1 Corinzi 12




1 Corinzi 12 – Diversità e Unità nei Doni Spirituali

A. Lo Spirito Santo è la fonte dei doni.

1. (1-3) Introduzione all’argomento dei doni spirituali.

Ora, fratelli, non voglio che siate nell’ignoranza riguardo ai doni spirituali. Voi sapete che quando eravate gentili, eravate trascinati dietro gli idoli muti, dietro l’impulso del momento. Perciò vi faccio sapere che nessuno, parlando per lo Spirito di Dio, dice: «Gesù è anatema»; e che altresì nessuno può dire: «Gesù è il Signore», se non per lo Spirito Santo.

a. Riguardo ai doni spirituali: La parola “doni” è stata aggiunta dai traduttori. Paolo si riferisce letteralmente a cose spirituali, dopo aver discusso di tutte le aree di carnalità dei Corinzi. Tuttavia, l’aggiunta del termine doni viene giustificata dal contesto.

i. Clarke definisce i doni spirituali come “Beni di grazia, che portano a risultati miracolosi… questi sono tutti stati dati per mezzo dell’intervento straordinario dello Spirito Santo.”

b. Non voglio che siate nell’ignoranza: Ai cristiani di Corinto viene dato un avvertimento che è buono anche per noi. Forse siamo nell’ignoranza riguardo ai doni spirituali, e non dovremmo esserlo.

i. Nelle sue lettere, Paolo elenca tre cose riguardo alle quali non vuole che i cristiani siano nell’ignoranza:

· Il piano di Dio per Israele (Romani 11:25).

· I doni spirituali (1 Corinzi 12:1).

· La Seconda Venuta di Gesù e la condizione eterna (1 Tessalonicesi 4:13).

Purtroppo, molti cristiani sono nell’ignoranza proprio riguardo a questi punti.

c. Voi sapete che quando eravate gentili, eravate trascinati dietro gli idoli muti: Paolo voleva che i cristiani di Corinto ricordassero che il loro passato di idolatria pagana non li preparava alla giusta comprensione dei doni spirituali. Egli non voleva che fossero nell’ignoranza, ma perché erano gentili, erano nell’ignoranza per quanto riguarda la questione dei doni spirituali.

i. Forse gli insegnamenti e le esperienze passate non ci hanno dato una conoscenza sufficiente dello Spirito Santo e dei Suoi doni. È facile per noi prendere le nostre opinioni materialistiche o superstiziose e integrarle alla nostra comprensione dei doni spirituali.

d. Perciò vi faccio sapere che nessuno, parlando per lo Spirito di Dio, dice: «Gesù è anatema»: Qui, Paolo stabilisce un principio generale per quanto riguarda il discernimento dei doni spirituali– giudicare le cose in base a come si relazionano a Gesù Cristo. Il dono spirituale in questione glorifica Gesù? Diffonde il vero Gesù o uno falso?

i. Gesù lo ha detto chiaramente, che quando lo Spirito Santo sarebbe venuto, Egli testimonierà di Me (Giovanni 15:26), e Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve lo annunzierà (Giovanni 16:14). Il ministero dello Spirito Santo non è quello di promuovere Sé Stesso o un uomo, ma di glorificare e rappresentare Gesù. Possiamo, dunque, confidare nel fatto che il vero ministero dello Spirito Santo sarà in accordo alla natura di Gesù.

2. (4-6) Diversità e unità dei doni.

Or vi sono diversità di doni, ma non vi è che un medesimo Spirito. Vi sono anche diversità di ministeri, ma non vi è che un medesimo Signore. Vi sono parimenti diversità di operazioni, ma non vi è che un medesimo Dio, il quale opera tutte le cose in tutti.

a. Or vi sono diversità di doni: Paolo elencherà nove doni spirituali nei versetti successivi, e altri in diversi passaggi. C’è veramente una molteplicità di doni. Tuttavia, c’è solamente un Donatore, il quale opera attraverso i diversi doni.

b. Diversità di doni, ma non vi è che un medesimo Spirito: I doni sono molteplici, i ministeri sono differenti tra di loro, così come lo sono le operazioni. È, tuttavia, lo stesso Spirito, lo stesso Signore ed il medesimo Dio a compiere l’opera attraverso i doni, i ministeri e le operazioni.

i. Ministeri probabilmente si riferisce ai diversi uffici nella chiesa, come apostoli, profeti, evangelisti e pastori-dottori, come Paolo ha anche descritto in Efesini 4. Il punto dell’apostolo è chiaro: sebbene ci siano diversi uffici, è il medesimo Signore a distribuire gli uffici e a dirigere il servizio.

ii. La parola greca per operazioni è energemata, dalla quale derivano le parole energia, energetico ed energizzare. È un termine di potenza miracolosa e attiva. Operazioni è la stessa parola che troviamo in 1 Corinzi 12:10 (compiere potenti operazioni). Diversità di operazioni significa che Dio mostra e versa la Sua potenza miracolosa in diversi modi, ma è sempre lo stesso Dio ad operare.

c. Doni, ministeri, operazioni: Quali sono le differenze tra doni, ministeri, operazioni e la manifestazione dello Spirito (1 Corinzi 12:7)? Sono tutti doni. Alcuni doni sono ministeri– uffici o posizioni nella chiesa. Altri doni sono operazioni– eventi miracolosi in un luogo e in un momento specifico (come la manifestazione dello Spirito menzionata in 1 Corinzi 12:7).

i. “Le abitudini ed i poteri, con i quali gli uomini hanno adempiuto agli uffici santi nella chiesa, o attraverso cui hanno compiuto miracoli, sono chiamati doni. L’esercizio di tali poteri viene definito ministeri e operazioni. Queste ultime sono diverse dai primi: i primi si riferiscono alle posizioni e ai ruoli nella chiesa; operazioni, invece, si riferiscono ad eventi miracolosi, come la guarigione dei malati, parlare in diverse lingue, [e così via]”. (Poole)

d. Doni, ministeri, operazioni: È facile per noi focalizzarci sulla nostra “piccola area” di doni, ministeri o operazioni e credere che coloro che hanno altri doni, ministeri o operazioni non stiano veramente camminando o collaborando con Dio. Tuttavia, Dio ha diversi modi gloriosi nei quali opera. Non dovremmo mai pensare che avvenga secondo il nostro gusto e piacimento.

e. Spirito, Signore, Dio: Questo passaggio, inoltre, dichiara la Trinità nel tipico stile discreto del Nuovo Testamento. I doni sono opera dello Spirito Santo, del Signore Gesù e di Dio Padre.

