1 Corinzi 3




1 Corinzi 3 – Cristiani Carnali e Ministri Consacrati

A. La carnalità nella chiesa di Corinto.

1. (1) Paolo affronta la loro condizione.

Or io, fratelli, non ho potuto parlare a voi come a uomini spirituali, ma vi ho parlato come a dei carnali, come a bambini in Cristo.

a. Or io, fratelli: Queste persone fanno parte della famiglia di Dio (li chiama fratelli), e questo è il problema. Sebbene abbiano lo Spirito Santo (a differenza dell’uomo naturale di 1 Corinzi 2:14), non si comportano come uomini spirituali, ma carnali, come i cristiani immaturi (bambini in Cristo).

i. C’è un grande dibattito riguardo all’esistenza di qualcosa come un cristiano carnale. Alcuni dicono che i termini siano in contraddizione, ovvero Paolo starebbe dicendo che questi uomini carnali non sono per nulla cristiani. Eppure, egli li chiama chiaramente fratelli, e dice che sono bambini in Cristo. Come si potrebbero usare questi termini in riferimento a qualcuno che non sia cristiano?

ii. Questi cristiani, per certi versi, pensano e agiscono secondo la carne e non secondo lo Spirito. Ovviamente, la carne non domina ogni aspetto della loro vita, altrimenti non avrebbero alcuna prova di essere nati di nuovo. Tuttavia, Paolo affronta delle questioni nelle quali stanno apertamente ragionando e agendo in modo carnale.

iii. “Il cristiano carnale è un figlio di Dio, nato di nuovo e diretto verso il cielo, ma sta viaggiando in terza classe.” (Redpath). Romani 7 è il ritratto del cristiano carnale, avente lo Spirito dentro di sé, ma governato dalla carne.

b. Non ho potuto parlare a voi come a uomini spirituali, ma vi ho parlato come a dei carnali: C’è una differenza tra il termine carne (sarkinos, utilizzato in 2 Corinzi 3:3) e l’essere carnale (la parola greca sarkikos, usata in questo passaggio).

i. Carne significa semplicemente “fatto di carne”; può riferirsi alla debolezza che è comune ad ogni essere umano fallace.

ii. Carnale, quando usato in riferimento ad una persona, significa “caratterizzato dalla carne”. Parla di colui che può e dovrebbe comportarsi diversamente ma non lo fa. Paolo dice che i Corinzi erano sarkikos.

c. Spirituale… carnale: Paolo parla di tre categorie di uomini. C’è l’uomo naturale (1 Corinzi 2:14), simile ad Adamo, che rigetta le cose dello Spirito; l’uomo spirituale (1 Corinzi 2:15), che conosce le cose di Dio; l’uomo carnale, che conosce le cose di Dio, eppure – per certi aspetti – è ancora caratterizzato dalla carne. Quale sei tra questi?

2. (2) Il modo in cui Paolo trattava i credenti carnali.

Vi ho dato da bere del latte, e non vi ho dato del cibo solido, perché non eravate in grado di assimilarlo, anzi non lo siete neppure ora, perché siete ancora carnali.

a. Vi ho dato da bere del latte: Paolo si atteneva ad un insegnamento molto basilare, sebbene essi avessero una visione gonfiata della propria spiritualità. Credevano di essere pronti per le “cose più profonde”, ma non vivevano più in profondità rispetto alle cose basilari che egli aveva già insegnato loro.

b. Del latte, e non vi ho dato del cibo solido: La differenza tra latte e cibo solido si trova nella consistenza, non nel genere. Ogni dottrina che viene insegnata nei seminari può essere insegnata ai bambini, sebbene non con le stesse parole.

i. Non ci sono due vangeli, uno per gli istruiti e uno per gli illetterati. Non c’è alcuna parte del vangelo sulla quale abbiamo il diritto di non dare alla gente.

c. Non eravate in grado di assimilarlo: Non è stato Dio ad impedire che ricevessero il cibo solido dato da Paolo. il vero problema era l’attrazione dei Corinzi per il “cibo spazzatura”, basato sulla sapienza e l’eloquenza umana. Essi erano così “sazi” di questo cibo spazzatura che non erano in grado di assimilare il cibo solido spirituale che Paolo voleva dar loro.

i. Alcuni “cristiani che mangiano cibo spazzatura” sono grandemente benedetti quando mangiano un buon pasto spirituale di cibo solido, altri, però, non sono in grado di assimilarlo, perché le loro “papille gustative” spirituali sono così influenzate dal cibo spazzatura che vogliono mangiare solo quello.

