1 Pietro 2




1 Pietro 2 – La Gloria e il Dovere del Popolo di Dio

A. Accostarsi a Gesù mediante la Sua parola.

1. (1-3) Come rispondere all’eterna Parola di Dio.

Deposta dunque ogni malizia ed ogni inganno, le ipocrisie, le invidie ed ogni maldicenza, come bambini appena nati, desiderate ardentemente il puro latte della parola, affinché per suo mezzo cresciate, se pure avete gustato che il Signore è buono.

a. Dunque: Pietro ha appena mostrato la gloria e la natura eterna della Parola di Dio. Dunque, alla luce di ciò che essa è per noi, dovremmo accogliere la Parola e riceverla con un cuore particolare.

b. Come bambini appena nati, desiderate ardentemente il puro latte della parola: L’espressione desiderate è forte. Nella Versione dei Settanta (un’antica traduzione greca dell’Antico Testamento) è usata per esprimere una profonda brama di Dio da parte dell’uomo: Come la cerva anela ai rivi delle acque, così l’anima mia anela a te, o DIO (Salmi 42:1). Si riferisce al desiderio della Parola di Dio che ogni credente dovrebbe avere.

i. Bambini… desiderate: Un neonato sano ha un desiderio istintivo del latte materno. Quando le cose vanno come dovrebbero, non c’è bisogno di dirgli di prendere il latte.

ii. L’incapacità di desiderare o di ricevere questo puro latte della parola è la ragione alla base di così tanti problemi sia nella vita del singolo credente che nelle congregazioni. “La condizione malaticcia di così tanti cristiani esprime una deplorevole lamentela nei confronti del cibo che viene dato loro. Non ricevono nemmeno il latte, figuriamoci il cibo solido. Per questo motivo, la Chiesa di Dio somiglia troppo alle corsie di un ospedale pediatrico.” (Meyer)

c. Affinché per suo mezzo cresciate: La Parola di Dio è necessaria alla crescita del cristiano. Tutti dovremmo desiderare il puro latte della parola, sebbene Paolo rimproveri i Corinzi di non essere capaci di ricevere nient’altro che latte (1 Corinzi 3:1-2); il cristiano non dovrebbe mai stancarsi delle semplici verità del Vangelo presentate in maniera semplice.

i. Chi sono i bambini appena nati? In un certo senso, lo siamo tutti. “Coloro che tra di noi sono più avanzati in conoscenza e consapevolezza sono, in confronto a ciò che saranno in futuro, solo dei bambini.” (Meyer)

ii. “Bere il latte della Parola significa ‘gustare’ più e più volte come Egli è, perché nell’ascoltare le parole del Signore i credenti sperimentano la gioia della comunione personale con il Signore stesso.” (Grudem)

d. Deposta dunque ogni malizia ed ogni inganno, le ipocrisie, le invidie ed ogni maldicenza: Ciò descrive l’atteggiamento di un cuore che riceve la Parola e cresce mediante la Parola, un cuore umile e onesto, disposto a fare ciò che la Parola di Dio dice.

i. Maldicenza: Questa antica parola greca dà più l’idea di un pettegolezzo provocante e offensivo che di un discorso profano.

e. Se pure avete gustato che il Signore è buono: Se abbiamo ricevuto da Dio e abbiamo gustato (sperimentato personalmente) che il Signore è buono, allora abbiamo una buona ragione e la grande responsabilità di ricevere la Parola con lo stesso entusiasmo con cui i bambini ricevono il loro latte.

2. (4-5) Accostarsi a Gesù.

