1 Corinzi 7




1 Corinzi 7 – Il Matrimonio e la Vita da Single

A. Risposta ad una domanda relativa alle relazioni sessuali nel matrimonio.

1. (1-2) Paolo si sofferma sul principio della purezza.

Ora, riguardo alle cose di cui mi avete scritto, sarebbe bene per l’uomo non toccare donna. Ma, a motivo della fornicazione, ogni uomo abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito.

a. Riguardo alle cose di cui mi avete scritto: 1 Corinzi 7 apre una sezione nella quale Paolo risponde a delle domande specifiche che i cristiani di Corinto gli avevano posto in una lettera.

b. Sarebbe bene per l’uomo non toccare donna: Qui, “toccare” viene inteso nel senso di avere rapporti sessuali. Questa era probabilmente una dichiarazione che i cristiani Corinzi avevano fatto, con la quale avevano chiesto a Paolo di essere d’accordo. Paolo è d’accordo con l’affermazione, ma con alcune riserve – vediamo il “ma” del versetto 2.

i. Perché i cristiani di Corinto avrebbero suggerito un celibato completo – che è ciò che intendevano con “per l’uomo non toccare donna”? Probabilmente avevano pensato che se la fornicazione era un tale grande pericolo, allora la soluzione per essere più puri era di astenersi completamente dal sesso, anche nel matrimonio.

ii. “L’idea che il matrimonio fosse una condizione meno santa del celibato, aveva di conseguenza portato alla conclusione che coloro che erano sposati dovevano separarsi e la separazione, una volta finalizzata, venne considerata come una prova di grande spiritualità.” (Hodge)

c. Ma, a motivo della fornicazione, ogni uomo abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito: Alla luce del pericolo dell’immoralità sessuale (presente sia nella cultura Corinta che nella nostra), è opportuno che il marito abbia la propria moglie, e la moglie il marito, per quanto riguarda la sfera sessuale.

i. Paolo non sta ordinando ai cristiani di Corinto di sposarsi (un problema che affronterà più avanti nel capitolo), ma è un comandamento a vivere come una persona sposata dovrebbe fare, soprattutto a livello sessuale. Paolo intende dire che i mariti e le mogli dovrebbero continuare ad essere intimi.

ii. “La pace di molte famiglie è stata rovinata da mogli o mariti che credono di essere più saggi di un apostolo e troppo santi e spirituali per osservare i comandamenti di Dio!” (Clarke)

d. Ma, a motivo della fornicazione: Paolo non sta dicendo che il sesso è l’unico motivo per cui uno debba sposarsi, o la motivazione più importante dietro al matrimonio. Paolo sta semplicemente rispondendo alle loro domande specifiche sul matrimonio, non sta cercando di fornire una teologia completa sull’argomento.

i. Per avere una teologia completa sul matrimonio, vedi Efesini 5:21-33 e Colossesi 3:18-19.

2. (3-6) Il principio della responsabilità sessuale reciproca nel matrimonio.

Il marito renda alla moglie il dovere coniugale, e ugualmente la moglie al marito. La moglie non ha potestà sul proprio corpo, ma il marito; nello stesso modo anche il marito non ha potestà sul proprio corpo, ma la moglie. Non privatevi l’uno dell’altro, se non di comune accordo per un tempo, per dedicarvi al digiuno e alla preghiera; poi di nuovo tornate a stare insieme, affinché Satana non vi tenti a causa della vostra mancanza di autocontrollo. Or io dico questo per concessione, non per comandamento.

a. Il marito renda alla moglie il dovere coniugale: Nel matrimonio, a differenza della dichiarazione precedente, l’uomo non tocchi la donna, il marito deve rendere alla moglie il dovere coniugale. È sbagliato da parte sua negare a sua moglie il proprio dovere coniugale.

i. Il dovere coniugale è una frase importante. Dato che Paolo rivolge queste parole ad ogni matrimonio cristiano è prova che ogni marito ha un dovere verso la propria moglie. Paolo non dice che questo dovere è solamente verso le mogli giovani, belle, o sottomesse; è un dovere verso ogni moglie sposata con un uomo cristiano.

ii. Paolo, inoltre, enfatizza ciò di cui la donna ha bisogno: non solamente intimità sessuale, ma affetto. Se il marito ha intimità sessuale con sua moglie, senza affetto nei suoi confronti, egli non sta adempiendo al suo dovere verso di lei.

iii. Altre versioni traducono dovere coniugale con affetto. Questo ci ricorda che quando una coppia non è in grado – per motivi fisici o altro – di avere un rapporto sessuale completo, possono comunque avere un rapporto di affetto, e dunque adempiere allo scopo di Dio per questi comandamenti.

b. E ugualmente la moglie al marito: La stessa cosa vale per la moglie, ugualmente la moglie al marito. La moglie non deve venire meno al suo dovere verso suo marito. Paolo marca il fatto che c’è una responsabilità sessuale reciproca nel matrimonio. Il marito ha degli obblighi verso sua moglie, così come quest’ultima ha obblighi verso suo marito.

i. Renda alla moglie: L’enfasi è sul dare, sul “cosa posso fare io per te” piuttosto che sul “cosa puoi fare tu per me”. Nel cuore di Dio, il sesso ha un valore molto più alto dell’essere semplicemente il privilegio del marito e il dovere della moglie.

c. La moglie non ha potestà sul proprio corpo: Infatti, questi obblighi sono così concreti che potremmo dire che il corpo della moglie non appartiene a sé stessa, ma a suo marito. Lo stesso principio è vero per il corpo del marito in relazione alla moglie.

i. Questo non giustifica affatto un marito che abusa o costringe sua moglie, sia sessualmente che in altra maniera. Il punto di Paolo è che abbiamo un obbligo vincolante di servire il nostro partner con affetto fisico.

