1 Giovanni 4 – Dimorare in Dio e nel Suo Amore
A. Lo Spirito della verità e la protezione contro lo spirito dell’errore
1. (1) La realtà dei falsi profeti e la necessità di provare gli spiriti.
Carissimi, non credete ad ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio, perché molti falsi profeti sono usciti fuori nel mondo.
a. Non credete ad ogni spirito: Giovanni ci avverte di stare attenti a non credere ad ogni spirito; non dobbiamo mai dare per scontato che ogni esperienza spirituale o che ogni dimostrazione di potenza spirituale venga da Dio. Dobbiamo esaminare le esperienze e i fenomeni spirituali per vedere se effettivamente sono da parte Sua.
i. Molti, quando si trovano per la prima volta di fronte alla realtà del mondo spirituale, sono talmente colpiti e meravigliati da non chiedere se sono da Dio. È un atteggiamento che li espone facilmente all’inganno.
b. Ma provate gli spiriti: Ciò è importante perché molti falsi profeti sono usciti fuori nel mondo. Sebbene la chiesa primitiva avesse una vita forte e una grande misura di purezza, Giovanni conosceva il pericolo reale che i falsi profeti ed il loro messaggio rappresentavano per la chiesa del tempo.
c. Provate gli spiriti per sapere se sono da Dio: Tale è la responsabilità di ogni cristiano, ma soprattutto della leadership della chiesa. Secondo 1 Corinzi 14:29 (Gli altri giudichino) e I Tessalonicesi 5:21 (Provate ogni cosa, ritenete il bene), provare gli spiriti è il compito del corpo di Cristo. Tale mansione dev’essere espletata usando i doni di discernimento che Dio ha dato ai credenti in generale e, soprattutto, alla leadership di una congregazione.
i. Ogni profezia sia giudicata secondo la Scrittura e non sia ricevuta solo perché è circondata da una certa solennità o perché procede da una persona in particolare. Noi confidiamo nel principio che Dio non contraddirà mai sé stesso, essendo noi a conoscenza di ciò che Egli ha già detto nella Sua Parola.
ii. 2 Pietro 1:20-21 ci dice che la vera profezia non è mai soggetta a particolare interpretazione (o ad un’interpretazione personale). Ciò significa che ci sarà accordo e conferma nel corpo di Cristo, anche se, probabilmente, non tutti saranno d’accordo o confermeranno.
2. (2-3) Come riconoscere un falso profeta.
Da questo potete conoscere lo Spirito di Dio: ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio. E ogni spirito che non riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, non è da Dio; e questo è lo spirito dell’anticristo che, come avete udito, deve venire; e ora è già nel mondo.
a. Ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio: La vera profezia ed il vero insegnamento presenteranno un vero Gesù. Ai giorni di Giovanni il problema discusso era se Gesù fosse realmente venuto in un vero corpo fatto di carne e sangue. Molti insegnanti influenzati dallo gnosticismo sostenevano che Gesù, essendo Dio, non sarebbe mai potuto diventare un essere umano in carne ed ossa, perché Dio non avrebbe mai potuto avere nulla a che fare con ciò che è “impuro”.
i. “Questa affermazione si potrebbe rivolgere contro alcune forme di docetismo, il pensiero secondo cui Cristo era uno spirito che aveva solo le sembianze di un vero uomo”. (Boice)
ii. Oggi, alcuni gruppi rinnegano che Gesù sia veramente Dio (come i Testimoni di Geova, i mormoni e i musulmani). Tuttavia, ai tempi di Giovanni le persone non avevano difficoltà a credere che Gesù fosse Dio, essendo anche più vicine ai giorni della Sua vita e del Suo ministero terreno. La loro difficoltà stava nel credere che Gesù fosse vero uomo. Questo falso insegnamento dichiarava correttamente che Gesù era veramente Dio, ma che si trattava, in realtà, di un uomo non reale.
iii. Oggi siamo zelanti nel proclamare: “Gesù è Dio” e dovremmo esserlo. Tuttavia, dire: “Gesù è un uomo” è altresì importante, perché sia la divinità che l’umanità di Gesù sono essenziali per la nostra salvezza.
b. Ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio: Alcuni credono che questo sia l’unico modo per provare le false dottrine. Non è l’unico modo, ma è il problema principale che affliggeva la chiesa ai tempi di Giovanni. Oggigiorno è possibile riconoscere che Gesù è venuto nella carne e comunque rinnegarlo quale Dio, come invece insegna la Bibbia. Anche così viene condivisa una falsa dottrina, dato che non viene rappresentato un vero Gesù.
i. Il principio di presentare un vero Gesù è essenziale nel provare gli spiriti. Nessuno che presenti un falso Gesù o che non sia fedele alle Scritture non può essere considerato un vero profeta.
ii. Al giorno d’oggi, c’è molta curiosità intorno al “vero Gesù”. Molti studiosi moderni dicono di voler scoprire il “vero Gesù”, intendendo spesso che “il vero Gesù non è il Gesù della Bibbia. Il Gesù biblico è finzione. Dobbiamo scoprire il vero Gesù dietro ai miti della Bibbia”.
iii. Non solo questa posizione è ignorante, cioè che ignora l’accertata validità storica del Nuovo Testamento, ma è anche arrogante. Una volta che gli studiosi respingono le prove storiche del Nuovo Testamento e di altri scritti antichi attendibili, possono basare la propria comprensione di Gesù solamente sulle proprie opinioni personali. Essi presentano le proprie opinioni senza fondamento come se fossero fatti comprovati.
c. Questo è lo spirito dell’anticristo: Rinnegare il vero Gesù è il fondamento dello spirito dell’anticristo, di cui Giovanni ha già fatto menzione in 1 Giovanni 2:18-23. È lo spirito che si oppone al vero Gesù ed offre un Suo surrogato.
i. Al diavolo non importa nulla se conosci Gesù, se Lo ami o se preghi a Lui, purché sia un Gesù falso, inventato, che non esiste e che, dunque, non può salvare.
d. Ora è già nel mondo: Anche se raggiungerà il proprio culmine negli ultimi tempi nei panni di un leader politico ed economico, l’essenza dello spirito dell’anticristo è presente oggi. Possiamo vedere come ovunque venga promosso un falso Gesù al posto del vero Gesù della Bibbia.
3. (4) La protezione dei figli di Dio.
