1 Corinzi 16




1 Corinzi 16 – Colletta e Conclusione

A. La colletta per la chiesa di Gerusalemme.

1. (1-2) Presa in carico della colletta.

Ora, quanto alla colletta che si fa per i santi, fate anche voi come ho ordinato alle chiese della Galazia. Ogni primo giorno della settimana, ciascuno metta da parte per conto suo ciò che può in base alle sue entrate, affinché non si facciano più collette quando verrò.

a. La frase “ora, quanto alla…” viene nuovamente utilizzata in questa lettera (vedi anche 1 Corinzi 7:1, 8:1 e 12:1). Significa che Paolo sta rispondendo alle domande poste dai cristiani di Corinto.

b. Alla colletta che si fa per i santi: Paolo si riferisce all’offerta che aveva raccolto per i santi di Gerusalemme. In molti altri passaggi si parla dell’impegno di diverse chiese ad aiutare i cristiani poveri a Gerusalemme (Atti 11:27-30, 24:17, Romani 15:26, 2 Corinzi 8:13, 9:9-12).

i. Come ho ordinato alle chiese della Galazia: Paolo menziona il suo cuore per i cristiani a Gerusalemme che vivevano nella povertà in Galati 2:9-10. “Portare sollievo ai membri poveri della chiesa è un dovere morale, un sacrificio in cui Dio si compiace, Filippesi 4:18; la nostra fede deve operare motivata da questo amore.” (Poole)

ii. Perché la chiesa a Gerusalemme si trovava in grande bisogno? Potrebbero esserci diverse ragioni. Sappiamo che sostenevano un grande numero di vedove (Atti 6:1-6) e che si trovavano nel bel mezzo di una carestia (Atti 11:27-30).

iii. Generalmente parlando, i cristiani si sono sempre distinti nei loro sforzi nel ministero pratico. Per esempio, perché pensate che la Croce Rossa si chiami Croce Rossa? Perché iniziò come un’organizzazione cristiana.

iv. Alcuni pensano che avendo i cristiani ricevuto il comandamento di aiutare i poveri, soprattutto i cristiani nel bisogno, che questo sia più importante che sostenere i ministeri del vangelo. Tuttavia, in 1 Timoteo 5 Paolo parla della responsabilità della chiesa di onorare le vedove, e di considerare i ministri del vangelo come degni di doppio onore. Dunque, mentre i cristiani hanno una responsabilità verso i poveri, questa non è più importante della responsabilità di sostenere i ministri dell’evangelo.

c. Alla colletta che si fa per i santi: I principi generali biblici riguardo al provvedere per i poveri nella chiesa:

i. La distribuzione di beni è una fonte potenziale di conflitto e divisione, ed è compito dei diaconi prevenire tali problemi con le loro azioni sagge e guidate dallo Spirito (Atti 6:1-7).

ii. La chiesa ha l’obbligo di aiutare coloro che sono veramente bisognosi (1 Timoteo 5:3).

iii. La chiesa deve discernere quelli che veramente sono bisognosi (1 Timoteo 5:3).

iv. Se una persona è in grado di lavorare per sostenersi, allora non è veramente bisognosa e deve provvedere ai propri bisogni (2 Tessalonicesi 3:10-12, 1 Timoteo 5:8, 1 Tessalonicesi 4:11).

v. Se una persona è nelle condizioni di poter essere sostenuta dalla propria famiglia, allora non è veramente nel bisogno e non dovrebbe essere sostenuta dalla chiesa (1 Timoteo 5:3-4).

vi. Coloro che vengono sostenuti dalla chiesa devono in qualche modo fare qualcosa in cambio per la chiesa (1 Timoteo 5:5, 5:10).

vii. È giusto che la chiesa esamini la condotta morale prima di sostenere qualcuno (1 Timoteo 5:9-13).

viii. Il supporto della chiesa dovrebbe essere per sovvenire ai bisogni primari (1 Timoteo 6:8).

d. Alla colletta che si fa per i santi: La parola in greco antico per colletta è logia. Significa, “un’ulteriore colletta”, non dettata da un obbligo. Questa non era una “tassa” imposta sui credenti di Corinto. Essi erano liberi di dare così come il loro cuore li guidava.

i. Inoltre, è possibile che “un’ulteriore colletta” si riferisca all’idea che questa era una colletta speciale, che fosse più grande della loro regolare offerta. Paolo potrebbe ricevere un’offerta speciale per i poveri di Gerusalemme.

e. Fate… come ho ordinato: Questa non era un’opzione per Paolo. I credenti di Corinto avevano la responsabilità di raccogliere un’offerta tra di loro per i bisogni dei poveri a Gerusalemme. Non potevano dire, “il denaro non è spirituale. Pregheremo per loro.”