Accostandovi a lui, come a pietra vivente, rigettata dagli uomini ma eletta e preziosa davanti a Dio, anche voi, come pietre viventi, siete edificati per essere una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo.

a. Accostandovi a lui, come a pietra vivente: L’immagine di Pietro qui è quella di Dio che costruisce un tempio spirituale (una casa spirituale) con l’uso di pietre viventi (i cristiani), cioè coloro che si sono accostati alla pietra vivente per eccellenza (Gesù).

i. Questa casa spirituale dimostra che, come Israele aveva un tempio, così i cristiani ne hanno uno. Tuttavia, il tempio dei cristiani è spirituale ed essi stessi sono il tempio.

ii. Gesù per primo è chiamato la pietra vivente; solo dopo si fa riferimento a noi come pietre viventi. Viviamo perché siamo collegati a Colui che è la fonte della vita. “Essi vivono perché sono uniti a Lui e realizzano lo scopo della loro rigenerazione; proprio come le pietre di un edificio, che non servono a nulla se non occupano il loro giusto posto nella costruzione e non sono poggiate sulle fondamenta.” (Clarke)

b. Ma eletta e preziosa davanti a Dio: Così come Israele fu scelto da Dio, anche la chiesa è scelta (Nuova Riveduta). Così come Israele aveva un sacerdozio, anche i cristiani costituiscono un sacerdozio santo. E così come Israele aveva dei sacrifici, anche i cristiani offrono sacrifici spirituali, graditi a Dio.

i. Un sacerdozio santo: Il credente è il sacerdote di sé stesso davanti a Dio. Non ha bisogno di alcun mediatore se non del suo grande Sommo Sacerdote, Gesù. “Non può più esserci un sacerdozio d’élite che rivendichi un accesso speciale a Dio, o dei privilegi speciali nell’adorazione o nella comunione con Dio.” (Grudem)

ii. Pietro non sta dicendo che Dio ha abbandonato Israele o che non c’è posto per il popolo ebreo nel Suo piano di redenzione, bensì che il cristianesimo non è in nessun modo inferiore al giudaismo.

c. Per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo: Dio è colui che edifica (siete edificati), ma spetta a noi offrire sacrifici graditi a Lui mentre andiamo a Gesù per quello che siamo – pietre viventi, create da Lui.

i. Anche una pietra vivente non può edificare qualcosa di grande per Dio rimanendo da sola. Ciò che Dio compie in noi collettivamente è importante. Egli sta costruendo qualcosa a partire da noi insieme.

ii. Possiamo agire da sacerdoti solo se lo facciamo per mezzo di Gesù Cristo. In noi stessi non abbiamo alcuna autorità sacerdotale, ma solo in Gesù.

3. (6-8) La gloria della Pietra Angolare.

Nella Scrittura si legge infatti:

«Ecco io pongo in Sion
Una pietra angolare, eletta, preziosa,
E chi crede in essa non sarà affatto svergognato».

Per voi dunque che credete essa è preziosa, ma per coloro che disubbidiscono:

«La pietra, che gli edificatori hanno rigettato,
È divenuta la testata d’angolo,
Pietra d’inciampo
E roccia d’intoppo che li fa cadere».

Essendo disubbidienti, essi inciampano nella parola, e a questo sono altresì stati destinati.

a. Ecco io pongo in Sion una pietra angolare: Se siamo stati edificati per essere una casa spirituale, non c’è alcun dubbio su chi sia la nostra pietra angolare. Anche se gli uomini hanno rigettato Gesù, Egli è diventato la pietra angolare nell’opera di edificazione della chiesa.

i. Gesù Cristo è la pietra angolare del Salmo 118, la roccia d’inciampo di Isaia 8, il fondamento solido di Isaia 28, la pietra soprannaturale di Daniele 2 e la roccia che miracolosamente diede acqua a Israele nel deserto (1 Corinzi 10:4).

b. Per voi dunque che credete essa è preziosa: Sebbene questa pietra angolare sia rigettata da coloro che disubbidiscono e dagli increduli, essa è innegabilmente preziosa per coloro che credono. Un modo per sapere se una persona abbia o meno una vera fede biblica è quello di capire se Gesù sia veramente prezioso per lei.

i. All’età di 16 anni, Charles Spurgeon predicò il suo primo sermone ad un gruppetto di persone povere in un cottage di un villaggio, scegliendo il passo di 1 Pietro 2:7: “Per voi dunque che credete che essa è preziosa”. Spurgeon disse che non pensava di poter predicare su un altro passo della Bibbia, “ma, poiché Cristo era prezioso per la mia anima ed io ero nel pieno del mio amore giovanile, non avrei potuto tacere di fronte a un tema come il prezioso Gesù.” (Spurgeon)

ii. “Gesù è prezioso per le vostre anime? Ricordate, dalla vostra riposta a questa domanda dipende la vostra condizione. “Voi credete se Egli è prezioso per voi, ma, se non è prezioso, allora non siete credenti e siete già condannati, perché non credete nel Figlio di Dio.” (Spurgeon)

·Cristo è prezioso in modo intrinseco.