Voi siete da Dio, figlioletti, e li avete vinti, perché colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo.
a. Voi siete da Dio, figlioletti, e li avete vinti: I figli di Dio non devono temere lo spirito dell’Anticristo, sebbene debbano esserne messi in guardia, perché lo Spirito di Dio dimora in loro (1 Giovanni 3:24). Lo Spirito dentro di noi è più grande di colui che è nel mondo – Satana con tutti i suoi alleati.
b. Colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo: Abbiamo una risorsa per la vittoria, resa sempre possibile dalla presenza di Gesù vitale dentro di noi – sempre se ci affidiamo a colui che è in voi, piuttosto che confidare in noi stessi.
i. Comprendere questo ci dà grande fiducia e potenza spirituale. Per coloro che camminano in questa verità, la vittoria è assicurata: li avete vinti. È un’affermazione sicura, non una vaga speranza.
c. Colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo: Ciò significa che nel cristiano non c’è spazio per la paura. Abbiamo molti nemici spirituali, ma nessuno di loro è più grande di Gesù che vive in noi.
i. Precedentemente nella lettera, Giovanni ha trattato del mondo e della sua minaccia per la vita cristiana (1 Giovanni 2:15-17). Non ha presentato il mondo come il globo terrestre o l’insieme dell’umanità, la quale è amata da Dio stesso (Giovanni 3:16), ma è l’insieme dell’umanità peccatrice unita in ribellione contro Dio. Qui Giovanni lascia intendere che ci sono forze spirituali oscure che guidano ed influenzano il mondo.
4. (5-6) Il contrasto tra coloro che sono dal mondo e coloro che sono da Dio.
Essi sono dal mondo; per questo parlano di cose del mondo e il mondo li ascolta. Noi siamo da Dio; chi conosce Dio ci ascolta; chi non è da Dio non ci ascolta; da questo riconosciamo lo Spirito della verità e lo spirito dell’errore.
a. Essi sono dal mondo: Coloro che sono dal mondo sono riconoscibili perché parlano di cose del mondo; l’influenza del mondo è evidente nel loro modo di parlare. Come disse Gesù, la bocca parla dall’abbondanza del cuore (Matteo 12:34).
b. E il mondo li ascolta: Coloro che sono dal mondo sono riconoscibili anche dal fatto che il mondo li ascolta. Non subiscono il rigetto che i figli di Dio ricevono dal mondo (1 Giovanni 3:1), perché sono amici del mondo.
i. Il mondo li ascolta: Il cristiano vuole parlare al mondo e portargli il vangelo di Gesù Cristo. È stupendo quando il mondo ascolta il vangelo, ma dobbiamo assicurarci che non stiano ascoltando perché parliamo di cose del mondo. Solo perché il mondo ascolta il messaggio non prova che il messaggio sia da Dio.
c. Chi conosce Dio ci ascolta: Coloro che sono da Dio godono della comunione con altri credenti; essi parlano il linguaggio comune della comunione con Dio e della comunione l’uno con l’altro. È dalla comunione con Dio che scaturisce la comunione tra fratelli (1 Giovanni 1:3).
i. Questo linguaggio di comunione trascende la lingua, la cultura, il ceto sociale, la razza o qualsiasi altra barriera. È un vero dono di Dio.
ii. Tra le sue dottrine ufficiali, la Chiesa Cattolica Romana dichiara di essere il “ci” in chi conosce Dio ci ascolta; chi non è da Dio non ci ascolta, ma non è il senso inteso qui da Giovanni. Quel ci si riferisce unicamente agli apostoli e alla loro rivelazione autorevole nella Bibbia. Quando conosciamo Dio e siamo da Dio, ascoltiamo ciò che dice la Scrittura.
iii. “Se questo fosse un parlare prettamente individuale, l’affermazione sarebbe presuntuosa, ma non è così. Qui osserviamo uno degli apostoli che cita la testimonianza collettiva apostolica, rendendola la misura della verità e della sana dottrina.” (Boice)
d. Chi non è da Dio non ci ascolta: Capire chi ascolta ciò che Dio ci ha insegnato attraverso gli apostoli, come riportato nel Nuovo Testamento, ci aiuta a riconoscere lo Spirito della verità e lo spirito dell’errore. Se qualcuno ascolta ciò che Dio ha detto nella Sua Parola, sappiamo che ha lo Spirito della verità. Se non l’ascolta, ha lo spirito dell’errore.
i. Giovanni spiega che l’errore ha una dinamica spirituale indipendente dal grado di istruzione o d’intelligenza. Ci sono persone molto erudite ed intelligenti che sono comunque influenzate grandemente dallo spirito dell’errore. Essendo l’errore un problema spirituale, rimanere nello Spirito della verità è una questione spirituale.
ii. Rimaniamo nello Spirito della verità restando aggrappati a Gesù, colui che ha proclamato: “Io sono la verità” (Giovanni 14:6).
B. L’amore reso perfetto in mezzo a noi.
1. (7-8) Chiamati ad amare.
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, poiché l’amore è da Dio e chiunque ama è nato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
a. Carissimi, amiamoci: La frase nel greco antico inizia in maniera straordinaria – agapetoi agapomen, “coloro che sono amati, amiamoci”. Non siamo chiamati ad amarci gli uni gli altri per guadagnarci o diventare meritevoli dell’amore di Dio. Noi ci amiamo gli uni gli altri perché siamo amati da Dio e perché abbiamo ricevuto e viviamo alla luce di quest’amore.
b. Amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: L’enfasi di Giovanni sull’amore nel il popolo di Dio (per esempio in 1 Giovanni 2:9-11 e 3:10-18) è potente. Qui ci viene dimostrato perché è così importante: se l’amore è da Dio, allora coloro che dichiarano di essere nati da Dio e di conoscere Dio devono essere in grado di amarsi gli uni gli altri nel corpo di Cristo.
i. Ancora una volta Giovanni ribadisce che c’è qualcosa che viene dato al credente quando è nato da Dio; viene impartito un amore nella sua vita che non aveva prima. I cristiani non sono “solo perdonati”, ma sono nati di nuovo per mezzo dello Spirito di Dio.
c. E conosce Dio: Ci sono diverse parole che dal greco antico vengono tradotte con “conoscere” in italiano. In questo caso conosce (ginosko) è la parola che indica una conoscenza derivata dall’esperienza. Giovanni sta dicendo che, quando sperimentiamo veramente Dio, ciò si manifesterà nel nostro amore gli uni per gli altri.