i. Questo comandamento, affiancato all’idea dell’“ulteriore colletta” dimostra che avevano ricevuto l’ordine di raccogliere un’offerta, ma non che ogni cristiano doveva dare. Essi dovevano dare secondo quello che Dio metteva nel loro cuore.

f. Ogni primo giorno della settimana: Paolo voleva che il loro dare fosse regolare, non casuale. Quando si radunavano insieme per adorare e studiare la Parola, dovevano anche raccogliere l’offerta.

i. Ogni primo giorno della settimana si riferisce anche al fatto che i primi cristiani si incontravano di Domenica, non di Sabato. Non erano contrari ad incontrarsi nel giorno di Sabato, semplicemente sapevano che per il Signore tutti i giorni erano uguali (Colossesi 2:16-17), e volevano celebrare il giorno in cui Gesù risuscitò dalla morte (Luca 24:1).

ii. “Da qui è chiaro che le prime chiese erano solite radunarsi in quel giorno; non leggiamo nella Scrittura di nessun altro giorno nel quale i cristiani si radunavano per adorare.” (Poole)

g. Ciascuno: Chi doveva dare? Ciascuno. Paolo voleva che tutti dessero. Ogni cristiano dovrebbe dare, perché Dio stesso ama farlo (Giovanni 3:16).

h. Metta da parte per conto suo ciò che può: L’idea qui è di andare in chiesa con il dono già preparato. In altre parole, dovresti cercare Dio a casa per quanto riguarda il dare, e preparare la tua offerta lì. Questo ci aiuta a cercare di più il Signore in questo ambito e a resistere a qualsiasi manipolazione inerente al dare.

i. In base alle sue entrate: I credenti che hanno più possibilità economiche dovrebbero dare di più. Dovremmo dare in maniera proporzionata, ovvero, se diamo 10€ alla settimana quando ne guadagniamo 100 alla settimana, dovremmo dare di più se guadagniamo di più.

i. Non dovremmo avere paura di dare generosamente. Proverbi 11:24 spiega questo concetto egregiamente: C’è chi spande generosamente e diventa più ricco, e c’è chi risparmia più del necessario e diventa sempre più povero. Nessuno pensa che il contadino stia “sprecando” il grano quando semina il seme; più pianta, più raccoglierà.

j. Affinché non si facciano più collette quando verrò: Paolo non voleva manipolare nessuno. Egli voleva che dessero dal cuore, così come Dio li guidava, e non come risposta forzata ad un programma di raccolta fondi.

2. (3-4) Invio del dono a Gerusalemme.

Quando poi sarò giunto, io manderò con delle lettere coloro che voi avrete approvato per portare il vostro generoso dono a Gerusalemme. E se converrà che ci vada io stesso, essi verranno con me.

a. Io manderò con delle lettere coloro che voi avrete approvato per portare il vostro generoso dono a Gerusalemme: Paolo voleva che un rappresentante dei credenti di Corinto aiutasse a consegnare l’offerta a Gerusalemme. Lo scopo di Paolo era quello di essere irreprensibile nelle questioni finanziarie.

b. Il vostro generoso dono: Letteralmente, Paolo definisce il dare un charis – una grazia, un dono dato liberamente. Paolo lo chiama grazia, “perché scaturiva dal loro amore verso i loro fratelli bisognosi… oppure perché la loro comprensione dell’amore e della grazia di Dio per loro che avevano ricevuto gratuitamente, era ciò che li spingeva a compiere un tale atto caritatevole.” (Poole)

i. Qualche volta Paolo definisce il dare una koinonia, che significa, “comunione, condividere” (2 Corinzi 8:4, 9:13, Romani 15:26).

ii. Altre volte Paolo lo definisce una diakonia, che significa “un servizio o un ministero pratico” (2 Corinzi 8:4, 9:1, 9:12-13).

B. Parole finali.

1. (5-9) Il piano di Paolo di fare visita ai credenti di Corinto.