ii. È un obbligo meraviglioso: tra tutti i miliardi di persone sulla terra, Dio ne ha scelta una, una soltanto, che incontri i nostri bisogni sessuali. Non può esserci nessun altro.

d. Non privatevi l’uno dell’altro: Paolo rigetta l’idea che il marito e la moglie possano essere più santi astenendosi dall’avere rapporti. Infatti, quando i due si privano l’uno dell’altro, il pericolo è in agguato, perché aprono la porta al tentatore (affinché Satana non vi tenti).

i. La parola privatevi è la stessa di danno in 1 Corinzi 6:8. Quando rinneghiamo l’affetto fisico e l’intimità sessuale al nostro coniuge, li stiamo danneggiando.

ii. Non privatevi: La privazione sessuale nel matrimonio non ha a che fare solo con la frequenza, ma anche con il romanticismo. Questo è il motivo per cui Paolo dice ai mariti di rendere alla moglie il dovere coniugale, l’affetto che le spetta. La privazione, in entrambi i casi, porta colui o colei che è stato privato a cercare soddisfazione da un’altra parte – e a distruggere il matrimonio.

iii. A causa della vostra mancanza di autocontrollo: Sarebbe facile pensare che l’autocontrollo si esprima astenendosi dall’intimità sessuale nel matrimonio, ma Paolo dice che privarsi l’uno dell’altro mostra una mancanza di autocontrollo, che renderà più facile essere tentati da Satana.

e. Or io dico questo per concessione: Dio permette (in maniera riluttante, per concessione) alla coppia sposata di astenersi dall’intimità sessuale per un breve periodo, per dedicarsi al digiuno e alla preghiera. Tuttavia, se si fa uso di questa concessione, è solamente per un tempo, ed il marito e la moglie devono tornare a stare insieme intimamente.

i. Non per comandamento: Dio non comanda, e nemmeno consiglia, di astenersi dal sesso nel matrimonio, ma può accadere se fatto per un breve tempo e per una motivazione spirituale specifica.

f. Il principio in questo passo è importante. Dio dice chiaramente che non c’è nulla di sbagliato nel sesso nel matrimonio, anzi. La grande strategia di Satana, per quanto riguarda il sesso, è di fare tutto ciò che può per incoraggiare il sesso al di fuori del matrimonio, e scoraggiarlo nel matrimonio. Se Satana riesce in una delle due cose, questa per lui è una vittoria.

i. Questo lo deduciamo dal modo in cui alcuni cristiani di Corinto pensavano che non ci fosse alcun problema nell’usufruire dei servizi di una prostituta (come in 1 Corinzi 6:12-20), ed altri cristiani, invece, pensavano che per una moglie ed un marito astenersi dall’intimità spirituale fosse la cosa più spirituale da fare.

ii. Un marito ed una moglie cristiani non devono accettare una relazione sessuale infelice. Magari i problemi non sono facili da superare o non sono risolvibili velocemente, ma Dio vuole che ogni matrimonio cristiano goda di una relazione sessuale che sia veramente una benedizione, e non un peso o una maledizione.

3. (7-9) Paolo riconosce i benefici dell’essere single, ma anche dell’essere sposato; tutto secondo i doni che Dio dà.

Perché vorrei che tutti gli uomini fossero come me; ma ciascuno ha il proprio dono da Dio, chi in un modo, chi in un altro. Or a quelli che non sono sposati e alle vedove dico che è bene per loro che se ne stiano come sto anch’io, ma se non hanno autocontrollo, si sposino, perché è meglio sposarsi che ardere.

a. Perché vorrei che tutti gli uomini fossero come me: Paolo non era sposato quando ha scritto questa lettera (questo lo poneva nel gruppo dei non sposati e delle vedove). Qui riconosce il beneficio dell’essere single, di cui parlerà più avanti nella lettera.

i. Sebbene Paolo non fosse sposato quando scrisse questa lettera, probabilmente lo era stato precedentemente. Lo possiamo dire perché sappiamo che Paolo era un ebreo estremamente osservante ed un esempio tra il suo popolo (Filippesi 3:4-6). Ai giorni di Paolo, gli ebrei consideravano il matrimonio un dovere, fino al punto che se un uomo non fosse stato ancora sposato a 20 anni sarebbe stato considerato un peccatore. Gli uomini non sposati venivano spesso visti come esclusi dal cielo e non erano nemmeno considerati veri uomini.

ii. Inoltre, secondo quello che dice Paolo, è molto probabile che egli fosse un membro del Sinedrio. In Atti 26:10, Paolo dice io davo il mio assenso, riferendosi ai primi cristiani, ed è logico pensare che egli desse il suo assenso come membro del grande congresso del popolo ebreo. Un uomo non sposato non poteva essere un membro del Sinedrio, quindi, Paolo era probabilmente sposato a quel tempo.

iii. Cos’è accaduto, quindi, alla moglie di Paolo? Le Scritture non lo dicono. Forse lei lo ha lasciato quando è diventato un cristiano, o forse è morta qualche tempo prima, o dopo che si è convertito. Sappiamo, tuttavia, che era sposato prima ed ora, mentre scrive questa lettera, non lo è più. Inoltre, il libro degli Atti non parla mai della moglie di Paolo. L’apostolo era probabilmente qualificato per parlare dei relativi doni e responsabilità che vengono sia con il matrimonio che con l’essere single, perché aveva sperimentato entrambe.

b. Ciascuno ha il proprio dono da Dio: Sebbene Paolo riconoscesse che l’essere single era un bene per lui, egli non lo imponeva a nessuno. La cosa importante è qual è il dono che uno riceve da Dio, sia che sia il dono del matrimonio o del celibato.