i. Ovviamente, questo amore non giunge alla perfezione nella vita del credente da questo lato dell’eternità. Sebbene non sia perfetto, deve essere presente e dovrebbe essere in costante crescita. Non puoi maturare davvero nella tua esperienza di Dio, se non cresci anche nell’amore gli uni per gli altri. Giovanni può affermare con franchezza che chi non ama non ha conosciuto Dio. Se nella tua vita non c’è vero amore per il popolo di Dio, allora la tua dichiarazione di conoscere e di aver sperimentato Dio non è vera.
d. L’amore è da Dio: L’amore di cui parla Giovanni proviene dal greco agape, che esprime un amore che dona sé stesso senza pretendere o aspettarsi nulla in cambio; tale è l’amore tipico di Dio.
i. Poiché questo è il tipo di amore di Dio, esso fluirà nella nostra vita attraverso la nostra relazione con Lui. Se vogliamo amarci di più gli uni gli altri, dobbiamo avvicinarci di più a Dio.
ii. Ogni relazione umana è come un triangolo. Le due persone nella relazione sono alla base del triangolo e Dio si trova alla punta. Nell’avvicinarsi alla punta del triangolo, e quindi a Dio, anche le due persone si accosteranno l’una all’altra. Le relazioni deboli sono rese forti quando entrambe le persone si avvicinano al Signore!
e. Chiunque ama è nato da Dio… Chi non ama non ha conosciuto Dio: Ciò non significa che ogni singola dimostrazione d’amore nel mondo possa venire solo da un credente. Coloro che non sono cristiani possono ancora dimostrare atti di amore.
i. “Il motivo per cui l’uomo ha ancora la capacità di amare è perché è stato creato ad immagine di Dio, benché tale immagine sia stata deturpata, anche se non distrutta, dalla caduta dell’uomo… L’amore umano, per quanto nobile e determinato sia, viene meno, se si rifiuta di includere il Padre e il Figlio come oggetti supremi del proprio affetto.” (Marshall)
f. Perché Dio è amore: Che gloriosa verità! L’amore descrive il carattere ed il cuore di Dio. Egli è talmente ricco di amore e compassione che questa dichiarazione può essere usata per descrivere la Sua stessa essenza.
i. Quando affermiamo che Dio è amore, non stiamo dicendo tutto di Dio. L’amore è un aspetto essenziale del Suo carattere e determina ogni aspetto della Sua natura. Tuttavia, non elimina la Sua santità, la Sua giustizia o il Suo giusto giudizio. Anzi, sappiamo che la santità di Dio è amorevole, la giustizia di Dio è amorevole, il giudizio di Dio è amorevole. Tutto ciò che Dio fa, in un modo o nell’altro, esprime il Suo amore.
ii. “Egli non odia nulla di ciò che ha creato. Egli non può odiare, perché è amore. Fa sorgere il sole sul buono e sul malvagio e manda la pioggia sul giusto e sull’ingiusto. Non ha creato alcun essere umano per la perdizione e non ha mai decretato che un’anima perduta non possa trovare grazia. Egli ha dato la più alta prova del proprio amore verso l’intera razza umana per mezzo dell’incarnazione del proprio Figlio, che ha gustato la morte per ogni uomo. Come può un decreto di dannazione assoluto e incondizionato, per una fetta qualsiasi della razza umana, sussistere alla presenza di un testo come questo?” (Clarke)
iii. “Mai si pensi che ci siano peccatori sulla terra dei viventi troppo lontani dal tocco divino di misericordia. Io sono qui a predicare l’amore illimitato, la grazia senza confini al più vile tra i vili, a coloro che non hanno nulla in sé stessi per cui possano meritare la considerazione di Dio, uomini che dovrebbe essere gettati immediatamente nell’abisso, se la giustizia assegnasse a ciascuno di loro la propria sorte”. (Spurgeon)
iv. Ci troviamo di fronte a grossi problemi quando proviamo a dire che l’amore è Dio, perché l’amore non definisce tutto il carattere di Dio e perché, nell’usare il termine amore, molti non pensano al vero amore secondo Dio. Al contrario, essi pensano ad un amore senza carattere, sdolcinato, di apparenza, che da più valore all’essere “gentili” piuttosto che volere il meglio per l’altra persona.
v. La Bibbia, inoltre, ci dice che Dio è Spirito (Giovanni 4:24), Dio è luce (1 Giovanni 1:5) e che Dio è un fuoco consumante (Ebrei 12:29).
g. Dio è amore: Ci sono poche persone che veramente riconoscono e credono che Dio è amore. Per qualche ragione, essi non ricevono il Suo amore affinché trasformi le loro vite. Tuttavia, conoscere l’amore di Dio in questo modo trasforma le nostre vite.
i. “C’è amore in molti luoghi, così come ci sono raggi di luce erranti; per quanto riguarda il sole, invece, esso si trova in un angolo di cielo e, mentre lo guardiamo, diciamo: ‘Ecco la luce’… Egli, guardando alla Chiesa di Dio, non ha detto delle miriadi che non hanno considerato cara la propria vita: ‘Ecco l’amore’, perché il loro amore era solo un riflesso luminoso del grande sole dell’amore”. (Spurgeon)
2. (9-11) Il significato dell’amore e la sua applicazione.
In questo si è manifestato l’amore di Dio verso di noi, che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, affinché noi vivessimo per mezzo di lui. In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che lui ha amato noi e ha mandato il suo Figlio per essere l’espiazione per i nostri peccati.
a. In questo si è manifestato l’amore di Dio verso di noi, che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito: Questo ci mostra l’essenza dell’amore e il suo significato. L’amore non è definito esclusivamente dal sacrificio di Gesù (come dichiarato in 1 Giovanni 3:16), ma anche dal dare del Padre. È stato un sacrificio per il Padre sia mandare la Seconda Persona della Trinità che versare il giudizio che noi meritavamo sopra Dio Figlio.
i. Dobbiamo apprezzare pienamente l’opera di Dio e ricevere l’amore Paterno che Dio ha da darci. Alcuni di noi, per qualche motivo, sono giunti a vedere Dio Padre come distaccato e cattivo, forse il cosiddetto “Dio arrabbiato” dell’Antico Testamento. L’errore in questo ragionamento è che molti preferiscono piuttosto un Gesù gentile ed amorevole. Eppure, anche il Padre ci ama! Quell’amore che Gesù ha mostrato durante il proprio ministero è lo stesso amore che Dio Padre ha verso di noi. Possiamo ricevere la potenza guaritrice nell’amore di nostro Padre.