·Cristo è prezioso in modo positivo,

·Cristo è prezioso in modo comparativo.

·Cristo è prezioso in modo superlativo.

·Cristo è prezioso in modo adeguato al bisogno del credente.

iii. Questo è vero, sebbene G. Campbell Morgan preferisse la traduzione della Revised Version: Per voi, dunque, che credete è la preziosità. “Ciò che viene dichiarato non è che i cristiani conoscono la preziosità di Cristo, piuttosto vi partecipano… Le qualità di Cristo che formano la Sua preziosità, il Suo onore, sono messi a disposizione del credente”.

iv. L’onore è per voi che credete: ossia, l’onore di trovarsi in questo edificio, di ricevere la salvezza delle vostre anime mediante il sangue dell’Agnello e di diventare figli e figlie di Dio Onnipotente.” (Clarke)

c. La pietra, che gli edificatori hanno rigettato, è divenuta la testata d’angolo: Coloro che invece rigettano la Pietra Angolare e si rifiutano di costruire su di Lui inciampano su di Lui. Invece di essere la loro salvezza, Gesù diventa per loro una roccia d’intoppo.

i. Gesù cita questo passo dal Salmo 118 in riferimento a sé stesso (Matteo 21:42). Una pietra angolare è il punto di origine di un edificio; l’intera costruzione è disposta in relazione al suo collegamento con la pietra angolare. Poiché è collocata nell’angolo, la pietra stessa è il punto di partenza per l’innalzamento di due pareti.

ii. Così Gesù tracciò la rotta verso l’unione di Giudei e gentili in un’unica casa gloriosa per Dio. Ciò, di per sé, costituiva una pietra d’inciampo e roccia d’intoppo per i Giudei, i quali credevano che i gentili non dovessero avere parte in egual misura nella grande casa di Dio.

iii. Secondo il pensiero di molti Giudei del tempo, Dio non avrebbe dovuto costruire un nuovo edificio con Ebrei e gentili insieme. Avrebbe dovuto semplicemente rinnovare la struttura già presente del giudaismo (aggiungendovi Gesù come Messia) e invitare i gentili a entrare e farne parte. Ma Dio fece qualcosa di diverso, che diventò una pietra d’inciampo e roccia d’intoppo per molti Giudei del primo secolo.

iv. Pertanto, i titoli importanti che troviamo in 1 Pietro 2:9-10 oggi si riferiscono a tutti i credenti, siano essi Giudei o gentili, mentre prima venivano attribuiti soltanto al popolo ebreo, in qualità di popolo di Dio dell’alleanza.

d. Essendo disubbidienti, essi inciampano nella parola, e a questo sono altresì stati destinati: Coloro che sono disubbidenti alla parola sono destinati a inciampare su Gesù.

i. Quando Gesù parlò di sé stesso come della pietra del Salmo 118, rivelò anche ciò a cui erano destinati coloro che lo avrebbero rigettato: “E chi cadrà su questa pietra sarà sfracellato; e colui sul quale essa cadrà sarà stritolato.” (Matteo 21:44)

4. (9-10) La posizione privilegiata del popolo di Dio.

Ma voi siete una stirpe eletta, un regale sacerdozio, una gente santa, un popolo acquistato per Dio, affinché proclamiate le meraviglie di colui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua mirabile luce; voi, che un tempo non eravate un popolo, ma ora siete il popolo di Dio; voi, che non avevate ottenuto misericordia, ma ora avete ottenuto misericordia.

a. Ma voi siete una stirpe eletta: Le cose che un tempo appartenevano solo a Israele – l’elezione (eletta), il sacerdozio e la vocazione – non sono più proprietà esclusiva di Israele. Queste cose sono oggi di proprietà di ogni cristiano e ci appartengono in un senso più grande e spirituale.