i. È importante il fatto che Paolo consideri entrambi (matrimonio e celibato) doni da Dio. Molti si trovano intrappolati nella mentalità “l’erba del vicino è sempre più verde”, dove coloro che sono single vorrebbero essere sposati e coloro che sono sposati desiderano essere single. Ogni condizione è un dono di Dio.

ii. Essere single o sposato sono entrambi un dono speciale da Dio. Quando Paolo scrive il proprio dono, egli usa il termine che si trova in 1 Corinzi 12 in riferimento ai doni spirituali. Ogni condizione, sposato o celibe, ha bisogno dell’intervento di Dio per poter essere efficace.

iii. La consapevolezza di Paolo che lo stato di celibato può essere un dono è ancora più incredibile quando consideriamo il suo passato nella cultura ebraica e i primi anni della chiesa. Per un uomo ebreo non essere sposato era considerato un peccato. “Tra gli ebrei il matrimonio non era considerato una cosa indifferente, e non avevano la libertà di scegliere o di rifiutare; per loro era un comandamento vincolante.” (Trapp) Clarke cita un antico scritto ebraico conosciuto come il Ghemara: “È proibito per un uomo non avere una moglie, perché sta scritto, non è buono che l’uomo sia solo. E chiunque non si dà alla generazione o alla moltiplicazione è come un assassino: è come se avesse sminuito l’immagine di Dio.”

iv. Benché Paolo riconosca che alcuni hanno il dono per il matrimonio e altri per il celibato, nessuno però ha il “dono” della fornicazione. Chi è sposato deve essere fedele al proprio coniuge, e chi non è sposato deve vivere il proprio celibato.

c. Ma se non hanno autocontrollo, si sposino: La raccomandazione di Paolo a sposarsi non si basa sul concetto che il matrimonio è più o meno spirituale, ma su una preoccupazione molto pratica, soprattutto rilevante ai suoi giorni (come spiegato in 1 Corinzi 7:26, 29, 32). Una relazione sessuale santa nel contesto matrimoniale è il piano di Dio attraverso cui le nostre esigenze sessuali vengono soddisfatte.

i. Sebbene Paolo preferisse essere celibe, egli non voleva che nessuno pensasse che essere sposati fosse meno spirituale, o più spirituale. È sempre secondo il dono che ognuno ha individualmente. Ricordate che Paolo disse a Timoteo che vietare di maritarsi era una dottrina di demoni (1 Timoteo 4:1-3).

ii. Paolo “era consapevole di quanto una falsa dimostrazione di purezza potesse ingannare efficacemente i santi.” (Calvino)

d. Perché è meglio sposarsi che ardere: Paolo riconosce che il matrimonio è un rifugio legittimo dalle pressioni che derivano dall’immoralità sessuale. Nessuno dovrebbe sentirsi immaturo o non spirituale perché desidera sposarsi per non ardere più.

i. Paolo non sta parlando di quello che potremmo considerare una “normale” tentazione sessuale. “Una cosa è bruciare, un’altra è sentire solo il calore… quello che Paolo definisce ardere qui, non è semplicemente una sensazione, ma vuol dire bruciare con una tale passione da non riuscire a resistere.” (Calvino)

ii. Allo stesso tempo, se qualcuno ha un problema con la concupiscenza o altri peccati sessuali, questa persona non dovrebbe pensare che sposarsi sia la soluzione al problema. Molti uomini cristiani sono stati rattristati nello scoprire che la propria concupiscenza per altre donne non è “scomparsa” magicamente quando si sono sposati.

B. Risposte alle domande sul divorzio.

1 (10-11) Il divorzio e la separazione per le coppie cristiane.

Agli sposati invece ordino, non io ma il Signore, che la moglie non si separi dal marito, e qualora si separasse, rimanga senza maritarsi, o si riconcili col marito. E il marito non mandi via la moglie.

a. Agli sposati invece: Ricordate che in questo capitolo Paolo risponde alle domande che i cristiani di Corinto gli avevano posto in una lettera. Egli ha già affrontato le domande relative ai meriti di essere sposati o single, e se è più spirituale astenersi dal sesso nel matrimonio. Invece… indica che ora si concentra su un’altra questione, e queste domande e risposte hanno a che fare con il matrimonio ed il divorzio.

b. Agli sposati: Qui Paolo si rivolge ai matrimoni nei quali entrambi i coniugi sono cristiani. Egli affronterà altre situazioni nei versetti successivi.

c. La moglie non si separi dal marito: I cristiani di Corinto si domandavano se fosse più spirituale essere single e se dovessero terminare i loro attuali matrimoni con la motivazione di raggiungere una maggiore santità. Paolo risponde alla loro domanda direttamente dal cuore del Signore: assolutamente no!

d. E qualora si separasse, rimanga senza maritarsi, o si riconcili col marito: Paolo, parlando di un matrimonio nel quale entrambe i coniugi sono cristiani, dice che non dovrebbero – in realtà, non possono – terminare il matrimonio con la motivazione sbagliata di raggiungere una più grande spiritualità. Infatti, se qualcuno si separasse dal proprio coniuge, questi dovrebbe rimanere senza maritarsi o riconciliarsi.

i. Questo si collega alle due ragioni specifiche per le quali Dio riconosce il divorzio: quando c’è immoralità sessuale (Matteo 19:3-9) e quando un coniuge credente viene abbandonato da un coniuge non credente (1 Corinzi 7:15). Dio non riconosce il divorzio per altre ragioni, anche se riconosciuto dallo stato. Se Dio non riconosce il divorzio, allora la persona in questione non è libera di risposarsi – possono solamente riconciliarsi con il loro coniuge.

