Sobrio: Indica qualcuno che non si spinge agli estremi, che è affidabile e degno di fiducia, di cui non ci si deve preoccupare di cambiamenti improvvisi di idee, umore o modi di fare.

d. Assennato: Descrive la persona che è in grado di pensare chiaramente e con lucidità, che non scherza continuamente, ma sa come affrontare argomenti seri in modo serio.

i. “Ciò non significa che non abbia il senso dell’umorismo o che abbia sempre un’aria solenne e cupa. Piuttosto, dimostra di saper riconoscere il valore delle cose e non scredita il ministero o il messaggio evangelico con un comportamento sciocco.” (Wiersbe)

e. Prudente: Richiama il concetto di “ordinato”. È la stessa parola tradotta con decoroso in 1 Timoteo 2:9. “Ordinato, dove forse dignitoso rende meglio il senso del termine.” (White)

f. Ospitale: Che è disposto e in grado di aprire la propria casa ad amici ed estranei.

g. Atto ad insegnare: Che è abbastanza versato nella Scrittura da essere in grado di insegnare sia in un contesto pubblico che individuale.

h. Non dedito al vino: Che non è dipendente dal vino o da bevande inebrianti. Questo versetto, di per sé, non proibisce ai leader consacrati di bere bevande alcoliche, ma chiaramente lo scoraggia.

i. “Non si vedono locande aperte né alcuno dei loro frequentatori abituali seduti lì vicino, finché questi non sono infiammati dal vino.” (Trapp)

i. Non violento: Parla di un uomo che non è incline alla violenza né in pubblico né nel privato; un uomo che sa permettere a Dio di perorare la sua causa.

j. Non avaro: La versione King James lo esprime in modo molto più facile da ricordare: non avido di sporchi guadagni.

i. “Ripeto che l’uomo che non sarà in grado di sopportare pazientemente e di buongrado la povertà diventerà inevitabilmente vittima di un’avidità meschina e spregevole.” (Calvino)

k. Mite: Il tipo d’uomo che prende come esempio Gesù, non il più recente eroe dei film.

l. Non litigioso: Il tipo di persona che non litiga sempre per una cosa o per un’altra.

m. Non amante del denaro: È un pensiero che comprende di più del semplice avaro. L’uomo amante del denaro non si accontenta mai di nulla, pretende sempre qualcosa di più o di diverso. Un uomo che è costantemente insoddisfatto non è adatto per la leadership nel popolo di Dio.

n. Uno che governi bene la propria famiglia: Il leader secondo Dio dimostra la propria capacità di leadership, in primo luogo, nella propria casa; Paolo riconosce che è nella casa che si manifesta innanzitutto il nostro cristianesimo.

i. È vero che un bambino può ribellarsi anche in una buona casa; la ribellione però è a causa dei genitori o malgrado il loro lavoro di genitori? Questa è la domanda da porsi.

o. Non un neoconvertito: I nuovi convertiti non dovrebbero essere assegnati ad una posizione di leadership troppo frettolosamente. Un leader dovrebbe aver superato lo stadio di neoconvertito nel proprio sviluppo spirituale già da molto tempo.

i. Neoconvertito significa letteralmente “appena piantato”. Quando qualcuno viene a Gesù per la prima volta, non è bene metterlo in un posto di autorità finché non gli è stato permesso di crescere abbastanza a lungo da mettere radici profonde.

ii. I neoconvertiti non solo sono audaci e impetuosi, ma si gonfiano di una sicurezza di sé insensata, come se potessero volare oltre le nuvole” (Calvino). Far avanzare un neoconvertito troppo in fretta fa spazio al grande peccato – l’orgoglio, a imitazione del Diavolo stesso.

p. Una buona testimonianza: Queste caratteristiche devono essere evidenti a tutti, anche ai non credenti. Il potenziale leader deve essere un buon cristiano fuori dalle mura della chiesa.

B. Requisiti dei diaconi.

1. (8a) Diaconi, i servitori pratici della chiesa.

Similmente i diaconi siano…

a. Similmente i diaconi: Un esempio della nomina dei diaconi si trova in Atti 6:1-6, dove gli apostoli videro la necessità di organizzare l’assistenza quotidiana alle vedove nella chiesa, ma non avevano il tempo per fornire l’aiuto necessario. Scelsero uomini per agire essenzialmente come diaconi in quella chiesa.

b. I diaconi siano: I loro requisiti sono molto simili a quelli dei “vescovi”; il servizio pratico (soprattutto quando riconosciuto da un’autorità) è anche leadership.

i. È un errore considerare un ufficio più prestigioso di un altro, sebbene i vescovi abbiano più responsabilità davanti a Dio. È più una questione di chiamata che di status.

2. (8b-12) Requisiti dei diaconi.