3. (7-11) I diversi tipi di manifestazioni dello Spirito.

Or a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l’utilità comune. A uno infatti è data, per mezzo dello Spirito, parola di sapienza; a un altro, secondo il medesimo Spirito, parola di conoscenza; a un altro, fede, dal medesimo Spirito; a un altro, doni di guarigioni, per mezzo del medesimo Spirito; a un altro potere di compiere potenti operazioni; a un altro, profezia; a un altro discernimento degli spiriti; a un altro, diversità di lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue. Or tutte queste cose le opera quell’unico e medesimo Spirito, che distribuisce i Suoi doni a ciascuno in particolare come vuole.

a. È data la manifestazione dello Spirito: Lo Spirito Santo è sempre presente nei e tra i cristiani. Gesù ha detto dello Spirito Santo, che rimanga con voi per sempre (Giovanni 14:16). Tuttavia, in certi momenti la presenza dello Spirito è più evidente. Ci sono occasioni nelle quali sceglie di manifestarsi, cioè, di rendersi visibile.

i. Ciononostante, non dovremmo mai pensare che lo Spirito Santo sia “più” presente quando si manifesta attraverso i doni. Lo Spirito Santo è sempre con i credenti, ma in certi momenti la Sua presenza è resa più palese attraverso la manifestazione dello Spirito.

b. A ciascuno è data… per l’utilità comune: Lo scopo della manifestazione dello Spirito è di portare beneficio a tutta la chiesa locale, non solamente ad un individuo in particolare.

c. La manifestazione dello Spirito: Nell’elencare le diverse manifestazioni dello Spirito, Paolo inizia menzionando la parola di sapienza. Si tratta della straordinaria abilità di dichiarare la sapienza di Dio, soprattutto in una situazione importante, come con Stefano (Atti 7) e Paolo (Atti 23).

d. Parola di conoscenza: Si tratta della straordinaria abilità di conoscere qualcosa che poteva essere stata rivelata solamente in maniera soprannaturale, come con Gesù (Matteo 17:24-27) o Paolo (Atti 27:10, 27:23-26). Charles Spurgeon si convertì tramite la predicazione di un uomo, della quale una parte era indirizzata direttamente al giovane, e parlò in maniera soprannaturale al cuore di Spurgeon, lì nella condizione in cui si trovava. Questo è un altro esempio della parola di conoscenza.

i. Tutti noi comprendiamo bene la differenza tra parola di sapienza e parola di conoscenza. Uno potrebbe possedere grande conoscenza, anche una conoscenza soprannaturale, ma non avere la sapienza di Dio per poterla applicare.

ii. Dobbiamo, anche usare discernimento nel ricevere una parola di conoscenza, ricordando che Dio non è l’unica fonte di conoscenza soprannaturale. Anche se una parola è vera, non vuol dire che provenga da Dio o che colui che comunica tale parola stia veramente rappresentando Dio.

e. Il dono di fede: Sebbene la fede sia una parte essenziale della vita di ogni cristiano, il dono di fede è l’abilità soprannaturale di confidare in Dio in qualunque circostanza, così come fece Pietro quando uscì dalla barca per camminare sulle acque (Matteo 14:22-33). Un altro grande esempio del dono di fede è George Mueller, leader e filantropo cristiano, il quale – nell’Inghilterra del XIX secolo – riuscì a sovvenire ai bisogni di migliaia di orfani solamente attraverso la preghiera, senza chiedere alcuna donazione.

f. Doni di guarigioni: Questa è la potenza guaritrice di Dio, data o ricevuta, ed è stata ripetutamente documentata nel Nuovo Testamento.

i. Adam Clarke commenta sui doni di guarigioni: “La potenza che gli apostoli ricevevano dallo Spirito Santo in determinate occasioni per curare le malattie; una potenza che non sempre era in loro; infatti, Paolo non ha potuto guarire Timoteo, né rimuovere la sua stessa spina nella carne, perché tale potenza veniva elargita solamente in occasioni particolari, sebbene forse più generalmente di altri.”

g. Potenti operazioni: Letteralmente dynameis, o “atti potenti”. Questa è la descrizione di quando lo Spirito Santo decide di “scavalcare” le leggi della natura (come un pilota che usa i comandi manuali), operando in o attraverso una persona che si rende disponibile.

i. I doni di guarigioni e le potenti operazioni spesso operano insieme al dono di fede, come in Atti 3:1-8. Queste cose non avvengono in base al capriccio dell’individuo, come se la potenza per guarire o per compiere miracoli fosse sempre a sua disposizione. Al contrario, queste cose avvengono quando l’individuo è spinto da Dio e riceve la fede per adempiere tali opere (un altro esempio di questo si trova in Atti 14:8-10).

h. Profezia: È il messaggio di Dio preannunciato in una situazione particolare, sempre in accordo alla Sua Parola e alla Sua opera. A volte questo si traduce nella predizione del futuro, come in Atti 21:10-11 e Atti 27:21-26.

i. Molte volte, le persone che credono che i doni miracolosi siano stati rimossi dalla chiesa, definiscono la profezia come “predicazione”. Sebbene questa sia una cosa alquanto comune, è, però, inesatta. C’è una parola greca per “predicazione” e un’altra parola greca che indica un discorso divinamente ispirato. È questa la parola che Paolo usa, non quella per “predicazione”. Una predicazione unta dallo Spirito è una cosa buona e spesso si serve del dono spontaneo della profezia, ma è sbagliato definire la profezia come una “buona predica”.