3. (3-4) La prova della loro carnalità.

Infatti, poiché fra voi vi è invidia, dispute e divisioni, non siete voi carnali e non camminate secondo l’uomo? Quando uno dice: «Io sono di Paolo», e un altro: «Io sono di Apollo», non siete voi carnali?

a. Infatti, poiché fra voi vi è invidia, dispute e divisioni, non siete voi carnali: I cristiani di Corinto si ritenevano spirituali, ma le loro divisioni dimostravano che, di fatto, erano carnali.

i. I problemi che avevano nelle relazioni umani dimostra che c’era qualcosa di sbagliato nel loro rapporto con Dio. Questo era dimostrazione di carnalità, di un modo carnale di ragionare e di vivere.

ii. Invidia, dispute e divisioni tra i cristiani non sono gli unici segni di carnalità, ma sono quelli più evidenti tra i Corinzi.

b. Non siete voi carnali e non camminate secondo l’uomo? Dicendo secondo l’uomo, Paolo non intendeva dire che non erano convertiti, semplicemente che camminavano come dei non convertiti. I cristiani hanno ricevuto una chiamata più elevata del vivere come il resto dell’umanità.

i. “Le persone spirituali devono camminare nello Spirito. Se fanno diversamente, sono “mondani” e sono esortati a smettere. Continuare ad essere mondani non è un’opzione.” (Fee)

c. Quando uno dice: «Io sono di Paolo», …non siete voi carnali? Magari uno pensa che Paolo sarebbe stato più delicato con il suo “fan club” personale. Tuttavia, piuttosto che lasciare alle loro lusinghe di solleticare la sua carne, Paolo chiama in causa anche i suoi stessi sostenitori.

B. Come considerare i leader nella chiesa.

1. (5-7) La follia di esaltare i leader della chiesa.

Chi è dunque Paolo e chi è Apollo, se non ministri per mezzo dei quali voi avete creduto, e ciò secondo che il Signore ha dato a ciascuno? Io ho piantato, Apollo ha annaffiato, ma Dio ha fatto crescere. Ora né chi pianta né chi annaffia è cosa alcuna, ma è Dio che fa crescere.

a. Chi è dunque Paolo? Paolo ed Apollo non sono coloro nei quali avete creduto per ottenere la salvezza; essi vi hanno semplicemente proclamato Gesù. Essi sono coloro per mezzo dei quali voi avete creduto, non coloro nei quali avete creduto.

i. “Qual era, dunque, lo scopo della discordia, dato che nessuno dei due era più grande dell’altro?” (Maclaren)

b. Io ho piantato, Apollo ha annaffiato: Gli operai cristiani hanno diverse mansioni ed ottengono diversi risultati, ma è Dio a compiere l’opera. Solamente Dio fa crescere.

i. Quando un contadino pianta un seme e lo annaffia, non lo fa crescere. È il miracolo della vita a farlo. Tutto quello che il contadino può fare è provvedere il giusto ambiente per la crescita, e credere nel miracolo della vita. Noi facciamo la stessa cosa quando ministriamo Gesù agli altri.

ii. Alcune persone sono frustrate perché vogliono annaffiare quando Dio le ha chiamate a piantare, oppure vogliono piantare quando Dio, invece, le ha chiamate ad annaffiare. Altri vivono nella frustrazione perché vogliono far sì che avvenga la crescita, quando Dio è l’unico a poterlo fare. Il vero frutto nel ministero arriva quando siamo beatamente soddisfatti con la chiamata di Dio per noi.

c. Io ho piantato, Apollo ha annaffiato: Il tempo verbale di piantato e annaffiato è l’aoristo, rendendo queste due azioni, atti conclusi nel passato. Fa crescere è imperfetto, rendendo così l’opera di Dio un’opera continuativa nel tempo.