i. Siamo un regale sacerdozio. Le cariche di regalità e sacerdozio erano separate gelosamente in Israele. Ma Gesù, che è il nostro Re e Sacerdote, le ha conciliate per il Suo popolo.

b. Un popolo acquistato per Dio: (Il Suo popolo speciale, NKJV). Siamo speciali perché apparteniamo a Dio. Un museo può essere pieno di oggetti alquanto ordinari: cappelli, bastoni, scarpe e così via, ma il loro valore dipende dal fatto che una volta appartenevano a qualcuno di famoso. Dio si usa di persone ordinarie e, a motivo della Sua opera in loro, esse diventano speciali.

i. Questi stessi titoli furono usati in riferimento a Israele (Esodo 19:5-6, Deuteronomio 4:20, Deuteronomio 7:6, e Isaia 43:20-21). Ora in Gesù apparteniamo a Dio come Suo popolo speciale.

ii. “La descrizione della Chiesa è sistematica ed esaustiva. È una stirpe, il che suggerisce il suo principio vitale. È un sacerdozio e ha quindi il diritto di accedere a Dio. È una nazione ed è perciò sottoposta al Suo governo. È una proprietà, quindi è effettivamente abitata da Lui.” (Morgan)

c. Che un tempo non eravate un popolo, ma ora siete il popolo di Dio: Una volta non avevamo questi privilegi e non eravamo nemmeno un popolo agli occhi di Dio. Non avevamo visto la misericordia di Dio, ma ora abbiamo ottenuto misericordia.

i. Nella nostra cultura, con le sue fondamenta cristiane, non comprendiamo facilmente il senso magnifico di privilegio e sollievo che provavano i gentili quando venivano inclusi nel Nuovo Patto con il Dio d’Israele. Il messaggio di Pietro è meraviglioso: “Voi eravate esclusi, ma adesso appartenete a Dio e al Suo popolo”.

d. Affinché proclamiate le meraviglie di colui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua mirabile luce: Il proposito di questi grandi privilegi non è diventarne orgogliosi, ma affinché proclamiamo le meraviglie di colui che ha fatto tali grandi cose per noi.

i. Poiché è vero che i credenti hanno un nuovo principio di vita (stirpe eletta), un nuovo accesso a Dio (regale sacerdozio), un nuovo governo (gente santa) e un nuovo proprietario (popolo acquistato per Dio), ciò influenzerà il loro modo di vivere. Questo effetto è descritto nei versetti seguenti.

B. Come devono vivere coloro che si sono accostati a Gesù.

1. (11-12) Quando ci accostiamo a Gesù, dobbiamo astenerci dai desideri della carne.

Carissimi, io vi esorto, come stranieri e pellegrini, ad astenervi dai desideri della carne che guerreggiano contro l’anima. Comportatevi bene fra i gentili affinché, là dove vi accusano di essere dei malfattori, a motivo delle buone opere che osservano in voi, possano glorificare Dio nel giorno della visitazione.

a. Astenervi dai desideri della carne: Possiamo astenerci dai desideri della carne solo se viviamo come stranieri e pellegrini, come coloro che riconoscono che questo mondo non è la loro casa, ma che hanno una casa e una cittadinanza nei cieli.

b. Che guerreggiano contro l’anima: Pietro comprende che questi desideri della carne…guerreggiano contro l’anima. Essere cristiani significa lottare contro i desideri della carne, una battaglia che continuerà finché vivremo in questa carne.

i. È facile comprendere come il perseguire i desideri della carne possa distruggere il nostro corpo fisico. Basta chiedere all’ubriacone che sta morendo di una malattia al fegato, alla persona sessualmente immorale con l’AIDS o ad una delle 350.000 persone su questa terra che hanno contratto una malattia venerea nelle ultime 24 ore. Pietro però ci ricorda che i desideri della carne guerreggiano contro l’anima. Alcuni riescono a sfuggire alla malattia del corpo fisico quando peccano, ma la malattia e la morte dell’uomo interiore sono una punizione a cui non sfugge nessuno di coloro che si è abbandonato alla carne.