b. Che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo: Giovanni è attento a chiamare Gesù il Figlio unigenito. Questo termine speciale significa che Gesù è Figlio unico (uni); genito indica che Gesù e il Padre sono della stessa sostanza, lo stesso Essere nella loro essenza.
i. Usiamo il termine creare per descrivere qualcosa che deriva da qualcuno, che però non ha la stessa natura o il suo stesso essere. Un uomo può creare una statua che assomigli a lui, ma non sarà mai umana. Tuttavia, possiamo usare il termine generare per descrivere qualcosa che è esattamente lo stesso in natura e nel suo essere. Noi siamo figli e figlie adottati da Dio, ma non abbiamo la Sua stessa natura o la Sua stessa essenza: siamo essere umani. Gesù è il Figlio unigenito, ovvero la sua filiazione è differente dalla nostra; Egli aveva ed ha la stessa natura e la stessa essenza di Dio Padre. Noi siamo esseri umani; Egli è un essere divino, alla cui deità ha aggiunto l’umanità.
c. Affinché noi vivessimo per mezzo di lui: L’amore del Padre non consisteva solo nell’aver mandato il Figlio, ma anche in ciò che esso compie per noi. Porta vita a tutti coloro che confidano in Gesù e nella Sua opera compiuta al posto nostro, perché Egli è l’espiazione per i nostri peccati.
i. Espiazione trasmette l’idea del sacrificio che distoglie l’ira di Dio. Dio ci riteneva giustamente, senza di Lui, degni bersagli del Suo giudizio. Eravamo ribelli e Suoi nemici, anche se non ne eravamo consapevoli. Sulla croce però Gesù ha subito la punizione che il nostro peccato meritava – il Suo sacrificio ha allontanato il giudizio che spettava a noi. È facile intravedere in questo l’amore di Gesù, ma Giovanni vuole farci comprendere che è possibile scorgere anche l’amore di Dio Padre: lui ha amato noi e ha mandato il suo Figlio per essere l’espiazione per i nostri peccati.
ii. Affinché noi vivessimo per mezzo di lui: La grandezza dell’amore di Dio si manifesta non solo nel salvarci dal giudizio che meritavamo, ma anche nel volere che noi viviamo per mezzo di lui. Viviamo per mezzo di lui? Ecco un grande modo per definire la vita cristiana – vivere per mezzo di lui.
d. Dio ha mandato il suo unigenito Figlio: In questo si manifesta l’amore di Dio, perché l’amore dà il meglio che ha. Non c’era nulla di meglio che Dio Padre potesse dare all’umanità smarrita del dono del Figlio di Dio stesso. Come descritto da Paolo in 2 Corinzi 9:15, Gesù è il dono ineffabile del Padre.
i. “Affinché ci fosse riconciliazione tra Dio e l’uomo, l’uomo avrebbe dovuto presentarsi davanti a Dio; il colpevole avrebbe dovuto essere il primo a presentare richiesta per il perdono; il debole avrebbe dovuto cercare aiuto; il povero avrebbe dovuto chiedere a colui che fa elemosina; ma ‘in questo è l’amore’, che Dio ha ‘mandato’. Egli è stato il primo ad inviare un’offerta di pace”. (Spurgeon)
e. Lui ha amato noi e ha mandato il suo Figlio per essere l’espiazione per i nostri peccati: In questo si manifesta l’amore di Dio. L’aver inviato il Figlio, e non qualche angelo di grado inferiore, avrebbe potuto essere una dimostrazione d’amore sufficiente; Egli non ha mandato il proprio Figlio in missione di ricognizione o semplicemente in una missione di compassione, ma Lo ha mandato a morire per i nostri peccati.
i. “Se Dio avesse mandato Gesù semplicemente ad istruirci intorno alla Sua persona, sarebbe già stato meravigliosamente sufficiente, più di quanto avremmo meritato. Se Dio avesse mandato Gesù semplicemente per essere il nostro esempio, sarebbe stato comunque un bene e avrebbe avuto valore… La cosa meravigliosa è che Dio non si è fermato lì e non ha mandato il proprio Figlio solo per ammaestrarci o essere il nostro esempio, ma per come un criminale e per poterci salvare dal nostro peccato”. (Boice)
f. Per i nostri peccati: In questo si manifesta l’amore di Dio. Egli ha mandato il proprio figlio non solo a morire, ma a morire per i peccatori. Potremmo pensare ad una persona disposta a pagare un prezzo elevato per salvare qualcuno di meritevole, buono, nobile, che ha fatto tanto per lei. Dio, invece, ha fatto tutto questo per i ribelli, per i peccatori e per coloro che Gli avevano voltato le spalle.
i. “Ma chi tra noi oserebbe pensare di dare il proprio figlio in sacrificio per il proprio nemico, per qualcuno che non gli ha mai prestato aiuto, ma lo ha trattato con ingratitudine, respingendo migliaia di atti di dolcezza e continuando perversamente ad indurire il proprio collo? Nessun uomo lo farebbe.” (Spurgeon)
g. In questo è l’amore: Il vero amore, l’amore agape, non è definito dal nostro amore per Dio, ma dal Suo amore per noi. Il Suo amore per noi dà inizio alla nostra relazione d’amore con Lui e il nostro amore risponde semplicemente al Suo amore per noi. Non possiamo amare Dio come dovremmo a meno che non riceviamo e viviamo nel Suo amore.
i. Il nostro amore per Dio non dice nulla di grandioso sul nostro conto. È semplicemente la risposta logica all’aver conosciuto e ricevuto l’amore di Dio.
h. Se Dio ci ha amato in questo modo: Avendo ricevuto questo amore da Dio, siamo chiamati ad amarci gli uni gli altri. Ricevere da Dio per poi dare agli altri era un principio familiare a Giovanni (Giovanni 13:14).
i. Dopo aver lavato i piedi ai discepoli, mostrando grande amore e umiltà, avremmo potuto aspettarci che Gesù, indicando i propri piedi, concludesse chiedendo chi tra di loro avrebbe fatto a Lui lo stesso. Invece, Gesù disse: Se dunque io, il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri (Giovanni 13:14). Il modo appropriato di amare Dio in risposta al Suo amore per noi è quello di amarci gli uni gli altri.