ii. Gesù disse che chi divorzia per motivi futili, e sposa qualcun altro, commette adulterio, e chi sposa colei che è stata mandata via, commette adulterio (Matteo 19:9). Quando i discepoli compresero quanto vincolante fosse l’impegno matrimoniale e come questo non potesse essere infranto (agli occhi di Dio) per una motivazione qualunque, risposero, “Se questa è la condizione dell’uomo rispetto alla moglie, non conviene sposarsi” (Matteo 19:10). Essi compresero esattamente quello che Gesù stava dicendo, e molte persone oggi dovrebbero fare lo stesso prima di impegnarsi nel matrimonio.

iii. Dunque, se qualcuno dice “Dio non vuole che io sia più sposato con questa persona” o “Dio mi ha dato qualcosa di meglio”, hanno torto e di certo quello che dicono non è da parte di Dio. Egli non riconoscerà mai il divorzio per tali motivazioni.

e. Qualora si separasse: Una coppia cristiana potrebbe di fatto separarsi per motivazioni che non giustificano un divorzio biblico. Potrebbe essere a causa di un senso sbagliato di spiritualità, di infelicità generale, conflitto, abuso, miseria, dipendenza o povertà. Paolo riconosce (senza però incoraggiare) che una persona può separarsi in tali circostanze, ma non può considerarsi divorziata e con il diritto di risposarsi, perché non si è separata per ragioni che giustificano un divorzio biblico.

i. Questi problemi potrebbero – forse – giustificare una separazione (separasse), ma i coniugi sono obbligati ad onorare i loro voti matrimoniali anche nella loro separazione, perché per quanto riguarda Dio, essi sono ancora sposati – il loro impegno matrimoniale non è stato interrotto a causa di quelle che Dio considera ragioni bibliche. Possono vivere da separati, ma non da single.

f. E il marito non mandi via la moglie: Paolo applica lo stesso principio sia alle mogli che ai mariti, e si assicura di chiarire la distinzione tra uno che si separa (continuando ad onorare il patto matrimoniale) ed uno che manda via il coniuge (divorzia). Fatta eccezione per la fornicazione (come descrive Gesù in Matteo 19:3-9), una coppia cristiana non ha mai una ragione valida per divorziare.

i. È altrettanto importante notare il fatto che Gesù non comanda mai il divorzio in caso di fornicazione. Egli sceglie attentamente le Sue parole e dice che è concesso, e che questa concessione è stata data a causa della durezza dei nostri cuori (Matteo 19:8).

2. (12-16) Divorziare e risposarsi quando un cristiano è sposato con un coniuge non credente.

Ma agli altri dico io, non il Signore: se un fratello ha una moglie non credente, e questa acconsente di abitare con lui, non la mandi via. Anche la donna che ha un marito non credente, se questi acconsente di abitare con lei, non lo mandi via, perché il marito non credente è santificato nella moglie, e la moglie non credente è santificata nel marito, altrimenti i vostri figli sarebbero immondi; ora invece sono santi. Se il non credente si separa, si separi pure; in tal caso il fratello o la sorella non sono più obbligati; ma Dio ci ha chiamati alla pace. Infatti, che ne sai tu, moglie, se salverai il marito? Ovvero che ne sai tu, marito, se salverai la moglie?

a. Ma agli altri indica che Paolo ora focalizza l’attenzione su un gruppo diverso da quello menzionato precedentemente – ovvero le coppie dove entrambi i coniugi sono cristiani. Ora parla ad ogni fratello che ha una moglie non credente e ad ogni donna che ha un marito non credente.

b. Dico io, non il Signore: Non dobbiamo pensare che Paolo sia meno ispirato dallo Spirito Santo per quanto riguarda questo punto. Quando dice non il Signore, intende semplicemente che Gesù non ha insegnato su questo argomento in particolare, come invece aveva fatto per la situazione precedente in Matteo 19:3-9. Quindi, se Gesù non ha detto nulla riguardo questo argomento, lo farà l’apostolo ispirato da Gesù.

i. Questo è un indizio riguardo al fatto che probabilmente Paolo non era consapevole del grado di ispirazione con cui lavorava quando scrisse 1 Corinzi e le altre lettere. Tutto quello che sa è che sebbene egli basi le sue osservazioni in 1 Corinzi 7:10-11 su quello che Gesù ha insegnato in Matteo 19:3-9 (dico io, non il Signore), non ha ricevuto alcun comandamento specifico da Gesù per quanto riguarda un cristiano sposato con un non credente. Egli sapeva di scrivere ai Corinzi con l’autorità di Dio, ma forse non sapeva che avrebbe parlato con piena autorità a tutta la chiesa in ogni epoca, e che sarebbe stato usato per trascrivere la Parola eterna di Dio. Tuttavia, anche se Paolo non era consapevole di quanto ispirate fossero le sue parole, ciò non le rendeva meno ispirate.

c. Non la mandi via: Se c’erano alcune coppie cristiane nella chiesa di Corinto che pensavano che sarebbero state più spirituali se avessero divorziato (1 Corinzi 7:10-11), che dire dei cristiani di Corinto sposati con non credenti?. Il pensiero dei Corinzi era questo, “Di certo Dio non può essere glorificato se sono sposato con una non credente; per il bene della spiritualità, la manderò via.” A questi Paolo dice non la mandi via.

i. Questo problema spirituale è una valida ragione – e anche seria – per non sposare un non credente (2 Corinzi 6:14), ma non è una motivazione per distruggere un matrimonio già esistente con un non credente.

d. Perché il marito non credente è santificato nella moglie: Perché un cristiano dovrebbe cercare di portare avanti il proprio matrimonio con un non credente? Perché Dio può essere glorificato attraverso tale matrimonio, e può compiere un’opera attraverso il coniuge credente per attirare a Cristo Gesù il coniuge non credente.