Or verrò da voi, dopo che sarò passato per la Macedonia, perché attraverserò la Macedonia. E forse mi tratterrò presso di voi, o vi passerò addirittura l’inverno, affinché mi facciate proseguire per ogni dove possa andare. Questa volta infatti non voglio vedervi solo di passaggio, ma spero di rimanere un po’ di tempo presso di voi, se il Signore lo permette. Or io resterò in Efeso fino a Pentecoste, perché mi si è aperta una porta grande ed efficace, e vi sono molti avversari.

a. Se il Signore lo permette: Paolo sottomette i suoi piani alla volontà del Signore. Egli aveva programmato di attraversare la regione della Macedonia sulla strada per Corinto. Le cose, tuttavia, andarono diversamente rispetto a come le aveva programmate. Infatti, Paolo fece presto loro visita, ma non fu una visita piacevole, perché doveva confrontare personalmente i Corinzi in alcune aree.

i. “So cosa si prova ad avere un programma, ad avere ogni cosa in ordine, e a sapere dove stiamo andando, ma lasciamo spazio, in ogni caso, all’intervento di Dio.” (Morgan)

b. Or io resterò in Efeso… perché mi si è aperta una porta grande ed efficace: Perché Paolo non è andato subito a Corinto? Perché Dio gli stava dando grandi opportunità in quel momento ad Efeso. Paolo, saggiamente, non si affida solamente ai suoi desideri, ma anche alle porte aperte di Dio. Paolo conosceva il segreto per un servizio malleabile.

c. Perché mi si è aperta una porta grande ed efficace, e vi sono molti avversari: Paolo sapeva che, molte volte, l’opposizione segue le opportunità. Atti 19 parla sia delle opportunità e dell’opposizione che Paolo incontrò ad Efeso in quel momento.

2. (10-11) L’arrivo di Timoteo a Corinto.

Ora, se viene Timoteo, fate in modo che rimanga con voi senza timore, perché si adopera nell’opera del Signore, come faccio io stesso. Nessuno dunque lo disprezzi, ma fatelo proseguire in pace per venire da me, perché lo aspetto con i fratelli.

a. Fate in modo che rimanga con voi senza timore: Uno dei problemi che Paolo doveva affrontare era la mancanza di rispetto dei credenti di Corinto verso la sua autorità di apostolo e ministro dell’evangelo. Se non rispettavano nemmeno Paolo, cosa avrebbero fatto ad un giovane ragazzo come Timoteo? Quindi, Paolo chiede ai Corinzi di rispettare Timoteo quando sarebbe arrivato.

b. Nessuno dunque lo disprezzi: Questa frase richiama le parole di Paolo dirette a Timoteo in 1 Timoteo 4:12. Sembrerebbe che Timoteo soffrisse sia una mancanza di fiducia che di rispetto. Era importante che il popolo di Dio non si approfittasse di lui, ed era importante per Timoteo di non dare agli altri alcun motivo per disprezzarlo.

c. Per venire da me: Ovunque si trovasse Timoteo, egli era in viaggio per vedere Paolo, e si sarebbe probabilmente fermato a Corinto lungo il tragitto.

3. (12) Apollo si recherà a Corinto più avanti.

Ora quanto al fratello Apollo, l’ho molto pregato di venire da voi con i fratelli, ma egli non ha voluto assolutamente venire ora; però verrà quando ne avrà l’opportunità.

a. L’ho molto pregato… ma egli non ha voluto assolutamente… verrà quando ne avrà l’opportunità: Paolo non si comportava come se fosse “l’ufficiale in comando” sopra Apollo, il quale è menzionato tra gli apostoli (1 Corinzi 1:12, 3:22). Questo ci fornisce informazioni rare riguardo a come i leader della chiesa antica si relazionavano l’uno con l’altro. Non era una relazione gerarchica e Paolo non ha imposto la sua volontà su Apollo.

4. (13-14) Istruzioni su come rimanere saldi e continuare ad amare.

Vegliate, state fermi nella fede, comportatevi virilmente, siate forti. Tutte le cose che fate, fatele con amore.

a. Vegliate, state fermi nella fede, comportatevi virilmente, siate forti: In un certo senso, ognuna di queste cose ha lo stesso significato, comunicato semplicemente in un modo diverso. I cristiani devono essere come forti soldati, stando in guardia e tenendo gli occhi aperti per il ritorno del Signore.

i. Gesù ci ha ordinato di vegliare (Matteo 24:42, 26:41, Marco 13:37).

ii. Paolo ha avvertito i cristiani di stare saldi nella loro libertà in Gesù (Galati 5:1), nell’unità cristiana (Filippesi 1:27), nel Signore Stesso (Filippesi 4:1) e nell’insegnamento degli apostoli (2 Tessalonicesi 2:15).

iii. Questo è l’unico posto nel Nuovo Testamento dove viene utilizzata la parola tradotta con comportatevi virilmente (andrizomai). Significa letteralmente “comportarsi da uomo”. In un’altra versione, comportatevi virilmente, suggerisce l’idea del “prendere una posizione, agire con coraggio”. Questa è una descrizione accurata dell’idea dietro il termine greco antico.