ii. Questo amore ci porterà all’azione. “Qualcuno ti ha offeso? Cerca la riconciliazione. ‘Ah, ma io sono la parte offesa’. Lo era anche Dio, ma subito ha cercato la riconciliazione. Fratello, fa’ lo stesso. ‘Oh, ma sono stato insultato’. Anche Dio lo è stato: a Lui è stato fatto il torto, ma ha comunque mandato il Figlio. ‘Oh, ma non se lo merita’. Nemmeno tu, ma ‘Dio ti ha amato e ha mandato Suo Figlio’. Va e fa’ anche tu lo stesso.” (Spurgeon)
iii. Se non ci amiamo gli uni gli altri, come possiamo dire di aver ricevuto l’amore di Dio e di essere nati da Lui? L’amore è la prova che dobbiamo cercare. Se avessi una tubatura otturata, che permette all’acqua di entrare ma non di uscire, questa sarebbe inutile e la sostituiresti. Allo stesso modo, Dio mette il proprio amore nelle nostre vite affinché fluisca all’esterno. Desideriamo che il Signore ci purifichi e ci riempia affinché il Suo amore scorra attraverso di noi.
C. La natura di una relazione d’amore con Dio.
1. (12) Vedere Dio attraverso l’evidenza dell’amore.
Nessuno ha mai visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio dimora in noi e il suo amore è perfetto in noi.
a. Nessuno ha mai visto Dio: Giovanni esprime un principio basilare riguardo a Dio Padre, cioè che nessuno e poi nessuno ha mai visto Dio. Chiunque dica di aver visto Dio Padre, nella migliore delle ipotesi, lo ha immaginato, perché Giovanni lo afferma chiaramente: nessuno ha mai visto Dio.
i. Riguardo a Dio Padre, Paolo scrive in 1 Timoteo 1:17: Or al Re eterno, immortale, invisibile. Gesù ha dichiarato di Dio Padre che Dio è Spirito (Giovanni 4:24), volendo intendere che Dio Padre non ha un corpo tangibile da poter essere visto.
ii. Sapere che Dio Padre è invisibile dovrebbe renderci più umili nella nostra relazione con Lui; non potremmo mai conoscerlo pienamente, né capirlo completamente, né afferrare tutti i Suoi segreti. Egli va al di là della nostra comprensione.
iii. Ovviamente, nessuno ha mai visto Dio Spirito Santo, anche se si è manifestato in diversi modi. Con la stessa certezza, Dio Figlio, Gesù Cristo, è stato visto, come testimoniato in 1 Giovanni 1:1-3. Di Dio Padre, invece, si può davvero dire che nessuno ha mai visto Dio.
iv. “Le teofanie dell’Antico Testamento, inclusa la dichiarazione apparentemente contraddittoria in Esodo 24:10, non implicano la piena rivelazione di Dio così come Egli è, ma solo un assaggio della Sua essenza, tale da essere comprensibile ad un essere umano”. (Boice)
b. Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio dimora in noi: Questa è la prova più grande della presenza e dell’opera di Dio in mezzo a noi: l’amore. Dato che nessuno ha mai visto Dio, esso è la prova della presenza di Dio.
i. Alcuni credono che la più grande prova della presenza o dell’opera di Dio sia la potenza. Altri ritengono che la più grande prova della Sua presenza o della Sua opera sia la popolarità. Altri ancora pensano che la più grande prova della presenza di Dio o della Sue opera siano i sentimenti zelanti. Al contrario, la più grande dimostrazione della presenza e dell’opera di Dio è l’amore. Dove Dio è presente e opera, lì ci sarà amore.
ii. A volte Gesù sembrava debole e senza potenza, ma era sempre ripieno di amore. A volte Gesù non era per niente popolare, ma era sempre ripieno di amore. Altre volte Gesù non ispirava per niente sentimenti zelanti nelle persone, eppure era sempre ripieno di amore. L’amore era la prova costante e più grande della presenza e dell’opera di Dio in Gesù Cristo.
c. Il suo amore è perfetto in noi: Perfetto usa la parola greca teleioo, il cui significato non è “perfetto”, bensì “maturo” e “completo”. Se ci amiamo gli uni gli altri, allora l’amore di Dio è “maturo” e “completo” in noi.
i. Giovanni ritorna ad un’idea familiare: se veramente camminiamo nell’amore che Dio ha verso di noi, ciò sarà evidente nel nostro amore verso gli altri.
ii. Il cristiano maturo sarà caratterizzato dall’amore. Ancora una volta, la vera misura di maturità non è un’immagine di potenza, popolarità o zelo, ma è l’amore di Dio che dimora nelle nostre vite e fluisce verso gli altri.
2. (13-15) Certezza dell’opera del Dio Trino in noi.
Da questo conosciamo che dimoriamo in lui ed egli in noi, perché egli ci ha dato del suo Spirito. E noi stessi abbiamo visto e testimoniato che il Padre ha mandato il Figlio per essere il Salvatore del mondo. Chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio.
a. Conosciamo che dimoriamo in lui: Iniziando con le parole da questo, Giovanni collega il pensiero di questo verso direttamente a quello precedente. Possiamo conoscere per esperienza che viviamo in Dio, se il Suo amore è perfetto in noi. E noi sappiamo che il Suo amore è perfetto in noi se ci amiamo gli uni gli altri.
i. Chiaramente, i cristiani possono affermare: “Conosciamo”. Non dobbiamo semplicemente “sperare” di essere salvati né “sperare” di arrivare in cielo, non avendo in questo modo alcuna certezza della salvezza prima di passare da questo mondo al successivo. Non solo possiamo conoscere, ma possiamo conoscere adesso, da questo lato dell’eternità.
b. Dimoriamo in lui ed egli in noi: Il nostro dimorare in Gesù non è un processo unilaterale, dove noi ci sforziamo di dimorare in Lui e Gesù cerca invece di fuggire da noi. Com’è vero che dovremmo dimorare in lui, così è vero che Egli dimora in noi.
i. In Giovanni 15:4 Gesù disse: Dimorate in me, ed io dimorerò in voi. In Giovanni 15:7 affermò: Se dimorate in me, e le mie parole dimorano in voi. Uno dei modi per cui Gesù vive e dimora in noi è tramite la Sua parola.