i. Discernimento degli spiriti: L’abilità di distinguere tra una dottrina falsa e una vera, e tra ciò che è dello Spirito Santo e ciò che non lo è (Atti 8:18-23 e 16:16-18).

i. Satana si presenta come un angelo di luce (2 Corinzi 11:14). Egli inganna con un messaggio falso e seducente (Genesi 2:16-3:5). Possono esserci spiriti bugiardi nelle bocche dei profeti (1 Re 22:21-23 e 2 Cronache 18:20-22). Satana può parlare subito dopo che Dio ha parlato (Matteo 16:23). Certe volte, le persone che sembrano dire la cosa giusta sono in realtà dal diavolo (Atti 13:6-12 e 16:16-18). È importante esaminare la parola di chiunque dichiari di parlare da parte di Dio (1 Giovanni 4:1-3). Satana può compiere miracoli ingannevoli (2 Tessalonicesi 2:9-10 e Apocalisse 13:11-14). Il diavolo cerca di infiltrarsi nella chiesa tramite falsi insegnanti (Giuda 4 e 2 Pietro 2:1-2). Abbiamo veramente tanto bisogno del dono di discernimento nella chiesa oggi!

j. Diversità di lingue si riferisce ad un linguaggio personale di preghiera dato da Dio, attraverso cui il credente può comunicare con Dio oltre i limiti della conoscenza e della comprensione (1 Corinzi 14:14-15). Il linguaggio è un’intesa tra due parti, dove certi suoni rappresentano determinati oggetti e concetti. Quando usiamo il dono delle lingue, ci accordiamo con Dio che così come lo Spirito Santo prega attraverso di noi, anche se non comprendiamo cosa stiamo pregando, Dio sa perfettamente cosa stiamo dicendo.

i. Le lingue hanno un ruolo importante nella vita devozionale del credente, ma solamente un piccolo ruolo nella vita collettiva della chiesa (1 Corinzi 14:18-19), soprattutto durante gli incontri “pubblici” (1 Corinzi 14:23).

ii. Quando il dono delle lingue viene praticato nell’ambiente ecclesiastico, questo deve essere attentamente tenuto sotto controllo, e mai utilizzato senza un’interpretazione da parte dello Spirito Santo (1 Corinzi 14:27-28).

iii. L’abilità di pregare in una lingua sconosciuta non è un dono dato ad ogni credente (1 Corinzi 12:20).

iv. L’abilità di pregare in lingue non è la prova di essere ripieni dello Spirito; questa enfasi ha portato le persone a ricercare il dono delle lingue (e a contraffarlo) solamente per dimostrare a sé stessi e agli altri di essere veramente ripieni dello Spirito Santo.

v. Molte persone credono che il dono delle lingue sia morto con gli apostoli. Stranamente, molte di queste persone definiscono il dono delle lingue semplicemente come l’abilità di parlare diverse lingue con lo scopo di condividere il vangelo. Tuttavia, questo bisogno non è mai cambiato dai tempi degli apostoli. Piuttosto, la Bibbia dice chiaramente che il dono delle lingue è per la comunicazione individuale con Dio, non con l’uomo (1 Corinzi 14:2). Anche nel giorno di Pentecoste, quando i discepoli parlavano in lingue, essi non stavano predicando alla folla (Pietro lo fece in greco perché era la lingua comune a tutti). Stavano, invece, lodando Dio (parlare delle grandi cose di Dio nelle nostre lingue, Atti 2:11), e la folla – nel giorno di Pentecoste – udì i discepoli lodare Dio con entusiasmo.

vi. Spesso, coloro che oggi parlano in lingue vengono derisi da coloro che rinnegano questo dono con l’accusa di parlare a vanvera. Atti 2 viene erroneamente usato a sostegno di questa dichiarazione, perché questo passaggio ci dice che le lingue nelle quali gli apostoli parlarono nel giorno di Pentecoste, erano comprensibili per gli altri. Tuttavia, non ci dice che tutti i 120 che parlarono in lingue furono compresi. E non dovremmo automaticamente presumere che coloro che non vennero compresi immediatamente stessero dicendo cose senza senso. Forse stavano lodando Dio in un linguaggio completamente sconosciuto, ma umano (chissà come doveva essere l’azteco per i romani), o in un linguaggio assolutamente straordinario dato da Dio e compreso solamente da Lui. Dopotutto, lo scopo delle lingue è comunicare con Dio, non con l’uomo (1 Corinzi 14:2). Le ripetizioni di semplici frasi, incomprensibili e probabilmente senza senso per coloro che ascoltano non sono sinonimo di “farneticare”. La lode a Dio può risultare semplice e ripetitiva, e parte di tutta la dinamica delle lingue è che va oltre la comprensione di colui che parla (1 Corinzi 14:14), essendo comprese solamente da Dio e da Dio soltanto.

k. Il dono dell’interpretazione delle lingue: Questo dono permette alle diversità di lingue di essere di beneficio non solo per colui che parla, ma anche per coloro che ascoltano, perché in questo modo possono unirsi alle parole rivolte a Dio di colui che le pronuncia.

l. Sebbene in questi versetti noi tendiamo a focalizzarci sull’elenco dei doni, Paolo non lo fa. Dato che non da una descrizione dettagliata di ogni dono, è probabile che i cristiani di Corinto li conoscessero tutti. Ciò su cui Paolo pone l’enfasi è il fatto che ognuno di questi doni è secondo o per mezzo del medesimo Spirito, ripetendo il concetto cinque volte e concludendo con la dichiarazione, “Tutte queste cose le opera quell’unico e medesimo Spirito”.