iv. Ai cristiani viene detto di essere forti in passaggi come Efesini 6:10 e 2 Timoteo 2:1.

v. “I termini in questo versetto provengono tutti dal linguaggio militare. Vegliate, vegliate e restate in guardia, affinché non siate colti di sorpresa dai vostri nemici… State fermi nella fede – non rompete le righe, non siate disordinati, siate determinati a mantenere le righe, restate viciniComportatevi virilmente – Quando venite attaccati, non indietreggiate, mantenete la vostra posizione, resistete, avanzate, attaccate, rimanete compatti, conquistate… Siate forti – Se una compagnia o una divisione viene attaccata da un nemico molto forte, fortificate quella divisione e mantenete la vostra posizione… radunate tutto il vostro coraggio, sostenetevi gli uni gli altri, non abbiate paura, perché la paura vi indebolirà.” (Clarke)

b. Tutte le cose che fate, fatele con amore: Il vegliare, il rimanere saldi, il coraggio e tutta la forza che i Corinzi devono avere, non significava nulla senza l’amore. Essi erano chiamati a fare tutte queste cose con uno spirito di amore, mansueto ed umile.

5. (15-18) Stefana, Fortunato e Acaico.

Ora, fratelli (voi conoscete la famiglia di Stefana e sapete che è primizia dell’Acaia, e che si sono dedicati al servizio dei santi), vi esorto a sottomettervi anche voi a tali persone e a chiunque si adopera e si affatica nell’opera comune. Or io mi rallegro della venuta di Stefana, di Fortunato e di Acaico, poiché essi hanno supplito alla vostra assenza, perché hanno ricreato il mio spirito e il vostro; riconoscete dunque tali persone.

a. Stefana, Fortunato e Acaico: Questi erano i tre uomini che consegnarono le domande dei Corinzi a Paolo. Paolo li rimanda indietro con questa lettera, chiedendo che li ricevano come servi devoti del Signore.

i. Sembrerebbe che Stefana fosse il capofamiglia e Fortunato e Acaico due suoi schiavi, i quali lo accompagnarono nella sua visita a Paolo. Fortunato e Acaico erano nomi comuni di schiavi o liberti (coloro che un tempo erano stati schiavi).

ii. Fortunato: “Sembra che quest’uomo abbia vissuto anche dopo Paolo e che sia lo stesso menzionato da Clemente nella sua epistola ai Corinzi, nel cinquantanovesimo secolo, come colui che consegnò la lettera di Clemente in Roma ai credenti in Corinto.” (Clarke)

b. Perché hanno ricreato il mio spirito: Paolo era particolarmente grato per la loro visita perché ministrarono ai suoi bisogni quando erano con lui. Essi fecero ciò che la chiesa di Corinto avrebbe dovuto fare, ma che invece non fece (poiché essi hanno supplito alla vostra assenza).

c. Riconoscete dunque tali persone: Paolo poteva chiamare la famiglia di Stefana la primizia dell’Acaia perché erano stati tra i primi nella regione a convertirsi e furono battezzati da Paolo stesso (1 Corinzi 1:16).

6. (19-20) Saluti da lontano.

Le chiese dell’Asia vi salutano; Aquila e Priscilla, insieme alla chiesa che è in casa loro, vi salutano molto nel Signore. Tutti i fratelli vi salutano; salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio.

a. Aquila e Priscilla erano una coppia sposata che ministrava insieme a Paolo a Corinto (Atti 18:1-3, 18:24-28). Ora si trovavano in Efeso con Paolo e mandavano i loro saluti ai credenti di Corinto.

b. Insieme alla chiesa che è in casa loro: La chiesa antica si incontrava nelle case, perché non c’erano molti luoghi di proprietà nei quali incontrarsi fino al terzo secolo.

i. Clarke, circa Insieme alla chiesa che è in casa loro, dice: “Cioè, il gruppo di credenti che generalmente si ritrovava nello stesso luogo per adorare. Non esistevano chiese o cappelle a quei tempi, e le assemblee dei credenti dovevano necessariamente avere luogo nelle case private… La casa di Filemone era dello stesso tipo: Filemone 1:2. Lo stesso era per la casa di Ninfa: Colossesi 4:15.”

ii. Morris ci fa notare che le dimensioni di una stanza in una casa benestante erano abbastanza grandi da ospitare comodamente circa 30 persone. Dunque, qualsiasi fosse la città, c’erano probabilmente molte diverse “case-chiese”.

c. Salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio: La tradizione ebraica e quella della chiesa antica indicano che il santo bacio era un modo comune di salutarsi in quella cultura.

i. John Trapp circa il santo bacio: “Non falso, come quello di Joab e Giuda; non carnale, come quello di una prostituta, Proverbi 7:13.”