i. Santificato, in questo contesto, non significa che il coniuge non credente viene salvato semplicemente perché sposato con un cristiano. Significa solamente che è appartato per un’opera speciale nella sua vita da parte dello Spirito Santo, in virtù della sua relazione con il coniuge credente.

e. Altrimenti i vostri figli sarebbero immondi; ora invece sono santi: La presenza di un coniuge credente non è di beneficio solamente al partner non credente, ma anche ai figli – è di grande beneficio, perché di loro si può dire che ora sono santi.

i. “Fino a quando il figlio di un genitore credente non è grande abbastanza da assumersi le proprie responsabilità, deve essere considerato cristiano. La ‘santità’ dei genitori si estende ai figli.” (Morris)

ii. Questa è una meravigliosa rassicurazione, il fatto che i figli di un genitore credente siano salvati, almeno fino a quando non raggiungono l’età in cui sono in grado di rendere conto per sé stessi (cosa che potrebbe essere diversa per ogni bambino). Tuttavia, non abbiamo la stessa certezza per i figli di genitori non cristiani. Infatti, il testo sembra confermarlo. In che modo potrebbe Paolo dichiarare che avere un genitore cristiano in casa sia un beneficio, se poi lo stesso beneficio si applica automaticamente anche ai figli dei non credenti? Paolo dice anche altrimenti i vostri figli sarebbero immondi – facendo capire chiaramente che senza la presenza di un genitore cristiano, il bambino non viene considerato santo, bensì immondo.

iii. Se i figli di genitori non credenti sono salvati e vanno in cielo, è importante comprendere che ciò non avviene perché sono innocenti. Come figli e figlie del colpevole Adamo, ognuno di noi nasce colpevole. Se tali figli vanno in cielo, non è perché sono innocenti che lo meritano, ma perché la ricca misericordia di Dio è stata estesa anche a loro.

f. Se il non credente si separa, si separi pure: Paolo ha raccomandato al coniuge credente di fare il possibile per portare avanti il matrimonio. Tuttavia, se il partner non credente si rifiuta, allora l’unione può essere sciolta, ma l’iniziativa non può partire o non può essere ricercata dal credente.

i. Se il coniuge non credente va via, il credente non ha più alcun obbligo verso il vincolo matrimoniale. Questo significa che sono, di fatto, liberi di risposarsi perché Dio ha riconosciuto valido il loro divorzio.

g. Infatti, che ne sai tu: Paolo termina questa sezione con una grande dose di speranza, perché molti cristiani sposati con non credenti sono scoraggiati. Questi dovrebbero sapere che con fede e pazienza, possono vedere Dio all’opera nelle loro circostanze attuali, per quanto difficili possano essere.

i. I cristiani sposati con i non credenti dovrebbero anche sapere ciò che Pietro dice in 1 Pietro 3:1-6: il tuo coniuge non credente non si accosterà a Gesù grazie alle tue parole, ma alla tua condotta santa e amorevole.

ii. Tragicamente, la maggior parte dei primi credenti non dava ascolto alla Parola di Dio per salvaguardare il proprio matrimonio, per quanto possibile, quando questi erano sposati con dei non credenti. Una delle più grandi lamentele contro i primi cristiani era che il cristianesimo sfasciava le famiglie. Una delle prime accuse presentate contro i cristiani era quella di “rovinare le relazioni familiari”. (Barclay)

C. Un principio generale: vivere così come siamo stati chiamati.

1. (17) Il principio: puoi vivere per Dio lì nella condizione in cui ti trovi in questo momento.

Negli altri casi, ciascuno continui a vivere nella condizione che Dio gli ha assegnato e come il Signore lo ha chiamato; e così ordino in tutte le chiese.

a. Ciascuno continui a vivere… come il Signore lo ha chiamato: Non importa quale sia la tua condizione – sposato, single, divorziato, vedovo, risposato o altro – Dio può operare nella tua vita. Invece di pensare che vivrai per il Signore una volta che la tua condizione cambia, vivi ora per il Signore nella posizione in cui ti trovi.

i. Questo è anche un avvertimento contro il tentativo di modificare il passato per quanto riguarda le relazioni. Dio ci dice di pentirci dal peccato e andare avanti. Se sei sposato con la tua seconda moglie, dopo aver divorziato ingiustamente dalla prima, e diventi cristiano, non pensare di dover lasciare la tua seconda moglie per ritornare dalla prima, cercando di sistemare così il passato. Così come il Signore ti ha chiamato, vivi nella condizione in cui ti trovi.

b. Ciascuno continui a vivere è un avvertimento anche a stare attenti alla mentalità che suggerisce che gli altri abbiano una vita migliore della nostra a causa della loro diversa condizione. Non ha alcuna importanza se sei sposato, single, divorziato o risposato, ciò che ha maggiore importanza è che il tuo cammino attuale sia con Gesù.

2. (18-20) Un esempio di questo principio dalla pratica della circoncisione.