Dignitosi, non doppi nel parlare, non dediti a molto vino, non avidi di illeciti guadagni, e ritengano il mistero della fede in una coscienza pura. Or anche essi siano prima provati, poi svolgano il loro servizio se sono irreprensibili. Anche le loro mogli siano dignitose, non calunniatrici, ma sobrie e fedeli in ogni cosa. I diaconi siano mariti di una sola moglie e governino bene i figli e le proprie famiglie.

a. Dignitosi: Che mostrano il giusto rispetto sia verso Dio che verso l’uomo.

b. Non doppi nel parlare: Che parlano sempre in verità, senza alcuna intenzione di ingannare.

c. Ritengano il mistero della fede: Coloro che sanno fare propria la sana dottrina con sincera convinzione.

d. Siano prima provati: Un uomo dimostra la propria idoneità all’ufficio nella chiesa con la propria condotta. Diaconi e vescovi vengono riconosciuti più che nominati.

e. Anche le loro mogli: È difficile sapere se Paolo qui facesse riferimento alle diaconesse (come Febe, in Romani 16:1) o alle mogli dei diaconi. Il testo originale consente entrambe le possibilità.

i. Se sta parlando della moglie di un diacono, è giusto perché la leadership di un uomo in casa propria può essere valutata, in parte, dalla condotta della moglie. È dignitosa, non [una delle] calunniatrici, sobria, e fedele in tutte le cose?

ii. Non calunniatrici: “Letteralmente, non diavoli. Si può tradurre abbastanza correttamente anche con calunniatrici, diffamatrici, maldicenti, perché sono caratteristiche che appartengono tutte al proprio padre, il diavolo, e agiranno secondo le sue bramosie.” (Clarke)

3. (13) Una promessa per i diaconi.

Coloro infatti che hanno svolto bene il servizio si acquistano una buona reputazione e grande franchezza nella fede in Cristo Gesù.

a. Coloro infatti che hanno svolto bene il servizio: Dio si ricorda del loro fedele servizio, anche in quei compiti che alcuni considererebbero umili. Non c’è dubbio che vedremo più diaconi con una grande ricompensa che vescovi o pastori.

b. Nella fede in Cristo Gesù: Tutta l’opera dei leader-servitori nella famiglia di Dio è finalizzata all’edificazione della fede in Cristo Gesù nel popolo di Dio.

C. Il mistero della pietà.

1. (14-15) Il motivo per cui Paolo scrive a Timoteo.

Ti scrivo queste cose nella speranza di venire presto da te, affinché, se dovessi tardare, tu sappia come bisogna comportarsi nella casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità.

a. Ti scrivo queste cose nella speranza di venire presto da te: Paolo desiderava dire queste cose a Timoteo personalmente, ma, sapendo che forse non sarebbe stato in grado di farlo, si assicurò di dirglielo con una lettera.

i. “Questo versetto chiarisce che la posizione di Timoteo era temporanea; agiva come rappresentante di San Paolo a Efeso.” (White)

b. Come bisogna comportarsi nella casa di Dio: Paolo scriveva con lo scopo di dare a Timoteo, in quanto leader, informazioni pratiche su come gestire le varie situazioni nella chiesa di Efeso.

c. La casa di Dio: La chiesa deve essere, in maniera molto cosciente, il luogo della dimora di Dio. Questo rende una chiesa più attraente di qualsiasi altra cosa.

i. La chiesa è la casa di Dio perché…

· Egli ne è l’Architetto.

· Egli ne è il Costruttore.

· È la Sua dimora.

· Ne ha cura.

· È dove riceve l’onore e dove regna.

d. La chiesa del Dio vivente: Nell’antica lingua greca, “chiesa” era una parola non di origine religiosa, che indicava un gruppo di persone riunite per uno scopo. Il Dio vivente ha riunito il Suo popolo per il Suo scopo.

e. Colonna e sostegno della verità: La colonna e il sostegno (le fondamenta) della chiesa è la verità. Tragicamente, molte chiese oggi non apprezzano la verità come dovrebbero e si ritrovano perciò ad essere delle colonne deboli e dei sostegni instabili.

i. “La Chiesa è la colonna della verità perché con il suo ministero la verità viene preservata e diffusa… Paolo non riconoscerà la Chiesa se non dove la verità di Dio è esaltata e chiara.” (Calvin)

ii. Non è che la chiesa sia il fondamento della verità, ma la chiesa sostiene la verità in modo che il mondo possa vederla. “Le colonne, nell’antichità, erano usate anche per l’affissione degli editti pubblici, che i principi o i tribunali emanavano, esposti alla vista di tutti; per questo la chiesa è chiamata la colonna e il fondamento, o sigillo, della verità, poiché da essa le verità di Dio sono emanate, sostenute e difese.” (Poole)

iii. “Quando la Chiesa si erge coraggiosamente e predica la Parola, essa è la colonna della verità; quando è nascosta nelle catacombe romane e non può proclamare il nome del Salvatore al mondo, la verità vive ancora nel profondo dei cuori dei credenti, che sono quindi il sostegno della verità.” (Spurgeon)

2. (16) Un antico inno per esprimere il fondamento della verità cristiana.