2. (8-9) Gli operai cristiani lavorano insieme, ma ricevono la ricompensa secondo il proprio lavoro.

Così colui che pianta e colui che annaffia sono una medesima cosa, ma ciascuno riceverà il proprio premio secondo la sua fatica. Noi siamo infatti collaboratori di Dio; voi siete il campo di Dio, l’edificio di Dio.

a. Colui che pianta e colui che annaffia sono una medesima cosa: Nel contrastare il desiderio dei Corinzi di volersi dividere in fazioni col proprio leader, Paolo ricorda loro che fanno tutti parte della stessa squadra.

i. È sciocco dire, “Piantare è ciò che conta veramente. Coloro che annaffiano stanno perdendo un’occasione”, così com’è altrettanto sciocco pensare, “Annaffiare è la cosa più importante. Coloro che piantano farebbero meglio a rivedere le proprie priorità”. Il fatto è che entrambi sono necessari, ed hanno bisogno l’uno dell’altro e si adoperano verso un unico obiettivo.

b. Ciascuno riceverà il proprio premio secondo la sua fatica: Lavorano tutti insieme, ma ognuno riceve la propria ricompensa individualmente. La ricompensa non viene data in base ai doni, talenti e nemmeno in base al successo, ma secondo la propria fatica.

i. Dio sa come ricompensare nel modo giusto. Sulla terra, molti ministri o vengono ricompensati troppo o troppo poco.

ii. “Il ministro fedele e laborioso o il missionario che lavora nell’ombra e senza frutto apparente, riceverà una ricompensa molto più grande di coloro che, senza rinnegare sé stessi e senza sforzi, vengono trasformati in strumenti di grandi risultati.” (Hodge)

iii. Giovani predicatori avevano l’abitudine di chiedere a G. Campbell Morgan il segreto del successo della sua predicazione. La sua risposta era questa: “Dico a tutti sempre la stessa cosa: lavora; lavora duramente, e di nuovo, lavora!”

c. Noi siamo infatti collaboratori di Dio: Dio ci offre la meravigliosa opportunità di lavorare con Lui. Non possiamo lavorare senza di Lui, ed Egli non opererà senza di noi (generalmente parlando). Dio vuole che tu sia il Suo compagno d’opera.

i. Quando consideriamo tutti i modi in cui Dio avrebbe potuto compiere la Sua opera, è ancora più incredibile sapere che Egli vuole la nostra partecipazione.

d. Voi siete il campo di Dio, l’edificio di Dio: L’opera che Paolo stava svolgendo con Dio era rivolta al popolo di Dio. essi erano il Suo “campo” (usando la figura di un contadino che pianta e annaffia), ed erano il Suo “edificio” (usando la figura di un costruttore).

3. (10-15) La chiesa vista come un edificio.

Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come savio architetto io ho posto il fondamento, ed altri vi costruisce sopra; ora ciascuno stia attento come vi costruisce sopra, perché nessuno può porre altro fondamento diverso da quello che è stato posto, cioè Gesù Cristo. Ora, se uno costruisce sopra questo fondamento con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, stoppia, l’opera di ciascuno sarà manifestata, perché il giorno la paleserà; poiché sarà manifestata mediante il fuoco, e il fuoco proverà quale sia l’opera di ciascuno. Se l’opera che uno ha edificato sul fondamento resiste, egli ne riceverà una ricompensa, ma se la sua opera è arsa, egli ne subirà la perdita, nondimeno sarà salvato, ma come attraverso il fuoco.

a. Secondo la grazia di Dio: Nel descrivere il suo lavoro tra i Corinzi, Paolo inizia con una dichiarazione sulla grazia. Egli sapeva che la sua posizione di operaio nel campo di Dio, o nell’edificio di Dio, era basata sul favore immeritato di Dio, e non sui suoi meriti.

i. Essere un collaboratore di Dio è una cosa esaltante. Tuttavia, Dio non sceglie persone esaltate per compiere la Sua opera. Non c’è nulla in loro che li renda degni di essere Suoi operai, è solamente secondo la grazia di Dio.