Qualcuno è stato chiamato quando era circonciso? Non diventi incirconciso; qualcuno è stato chiamato quando era incirconciso? Non si faccia circoncidere. La circoncisione è nulla e l’incirconcisione è nulla, ma quel che importa è l’osservanza dei comandamenti di Dio. Ciascuno rimanga nella condizione nella quale è stato chiamato.

a. Qualcuno è stato chiamato quando era circonciso? Paolo sta dicendo che non c’è alcun problema se qualcuno è diventato cristiano quando era circonciso. Allo stesso modo, non c’è alcun problema se qualcuno si è convertito quando era incirconciso. Queste cose non hanno importanza. Quello che conta è il servizio reso al Signore nella condizione in cui ci troviamo.

i. Come si potrebbe diventare incirconcisi? “Alcuni ebrei, per paura di Antioco, si fecero incirconcidere, 1 Maccabei 1:16. Altri, invece, lo fecero per vergogna dopo aver conosciuto Cristo, come vediamo qui. L’operazione consisteva nella ricomposizione del prepuzio per mezzo di uno strumento chirurgico.” (Trapp) “La pelle circoncisa veniva allungata frequentemente cosicché i vecchi segni della circoncisione potessero scomparire.” (Clarke)

b. La circoncisione è nulla e l’incirconcisione è nulla: Il punto di Paolo non riguarda la circoncisione, egli la usa solo come esempio. Così come l’essere circonciso o incirconciso è irrilevante nel nostro servizio a Dio, così lo è anche il nostro attuale stato civile. Avrebbe potuto anche dire, e lo fa per analogia: Essere sposati è nulla ed essere single è nulla, ma quel che importa è l’osservanza dei comandamenti di Dio.

3. (21-24) Un esempio di questo principio dalla pratica della schiavitù.

Sei tu stato chiamato quando eri schiavo? Non ti affliggere; se però puoi divenire libero, è meglio che lo fai. Perché chi è chiamato nel Signore da schiavo è un liberto del Signore; parimenti anche colui che è chiamato da libero, è schiavo di Cristo. Voi siete stati comprati a prezzo, non diventate schiavi degli uomini. Fratelli, ognuno rimanga presso Dio nella condizione in cui è stato chiamato.

a. Sei tu stato chiamato quando eri schiavo? Non ti affliggere: Un servo può compiacere Dio da servo. Non dovrebbe vivere pensando, “Non posso fare nulla per Dio, ma sarebbe diverso se fossi un uomo libero”. Egli può, e dovrebbe, servire Dio nelle sue attuali capacità.

b. Se però puoi divenire libero, è meglio che lo fai: Nel dire che uno schiavo può compiacere Dio, Paolo non intende che Dio non vuole la sua libertà. Se ne ha l’opportunità, dovrebbe coglierla.

c. Non diventate schiavi degli uomini: Questo è vero non solamente in relazione alla schiavitù fisica, ma anche spirituale. Non dobbiamo mai porre noi stessi sotto il controllo o influenza inappropriati altrui.

i. “Non rendetevi schiavi nemmeno degli uomini per bene. Non dite, ‘Io sono di Paolo, io sono di Apollo, io sono di Calvino, io sono di Wesley’. È stato Calvino a redimervi? Wesley è morto per voi? Chi è Calvino e chi è Wesley se non ministri attraverso i quali avete creduto come il Signore vi ha dato? Non sottomettetevi a nessuna guida se lo fate per seguire l’uomo piuttosto che il suo Signore. Io seguirò chiunque segua la via di Cristo, ma non seguirò nessuno, per la grazia di Dio, che non vada in quella direzione.” (Spurgeon)

d. Fratelli, ognuno rimanga presso Dio nella condizione in cui è stato chiamato: Questo principio ha un’applicazione molto vasta – sposato o single, circonciso o non circonciso, schiavo o libero. Possiamo ricercare il meglio che Dio ha ed essere usati da Lui proprio nella condizione in cui ci troviamo attualmente.

i. “Il matrimonio potrebbe essere una distrazione. Il dolore può diventare una distrazione. La gioia può diventare una distrazione, così come il lavoro, o il mondo. È allora che dobbiamo voltare le spalle a queste cose.” (Morgan)

e. Ognuno rimanga presso Dio nella condizione in cui è stato chiamato: Ovviamente, questo non vuol dire che dobbiamo continuare nel peccato una volta che siamo salvati.

i. “Questo supponendo che uno abbia vissuto una vita onesta, poiché leggiamo negli Atti che gli stregoni bruciavano i propri libri, e una vita dissoluta non può essere conforme a quella di coloro che si sono dati a Cristo.” (Trapp)

D. Risposte alle domande circa il matrimonio tra cristiani.

1. (25-28) Il parere di Paolo: il matrimonio non è una cosa negativa agli occhi di Dio e l’essere single ha dei vantaggi.

Or riguardo alle vergini, non ho alcun comando dal Signore, ma do un parere come avendo ottenuto misericordia dal Signore per essere fedele. A motivo della imminente avversità, ritengo dunque che sia bene per un uomo di rimanere così. Sei legato ad una moglie? Non cercare di esserne sciolto. Sei sciolto da una moglie? Non cercare moglie. Tuttavia, anche se prendi moglie, tu non pecchi, e se una vergine si marita, non pecca, ma tali persone avranno tribolazione nella carne; ora io vorrei risparmiarvi ciò.

a. Riguardo alle vergini: Paolo ora si occupa di coloro che non sono sposate, e si riferisce a loro chiamandole vergini, sebbene sia possibile che non tutte fossero tecnicamente vergini – trovandosi però in una famiglia cristiana, per certo avrebbero dovuto esserlo.

b. Non ho alcun comando dal Signore, ma do un parere: Di nuovo, non dobbiamo pensare che qui Paolo sia meno ispirato, ma proprio perché affronta situazioni che variano da persona a persona, egli non può e non darà alcun comando. Tuttavia, condividerà il suo parere e i suoi principi ispirati.

c. Sia bene per un uomo di rimanere così: Paolo, rivolgendosi all’uomo non sposato, gli raccomanda di rimanere così– cioè, di rimanere single o di rimanere sposato.

i. Perché? A motivo della imminente avversità. Apparentemente, c’era persecuzione a livello locale o problemi nella città di Corinto, e in luce di questa avversità, Paolo dice che ci sono sicuramente dei vantaggi nel rimanere single. Inoltre, sempre a causa di questa avversità, anche un uomo sposato dovrebbe rimanere così.