c. Comportatevi bene fra i gentili: Questo modo santo di vivere rende la nostra condotta onorevole (NKJV) fra coloro che ancora non conoscono Dio. Nonostante possiamo aspettarci che ci accusino di essere dei malfattori, possono comunque essere portati a glorificare Dio nel vedere la nostra pia condotta.

i. I cristiani della chiesa primitiva venivano accusati falsamente di gravi crimini. I pagani dicevano che durante la cena del Signore i cristiani mangiavano la carne e bevevano il sangue di neonati in un rito cannibalistico. Dicevano che le “agapi” erano orge sfrenate. Dicevano che i cristiani erano antisociali perché non partecipavano ai divertimenti immorali della società. Dicevano che i cristiani erano atei perché non adoravano gli idoli.

ii. Ma col tempo divenne chiaro che i cristiani non erano persone immorali – come dimostrato dalle loro vite. “Il fatto più sorprendente della storia è che con la propria vita i cristiani sconfissero effettivamente le calunnie dei pagani. All’inizio del terzo secolo Celso condusse l’attacco più grande e più sistematico di sempre contro i cristiani, accusandoli di ignoranza, follia, superstizione e ogni genere di cose – ma mai di immoralità.” (Barclay)

d. Il giorno della visitazione: Questo è probabilmente un riferimento al loro incontro finale con Dio, quando andranno a incontrarlo o quando Lui verrà a incontrare loro. L’intenzione è che i gentili siano persuasi a diventare cristiani vedendo la vita di altri cristiani e che possano glorificare Dio quando Lo incontreranno invece di indietreggiare davanti al Suo santo giudizio.

i. “Che con il giorno della visitazione si intenda un tempo in cui il castigo sarà inflitto è evidente da Isaia 10:3 (Nuova Riveduta): Che farete il giorno che Dio vi visiterà, il giorno che la rovina giungerà da lontano? Presso chi fuggirete in cerca di soccorso? Dove lascerete la vostra gloria?” (Clarke)

2. (13-17) Quando ci accostiamo a Gesù, dobbiamo mostrare la giusta sottomissione al governo.

Sottomettetevi dunque per amore del Signore ad ogni autorità costituita: sia al re come al sovrano, sia ai governatori, come mandati da lui per punire i malfattori e per lodare quelli che fanno il bene, perché questa è la volontà di Dio, che, facendo il bene, turiate la bocca all’ignoranza degli uomini stolti. Comportatevi come uomini liberi, non facendo uso della libertà come di un pretesto per coprire la malvagità, ma come servi di Dio. Onorate tutti, amate la fratellanza, temete Dio, rendete onore al re.

a. Sottomettetevi dunque…ad ogni autorità costituita: In qualità di cristiani dovremmo essere bravi cittadini, sottomettendoci al governo. Ciò è molto diverso da come si comportavano i Giudei zelanti ai giorni di Pietro, che non riconoscevano altro re oltre Dio e non pagavano le tasse a nessuno se non a Dio.

i. Pietro scrisse queste parole nei giorni dell’Impero Romano, che non era una democrazia e nemmeno particolarmente amico dei cristiani. Eppure, riconosceva lo stesso la legittima autorità del governo romano.

ii. “Ciò che San Pietro intendeva sembra essere questo: i Giudei pensavano fosse illecito obbedire a qualsiasi sovrano che non fosse della loro stessa stirpe; l’apostolo dice loro che avrebbero dovuto obbedire al loro magistrato civile, indipendentemente dalla stirpe di appartenenza, giudeo o gentile, lasciandogli esercitare la qualsiasi forma di governo da lui applicata.” (Clarke)

b. Per amore del Signore: Questo è il motivo per il quale ubbidiamo al governo. Dato che i governi hanno un’autorità legittimata da Dio, siamo tenuti a obbedire loro – a meno che, ovviamente, non ci ordinino di fare qualcosa in contraddizione con la legge di Dio. In tal caso, ci viene comandato di obbedire a Dio prima che agli uomini (Atti 4:19).