i. Sembrerebbe che la tendenza dei cristiani di Corinto di creare divisione li abbia portati a dividersi e ad entrare in competizione per quanto riguarda i doni. Forse coloro che parlavano in lingue si ritenevano superiori di coloro che profetizzavano, come se i doni fossero stati elargiti da due dei diversi. Paolo sottolinea che tutte queste cose le opera quell’unico e medesimo Spirito, e che dunque dovrebbero riflettere questa stessa unità tra di loro.

m. Che distribuisce i Suoi doni a ciascuno in particolare come vuole: Questo è un altro motivo per cui promuovere l’unità e andare contro qualsiasi senso di superiorità per quanto riguarda i doni. Essi non vengono distribuiti secondo la volontà dell’uomo, ma così come lo Spirito di Dio vuole – come Egli vuole.

i. Dato che i doni vengono dati come Egli vuole, e qualche volta – se non spesso – la volontà e la sapienza di Dio sono diverse dalle nostre (Isaia 55:8-9), non dovremmo mai presumere che questi vengono distribuiti nel modo in cui li distribuiremmo noi.

ii. Spesso pensiamo che i doni spirituali vengono dati ad una persona perché questa è particolarmente matura spiritualmente o più vicina a Dio, ma questo potrebbe anche non essere affatto il caso. Non dovremmo mai presumere che i doni vadano di pari passo con la maturità. Dio può e distribuisce – per la Sua gloria ed i Suoi scopi – i doni spirituali anche a coloro che non sono particolarmente maturi spiritualmente o vicini a Lui. Questo è il motivo per cui i doni non sono mai il criterio secondo cui designare posizioni di leadership tra i cristiani, al contrario della maturità e del carattere cristiano (1 Timoteo 3:1-13 e Tito 1:5-9). Dio può dare a chiunque grandi doni spirituali in un secondo, ma occorre tempo affinché il carattere e la maturità si sviluppino.

n. Se lo Spirito distribuisce a ciascuno in particolare come vuole, perché dovrebbe scegliere di dare un determinato dono in un dato momento? Magari la maggior parte delle motivazioni non sono evidenti, ma l’obiettivo dell’opera dello Spirito Santo è sempre quello di glorificare Gesù e di formare la Sua natura ed il Suo carattere in noi. L’obiettivo dello Spirito non è mai quello di sorprendere o confondere, ma di produrre il frutto dello Spirito, ed Egli userà – o non userà – qualsiasi dono riterrà più opportuno per raggiungere tale fine.

o. Distribuisce… come vuole: Sebbene le manifestazioni dello Spirito sono date così come Egli vuole, il credente deve comunque riceverle per fede. Egli distribuisce e noi riceviamo, e ricevere e utilizzare i doni avviene spesso in maniera molto naturale.

B. Alcuni di questi doni dello Spirito Santo non sono più dati oggi alla Chiesa?

1. Si tratta di una questione che ha grandemente diviso il corpo di Cristo, sia teologicamente che spiritualmente. Alcuni sono convinti che coloro che credono che i doni siano ancora per oggi (come i “Carismatici” o i “Pentecostali”) siano in realtà ingannati da Satana. Ci sono altri che pensano che coloro che non credono che i doni siano per oggi siano persone non spirituali e morte nel loro cammino con Dio.

a. Molte volte, le chiese Calvary Chapel vengono rispettate per il loro equilibrio biblico per quanto riguarda i doni dello Spirito Santo ed il loro ruolo nella vita della chiesa. Le chiese Calvary Chapel sono state spesso giustamente definite come “troppo Pentecostali per i Battisti, e troppo Battiste per i Pentecostali”; siamo stati chiamati “Pentebattisti” o “Batticostali”.

b. Tuttavia, l’equilibrio non conta nulla se non è un equilibrio biblico. Non vogliamo trovare un punto di equilibro tra l’eresia e la verità.

2. Prima di tutto, dobbiamo comprendere il problema. Teoricamente, nessun cristiano crede che tutti i doni siano cessati e dunque non più disponibili per la chiesa. Tutti i cristiani credono che i doni di insegnamento e di amministrazione siano dati e siano necessari per la chiesa oggi. Sono i doni che hanno una natura miracolosa ad essere messi in dubbio.

a. Perciò, molte persone dividono i doni in diverse categorie: comunicativi, amministrativi, miracolosi. Molti dicono che i doni miracolosi siano morti con gli apostoli, o quando il Nuovo Testamento è stato completato. Tuttavia, è importante osservare che tali divisioni e categorie non sono bibliche. Nessun autore biblico da nessuna parte riconosce tale categorizzazione dei doni, o dichiara che alcuni doni sarebbero rimasti, e altri sarebbero cessati.

b. Quindi, la domanda più appropriata sarebbe: “Tutti i doni dello Spirito Santo sono per oggi? Alcuni di questi non vengono più distribuiti da Dio?”. Coloro che insegnano contro i doni miracolosi dello Spirito Santo credono sicuramente di avere il dono dell’insegnamento, e credono che Dio dia quel dono ancora oggi.

3. Che cosa dice la Bibbia a riguardo della continuità di tutti i doni dello Spirito?

a. Gesù ha fatto una promessa in Marco 16:17-18: E questi sono i segni che accompagneranno quelli che hanno creduto: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno nuove lingue; prenderanno in mano dei serpenti, anche se berranno qualcosa di mortifero, non farà loro alcun male; imporranno le mani agli infermi, e questi guariranno.

i. Questa è una chiara e semplice promessa data, nel contesto, a coloro che partecipano alla diffusione dell’evangelo – essi saranno inarrestabili, e Dio userà anche mezzi miracolosi per proteggerli e per renderli efficaci.

b. Atti 2:33 e 2:39: Egli dunque, essendo stato innalzato alla destra di Dio e avendo ricevuto dal Padre la promessa dello Spirito Santo, ha sparso quello che ora voi vedete e udite… Poiché la promessa è per voi e per i vostri figli e per tutti coloro che sono lontani, per quanti il Signore Dio nostro ne chiamerà. La promessa dello Spirito Santo – la quale include in maniera specifica i doni miracolosi – è una promessa per tutte le generazioni.