ii. Qual è il vantaggio nel rimanere single? Possiamo facilmente immaginare come, in tempo di persecuzione o di grande crisi, una moglie o una famiglia possano essere un peso per qualcuno che è deciso a rimanere forte nel Signore. Magari potremmo dire, “Torturami pure, ma non rinuncerò mai a Gesù”. Cosa succederebbe però se venissimo minacciati con lo stupro di nostra moglie o con la tortura dei nostri figli? Queste cose possono sembrarci lontane, ma non erano così lontane per i cristiani del primo secolo.

iii. Qual è il vantaggio nel rimanere sposati? Durante un tempo di avversità, la tua famiglia ha bisogno di te più che mai. Non abbandonare tua moglie e i tuoi figli ora!

iv. “Queste persecuzioni e queste avversità sono alle porte, e la vita stessa presto finirà. Già allora Nerone stava pianificando queste atroci persecuzioni con le quali non solo afflisse, ma devastò la Chiesa di Cristo.” (Clarke)

d. Sei legato ad una moglie? Non cercare di esserne sciolto. Sei sciolto da una moglie? Non cercare moglie: Paolo ripete lo stesso principio esposto in 1 Corinzi 7:14-24. Dio può usarci lì dove ci troviamo, e non dovremmo essere troppo frettolosi a voler cambiare la nostra condizione.

i. Con i termini legato e sciolto, Paolo usa il vocabolario degli scribi ebraici. A quei tempi, quando un ebreo non sapeva se e come la legge di Dio si applicasse alla sua situazione, egli chiedeva ad uno scriba, e questo lo dichiarava legato o sciolto in relazione a comandamenti specifici.

e. Anche se prendi moglie, tu non pecchi: Paolo di certo non vieta il matrimonio, tuttavia, dice a coloro che si sposeranno che tali persone avranno tribolazione nella carne; ora io vorrei risparmiarvi ciò. Paolo pensava (soprattutto per quanto riguardava sé stesso), che i più grandi vantaggi si trovavano nell’essere single; tuttavia, sapeva che ciascuno ha il proprio dono da Dio (1 Corinzi 7:7).

i. Ancora più significativo è il fatto che Paolo non suggerisce mai una più elevata spiritualità dovuta al proprio stato civile. Questo era il grande errore dei cristiani di Corinto.

2. (29-31) Paolo avverte contro il mettere radici troppo in profondità in un mondo che sta morendo.

Ma questo vi dico, fratelli, che il tempo è ormai abbreviato; così d’ora in avanti anche quelli che hanno moglie, siano come se non l’avessero; e quelli che piangono, come se non piangessero; e quelli che si rallegrano, come se non si rallegrassero; e quelli che comprano, come se non possedessero; e quelli che usano di questo mondo, come se non ne usassero, perché la forma attuale di questo mondo passa.

a. Il tempo è ormai abbreviato: Alcuni criticano Paolo, altri lo definiscono addirittura un falso profeta, perché ha detto che il tempo è ormai abbreviato. Paolo, tuttavia, rimane fede al cuore e agli insegnamenti di Gesù, il quale dice a tutti i cristiani di ogni era di essere pronti per il Suo ritorno.

i. In Matteo 24:44, Gesù ha detto: Perciò anche voi siate pronti, perché nell’ora che non pensate, il Figlio dell’uomo verrà. Dobbiamo essere pronti, e considerare il tempo abbreviato, non solo perché il ritorno di Gesù potrebbe avvenire in qualsiasi momento, ma anche perché questo alimenta un cammino con il Signore più ubbidiente e più intenso.

ii. Anche se non prendiamo in considerazione il ritorno di Gesù, è opportuno e giusto che i cristiani vivano come se il tempo fosse abbreviato. Il salmista esprime questa mentalità in Salmo 39:5: Ecco, tu hai ridotto i miei giorni alla lunghezza di un palmo, e la durata della mia vita è come niente davanti a te; sì, ogni uomo nel suo stato migliore non è che vapore.

iii. Il termine in greco antico per abbreviato è “sustello”, che significa “contratto e arrotolato, come le vele dei marinai, quando le navi si avvicinano al porto”. (Trapp) “Il tempo (egli dice) è abbreviato, arrotolato, come le vele, quando i mariani si avvicinano al porto.” (Poole) Il porto è vicino, e le vele sono alzate! Prepara la nave per l’attracco!

b. Anche quelli che hanno moglie, siano come se non l’avessero: Paolo non sta incoraggiando a trascurare i propri doveri familiari, ma incoraggia a vivere come se il tempo fosse abbreviato. Questo significa che non viviamo come se la nostra famiglia terrena sia tutto ciò che conta, ma che viviamo anche con un occhio rivolto verso l’eternità.

c. Perché la forma attuale di questo mondo passa: Una mentalità che considera il nostro tempo breve non indulge nei sentimenti o nelle cose di questo mondo. Piangere, gioire e avere ricchezze non devono intromettersi nel nostro cammino con Gesù.

i. La forma attuale di questo mondo passa: “Non c’è nulla di solido e duraturo nel sistema di questo mondo; la sua natura stessa è quella di svanire. È folle da parte dei credenti agire come se i suoi valori fossero indelebili.” (Morris)

3. (32-35) I single hanno l’opportunità di servire e compiacere Dio con meno distrazioni.