c. Egli ci ha dato del Suo Spirito: A questo punto, Giovanni menziona l’opera dello Spirito Santo in noi per fare due collegamenti importanti. Il primo è che lo Spirito di Dio è il tramite attraverso cui Gesù dimora in noi, cioè il come. Il secondo è la testimonianza dello Spirito Santo dentro di noi che ci permette di sapere che dimoriamo in Lui. Come affermato da Paolo in Romani 8:16: Lo Spirito stesso rende testimonianza al nostro spirito che noi siamo figli di Dio. Lo Spirito Santo ci dà questa certezza.
d. Noi stessi abbiamo visto e testimoniato: I “noi” che rendono testimonianza sono coloro che hanno visto Gesù fin dal principio, i testimoni oculari della Sua presenza. Essi sanno che il Padre ha mandato il Figlio per essere il Salvatore del mondo.
e. Noi stessi abbiamo visto e testimoniato: Parlando come uno che ha lo Spirito di Dio (egli ci ha dato del suo Spirito), Giovanni dichiara tre verità essenziali su chi è Dio e come Egli ci salva.
• Il Padre ha mandato il Figlio.
• Che Egli (Gesù) è stato mandato per essere il Salvatore del mondo.
• Conoscere e comprendere Gesù è il fondamento per la Sua dimora in noi (chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio).
f. Chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio: Non è sufficiente conoscere chi è Gesù; dobbiamo riconoscere (confessare) la verità. L’idea dietro alla parola riconoscere è “essere in accordo con”. Dobbiamo essere d’accordo con Dio riguardo a chi è Gesù, scoprendo ciò che Dio dice di Lui attraverso la Sua Parola. Puoi conoscere qualcosa senza esserne d’accordo; Dio richiede il nostro accordo sincero.
i. Sebbene Giovanni abbia scritto molto sull’amore, non ignora la questione della verità. Egli non pensa che sia “abbastanza” per una persona avere un certo tipo di amore nella propria vita, se questa non riconosce che Gesù è il Figlio di Dio. Non ha nulla a che fare con lo scegliere tra l’amore e la verità; dobbiamo avere entrambi.
ii. “Riconoscere che Gesù è il Figlio di Dio non vuol dire semplicemente fare una dichiarazione sul Suo stato metafisico, ma significa esprimere una fiducia ubbidiente in Colui che possiede tale stato”. (Marshall)
iii. “Credere in Cristo e amare i fratelli non sono le condizioni per cui possiamo dimorare in Dio, ma sono piuttosto prova del fatto che Dio ha già preso possesso delle nostre vite per renderlo possibile”. (Boice)
3. (16) La risposta del cristiano a Dio e al Suo amore.
E noi abbiamo conosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi. Dio è amore; e chi dimora nell’amore dimora in Dio e Dio in lui.
a. E noi abbiamo conosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi: Questa è la giusta risposta del cristiano alle domande “chi è Dio” e “quanto ci ama”. Siamo chiamati a ricevere, a conoscere per esperienza e a credere all’amore e alla grazia che Dio ci dà – ecco cosa significa essere in comunione con Dio.
i. Le persone rispondo all’amore di Dio in modi diversi.
• Alcuni rispondono con un senso di superiorità (“Sono così fantastico che anche Dio mi ama!”).
• Alcuni rispondono col dubbio (“Dio può amare veramente anche me?”).
• Alcuni rispondono con malvagità (“Dio mi ama, quindi posso fare quello che voglio”).
• Dio vuole che rispondiamo conoscendo (per esperienza) e credendo all’amore che Dio ha per noi.
ii. Il cristiano deve conoscere e credere all’amore che Dio ha per noi. Dovremmo riflettere su ciò che potrebbe farci smettere di credere che Dio ci ama. Paolo sapeva che nulla avrebbe potuto separarlo dall’amore di Dio che era in Gesù Cristo (Romani 8:35-39), ed ogni credente dovrebbe avere la stessa fiducia.
iii. “Sentire l’amore di Dio è una cosa molto preziosa, ma credere in esso anche quando non lo sentiamo è la più nobile”. (Spurgeon)
b. Chi dimora nell’amore dimora in Dio e Dio in lui: Il cristiano che ha questo tipo di rapporto con Dio verrà “immerso” nell’amore di Dio, che diventa il suo ambiente, il luogo della sua dimora.
4. (17-18) L’amore reso perfetto, sia ora che per l’eternità.
In questo l’amore è stato reso perfetto in noi (perché abbiamo fiducia nel giorno del giudizio): che quale egli è, tali siamo anche noi in questo mondo. Nell’amore non c’è paura, anzi l’amore perfetto caccia via la paura, perché la paura ha a che fare con la punizione, e chi ha paura non è perfetto nell’amore.
a. L’amore è stato reso perfetto: Per perfetto, Giovanni non usa semplicemente la parola greca teleioo, che trasmette l’idea di “maturità” e “completezza”); egli scrive teleioo teleioo, riferendosi ad un amore che è “perfettamente perfetto” o “completamente completo”.
b. Nel giorno del giudizio: È il momento in cui verrà palesata la completezza dell’opera dell’amore. Per quanto possiamo conoscere la completezza dell’amore di Dio adesso, la conosceremo pienamente nel giorno del giudizio.
• Forse sai di essere un peccatore adesso; lo realizzerai veramente nel giorno del giudizio.
• Forse sai di non essere migliore di coloro che stanno andando all’inferno; lo realizzerai veramente nel giorno del giudizio.
• Forse sai della realtà dell’inferno adesso; la realizzerai veramente nel giorno del giudizio.