c. 1 Corinzi 14:21: Così anche voi, poiché siete desiderosi di avere doni spirituali, cercate di abbondarne per l’edificazione della chiesa. Lo scopo dei doni spirituali, anche di quelli miracolosi, è l’edificazione del corpo di Cristo e del singolo credente; questo bisogno rimane tuttora oggi.

d. Secondo la testimonianza naturale e coerente del Nuovo Testamento, i doni miracolosi descritti nel Nuovo Testamento non sono stati ritirati. Nessuno, con un approccio fresco alla Scrittura, potrebbe mai giungere ad una tale conclusione.

i. Non c’è nulla che indichi che i doni miracolosi siano morti con gli apostoli.

ii. Nel Nuovo Testamento, non viene fatta alcuna distinzione tra “segni” o “doni miracolosi” e altri doni; essi vengono sempre e solo dati come un unico pacco.

iii. Non viene detto molto circa la continuazione dei doni perché era un dato di fatto tra gli apostoli. Qualcuno potrebbe anche chiedere, “Dov’è la prova biblica che si può essere salvati anche oltre il periodo degli apostoli?”. Sarebbe difficile trovare un versetto conclusivo che si opponga a tale ragionamento, semplicemente perché era semplicemente una supposizione.

4. Perché alcuni cristiani credono che Dio oggi non dia più alcuni doni dello Spirito Santo?

a. Questi hanno una comprensione sbagliata della storia e credono veramente che, storicamente parlando, i doni miracolosi siano effettivamente cessati con la morte degli apostoli (o forse anche prima).

b. Essi interpretano in modo sbagliato 1 Corinzi 13:8, dove leggiamo che le lingue cesseranno (l’approfondimento si trova negli appunti su 1 Corinzi 13).

c. Essi interpretano in modo sbagliato Ebrei 2:3-4, dove leggiamo che Dio rendeva testimonianza con segni e prodigi, con diverse potenti operazioni e con doni dello Spirito. L’idea è che l’unico vero motivo per il quale ci sono stati dati miracoli e doni, era per confermare la rivelazione, e oggi non c’è più questo bisogno. Inoltre, viene spiegato che c’erano tre aree principali di rivelazioni (i tempi di Mosè, di Elia e Eliseo e i tempi del Nuovo Testamento), e, per la maggior parte, i miracoli sono accaduti solamente durante quei periodi perché Dio doveva convalidare la rivelazione.

i. Se, però, i miracoli sono accaduti solamente durante certi periodi in cui sono state date delle rivelazioni, allora vuol dire che c’è una sostanziale quantità di rivelazione che non viene giustificata dai miracoli – da Giudici fino a Cantico dei Cantici.

ii. Se i miracoli confermano la rivelazione, allora siamo nei guai, perché anche i falsi profeti possono e fanno miracoli (Esodo 7:11-12, 7:22, 8:7, Deuteronomio 13:1-3 e 2 Tessalonicesi 2:9-10).

iii. Lo scopo principale dei miracoli, soprattutto come vengono visti nel Nuovo Testamento, non era quello di confermare i messaggeri di Dio, sebbene quello fosse un motivo secondario. Lo scopo primario dei miracoli era quello di sovvenire umilmente ai bisogni delle persone.

iv. In Matteo 12:38-40, Gesù condanna coloro che cercano di confermare la rivelazione attraverso segni miracolosi; Egli non offre loro alcun segno se non quello della resurrezione. In Giovanni 2:18-19, Gesù provvede solamente un segno miracoloso a coloro che lo cercano: la Sua resurrezione. In Giovanni 6:29-36, dopo aver sfamato i 5000, le persone seguono Gesù solamente per ricevere altro pane miracoloso, e Gesù li riprende a causa della loro incredulità e perché non vedono quello che Gesù ha già fatto. Infine, in 1 Corinzi 1:22, quando Paolo nota che gli ebrei chiedono un segno, egli non lo intende in senso positivo!

v. I miracoli sono una prova insufficiente per confermare la rivelazione. Un cuore incredulo riesce sempre a trovare una spiegazione e chiederà di ricevere sempre più “prove”. Sebbene avesse fatto tanti segni davanti a loro, non credevano in Lui (Giovanni 12:37).

vi. Concordiamo sul fatto che i miracoli hanno anche lo scopo di stupire i non credenti e i credenti con la potenza di Dio, ma questo è chiaramente lo scopo secondario. Se questo fosse lo scopo principale dei miracoli, allora qualcuno potrebbe sostenere che dato che abbiamo la completa rivelazione della Parola di Dio non abbiamo più bisogno dei miracoli per confermare ulteriore rivelazione.

d. Fanno un’applicazione errata della verità secondo cui cose come il parlare in lingue ha qualcosa di demoniaco ed è una pratica non solamente cristiana. Questo è vero e anche confermato dalla Scrittura; tuttavia, l’esistenza di un falso tende a dimostrare l’esistenza del vero, non a rinnegarla.

5. La storia del Cristianesimo dimostra che alcuni doni non ci sono più? Se sì, quando e come?

a. Sebbene la questione si risolva con quello che la Bibbia dice, anche la storia ha il suo fascino. Coloro che credono che i doni miracolosi siano cessati, dichiarano che la testimonianza della storia dia loro ragione.

i. Per esempio, John MacArthur scrive nel suo libro I Carismatici: “Nel secondo secolo gli apostoli ormai non c’erano più e le cose erano cambiate. Alva McClain disse, ‘Quando la chiesa appare nel secondo secolo, la situazione riguardo all’elemento miracoloso è così diversa che sembra di essere in un altro mondo.’… L’era apostolica era unica ed è ormai finita. La storia lo dice, Gesù lo dice, la teologia lo dice e il Nuovo Testamento stesso lo conferma”.

b. Tuttavia, la storia ha un’altra testimonianza e se la lasciamo parlare, sarà lei stessa a confermarlo. Clemente di Roma, Ignazio, Giustino martire, Ireneo e Tertulliano parlano tutti dell’esistenza di doni miracolosi dello Spirito Santo presenti nei loro giorni.