Or io desidero che voi siate senza sollecitudine. Chi non è sposato, si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore, ma chi è sposato si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie. Vi è differenza tra la donna sposata e la vergine; quella che non è sposata, si preoccupa delle cose del Signore per essere santa nel corpo e nello spirito, ma la sposata si preoccupa delle cose del mondo, del come possa piacere al marito. Ora dico questo per il vostro vantaggio, non per tendervi un laccio, ma per indirizzarvi a ciò che è decoroso e perché possiate darvi assiduamente al Signore senza esserne distratti.

a. Chi non è sposato, si preoccupa delle cose del Signore: Qui Paolo riconosce semplicemente che quando una persona non ha responsabilità familiari, questa è più “libera” di servire Dio. Questo era il motivo principale per cui Paolo considerava il celibato una condizione più opportuna per sé stesso.

b. Chi è sposato si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie: Paolo non dice questo per condannare chi è sposato, infatti, egli dice che dovrebbe essere così per chi è sposato. C’è qualcosa di sbagliato se un uomo sposato non si preoccupa di come possa piacere alla moglie, e c’è qualcosa che non va se una donna sposata non si preoccupa di come possa piacere al marito.

c. Non per tendervi un laccio, ma per indirizzarvi a ciò che è decoroso: Vediamo nuovamente che la ragione per cui Paolo spiega queste cose non è per vietare il matrimonio, ma per porlo in una prospettiva eterna. Egli non tende un laccio a nessuno; egli condivide semplicemente il suo cuore e la sua esperienza.

i. Per Paolo, la cosa più importante nella vita non era l’amore romantico, ma piacere a Dio. Lui personalmente poteva compiacere meglio Dio da single, ma un altro invece può farlo meglio da sposato, tutto secondo quella che è la nostra chiamata.

ii. Sebbene qui Paolo insista nel non volere che il suo insegnamento venga visto come un cappio intorno al collo, purtroppo ciò è accaduto nella chiesa. I cattolici Romani si ostinano a volere il celibato per tutto il loro clero, anche se non hanno ricevuto il dono per poterlo essere. Molti gruppi protestanti non fanno affidamento e non consacrano al ministero coloro che sono single.

d. Perché possiate darvi assiduamente al Signore senza esserne distratti: Per Paolo non essere sposato voleva dire avere meno distrazioni nel servizio a Dio. Purtroppo, però, per molti cristiani single moderni, l’essere single è una terribile distrazione! Dovrebbero, invece, vedere la propria condizione attuale di celibato (che sia temporanea o permanente) come un’opportunità speciale per piacere a Dio.

4. (36-38) Paolo risponde ad un’altra domanda dei Corinzi: dovrei combinare un matrimonio per mia figlia?

Ma, se alcuno pensa di fare cosa sconveniente verso la propria figlia vergine se essa oltrepassa il fiore dell’età, e che così bisogna fare, faccia ciò che vuole; egli non pecca; la dia a marito. Ma chi sta fermo nel suo cuore senza sottostare ad alcuna costrizione, ma è padrone della sua volontà ed ha determinato questo nel cuor suo, di conservare cioè la sua figlia vergine, fa bene. Perciò, chi dà la sua propria figlia a marito fa bene e chi non la dà a marito fa meglio.

a. Se alcuno pensa di fare cosa sconveniente verso la propria figlia vergine: Questo alcuno a cui Paolo si riferisce è il padre di una giovane vergine in età di matrimonio (la propria figlia vergine). Cosa sconveniente non ha nulla a che fare con nessun tipo di comportamento morale scorretto, ma si riferisce a rinnegare il diritto di sposarsi alla propria figlia, basandosi sul modo in cui Paolo considera il celibato.

i. Dobbiamo ricordare che in questa cultura antica, i genitori avevano la responsabilità fondamentale di combinare il matrimonio per i propri figli. Dunque, sulla base di quello che Paolo già ha insegnato, un padre cristiano dovrebbe consigliare ai suoi figli di rimanere single?

ii. Il termine vergine include entrambe i sessi.

b. Faccia ciò che vuole; egli non pecca; la dia a marito: Paolo dice che non è sbagliato se un padre permette alla sua giovane figlia di sposarsi, così come non lo è desiderare il celibato.

c. Ha determinato questo nel cuor suo, di conservare cioè la sua figlia vergine, fa bene: A causa dei benefici che derivano dall’essere single, Paolo non solo la consiglia ai diretti interessati, ma anche ai padri, per quanto riguarda dare le proprie figlie in matrimonio.

d. Chi dà la sua propria figlia a marito fa bene e chi non la dà a marito fa meglio: Per Paolo, scegliere tra il matrimonio e il celibato non era come scegliere tra giusto e sbagliato, ma tra ciò che è buono e ciò che è meglio. E, alla luce delle sue attuali circostanze, l’apostolo considera il celibato la cosa migliore.

5. (39-40) Un ultimo promemoria per le vedove che si risposano.

La moglie è vincolata per legge per tutto il tempo che vive suo marito, ma se il marito muore, essa è libera di maritarsi a chi vuole, purché nel Signore. Tuttavia, secondo il mio avviso, essa sarà più felice se rimane così; or penso di avere anch’io lo Spirito di Dio.

a. Ma se il marito muore, essa è libera di maritarsi: Ovviamente una vedova ha il diritto di risposarsi. Tuttavia, una vedova cristiana, così come ogni altro credente, è libera di risposarsi solo con un altro cristiano (purché nel Signore).

b. Secondo il mio avviso, essa sarà più felice se rimane così: Allo stesso momento, Paolo crede che tale vedova sarà più felice se rimane così– ovvero, se rimane single. In parole povere, Paolo desidera che la vedova non si risposi prima di aver considerato l’idea che Dio potrebbe chiamarla al nubilato.

i. Paolo riafferma nuovamente il celibato, ma non perché il sesso in sé sia malvagio (come alcuni cristiani Corinzi credevano). Piuttosto, il celibato può essere una condizione migliore perché offre ad una persona (se hanno questo dono) più opportunità di servire Dio.

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