i. “Dio, come loro supremo governatore, mostra loro che è nella Sua volontà che essi agiscano in modo retto e ubbidiente in ogni momento, confondendo così l’ignoranza degli uomini stolti, che erano pronti ad affermare che la loro religione li rendeva dei cattivi sudditi.” (Clarke)

c. Come mandati da lui: Pietro insisteva anche sul fatto che i sovrani sono mandati da lui; cioè, mandati da Dio. I governi sono mandati da Dio per punire i malfattori e per riconoscere coloro che fanno il bene.

i. Dio usa le autorità superiori per tenere a bada le tendenze e i desideri peccaminosi dell’uomo. I governi sono uno strumento efficace nel contrastare gli effetti della condizione di perdizione dell’uomo. Sulla base anche di ciò che Paolo scrive in Romani 13, possiamo affermare che la più grande trasgressione che un governo possa commettere è quella di non punire i malfattori o di premiarli attraverso la corruzione.

d. Che, facendo il bene, turiate la bocca all’ignoranza degli uomini stolti: Pietro sapeva che la nostra condotta è un mezzo per difendere il vangelo. Sapeva che coloro che non hanno mai letto la Bibbia leggeranno la nostra vita; quindi, è facendo del bene che turiamola bocca all’ignoranza degli uomini stolti.

e. Non facendo uso della libertà come di un pretesto per coprire la malvagità, ma come servi di Dio: Veniamo avvertiti di non usare la libertà che abbiamo in Gesù come una scusa per il peccato. Invece, usiamo la nostra libertà in Gesù per mostrare il tipo di amore e rispetto a cui ci chiama Pietro.

3. (18-20) Quando ci accostiamo a Gesù, dobbiamo mostrare la giusta sottomissione ai nostri datori di lavoro.

Servi, siate con ogni timore sottomessi ai vostri padroni, non solo ai buoni e giusti, ma anche agli ingiusti, perché è cosa lodevole se uno, per motivo di coscienza davanti a Dio, sopporta afflizioni soffrendo ingiustamente. Che gloria sarebbe infatti se sopportate pazientemente delle battiture, quando siete colpevoli? Ma se sopportate pazientemente delle battiture quando agite bene, questa è cosa gradita a Dio.

a. Servi, siate con ogni timore sottomessi ai vostri padroni: Il comando di sottomettersi ai padroni non è rivolto soltanto a coloro che lavorano per dei padroni buoni e giusti, ma anche a coloro i cui padroni sono ingiusti. Se siamo costretti a sopportare delle difficoltà a causa dei nostri principi cristiani, allora ciò è lodevole agli occhi di Dio.

b. Che gloria sarebbe infatti se sopportate pazientemente delle battiture, quando siete colpevoli? Essere puniti per i nostri torti non ci porta alcuna gloria. Ma quando siamo puniti per aver fatto il bene e lo sopportiamo pazientemente, siamo elogiati davanti a Dio.

i. “Da ciò che abbiamo letto sembra che i poveri cristiani, specialmente coloro che si erano convertiti in uno stato di schiavitù, fossero spesso abusati gravemente; venivano picchiati perché cristiani e perché non volevano unirsi ai loro padroni nel culto idolatrico.” (Clarke)

ii. “Il nostro caso è come quello di un criminale che farebbe meglio a sopportare in silenzio una condanna per un crimine che non ha commesso, per evitare che con troppo clamore induca un’indagine su una lista di reati per cui non è stato imputato, non essendo conosciuti.” (Meyer)

4. (21-25) L’esempio di Gesù.

A questo infatti siete stati chiamati, perché Cristo ha sofferto per noi, lasciandoci un esempio, affinché seguitate le sue orme.

«Egli non commise alcun peccato
E non fu trovato alcun inganno nella sua bocca».