c. In realtà, l’idea che i doni miracolosi di Dio cessarono con gli apostoli non prese piede nella chiesa fino alla metà del quarto secolo (dal 350 d.C. circa in poi). Successivamente, alla fine del IV secolo e con l’inizio del Medioevo, i doni venivano ormai considerati storia passata ed erano sicuramente trascurati. Questo, però, non era il desiderio di Dio. Era, piuttosto, il risultato di persone, le quali si erano convinte che l’opera soprannaturale dello Spirito Santo era troppo “pericolosa” per la chiesa istituzionale. Erano coinvolti anche altri fattori. Se avessi detto, però, ad un cristiano del 250 d.C., “Sappiamo tutti che i doni miracolosi sono cessati con gli apostoli”, ti avrebbe risposto probabilmente, “Non sai di cosa stai parlando.”

C. La diversità e l’unità dei doni dello Spirito Santo.

1. (12-14) La realtà dell’unità: tutti i credenti appartengono a qualcosa di più grande, il corpo di Gesù Cristo.

Come infatti il corpo è uno, ma ha molte membra, e tutte le membra di quell’unico corpo, pur essendo molte, formano un solo corpo, così è anche Cristo. Ora noi tutti siamo stati battezzati in uno Spirito nel medesimo corpo, sia Giudei che Greci, sia schiavi che liberi, e siamo stati tutti abbeverati in un medesimo Spirito. Infatti, anche il corpo non è un sol membro, ma molte.

a. Tutte le membra di quell’unico corpo, pur essendo molte, formano un solo corpo… Ora noi tutti siamo stati battezzati in uno Spirito nel medesimo corpo: Questa unità dei cristiani non è un obiettivo da raggiungere, è un fatto da riconoscere. Paolo dice chiaramente che siamo stati battezzati nel medesimo corpo.

i. Passaggi come questo hanno portato molti a considerare il battesimo come una sorta di “cerimonia di iniziazione per entrare a far parte della comunità dei cristiani”. Sebbene questo possa essere un aspetto del battesimo, non è però il punto principale. L’idea fondamentale dietro al battesimo cristiano è l’identificazione del credente – la sua “immersione” in Gesù Cristo (Romani 6:3-5). Il pensiero che il punto focale del battesimo sia una cerimonia di iniziazione per entrare nella chiesa, ha portato molti verso idee non bibliche, come ad esempio il battesimo dei neonati (secondo il pensiero, “chi vorrebbe mai escluderli dalla chiesa?”).

ii. Qui, però, Paolo non sta pensando al battesimo in acqua tanto quanto al battesimo nello Spirito: Noi tutti siamo stati battezzati in uno Spirito nel medesimo corpo. Paolo sta scrivendo dell’“immersione” nello Spirito Santo e in Gesù che tutti i credenti hanno in comune, un’“immersione” che li porta in un medesimo corpo.

b. Il corpo è uno, ma ha molte membra: Paolo usa la brillante illustrazione del corpo umano per collegarla al modo in cui la comunità di cristiani funziona. Anche se ogni cellula nel corpo umano è collegata ad una radice comune (lo stesso codice genetico), tuttavia le parti del corpo (membra) hanno un aspetto diverso, vengono trattate diversamente, funzionano diversamente e hanno diversi scopi. Allo stesso modo, c’è grande diversità nel corpo di Gesù Cristo, sia nell’apparenza che nella funzione, eppure ogni membro ha la stessa radice e lo stesso obiettivo.

c. Sia Giudei che Greci, sia schiavi che liberi: A causa della dinamicità del “corpo”, le divisioni create dai cristiani di Corinto erano prettamente artificiali. Giudeo, greco, schiavo o libero, non aveva più importanza perché erano tutti uno nel medesimo corpo.

2. (15-20) Spiegazione dell’illustrazione di un corpo.

Se il piede dicesse: «Perché non sono mano io non sono parte del corpo», non per questo non sarebbe parte del corpo. E se l’orecchio dicesse: «Perché non sono occhio, io non sono parte del corpo», non per questo non sarebbe parte del corpo. Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato? Ma ora Dio ha posto ciascun membro nel corpo, come ha voluto. Ma se tutte le membra fossero un solo membro, dove sarebbe il corpo? Ci sono invece molte membra, ma vi è un solo corpo.

a. Se il piede dicesse: Se il piede non si sentisse parte del corpo, o dichiarasse di non essere parte del corpo perché non è mano, sarebbe sciocco e avrebbe torto. La diversità non è una squalifica dal corpo.

i. Qui, Paolo pone la domanda per coloro che si sentono esclusi dal corpo. È come se alcuni dei credenti di Corinto dicessero, “Non ho questo specifico dono spirituale. Forse non faccio parte del corpo di Gesù Cristo”. Dopo tutto, mani e occhi sembrano più importanti e più “affascinanti” dei piedi e delle orecchie. Paolo desidera che questi cristiani che si sentono esclusi sappiano che sono membra effettive del corpo, e che questo è solamente un pensiero assurdo.

ii. Allo stesso modo, lo stesso principio può essere applicato a coloro che vogliono escludere gli altri dal corpo. Paolo avrebbe potuto dire, “La mano non può dire che il piede non è parte del corpo solamente perché non è una mano”. Paolo vuole che i cristiani – riferendosi a coloro che escludono gli altri perché non apprezzano il loro ruolo – riconoscano l’importanza dell’unità.

b. Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? Non solo la diversità nel corpo di Gesù Cristo è accettabile, ma anche essenziale. Il corpo non può funzionare nel giusto modo se sono tutti mano o tutti occhio. Il corpo deve avere parti e doni differenti, altrimenti il corpo non potrebbe funzionare in maniera efficace.

c. Come ha voluto: Perché il piede è un piede e la mano una mano? Perché così è piaciuto al Creatore. Quindi, la mano non può vantarsi di essere una mano e il piede non può vergognarsi di essere un piede. Ognuno è creato in base al desiderio del Creatore.

i. Nel progetto, vediamo la saggezza del Creatore: ognuno possiede qualcosa, ma nessuno possiede tutto.