E, senza alcun dubbio, grande è il mistero della pietà:
Dio è stato manifestato in carne,
È stato giustificato nello Spirito,
È apparso agli angeli,
È stato predicato tra i gentili,
È stato creduto nel mondo,
È stato elevato in gloria.

a. Senza alcun dubbio:Il meraviglioso riassunto della verità cristiana in 1 Timoteo 3:16 dovrebbe essere senza alcun dubbio (senza disputa in inglese) tra i credenti. È un peccato quando coloro che affermano di essere cristiani discutono o negano queste verità fondamentali.

i. “Quando dice ‘senza disputa’, suppongo voglia dire che non ci dovrebbero essere dibattiti su questi fatti, anche se ce ne sono stati e sempre ci saranno, dal momento che la verità più lampante troverà sempre degli sciocchi lampanti che la contraddicono.” (Spurgeon)

b. Dio è stato manifestato in carne: Questa è l’essenza dell’incarnazione; che Dio Figlio, la Seconda Persona della Santa Trinità, ha aggiunto l’umanità alla Sua deità – ed è stato così manifestato in carne.

i. “Osservate come il riassunto completo riportato qui del vangelo sia contenuto in sei piccole frasi, che scorrono con una metrica tanto regolare nel greco originale da portare alcuni a ritenere che si tratti di un inno antico; è oltretutto possibile che questi versi venissero usati nella chiesa primitiva così come sono.” (Spurgeon)

c. È stato giustificato nello Spirito: Possiamo dire che Gesù è stato giustificato nello Spirito non nel senso di qualcuno che un tempo era un peccatore e poi è stato reso giusto, ma nel senso che è stato dichiarato dallo Spirito Santo ciò che Egli è sempre stato – pienamente giustificato davanti al Padre.

i. Questa dichiarazione fu fatta durante il Suo battesimo (Matteo 3:16) e alla Sua risurrezione (1 Pietro 3:18; Atti 2:32-33).

d. È apparso agli angeli: Il ministero di Gesù, sia sulla terra che attraverso la Chiesa, è di grande interesse per gli esseri angelici. Ci sono stati molti casi in cui Gesù è stato visto dagli angeli (Marco 1:13; Luca 22:41-43), in modo particolare in occasione della risurrezione (Matteo 28:2-7).

i. “L’apostolo ne fa menzione per mostrare la grandezza della nostra religione, dal momento che i più nobili intelletti ne sono interessati. Hai mai sentito parlare di angeli che volteggiano intorno alle assemblee di associazioni filosofiche?” (Spurgeon)

ii. “La Deità è stata vista in Cristo dagli angeli come non l’avevano mai vista prima. Avevano visto l’attributo della giustizia, avevano visto l’attributo della potenza, avevano contrassegnato l’attributo della saggezza e avevano visto la Prerogativa della sovranità; ma mai gli angeli avevano visto in Dio l’amore, l’umiltà, la tenerezza e la pietà, come le hanno viste risplendere nella persona e nella vita di Cristo.” (Spurgeon)

e. È stato predicato tra i gentili, è stato creduto nel mondo: Paolo stesso fece del proprio meglio per adempiere queste dichiarazioni. Era impegnato a predicare Gesù tra i gentili e a portare il mondo alla fede.

i. “Il modo in cui Dio genera la fede nel cuore degli uomini non è mediante immagini, musica o simboli, ma per mezzo dell’ascolto della parola di Dio. Può sembrare strano, e che lo sembri pure, perché è un mistero, un grande mistero, ma comunque un fatto al di là di ogni disputa; per sempre la chiesa sostenga che Cristo deve essere predicato ai gentili.” (Spurgeon)

f. È stato elevato in gloria: È un richiamo all’ascensione di Gesù (Luca 24:51), alla Sua opera compiuta per noi (Ebrei 1:3) e alla Sua attuale intercessione per noi (1 Giovanni 2:1).

i. “È stato elevato in questa maniera perché la sua opera è compiuta. Non sarebbe mai entrato nella Sua gloria se non avesse terminato tutte le Sue fatiche. Non avrebbe accettato alcuna ricompensa, se non l’avesse pienamente guadagnata.” (Spurgeon)

ii. È stato elevato in gloria: Gesù ascese al cielo in un corpo risorto; eppure, si trattava di un corpo che conservava ancora i segni della sua grande opera d’amore per noi. Aveva ancora le impronte dei chiodi nelle mani e nei piedi, la ferita sul fianco, tutti segni della sua sofferenza per noi (Giovanni 20:24-29).

iii. La descrizione che Paolo fa di Gesù dopo il passaggio che parla del carattere cristiano ci ricorda la chiave per la trasformazione del nostro carattere – contemplare Gesù. È proprio come Paolo scrive in 2 Corinzi 3:18: E noi tutti, contemplando a faccia scoperta come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa immagine di gloria in gloria, come per lo Spirito del Signore.

iv. Gesù è il compimento perfetto di tutte queste descrizioni del carattere cristiano. Confidiamo che Gesù trasformerà la nostra vita secondo lo stesso carattere, mentre poniamo la nostra attenzione su di Lui. A volte vogliamo che la religione formi in noi questo carattere; in verità, la relazione con Gesù è ciò che realmente compie quest’opera.

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