• Forse conosci la grandezza della salvezza di Gesù adesso; la realizzerai veramente nel giorno del giudizio.
c. Perché abbiamo fiducia nel giorno del giudizio: Questo rappresenta la grandezza dell’opera di Dio in noi. Magari ci va bene anche il solo sopravvivere nel giorno del giudizio, ma Dio vuole riempire a tal punto le nostre vite del Suo amore e della Sua verità affinché abbiamo fiducia nel giorno del giudizio.
i. La Bibbia dice che un giorno tutta l’umanità si radunerà davanti al Grande Trono Bianco di Dio e verrà giudicata. Quel giorno sta arrivando! “Il giorno del giudizio è stabilito nella linea temporale eterna di Dio come qualsiasi altro giorno della storia del mondo”. (Boice)
ii. Alcuni pensano che un giorno saranno loro stessi a giudicare Dio (“Quando vedrò Dio, dovrò dirgli un paio di cose!”), ma non ha alcun senso. L’unico modo per avere fiducia nel giorno del giudizio è di ricevere e camminare nell’amore trasformante di Dio oggi.
d. Fiducia nel giorno del giudizio: Come si può avere una tale fiducia? Possiamo immaginare Gesù con questa fiducia davanti al trono di Dio, ma noi? Eppure, se dimoriamo in lui ed egli in noi (1 Giovanni 4:13), allora la nostra identità è legata a quella di Gesù: che quale Egli è, tali siamo anche noi in questo mondo.
i. Com’è Gesù adesso? Egli è glorificato, giustificato, per sempre giusto e fiducioso, seduto alla destra di Dio Padre. Spiritualmente parlando, anche noi possiamo avere ora quella stessa posizione mentre ci troviamo su questa terra, perché quale egli è, tali siamo anche noi in questo mondo.
ii. Certamente, questa gloria è in noi per ora in forma di “seme”; non si è ancora pienamente sviluppata in quello che sarà. Tuttavia, c’è e la sua presenza è dimostrata dal nostro amore gli uni per gli altri e dal nostro essere in accordo con la verità di Dio – e tutto ciò contribuisce a darci fiducia.
e. Nell’amore non c’è paura: La completezza dell’amore vuol dire che non indietreggiamo nella paura davanti a Dio, temendo il suo giudizio, adesso o nel giorno del giudizio. Sappiamo che tutto il giudizio che meritavamo (passato, presente e futuro) è stato riversato su Gesù Cristo alla croce.
i. E tutti quei passaggi della Scrittura, dell’Antico e del Nuovo Testamento (come Ecclesiaste 12:13 e 1 Pietro 2:17), che ci esortano a temere Dio? La paura menzionata qui da Giovanni non è la giusta riverenza che tutti dovrebbero avere nei confronti di Dio, bensì è la paura che ha a che fare con la punizione, quella paura agonizzante che deruba la nostra anima di tutta la gioia e la fiducia davanti a Dio. La paura è l’opposto della fiducia nel giorno del giudizio.
f. Chi ha paura non è perfetto nell’amore: Se la nostra relazione con Dio è caratterizzata da questa paura struggente, vuol dire che non siamo perfetti (completi e maturi) nel Suo amore.
Charles Spurgeon era un uomo che ha predicato tutto il consiglio della Parola di Dio ed è stato molto attento a non ripetersi eccessivamente in nessuna area. Tuttavia, predicò cinque sermoni straordinari solamente su queste otto parole.
5. (19) Il motivo del nostro amore per Gesù.
Noi lo amiamo, perché egli ci ha amati per primo.
a. Noi lo amiamo: Con questa grande affermazione, Giovanni inizia dichiarando quello che c’è nel cuore di ogni vero seguace di Gesù Cristo: con semplicità e franchezza, noi lo amiamo.
i. Questa è una realtà per ogni vero seguace di Gesù. “Non c’è eccezione a questa regola; se un uomo non ama Dio, non è nemmeno nato da Dio. Mostrami un fuoco senza calore, poi mostrami la rigenerazione che non produce amore per Dio”. (Spurgeon)
ii. È qualcosa che nessun cristiano dovrebbe avere paura di proclamare: “Io Lo amo; amo Gesù”. Lo puoi dire? Ti imbarazza dirlo? Puoi dire: “Io amo Gesù”?
iii. “Non riesco ad immaginare un vero uomo che dica: ‘Io amo Cristo, ma non voglio che altri sappiano che lo amo per timore che ridano di me’. Questa è una ragione per cui essere schernito, o meglio, per cui piangere. Hai paura di essere deriso? Amico, questa è una paura da codardi!” (Spurgeon)
iv. “Guarda attraverso le pagine della storia e poni questa domanda ai più nobili tra gli uomini e le donne: “Chi ama Cristo?” E subito dalle buie prigioni e dalle torture crudeli si innalza il grido di confessione: ‘Noi lo amiamo’; dal rogo infuocato, dove si battevano le mani mentre venivano bruciati a morte, arriva la stessa risposta: ‘Noi lo amiamo’. Se potessi camminare attraverso i chilometri di catacombe a Roma e si risvegliassero all’improvviso i martiri, le cui ceneri giacciono ancora lì, griderebbero tutti: ‘Noi lo amiamo’. Gli uomini migliori e più coraggiosi e le donne più nobili e più pure fanno tutti parte di questa gloriosa compagnia; quindi, per certo, non ti vergognerai di farti avanti e dire: ‘Aggiungi il mio nome tra questi’.” (Spurgeon)
v. “Datti completamente a Lui; mostra chi sei, non lo nascondere, ma fanne il tuo stendardo; di’ a tutti coloro che deridono i santi: ‘Se avete delle parole malvagie per i seguaci di Cristo, ditemele pure… ma sappiate questo: che vi piaccia oppure no, continuerete a sentirlo: “Io amo Cristo”.’” (Spurgeon)
b. Egli ci ha amati per primo: Questo versetto non solo dichiara il nostro amore per Gesù, ma ci dice anche quando Egli ci ha amati. Alcuni credono che Gesù ci abbia amati perché sapeva che lo avremmo amato e che avremmo posto la nostra fede in Lui. Tuttavia, Egli ci ha amati ancora prima di tutto ciò e persino prima che i mondi fossero creati; quando la nostra esistenza si trovava solo nella mente e nel cuore di Dio, Gesù ci amò.
i. Egli ci ha amati quando eravamo ancora peccatori: “Ogni uomo che sia mai stato salvato è dovuto venire a Dio non come qualcuno che amasse Dio, ma come peccatore; poi ha dovuto credere nell’amore di Dio verso di lui quale peccatore.” (Spurgeon)
ii. “Gesù vi ha amato quando vivevate con noncuranza, quando trascuravate la sua Parola, quando le vostre ginocchia non si piegavano in preghiera. Ah! Egli ha amato alcuni di voi quando eravate nelle sale da ballo, a teatro, sì, anche quando eravate al bordello. Egli vi ha amati quando eravate davanti alle porte dell’inferno, bevendo perdizione sorso dopo sorso. Vi ha amati quando non potevate essere peggio o più lontani da Lui. Meraviglioso, oh Cristo, è il tuo bizzarro amore!” (Spurgeon)
c. Noi lo amiamo, perché egli ci ha amati per primo: Questo versetto ci dice da dove viene il nostro amore per Gesù – viene da Lui. Il nostro amore per Dio è sempre in risposta al Suo amore per noi; Lui fa il primo passo e noi rispondiamo. Non dobbiamo mai attirare Dio a noi; invece, è Lui ad attirarci a sé.