Oltraggiato, non rispondeva con oltraggi; soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva nelle mani di colui che giudica giustamente. Egli stesso portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, affinché noi, morti al peccato, viviamo per la giustizia; e per le sue lividure siete stati guariti. Eravate infatti come pecore erranti, ma ora siete tornati al pastore e custode delle anime vostre.

a. Cristo ha sofferto per noi, lasciandoci un esempio: Gesù è il nostro esempio come di qualcuno che sopportò ingiustamente una punizione. Quando era oltraggiato, non rispondeva con oltraggi, ma nella Sua sofferenza si rimetteva nelle mani del Padre.

i. “Egli soffrì, ma non a causa di alcun male che avesse fatto o detto. Sebbene in atti e parole fosse immacolato, fu esposto alla sofferenza; aspettatevi lo stesso e, quando questa arriva, sopportatela con lo stesso spirito.” (Clarke)

ii. “Quale momento, secondo voi, delle sofferenze del Signore, dal Getsemani al Golgota, sarebbe rimasto più profondamente impresso nella memoria di Pietro? Sicuramente sarebbe stato quel lasso di tempo in cui Egli fu schernito e picchiato nella sala del sommo sacerdote, mentre Pietro sedeva e si scaldava le mani col fuoco, mentre vedeva il suo Signore maltrattato, avendo paura di ammettere di essere un suo discepolo. E a poco a poco divenne così terrorizzato che, con un linguaggio profano, dichiarò: ‘Non conosco quell’uomo’. Finché fu in vita, l’apostolo si sarebbe ricordato del portamento mite e tranquillo del suo Signore sofferente.” (Spurgeon)

b. Egli stesso portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce: La sofferenza di Gesù è chiaramente un esempio per noi; eppure, è molto più di questo. Lui portò anche i nostri peccati sostituendosi a noi e provvide alla nostra guarigione (per le sue lividure siete stati guariti).

i. Gesù portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce. Pietro lo dice qui sia per ricordare continuamente ai cristiani l’opera meravigliosa di Gesù sulla croce, sia per mostrare loro che, nello stesso modo in cui la sofferenza di Gesù ha adempiuto molte cose, anche la loro sofferenza può essere usata da Dio.

c. Affinché noi, morti al peccato, viviamo per la giustizia: Pietro ci ricorda che, quando Gesù è morto sulla croce, anche noi siamo morti al peccato. La nostra vita è cambiata per sempre nel momento in cui ci siamo identificati con Gesù sulla croce, così come descritto dall’Apostolo Paolo in Romani 6.

i. Siamo morti al peccato nel senso che il nostro debito e la nostra colpa sono stati pagati dal sacrificio di Gesù sulla croce. Quando siamo morti al peccato sulla croce con Gesù, significa che Lui ha pagato i nostri debiti. Non ci preoccupiamo dei debiti che sono stati estinti. “Colui che ha portato i miei peccati nel Suo corpo sul legno della croce ha preso tutti i miei debiti e li ha pagati al posto mio, e adesso sono morto a quei debiti; essi non hanno più potere su di me. Sono morto ai miei peccati; Cristo ha sofferto al posto mio. Con quei peccati non ho più nulla a che fare. Sono stati rimossi quasi come se non fossero mai stati commessi.” (Spurgeon)

ii. Siamo morti al peccato nel senso che adesso una passione più grande riempie la nostra vita – una passione per il Signore Gesù Cristo, che è più grande della nostra precedente passione per il peccato. Un avaro potrà essere morto a molti piaceri e a molte tentazioni di questo mondo, ma è vivente all’amore per il denaro. Perciò, dovremmo essere morti al peccato ma viventi a Gesù.

d. Per le sue lividure siete stati guariti: Pietro cita Isaia 53:5, che principalmente si riferisce alla guarigione spirituale, ma include anche la guarigione fisica. Gesù ha provveduto alla nostra guarigione (sia fisica che spirituale) attraverso le Sue sofferenze (lividure). L’aspetto fisico della nostra guarigione viene ricevuto adesso solo in parte, ma lo riceveremo completamente con la nostra resurrezione.

i. Nel contesto osserviamo che l’aspetto evidenziato da Pietro è che, se un padrone ci tratta ingiustamente, non dobbiamo temere qualsiasi danno ci possa recare. Possiamo essere guariti e ristorati dalle sofferenze che Gesù ha patito per noi.

e. Eravate infatti come pecore erranti, ma ora siete tornati al pastore e custode delle anime vostre: Se non fosse stato per la paziente sopportazione di Gesù di fronte alla persecuzione degli empi, saremmo ancora come delle pecore erranti. Ma grazie alla sua opera per noi, siamo tornati al pastore e custode (vescovo) delle nostre anime.

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