b. Io ho posto il fondamento: Quando Paolo fondò la chiesa a Corinto (Atti 18), egli pose l’unico fondamento che poteva essere posto – la persona e l’opera di Gesù Cristo. Egli sapeva che altri dopo di lui avrebbero costruito sul fondamento da lui posto.

i. Quindi, ciascuno stia attento come vi costruisce sopra. C’è solamente un solo fondamento per la chiesa. Se questa non è fondata su Gesù Cristo, allora non è affatto una chiesa. Dunque, nessuno può costruire su altro fondamento, ma si può, tuttavia, costruire – senza esserne degni – sull’unico fondamento.

c. L’opera di ciascuno sarà manifestata: Dio metterà alla prova la costruzione di ogni Suo collaboratore, così l’opera di ciascuno sarà manifestata. Alcuni costruiscono con oggetti preziosi, come oro, argento, pietre preziose, altri costruiscono con materiali indegni, come legno, fieno, stoppia.

i. Paolo sembra avere a mente i materiali utilizzati per la costruzione del tempo (1 Cronache 22:14, 22:16, e 29:2) quando usa immagini come oro, argento e pietre preziose. La costruzione riguarda ciò che Dio compie nel Suo popolo con l’aiuto dei Suoi collaboratori.

ii. Pietre preziose non si riferisce a gioielli, ma a materiali lapidei come il marmo e il granito. Mischiare la sapienza degli uomini con la sapienza di Dio nell’edificazione dell’edificio della chiesa è come alternare strati di paglia e strati di marmo. La paglia potrebbe anche andare bene (in una fattoria), ma è un materiale inadeguato per questo tipo di costruzione. Allo stesso modo, la sapienza umana e le attrazioni carnali possono anche avere un ruolo nella vita, ma non nella costruzione della chiesa.

d. Il fuoco proverà quale sia l’opera di ciascuno: Nel provare la nostra opera, Dio manifesta che tipo di opera era. Così come il fuoco distrugge il legno, il fieno e la stoppia, ma non l’oro, l’argento e le pietre preziose, così l’opera di alcuni verrà rivelata in quel Giorno come nulla.

i. Notate che non è la quantità di lavoro che verrà valutata (sebbene abbia una certa rilevanza). Paolo dice che l’opera verrà provata per vedere quale sia l’opera di ciascuno. Se qualcuno ha fatto il tipo sbagliato di opera, sarà come se non avesse mai fatto nulla. La sua opera verrà bruciata e svanirà per sempre. Moody saggiamente disse che i convertiti devono essere pesati, oltre che contati.

ii. Paolo ha menzionato questo grande evento anche in 2 Corinzi 5:10: Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione delle cose fatte nel corpo in base a ciò che ha fatto, sia in bene che in male. Quando il nostro lavoro verrà provato davanti al Signore, verremo ricompensati in base a quello che ne rimarrà.

iii. È un pensiero che fa riflettere: molte, molte persone che credono di servire Dio, ma che lo fanno in modo indegno o usando “materiali” indegni, scopriranno nell’eternità che in realtà non hanno fatto nulla per il Signore. Alcuni saranno salvati, ma con una vita che sarà stata sprecata e non riceveranno alcuna corona da dare a Gesù, per la Sua gloria (come in Apocalisse 4:10-11). Sarà salvato, ma come attraverso il fuoco mostra che alcuni saranno salvati, ma a malapena e non gli rimarrà nulla.

e. Se l’opera che uno…: Il fuoco non purifica l’operaio, ma prova la qualità del suo lavoro. I Cattolici Romani usano questo passaggio per insegnare la dottrina del purgatorio, l’idea che quando moriamo, andiamo in un posto nel quale veniamo purificati dal fuoco prima di andare in cielo. Il concetto di purgatorio non ha nulla a che vedere con questo passaggio, e nemmeno con nessun altro passaggio nella Bibbia. Il purgatorio è un’invenzione strettamente umana e rinnega l’opera compiuta da Gesù per il credente.

i. Questo passaggio si applica prima di tutto ai leader cristiani, perché è di loro che Paolo parla nel contesto, ma l’applicazione si estende a tutti i servi di Dio.