i. “1. Lo amiamo perché scopriamo che Egli ci ha amati. 2. Lo amiamo per un senso di obbligo e gratitudine. 3. Lo amiamo a causa dell’influenza del Suo amore; il nostro amore per Lui procede dal Suo amore sparso grandemente nei nostri cuori. È il seme da cui il nostro amore germoglia” (Clarke)
ii. “A lui appartiene la fonte d’amore, a noi solo il ruscello: il Suo amore è il fondatore, il modello e la causa effettiva del nostro. Colui che è primo in amore ama liberamente; l’altro ama, dunque, costretto da un vincolo.” (Poole)
iii. “Ho notato alcune volte che, rivolgendosi ai bambini della scuola domenicale, si dica spesso che, per poter essere salvati, bisogna amare Gesù, ma non è corretto. Il modo attraverso cui un uomo, una donna o un bambino possono essere salvati è di confidare in Gesù per il perdono del peccato e l’amore sarà il frutto di questa fiducia. L’amore non è affatto la radice. Solo la fede occupa quel posto.” (Spurgeon)
d. Noi lo amiamo, perché egli ci ha amati per primo: Questo versetto ci dice perché amiamo Gesù e come possiamo amarlo di più.
i. “L’amore creduto è la madre dell’amore corrisposto. (Spurgeon)
ii. “Non dobbiamo provare ad obbligarci ad amare il nostro Signore, piuttosto guardiamo prima all’amore di Cristo ed il Suo amore per noi genererà in noi amore per Lui. So che molti di voi sono grandemente angosciati, perché non riescono ad amare Cristo quanto vorrebbero, e per questo continuano a preoccuparsi. Ora, provate a dimenticare il vostro amore per Lui e pensate al Suo grande amore per voi; immediatamente il vostro amore diverrà più simile a ciò che vorreste che diventasse.” (Spurgeon)
iii. “Ricorda, non è flagellandoci, perché non amiamo Cristo abbastanza, che riusciremo ad amarlo di più. Siamo in grado di amare meglio coloro che già amiamo, quando impariamo a conoscerli di più… se vuoi amare di più Cristo, pensa di più a Lui, pensa di più a ciò che hai ricevuto da Lui.” (Spurgeon)
e. Egli ci ha amati per primo: Ciò significa che Egli ci ama adesso. Lo credi? “Oh, se veramente credi che Egli ti ha amato così tanto, siediti, ribalta il concetto nella tua mente e di’ a te stesso: ‘Gesù mi ama; Gesù mi ha scelto; Gesù mi ha redento; Gesù mi ha chiamato; Gesù mi ha perdonato; Gesù mi ha unito a sé.’” (Spurgeon)
6. (20-21) Il comandamento dell’amore.
Se uno dice: «Io amo Dio», e odia il proprio fratello, è bugiardo; chi non ama infatti il proprio fratello che vede, come può amare Dio che non vede? E questo è il comandamento che abbiamo ricevuto da lui: chi ama Dio, ami anche il proprio fratello.
a. Se uno dice: “Io amo Dio”: Spesse volte è più facile per le persone proclamare il proprio amore per Dio, perché riguarda una relazione privata con un Dio invisibile. Giovanni però insiste giustamente sul fatto che la nostra dichiarazione di amare Dio è falsa se non amiamo anche nostro fratello, e che questo amore deve essere visibile.
i. Una persona può essere un nano spirituale perché manca di amore. Può conoscere la Parola, non perdersi mai un culto, pregare ferventemente e anche manifestare i doni dello Spirito. Eppure, in tutto questo, quella persona può essere come Caino, che offre a Dio il frutto delle proprie mani piuttosto che il frutto dello Spirito.
b. Se uno dice: “Io amo Dio”, e odia il proprio fratello, è bugiardo: Usando questo metro di misura, Gesù ha detto che il mondo può riconoscere il nostro stato di discepoli dall’amore che abbiamo gli uni per gli altri. Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri (Giovanni 13:35).
i. C’è differenza tra l’amore dell’uomo e l’amore divino. “Questi versetti equivalgono a dire che una persona non può mostrare amore agape, a meno che non metta prima in pratica l’amore philia.” (Boice)
c. E questo è il comandamento che abbiamo ricevuto da lui: Abbiamo il comandamento di amare. Sebbene l’amore scaturisca dalla nostra relazione costante con Dio e dall’essere nati da Lui, c’è comunque un aspetto essenziale che coinvolge la nostra volontà. Ci viene dunque comandato di amare il nostro fratello in Cristo.
i. La nuova nascita ed il dimorare in Lui ci danno l’abilità di amare; è, tuttavia, una scelta volontaria quella di attingere dalla fonte e di dare agli altri. Ci viene dunque dato il comandamento di amare, chi ama Dio, ami anche il proprio fratello.
ii. Per questa ragione, la scusa “proprio non ce la faccio ad amare quella persona” (o qualsiasi altra scusa) non è accettabile. Se siamo nati da Lui e dimoriamo i Lui, allora le risorse per questo amore sono disponibili. Dipende da noi rispondere al Suo comandamento col nostro volere e tutto il nostro essere.
d. Chi ama Dio, ami anche il proprio fratello: Si può imparare ad amare Dio amando gli altri. Qualcuno potrebbe dire: “Voglio amare Dio di più; voglio crescere nel mio amore per Lui. Ma come posso però amare un Dio che è invisibile?” Dio risponderebbe: “Impara ad amare Me, colui che non puoi vedere, amando i Miei figli, coloro che puoi vedere”.
i. Gesù dice in Matteo 5:23-24: Se tu dunque stai per presentare la tua offerta all’altare, e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì la tua offerta davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con tuo fratello; poi torna e presenta la tua offerta. Dio è più compiaciuto quando ti riappacifichi con tuo fratello, piuttosto di quando gli offri un sacrificio di lode o le tue risorse.
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