3. (21-26) La spiegazione continua, mostrando che le parti meno “affascinanti” del corpo sono altrettanto importanti.

E l’occhio non può dire alla mano: «Io non ho bisogno di te»; né parimenti il capo può dire ai piedi: «Io non ho bisogno di voi». Anzi, le membra del corpo che sembrano essere le più deboli, sono molto più necessarie delle altre; e quelle che stimiamo essere le meno onorevoli del corpo, le circondiamo di maggior onore; e le nostre parti indecorose sono circondate di maggior decoro; ma le nostre parti decorose non ne hanno bisogno. Perciò Dio ha composto il corpo, dando maggiore onore alla parte che ne mancava, affinché non vi fosse divisione nel corpo, ma le membra avessero tutte una medesima cura le une per le altre. E se un membro soffre, tutte le membra soffrono; mentre se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono insieme.

a. E l’occhio non può dire alla mano: Paolo ora scrive a coloro che sono tentati di cedere all’orgoglio e al senso di superiorità a causa dei loro doni o alla loro posizione nel corpo. Questi non possono dire alle altre parti, “Io non ho bisogno di te”.

b. Le membra del corpo che sembrano essere le più deboli, sono molto più necessarie: Spesso consideriamo una parte del nostro corpo non necessaria o di minore importanza, fino a quando non inizia a far male – solo allora realizziamo quanto sia importante! La mano o l’occhio sembrano essere più importanti, e magari hanno una posizione più “affascinante”, ma non sono più necessari o importanti delle altre parti del corpo.

c. Le meno onorevoli del corpo, le circondiamo di maggior onore: Le parti del nostro corpo che sono normalmente coperte dai vestiti sono spesso considerate meno onorevoli, ma diamo loro maggior onore vestendoli con tanta attenzione.

i. Clarke, circa le parti meno onorevoli, dice: “Sembra indicare le viscere, come il cuore, i polmoni, lo stomaco ed il canale intestinale. Queste, quando paragonate alle braccia e alle articolazioni, sono relativamente deboli, ed alcune di esse sono considerate, in sé stesse, ripugnanti e meno onorevoli; eppure, queste parti sono più essenziali per la vita di tutte le altre.”

ii. Dio ha composto il corpo, dando maggiore onore alla parte che ne mancava: Se qualcuno pensa di essere un membro “nascosto” o “meno prestigioso” del corpo di Gesù Cristo, Dio sa come conferire onore su di loro.

d. Affinché non vi fosse divisione nel corpo: Secondo la prospettiva di Dio, con l’illustrazione del corpo, non c’è alcuna scusa per la divisione nel corpo. “L’orgoglio” del membro “onorevole” viene annullato, così come la “vergogna” del membro “meno onorevole”.

e. Ma le membra avessero tutte una medesima cura le une per le altre: Il punto teologico di Paolo riguardo alla natura del corpo di Cristo è giunto ad un’applicazione molto pratica. I cristiani di Corinto dovrebbero avere una medesima cura gli uni per gli altri perché fanno parte dello stesso corpo.

i. Le parti del corpo collaborano insieme: Gli occhi e le orecchie non servono solamente a sé stessi, ma a tutto il corpo. Le mani non sfamano e difendono solamente sé stesse, ma tutto il corpo. Il cuore non solo provvede il sangue per sé stesso, ma lo fornisce a tutto il corpo. A volte c’è una parte del nostro corpo che vive per servire sé stessa; non dà alcun contributo al resto del corpo, e tutto ciò che ottiene è per nutrire sé stessa e per crescere: questa parte è chiamata cancro.

ii. “Voglio che ogni membro di questa chiesa si metta all’opera. Non vogliamo alcun pigro. Se qualcuno vuole mangiare e bere, e non fare nulla, ci sono molti altri posti dove può andare; ci sono molte panche vuote, andate e riempitele, perché qui non vi vogliamo. Ogni credente che non sia un’ape operaia è una vespa. Le persone che creano più problemi sono le più inutili, e coloro che sono le più felici e pacifiche sono generalmente coloro che si adoperano di più per Cristo.” (Spurgeon)

f. Una medesima cura le une per le altre: Paolo avrebbe potuto – e alcuni oggi pensano che avrebbe dovuto – semplicemente dire “prendetevi cura gli uni degli altri” ed ignorare il vero fondamento spirituale alla base di tale concetto. “Dai, Paolo. Non ci annoiare con la teologia. Dicci semplicemente cosa fare.” Tuttavia, Paolo vuole molto di più che vedere dei risultati, egli vuole che i cristiani di Corinto abbiano conoscenza. Egli sa che, alla fine, i migliori risultati sono basati sulla conoscenza.

g. Se un membro soffre: Qui viene data la spiegazione circa la cura le une per le altre menzionata nel versetto precedente: significa avere compassione ed un cuore rivolto ai nostri co-membri, sebbene questi possano essere diversi da noi

4. (27-31) Dio distribuisce i doni e le chiamate secondo il Suo piacimento.