4. (16-17) La chiesa vista come un tempio.

Non sapete voi che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se alcuno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui, perché il tempio di Dio, che siete voi, è santo.

a. Voi […] siete il tempio di Dio: Più avanti (1 Corinzi 6:19-20) Paolo parlerà di come ogni cristiano sia individualmente un tempio. Qui, la sua enfasi è posta sulla chiesa nell’insieme (sebbene si applichi anche ai singoli).

i. Quando Paolo definisce la chiesa un tempio, non pensate che stia usando un’immagine. Il tempio fisico era l’immagine; Dio che dimora in noi è la realtà.

b. Che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi: Cosa rende una chiesa un tempio? Lo Spirito di Dio che abita in voi. Il termine in greco antico utilizzato per tempio (naos) si riferisce al santuario, la dimora della divinità, in contrasto con il termine più generico hieron, la quale era l’area generale del tempio.

c. Se alcuno guasta il tempio di Dio: Se guasti la chiesa, Dio guasterà te. Il tempio di Dio – la Sua chiesa – è santa, e per Dio ha importanza il modo in cui trattiamo il Suo tempio santo.

C. Come glorificare Dio.

1. (18-20) Glorifica Dio ricercando la vera sapienza.

Nessuno inganni sé stesso; se qualcuno fra voi pensa di essere savio in questa età, diventi stolto affinché possa diventare savio. Infatti la sapienza di questo mondo è follia presso Dio, poiché sta scritto: «Egli è colui che prende i savi nella loro astuzia»; e altrove: «Il Signore conosce i pensieri dei savi e sa che sono vani».

a. Se qualcuno fra voi pensa di essere savio: Paolo qui usa un tono un po’ sarcastico. Era ovvio che i Corinzi si considerassero savi in questa età! Questo era uno dei loro problemi, il loro amore per la sapienza mondana.

b. Diventi stolto affinché possa diventare savio: Cosa deve fare chi è savio in questa età? Savio secondo la misura umana di sapienza? Diventi stolto affinché possa diventare savio.

i. Paolo chiede loro di rinunciare a tutta la sapienza mondana, a tutto l’umanesimo (la filosofia incentrata sull’uomo), anche se vuol dire essere considerati stolti. Se uno non è disposto ad essere considerato stolto da coloro che danno valore alla sapienza umana, allora non sarà mai in grado di diventare savio.

c. Il Signore conosce i pensieri dei savi: Dio ha valutato la sapienza di questo mondo e la considera folle, astuta e vana. Concorderemo con la valutazione di Dio oppure no?

2. (21-23) Glorifica Dio guardando ai Suoi servi nella giusta prospettiva.

Perciò nessuno si glori negli uomini, perché ogni cosa è vostra: Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, le cose presenti e le cose future; tutte le cose sono vostre. E voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.

a. Nessuno si glori negli uomini: Siamo così inclini a gloriarci negli uomini! Siamo più entusiasti di frequentare i famosi e gli influenti di questo mondo che di passare del tempo con Dio. Diamo valore ai doni e agli onori degli uomini più dei doni e degli onori che Dio elargisce. Abbiamo veramente bisogno di sentir dire, nessuno si glori negli uomini!

b. Perché ogni cosa è vostra: Dire Io sono di Paolo o Io sono di Apollo corrisponde ad avere una visione troppo ristretta, troppo limitata. Sia Paolo che Apollo appartengono a voi; l’intero universo è vostro in Cristo.

i. Anche la morte è “nostra”: è nostra serva, non nostra padrona. La morte potrebbe essere per noi come l’angelo che toccò Pietro in Atti 12, facendo cadere le sue catene e conducendolo fuori dalle cancellate che si aprirono da sole nella vera libertà.

c. Ogni cosa è vostra: Questa è la libertà cristiana. E voi siete di Cristo: questa è la responsabilità cristiana.

© 2023 The Enduring Word Bible Commentary by David Guzik – ewm@enduringword.com

Categories: Italian Commentary

© Copyright 2018 - Enduring Word       |      Site Hosted & Maintained by Local View Marketing    |    Privacy Policy