7. (21-24) Ultime parole personali di Paolo.

Il saluto è di mia propria mano, di me, Paolo. Se qualcuno non ama il Signor Gesù Cristo, sia anatema! Maranatha. La grazia del Signore Gesù Cristo sia con voi. Il mio amore sia con tutti voi in Cristo Gesù. Amen.

a. Di mia propria mano: Paolo aveva uno scriba che trascriveva le sue lettere mentre egli le dettava. Spesso aggiungeva una nota personale alla fine scritta da lui – la sua calligrafia non sembrava essere molto chiara, secondo Galati 6:11.

b. Se qualcuno non ama il Signor Gesù Cristo, sia anatema: Paolo enfatizza di nuovo l’importanza dell’amore, pronunciando una maledizione pesante su coloro che dicono di essere dediti a Gesù, ma non hanno alcun amore sincero per Lui.

i. Come facciamo a dire che uno ama o non ama il Signor Gesù Cristo? “L’amore è un sentimento del cuore, ma riconoscibile da azioni evidenti.” (Poole)

ii. Anatema deriva dalla parola in greco antico anathema. In Romani 9:3, Paolo dice di essere lui stesso disposto ad essere anatema e separato da Gesù se questo può comportare la salvezza del popolo ebreo.

iii. Anatema era il terzo di tre livelli di disciplina tra gli antichi ebrei. Il primo livello consisteva nell’allontanamento dell’uomo dalla sinagoga per 30 giorni. Se questo non si fosse ravveduto dopo 30 giorni, allora si sarebbe trovato a subire il secondo grado di disciplina, nel quale gli sarebbe stato concesso un tempo indefinito per ravvedersi, con l’avvertimento, però, delle gravi conseguenze a venire. Il terzo livello era l’anatema, e con questo, ogni speranza di riconciliazione e ravvedimento veniva spazzata via. L’uomo non poteva più riconciliarsi con la sinagoga e non veniva nemmeno più considerato un ebreo.

c. Ama il Signor Gesù Cristo: Come possiamo crescere nel nostro amore per il Signor Gesù Cristo?

i. Samuel Rutherford ha descritto come possiamo crescere nell’amore per Gesù: “Sforzati di trovare il tuo diletto nella preghiera, nella lettura, e nella santa adunanza dei credenti, e quando lo farai, troverai, a poco a poco, la dolcezza di Cristo, fino a quando la tua anima non sarà completamente ricoperta dalla Sua dolcezza. E allora sarai trasportato sulla vetta del monte con il Signore, per sperimentare le gioie dell’amore spirituale, e la gloria e l’eccellenza del Cristo visibile, rivelato, reale e accettato; allora non potrai più staccarti da Cristo e legare la tua anima a vecchi amanti; da quel momento, e solamente da quel momento in poi, tutti gli ingranaggi della tua anima saranno accordati e temprati spiritualmente. Tuttavia, se questo mondo con le sue concupiscenze diventano il tuo diletto, non so cosa Cristo può fare con te, non puoi essere argilla per un vaso di gloria e misericordia. Il mio desiderio è che il Signore mi dia pensieri più elevati e più profondi con i quali nutrire me stesso mentre penso al Suo amore. Vorrei poterlo pesare, ma non ho alcun mezzo per farlo. Quando la mia lingua sarà consumata dalle lodi per Cristo, anche allora non avrò fatto nulla per Lui. Cosa rimane, dunque, se non il mio debito verso l’amore di Cristo che per l’eternità non potrà essere estinto!” (Citato da Meyer)

d. Maranatha: Paolo aveva lo sguardo rivolto verso il ritorno di Gesù. Maranatha significa Signore, vieni! Questa era una delle prime parole del vocabolario cristiano.

e. La grazia del Signore Gesù Cristo sia con voi. Il mio amore sia con tutti voi in Cristo Gesù: La lettera si conclude con una benedizione di grazia e amore pronunciata da Paolo verso i credenti di Corinto. L’ultima parola dell’apostolo (prima di Amen) è Gesù. La sua enfasi è posta su Gesù, dall’inizio alla fine della lettera.

f. Le parole finali di Paolo, scritte di sua propria mano, rivelano il suo cuore di amore, sebbene abbia dovuto riprendere severamente i Corinzi. È stato l’amore di Paolo, sia per Gesù che per la Sua chiesa, a renderlo un tale grande apostolo. L’amore, espresso attraverso l’umile servizio, ci rende grandi nel Regno di Dio.

© 2023 The Enduring Word Bible Commentary by David Guzik – ewm@enduringword.com

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