Or voi siete il corpo di Cristo e Sue membra, ciascuno per parte sua. E Dio ne ha costituiti alcuni nella chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come dottori; poi ha ordinato le potenti operazioni; quindi, i doni di guarigione, i doni di assistenza e di governo e la diversità di lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti dottori? Hanno tutti il dono di potenti operazioni? Hanno tutti i doni di guarigioni? Parlano tutti diverse lingue? Interpretano tutti? Ora voi cercate ardentemente i doni maggiori, e vi mostrerò una via ancora più alta.

a. Or voi siete il corpo di Cristo e Sue membra, ciascuno per parte sua: Paolo riassume il suo punto precedente. Così come un corpo umano è uno, composto da diverse parti, così è il corpo di Gesù Cristo. Paolo ora parlerà riguardo alle diverse parti del corpo.

i. “Potremmo chiamare qualcuno occhio, per le sue acute osservazioni sugli uomini e situazioni, e per la sua capacità di valutare i dilemmi morali e i misteri Divini. Potremmo chiamare un altro mano, per i suoi grandi sforzi compiuti nella Chiesa; un altro piede, per i suoi viaggi produttivi per condividere la conoscenza di Cristo crocifisso: e così anche gli altri.” (Clarke)

b. Apostoli: Questi sono “ambasciatori speciali” della chiesa. Paolo ed altre persone avevano a quei tempi un’autorità apostolica speciale, la quale non viene più data perché il fondamento della chiesa è stato già posto (Efesini 2:20). Tuttavia, Dio ha ancora i Suoi “ambasciatori speciali” nella chiesa oggi, sebbene non con la stessa autorità dei primi apostoli.

c. Profeti: Questi sono coloro che sono stati chiamati in maniera speciale per portare il messaggio di Dio con il dono di profezia. C’era un’autorità unica e fondamentale anche per questo dono (Efesini 2:19-20). Tuttavia, Dio chiama ancora le persone per parlare alla chiesa e al mondo, con una benedizione e potenza speciali.

i. Tuttavia, se uno dichiara oggi di essere un profeta o riceve tale titolo, deve attenersi al 100% allo standard di un profeta: la totale veridicità di ogni parola (Deuteronomio 18:20-22).

d. Dono di potenti operazioni: Si riferisce a coloro che Dio usa per operare miracoli. In ogni caso, lo schema biblico dei miracoli ha sempre lo Spirito Santo come Colui che prende l’iniziativa, e mai la persona.

e. I doni di assistenza: Si riferisce a coloro che aiutano, o assistono, gli altri nell’opera del Signore. Il termine veniva usato nel contesto ebraico in questo modo: “I Leviti venivano definiti aiutanti dei sacerdoti dai Talmudisti.” (Clarke)

i. Spurgeon, riguardo ai doni di assistenza dice: “Mi stupisce che non fossero persone che avevano una posizione particolare, ma che fossero individui semplicemente mossi dalla propria indole e dalla vita divina che era in loro, a fare qualsiasi cosa per assistere l’insegnante, il pastore o il diacono nell’opera del Signore. Questi sono i tipi di fratelli che sono sempre utili, che possono sempre sovvenire ad un bisogno, e che sono felici quando possono servire la chiesa di Dio in qualsiasi capacità.”

ii. Nel libro di John Bunyan, Il Pellegrinaggio del Cristiano, Cristiano fu soccorso da “Aiuto” quando si trovò bloccato nella “Palude dello Scoraggiamento”. Molte volte è lì che il dono di assistenza è di grande utilità. “Molto preziosa è per noi quella mano che ci ha soccorso nella profondità del fango nel quale non potevamo nemmeno stare in piedi, e mentre attribuiamo tutta la gloria alla grazia di Dio, non possiamo fare altro che amare affettuosamente lo strumento inviatoci per essere il mezzo della nostra liberazione.” (Spurgeon)

iii. Inoltre, Spurgeon descrive le qualità di qualcuno che usa efficacemente i doni di assistenza:

· Un cuore tenero che si preoccupa realmente.

· Un occhio attento al bisogno.

· Un passo veloce per raggiungere il bisognoso.

· Un sorriso amorevole per tirare gli altri su di morale e benedirli.

· Un piede stabile per non cadere.

· Una mano forte alla quale il bisognoso può aggrapparsi.

· Una schiena pronta ad abbassarsi per raggiungere gli altri.

iv. Un vecchio predicatore Puritano una volta condivise un grande sermone su questo testo: E Bartolomeo (Matteo 10:3). Il succo del suo discorso era che Bartolomeo non viene mai menzionato da solo, ma lo troviamo sempre in frasi come e Bartolomeo. Egli viene sempre descritto come qualcuno che fa qualcosa di buono insieme ad un altro. Egli non era mai il leader, ma sempre un assistente.

f. Parlano tutti diverse lingue? Paolo sta semplicemente dicendo che il dono delle lingue non è per ogni credente, così come i doni di apostoli, profeti, dottori, opere potenti e guarigioni e così via, non sono per ogni credente. Grandi danni sono stati creati nella chiesa nel cercare di far passare il dono delle lingue indispensabile per vivere veramente come un cristiano, o come la prova della presenza dello Spirito Santo. Questo ha portato molti a ricercare il dono delle lingue, o a “contraffarlo”, spesso solo per assicurarsi di essere veramente ripieni dello Spirito Santo.

i. Essendo che le lingue sono un dono comunicativo, usato nel contesto della comunicazione con Dio, il dono delle lingue dovrebbe essere desiderato quando l’individuo percepisce una mancanza nella propria abilità di parlare con Dio. Quando qualcuno si sente limitato dalla propria lingua nativa quando parla con Dio, può e dovrebbe chiedere a Dio la potenza di comunicare con Lui in una lingua che Egli comprende, ma che va oltre la comprensione umana. Chi, invece, si sente soddisfatto della propria abilità di comunicazione con Dio, non ha in realtà alcun bisogno del dono delle lingue, e nemmeno di desiderarlo.

g. Cercate ardentemente i doni maggiori: Sebbene sia lo Spirito Santo a dare i doni, è buono e giusto per noi desiderarli, e di chiederli, in sottomissione al piano di Dio.

h. In 1 Corinzi 13, Paolo parlerà di questa via ancora più alta, focalizzandosi sull’amore piuttosto che sui doni stessi. I doni sono semplicemente dei modi attraverso cui possiamo esprimere e ricevere l’amore da Dio e l’amore verso gli uni gli altri. Essi sono i “contenitori”, è ciò che vi è all’interno – l’amore – è molto più importante. “Una grande quantità di barili non arricchiscono nessuno, a meno che non siano pieni di beni.” (Trapp)

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